CAMERA DEI DEPUTATI
Mercoledì 15 dicembre 2010
416.
XVI LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Cultura, scienza e istruzione (VII)
COMUNICATO
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COMUNICAZIONI DEL PRESIDENTE

Mercoledì 15 dicembre 2010. - Presidenza del presidente Valentina APREA.

La seduta comincia alle 14.

Sulla missione svolta a Bruxelles il 17 e 18 ottobre 2010.
(Svolgimento e conclusione).

Valentina APREA, presidente, rende le comunicazioni sulla missione svolta a Bruxelles il 17 e 18 ottobre 2010 (vedi allegato 1), rivolgendo in particolare un ringraziamento agli uffici per l'organizzazione della missione.

La Commissione prende quindi atto delle comunicazioni rese.

La seduta termina alle 14.15.

SEDE REFERENTE

Mercoledì 15 dicembre 2010. - Presidenza del presidente Valentina APREA. - Interviene il sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio con delega per lo sport, Rocco Crimi.

La seduta comincia alle 14.15.

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Disposizioni per favorire la costruzione e la ristrutturazione di impianti sportivi e stadi anche a sostegno della candidatura dell'Italia a manifestazioni sportive di rilievo europeo o internazionale.
C. 2800, approvata in un testo unificato dalla 7a Commissione permanente del Senato, C. 1255 Giancarlo Giorgetti, C. 1881 Lolli, C. 2251 Frassinetti e C. 2394 Ciocchetti.

(Seguito dell'esame e rinvio - Adozione di un nuovo testo base).

La Commissione prosegue l'esame del provvedimento, rinviato, da ultimo, nella seduta del 7 luglio 2010.

Claudio BARBARO (FLI), relatore, illustra il nuovo testo del provvedimento in esame elaborato dal Comitato ristretto, che propone di adottare come testo base per il seguito dell'esame (vedi allegato 2), dichiarandosi fin d'ora favorevole al trasferimento del suo esame in sede legislativa. Rileva innanzitutto l'opportunità di fissare un termine breve - anche nella giornata di oggi - per la presentazione di eventuali emendamenti, visto che, come concordato unanimemente tra tutti i rappresentanti dei gruppi, non verranno presentati emendamenti al testo illustrato, da deputati della Commissione.
Il nuovo testo è il frutto di un lavoro certosino e prezioso svolto dal Comitato ristretto malgrado alcune che critiche e pressioni cui è stato sottoposto in alcuni momenti del proprio impegno. Sottolinea, ritenendolo un risultato eccellente, che tutti i gruppi parlamentari presenti in Commissione hanno approvato il testo proposto che non ha stravolto il lavoro del Senato, ma ha solo armonizzato alcune sue disposizioni. Rileva che le modifiche di maggior rilievo apportate dal Comitato ristretto hanno riguardato la parte urbanistica del provvedimento, materia nella quale si è voluto lasciare liberi gli enti locali di svolgere appieno le proprie competenze, tenendo anche conto delle valutazioni che la Commissione di merito, la Commissione ambiente, esprimerà al riguardo nel parere di competenza. In questo senso, il Comitato ristretto concordemente non è voluto entrare nel merito di descrizioni dettagliate sul piano urbanistico e infrastrutturale, lasciando il testo aperto a più soluzioni.
Ritiene inoltre di fondamentale importanza aver introdotto la modifica che prevede l'obbligo per le società che andranno a costruire nuovi impianti di destinare una parte all'impiantistica sportiva scolastica. Al riguardo, rileva che tale modifica non risolve certo le carenze del settore ma aver previsto tale disposizione significa non aver varato un provvedimento volto solo a soddisfare interessi del grande calcio, collegando in tal modo lo sport di vertice con quello di base. Segnala inoltre che è stato mantenuto l'impianto dato dalla vigente «legge Melandri» al settore, con alcuni correttivi migliorativi sia sul piano organizzativo che finanziario. Una importante attenzione è stata infine destinata alle società di dilettanti, con l'introduzione di una norma molto attesa dal settore. Da ultimo, ringrazia tutte le forze politiche che coralmente hanno partecipato alla stesura del testo ed estende il ringraziamento al Governo che, con correttezza, ha consentito alla Commissione di svolgere autonomamente il proprio compito.

Valentina APREA, presidente, sulla base della proposta del relatore, propone di adottare come testo base per il seguito dell'esame il nuovo testo della proposta di legge n. 2800, elaborato dal Comitato ristretto.

La Commissione concorda.

Valentina APREA, presidente, sottolinea, in accordo con quanto detto dal relatore, l'ottica condivisa con cui il Comitato ristretto ha steso il nuovo testo, al

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fine di pervenire ad una approvazione finale del provvedimento in sede legislativa.

Giovanni LOLLI (PD) concorda con quanto esposto dal collega Barbaro, relatore sul provvedimento, ricordando che il testo nasce dall'abbinamento di progetti di legge frutto di diversa iniziativa politica, di cui uno a sua firma. Il lavoro svolto è il risultato di un lungo iter avviato negli anni passati, frutto di approfondimenti e riflessioni condivise anche con gli operatori del settore. Ritiene importante quindi che sul provvedimento in oggetto non sorgano errori interpretativi o di comunicazione. Sottolinea che il testo non ha portato ad uno stravolgimento di quello proposto dal Senato ma che si è proceduto in base a quanto emerso nelle audizioni, nel senso di meglio definire gli attori protagonisti del provvedimento e cioè gli attuali proprietari degli stadi, gli enti locali e le società sportive, evitando il rischio di speculazioni. Al riguardo, ricorda che la legge non somministra denari e che gli stadi verranno fatti utilizzando risorse private la cui remunerazione consisterà nel fare le opere e gestirle, sotto il controllo e l'accordo dell'ente pubblico. Segnala che in tutta Europa gli stadi significano ricavi mentre in Italia sono dei carichi onerosi per i Comuni; in particolare evidenzia che nuovi stadi, concepiti diversamente, permettono una migliore fruizione degli impianti e del servizio delle forze dell'ordine. Aggiunge che le misure previste nel testo in esame, relative al settore urbanistico hanno consentito di prevedere la nuova impiantistica secondo le regole della normativa nazionale, senza stravolgimenti pericolosi, perché dove non è consentito costruire una scuola o un ospedale non può essere consentita la costruzione di uno stadio. Nel ringraziare il Governo per l'apporto dato, chiede al sottosegretario Crimi di portare a conoscenza della Commissione lo stato dei lavori relativo al provvedimento sullo sport dilettantistico in corso di esame al Senato.

Pierfelice ZAZZERA (IdV) ricorda il percorso comune che ha permesso di giungere ad un testo condiviso, in linea con quello approvato dal Senato, sul quale le diverse parti politiche si sono confrontate apertamente su diversi temi, quali la sicurezza degli stadi e sul giusto profitto che deve remunerare l'imprenditoria che voglia occuparsi di impianti sportivi polifunzionali, pur nella condivisione del principio per cui l'interesse privato non può confliggere con quello pubblico. E al riguardo sottolinea che si è sgomberato il campo dalle ombre che potevano esserci in proposito, escludendo di conseguenza possibili interventi speculativi. Il provvedimento in esame favorisce quindi la necessaria riqualificazione dell'impiantistica sportiva italiana, che il suo gruppo vede però strettamente connessa alla valorizzazione dello sport dilettantistico, il cui provvedimento è all'esame del Senato. Auspica quindi che i due provvedimenti vadano di pari passo, non volendo ancora una volta favorire «i forti» del calcio professionistico dimenticando i giovani dello sport dilettantistico.

Emerenzio BARBIERI (PdL) ringrazia il relatore e il rappresentante del Governo che non ha voluto operare ingerenze lasciando libero il lavoro dei componenti del Comitato ristretto che hanno saputo trovare un accordo, pur partendo da esperienze diversificate. Esprime soddisfazione per come si è proceduto, sottolineando che, pur in un momento politico delicato come quello attuale, la Commissione cultura è stata ancora una volta in grado di trovare un'intesa tra tutti i gruppi parlamentari, potendo vantare il maggior numero di leggi varate all'unanimità.

Paolo GRIMOLDI (LNP) condivide quanto detto dai colleghi e ringrazia la presidente Aprea per il costante impegno nella ricerca di un fattivo clima di collaborazione fra tutti i gruppi della Commissione. Sottolinea, in particolare, che le modifiche proposte al testo del Senato relative alla realizzazione di impianti scolastici sportivi, vanno incontro alle esigenze

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della parte giovane della popolazione, che il suo gruppo ha sempre promosso.

Il sottosegretario Rocco CRIMI ringrazia il relatore, i componenti del Comitato ristretto e gli uffici che hanno contribuito alla stesura di un nuovo testo, condiviso da tutte le forze politiche. Evidenzia che il Governo ha sempre inteso consentire alla Commissione di lavorare in piena autonomia proprio per favorire il migliore dialogo possibile fra tutti i gruppi. Si riserva di approfondire il testo adottato dalla Commissione come nuovo testo base, ritenendo opportuno però addivenire ad incontri informali, anche con i colleghi dell'omologa Commissione del Senato dove è stato svolto un buon lavoro, in modo da evitare ulteriori, eventuali modifiche che farebbero slittare l'approvazione definitiva della legge stessa. Invita quindi anche i componenti della Commissione a parteciparvi.
Per rispondere alle questioni sollevate dai deputati intervenuti, ricorda che per i fondi relativi all'attuazione della proposta di legge sullo sport dilettantistico, in corso di esame al Senato, è riuscito a stanziare un'iniziale copertura di circa venti milioni di euro all'anno, reperita tra le risorse a sua disposizione. A questa, si dovrebbero aggiungere altri 25 milioni di euro circa, reperiti dalla Presidenza del Consiglio e ulteriori 15 milioni di euro dovrebbero provenire dallo 0,5 per cento all'anno delle risorse provenienti dai diritti televisivi sul calcio, per uno stanziamento complessivo di circa 60 milioni di euro.

Valentina APREA, presidente, rileva che il Governo potrà senz'altro svolgere autonomamente tutti gli approfondimenti che riterrà necessari sul nuovo testo predisposto dal Comitato ristretto.

Claudio BARBARO (FLI), relatore, fermo restando il rispetto per i colleghi dell'omologa Commissione dell'altro ramo del Parlamento, ritiene peraltro necessario procedere autonomamente, così come hanno fatto loro. Ribadisce in ogni caso l'esigenza di fissare un termine breve per la presentazione di eventuali emendamenti.

Pierfelice ZAZZERA ritiene che il relatore ponga un problema politico vero: essere giunti alla fine di un percorso che ha portato all'approvazione di un nuovo testo condiviso da tutti i gruppi politici, resistendo anche a forti pressioni come ricordato, comporta l'esigenza di accelerare i tempi e fissare il termine per gli emendamenti entro la serata odierna.

Giovanni LOLLI (PD) concorda con il collega Barbaro, rilevando che sarà l'Esecutivo a valutare, anche a titolo di cortesia istituzionale, se estendere l'invito a componenti della Commissione.

Emerenzio BARBIERI (PdL) ritiene che la valutazione espressa dal sottosegretario esprima un'esigenza politica che l'Esecutivo potrà senz'altro soddisfare autonomamente.

Valentina APREA, presidente, concorda con i colleghi sull'esigenza di mantenere distinte le prerogative dei due rami del Parlamento. Come in occasione della recente approvazione del disegno di legge di riforma sull'università, ritiene che il Governo potrà valutare in piena autonomia osservazioni e proposte che gli verranno sottoposte, anche da rappresentanti dell'altro ramo del Parlamento. Ribadisce peraltro l'esigenza di preservare l'autonomia della Commissione e di questo ramo del Parlamento, come sempre avvenuto. Prende atto con soddisfazione, in ogni caso, che ancora una volta la Commissione è giunta unanimemente alla definizione di un nuovo testo, anche ai fini del trasferimento in sede legislativa dell'esame del provvedimento. Ritiene peraltro necessario fissare il termine per la presentazione degli emendamenti, così come richiesto dal relatore.

Emerenzio BARBIERI (PdL), anche a nome dei deputati del suo gruppo. concorda con la proposta di fissare un termine breve per la presentazione di emendamenti.

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Paolo GRIMOLDI (LNP), anche a nome del gruppo cui appartiene, concorda con la proposta del collega Barbieri.

Giovanni LOLLI (PD) concorda con i colleghi intervenuti, preannunciando che non verranno presentati emendamenti da parte dei deputati del gruppo cui appartiene. Ritiene che il Governo potrà valutare eventuali correzioni formali al testo elaborato dal Comitato ristretto, senza che questo modifichi però l'impianto al quale è pervenuta unanimemente la Commissione.

Il sottosegretario Rocco CRIMI prende atto dell'orientamento della Commissione, riservandosi di sottoporre il nuovo testo in esame ai soggetti interessati alla sua applicazione.

Valentina APREA, presidente, tenendo conto dell'orientamento unanime dei componenti della Commissione, propone di fissare il termine per la presentazione di eventuali emendamenti al nuovo testo del progetto di legge n. 2800 elaborato dal Comitato ristretto, adottato come testo base, alle ore 19 di oggi, mercoledì 15 dicembre 2010.

La Commissione concorda.

Valentina APREA, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia quindi il seguito dell'esame ad altra seduta.

Istituzione della Soprintendenza del mare e delle acque interne e organizzazione del settore del patrimonio storico-culturale sommerso nell'ambito del Ministero per i beni e le attività culturali.
C. 2302 Granata.

(Seguito dell'esame e rinvio - Nomina di un Comitato ristretto).

La Commissione prosegue l'esame del provvedimento, rinviato nella seduta dell'8 luglio 2010.

Benedetto Fabio GRANATA (FLI), relatore, rinvia alle considerazioni già espresse nella sua relazione svolta nella seduta dell'8 luglio scorso, rilevando come in quella sede il sottosegretario Giro abbia espresso la propria condivisione per il provvedimento in esame. Propone quindi di proseguire l'esame del provvedimento in Comitato ristretto.

Valentina APREA, presidente, alla luce della proposta del relatore, propone la costituzione di un Comitato ristretto per la prosecuzione dell'esame del provvedimento in oggetto.

La Commissione delibera quindi di costituire un Comitato ristretto, riservandosi il presidente di nominarne i componenti sulla base delle designazioni dei gruppi.

La seduta termina alle 15.10.

ATTI DEL GOVERNO

Mercoledì 15 dicembre 2010. - Presidenza del presidente Valentina APREA.

La seduta comincia alle 15.10.

Schema di decreto ministeriale per il riparto del Fondo ordinario per gli enti e le istituzioni di ricerca per l'anno 2010.
Atto n. 303.

(Esame, ai sensi dell'articolo 143, comma 4, del regolamento, e conclusione - Parere favorevole).

La Commissione inizia l'esame dello schema di decreto all'ordine del giorno.

Valentina APREA (PdL) presidente e relatore, ricorda preliminarmente che il decreto legislativo n. 204 del 1998 ha stabilito, all'articolo 1, che il Governo, nel

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documento di programmazione economica e finanziaria (DPEF), determina gli indirizzi e le priorità strategiche per gli interventi a favore della ricerca scientifica e tecnologica, definendo il quadro delle risorse finanziarie da attivare. Rileva innanzitutto che il provvedimento in discussione arriva con forte ritardo all'esame del Parlamento, costringendo la Commissione ad un esame a tappe forzate. Desidera ringraziare a questo proposito tutti i gruppi della Commissione, in particolare quelli di opposizione, che si sono fatti carico dell'esigenza di concludere, già nella seduta odierna, l'esame della proposta di parere che formulerà. Preannuncia, in questo senso, che è stata presentata una risoluzione, a firma di tutti i rappresentanti dei gruppi, sulla materia oggetto del provvedimento, che verrà discussa la prossima settimana, proprio per esprimere il segnale di un'attenzione forte della Commissione sui finanziamenti destinati agli enti di ricerca.
Ricorda quindi che l'articolo 1 del provvedimento in esame reca la ripartizione del Fondo ordinario fra gli enti di ricerca, specificato nella tabella allegata all'atto - al netto delle somme destinate alla società Sincrotrone di Trieste e al CISAM - per un importo pari a euro 1.754,8 milioni. Rispetto al 2009 (euro 1.628,6, milioni), si registra un aumento di euro 126,2 milioni (+7,7 per cento). La proposta di riparto per il 2010 tiene conto delle disposizioni dell'articolo 8 del decreto ministeriale di riparto per il 2009, che determina quale riferimento per la predisposizione dei bilanci di previsione degli enti per il 2010 il 100 per cento dell'assegnazione ordinaria stabilita per il 2009. Esclusivamente per l'Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia l'assegnazione ordinaria è stata aumentata di euro 230,8. La relazione specifica che ciò è dovuto all'oneroso impegno di collaborazione con il Dipartimento della protezione civile. Alle assegnazioni ordinarie sono state, quindi, aggiunte le somme dovute a regime e conseguenti alle deroghe per assunzioni di personale, relative agli anni 2003-2006 - che non è stato possibile assegnare negli anni precedenti per indisponibilità delle somme - per un importo pari a euro 44,2 milioni, nonché le somme assegnate quali contributi straordinari a destinazione vincolata, per un totale di euro 113,1 milioni. Precisa che la relazione evidenzia anche che, come già negli anni precedenti, si è ritenuto di non operare alcuna riduzione delle assegnazioni relative a determinati enti di ricerca - tra i quali CNR, ASI, OGS - a favore del Fondo speciale per lo sviluppo della ricerca di interesse strategico, in considerazione della ridotta disponibilità del capitolo e degli altri strumenti a disposizione del Ministero per interventi di valenza strategica nel settore della ricerca. L'articolo 2 prevede che la somma di euro 14.232.405 è accantonata, quanto a euro 14,0 milioni per le esigenze della società Sincrotrone di Trieste - ai sensi dell'articolo 2, comma 2, del decreto-legge n. 7 del 2005 - e, per la restante parte, per quelle del CISAM. Gli articoli da 3 a 10 specificano invece alcuni progetti inclusi nella previsione di assegnazione a favore degli Istituti, ai quali sono destinati contributi straordinari, tranne in un caso. Al riguardo, segnala che la relazione illustrativa specifica, in particolare, che per il 2010, in virtù del nuovo assetto organizzativo del MIUR, nella ripartizione dei fondi la Direzione generale per il coordinamento e lo sviluppo della ricerca ha operato in contatto con la Direzione generale per l'internazionalizzazione della ricerca - che ha competenza sulla vigilanza e il funzionamento dell'ASI - per individuare le principali necessità di intervento finanziario straordinario finalizzato a sostenere attività di carattere internazionale cui l'Italia partecipa. Complessivamente, sempre in base alla relazione illustrativa, i contributi straordinari per attività internazionali ammontano ad euro 40,0 milioni. L'evidenza dei contributi relativi ad attività internazionali - unitamente al riferimento ai progetti bandiera - rappresentano due novità dello schema in esame.
Aggiunge che l'articolo 3 riguarda specificamente il CNR, la cui assegnazione

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comprende, nell'ambito della quota per attività internazionali: euro 0,2 milioni per la partecipazione all'Associazione scientifica internazionale Von Karman. La relazione evidenzia che l'importo è stato indicato dalla rappresentanza permanente d'Italia presso il Consiglio Atlantico di Bruxelles; euro 5,3 milioni a titolo di integrazione della quota di partecipazione dell'Italia a ESRF (European Synchrotron Radiation Facility) di Grenoble; euro 6,5 milioni per la realizzazione del programma di ricerca internazionale relativo alla fusione nucleare ITER e Broader Approach e del 50 per cento della quota di partecipazione dell'Italia al programma Fusion for Energy; la relazione specifica che il 50 per cento indicato è pari a euro 460.000 e che il restante 50 per cento sarà erogato attraverso l'INFN; euro 0,3 milioni per ricerche con Israele nell'ambito del programma LENS, in cui il laser è impiegato per lo studio della materia; euro 3,5 milioni per implementare alcuni progetti della Roadmap europea ESFRI; la relazione specifica che alcuni progetti sono di specifico interesse del CNR, altri devono essere realizzati su indicazione del MIUR; euro 0,8 milioni per la partecipazione dell'Italia al programma HFSP (The Human Frontier Science Program), che finanzia la ricerca di base nelle scienze della vita. Inoltre, la quota assegnata al CNR comprende: euro 2,6 milioni a favore dell'Istituto di biologia cellulare per attività internazionale afferente all'area di Monterotondo - evidenzia che si tratta dell'unico contributo che, in base all'articolo 13 dello schema, non ha carattere straordinario; euro 18,0 milioni per la realizzazione della campagna antartica 2010 nell'ambito del programma nazionale di ricerche in Antartide; la relazione ricorda che la normativa vigente, ovvero il decreto legislativo n. 213 del 2009, affida al CNR la programmazione e il coordinamento delle attività polari; euro 1,3 milioni per il potenziamento delle ricerche riguardanti genomica funzionale e neuroscienze; euro 6,0 milioni per il completamento del finanziamento del progetto SHARE (Station at Hight Altitude for Research on the Environment); euro 1,0 milioni per l'avvio del progetto TALMUD, per la traduzione integrale in lingua italiana, con commento e testo originale, del Talmud - la relazione specifica che il progetto prevede un finanziamento complessivo di euro 5 milioni, da corrispondere in 5 anni; euro 6,1 mln per l'avvio delle attività scientifiche del Consorzio «Collezione naturale di composti chimici e Centro di screening - CNCCS», del quale il CNR è socio. La relazione specifica inoltre che l'impegno di spesa per il MIUR è previsto per un triennio, ma non indica l'importo complessivo. Le ultime quattro voci attengono a progetti indicati come bandiera nella relazione. Si tratta di: euro 1,0 milioni a sostegno del progetto Epigenomica, che ha tra i suoi obiettivi l'individuazione di molecole markers di malattie genetiche, avente un costo complessivo pari a euro 30 milioni in 3 anni; euro 10,0 milioni per il progetto Ritmare - Ricerca italiana per il mare, del quale il CNR è capofila - la relazione evidenzia peraltro che il progetto ha tra i suoi obiettivi la costituzione di una rete internazionale di laboratori per il Mar Mediterraneo; euro 1,0 milioni per il progetto. Rileva che l'ambito nucleare, del quale il CNR è capofila, finalizzato a rafforzare il sistema energetico nazionale; euro 1,0 milioni per il progetto La fabbrica del futuro, orientato a un nuovo sviluppo sostenibile nel settore manifatturiero. Con riferimento ai progetti SHARE, ITER e Broader Approach, ESFR, ricorda che la VII Commissione aveva condizionato il proprio parere favorevole sullo schema di riparto per il 2009 ad un incremento delle risorse a disposizione del CNR per il loro adeguato finanziamento. Osserva che alla indicata condizione il Governo ha dato seguito, prevedendo una specifica assegnazione, rispettivamente, di euro 3,6 e 5,3 milioni. Il successivo articolo 4 riguarda invece l'Istituto nazionale di fisica nucleare (INFN), la cui assegnazione comprende, nell'ambito delle somme destinate ad attività internazionali: euro 3,5 milioni per i programmi ITER e Broader Approach e per il 50 per cento della quota di partecipazione al programma Fusion for

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Energy; euro 2,0 milioni per avviare il programma internazionale IGI-EGI - la relazione evidenzia che il programma si riferisce a una nuova organizzazione legale europea che dovrà coordinare le attività generali gestite dalle infrastrutture nazionali nel settore del calcolo, quindi l'apporto del MIUR si unisce a quello di altri Dicasteri; 1 milione di euro per le attività previste nell'ambito del programma KM3NeT, destinato a monitorare gli ambienti marini profondi, anche attraverso un telescopio sottomarino. Oltre alle citate somme destinate ad attività internazionali, la quota assegnata all'INFN comprende 19 milioni di euro per il progetto bandiera SuperB, il quale, in base alla relazione, ha l'obiettivo di realizzare un acceleratore per elettroni e positroni ad alta luminosità.
Rileva quindi che l'articolo 5 riguarda quindi l'Istituto nazionale di astrofisica (INAF), la cui assegnazione comprende: euro 2 milioni per la manutenzione di attrezzature scientifiche dell'Istituto (in base alla relazione: antenna di Noto; antenna e parabola di Medicina; ricevitori per antenna SRT); 3 milioni di euro per la realizzazione del progetto bandiera ASTRI-Astrofisica con specchi a tecnologia replicante italiana. Il successivo articolo 6 riguarda l'Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia (INGV), la cui assegnazione comprende, nell'ambito della quota per attività internazionali, 3 milioni di euro per la partecipazione al programma EMSO. Sottolinea che la relazione evidenzia che si tratta della rete permanente europea di osservatori multidisciplinari sottomarini, alcuni dei quali localizzati in acque italiane. L'articolo 7 riguarda invece l'Istituto nazionale di oceanografia e di geofisica sperimentale (OGS), la cui assegnazione comprende: 2 milioni di euro per la manutenzione della nave oceanografica EXPLORA; 1 milione di euro, nell'ambito della quota per attività internazionali, per la partecipazione al programma EuroArgo, finalizzato all'osservazione in situ degli oceani per lo studio del loro ruolo nel sistema climatico. L'articolo 8 riguarda inoltre la stazione zoologica Anton Dohrn, la cui assegnazione comprende euro 1,5 milioni per le esigenze connesse alla partecipazione al Consorzio BIOGEM, mentre il successivo articolo 9 è relativo al Consorzio per l'area di ricerca scientifica e tecnologica di Trieste, la cui assegnazione comprende euro 13 milioni, nell'ambito della quota per attività internazionali, destinati a sostenere alcuni programmi della Società Sincrotrone. Precisa, in particolare che 5 milioni di euro sono destinati al progetto European X-FEL. Come indicato dalla relazione, il progetto è finalizzato a costruire una nuova sorgente per la produzione e l'uso scientifico di impulsi ultra-brillanti e ultra-brevi di radiazione X con coerenza spaziale. L'Italia si è impegnata a contribuire per 33 milioni di euro, su più anni; 2 milioni di euro per la partecipazione alla fase di precostruzione dell'infrastruttura ESS-European Spallation Source che, in base alla relazione, sarà la più intensa sorgente di neutroni operante al mondo; euro 5,0 milioni per il progetto EUROFEL, che, in base alla relazione, prevede la creazione di un consorzio europeo che coordini la progettazione e l'utenza dei Laser ad elettroni liberi di energia intermedia; 1 milione di euro per il progetto INSTRUCT, infrastruttura di biologia strutturale integrata. Rileva ancora che l'articolo 10 specifica che l'assegnazione all'Istituto nazionale di alta matematica Francesco Severi comprende euro 0,2 milioni per la realizzazione del programma europeo per borse di studio Bando COFUND 2008. La relazione chiarisce che si tratta della prima annualità a titolo di cofinanziamento di un programma che ha già ottenuto il finanziamento nell'ambito del VII Programma Quadro UE. L'articolo 11 riguarda invece le assegnazioni relative agli importi arretrati per assunzioni in deroga, già evidenziate; l'articolo 12 dispone che, qualora nel 2010 gli enti registrino avanzi di amministrazione relativi al 2009 o agli anni precedenti, non vincolati a specifiche finalità, essi dovranno essere utilizzati per la copertura dei progetti bandiera inseriti nei programmi 2010 degli stessi enti, oppure indicati o connessi al nuovo PNR, o rispondenti

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a indirizzi strategici di ricerca impartiti dal MIUR. Aggiunge che l'articolo 13 reca le indicazioni per il successivo biennio: per il 2011 gli enti, ai fini dell'elaborazione dei bilanci di previsione, potranno considerare come riferimento l'87 per cento dello stanziamento ordinario dell'anno in corso, con esclusione, cioè, dei contributi straordinari indicati negli articoli da 3 - esclusa la lettera a) - a 10 e delle somme dovute per le assunzioni in deroga; per il 2012 la percentuale indicata potrà essere oggetto di modifica. L'articolo 14 prevede invece che per il 2011 una quota pari al 7 per cento del Fondo sarà destinata, in applicazione dell'articolo 4 del decreto legislativo n. 213 del 2009, al finanziamento premiale di programmi e progetti proposti dagli enti anche congiuntamente. A tale assegnazione si provvederà con apposito decreto. Ricorda che i criteri e le motivazioni di assegnazione di tale quota saranno disciplinati con decreto ministeriale di natura non regolamentare; il medesimo articolo 14 dispone, inoltre, che una ulteriore quota dell'8 per cento del Fondo sarà destinata a finanziare i progetti bandiera inseriti nel PNR e i progetti ritenuti di particolare interesse nell'ambito delle scelte strategiche e degli indirizzi di ricerca impartiti dal MIUR.
Propone quindi di esprimere parere favorevole sul provvedimento in esame.

Luigi NICOLAIS (PD) ritiene che non si debba essere benevoli con il metodo del Governo di assegnare con deprecabile e non più tollerabile ritardo i fondi agli enti di ricerca, che in tal modo non sono in grado di pianificare la ricerca stessa. Stigmatizza fortemente tale metodo, considerando che non si possa continuare a procedere con budget ex post, finanziando la ricerca passata e, in mancanza di un vero piano triennale, impedendo di investire nella ricerca futura. Lamenta inoltre che l'ANVUR, deputata al controllo della ricerca scientifica, non è ancora operativa, evidenziando al contempo che il piano nazionale di ricerca attende da oltre un anno di essere varato dal Governo che priva così l'Italia di un necessario piano strategico per il settore. Per le ragioni esposte, preannuncia il voto di astensione, anche a nome del gruppo da lui rappresentato, sulla proposta di parere favorevole presentata dal relatore.

Paola GOISIS (LNP) esprime la propria soddisfazione per gli stanziamenti previsti dal provvedimento in oggetto che sono superiori rispetto a quelli dell'anno passato; ritiene che tale sforzo, in un momento economico delicato come l'attuale, vada comunque apprezzato. Concorda con la necessità di avere quanto prima un piano nazionale per la ricerca, ma evidenzia che sarebbe necessario avere anche un piano dei risultati scientifici conseguiti, visto che l'Italia si trova in buona posizione per la ricerca rispetto ad altri Paesi europei. Riterrebbe utile, d'altra parte, avere informazioni anche sulla gestione dei fondi assegnati, precisando quanto di tali risorse vada alla ricerca e quanto alla gestione ordinaria. Preannuncia quindi, anche a nome del gruppo da lei rappresentato, il voto favorevole sulla proposta di parere presentata dal relatore.

Antonio PALMIERI (PdL) concorda con quanto esposto dai colleghi che l'hanno preceduto, rilevando che il dato più complicato è sempre quello di avere i risultati della ricerca posta in essere, anche a fronte dei fondi stanziati. Preannuncia quindi, anche a nome del gruppo da lui rappresentato, il voto favorevole sulla proposta di parere del relatore.

Luisa CAPITANIO SANTOLINI (UdC) ricorda che già in diverse sedi aveva denunciato la totale irresponsabilità del Governo nel ritardare in maniera così grave e senza precedenti l'assegnazione dei fondi per gli enti di ricerca. Ricorda che nel corso dell'esame del disegno di legge di riforma dell'università aveva presentato una proposta emendativa che obbligasse il Ministero a rispettare i termini per l'assegnazione dei medesimi fondi. Non ritiene quindi soddisfacente il provvedimento in esame sia nel metodo che nel merito, in quanto la cifra stanziata non

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darà certo una svolta alla ricerca scientifica in Italia. Per tali ragioni, preannuncia a nome del gruppo da lei rappresentato l'astensione sulla proposta di parere favorevole presentata dal relatore.

Fabio GRANATA (FLI) concorda con quanto detto sul metodo e sul merito del provvedimento e preannuncia a nome del gruppo che rappresenta l'astensione sulla proposta di parere favorevole presentata dal relatore.

La Commissione approva quindi la proposta di parere favorevole del relatore.

Schema di decreto ministeriale recante la definizione della classe delle lauree magistrali a ciclo unico in conservazione e restauro dei beni culturali.
Atto n. 296.

(Esame, ai sensi dell'articolo 143, comma 4, del regolamento, e rinvio).

La Commissione inizia l'esame dello schema di decreto all'ordine del giorno.

Elena CENTEMERO (PdL) relatore, ricorda che l'articolo 1 dello schema di decreto in esame definisce la classe delle lauree magistrali a ciclo unico in Conservazione e restauro dei beni culturali, di cui all'allegato dello stesso schema, in base al comma 1. I corsi di laurea - di durata pari a 5 anni, con l'acquisizione di 300 crediti formativi e il superamento di 30 esami - sono finalizzati a formare laureati magistrali con il profilo corrispondente alla qualifica professionale di restauratore di beni culturali di cui all'articolo 29 del Codice dei beni culturali, decreto legislativo n. 42 del 2004, e, pertanto, la denominazione dei corsi stessi deve essere corrispondente a quella della qualifica, ai sensi dei commi 2 e 3 dell'articolo in esame. Non si possono prevedere denominazioni differenti, che facciano riferimento a curricula, indirizzi, orientamenti o altre articolazioni interne, in base al disposto dell'articolo 6, comma 1. Essi devono essere istituiti con le modalità previste dall'articolo 11, comma 1, della legge n. 341 del 1990, recante riforma degli ordinamenti didattici universitari, che dispone che ogni ateneo si dota di un regolamento didattico di ateneo per disciplinare l'ordinamento degli studi e individua la procedura di emanazione. Le modifiche ai regolamenti didattici di ateneo ai fini dell'inserimento dei corsi in questione devono essere approvate in tempo utile per consentire l'avvio dei corsi all'inizio dell'anno accademico. Il comma 4 dispone che i corsi siano istituiti nel rispetto delle disposizioni sulla programmazione del sistema universitario e dei requisiti strutturali, organizzativi e di qualificazione dei docenti determinati con decreto del Ministro. Il successivo comma 5, invece, richiamando il pieno e integrale rispetto di tutti i requisiti previsti dagli articoli 2, 3 e 4 del decreto ministeriale n. 87 del 2009, relativo alla definizione dei criteri e livelli di qualità cui si adegua l'insegnamento del restauro, nonché delle modalità di accreditamento, dei requisiti minimi organizzativi e di funzionamento dei soggetti che impartiscono tale insegnamento - relativi, rispettivamente, a criteri e livelli di qualità del percorso formativo, caratteristiche del corpo docente e requisiti per l'accreditamento - affida ad un ulteriore decreto del Ministero dell'istruzione, università e ricerca (MIUR), da adottare di concerto con il Ministero dei beni e delle attività culturali (MIBAC) la definizione dei requisiti necessari per i corsi di laurea magistrale. Il comma 8 dell'articolo in commento, infine, modificando implicitamente l'articolo 1, comma 2, del citato decreto ministeriale n. 87 del 2009, contiene disposizioni relative ai corsi organizzati dalle Accademie di belle arti, dalle Scuole di alta formazione e di studio degli istituti centrali del MIBAC e dai centri costituiti a seguito di accordi fra il MIUR e le regioni, per i quali stabilisce che si applica il comma 6. Per l'attivazione di corsi da parte di altri soggetti pubblici e privati rimane, invece, ferma la necessità di accreditamento.
Aggiunge quindi che gli articoli 2, 3 e 4 dello schema di decreto in esame riguardano

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la definizione degli ordinamenti didattici e degli insegnamenti, la disciplina del riconoscimento dei crediti e la verifica della preparazione ai fini dell'accesso ai corsi. Per quanto riguarda il primo aspetto, si dispone che le università specificano gli obiettivi formativi con riferimento ai profili di competenza dei restauratori, già definiti dal decreto ministeriale n. 86 del 2009, in materia di definizione dei profili di competenza dei restauratori e degli altri operatori che svolgono attività complementari al restauro o altre attività di conservazione dei beni culturali mobili; al termine del percorso, i laureati devono possedere le competenze professionali previste dal citato decreto. Gli ordinamenti didattici dei corsi di laurea magistrale devono assicurare agli studenti una solida preparazione sia nelle discipline di base che in quelle caratterizzanti, evitando la dispersione dell'impegno conseguente ad un eccessivo numero di insegnamenti. Va, inoltre, garantita agli studenti la possibilità di svolgere le attività formative scelte autonomamente, purché coerenti con il progetto formativo o appartenenti ad ambiti disciplinari affini o integrativi rispetto alle attività di base o caratterizzanti; connesse alla preparazione della prova finale; volte ad acquisire ulteriori competenze linguistiche, informatiche, relazionali, o utili per l'inserimento nel mondo del lavoro, compresi tirocini lavorativi e di orientamento. Conseguentemente, l'elenco degli insegnamenti e delle altre attività formative, determinato con il regolamento didattico del corso di laurea, deve essere strettamente funzionale agli obiettivi formativi specifici del corso, secondo quanto stabilito dall'articolo 3, comma 1. Sottolinea, con riferimento a tale aspetto, che l'allegato dello schema di atto in esame declina gli obiettivi formativi qualificanti della classe di laurea magistrale. In particolare, il corso di laurea è articolato in 6 percorsi formativi professionalizzanti: materiali lapidei e derivati; superfici decorate dell'architettura; manufatti dipinti su supporto ligneo e tessile; manufatti scolpiti in legno, arredi e strutture lignee e manufatti in materiali sintetici lavorati, assemblati e/o dipinti; materiali e manufatti tessili e pelle; materiali e manufatti ceramici e vitrei e materiali e manufatti in metallo e leghe; materiale librario e archivistico, manufatti cartacei e materiale fotografico, cinematografico e digitale; strumenti musicali, strumentazioni e strumenti scientifici e tecnici. Evidenzia che a ciascuno di questi percorsi devono essere attribuiti non meno di 90 crediti formativi universitari (CFU), inoltre sono riservati 50 CFU alle attività formative di base - dei quali, 24 per l'ambito disciplinare «Formazione scientifica» e 26 per l'ambito disciplinare «Formazione storica e storico-artistica» - e 58 CFU alle attività formative caratterizzanti - dei quali, 8 per «Metodologie per la conservazione e il restauro», 24 per «Scienze e tecnologie per la conservazione e il restauro», 14 per «Beni culturali» e 12 per «Formazione giuridica, economica e gestionale» -, per un totale, quindi, di 108 CFU. Per la disciplina del riconoscimento dei crediti, si conferma che ciascun CFU corrisponde a 25 ore di impegno, secondo quanto stabilito dall'articolo 4, comma 1. Per ogni corso di laurea magistrale, i regolamenti didattici di ateneo determinano il numero intero di crediti assegnati ad ogni attività formativa, in base al combinato disposto degli articoli 2, comma 5, e 4, comma 2. Il numero massimo degli esami è 30, secondo quanto stabilito dall'articolo 3, comma 2).
Osserva quindi che lo schema di decreto prevede che, per le attività formative scelte autonomamente, coerenti con il progetto formativo o appartenenti ad ambiti disciplinari affini o integrativi, gli ordinamenti didattici devono assicurare un numero minimo di crediti, pari, rispettivamente, a 8 e 12, secondo quanto stabilito dall'articolo 2, comma 3. Per le attività formative scelte autonomamente coerenti con il progetto formativo, invece, i regolamenti didattici assicurano allo studente la libertà di scelta fra tutti gli insegnamenti attivati, consentendo anche l'acquisizione di ulteriori crediti in discipline di base e caratterizzanti, in base a quanto prevede l'articolo 2, comma 4. In caso di trasferimento degli studenti da un'università

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ad un'altra o da un corso di laurea magistrale ad un altro, deve essere invece riconosciuto il maggior numero possibile dei crediti già maturati, secondo criteri e modalità definiti dai regolamenti didattici dei corsi di destinazione, utilizzando eventualmente anche i colloqui per la verifica delle conoscenze acquisite. Il mancato riconoscimento di crediti deve essere motivato. Solo nel caso in cui il trasferimento dello studente è effettuato tra corsi di laurea magistrale appartenenti alla stessa classe di cui allo schema, la quota di crediti relativi al medesimo settore scientifico-disciplinare direttamente riconosciuti allo studente non può essere inferiore al 50 per cento di quelli maturati, ai sensi del combinato disposto degli articoli 2, commi 6 e 7, e 7, comma 2. Le università possono riconoscere le conoscenze e le abilità professionali certificate individualmente, nonché le altre conoscenze e abilità maturate in attività formative di livello post-secondario alla cui progettazione e realizzazione l'università abbia concorso. Il numero massimo di CFU riconoscibili è fissato, per ogni corso di laurea magistrale, nel proprio ordinamento didattico e non può essere superiore ai limiti previsti dalla normativa vigente, secondo il dettato dell'articolo 3, comma 3. La frazione dell'impegno orario complessivo riservata allo studio personale, infine, non può essere superiore al 30 per cento, in considerazione dell'elevato contenuto pratico delle attività formative e di tirocinio applicativo, in base all'articolo 4, comma 2. Le modalità di verifica della preparazione ai fini dell'accesso ai corsi sono fissate dal regolamento didattico di ateneo, ai sensi dell'articolo 4, comma 3. Aggiunge che l'articolo 5, comma 1, disciplina la prova finale dei corsi di laurea magistrale, che ha valore di esame di Stato abilitante all'esercizio della professione. Per quanto concerne le modalità organizzative della prova finale, il successivo comma 2 prevede due sessioni, in periodi definiti a livello nazionale con decreto adottato di concerto tra MIUR e MIBAC, e l'articolazione dell'esame in due prove, di cui una a carattere applicativo - intervento pratico laboratoriale - e una a carattere teorico-metodologico, per la discussione di un elaborato scritto. Se la prima prova non è superata, l'esame può essere ripetuto nella sessione successiva. La Commissione esaminatrice è composta da 11 membri, di cui: 7 nominati dal Rettore, su proposta del Consiglio di corso di laurea; 2 designati dal MIBAC tra i restauratori che esercitino attività professionale da almeno 10 anni, ma in fase di prima applicazione, i membri sono scelti tra i soggetti in possesso di un diploma conseguito presso una scuola di restauro statale, purché iscritti ai relativi corsi prima del 31 gennaio 2006; 2 designati dal MIUR.
Ricorda ancora che l'articolo 6, comma 2, dello schema di atto in esame disciplina il rilascio, come supplemento al diploma, di un certificato, redatto anche in lingua inglese, recante le principali informazioni relative alla carriera universitaria dello studente. Il Diploma Supplement - sviluppato per iniziativa della Commissione Europea, del Consiglio d'Europa e dell'Unesco/Cepes - mira a superare gli ostacoli che non permettono l'adeguata spendibilità e il riconoscimento dei titoli di studio. Il successivo articolo 7, comma 1, dispone, ai fini delle immatricolazioni a decorrere dall'anno accademico 2011/2012, che entro 3 mesi dalla data di entrata in vigore del decreto, con un successivo decreto ministeriale, sentito il CUN, si procede alla revisione delle attuali classi di laurea attinenti restauro e conservazione dei beni culturali. Il successivo comma 2 dell'articolo 7 consente quindi l'iscrizione al nuovo corso di laurea magistrale agli studenti dei corsi di laurea e di laurea magistrale attinenti il restauro già esistenti, secondo modalità definite dagli atenei. Sono riconosciuti almeno i crediti già acquisiti nei settori scientifico-disciplinari presenti nell'ordinamento didattico di provenienza, fermo restando l'obbligo di acquisizione e/o di riconoscimento dei 90 CFU relativi ad attività di laboratorio necessari per conseguire il diploma di laurea magistrale a ciclo unico. Il comma 3 dispone infine che, nel primo triennio di

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applicazione, eventuali modifiche alla classe di laurea magistrale sono apportate con decreto adottato di concerto dal MIUR e dal MIBAC, sentito il CUN.
Rinvia alle osservazioni contenute nel dossier di documentazione, predisposto dagli uffici, che si riserva di considerare nella proposta di parere che verrà formulata, una volta acquisita la posizione dei rispettivi gruppi sul provvedimento in esame. Concorda inoltre con la proposta, già formulata in Ufficio di presidenza, di procedere ad una audizione informale di soggetti interessati all'applicazione del provvedimento, nel corso della prossima settimana.

Valentina APREA, presidente, nessuno chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.

La seduta termina alle 15.40.