CAMERA DEI DEPUTATI
Giovedì 17 febbraio 2011
440.
XVI LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Lavoro pubblico e privato (XI)
COMUNICATO
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SEDE CONSULTIVA

Giovedì 17 febbraio 2011. - Presidenza del presidente Silvano MOFFA.

La seduta comincia alle 9.20.

Modifiche alla legge 3 febbraio 1963, n. 69, in materia di ordinamento della professione di giornalista.
Nuovo testo C. 2393 Pisicchio.

(Parere alla VII Commissione).
(Esame e rinvio).

La Commissione inizia l'esame del provvedimento in titolo.

Silvano MOFFA, presidente e relatore, avverte che - in relazione al complesso andamento dei lavori parlamentari per la corrente settimana - oggi avrà luogo soltanto la sua relazione introduttiva sul provvedimento in esame, mentre il dibattito e la deliberazione del parere di competenza saranno rinviati alla seduta di martedì 22 febbraio.
Osserva, dunque, che la XI Commissione è chiamata ad esprimere il parere, per quanto di competenza, sulla proposta di legge n. 2393, recante modifiche alla legge 3 febbraio 1963, n. 69, in materia di ordinamento della professione di giornalista. Al riguardo, segnala che la VII Commissione, alla quale il provvedimento è assegnato in sede referente, ha elaborato all'unanimità, nell'ambito di un Comitato ristretto appositamente costituito, un nuovo testo della proposta in esame - adottato come testo base per il prosieguo dell'esame nella seduta dell'8 febbraio 2011 - che è stato successivamente trasmesso alle Commissioni chiamate ad esaminarlo in sede consultiva, per l'espressione del prescritto parere.
Evidenzia che la finalità del provvedimento in esame è quella di modificare diversi aspetti della legge n. 69 del 1963 e rendere più attuali i principi legislativi che hanno ispirato l'istituzione dell'ordine dei giornalisti - strumento indispensabile di autotutela, che si è dimostrato in grado di

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conferire certezze normative all'indipendenza del giornalista - inquadrandoli nel contesto di una informazione di carattere sempre più globalizzato e complesso. In coerenza con le linee di riforma proposte dallo stesso Ordine dei giornalisti, si prevedono, pertanto, misure innovative riconducibili a distinte aree di intervento: accesso alla professione dei giornalisti professionisti e iscrizione nell'elenco dei pubblicisti; composizione del Consiglio nazionale dell'Ordine; responsabilità disciplinare e correttezza dell'informazione.
Fa presente, quanto al primo aspetto (di più diretto interesse della XI Commissione), che la proposta in esame prevede disposizioni che rispondono all'esigenza di prevedere maggiori garanzie di affidabilità e capacità professionali dei giornalisti, in vista di una maggiore qualità e correttezza dell'informazione. Rileva, pertanto, che l'articolo 1, comma 1, prevede un particolare riconoscimento ai praticanti in possesso di una base formativa superiore - ovvero un titolo di studio non inferiore al diploma di laurea triennale - disponendo che essi non sono tenuti a sostenere l'esame di cultura generale - previsto dalla normativa vigente - ai fini dell'iscrizione al relativo registro. Nella medesima direzione, in un'ottica di innalzamento dei criteri di accesso, sembra andare - a suo giudizio - anche il comma 2 del medesimo articolo 1, che richiede ai pubblicisti il superamento di un esame di cultura generale ai fini dell'iscrizione nel relativo elenco.
Fa notare, altresì, sempre per quanto riguarda le tematiche di maggiore interesse per la XI Commissione, che durante l'esame in sede referente è emersa l'esigenza di affrontare la questione drammatica del lavoro precario presente in tale settore, prospettandosi, in particolare, l'avvio dell'esame di proposte di legge volte proprio a promuovere l'equità retributiva nel lavoro giornalistico, affinché tali lavoratori possano dimostrare il livello professionale acquisito sia dal punto di vista qualitativo che quantitativo.
Passando poi ad esaminare il contenuto del provvedimento di natura più strettamente organizzativa, osserva che l'articolo 2 attribuisce al potere regolamentare del Governo (Ministero della giustizia) il compito di disciplinare la composizione del Consiglio nazionale dell'ordine dei giornalisti e di definirne le modalità di elezione; tale articolo, al fine di soddisfare la necessità di addivenire ad una semplificazione, razionalizzazione ed accelerazione delle procedure di tale organismo, nonché ad una riduzione degli oneri derivanti dal suo funzionamento, fissa a 90 il numero massimo di componenti del Consiglio, prevedendo un rapporto di due a uno tra giornalisti professionisti e pubblicisti. Fa notare, quindi, che alla medesima ratio semplificatrice dell'azione del Consiglio sembra essere ispirato anche l'articolo 5 del provvedimento in esame, in base al quale tale organo può essere convocato anche con notificazione inviata tramite posta elettronica.
Evidenzia, quindi, che il successivo articolo 3, nella prospettiva di alleggerire il carico di lavoro che grava attualmente sul Consiglio nazionale - chiamato, tra l'altro, a svolgere il compito di accertare in secondo grado la responsabilità disciplinare degli iscritti all'ordine - prevede l'istituzione di una Commissione deontologica nazionale, che sarà competente per le decisioni sui reclami contro le deliberazioni dei consigli regionali in materia disciplinare. Rileva, in proposito, che, ove la sanzione disciplinare irrogata dalla Commissione consista nell'avvertimento o nella censura, la decisione assunta avrà carattere definitivo e potrà essere impugnata davanti all'autorità giudiziaria; ove la sanzione sia più grave (sospensione o radiazione dall'albo), sarà necessaria una ratifica della decisione della Commissione da parte del Consiglio nazionale dell'ordine, prima di poter adire l'autorità giudiziaria: lo scopo della disposizione in esame è, pertanto, quello di ottenere giudizi solleciti ed equi, garantendo il rispetto delle norme sulla professione e la tutela degli interessi generali.
Sottolinea, inoltre, che il successivo articolo 4 istituisce presso ogni distretto di Corte d'appello il giurì per la correttezza dell'informazione, di cui disciplina la composizione,

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rimandando ad un regolamento ministeriale per la regolamentazione della sua organizzazione e del suo funzionamento. Osserva quindi che l'articolo 6, per una più tempestiva convocazione dell'assemblea per l'elezione dei membri dei Consigli regionali dell'ordine, prevede che la seconda convocazione sia stabilita a distanza di 48 ore dalla prima (in luogo degli attuali 8 giorni), mentre l'articolo 7 prevede disposizioni in materia di ammissione alla prova di idoneità professionale, stabilendo che i candidati possono presentare solo due domande di ammissione a tale prova, nell'arco di ciascun anno solare e che il Governo provvede ad apportare le modifiche necessarie all'articolo 46 del regolamento di cui al decreto del Presidente della Repubblica 4 febbraio 1965, n. 115, al fine di adeguare le norma ivi contenute alla disposizione del presente comma.
In conclusione, preso atto del contenuto del provvedimento e dei profili di competenza della XI Commissione, considerato che si è di fronte ad un importante intervento di riforma, che recepisce le indicazioni dell'Ordine dei giornalisti, facendo salvi i principi generali stabiliti dalla legge n. 69 del 1963 - cioè il diritto all'informazione e i doveri del giornalista, tra cui il rispetto della verità sostanziale dei fatti - introducendo significativi elementi di novità in merito all'accesso alla professione, allo snellimento del Consiglio nazionale, e alla tutela delle posizioni giuridiche di soggetti terzi rispetto all'ordinamento professionale, preannuncia un orientamento sostanzialmente favorevole sulla proposta di legge in esame.
Secondo le intese intercorse, rinvia, quindi, il seguito dell'esame ad altra seduta.

DL 225/10: Proroga di termini previsti da disposizioni legislative e di interventi urgenti in materia tributaria e di sostegno alle imprese e alle famiglie.
C. 4086 Governo, approvato dal Senato.

(Parere alle Commissioni riunite I e V).
(Esame e conclusione - Parere favorevole).

La Commissione inizia l'esame del provvedimento.

Vincenzo Antonio FONTANA (PdL), relatore, rileva che il provvedimento che è oggi all'esame della Commissione per l'espressione del parere, già approvato dal Senato, provvede a contemplare una serie - piuttosto ampia - di proroghe di disposizioni normative vigenti, oltre che taluni circoscritti interventi innovativi, connessi comunque al contenuto proprio del testo. Al riguardo, segnala che il disegno di legge ha avuto un percorso molto lungo e approfondito presso l'altro ramo del Parlamento; trattandosi, peraltro, della conversione di un decreto-legge che andrà in scadenza al termine della prossima settimana, risulta evidente che non vi sono ragionevoli margini per una sua modifica da parte della Camera e che, pertanto, occorre considerare sostanzialmente definito il suo contenuto. Fa notare, inoltre, che ulteriori modifiche alla legislazione vigente - auspicate anche dalla XI Commissione nel corso della sua recente attività ispettiva e di indirizzo - non sono riuscite a trovare una propria collocazione all'interno del decreto-legge nel corso dell'esame al Senato; a tal fine, preannuncia sin d'ora l'intenzione di segnalare tali questioni nella proposta di parere, in modo da tenere viva l'attenzione della Commissione stessa su queste tematiche.
Passando, quindi, all'illustrazione delle disposizioni di più diretto interesse della XI Commissione, nel rinviare alla documentazione degli uffici per il dettaglio delle misure previste, evidenzia anzitutto la parte relativa alle proroghe delle graduatorie dei concorsi, che dispongono il differimento dei termini per le stabilizzazioni di personale a tempo indeterminato nelle pubbliche amministrazioni, nonché la validità di graduatorie di concorsi pubblici per assunzioni a tempo indeterminato, approvate successivamente al 30 settembre 2003, relative a pubbliche amministrazioni soggette a limitazioni delle assunzioni. Rispetto a tali proroghe, peraltro, osserva che, con un comma introdotto al Senato, si è precisato che la proroga del termine di efficacia delle graduatorie dei concorsi pubblici per assunzioni

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a tempo indeterminato, relative alle amministrazioni pubbliche soggette a limitazioni delle assunzioni, deve intendersi riferito anche agli idonei nei medesimi concorsi.
Riferisce che con due ulteriori commi all'articolo 2, il 5-septies e il 5-octies, introdotti nel corso dell'esame al Senato, si stabilisce poi il termine del 31 luglio 2011, entro il quale la CONSOB deve procedere, rispettivamente, alla riorganizzazione dei propri servizi mediante il personale immesso nei ruoli a conclusione delle procedure concorsuali alla data del 1o gennaio 2011 e all'adeguamento a quanto previsto dalle nuove norme di contabilità generale per l'integrazione nei propri collegi di revisione o sindacali di un rappresentante del Ministero dell'economia e delle finanze. Rileva inoltre che un ulteriore comma, introdotto nel corso dell'esame al Senato, proroga fino al 2014 la possibilità, per i dipendenti pubblici, di fruire dell'istituto dell'esonero dal servizio nel corso del quinquennio antecedente la data di maturazione dell'anzianità massima contributiva di 40 anni, specificando altresì che i posti resi vacanti non sono reintegrabili per l'intera durata del quadriennio 2011-2014.
Sempre all'articolo 2, evidenzia che il comma 12-quater esclude parzialmente (con riferimento, cioè, ad alcune categorie di personale) i datori di lavoro del settore minerario dall'applicazione della disciplina sulle assunzioni obbligatorie di categorie protette ed eleva, per i medesimi datori, da 60 a 90 giorni il termine per richiedere agli uffici competenti l'assunzione (termine decorrente dal momento in cui opera l'obbligo di assunzione). Sottolinea, inoltre, la norma, introdotta al Senato, che proroga di un anno il termine per l'adozione dei regolamenti governativi volti a consentire il coordinamento della disciplina generale in materia di sicurezza sul lavoro con la normativa concernente le attività lavorative a bordo delle navi (ivi comprese le navi da pesca), le attività nell'ambito portuale ed il trasporto ferroviario.
Richiamata, poi, l'attenzione della Commissione sulla disposizione, introdotta durante l'esame al Senato, che prevede che il Comitato per la verifica delle cause di servizio, chiamato ad accertare la riconducibilità ad attività lavorativa delle cause produttive di infermità o lesione dei dipendenti pubblici, sia prorogato nell'attuale composizione fino al 31 dicembre 2013, si sofferma sull'articolo 2-quater, comma 10, che proroga al 31 dicembre 2011 il termine relativo alla nuova procedura di impugnazione dei licenziamenti individuali, introdotta dall'articolo 32 del cosiddetto «collegato lavoro»: fa notare che si tratta di una norma fortemente voluta dai gruppi parlamentari in Senato, in particolare da quelli di opposizione, che dovrebbe pertanto incontrare il consenso anche da parte della minoranza presso la XI Commissione.
In materia di rapporti di lavoro pubblico, segnala poi l'articolo 2, comma 3-sexies, che dispone una deroga al blocco delle assunzioni per il Comune de L'Aquila e per i comuni montani della provincia de L'Aquila, nonché quella che autorizza il Ministero dell'interno, in deroga alla normativa vigente, a rinnovare per un anno i contratti di lavoro a tempo determinato stipulati in relazione allo stato di emergenza per fronteggiare l'eccezionale afflusso di extracomunitari. Inoltre, osserva che il comma 12-undecies, introdotto nel corso dell'esame al Senato, reca alcune disposizioni concernenti i lavoratori licenziati dalla aziende non commerciali in crisi; inoltre, si prevede anche, fino al 31 dicembre 2011, che le controversie di lavoro davanti alla Corte di cassazione siano esenti dal pagamento del contributo unificato previsto dal testo unico sulle spese di giustizia.
Segnala che vi è, poi, una specifica norma relativa agli enti previdenziali pubblici, che stabilisce per tali enti la possibilità di proseguire (in deroga alle recenti norme che impongono, per essi, la destinazione delle risorse all'acquisto di immobili, adibiti ad ufficio in locazione passiva alle amministrazioni pubbliche) l'attuazione dei piani di investimento deliberati

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dai competenti organi alla data del 31 dicembre 2007 e approvati dai Ministeri vigilanti, subordinatamente all'adozione, da parte dei medesimi organi, entro il 31 dicembre 2011, di provvedimenti confermativi delle singole iniziative di investimento inserite nei piani, nell'ambito delle risorse disponibili. Rileva, quindi, che l'articolo 2-bis detta disposizioni relative alla disciplina del ripristino e del prolungamento del rapporto di impiego del pubblico dipendente sospeso o collocato anticipatamente in quiescenza a seguito di un procedimento penale conclusosi con una sentenza di proscioglimento.
Infine, segnala che il testo contiene, all'allegato 1, l'elenco di una serie di disposizioni di cui si prevede la proroga fino al 31 marzo; con successivi DPCM il Governo è anche autorizzato a disporre un'eventuale, ulteriore, proroga di tali termini, sino al 31 dicembre 2011. Con riferimento, in particolare, alla proroghe di interesse della XI Commissione, enumera le seguenti: proroga del termine per l'emanazione del decreto interministeriale che individua le modalità di applicazione della disciplina in materia di sicurezza sul lavoro nei riguardi delle cooperative sociali e delle organizzazioni di volontariato della protezione civile, compresi i volontari della Croce Rossa Italiana, del Corpo Nazionale soccorso alpino e speleologico, e i volontari dei vigili del fuoco; proroga del termine per la maturazione dei requisiti ai fini dell'assunzione nelle pubbliche amministrazioni dei cittadini italiani che siano stati licenziati in conseguenza di provvedimenti di soppressione o riorganizzazione delle basi militari della NATO; proroga della possibilità per il personale di Poste Italiane e dell'Istituto poligrafico e Zecca dello Stato, in posizione di comando presso amministrazioni o enti pubblici, di essere inquadrato nei ruoli di amministrazioni pubbliche; proroga dell'autorizzazione ad assumere personale presso ISPRA ai fini del completamento delle procedure concorsuali in essere; proroga della validità delle norme che estendono, in via sperimentale, l'ambito di applicazione dell'istituto del lavoro accessorio; proroga concernente la possibilità (prevista per il biennio 2009-2010) che le risorse finanziarie destinate agli ammortizzatori sociali in deroga possano essere utilizzate, in via transitoria, anche per la tutela dei lavoratori interessati dalla concessione degli altri trattamenti di sostegno al reddito; proroga riguardante la facoltà di emanare decreti ministeriali per introdurre disposizioni transitorie di deroga a singole norme dei regolamenti concernenti gli ammortizzatori sociali per i settori non coperti dalla Cassa integrazione guadagni.
In conclusione, preso atto degli ambiti di interesse della XI Commissione e rilevata l'opportunità di segnalare alle Commissioni di merito - pur nella consapevolezza dell'urgenza di convertire definitivamente in legge il decreto in esame - taluni aspetti degni di attenzione, presenta una proposta di parere favorevole (vedi allegato).

Giovanni PALADINI (IdV) giudica estremamente grave l'accelerazione dei tempi imposta ad un provvedimento importante e complesso come quello in esame, sul quale non sembrerebbero sussistere effettivi «margini di manovra», secondo quanto riconosciuto dallo stesso relatore nel proprio intervento introduttivo. Si interroga, pertanto, sull'utilità della discussione odierna, atteso che eventuali interventi di modifica, sia da parte della maggioranza che dell'opposizione, sono destinati a rimanere privi di effetto, con grave lesione delle prerogative del Parlamento.
Sebbene prenda atto con amarezza di tale iniqua compressione della discussione e dell'impossibilità di incidere effettivamente sul testo, ritiene tuttavia doveroso svolgere talune considerazioni generali sul merito del provvedimento, tese ad evidenziarne l'assoluta irragionevolezza: infatti, oltre a ritenere incomprensibile che il testo non preveda alcuna soluzione specifica per il caso di Equitalia, in vista di una tutela di quei consumatori sottoposti a ingiuste procedure di confisca, stigmatizza in modo forte la mancata soluzione della

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questione relativa a coloro che sono risultati idonei dalle graduatorie dei concorsi pubblici.

Vincenzo Antonio FONTANA (PdL), relatore, intervenendo per una precisazione in merito a quanto appena dichiarato dal deputato Paladini, fa notare che il provvedimento reca una disposizione che consente la proroga delle graduatorie anche per gli idonei e non per i soli vincitori di concorso.

Giovanni PALADINI (IdV), pur prendendo atto della precisazione del relatore, rileva la contraddizione esistente tra la proroga delle graduatorie anche per gli idonei e la previsione di una disposizione che, in ogni caso, rende impossibili le nuove assunzioni, anche per quei posti che si sono resi vacanti nel corso dell'anno. Ritiene, infatti, che la formulazione della norma richiamata riveli un atteggiamento scorretto del legislatore, che da un lato sembra prefigurare una soluzione, declamata all'opinione pubblica con grande enfasi, e dall'altro la rende inapplicabile, inserendo nel provvedimento, quasi di nascosto e con linguaggio oscuro, le disposizioni che impediscono nuove assunzioni.
Giudicato, infine, lacunoso e insufficiente il provvedimento in ordine alle norme in materia di ammortizzatori sociali, di quiescenza dei lavoratori e di protezione civile, preannuncia il voto contrario sulla proposta di parere favorevole del relatore, dichiarando altresì che la maggioranza e il Governo dovranno rispondere di fronte al Paese delle conseguenze nefaste che le disposizioni in esame produrranno nell'ordinamento giuridico.

Cesare DAMIANO (PD) ringrazia anzitutto il relatore per il suo intervento introduttivo, dichiarando ironicamente di comprendere le difficoltà dello sforzo da questi compiuto nel tentativo di individuare elementi positivi in un testo che, al contrario, sembra caratterizzarsi per evidenti carenze. Ritiene, peraltro, non agevole avviare un confronto di merito nell'attuale quadro politico, che giudica in dissoluzione, considerata anche l'evidente ristrettezza dei tempi imposti al Parlamento da un Governo che chiede ad una delle due Camere di pronunciarsi in pochi giorni per la conversione di un decreto-legge complesso e articolato.
Pur individuando alcuni miglioramenti apportati dal Senato rispetto all'articolato originario del decreto-legge, ottenuti grazie alle battaglie svolte dai gruppi di opposizione, che si riferiscono, in particolare, al tema della proroga del termine relativo alla nuova procedura di impugnazione dei licenziamenti individuali, introdotta dall'articolo 32 del cosiddetto «collegato lavoro», ritiene essenziale fugare con decisione talune incertezze che potrebbero porsi nella formulazione della norma, soprattutto per quanto concerne l'estensione del suo ambito di applicazione ai lavoratori con contratto a termine, argomento sul quale auspica un intervento chiarificatore dei gruppi di maggioranza. Giudica poi necessari taluni chiarimenti anche in merito all'applicabilità, nei confronti degli idonei, delle disposizioni di proroga sull'efficacia delle graduatorie dei concorsi pubblici, tema sul quale dichiara che il suo gruppo potrebbe riservarsi di presentare emendamenti nel caso in cui tali incertezze interpretative fossero confermate.
Pur prendendo positivamente atto di talune altre norme introdotte nel testo in materia di esenzione dal pagamento del contributo unificato per le controversie di lavoro davanti alla Corte di cassazione, ritiene grave che nel provvedimento in esame non abbiano trovato adeguata collocazione le disposizioni auspicate dall'opposizione in materia previdenziale, soprattutto per quanto concerne il ricongiungimento non oneroso all'INPS dei contributi versati dai lavoratori presso fondi diversi, problematica che dimostra la completa irresponsabilità e incompetenza del Governo. Giudica poi negativamente l'assenza di disposizioni tese a salvaguardare il rinnovo dei contratti in scadenza dei lavoratori interinali presso la Pubblica Amministrazione, molti dei quali - cita, a titolo di esempio, i lavoratori in somministrazione

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dell'INPS, chiamati tra l'altro a garantire, molto spesso, la materiale erogazione dei trattamenti di CIG - svolgono, a suo avviso, servizi alla collettività sempre più essenziali, tenuto conto dell'attuale quadro di crisi economica ed occupazionale.
Nel preannunciare la presentazione di emendamenti da parte del suo gruppo presso le Commissioni di merito, valuta, conclusivamente, in termini molto negativi il contenuto del provvedimento in esame, stigmatizzando altresì un metodo di lavoro che svilisce il ruolo del Parlamento e che si traduce spesso in arroganti e inaccettabili atteggiamenti di disattenzione e negligenza, come quelli posti in essere, anche oggi, da taluni degli esponenti dei gruppi di maggioranza presenti ai lavori della Commissione.

Marialuisa GNECCHI (PD) pur prendendo atto che il testo del decreto-legge è stato parzialmente migliorato al Senato, fa notare che permangono forti elementi di perplessità in ordine a taluni suoi aspetti, relativi, in particolare, al tema del ricongiungimento oneroso all'INPS dei contributi versati dai lavoratori presso fondi diversi. Osserva, in proposito, che appare incomprensibile che sull'argomento il Governo - come sembra voler fare lo stesso relatore nella sua proposta di parere - invochi ragioni che fanno riferimento all'esigenza di rispettare i vincoli di finanza pubblica, atteso che, nel caso di specie, sono in gioco contributi già versati dai lavoratori, la cui ricongiunzione non dovrebbe pertanto configurarsi come onerosa, trattandosi semmai di ripristinare la lesione di un vero e proprio diritto maturato da questi lavoratori.
Si riserva, in ogni caso, di svolgere ulteriori considerazioni alla ripresa dei lavori, qualora la presidenza ritenesse opportuno concedergli nuovamente la parola, considerato che, per l'imminenza delle votazioni in Assemblea, la seduta della Commissione dovrà presumibilmente essere sospesa.

Silvano MOFFA, presidente, nel confermare che è imminente l'inizio delle votazioni in Assemblea, avverte che la seduta dovrà ora essere sospesa, per riprendere 15 minuti dopo il termine delle votazioni in Aula.
Sospende, quindi, la seduta.

La seduta, sospesa alle 10, è ripresa alle 12.45.

Lucia CODURELLI (PD) esprime un giudizio totalmente negativo sul provvedimento in esame, sia per ragioni di metodo, considerata l'iniqua compressione dei tempi di discussione, sia per ragioni di merito, vista l'irragionevolezza di molte sue disposizioni.
Lamenta, in particolare, la mancata previsione di disposizioni volte a dare soluzione ad importanti questioni occupazionali e previdenziali, sollevate più volte nell'ambito della stessa XI Commissione, facendo notare, altresì, che il contenuto del provvedimento è tale da favorire un forte incremento della pressione fiscale.
Nell'esprimere perplessità su talune norme riguardanti misure sociali dalla dubbia efficacia - come la cosiddetta social card - nonché interventi nelle zone colpite da calamità naturali, che giudica insufficienti, ritiene che il provvedimento in esame sia privo di una visione d'insieme e contenga iniziative inadeguate, che sono - a suo avviso - il palese risultato di un «braccio di ferro» all'interno della maggioranza per la spartizione di risorse da utilizzare per interessi puramente localistici.
Per tali ragioni, preannuncia il proprio voto contrario sulla proposta di parere favorevole formulata dal relatore.

Amalia SCHIRRU (PD) lamenta l'andamento dei lavori della Commissione in sede consultiva, lesivo delle prerogative parlamentari, come testimoniato da una ingiustificata accelerazione dei tempi d'esame, che non permetteranno alla Camera di incidere sul testo approvato dal Senato. Sul merito del provvedimento, prende atto con rammarico che sono stati disattesi molti degli impegni assunti dal Governo, anche nell'ambito della XI Commissione,

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in materia di ricongiunzione dei contributi previdenziali e di riconoscimento dell'assegno sostitutivo per i grandi invalidi. Esprime, altresì, forti perplessità su talune norme che ritiene mettano in discussione i principi di assunzione obbligatoria di talune categorie di lavoratori svantaggiati nell'ambito di determinati settori produttivi, esprimendo un giudizio critico anche sulle disposizioni riguardanti la sicurezza sul lavoro a bordo delle navi e la mancata attuazione del decreto legislativo n. 81 del 2008.
Nel criticare l'assenza di una specifica previsione di proroga inerente ai ricorsi riferiti alle visite d'invalidità civile, esprime poi dubbi sulla parte del provvedimento relativa agli ammortizzatori sociali, osservando che nell'azione del Governo sembra prevalere una logica secondo la quale si preferisce concedere trattamenti di integrazione salariale secondo criteri disomogenei e irrazionali, piuttosto che elaborare un efficace programma di rilancio economico ed occupazionale.
In conclusione, facendo notare che il provvedimento in esame non fa altro che prorogare per l'ennesima volta l'efficacia di talune disposizioni, senza preoccuparsi di ricollocarle in un corpo normativo organico e coerente, preannuncia il proprio voto contrario sulla proposta di parere favorevole del relatore.

Maria Grazia GATTI (PD), dopo avere stigmatizzato un metodo di organizzazione dei lavori parlamentari che svilisce il ruolo della Commissione, evidenzia che il provvedimento in esame può essere definito una sorta di «finanziaria omnibus», per effetto della quale, a causa dell'inserimento di norme di ogni tipo, rispondenti a pure logiche di interesse settoriale e locale, si assisterà, a suo avviso, anche ad un forte incremento della pressione fiscale.
Giudica negativamente la parte del provvedimento che fa riferimento alla cosiddetta social card, misura di intervento sociale di dubbia efficacia, sulla quale ritiene che non si compia alcuna riflessione critica, lamentando altresì la mancanza di norme specifiche a garanzia del rinnovo del contratto a termine di talune categorie di lavoratori della Pubblica Amministrazione (in particolare, i lavoratori in somministrazione dell'INPS), impegnati da anni nell'erogazione di servizi fondamentali, connessi al rilascio del DURC e alla concessione di trattamenti previdenziali e di sostegno al reddito. In proposito, giudica paradossale che il Governo preferisca dare priorità allo strumento del voucher per l'utilizzo dei lavoratori cassintegrati, in luogo di procedure di inserimento al lavoro più stabili e regolari.
Nel manifestare perplessità per l'assenza di misure tese a risolvere la problematica del ricongiungimento oneroso dei contributi previdenziali di tutti i lavoratori, soprattutto di quelli meno tutelati dal punto di vista sindacale e aziendale, dichiara che il suo gruppo continuerà a lottare nelle sedi opportune per ottenere un miglioramento del provvedimento in esame, sul quale, allo stato, non può che esprimere una valutazione totalmente negativa.

Ivano MIGLIOLI (PD), nel riconoscere l'onestà intellettuale del relatore, che nel suo intervento introduttivo ha parlato dell'insussistenza di margini di intervento sul testo, ritiene inaccettabile che il Parlamento rinunci al proprio ruolo, riducendo al minimo la propria attività o limitandosi a ratificare - peraltro a seguito di procedure accelerate e segnate dalla questione di fiducia - i provvedimenti adottati dal Governo o - peggio ancora - quelli tesi a risolvere gli interessi personali del Presidente del Consiglio dei ministri. In proposito, ritiene incomprensibile che ciò avvenga anche in relazione al provvedimento in esame, che può essere quasi equiparato, per i suoi contenuti, ad una legge finanziaria, intervenendo, peraltro, su materie complesse e diversificate.
Fa notare poi che l'Esecutivo smentisce per l'ennesima volta quello spirito liberale declamato solo a parole - con gli annunci demagogici riguardanti la riforma, a suo giudizio incostituzionale, dell'articolo 41

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della Costituzione (articolo che non ha mai costituito un ostacolo alle riforme economiche) e il rilancio dello sviluppo (la cosiddetta «frustata» all'economia) - e, in realtà, introduce nel provvedimento in esame misure del tutto inadeguate e discriminatorie in materia di riforme infrastrutturali e sviluppo economico, privilegiando una logica che riconosce vantaggi solo ai «furbi» e sanziona chi rispetta le regole (come nel caso delle quote-latte). Evidenzia, altresì, il ruolo marginale attribuito al lavoro nel testo in esame, attesa l'assenza di interventi strutturali per i lavoratori precari della Pubblica Amministrazione e di misure in favore dei ricongiungimenti previdenziali, lamentando altresì la mancanza di una visione sistematica ed organica nella regolamentazione degli interventi di sostegno al reddito.
In conclusione, nell'auspicare uno «scatto d'orgoglio» da parte dei deputati della maggioranza, nel segno di un rilancio dell'attività parlamentare, si augura che possa registrarsi una convergenza quantomeno sulle proposte di modifica riguardanti le tematiche di maggiore interesse per la XI Commissione, al fine di rendere meno gravi le conseguenze che il provvedimento rischia di produrre nel Paese.

Teresa BELLANOVA (PD) premette che, avendo colto il chiaro messaggio del relatore nel suo intervento introduttivo, è costretta a prendere atto che, di fatto, sembra configurarsi - con l'esame del provvedimento in titolo - una riforma del procedimento legislativo disciplinato dalla Costituzione, se è vero che un decreto-legge può essere discusso e modificato da un solo ramo del Parlamento: dichiara, pertanto, il proprio disinteresse a partecipare a un confronto finto, giudicando inutile la mera esposizione di slogan su un provvedimento che, invece, incide in maniera pesante sulla vita dei cittadini e delle imprese.
Si limita, dunque, a porre un tema specifico, relativo alla situazione dei dipendenti della British American Tobacco (BAT), azienda che è stata oggetto nel dicembre 2010 di un'intesa tra le parti sociali e il Ministero dello sviluppo economico, al fine di fronteggiare la grave crisi occupazionale creatasi a seguito della preannunciata chiusura dell'unico sito italiano, presente sul territorio leccese. Fa notare, infatti, che questa intesa - che ha previsto il collocamento in cassa integrazione del personale del gruppo, a sostanziale carico dello Stato, sebbene l'azienda multinazionale disponga di un risultato operativo netto molto positivo - conteneva anche un preciso impegno per il Governo, che si era assunto l'onere di inserire nel decreto-legge in esame una disposizione per la riapertura dei termini per il rientro nelle pubbliche amministrazioni di quei dipendenti dell'azienda che provenivano dall'ex amministrazione dei Monopoli di Stato. Poiché di tale impegno non si riscontra alcuna traccia nel testo, si domanda quale sia il messaggio che il Governo indirizza a questi lavoratori attraverso il mancato rispetto di una parte qualificante dell'intesa raggiunta, con ciò dimostrando una clamorosa carenza di serietà istituzionale.

Luigi BOBBA (PD) intende evidenziare tre specifici punti di criticità del provvedimento in esame, che - a suo avviso - motivano un giudizio fortemente negativo sul complesso dell'intervento normativo approvato dal Senato. In primo luogo, osserva che le modalità di esame del decreto-legge e la preannunciata «doppia fiducia» parlamentare rappresentano un pessimo segnale per il Paese, oltre che la conferma di un totale disprezzo per le istituzioni. Inoltre, rileva come un confronto tra i pochi aspetti positivi del provvedimento (prevalentemente inseriti dal Senato) e i profili di segno negativo, concentrati soprattutto sul versante previdenziale, faccia decisamente propendere per una valutazione sfavorevole rispetto al complesso dell'intervento di urgenza del Governo. Giudica, infine, assolutamente vergognoso che la proroga dei termini in favore dei cosiddetti «splafonatori» delle quote-latte sia stata finanziata attraverso una riduzione del fondo per la ricerca nella lotta ai tumori: si tratta, a suo avviso,

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di una disposizione di estrema gravità, che dovrebbe essere condannata senza riserve da tutti i gruppi parlamentari.

Giulio SANTAGATA (PD) dichiara di interrogarsi da tempo sui motivi per i quali il bilancio dello Stato, pur sottoposto a ripetuti tagli, continui a registrare una crescita consistente della spesa corrente, molto più elevata del PIL nominale; tuttavia, studiando con un minimo di attenzione il provvedimento in esame, anche alla luce degli utili approfondimenti contenuti nella documentazione prodotta dagli uffici, si trova costretto a osservare che oltre la metà delle disposizioni del decreto-legge, come modificato dal Senato, richiederebbe un supplemento di analisi in ordine ai fabbisogni e alle relative coperture. Ritiene, pertanto, inutile continuare a porsi domande sulle tendenze dei dati di finanza pubblica, a fronte di un provvedimento caotico e confuso, che rappresenta la più evidente testimonianza di un modo di legiferare convulso e privo di qualsiasi capacità di controllo dei flussi di spesa.

Marialuisa GNECCHI (PD), nel ringraziare la presidenza per averle consentito di svolgere un intervento integrativo rispetto a quello che ha dovuto forzatamente interrompere prima della sospensione della seduta odierna, ritiene che il testo in esame rappresenti una grande occasione mancata, dal momento che in tale contesto si sarebbe potuto intervenire per rimuovere i danni provocati dai precedenti provvedimenti del Governo in materia previdenziale. Dichiara di non comprendere in assoluto la visione globale del Governo sulla materia, dal momento che, da un lato, si incentivano ad andare in pensione i lavoratori ai quali mancano 5 anni per la maturazione del diritto, riconoscendogli un trattamento pari al 50 per cento dello stipendio e, dall'altro, si tenta di «fare cassa» a danno dei lavoratori, rendendo onerosi i ricongiungimenti previdenziali, anche laddove essi non siano mirati ad ottenere un trattamento pensionistico migliore.
Ritiene poi incomprensibile tentare di esprimere valutazioni di risparmio finanziario in una materia contrassegnata da una grande varietà di posizioni soggettive, le une differenti dalle altre, osservando che ciò potrebbe determinare pesanti discriminazioni tra diverse categorie di lavoratori.
Nel giudicare, inoltre, inaccettabile che il Governo preferisca affidarsi agli strumenti di sostegno al reddito per risolvere la questione delle «finestre di scorrimento», in luogo del riconoscimento di un accesso diretto al trattamento pensionistico, conclude facendo presente che il provvedimento in esame contiene misure pericolose, che rischiano di togliere sicurezza ai giovani e di incentivare forme di lavoro irregolare.
Per tali ragioni, preannuncia il proprio voto contrario sulla proposta di parere favorevole formulata dal relatore.

Giuliano CAZZOLA (PdL), facendo riferimento a talune considerazioni espresse dal deputato Miglioli, giudica esagerata l'attenzione prestata a talune ipotesi di riforma dell'articolo 41 della Costituzione (articolo che, a suo giudizio, viene paradossalmente dichiarato anticostituzionale, pur facendo parte della stessa Carta costituzionale), considerato che ancora non si conosce il contenuto dei provvedimenti annunciati dal Governo sulla materia. Ricollegandosi alle altre considerazioni svolte dai deputati intervenuti, rileva che il testo in esame - essendo stato integralmente «vistato» dalla Ragioneria generale - non sembra presentare profili di dubbia compatibilità finanziaria, osservando che in ogni caso taluni interventi di stampo sociale, in particolare in materia di sostegno al reddito - che potrebbero essere considerati onerosi sotto certi aspetti - si sono resi necessari per conferire maggiore tranquillità ai lavoratori in tempo di crisi: ritiene, in tal senso, di particolare importanza sociale la promozione dell'utilizzo dei voucher ai fini dell'impiego dei lavoratori in cassa integrazione, così come prevista dal provvedimento in questione.

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Nell'evidenziare, altresì, che il testo in esame presenta un contenuto fisiologicamente disorganico, in quanto legato alla stessa struttura normativa che caratterizza un provvedimento adottato periodicamente proprio per la proroga di numerosi termini di legge, fa notare che esso contiene in ogni caso misure con le quali si è tenuto conto di importanti questioni sollevate nell'ambito della XI Commissione nel corso di questa legislatura: si riferisce, in particolare, alla norma relativa al termine per la nuova procedura di impugnazione dei licenziamenti individuali (di cui all'articolo 32 del cosiddetto «collegato lavoro»), fortemente voluta dai gruppi parlamentari in Senato, in particolare da quelli di opposizione. Si dichiara convinto, inoltre, che il relatore saprà valutare adeguatamente le altre questioni emerse dal dibattito, riguardanti, ad esempio, le problematiche dell'azienda multinazionale richiamata dal deputato Bellanova, presente sul territorio leccese, alla quale si potrebbe anche aggiungere una analoga situazione di crisi che si registra in un'azienda presente nella provincia di Caserta, probabilmente meritevole di pari attenzione.
Osserva infine che rimangono aperte talune importanti questioni, riguardanti il ricongiungimento dei contributi previdenziali (in ordine al quale ricorda, peraltro, la natura privilegiata e particolarmente onerosa dei fondi speciali), il rinnovo dei contratti dei lavoratori atipici nella Pubblica Amministrazione, l'esonero dal servizio nel corso del quinquennio antecedente la data di maturazione dell'anzianità massima contributiva di 40 anni; rileva, tuttavia, che eventuali ulteriori iniziative, tese a porvi rimedio, potranno essere assunte nell'ambito di altri provvedimenti legislativi futuri. Riguardo alla richiamata questione dell'esonero dal servizio dei pubblici dipendenti prima della maturazione dell'anzianità massima contributiva, in particolare, ricorda che la Commissione nei mesi passati ha approvato un provvedimento di importante rilievo sociale a favore dei familiari dei disabili, che conteneva disposizioni tese a riconoscere un'anticipazione del trattamento pensionistico a tali soggetti, facendo notare che in quella occasione si convenne circa la natura non onerosa dell'intervento per i dipendenti pubblici, che, a suo avviso, dovrebbe contraddistinguere anche le misure in esame.

Massimiliano FEDRIGA (LNP) ritiene che il provvedimento in esame abbia tenuto conto delle esigenze dei diversi settori del Paese, ma anche dei necessari vincoli di bilancio, che sono fondamentali per continuare ad assicurare la prestazione di servizi ai cittadini. In questo senso, dichiara di non comprendere le polemiche alimentate dai gruppi di opposizione, che contraddicono se stessi nel momento in cui contestano gli aumenti delle imposte e, al contempo, invocano incrementi delle prestazioni previdenziali e retributive. Giudica, poi, molto importante che il Governo abbia confermato l'impegnativo stanziamento finanziario in favore degli ammortizzatori sociali, adottando altresì positive soluzioni per quei lavoratori in mobilità che accedono alla pensione.
Quanto al tema del ricongiungimento oneroso dei versamenti previdenziali presso gestioni diverse, ricorda che la Commissione si è sempre indirizzata in favore della tutela dei lavoratori; ciò non esime, tuttavia, dal considerare anche che i soggetti interessati dalle misure penalizzanti contenute nella manovra di luglio sono coloro che godono del particolare beneficio del sistema pensionistico retributivo, mentre ormai moltissimi lavoratori (soprattutto appartenenti alle giovani generazioni) sono inseriti in un sistema di natura contributiva.
In conclusione, dichiara il voto favorevole del suo gruppo sulla proposta di parere del relatore, auspicando che le questioni occupazionali di carattere territoriale - come quelle segnalate dai deputati Bellanova e Cazzola - possano essere affrontate, piuttosto che attraverso un'integrazione della stessa proposta di parere, mediante specifici atti di indirizzo, atteso anche che in molte zone del Paese vi sono

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crisi aziendali analoghe, che non possono essere ritenute di minore importanza.

Vincenzo Antonio FONTANA (PdL), relatore, ringrazia i componenti della Commissione per l'ampio e approfondito dibattito, oltre che per avere riconosciuto al relatore l'onestà intellettuale di non avere omesso la particolare condizione in cui si svolge l'esame del provvedimento da parte della Camera, che ha dovuto attendere circa 50 giorni per ricevere il testo dal Senato: in proposito, pur ritenendo che la maggioranza non debba sottrarsi alle proprie responsabilità, osserva che la decretazione d'urgenza detta ormai tempi e passaggi sostanzialmente obbligati, che non possono essere ignorati, se si vuole provare a fornire risposte tempestive ai problemi del Paese.
Dopo avere rilevato che non tutte le questioni aperte potevano essere risolte con il decreto-legge in discussione, conferma che i gruppi di maggioranza si sentono comunque impegnati sulla totalità delle problematiche emerse nel dibattito odierno e che cercheranno, conseguentemente, di individuare le misure più opportune per farvi fronte. In questo contesto, nel prendere atto delle questioni specifiche segnalate dai deputati Bellanova e Cazzola, ritiene che il Parlamento possa adottare appositi atti di indirizzo, anche di natura più generale, per favorire la soluzione delle diverse crisi occupazionali esistenti sul territorio; a tal fine, attesa anche l'evidente estensione di tali fenomeni in diverse zone del Paese, giudica preferibile evitare di integrare - con l'inserimento di impegni riferiti a singole realtà imprenditoriali - la propria proposta di parere, raccomandandone dunque l'approvazione nella sua formulazione originaria.

Cesare DAMIANO (PD), intervenendo per motivare il voto contrario del suo gruppo sulla proposta di parere anche in relazione alle considerazioni integrative appena svolte dal relatore, fa presente che il provvedimento in esame lascia irrisolte numerose e importanti questioni di natura sociale e previdenziale, osservando che discussioni come quella odierna rischiano di risultare virtuali e poco utili, soprattutto se si concludono con impegni meramente formali, non suscettibili di incidere concretamente sull'articolato.
Con riferimento alla questione specifica posta dal deputato Bellanova e non accolta compiutamente dal relatore, fa presente che la necessità di includere nel provvedimento in esame una forma di intervento a favore dei dipendenti della multinazionale BAT nasce dalla natura stessa dell'accordo raggiunto sul punto tra le parti sociali e il Governo, che aveva individuato proprio nel decreto-legge (recante la proroga di termini) la sede adeguata per la soluzione della problematica riguardante gli ex lavoratori dei Monopoli di Stato.
Da ultimo, nel dichiarare di non convenire con le osservazioni svolte dal deputato Fedriga sul tema del ricongiungimento previdenziale, in particolare in ordine alla diversità di esigenze derivanti della natura retributiva o contributiva del sistema di calcolo delle prestazioni, osserva che, se proprio si volesse seguire una simile logica di redistribuzione, sarebbe maggiormente comprensibile una forma di intervento tesa proprio a trasferire una parte delle risorse dal sistema retributivo a quello contributivo.
Per tutte le ragioni sinora esposte, ritiene dunque di non poter che confermare il voto contrario del suo gruppo sulla proposta di parere favorevole del relatore.

Nessun altro chiedendo di intervenire, la Commissione approva la proposta di parere favorevole formulata dal relatore.

La seduta termina alle 14.15.