CAMERA DEI DEPUTATI
Giovedì 11 novembre 2010
396.
XVI LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Finanze (VI)
COMUNICATO
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DELIBERAZIONE DI RILIEVI

Giovedì 11 novembre 2010. - Presidenza del presidente Gianfranco CONTE. - Interviene il sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze Sonia Viale.

La seduta comincia alle 10.05.

Progetto di Programma nazionale di riforma per l'attuazione della Strategia per una crescita intelligente, sostenibile e inclusiva - Europa 2020.
Doc. CCXXXVI, n. 1.
(Rilievi alla V Commissione).
(Seguito dell'esame e conclusione).

La Commissione prosegue l'esame del provvedimento, rinviato nella seduta del 10 novembre scorso.

Maurizio BERNARDO (PdL), relatore, riformula la propria proposta di rilievi (vedi allegato 1).

Gianfranco CONTE, presidente, avverte che il deputato Barbato ha presentato una proposta alternativa di rilievi (vedi allegato 2), la quale sarà posta in votazione solo qualora fosse respinta la proposta di rilievi formulata dal relatore.

Alberto FLUVI (PD) esprime apprezzamento per lo sforzo, compiuto dal relatore, di introdurre nella sua proposta alcuni rilievi che corrispondono ad alcune osservazioni svolte da componenti dei gruppi di opposizione, prendendo atto, peraltro, dell'evidente imbarazzo mostrato dallo stesso relatore quando ha cercato di sottolineare come il contenuto del progetto di Programma si ponga in una linea di continuità con le iniziative intraprese dal Governo, nel corso di questi primi due anni di legislatura, nel campo della politica economica e di bilancio.
Richiama, quindi, le considerazioni critiche espresse nella seduta di ieri, condivise anche dal Presidente Conte, relativamente al metodo che sta caratterizzando l'iter parlamentare dei documenti di bilancio,

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il cui esame procede in una condizione di confusione ed incertezza che non consente di approfondire in maniera adeguata i fondamentali temi affrontati da tali provvedimenti, anche a causa del ritardo con cui il Governo li ha trasmessi alle Camere.
Passando al contenuto del progetto di Programma nazionale di riforma, rileva, innanzitutto, come esso possa essere suddiviso in due parti, la seconda delle quali, a partire dall'introduzione, costituisce null'altro che un collage di brani tratti da provvedimenti precedenti.
Una vera e propria sintesi della politica economica attuata dal Governo in questi due anni di legislatura è contenuta, invece, nella parte finale del punto 3, lettera a), della Nota aggiuntiva, laddove si osserva come le conclusioni del G20 e dell'Unione europea siano tutte orientate al principio della prudenza e del rigore fiscale.
Da questo punto di vista, un dibattito corretto su questi temi non può prescindere dalla considerazione circa gli effetti oltremodo negativi prodotti dalle iniziative dell'Esecutivo, che hanno condotto, in primo luogo, ad un notevole aumento del debito pubblico, del deficit e della disoccupazione.
A tale riguardo, ritiene sia ormai sfumata la speranza, nutrita negli ultimi giorni, che le critiche formulate dall'opposizione anche di recente, in occasione dell'esame dello Schema di Decisione di finanza pubblica e del disegno di legge di stabilità, avessero indotto il Governo e la maggioranza a prendere finalmente coscienza che, senza un'efficace azione di stimolo all'economia, risulta difficile garantire la qualità e la sostenibilità della finanza pubblica.
Infatti, le misure di sviluppo preannunciate dal Governo e poi trasfuse nell'emendamento presentato ieri sera dal Governo al disegno di legge di stabilità, si rivelano assai deludenti, e trasmettono l'impressione di un Esecutivo che si trascina faticosamente e senza convinzione, quasi per dovere nei confronti della maggioranza che l'ha finora sostenuto.
Rileva inoltre come il contenuto del progetto di Programma nazionale di riforma contenga una serie di enunciazioni astratte, che stenteranno a tradursi in misure concrete non soltanto nei prossimi due o tre anni, come promette il documento stesso, ma anche nel medio-lungo periodo.
Per quanto riguarda, in particolare, la progettata riforma del sistema fiscale, ritiene che una razionale riallocazione delle risorse, oltre che soddisfare elementari esigenze di equità, potrebbe certamente costituire una leva per lo sviluppo, rilevando tuttavia come la prospettata riforma, ampiamente enfatizzata dal Governo, si stia traducendo, per ora, nella mera costituzione di una serie di tavoli tecnici che servono soltanto a guadagnare tempo.
Parimenti, anche il processo di attuazione del federalismo fiscale sembra segnare il passo, considerato che sono stati finora approvati solo un paio di decreti legislativi di attuazione della delega legislativa conferita al Governo in materia, e tenuto conto del fatto che il decreto legislativo n. 156 del 2010, in materia di ordinamento transitorio di Roma Capitale, reca solo disposizioni di natura, appunto, transitoria, in attesa dell'attuazione della disciplina relativa alle città metropolitane.
Ciò induce a non farsi troppe illusioni sulla reale volontà dell'Esecutivo di ridurre la pressione fiscale - che ha raggiunto, anche per le imprese, livelli intollerabili - e di riequilibrare il carico tributario, attuando il principio dello spostamento della tassazione dal lavoro alle rendite, del quale sarebbe del resto vano cercare traccia sia nel progetto di Programma nazionale di riforma, sia nel disegno di legge di stabilità e nell'emendamento a tale ultimo provvedimento presentato ieri dal Governo.
Sottolinea inoltre come il documento in esame, laddove fa riferimento all'intendimento di passare dalla tassazione sui redditi personali alla tassazione sulla proprietà e sui consumi, susciti fondati dubbi circa il fatto che sarà mantenuta l'esenzione dall'imposizione tributaria per l'abitazione

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principale, auspicando che non si sia costretti a prendere atto, nel prosieguo, di un ripensamento dell'Esecutivo in merito a tale problematica, che pure costituisce uno degli elementi fondamentali del programma di governo.
Esprime, quindi, una valutazione negativa sul progetto di Programma nazionale di riforma, preannunciando il voto contrario del proprio gruppo sulla proposta di rilievi, come riformulata dal relatore.

Francesco BARBATO (IdV) stigmatizza innanzitutto l'assoluta mancanza di tempestività con la quale il Governo ha trasmesso alle Camere il progetto di Programma nazionale di riforma, che la Commissione è costretta ad esaminare il giorno prima del termine, fissato per il 12 novembre, entro il quale l'Esecutivo dovrà presentare il documento all'Unione europea.
Tale ritardo testimonia ulteriormente dell'incapacità del Governo di affrontare in termini incisivi i problemi della politica economica, impedendo in tal modo anche al Parlamento di esercitare il proprio ruolo.
In questo contesto il Gruppo dell'IdV ha ritenuto di presentare una proposta alternativa di rilievi che, a dimostrazione del suo atteggiamento propositivo, fornisce all'Esecutivo una serie puntuale di indicazioni e proposte per dare contenuti all'azione politica sui temi dello sviluppo.
Ritiene infatti che l'elemento caratterizzante l'attuale quadro politico sia rappresentato dall'evidente incapacità di questo Governo ad affrontare i problemi reali del Paese, rilevando in tale prospettiva come anche il Presidente della Camera stia venendo meno ai suoi compiti istituzionali, nella misura in cui svolge ormai una funzione politica di parte, invece di favorire il migliore funzionamento dell'istituzione parlamentare rispetto alle questioni che concretamente interessano tutti i cittadini.
Sottolinea, quindi, come il fallimento della maggioranza non sia dovuto agli scandali che riguardano i comportamenti privati del Presidente del Consiglio, ma alla carenza di azione politica rispetto ai temi della crisi economica, del mercato del lavoro, dell'occupazione, della politica industriale, della politica fiscale e della previdenza.
A tale ultimo riguardo evidenzia, a titolo esemplificativo, come, nonostante i preoccupanti dati diffusi dall'INPS in materia, il Governo non sembri preoccuparsi in nessun modo del fatto che, a partire dal 2025, i lavoratori che saranno posti in quiescenza fruiranno di un trattamento pensionistico pari solo al 40 per cento dell'ultimo stipendio, laddove attualmente l'ammontare medio delle pensioni corrisponde ad un valore oscillante tra l'80 per cento ed il 92 per cento dell'ultima retribuzione. Rileva infatti come tale dinamica avrebbe effetti sociali devastanti, mettendo seriamente a rischio il tenore di vita di una fetta importante della popolazione italiana.
Su un piano più generale, ribadisce come l'IdV, la quale non si pone solo in una prospettiva di opposizione all'attuale maggioranza, ma si propone responsabilmente come forza di Governo, intenda indicare al primo punto dell'agenda politica la questione del lavoro, in particolare il problema del livello esorbitante che il tasso di disoccupazione ha ormai raggiunto in molte aree del Mezzogiorno d'Italia, quali la Campania e la Calabria. Anche in questo caso risulta sconcertante il silenzio dell'Esecutivo, il quale ha ulteriormente depredato le regioni del Mezzogiorno, utilizzando le disponibilità del Fondo per le aree sottoutilizzate per finanziare provvedimenti che interessano esclusivamente le aree più forti del Paese, quali le misure per le quote-latte ed il finanziamento degli ammortizzatori sociali.
Un'ulteriore emergenza che occorre affrontare al più presto è quella relativa al settore della sanità, nel quale si evidenzia ormai un divario assolutamente inaccettabile tra alcune aree del Paese, in cui la qualità dei servizi sanitari erogati risulta adeguata, ed altre zone, concentrate anche in questo caso soprattutto al Sud, nelle quali i cittadini non vedono sufficientemente tutelato il loro diritto alla salute.

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Considera altresì urgentissimo affrontare il nodo delle carenze infrastrutturali, settore nel quale l'Italia ha perso il primato che aveva guadagnato nel corso degli anni '60 e che, successivamente, sia a causa di scelte politiche sbagliate, sia, soprattutto, in ragione dei molteplici conflitti di interesse che si registrano in tale comparto, ha successivamente dilapidato, giungendo ad uno stato di gravissimo ritardo che la colloca agli ultimi posti tra i Paesi sviluppati, ad esempio per quanto riguarda le infrastrutture per la banda larga.
In tale contesto ritiene che tutto il mondo politico si debba interrogare seriamente sulle ragioni per le quali, decorsi ormai tre anni dall'inizio della Legislatura, il Governo non abbia raggiunto alcuno degli obiettivi programmatici prefissati, mancando anche di risolvere le due questioni sulle quali aveva investito la maggior parte della sua credibilità, vale a dire il problema dei rifiuti in Campania e la ricostruzione delle aree colpite dal sisma dell'Abruzzo.
Passando più specificamente ad alcuni aspetti rientranti negli ambiti di diretta competenza della Commissione Finanze, evidenzia il notevole incremento della pressione fiscale diretta, il quale indica come i costi della crisi economica internazionale siano stati sostanzialmente scaricati dal Governo sulle spalle dei lavoratori dipendenti e dei pensionati, riducendo in tal modo la domanda interna, innescando pericolosi conflitti sociali e incentivando ulteriormente il ricorso al sommerso. Ritiene quindi imprescindibile definire una politica tributaria più equa, colpendo finalmente quanti si sono che si sono finora avvantaggiati di posizioni di potere.
In tale ottica considera prioritario rivedere l'assetto complessivo del settore dei giochi, il quale movimenta ormai risorse finanziarie superiori alle principali imprese nazionali, e nel quale si riscontrano assetti proprietari spesso opachi, quando non addirittura connessi alla criminalità organizzata, riformando anche il trattamento fiscale di assoluto favore di cui gode tale comparto. Ritiene quindi necessario porre in essere un'azione rigorosa di contrasto alla criminalità ed all'evasione fiscale, che colpisca i «furbetti» ed i collusi con la organizzazioni malavitose, evitando di trasformare l'Italia in un gigantesco Casinò, nel quale finirebbe per essere distrutto il genuino tessuto produttivo del Paese.
Dichiara pertanto il voto contrario del proprio gruppo sulla proposta di rilievi predisposta dal relatore.

Gianfranco CONTE, presidente, rileva come alcune delle considerazioni svolte dal deputato Barbato siano state recepite nell'emendamento presentato dal Governo al disegno di legge di stabilità, nel quale sono state, tra l'altro, inserite, una serie di disposizioni volte a rafforzare la vigilanza sul settore dei giochi ed a reprimere i fenomeni di evasione in tale ambito.

Cosimo VENTUCCI (PdL), pur giudicando condivisibili le considerazioni critiche sviluppate dal deputato Barbato in merito ad alcuni utilizzi impropri dei fondi per le aree sottosviluppate e alle inefficienze che continuano a caratterizzare, in alcuni ambiti territoriali, l'organizzazione del sistema sanitario, ritiene, tuttavia, che siano da respingere con fermezza le accuse rivolte al Governo, le quali non sembrano basate su un'analisi obiettiva delle politiche da esso attuate in questi due anni di legislatura.
Invita, quindi, i deputati dell'opposizione ad affrancarsi da una visione della storia del Paese improntata a sintesi semplificatorie, le quali possono far perdere la percezione degli avvenimenti progressivamente dispiegatisi nel tempo, soprattutto quando servono a contrabbandare ricostruzioni non supportate dai fatti e ispirate, in realtà, a meri intenti propagandistici e strumentali.
A titolo di esempio, con riferimento alla discussione in atto sui progetti di riforma del sistema fiscale, e segnatamente sull'idea di trasferire una parte del peso della tassazione dall'imposizione diretta a quella indiretta, rammenta, a pochi mesi

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dalla celebrazione dei 150 anni dell'Unità d'Italia, come tale indirizzo di politica tributaria trovi una corrispondenza nell'orientamento assunto dalla Sinistra storica all'indomani della cosiddetta «rivoluzione parlamentare» del 1876, il quale aveva, peraltro, determinato, in quella diversa temperie sociale ed economica, ripercussioni negative sulla parte meno abbiente della popolazione.
Sotto tale profilo, reputa infondate certe rappresentazioni del sistema fiscale italiano, le quali appaiono ancor più inaccettabili in una sede quale la Commissione Finanze, nella quale le tematiche tributarie dovrebbero essere affrontate con maggiore rigore tecnico.
Osserva, d'altro canto, come l'accanimento pregiudiziale nei confronti dell'Esecutivo possa far perdere di vista, talora, gli importanti progressi che il nostro Paese riesce a conseguire in molti settori di grande interesse per la collettività, com'è avvenuto, ad esempio, nel caso dell'entrata in vigore del decreto legislativo n. 104 del 2010, attraverso il quale è stata realizzata un'importantissima riforma volta a rendere il nostro processo amministrativo più veloce e più rispondente alle esigenze della moderna società.
Pur considerando legittimo ogni tentativo dell'opposizione di determinare, anche mediante la critica preconcetta esercitata nelle aule parlamentari, le condizioni per un avvicendamento di Governo, giudica non condivisibili le ragioni di contrarietà espresse nei confronti della proposta di rilievi formulata dal relatore, la quale accompagna la valutazione favorevole sul progetto di Programma nazionale di riforma con rilievi che danno adeguato risalto, in molti casi, a esigenze rappresentate, in queste ultime settimane, anche dai gruppi di opposizione.
Esprime fiducia, quindi, nelle capacità dell'Europa di fare fronte alla gravissima crisi economica e finanziaria, ma anche per rispondere alle manovre in atto, a livello internazionale, per ampliare le esportazioni di alcuni Stati mediante politiche di svalutazione delle relative monete, a danno dell'euro e dei Paesi dell'Unione europea.
Preannuncia, infine, il voto favorevole del proprio gruppo sulla proposta di rilievi del relatore, come riformulata.

Gianfranco CONTE, presidente, suggerisce al relatore di integrare ulteriormente la propria proposta di parere, nel senso di evidenziare, con riferimento al paragrafo 2.2.3, relativo alla riforma del sistema fiscale, l'esigenza che il passaggio dalla tassazione sui redditi personali alla tassazione sulla proprietà e sui consumi, che dovrebbe costituire uno dei cardini principali di tale intervento di riforma, dovrà comunque salvaguardare l'esenzione dall'imposizione tributaria della prima casa di abitazione.

Maurizio BERNARDO (PdL), relatore, accoglie il suggerimento del Presidente, riformulando conseguentemente la propria proposta di rilievi (vedi allegato 3).

La Commissione approva la proposta di rilievi, come ulteriormente riformulata dal relatore.

La seduta termina alle 10.55.

COMITATO RISTRETTO

Giovedì 11 novembre 2010.

Istituzione di un sistema di prevenzione delle frodi nel settore assicurativo.
C. 2699-ter, approvata dal Senato, C. 1964 Barbato, C. 3544 Pagano e C. 3589 Bragantini.

Il Comitato ristretto si è riunito dalle 12.10 alle 14.10.