CAMERA DEI DEPUTATI
Martedì 11 gennaio 2011
422.
XVI LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Commissioni Riunite (III e IV)
COMUNICATO
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SEDE REFERENTE

Martedì 11 gennaio 2011. - Presidenza del presidente della IV Commissione, Edmondo CIRIELLI. - Intervengono il sottosegretario di Stato per gli affari esteri, Alfredo Mantica, e il sottosegretario di Stato per la difesa, Giuseppe Cossiga.

La seduta comincia alle 16.

DL 228/2010: Proroga degli interventi di cooperazione allo sviluppo e a sostegno dei processi di pace e di stabilizzazione, nonché delle missioni internazionali delle Forze armate e di polizia.
C. 3996 Governo.

(Esame e rinvio).

Le Commissioni iniziano l'esame del provvedimento in titolo.

Gianpaolo DOZZO (LNP), relatore per la III Commissione, esprime, anche a nome dei colleghi della III Commissione, il cordoglio per la tragica uccisione dell'alpino veneto Matteo Miotto, caduto nell'adempimento del proprio dovere in Afghanistan il 31 dicembre scorso.
Illustrando quindi il provvedimento in titolo, sottolinea che l'entità complessiva degli stanziamenti ammonta a 754.300.000 euro ed è sostanzialmente in linea con quella del secondo semestre del 2010. Di questo importo, 61,95 milioni di euro sono finalizzati alle operazioni di ricostruzione civile, mentre i restanti 692,346 milioni di euro sono destinati a coprire le spese per le missioni militari, confermando il rapporto che nel corso di questi anni si è venuto a definire tra componente civile e quella militare delle missioni.
Quanto ai profili di competenza della III Commissione, viene anzitutto in rilievo l'Afghanistan, dove sarà operativo nel primo semestre dell'anno, un contingente di 4.350 uomini. È noto quanto la situazione politico-istituzionale afghana sia degradata; le decine di migliaia di documenti riservati dell'amministrazione della Difesa statunitense, resi pubblici su internet, hanno creato grave imbarazzo tra gli alleati e soprattutto con i governi dell'Afghanistan e del Pakistan. Incertezze strategiche, differenze politiche e dichiarazioni avventate hanno alimentato, nel giro di

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circa un anno, un ricambio di generali al vertice delle forze alleate, sia tra gli americani che tra i britannici.
La nuova strategia del generale Petraeus punta al 2014 per raggiungere l'obiettivo dell'autosufficienza delle forze militari afghane: i prossimi mesi diranno se questo approccio flessibile, che prevede il progressivo passaggio delle responsabilità relative alla sicurezza di molte province alle forze afghane, si sarà dimostrato vincente, ma appare sin d'ora evidente che ad esso debba affiancarsi una forte iniziativa politica che non sia in contraddizione con lo sforzo sul campo, ma che consolidi il consenso tra gli alleati e soprattutto rassicuri il Pakistan e lo convinca a proseguire sulla strada di una efficace cooperazione.
Il decreto-legge prevede una serie di interventi nell'area: l'erogazione del contributo italiano all'Afghanistan Peace and Reconstruction Program, il sostegno al programma governativo per la costruzione di strade rurali e distrettuali nella provincia di Herat, nonché il finanziamento del programma nazionale Rural Enterprises Development Program nella regione occidentale del paese. Il decreto-legge finanzia inoltre alcuni interventi nel settore sanitario e a sostegno della piccola e media impresa con particolare riguardo all'area di frontiera tra Afghanistan e Pakistan ed eroga un contributo al Fondo fiduciario della NATO destinato al sostegno dell'esercito nazionale afghano.
Strettamente connesse agli interventi per l'Afghanistan appaiono le misure a favore della società pakistana: a questo proposito occorre far notare la mancata previsione di iniziative a sostegno del settore educativo, che invece erano state inserite nella precedente versione del decreto-legge su proposta della III Commissione, a seguito della missione ad Islamabad.
In favore del Libano, il decreto-legge prevede alcuni interventi, sul versante multilaterale, a sostegno del programma delle Nazioni Unite per la realizzazione di attività di capacity building rivolte alle amministrazioni locali e dispone l'erogazione di un contributo, pari ad 800.000 euro, al Tribunale speciale delle Nazioni Unite per il Libano, attualmente al centro di un duro contrasto politico interno tra le due principali coalizioni parlamentari, quella filo-occidentale detta «del 14 Marzo», guidata da Saad Hariri e quella filo-siriana detta «dell'8 Marzo», capeggiata da Hezbollah.
La recente diffusione del rapporto semestrale sulla risoluzione adottata il 2 settembre 2004 dal Consiglio di Sicurezza dell'Onu esprime forti preoccupazioni per le tensioni politiche che attraversano il paese ed esprime dubbi sulla stessa efficacia della missione, stante il palese divario tra l'impegnativo mandato di UNIFIL ed i limitati strumenti di cui i militari dispongono per assolverlo.
Il rapporto conferma che due sono i principali fattori di instabilità in Libano: l'esistenza di milizie indipendenti dallo Stato e la permeabilità delle frontiere. Quest'ultima, oltre a minare l'integrità territoriale del paese, consente un copioso transito illegale di armi destinate ai gruppi militanti autonomi. Al contempo l'economia libanese mostra incoraggianti segnali di vivace ripresa: il Libano è risultato l'unico Stato del Medio Oriente - assieme ad Israele - ad aver retto ai colpi assestati dalla crisi finanziaria: a fine 2010 è prevista una crescita del PIL del 5,8 per cento e, a fine 2011, del 5,5 per cento.
In relazione al quadro iracheno, sono previsti, tra l'altro, interventi nel settore sanitario, inclusi la formazione e l'addestramento, e in quello della gestione delle acque per il miglioramento della qualità della vita nei villaggi; si prevede inoltre il finanziamento del programma che l'UNHCR ha avviato in favore delle vittime delle torture e di persecuzioni religiose, nonché il consolidamento degli interventi già avviati.
La creazione di un nuovo esecutivo, a nove mesi dalle elezioni politiche, guidato ancora da Nouri Al Maliki, è un primo segnale positivo, anche se permangono le difficoltà interne al sistema politico iracheno, segnato dalle diversità etniche e confessionali che contraddistinguono il

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paese e dal duro clima di persecuzione nei riguardi delle pacifiche minoranze cristiane.
Una significativa innovazione è rappresentata dalla previsione di finanziamenti dei programmi della FAO in Myanmar per garantire la sicurezza alimentare di quel paese: la liberazione, poche settimane fa, del premio Nobel per la pace Aung San Suu Kyi costituisce certamente una buona notizia per chiunque abbia a cuore l'affermarsi dei diritti umani nel mondo, ma non credo debba essere interpretato come un segnale di cambiamento da parte di uno regimi militar-comunisti più brutali del pianeta.
Quanto alle iniziative a sostegno dei processi di pace e di rafforzamento della sicurezza in Africa sub-sahariana, si segnala l'autorizzazione di spesa di 2.750.000 euro ad integrazione degli stanziamenti già assegnati.
In Sudan, che vive in questi giorni una delicatissima fase di transizione istituzionale, segnata dallo svolgimento del referendum sulla secessione della regione meridionale di quello Stato, il provvedimento prevede il rafforzamento dell'impegno italiano per favorire il dialogo tra le parti sudanesi, nonché interventi a sostegno del miglioramento delle condizioni di vita dei bambini nel Sudan orientale mediante la realizzazione di impianti idrici e igienici affiancati ad attività di formazione nel settore dell'igiene, nonché interventi in favore degli sfollati.
Venendo ai processi di stabilizzazione nei Balcani occidentali, il ruolo italiano è stato e continua ad essere molto rilevante e si riflette in una significativa presenza delle Forze armate e di polizia italiane ed in un continuo e motivato sostegno ai progetti d'integrazione.
In tale ottica, anche per il prossimo semestre si conferma un dispiegamento di un contingente di 650 unità, in continuità con quanto previsto per il secondo semestre del 2010. Richiama il ruolo delicatissimo ed essenziale svolto dal contingente italiano nella protezione dei luoghi che identificano la cultura religiosa e le tradizioni locali e segnatamente di quattro luoghi di culto della Chiesa serbo-ortodossa.
Un contributo è stanziato per il finanziamento delle attività dell'Iniziativa adriatico-ionica, con sede ad Ancona, la cui presidenza di turno è attualmente affidata all'Italia; un finanziamento è altresì previsto per l'Unione per il Mediterraneo, mentre non risulta alcun finanziamento per l'InCE, previsto in precedenti versioni del decreto-legge.
Per quanto concerne le iniziative per lo sminamento umanitario, il decreto-legge prevede uno stanziamento di un milione di euro al fine di assolvere agli obblighi internazionali assunti dall'Italia, anche tenuto anche conto dei nuovi impegni derivanti dalla ratifica della Convenzione di Oslo sul munizionamento a grappolo che potrà auspicabilmente essere rapidamente conclusa dal Parlamento: attualmente il relativo disegno di legge è all'esame della Commissione Affari esteri del Senato.
Il decreto-legge prevede inoltre la prosecuzione degli interventi operativi di emergenza e di sicurezza per la tutela dei cittadini italiani, degli interessi italiani e delle strutture della rete diplomatica nei territori ad elevato rischio, nonché il rifinanziamento del fondo destinato al rafforzamento delle misure di sicurezza attiva e passiva degli edifici adibiti a sedi delle rappresentanze diplomatiche, degli uffici consolari, degli istituti italiani di cultura e delle istituzioni scolastiche all'estero.
In conclusione, il decreto-legge conferma la capacità dell'Italia ad assumere un ruolo di responsabilità sulla scena internazionale, soprattutto in quelle aree geopolitiche di crisi che richiedono un'efficace cooperazione tra presenza militare e ricostruzionecivile e per le quali il nostro Paese ha sviluppato una significativa capacità d'intervento.

Edmondo CIRIELLI, presidente e relatore per la IV Commissione, osserva che il provvedimento in esame dispone la proroga, fino al 30 giugno 2011, degli interventi di cooperazione allo sviluppo e a

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sostegno dei processi di pace, di stabilizzazione nonché delle missioni internazionali delle Forze armate e di polizia.
Precisa quindi che, per quanto concerne specificamente la competenza della Commissione Difesa, si soffermerà sulle novità contenute nel presente decreto rispetto ai precedenti provvedimenti di proroga. Per le parti in cui invece sono riprodotte norme già previste in precedenza, rinvierà alla documentazione predisposta dagli Uffici.
L'articolo 4 reca le autorizzazioni di spesa dal 1o gennaio al 30 giugno 2011 necessarie alla proroga del termine per la partecipazione italiana a diverse missioni.
Evidenzia come le spese autorizzate riguardano missioni, tutte già previste dal precedente decreto di proroga (articolo 4 del decreto-legge n. 102 del 2010, convertito dalla legge n. 126 del 2010). Non sono invece ulteriormente prorogate le spese riferite alla missione denominata MINUSTAH, riferita ad Haiti, nonché a quella della Guardia di finanza nell'ambito della missione EUBAM RAFAH.
Dal confronto delle relative autorizzazioni di spesa emerge la scelta strategica di una progressiva ma consistente riduzione dell'impegno nei Balcani e del rafforzato investimento di risorse umane ed economiche nel teatro afgano, in cui la consistenza del personale presente, durante il primo semestre 2011, sarà aumentata, fino a raggiungere una media di 4.200 unità.
Un primo, limitato, elemento di novità si registra al comma 17 di tale articolo 4. Esso opportunamente autorizza una spesa pari a 80.506.000 milioni di euro, dal 1o gennaio al 31 dicembre 2011, per la stipulazione di contratti di assicurazione di durata annuale, spesa che non era invece espressamente prevista nei precedenti decreti, ove si faceva riferimento alle sole spese contrattuali di trasporto e per la realizzazione di infrastrutture connesse allo svolgimento delle missioni.
Il successivo comma 18 autorizza la spesa di 7.988.794 euro per l'intero anno 2011, per consentire ai comandanti dei contingenti militari impegnati nelle missioni in Afghanistan, in Libano e nei Balcani di disporre interventi urgenti, ovvero acquisti e lavori da eseguire in economia, anche in deroga alle disposizioni di contabilità generale dello Stato, per soddisfare esigenze di prima necessità delle popolazioni, compreso il ripristino dei servizi di prima necessità. Il precedente decreto aveva provveduto ad un analogo finanziamento di 2.679.906 euro, limitato tuttavia all'ambito della missione ISAF in Afghanistan e non anche a quelle nei teatri del Libano e dei Balcani.
Il comma 31 incrementa, per l'anno 2011, di 2.500.000 euro la dotazione del Fondo per le esigenze prioritarie del Ministero della difesa, stabilendo che sia destinata alle esigenze connesse alla Celebrazione del 150o anniversario dell'Unità d'Italia. La relazione illustrativa esplicita che tale finanziamento è destinato allo svolgimento di celebrazioni «che involgono profili connessi anche con la partecipazione del personale militare alle missioni internazionali».
Il comma 32 stabilisce che il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, in attuazione del memorandum di intesa di cooperazione tecnica nel settore della sicurezza tra Italia ed Panama, stipulato il 30 giugno 2010, è autorizzato a cedere, a titolo gratuito, al Governo panamense quattro unità navali «classe 200/s» in dotazione al Corpo delle capitanerie di porto. Obiettivo del memorandum è quello di favorire - anche con il decisivo contributo della consolidata esperienza offerta da settori specializzati dell'amministrazione e dell'imprenditoria italiana - l'acquisizione di un adeguata capacità nel settore del monitoraggio e controllo del traffico navale da parte di Panama.
L'articolo 5 detta disposizioni in materia di personale impiegato nelle missioni internazionali. Sono essenzialmente richiamate le disposizioni attualmente vigenti e contenute nei commi da 1 a 9 dell'articolo 3 della legge n. 108 del 2009, nell'articolo 3, comma 6, del decreto-legge 152 del 2009 e nell'articolo 5, comma 2-bis, del decreto-legge 102 del 2010. Non essendovi elementi di novità, ritiene opportuno non soffermarsi su tali disposizioni

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se non per evidenziare che la disciplina in esame risulta estremamente stratificata. Essa si compone infatti di una serie di rinvii normativi «a catena», che inevitabilmente finiscono con interessare anche disposizioni ormai abrogate, in quanto confluite nel Codice dell'ordinamento militare.
Si tratta dell'ennesima testimonianza di quanto sia necessario procedere speditamente all'elaborazione di una «legge quadro delle missioni internazionali», che si integri con il codice e che rechi una disciplina generale di tale materia.
Il comma 3 dell'articolo 5 del decreto-legge in esame, attraverso una modifica al Codice dell'ordinamento militare reca talune disposizioni in materia di impiego degli aeromobili a pilotaggio remoto (APR) di peso inferiore ai 20 chilogrammi impiegati per monitorare l'area delle operazioni che si svolgono nei teatri operativi. In particolare, si specifica che i citati APR, salvo i casi contemplati dall'articolo 247, comma 4, del medesimo codice possano essere utilizzati esclusivamente in aree identificate sottoposte al divieto temporaneo di sorvolo. Si precisa anche che al personale militare, munito di apposita qualifica, non vengono riconosciuti specifici emolumenti.
L'articolo 6 reca disposizioni in materia penale, rinviando integralmente alla disciplina già vigente riferita alle missioni.
L'articolo 7, reca disposizioni in materia contabile, rinviando integralmente alle norme già vigenti, (articolo 5, commi 1 e 2, del decreto-legge n. 152 del 2009).
Presenta invece un elemento di novità il comma 2, che autorizza il Ministro dell'economia e delle finanze, su richiesta delle Amministrazioni interessate, ad anticipare una somma non superiore alla metà delle spese autorizzate dal decreto. La corrispondente disposizione del precedente decreto autorizzava invece anticipazioni non superiori a due sesti.
L'articolo 8 reca, infine, le disposizioni relative alla copertura finanziaria degli oneri derivanti dall'attuazione del presente decreto-legge, pari complessivamente a 754,3 milioni di euro per l'anno 2011 mediante l'utilizzo del Fondo per le missioni internazionali di cui all'articolo 1, comma 1240, della legge finanziaria per il 2007 (legge n. 296 del 2006). Viene dunque integralmente utilizzata la disponibilità del fondo, in cui sono stati stanziati dalla legge di stabilità per il 2011 (comma 27 dell'articolo 1, della legge n. 220 del 2010), 750 milioni di euro per la proroga della partecipazione italiana fino al 30 giugno 2011. A questo stanziamento si aggiungono i 4,3 milioni di euro, già previsti dal comma 5 dell'articolo 55 del decreto-legge n. 78 del 2010.
Conclusivamente, rileva come il provvedimento confermi sostanzialmente il quadro normativo in essere, nonché gli impegni internazionali dello Stato e le scelte strategiche assunte negli ultimi tempi.

I sottosegretari Giuseppe COSSIGA e Alfredo MANTICA si riservano di intervenire nel prosieguo del dibattito.

Augusto DI STANISLAO (IdV) rileva che gli odierni interventi dei relatori ricalcano sostanzialmente le relazioni svolte in occasione dei precedenti decreti di proroga delle missioni internazionali. A suo avviso, invece, sarebbe stato opportuno che si fosse tenuto conto del lavoro svolto nell'ambito dell'esame sui progetti di legge riguardanti la legge quadro sulla partecipazione alle missioni internazionali, recentemente concretizzatosi nella predisposizione di un testo unitario delle varie proposte, unanimemente condiviso. Domanda, quindi, ai colleghi della maggioranza e al Governo per quale motivo non si riesca a far progredire tale importante provvedimento facendolo finalmente approdare in Assemblea. Ritiene, infatti, che sia finalmente arrivato il momento per interrompere la prassi di emanare a cadenza periodica provvedimenti di proroga delle missioni militari all'estero che, tra l'altro, spesso recano anche disposizioni a queste completamente estranee. Giudica quindi negativamente la posizione di inerzia del Governo su tale importante testo legislativo attraverso cui sarebbe possibile

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sviluppare un dibattito politico serio sulle missioni internazionali che, invece, l'uso della decretazione d'urgenza non rende possibile.
In conclusione, evidenzia che la posizione del proprio gruppo non è contraria alle missioni internazionali in sé, ma all'utilizzo strumentale delle risorse ad esse destinate e a talune iniziative di mera propaganda del Ministro della difesa.

Edmondo CIRIELLI, presidente e relatore per la IV Commissione, replicando alle osservazioni dell'onorevole Di Stanislao riguardanti la legge quadro sulle missioni internazionali, e rinviando ogni ulteriore determinazione ad una sede propria, ovvero all'Ufficio di presidenza, desidera ribadire comunque che le Commissioni riunite Esteri e Difesa hanno lavorato proficuamente per oltre due anni a suddetto provvedimento e che non ha ravvisato da parte di nessuna componente politica la volontà di non procedere alla sua approvazione, né tale volontà può essere imputabile al Governo.

Augusto DI STANISLAO (IdV), prendendo atto di quanto precisato dal Presidente in merito alla condivisione da parte di tutti i gruppi dell'opportunità di concludere rapidamente l'esame della legge quadro sulle missioni internazionali, preannuncia che presenterà al riguardo una risoluzione.

Antonio RUGGHIA (PD) reputa opportuno attendere l'intervento dei rappresentanti dell'Esecutivo prima di proseguire ulteriormente nel dibattito. Invita pertanto il Governo a manifestare le proprie valutazioni.

Francesco Saverio GAROFANI (PD) si associa alla richiesta, motivata sul piano delle prassi parlamentari ma anche e soprattutto sul piano di una corretta dinamica dei rapporti tra Governo e Parlamento.

Il sottosegretario Giuseppe COSSIGA chiarisce che la scelta del Governo di intervenire nel dibattito in un momento successivo non deve esser interpretata come irriguardosa verso il Parlamento. Al contrario, essendo già intervenuto un rappresentante del gruppo dell'Italia dei valori appare invece corretto attendere che anche gli altri gruppi manifestino i propri orientamenti affinché il Governo possa replicare in modo esaustivo a tutti.

Mario BARBI (PD) ritiene che l'intervento del collega Di Stanislao abbia riguardato l'organizzazione dei lavori delle Commissioni e fosse finalizzato a delineare il contesto complessivo in cui si colloca il provvedimento in titolo, cui non sono estranee le proposte di legge-quadro sulle missioni internazionali. Ciò premesso, non sussistono ostacoli per il Governo a dare seguito alla richiesta del suo gruppo circa la opportunità di acquisire il contributo del Governo all'inizio dell'esame preliminare per poi procedere ad un dibattito di merito qualificato e proficuo.

Augusto DI STANISLAO (IdV), conferma che il suo precedente intervento può essere qualificato come vertente sull'ordine dei lavori nella misura in cui attiene alla programmazione dei lavori delle Commissioni. Ribadisce in ogni caso il valore politico della sua richiesta di procedere speditamente all'elaborazione della legge quadro sulle missioni internazionali, superando la posizione di sostanziale inerzia del Governo.

Francesco Saverio GAROFANI (PD), replicando alle argomentazioni dell'onorevole Dozzo evidenzia come la prassi secondo cui il Governo manifesta le proprie valutazioni nella fase iniziale di esame dei decreti legge di proroga delle missioni internazionali non abbia una mera valenza procedurale. Costituisce invece un atto dal pregnante significato politico ed istituzionale, in quanto consente alle Commissione

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di svolgere un più proficuo esame parlamentare del provvedimento. Saltare questa fase rappresenta dunque una mancanza di rispetto del ruolo degli organi parlamentari.

Gianpaolo DOZZO (LNP), relatore per la III Commissione, alla luce degli interventi dei colleghi sottolinea che l'esame in corso riguarda il decreto-legge in titolo e non anche le proposte di legge-quadro sulle missioni internazionali, per cui esso può proseguire senz'altro sulla base del testo del provvedimento. Ritiene inoltre che il ruolo del Parlamento non sia sminuito se l'esame preliminare contempla innanzitutto i diversi contributi dei colleghi commissari e solo successivamente quelli del Governo.

Edmondo CIRIELLI, presidente e relatore per la IV Commissione, considera legittima la richiesta degli esponenti del Partito democratico, ma rileva che occorra comunque prendere atto della volontà del Governo di intervenire in un secondo momento, scelta che rientra nelle facoltà dell'Esecutivo. Ricorda in ogni caso che il dibattito non si conclude nella giornata odierna e, dunque, il Governo potrà svolgere le proprie valutazione, se riterrà di farlo, anche nella giornata di domani.

Il sottosegretario Alfredo MANTICA osserva che l'esame preliminare del decreto-legge in titolo non costituisce la sede in cui svolgere un'analisi sugli scenari politici in cui hanno luogo le missioni internazionali. Peraltro, vi è piena disponibilità da parte del Ministero degli affari esteri a svolgere un simile approfondimento. La seduta odierna, come sottolineato dall'onorevole Dozzo, ha invece per oggetto esclusivo l'esame del testo del decreto-legge in titolo, su cui ritiene opportuno procedere a talune osservazioni.
Quanto all'impegno finanziario a favore degli interventi di ricostruzione civile, sottolinea che l'importo complessivo, pari a 61,9 milioni di euro, di cui 10 milioni di euro da destinare ad interventi di messa in sicurezza delle sedi diplomatico-consolari, è del tutto analogo a quello stanziato nel precedente periodo. Il testo evidenza taluni profili problematici per quanto riguarda le norme in tema di conferimento di incarichi di consulenza e in tema di trascinamento di residui di stanziamento. Si tratta di questioni decisive per l'attività di ricostruzione civile a sostegno dei processi di pace e di stabilizzazione.
Ritiene siano meritevoli di attenzione anche altri aspetti quali, ad esempio, l'eventuale assunzione di impegni a favore dell'InCE, in qualità di struttura istituzionale di supporto all'azione di sostegno ai Balcani occidentali, nonché l'introduzione di apposite norme di contrasto alle mutilazioni genitali femminili. A suo avviso, è proficuo cogliere l'opportunità di questo provvedimento per procedere a specifici aggiornamenti di scenario come, ad esempio, sulla situazione in Sudan, dove si sta svolgendo il referendum per l'autonomia della parte meridionale.

Francesco TEMPESTINI (PD) dà atto al sottosegretario Mantica di avere fatto chiarezza circa l'orientamento del Governo sull'impostazione di questo dibattito. In tal modo si è reso esplicito un intento di cambiamento della prassi che vede l'intervento dei rappresentanti dei dicasteri degli affari esteri e della difesa seguire immediatamente l'intervento illustrativo dei relatori al fine di delineare il quadro di contesto politico in cui si collocano le missioni internazionali. A suo avviso sarebbe auspicabile che la prassi finora seguita fosse mantenuta anche in questa occasione, tenuto conto del suo specifico significato politico e non solo procedurale. Inoltre, fornire un inquadramento complessivo iniziale corrisponde ad un vantaggio per il Governo anche ai fini di una corretta impostazione del successivo dibattito.
Alla luce di quanto segnalato dal sottosegretario Mantica, sottolinea che nelle prossime sedute il suo gruppo procederà al consueto approfondimento di carattere generale sui diversi scenari di crisi, ritenendo che una sede separata, quale ad esempio un'audizione, non soddisfi pienamente

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le esigenze di natura istruttoria connesse all'esame del decreto-legge in titolo.

Il sottosegretario Giuseppe COSSIGA ribadisce che la posizione del Governo di prendere la parola in un momento successivo della discussione costituisce un atto di cortesia verso l'onorevole Di Stanislao, che ha già svolto il proprio intervento, e verso gli altri commissari, in quanto consentirà di poter affrontare esaustivamente gli argomenti che emergeranno nel prosieguo del dibattito. Peraltro, come rappresentante del Ministero della Difesa, non ritiene che sia necessario raffigurare un inquadramento complessivo di un provvedimento che, come noto, si limita a prorogare missioni che attuano strategie di politica internazionale ben note.

Francesco BOSI (UdC) osserva che le difficoltà che si ravvisano ogni volta che il Parlamento si trova ad esaminare i provvedimenti di proroga delle missioni discendono, a suo avviso, principalmente dal fatto che per motivi amministrativi e finanziari le proroghe sono di durata semestrale anziché annuale. Ciò anche in riferimento agli impegni in teatri che sono operativi ormai già da diversi anni.

Edmondo CIRIELLI, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia quindi il seguito dell'esame ad altra seduta.

La seduta termina alle 16.55.

UFFICIO DI PRESIDENZA INTEGRATO DAI RAPPRESENTANTI DEI GRUPPI

Martedì 11 gennaio 2011.

L'ufficio di presidenza si è riunito dalle 16.55 alle 17.