CAMERA DEI DEPUTATI
Martedì 1° marzo 2011
446.
XVI LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Politiche dell'Unione europea (XIV)
COMUNICATO

TESTO AGGIORNATO ALL'8 MARZO 2011

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COMITATO RISTRETTO

Martedì 1o marzo 2011.

Norme generali sulla partecipazione dell'Italia alla formazione e all'attuazione della normativa e delle politiche dell'Unione europea.
Nuovo testo unificato C. 2854 Buttiglione, C. 2862 Stucchi, C. 2888 Gozi, C. 3055 Pescante e C. 3866 Governo.

Il Comitato ristretto si è riunito dalle 14.20 alle 14.30.

SEDE REFERENTE

Martedì 1o marzo 2011. - Presidenza del presidente Mario PESCANTE. - Interviene il sottosegretario di Stato per i rapporti con il Parlamento, Laura Ravetto.

La seduta comincia alle 14.30.

Norme generali sulla partecipazione dell'Italia alla formazione e all'attuazione della normativa e delle politiche dell'Unione europea. Pag. 119
Nuovo testo unificato C. 2854 Buttiglione, C. 2862 Stucchi, C. 2888 Gozi, C. 3055 Pescante e C. 3866 Governo.
(Seguito dell'esame e rinvio - Adozione del testo base).

La Commissione prosegue l'esame del provvedimento in titolo, rinviato nella seduta del 1o febbraio 2011.

Mario PESCANTE, presidente, ricorda che lo scorso 1o febbraio la Commissione ha deliberato l'istituzione di un Comitato ristretto che ha elaborato un nuovo testo unificato dei progetti di legge in titolo (vedi allegato 1).

Isidoro GOTTARDO (PdL), relatore, richiama le considerazioni del collega Buttiglione sul provvedimento in titolo, segnalando la questione del ruolo svolto dal Ministero degli affari esteri e dei nuclei europei presso le diverse Amministrazioni. Sottolinea che il nuovo testo unificato elaborato dal Comitato ristretto segna un punto di equilibrio tra le posizioni dei due schieramenti ed auspica, pertanto, la maggiore condivisione possibile sulle specifiche disposizioni anche da parte del Governo.

Rocco BUTTIGLIONE (UdC) esprime soddisfazione per il risultato raggiungo in sede di Comitato ristretto, i cui lavori si sono caratterizzati per un clima particolarmente collaborativo. Rileva che in questo caso l'iniziativa legislativa parlamentare si è caratterizzata per uno specifico dinamismo. Passando alle questioni di merito, osserva che l'ordinamento giuridico italiano si inserisce nel contesto dell'ordinamento europeo e solo successivamente nel più ampio contesto internazionale, per cui in determinati ambiti è inevitabile un esercito dei diritti di sovranità in modo condiviso con gli altri Stati membri. Per quanto riguarda il nostro Paese, è necessario predisporre strumenti per esercitare un controllo sull'attività del Governo sia nella fase ascendente che in quella discendente. Alla luce del modello tedesco e considerato il livello europeo sia nel modello ordinamentale che nelle singole politiche, ritiene opportuno valutare che la Rappresentanza permanente d'Italia presso l'Unione europea divenga un struttura presso il Dipartimento della Presidenza del Consiglio sulle politiche comunitarie, al fine di realizzare condizioni di maggiore efficienza nell'interazione tra il livello nazionale e quello europeo, con l'unica eccezione degli atti che chiamano in causa il livello intergovernativo e in cui si devono attivare le competenze della Farnesina. Ritiene, quindi, che i nuclei europei debbano partecipare alle due fasi di formazione del diritto europeo se si vuole raggiungere un buon grado di coordinamento. Sottolinea la necessità di contrarre i tempi che separano la fase ascendente da quella discendente per non disperdere un patrimonio di conoscenze e di memoria storica essenziale per la coerente funzionalità del processo. Sottolinea, infine, la necessità di uno specifico impegno sul versante della qualità della legislazione per garantire che le nuove norme siano comprensibili e di agevole interpretazione per i cittadini e per tutti i soggetti istituzionali coinvolti.

Il sottosegretario Laura RAVETTO ringrazia i commissari per il proficuo lavoro svolto esprimendo consenso sulle considerazioni del collega Buttiglione, con particolare riferimento alle norme di cui agli articoli 36 e 38. Auspica quindi la soluzione di eventuali questioni, attinenti alle competenze di altre Amministrazioni dello Stato, come pure ai rapporti tra la Rappresentanza permanente d'Italia a Bruxelles e il CIACE.

Sandro GOZI (PD) rileva che il nuovo testo unificato appare complessivamente soddisfacente e si associa alle riflessioni

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del collega Buttiglione. Ritiene che si debba mantenere il punto di equilibrio raggiunto in sede di Comitato ristretto senza recedere rispetto agli obiettivi conseguiti.

Isidoro GOTTARDO (PdL), relatore, segnala alcune novità del nuovo testo unificato delle proposte di legge in titolo e, segnatamente, le norme di cui agli articoli 8, commi 2 e 4, 36, comma 1, 38 e 19, comma 3.

Sandro GOZI (PD), a nome del gruppo del Partito Democratico, chiede che il nuovo testo unificato dei progetti di legge in titolo sia trasmesso al Comitato per la legislazione per l'espressione del parere di competenza, ai sensi dell'articolo 16-bis, comma 4, del regolamento.

Mario PESCANTE, presidente, convenendo sulla proposta del collega Gozi, alla luce del consenso manifestato da tutti i gruppi e dal Governo sulla proposta di nuovo testo unificato formulata dal relatore, ne propone l'adozione come testo base per il seguito dell'esame in sede referente.

La Commissione delibera quindi di adottare il nuovo testo unificato dei progetti di legge C. 2854 Buttiglione, C. 2862 Stucchi, C. 2888 Gozi, C. 3055 Pescante e C. 3866 Governo come testo base per il seguito dell'esame in sede referente.

Mario PESCANTE, presidente, propone quindi di fissare il termine per la presentazione di emendamenti il prossimo venerdì 4 marzo alle ore 12.

La Commissione conviene.

Mario PESCANTE, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.

Legge comunitaria 2010.
C. 4059 Governo, approvato dal Senato.

Relazione sulla partecipazione dell'Italia all'Unione europea nel 2009.
Doc. LXXXVII, n. 3.

(Seguito dell'esame congiunto e rinvio).

La Commissione prosegue l'esame congiunto dei provvedimenti in oggetto, rinviato nella seduta del 22 febbraio 2011.

Mario PESCANTE, presidente, ricorda che nella seduta dello scorso 16 febbraio i relatori, onorevoli Pini e Fucci, hanno illustrato i contenuti dei provvedimenti e che il 22 febbraio si è svolto il dibattito, alla presenza del sottosegretario per gli Affari esteri Vincenzo Scotti. Avverte quindi che sono pervenute le relazioni di pressoché tutte le Commissioni di settore e della Commissione per le questioni regionali. Le Commissioni Trasporti, Bilancio ed il Comitato per la legislazione sono oggi convocate per concludere a loro volta l'esame del provvedimento. Segnala in particolare che la Commissione Affari costituzionali ha approvato una relazione favorevole sul disegno di legge comunitaria ed un parere favorevole sulla Relazione annuale; la Commissione Giustizia ha approvato una relazione favorevole, 3 emendamenti sul disegno di legge comunitaria ed un parere favorevole sulla Relazione annuale; la Commissione Affari esteri ha approvato una relazione favorevole sul disegno di legge comunitaria ed un parere favorevole con osservazione sulla Relazione annuale; la Commissione Difesa ha approvato una relazione favorevole sul disegno di legge comunitaria ed un parere favorevole sulla Relazione annuale; la Commissione Finanze ha approvato una relazione favorevole con osservazioni sul disegno di legge comunitaria ed un parere nella forma del nulla osta sulla Relazione

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annuale; la Commissione Cultura ha approvato una relazione favorevole sul disegno di legge comunitaria ed un parere favorevole con condizione sulla Relazione annuale; la Commissione Ambiente ha approvato una relazione favorevole sul disegno di legge comunitaria ed un parere favorevole sulla Relazione annuale; la Commissione Attività produttive ha approvato una relazione favorevole con osservazione sul disegno di legge comunitaria ed un parere nella forma del nulla osta sulla Relazione annuale; la Commissione Lavoro ha approvato una relazione favorevole sul disegno di legge comunitaria ed un parere favorevole sulla Relazione annuale; la Commissione Affari sociali ha approvato una relazione favorevole con osservazione sul disegno di legge comunitaria ed un parere nella forma del nulla osta sulla Relazione annuale; la Commissione Agricoltura ha approvato una relazione favorevole e 4 emendamenti sul disegno di legge comunitaria ed un parere favorevole sulla Relazione annuale; infine, la Commissione per le questioni regionali ha approvato una relazione favorevole con condizione e osservazioni sul disegno di legge comunitaria e un parere favorevole con osservazioni sulla Relazione annuale.
Nessuno chiedendo di intervenire, avverte che con la seduta odierna si conclude l'esame preliminare congiunto dei due provvedimenti, che proseguiranno con un iter autonomo. Propone quindi, come già concordato nella riunione dell'Ufficio di Presidenza, integrato dai rappresentanti dei gruppi, dello scorso 22 febbraio, di fissare il termine per la presentazione di emendamenti al disegno di legge comunitaria per il prossimo lunedì 7 marzo alle ore 12.

La Commissione concorda.

Mario PESCANTE, presidente, rinvia quindi il seguito dell'esame ad altra seduta.

La seduta termina alle 15.

ATTI DELL'UNIONE EUROPEA

Martedì 1o marzo 2011. - Presidenza del presidente Mario PESCANTE.

La seduta comincia alle 15.

Comunicazione della Commissione al Parlamento europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle regioni sull'analisi annuale della crescita: progredire nella risposta globale dell'UE alla crisi.
COM(2011)11 def.

(Parere alla V Commissione).
(Esame, ai sensi dell'articolo 127, comma 1, del regolamento, e rinvio).

La Commissione inizia l'esame del provvedimento in oggetto.

Nicola FORMICHELLA (PdL), relatore, illustra il provvedimento in titolo segnalando che L'analisi annuale della crescita, presentata dalla Commissione europea il 12 gennaio 2011, costituisce un documento di estrema importanza, sia sotto il profilo sostanziale sia sotto quello metodologico e procedurale. Si tratta, infatti, del primo atto della nuova procedura del «semestre europeo» per il coordinamento ex ante delle politiche economiche, sulla base del quale il Consiglio europeo del 24-25 marzo 2011 definirà gli orientamenti generali per la predisposizione dei programmi nazionali di riforma e dei programmi di stabilità o di convergenza che gli Stati membri presenteranno entro aprile.
L'esame del documento rappresenta, per un verso, l'occasione per il Parlamento di concorrere, definendo indirizzi per il Governo, alla formazione delle decisioni del Consiglio europeo che vincoleranno poi, negli obiettivi e forse anche nelle

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azioni specifiche, la definizione dei programmi nazionali di riforma e dei programmi di stabilità e quindi le linee della politica economica e di bilancio dell'Italia. Per altro verso, l'analisi per la crescita è il banco di prova per una prima verifica di carattere metodologico in merito agli strumenti e alle procedure necessari per assicurare il raccordo tra Parlamento e Governo nell'ambito del semestre europeo, anche alla luce delle innovazioni introdotte dalla proposta di modifica della legge di contabilità, n. 196 del 2009, approvata dalla Camera in prima lettura ed attualmente all'esame del Senato.
È pertanto estremamente positivo che il documento sia stato sottoposto oltre che alle Commissioni bilancio, in sede primaria, e politiche dell'UE, in consultiva, anche alle altre commissioni permanenti che potranno concorrere alla definizione di indirizzi anche negli specifici settori in cui si articolerà il programma nazionale di riforma. L'analisi annuale si compone, infatti, di quattro parti (una generale e tre allegati). La parte generale una breve ma efficace analisi della situazione macroeconomica dell'UE ed indica i requisiti e le misure ritenute necessarie per rispondere alla crisi e attuare gli obiettivi della strategia per la crescita e l'occupazione UE 2020. In particolare, la Commissione prospetta 10 azioni relative a tre aree principali. La prima area concerne i prerequisiti fondamentali per la crescita, in merito ai quali si individuano tre azioni: attuazione di un risanamento di bilancio rigoroso, correzione degli squilibri macroeconomici e garanzia della stabilità del settore finanziario. Si tratta in sostanza, per quanto attiene alle prime due azioni, degli interventi oggetto delle proposte di riforma della governance economica presentate lo scorso 29 settembre dalla Commissione europea ed attualmente all'esame del Parlamento e del Consiglio e, con riguardo al terzo profilo, della modifica all'articolo 136 del Trattato sul funzionamento dell'UE, per la creazione di un meccanismo permanente di stabilizzazione dell'area euro.
La seconda area include quattro azioni per mobilitare i mercati del lavoro, creare opportunità occupazionali: rendere il lavoro più attraente, riformare i sistemi pensionistici, reinserire i disoccupati nel mondo del lavoro, conciliare sicurezza e flessibilità.
La terza area si articola in tre azioni per accelerare la crescita: sfruttare il potenziale del mercato unico, attrarre capitali privati per finanziare la crescita, creare un accesso all'energia che sia efficace in termini di costi.
Le dieci azioni indicate ribadiscono quindi obiettivi già preannunciati dalla Strategia 2020 o interventi di riforma della governance già in corso ed andranno quindi meglio precisate dal Consiglio europeo e declinate nei programmi di riforma.
Nel loro complesso, questi interventi denunciano ancora una volta un evidente squilibrio tra l'attenzione posta sulla stabilità finanziaria e le riforma strutturali e l'assenza di un quadro organico e realistico di misure volte ad un'effettiva incentivazione della crescita e dell'occupazione.
Di notevole importanza ai fini dell'esame è la relazione sullo stato di attuazione degli obiettivi principali della Strategia 2020, allegata all'analisi. La relazione, predisposta sulla base dei progetti di PNR, trasmessi dagli Stati membri nel novembre 2010, e degli altri interventi e riforme previsti dagli Stati stessi, ha infatti il merito di porre in evidenza numerosi elementi di criticità che andranno risolti nella stesura dei programmi definitivi: gli scenari macroeconomici presentati dagli Stati membri risultano eccessivamente ottimistici rispetto alla valutazione della Commissione, mentre gli scenari occupazionali sono troppo pessimistici, perché influenzati da fattori negativi a breve termine; sono forniti dati particolareggiati in merito alle misure di risanamento di bilancio, mentre è riservata scarsa attenzione alle riforme strutturali che potrebbero rilanciare la crescita a medio-lungo termine. Molti progetti di PNR, infatti, indicano le misure previste dagli Stati membri per raggiungere gli obiettivi nazionali,

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ma si tratta spesso di misure già attuate o a uno stadio piuttosto avanzato. L'azione strategica prevista viene spesso illustrata in modo alquanto vago, con poche precisazioni circa la natura esatta delle misure, il calendario di attuazione, l'impatto previsto, il rischio di attuazione parziale o di insuccesso, il costo per il bilancio e l'uso dei Fondi strutturali dell'UE.
In pochi casi i progetti di PNR sono già stati oggetto di consultazione ai diversi livelli, Pertanto, ad avviso della Commissione, in vista della predisposizione dei programmi definitivi, si dovranno portare a termine le consultazioni nazionali, a cui dovrebbero partecipare soggetti politici (Parlamenti nazionali, autorità regionali e locali), parti sociali e altre parti interessate.
È innegabile che alcuni di questi aspetti critici concernano - come la Commissione bilancio della Camera aveva rilevato opportunamente - anche la bozza di PNR predisposta a novembre dall'Italia. È tuttavia evidente che non si potranno superare pienamente le lacune indicate se i vincoli derivanti dal nuovo Patto di stabilità e crescita rendessero difficile il reperimento delle risorse finanziarie adeguate al conseguimento degli obiettivi della Strategia 2020.
Un secondo allegato all'analisi consiste in una relazione macroeconomica che illustra le prospettive macroeconomiche generali e indica le misure più idonee a produrre effetti positivi favorevoli alla crescita. Il documento è diviso in quattro sezioni: la prima analizza gli squilibri e le carenze emersi prima della crisi; la seconda evidenzia la necessità di rimettere ordine nelle finanze pubbliche, rilevando, in particolare, l'esigenza che il risanamento dei bilanci sia ambizioso e, nella maggior parte degli Stati membri, vada oltre il parametro dello 0,5 per cento annuo del PIL in termini strutturali; la terza illustra i motivi che impongono un rapido risanamento del settore finanziario, inclusa la creazione di un meccanismo permanente per risolvere le crisi; la quarta sezione sottolinea il carattere urgente delle riforme strutturali necessarie per correggere gli squilibri macroeconomici e risanare i fattori di crescita deteriorati.
Un terzo allegato reca, infine, il progetto di relazione comune sull'occupazione che sarà adottata congiuntamente dalla Commissione e dal Consiglio: il documento dà conto della situazione dell'occupazione in Europa, dell'attuazione degli orientamenti per le politiche degli Stati membri a favore dell'occupazione nonché della valutazione dei programmi nazionali di riforma effettuata dal Comitato per l'occupazione per ciascun Paese.
Alla luce di queste considerazioni preliminari, è evidente che l'esame dell'analisi annuale della crescita deve essere condotta con un duplice obiettivo: da un lato, incidere sulla definizione degli orientamenti che saranno adottati dal Consiglio europeo del 24-25 marzo, in modo da garantire un equilibrio tra le misure a garanzia della sostenibilità delle finanze pubbliche e quelle volte a promuovere la crescita, la competitività e l'occupazione; dall'altro, concordare con il Governo la struttura e i contenuti di massima del programma di riforma definitivo da presentare in aprile, combinando anche in questo caso il necessario rispetto dei vincoli di finanza pubblico con interventi concreti per il rilancio dell'economia.
Non si può peraltro ignorare che il documento e le decisioni che il Consiglio europeo adotterà al riguardo vanno considerate anche alla luce del più ampio riassetto del sistema europeo di governance economica che si articola in almeno altri tre punti.
In primo luogo, il coordinamento delle politiche economiche e di bilancio e le relative misure di attuazione a livello nazionale, come ho già sottolineato in precedenza, non potranno non tenere conto dei vincoli e delle procedure correttive e sanzionatorie che saranno introdotte dalle sei proposte di riforma della governance economica europea, che prevedono il rafforzamento del Patto di stabilità, la prevenzione e correzione degli squilibri eccessivi, e la definizione di regole comuni per i quadri nazionali di bilanci.

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L'esame delle proposte è entrato oramai nella sua fase cruciale e più delicata il negoziato. La scorsa settimana la Banca centrale europea ha espresso, ai sensi dei Trattati, il suo parere sulle sei proposte, chiedendo addirittura un irrigidimento delle nuove regole - già di per sé rigorose - prospettate dalla Commissione, che costituisce un poderoso sostegno alla posizione della Germani e di altri Paesi nordeuropei.
Il negoziato in corso in seno all'ECOFIN non ha consentito di definire un accordo su alcuni punti di estrema delicatezza, tra cui la questione delle modalità e dell'entità di riduzione del debito eccessivo. L'Italia, insieme alla Grecia, sta coraggiosamente tenendo ferma la richiesta di non introdurre regole numeriche e meccanismi semiautomatici al riguardo e di attribuire maggiore rilievo all'entità del debito privato; gran parte degli altri Stati membri convergono invece sulla proposta della Commissione di imporre dal 2015 una riduzione dell'eccedenza di debito per almeno 1/20 ogni anno. Tale regola si tradurrebbe per l'Italia nell'obbligo di ridurre il proprio stock di debito di circa 2,9 punti di PIL, vale a dire di circa 45 miliardi di euro ogni anno. A ciò si aggiunge il rischio che agli Stati con un elevato debito pubblico sia imposto un più rapido avvicinamento al pareggio di bilancio (che di regola dovrebbe avvenire nella misura dello 0,5 per cento annuo).
Ribadisce che ove questo irrigidimento dei vincoli di bilancio fosse confermato andrebbero inevitabilmente rimodulati anche alcuni degli obiettivi e delle misure nazionali per il conseguimento della strategia 2020. La Camera ha già avuto modo di sottolineare in più occasioni che vincoli troppo stringenti per la riduzione del debito non sono compatibili con un rilancio della crescita e quindi del PIL e richiamo pertanto di produrre effetti prociclici.
In secondo luogo, a rendere ancora più complesso il quadro si aggiunge la discussione delle proposte franco-tedesche per un «patto di convergenza economica rafforzata» volto ad una maggiore integrazione economica della zona euro.
Si tratterebbe di un accordo intergovernativo al di fuori del quadro istituzionale dell'UE, aperto dei 7 paesi dell'Eurozona, e a quelli che non hanno la moneta unica ma sono interessati», per realizzare un governo economico dell'Europa più avanzato rispetto a quello che sarà realizzato con l'approvazione delle proposte legislative in esame e con l'avvio del semestre europeo. Il Patto prevederebbe: emendamenti alle Costituzioni nazionali per introdurvi l'obiettivo del pareggio di bilancio e i parametri di deficit e debito previsti dal Patto di stabilità, l'aumento dell'età pensionabile a misura dell'invecchiamento della popolazione, la soppressione dei meccanismi di indicizzazione dei salari, l'armonizzazione delle imposte dirette, partendo da quelle sulle società per cui andrebbe fissata una base imponibile uniforme, il pieno rispetto di indicatori vincolanti di competitività (costi unitari del lavoro, investimenti in R&S), sanzionando gli Stati inadempienti.
Questo nuovo patto - al di là dell'irritualità con cui è stato proposto e delle sue modalità di attuazione - costituirebbe per molti aspetti un importante avanzamento in materia di governance economica, rispondente anche agli auspici più volte formulati negli atti di indirizzo approvati dalla Camera in materia, da ultimo a dicembre 2010.
Tuttavia l'iniziativa franco tedesca appare - come l'intero sistema di governance economica in fieri - sbilanciata sul versante della stabilità e non contiene invece alcuna vera misura per promuovere la crescita e lo sviluppo.
Va infine ricordato che il Consiglio europeo del 24-25 marzo dovrebbe procedere anche all'approvazione della revisione semplificata dell'articolo 136 del Trattato sul funzionamento dell'UE, per la creazione di un meccanismo permanente di stabilizzazione dell'area euro. L'audizione dell'On. Gualtieri, relatore sul tema presso il Parlamento europeo, ha confermato che tale modifica non sarebbe affatto necessaria

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sul piano giuridico ed è stata chiesta dalla Germania per mere ragioni di politica interna.
La presenza sul tavolo negoziale - oltre agli adempimenti connessi all'avvio del semestre europeo - di queste tre ulteriori questioni, è un rischio ma anche un'opportunità.
L'Italia dovrebbe infatti pretendere, a fronte delle posizioni rigide della Germania e di altri Paesi sulla riforma della governance e sulla revisione dell'articolo 136, nonché alla continuazione della discussione sul patto per la convergenza, precise compensazioni che vadano nella direzione dell'equilibrio tra stabilità, da una parte, e della crescita e occupazione, dall'altra.
È in questa chiave che andrà condotto l'esame del provvedimento. In ragione della complessità ed interdipendenza delle questioni da approfondire, è essenziale che la nostra commissione sia associata strettamente alle attività conoscitive che saranno svolte dalla Commissione bilancio e promuova, se del caso, autonome e ulteriori audizioni o attività istruttorie.

Sandro GOZI (PD) osserva che il documento in esame è meritevole di grande attenzione. Propone che la Commissione proceda, anche congiuntamente alla V Commissione, allo svolgimento di approfondimenti istruttori con l'audizione del Ministro dell'economia e delle finanze, auspicabilmente prima del prossimo Consiglio europeo dedicato alla discussione della politica monetaria europea. Evidenzia le proprie preoccupazioni per il ritardo maturato dall'Italia rispetto ai singoli obiettivi provvisori della strategia Europa 2020, come pure per la mancanza di iniziative a carattere strategico da parte del Governo al fine di recuperare i ritardi e indicare il percorso da seguire per i prossimi anni per il rilancio della competitività del nostro Paese.

Mario PESCANTE, presidente, condivide l'opportunità di guardare alla performance del nostro Paese con grande serietà, anche alla luce dell'impatto che la crisi economia globale ha avuto su tutto il continente europeo.

Marco MAGGIONI (LNP) ritiene che i dati aggregati relativi ai traguardi non ancora raggiunti dall'Italia rispetto agli obiettivi di Europa 2020 dovrebbero essere giudicati tenendo conto della loro intrinseca parzialità, alla luce delle disomogeneità tra le singole economie locali, che si riscontrano nel nostro Paese, e che i dati riferiti dal collega non riescono a testimoniare. Nel considerare che a questa visione uniforme contribuisce la moneta unica, occorre a suo giudizio tenere conto del fatto che la crisi in corso è assolutamente straordinaria ed impone di contestualizzare ogni dato statistico. Malgrado le scarse disponibilità di bilancio e l'entità del debito pubblico, il Governo è comunque riuscito a realizzare obiettivi molto rilevanti anche sul terreno degli ammortizzatori sociali. Condivide, infine, la proposta del collega Gozi in merito agli approfondimenti istruttori.

Rocco BUTTIGLIONE (UdC), condividendo la necessità di definire una strategia per il nostro Paese nel contesto della più ampia strategia dell'Unione europea, prospetta il rischio che la fase in atto preluda al formarsi di un'Europa a due velocità. Osserva poi che occorre evitare di drammatizzare eccessivamente la situazione italiana, anche in considerazione del ruolo specifico degli altri Paesi europei nell'incremento del dato relativo al debito pubblico aggregato dell'Unione europea. Sottolinea, quindi, la necessità di considerare la migliore condizione dell'Italia rispetto a Paesi, come la Spagna o l'Irlanda, i cui sistemi sono stati gravemente indeboliti dall'entità del debito privato. Quanto al provvedimento in titolo, con esso di contribuisce a proporre a tutti i Paesi membri il modello economico tedesco, notoriamente incentrato sul valore della stabilità e dell'economia sociale di mercato, che dichiara di condividere. A suo avviso, si tratta di misure impegnative per l'Italia come pure per gli altri Paesi dell'Europa mediterranea, e per questo motivo occorrono

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interventi mirati al settore degli investimenti produttivi. La crescita è obiettivo che chiama in causa non solo la stabilità dei sistemi economici ma anche la loro produttività, aspetto che appare meno centrale nel documento in titolo. Quanto alla Strategia di Lisbona, osserva che il suo insuccesso è da porre in relazione con l'inadeguatezza del metodo e alla necessità di realizzare sistemi di coordinamento chiusi, assistiti da apparati sanzionatori efficaci, fondati su investimenti in formazione e ricerca e in riduzioni alla spesa corrente. In conclusione, auspica che il Governo possa assumere queste indicazioni tra le priorità per il prossimo futuro.

Mario PESCANTE, presidente, osserva che la produttività, cui ha fatto cenno il collega Buttiglione, deve accompagnarsi ai consumi e alla crescita complessiva del sistema economico. Esprime preoccupazione per l'instabilità che caratterizza in questa fase l'area del Mediterraneo in considerazione dell'entità dell'interscambio che l'Italia ha con tutti i Paesi della sponda sud.

Isidoro GOTTARDO (PdL) si associa alle considerazioni svolte finora dai colleghi e sottolinea la necessità di intraprendere riforme coraggiose nel nostro Paese, che rendano la pubblica amministrazione, a partire dal comparto della scuola, più efficiente, alla luce delle importanti risorse sia umane che finanziarie che tradizionalmente il Paese investe in questo settore, come anche in quello della sanità. Sottolinea la necessità di realizzare un sistema formativo incentrato sul mondo del lavoro e su elevati livelli specializzazione professionale. In generale, evidenzia la necessità di affrontare il tema del futuro delle giovani generazioni e di quanto le classi dirigenti europee siano disposte a sacrificare per realizzare condizioni di benessere anche per i nostri figli.

Enrico FARINONE (PD) ritiene che sulle tematiche oggetto del provvedimento in titolo sia opportuno un approccio unitario, che sappia guardare all'interesse generale del Paese. Ritiene importante l'iniziativa assunta dalla Germania sui temi dell'economia ed è importante che l'Italia faccia la propria parte, intraprendendo un cammino di riforme strutturali. Riconosce al Ministro dell'economia e delle finanze l'avere saputo svolgere il proprio ruolo in questa difficile fase e si associa all'osservazione del collega Buttiglione circa l'incidenza degli altri Paesi europei sul debito aggregato dell'Unione europea.

Nicola FORMICHELLA (PdL) concorda con il collega Gottardo e sottolinea che la sua relazione illustrativa reca indicazioni in merito all'opportunità di un approfondimento istruttorio ad hoc. Esprime perplessità per le regole che, ad oggi, sovrintendono alla formazione del bilancio europeo e rileva l'opportunità di un'inversione di tendenza nella promozione del nostro sistema Paese. Sottolinea che il provvedimento in titolo sostiene l'azione del Governo italiano soprattutto in vista della prossima predisposizione del PNR.

Mario PESCANTE, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.

Proposta di regolamento concernente la competenza giurisdizionale, il riconoscimento e l'esecuzione delle decisioni in materia civile e commerciale (rifusione).
COM(2010)748 def.

(Ai fini della verifica della conformità al principio di sussidiarietà).
(Seguito dell'esame e conclusione - Valutazione di conformità).

La Commissione prosegue l'esame del provvedimento in oggetto, rinviato nella seduta del 22 febbraio 2011.

Mario PESCANTE, presidente, ricorda che il relatore, on. Formichella, ha illustrato i contenuti dell'atto nella seduta dello scorso 22 febbraio e che il termine di otto settimane scade domani, 2 marzo 2011.

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Nicola FORMICHELLA (PdL), relatore, formula una proposta di valutazione conforme (vedi allegato 2).

Sandro GOZI (PD), nel preannunciare il voto favorevole del suo gruppo sulla proposta del relatore, sottolinea che il provvedimento in titolo procede va nella giusta direzione.

Isidoro GOTTARDO (PdL), Marco MAGGIONI (LNP), Rocco BUTTIGLIONE (UdC) preannunciano il voto favorevole dei rispettivi gruppi sulla proposta di valutazione conforme.

La Commissione approva quindi la proposta di documento formulata.

La seduta termina alle 16.05.

UFFICIO DI PRESIDENZA INTEGRATO DAI RAPPRESENTANTI DEI GRUPPI

L'ufficio di presidenza si è riunito dalle 16.05 alle 16.10.