CAMERA DEI DEPUTATI
Giovedì 3 febbraio 2011
434.
XVI LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Commissioni Riunite (XI e XII)
COMUNICATO
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SEDE REFERENTE

Giovedì 3 febbraio 2011. - Presidenza del presidente della XII Commissione Giuseppe PALUMBO.

La seduta comincia alle 13.45.

Disposizioni sulle associazioni di tutela delle persone disabili.
C. 1732 Porcu e C. 3224 Pedoto.

(Seguito dell'esame e rinvio).

Le Commissioni proseguono l'esame del provvedimento, rinviato nella seduta del 26 gennaio 2011.

Luciana PEDOTO (PD)ricorda che le proposte di legge in esame muovono dall'intento di riconoscere la specificità del ruolo svolto dalle associazioni di tutela delle persone disabili a carattere nazionale ai fini del conseguimento delle prestazioni sociali connesse alla condizione di disabilità. In anni recenti, infatti, è divenuta sempre più frequente la costituzione di associazioni e organizzazioni di volontariato per la tutela delle persone disabili, che si sono poste come interlocutori autorevoli delle istituzioni e della pubblica amministrazione. L'esigenza di estendere a queste associazioni alcune delle norme applicabili agli istituti di patronato, a suo avviso, rimane valida. Tuttavia, l'esame svolto presso la XII Commissione e la prima seduta delle Commissioni riunite hanno evidenziato alcuni aspetti critici che rendono opportuno un approfondimento, al fine di evitare che l'intervento in esame produca effetti negativi indesiderati a danno di altri soggetti. Ricorda, peraltro, come già nella XIV legislatura le proposte di legge recanti disposizioni analoghe a quelle previste dalle proposte in esame non siano state approvate dalla Camera, in seguito alla loro trasmissione dal Senato della Repubblica. Auspica, pertanto, che l'esame possa procedere senza irrigidimenti da parte di alcuno sulle proprie posizioni e convinzioni di partenza.

Amalia SCHIRRU (PD) dichiara, innanzitutto, di condividere le perplessità manifestate sul provvedimento in esame dal relatore per la XI Commissione, che ringrazia per l'esauriente intervento introduttivo svolto nella precedente seduta. Pur riconoscendo la meritoria attività svolta dalle organizzazioni, federazioni e associazioni a carattere nazionale in questione, che giudica indispensabile anche ai fini di una più corretta gestione delle politiche

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locali in ordine alla realizzazione di una efficiente rete di servizi sociali a tutela dei soggetti disabili, ritiene, infatti, che il campo di azione di tali organismi non possa essere equiparato a quello dei patronati. Questi ultimi, a suo avviso, sono chiamati a svolgere servizi di natura pubblica e amministrativa di particolare delicatezza, connessi a profili di carattere normativo, economico e previdenziale tali da richiedere agli attori che li erogano requisiti specifici di affidabilità finanziaria e professionale, peraltro già disciplinati in modo coerente e puntuale dalla normativa vigente. Ritiene, altresì, che l'eventuale coinvolgimento delle associazioni in oggetto nell'esercizio di tali funzioni potrebbe rischiare di snaturare l'originario spirito dell'azione di tali associazioni, basato su un'attitudine spontanea e volontaria all'assistenza in favore dei soggetti disabili. Formulato l'auspicio che sia espunta dal provvedimento la parte regolamentare riferita all'attribuzione della qualifica di istituto di patronato in favore di tali organizzazioni o associazioni, dichiara, quindi, di giudicare più facilmente percorribile un percorso normativo che preveda nei loro confronti lo stanziamento di adeguate risorse finanziarie, al fine di sostenerne le importanti attività svolte sul territorio, a garanzia delle legittime esigenze dei soggetti disabili e delle loro famiglie.

Paola BINETTI (UdC) ritiene che le proposte di legge in esame esprimano la consapevolezza, acquisita dalle persone disabili e dalle associazioni che le rappresentano, delle esigenze personali e professionali specifiche dei lavoratori con disabilità. Sarebbe sbagliato, a suo avviso, contrapporre questa giusta istanza al ruolo attualmente svolto dai patronati, ma, al tempo stesso, sarebbe un errore pensare di impedire a questa categoria di persone di organizzarsi autonomamente o, comunque, di partecipare in modo più attivo alla gestione di pratiche e procedure che le riguardano.

Donata LENZI (PD) ricorda che, di recente, il Ministero del lavoro e delle politiche sociali ha riconosciuto un nuovo patronato, istituito proprio da un'associazione di tutela delle persone disabili. Da tale riconoscimento, com'è noto, consegue l'accesso ai finanziamenti pubblici. Ciò dimostra, a suo avviso, che è opportuno riflettere attentamente sulla necessità di un intervento legislativo in materia, a partire dagli ostacoli che, eventualmente, l'attuale normativa opponga a questo riconoscimento. Tale intervento, in ogni caso, dovrà rispettare i principi che valgono per i patronati, tra i quali riveste particolare importanza quello della separazione delle gestioni economiche e patrimoniali delle associazioni e dei patronati da queste istituiti. Tale separazione, infatti, è essenziale al fine di evitare che i finanziamenti pubblici siano assorbiti dalle attività associative diverse da quella di patronato e, al contempo, a garantire gli utenti dei patronati rispetto al rischio di commissariamento delle associazioni. Sottolinea, altresì, la necessità di garantire il possesso di adeguate competenze tecniche da parte degli operatori dei patronati. Nel ribadire, quindi, il suo orientamento favorevole all'ampliamento dei soggetti abilitati a svolgere le funzioni di patronato, ribadisce la necessità di prevedere garanzie precise per il riconoscimento di nuovi patronati e suggerisce l'opportunità di inserire, tra i requisiti, un'adeguata consistenza numerica delle associazioni interessate, anche al fine di favorire opportuni processi di aggregazione. Ritiene, infine, che sarebbe opportuno svolgere un'audizione di rappresentanti di alcune associazioni di tutela delle persone disabili e di alcune organizzazioni di patronato, in seguito all'assegnazione del provvedimento alle Commissioni riunite XI e XII.

Marco RONDINI (LNP) preannuncia la presentazione di una proposta di legge firmata da deputati del suo gruppo sulla problematica in esame.

Giuseppe PALUMBO, presidente, fa presente che, non appena tale proposta sarà assegnata alle Commissioni riunite, ne sarà disposto l'abbinamento ai sensi del regolamento.

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Massimiliano FEDRIGA (LNP) fa notare che la ratio del provvedimento in esame è quella di conferire la possibilità di agire a tutela dei lavoratori disabili - nell'ambito del settore previdenziale, infortunistico e socio-assistenziale - anche a soggetti che, in base alla normativa vigente, non potrebbero farlo (pur avendone la dignità e la capacità), a causa dell'assenza di requisiti connessi alla diffusione sul territorio o alla rappresentanza sindacale dei lavoratori. Pur riconoscendo la necessità di fissare criteri e requisiti di legge a garanzia dell'affidabilità - soprattutto finanziaria - di tali organismi, considerata la delicatezza delle funzioni svolte, ritiene, pertanto, che la misura di tali «paletti» normativi vada commisurata all'effettivo grado di rappresentanza - territoriale e professionale - delle associazioni, nonché alla loro dimensione reale. Ritiene che ciò possa andare nella direzione di offrire il giusto riconoscimento anche agli organismi di entità ridotta, la cui azione di tutela, seppur limitata a talune aree del territorio e a determinate categorie di lavoratori, potrebbe rivelarsi preziosa in chiave di sostegno a specifiche tipologie di lavoratori svantaggiati.

Maria Grazia GATTI (PD), nel riconoscere particolare rilevanza agli organismi che operano per la tutela, la promozione e l'integrazione sociale delle persone disabili - soggetti che giudica spesso essenziali nell'ambito della stessa programmazione dei servizi sociali sul territorio - fa notare che l'attribuzione nei loro confronti della qualifica di patronato non potrebbe che scaturire al termine di una approfondita analisi sulle implicazioni di natura pubblica derivanti da un loro eventuale coinvolgimento nell'ambito di tali delicate attività di consulenza e rappresentanza. Ritiene, pertanto, che una riflessione di questo tipo porterebbe inevitabilmente a ripercorrere i punti cardine della legge n. 152 del 2001, normativa fondamentale alla quale occorrerebbe inevitabilmente rinviare in prospettiva della indicazione di un sistema di regole precise e coerenti, fortemente sottoposte al controllo pubblico, poste a garanzia dei cittadini. Ritiene, peraltro, che la particolare natura delle funzioni di rappresentanza e sostegno attualmente svolte dagli istituti di patronato nel settore previdenziale, infortunistico e socio-assistenziale, imporrebbe specifiche competenze professionali da parte del personale addetto, richiedendone, pertanto, l'inquadramento attraverso tipologie contrattuali stabili: ciò mal si concilierebbe, a suo avviso, con le modalità di impiego flessibile utilizzate di consueto nella associazioni in oggetto, le quali andrebbero ricollocate, quindi, in un sistema di diritti e doveri adeguato e rispondente ad esigenze di evidenza pubblica. Osserva, da ultimo, che, sarebbe in ogni caso opportuno evitare di limitare l'estensione delle prerogative proprie degli istituti di patronato a specifiche associazioni che operano per la tutela di una singola categoria di lavoratori e in ristrette zone territoriali, ritenendo giusto prevedere tale forma di riconoscimento generale a tutte le organizzazioni in grado di agire sull'intero territorio nazionale e in rappresentanza di ogni cittadino.

Giuseppe PALUMBO, presidente, constatato che alcuni deputati, che hanno manifestato l'intenzione di intervenire nell'ambito dell'esame preliminare, non hanno potuto partecipare alla seduta odierna, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.

La seduta termina alle 14.20.