CAMERA DEI DEPUTATI
Martedì 9 novembre 2010
394.
XVI LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Ambiente, territorio e lavori pubblici (VIII)
COMUNICATO
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UFFICIO DI PRESIDENZA INTEGRATO DAI RAPPRESENTANTI DEI GRUPPI

Martedì 9 novembre 2010.

L'ufficio di presidenza si è riunito dalle 12 alle 12.15.

INDAGINE CONOSCITIVA

Martedì 9 novembre 2010. - Presidenza del vicepresidente Roberto TORTOLI.

La seduta comincia alle 12.15.

Indagine conoscitiva sullo stato di attuazione della normativa in materia di incidenti rilevanti connessi a determinate attività industriali.
Audizione di rappresentanti della Conferenza delle regioni e delle province autonome.
(Svolgimento e conclusione).

Roberto TORTOLI, presidente, propone che la pubblicità dei lavori sia assicurata anche mediante impianti audiovisivi a circuito chiuso. Non essendovi obiezioni, ne dispone l'attivazione.
Introduce, quindi, l'audizione.

Sergio RAVELLO, Assessore all'ambiente della regione Piemonte, svolge una relazione sui temi oggetto dell'audizione.

Interviene, per formulare quesiti ed osservazioni, il deputato Alessandro BRATTI (PD).

Sergio RAVELLO, Assessore all'ambiente della regione Piemonte, fornisce ulteriori precisazioni.

Roberto TORTOLI, presidente, ringrazia gli intervenuti per il contributo fornito e dichiara quindi conclusa l'audizione.

La seduta termina alle 12.30.

N.B.: Il resoconto stenografico della seduta è pubblicato in un fascicolo a parte.

AUDIZIONI INFORMALI

Martedì 9 novembre 2010.

Audizione di rappresentanti di Legambiente e di Fare Ambiente nell'ambito della discussione congiunta delle risoluzioni n. 7-00393 Bratti e n. 7-00405 Zamparutti sulle iniziative legislative per rendere immediatamente vincolanti i limiti legali di emissione in atmosfera di benzo(a)pirene.

L'audizione informale è stata svolta dalle 12.30 alle 13.10.

SEDE CONSULTIVA

Martedì 9 novembre 2010. - Presidenza del vicepresidente Roberto TORTOLI.

La seduta comincia alle 13.10.

Norme per la tutela della libertà d'impresa. Statuto delle imprese.
Testo unificato C. 2754 Vignali e abb.

(Parere alla X Commissione).
(Esame e rinvio).

La Commissione inizia l'esame del provvedimento in oggetto.

Roberto TORTOLI (LNP), in sostituzione del relatore, onorevole Lanzarin,

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impossibilitata a partecipare alla seduta odierna, ricorda, preliminarmente, che la Commissione è chiamata ad esprimere il proprio parere sul testo unificato in esame, come risultante dagli emendamenti approvati dalla Commissione di merito.
Osserva, quindi, che il provvedimento è volto a individuare i diritti fondamentali delle imprese, definendone lo statuto giuridico, con particolare riguardo alle micro, piccole e medie imprese, in merito alle quali si intendono recepire le indicazioni contenute nella Comunicazione della Commissione europea al Consiglio e al Parlamento europeo del 25 giugno 2008 (cosiddetto Small Business Act), che mira a creare condizioni favorevoli alla crescita e alla competitività sostenibili delle piccole e medie imprese, affrontando i temi dell'accesso al credito, della semplificazione amministrativa, degli interventi fiscali, dell'innovazione tecnologica, dell'efficienza energetica e ambientale, nonché del sostegno agli investimenti e alla formazione.
Nel limitare la relazione all'illustrazione alle disposizioni di più stretto interesse della VIII Commissione, segnala positivamente, anzitutto, la norma contenuta nell'articolo 1, comma, lettera c), la quale indica fra gli obiettivi per i quali e necessario definire uno «Statuto dell'impresa» anche quello di promuovere l'inclusione delle tematiche ambientali nello svolgimento delle attività d'impresa.
Sul piano degli obiettivi di fondo del provvedimento in esame, rileva che le disposizioni di maggiore interesse per la VIII Commissione sono quelle contenute nell'articolo 8, recante norme n materia di lotta contro i ritardi nei pagamenti delle transazioni commerciali, nell'articolo 9 relativo alle certificazioni sostitutive e alle procedure di verifica e, soprattutto, nell'articolo 11 che introduce diverse disposizioni in materia di disciplina degli appalti pubblici.
In particolare, con riferimento al citato articolo 8 sui ritardi nei pagamenti delle transazioni commerciali, osserva che, pur non coinvolgendo strettamente le competenze della VIII Commissione, le norme in esso contenute hanno indubbi riflessi sulla disciplina che regola l'affidamento da parte della pubblica amministrazione dei lavori per la realizzazione di opere pubbliche e conseguenze dirette e importanti per tutti gli operatori del mercato che operano nel settore delle costruzioni.
Del resto, fa notare che - secondo quanto emerso dall'indagine conoscitiva sul mercato immobiliare - l'annosa questione dei ritardi dei pagamenti della pubblica amministrazione, e della conseguente sottrazione di liquidità al sistema delle imprese, rischia di tradursi in questa fase di crisi economica in un serio fattore di complessivo deterioramento dei rapporti contrattuali, anche fra soggetti privati, che in molti casi mette a repentaglio la stessa sopravvivenza delle aziende.
In tal senso, esprime apprezzamento per le disposizioni previste dall'articolo 8 del provvedimento in esame, a partire da quelle contenute nei commi 1, 2 e 4 che sanciscono, rispettivamente, l'obbligo della pubblica amministrazione di non derogare il termine di pagamento - fissato a sessanta giorni - nei rapporti commerciali con le imprese; la possibilità per i creditori di somme dovute e non liquidate dalla pubblica amministrazione di compensare, a determinate condizioni, i relativi importi con i debiti eventualmente maturati nei confronti del medesimo soggetto; la nullità dell'accordo di rinuncia agli interessi di mora, sottoscritto anche successivamente al pagamento, qualora una delle parti contraenti sia la pubblica amministrazione.
Rileva, inoltre, positivamente che l'articolo 8 del provvedimento contiene al comma 5 una delega al Governo ad emanare disposizioni integrative e correttive del decreto legislativo 7 ottobre 2002, n. 231 in materia di ritardi di pagamento tra imprese «con particolare riguardo agli effetti negativi della posizione dominante di imprese sui propri fornitori o sulle imprese subcommittenti».
Allo stesso tempo, evidenzia che l'esercizio di tale delega legislativa, da svolgere entro un anno da parte del Governo, dovrà comunque tener conto del recepimento nell'ordinamento nazionale della nuova direttiva

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europea in materia di lotta contro i ritardi di pagamento nelle transazioni commerciali (non ancora entrata in vigore, ma approvata dal Parlamento europeo il 20 ottobre 2010).
Quanto all'articolo 9, segnala la disposizione contenuta nel comma 1, secondo la quale «le certificazioni relative a prodotti, processi e impianti rilasciate alle imprese dagli enti di normalizzazione a ciò autorizzati e da società professionali o da professionisti abilitati sono sostitutive della verifica da parte della pubblica amministrazione e delle autorità competenti, fatti salvi i profili penali».
Al riguardo, rileva che, almeno per quel che riguarda la materie dei controlli ambientali, fermo restando il rispetto della normativa comunitaria in materia e della normativa che attribuisce allo Stato, alle regioni e agli enti territoriali i compiti normativi e amministrativi in tema di controlli ambientali, la proposta di legge è in linea con l'articolo 30, comma 1, del decreto-legge n. 112 del 2008 (ad oggi non ancora in vigore, stante la mancata emanazione da parte del Governo del regolamento attuativo previsto al comma 3 del medesimo articolo), che prevede che per le imprese soggette a certificazione ambientale o di qualità rilasciata da un soggetto certificatore accreditato in conformità a norme tecniche europee ed internazionali, i controlli periodici svolti dagli enti certificatori sostituiscono i controlli amministrativi o le ulteriori attività amministrative di verifica, anche ai fini dell'eventuale rinnovo o aggiornamento delle autorizzazioni per l'esercizio dell'attività. Lo stesso comma prevede inoltre che le verifiche dei competenti organi amministrativi hanno ad oggetto, in questo caso, esclusivamente l'attualità e la completezza della certificazione in possesso delle imprese.
Osserva, inoltre, che in materia di rifiuti, fatte salve le attribuzioni legislative e amministrative dello Stato, delle regioni e dei comuni, analoga disposizione semplificatrice è contenuta nello schema di decreto legislativo esaminato dalla VIII Commissione lo scorso mese di ottobre (non ancora pubblicato in Gazzetta Ufficiale), che introduce il comma 5-bis nell'articolo 197 del Codice ambientale(decreto legislativo n. 152 del 2006), riconoscendo alle province, nello svolgimento dei compiti di controllo degli stabilimenti, impianti o imprese che producono o che svolgono attività di gestione dei rifiuti, la facoltà di tenere conto, nella determinazione della frequenza degli stessi controlli, delle registrazioni ottenute dai destinatari nell'ambito del sistema comunitario di ecogestione e audit (EMAS).
Rileva che la presente proposta di legge ha il medesimo scopo di semplificare i compiti per le imprese.
Passando poi all'illustrazione dell'articolo 11, che più direttamente investe le competenze della VIII Commissione, rileva preliminarmente che esso contiene un complesso di disposizioni che in larga parte traducono sul piano normativo gli obiettivi contenuti nello Small Business Act, con particolare riferimento all'istituzione di portali elettronici per ampliare l'accesso all'informazione sugli appalti pubblici disponibili di importo inferiore alle soglie UE (articolo 11, comma 1, del testo in esame); alla suddivisione dei contratti in lotti e a rendere più visibili le possibilità di subappalto (articolo 1, comma 2, lettera a); all'introduzione del divieto per le pubbliche amministrazioni di richiedere alle imprese requisiti finanziari sproporzionati (articolo 1, comma 5).
Più in dettaglio, osserva che il comma 1 dell'articolo 11 in questione attribuisce allo Stato, alle regioni e alle autonomie locali il compito di istituire dei portali telematici al fine consentire un maggiore accesso all'informazione relativa agli appalti pubblici di importo inferiore alle soglie stabilite dall'Unione europea.
Fa presente che uil comma 2 del medesimo articolo dispone, inoltre, alla lettera a) che, al fine di favorire l'accesso delle micro, piccole e medie imprese nell'aggiudicazione degli appalti, la pubblica amministrazione e le autorità competenti debbano suddividere, ove possibile, i contratti in lotti e rendere visibili le possibilità di subappalto, garantendo altresì la conoscibilità dei pagamenti della stazione appaltante

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nei vari stati di avanzamento lavori; alla lettera b) che nelle procedure di gara si tenga conto, oltre che del criterio del massimo ribasso, anche dell'offerta economicamente più vantaggiosa; alla lettera c) che la pubblica amministrazione e le autorità competenti adottino misure in materia di appalti pubblici per sostenere forme di aggregazione fra micro, piccole e medie imprese, a partire dalle associazioni temporanee di impresa e dai consorzi fra imprese.
I successivi commi 3, 4 e 5 del provvedimento prevedono, invece, rispettivamente, la facoltà delle micro, piccole e medie imprese che partecipano alle gare di appalto di presentare autocertificazioni per l'attestazione dei requisiti di idoneità, l'obbligo per la pubblica amministrazione e le autorità competenti di chiedere solo all'impresa aggiudicataria la documentazione probatoria dei requisiti di idoneità previsti dal Codice degli appalti ed il divieto di richiedere alle imprese partecipanti alle procedure di gara requisiti finanziari sproporzionati rispetto al valore dei beni e dei servizi oggetto dei contratti.
Con riferimento alle disposizioni contenute nei cinque commi sopra illustrati, rileva che esse vanno nella giusta direzione di sostenere l'accesso agli appalti pubblici e la crescita dimensionale, imprenditoriale e organizzativa delle micro, piccole e medie imprese. Fa tuttavia notare che esse presentano alcuni profili di sovrapposizione normativa, nel senso che le semplificazioni proposte dovrebbero coordinarsi o comunque tradursi in specifiche novelle del codice degli appalti.
Osserva, inoltre, che la prescritta suddivisione in lotti dei contratti, seppure idonea a favorire l'accesso delle micro, piccole e medie imprese agli appalti deve essere normativamente ancorata a criteri oggettivi, tipo quello della funzionalità del lotto, se si vuole escludere il rischio di procedure e decisioni adottate artificiosamente per eludere le normative nazionali e comunitarie in materia di tutela della concorrenza e di assoggettabilità a valutazione di impatto ambientale delle opere da realizzare.
Esprime poi un giudizio positivo sulle disposizioni contenute nei commi 6 e 7 dell'articolo 11 in esame, il primo dei quali attribuisce alla pubblica amministrazione e alle autorità competenti il compito di vigilare sulla corretta corresponsione, da parte degli appaltatori, dei pagamenti ai subappaltatori nei vari stati di avanzamento dei lavori (norma che rafforza le illustrate disposizioni in materia di lotta ai ritardi nei pagamenti nelle transazioni commerciali), mentre il secondo affida alle prefetture il compito di predisporre delle white list di imprese e fornitori contenenti l'adesione, da parte delle imprese, a determinati obblighi di trasparenza, di tracciabilità dei flussi di denaro, di beni e servizi.
Circa le disposizioni contenute nel comma 2, lettera d), punti da 1 a 4, dell'articolo 11, fa notare che esse, allo scopo di «realizzare condizioni di favore per le micro e piccole imprese per l'accesso agli appalti pubblici di fornitura di servizi pubblici locali», dettano norme specifiche per gli appalti di importo inferiore alle soglie UE banditi dai comuni con meno di 5.000 abitanti.
Anche in questo caso, ritiene opportuno esprimere un giudizio positivo sulle disposizioni in esame, in particolare su quelle che riconoscono nei piccoli comuni la possibilità di affidare la fornitura di servizi pubblici locali a società miste pubblico-privato nelle quali il socio privato sia stato selezionato attraverso gare che privilegiano le forme di aggregazione delle micro e piccole aziende locali, o su quelle che collegano l'individuazione dei lotti dei contratti alle caratteristiche delle imprese presenti sul territorio e alle caratteristiche della comunità locale. Ritiene tuttavia la soglia dei 5.000 abitanti estremamente limitativa per tale tipologia di appalti che comunemente sono affidati da aggregazioni di comuni.
Rileva peraltro che anche le citate disposizioni dovrebbero coordinarsi con il Regolamento che dà attuazione alla riforma della disciplina dei servizi pubblici locali, che il 12 ottobre scorso è stato pubblicato nella Gazzetta Ufficiale.

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In conclusione, si riserva di presentare una proposta di parere, senz'altro favorevole al disegno di legge, che tenga tuttavia conto dei suggerimenti e dei rilievi che emergeranno dal dibattito, nonché dei chiarimenti che il rappresentante del Governo vorrà fornire sul provvedimento in generale.
Nessuno chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.

Sostegno agli agrumeti caratteristici.
Testo unificato C. 209 Cirielli e abb.

(Parere alla XIII Commissione).
(Esame e rinvio).

La Commissione inizia l'esame del provvedimento in oggetto.

Vincenzo GIBIINO (PdL), relatore, ricorda che la VIII Commissione Ambiente è chiamata ad esprimere il prescritto parere sul testo unificato elaborato dalla Commissione Agricoltura su alcune proposte di legge (C. 209 Cirielli, C. 1140 Servodio, C. 1153 Catanoso, C. 1736 Caparini, C. 1810 Catanoso, C. 2021 Dima e C. 2392 Cosenza) che prevedono da parte dello Stato interventi di ripristino, recupero, manutenzione e salvaguardia degli agrumeti caratteristici che si trovano in territori a rischio idrogeologico e di particolare pregio paesaggistico, storico ed ambientale.
A tal fine il testo unificato prevede che con decreto del Ministro delle politiche agricole, di concerto con il Ministro per i beni e le attività culturali e con il Ministro dell'Ambiente, previa intesa in sede di Conferenza delle Regioni e delle province autonome, sono individuati i territori nei quali sono situati tali agrumeti, sono definiti i criteri e le tipologie di interventi nonché la percentuale di contributi erogabili. Viene, quindi, specificato che gli interventi ammessi al beneficio devono essere effettuati nel rispetto degli elementi strutturali del paesaggio ed in conformità del codice dei beni culturali e del paesaggio. Ai proprietari o ai conduttori degli agrumeti caratteristici storici è corrisposto un contributo per il triennio 2010-2012 - per i quale è comunque prevista una preventiva verifica di compatibilità con la normativa dell'Unione europea in materia di aiuti di Stato - a copertura parziale delle spese da sostenere per il recupero, la manutenzione e la salvaguardia degli agrumeti in questione, nonché per il ripristino di quelli abbandonati.
Precisa che, ai fini dell'assegnazione dei sopra citati contributi, è istituito un Fondo per la salvaguardia degli agrumeti caratteristici storici nello stato di previsione del Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali, con una dotazione di 7 milioni di euro per ciascuno degli anni 2010, 2011 e 2012; tali risorse sono assegnate dal Comitato interministeriale per la programmazione economica (CIPE) a valere sulle risorse previste dalla legge finanziaria per il 2010 (un miliardo di euro) per i piani straordinari diretti a rimuovere le situazioni a più elevato rischio idrogeologico, previa riprogrammazione degli interventi già deliberati per gli anni presi in considerazione. Il testo unificato precisa a tal proposito che si intendono conseguentemente ridotte di pari importo le risorse disponibili, già preordinate, con delibera 6 novembre 2009, al finanziamento degli interventi di risanamento ambientale.
Il testo in esame reca infine disposizioni sulla procedura da parte delle regioni per l'assegnazione dei contributi e sui controlli e sulle sanzioni.
Pur condividendo le finalità del provvedimento in esame, fa presente che la copertura finanziaria viene garantita sottraendo risorse destinate ad un ambito di straordinaria delicatezza sul piano ambientale di competenza della VIII Commissione, che è quello della difesa del territorio dal dissesto idrogeologico. Al riguardo ricorda che nell'audizione avviata in data 20 ottobre scorso il Ministro dell'Ambiente e della Tutela del territorio e del mare, on. Stefania Prestigiacomo, aveva precisato come le problematiche legate al dissesto idrogeologico abbiano assunto negli ultimi anni i connotati dell'emergenza nazionale e come il fabbisogno

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necessario per la realizzazione degli interventi per la sistemazione complessiva delle situazioni di dissesto sia stato stimato in 40 miliardi di euro. Alla luce di tale dato il Ministro, pur precisando che non tutte le situazioni presentano il medesimo grado di urgenza, tanto che per le urgenze prioritarie il costo è stimato tra gli 11 e i 15 miliardi di euro, aveva dichiarato la propria ferma contrarietà all'utilizzo delle risorse per il dissesto idrogeologico già assegnate al Ministero anche solo per le compensazioni ambientali in Campania.
Per tali ragioni, pur ribadendo il proprio giudizio positivo sugli obiettivi che il provvedimento in esame si propone, ritiene che la soluzione proposta per la copertura finanziaria - la quale finisce per intaccare le risorse già assegnate al Ministero dell'ambiente per la messa in sicurezza del territorio dal rischio idrogeologico - sia inaccettabile. Ritiene, comunque, di dover sottoporre tali considerazioni all'attenta riflessione della Commissione, ai fini della predisposizione della proposta di parere.

Roberto TORTOLI, presidente, nessuno chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.

La seduta termina alle 13.20.

INTERROGAZIONI

Martedì 9 novembre 2010. - Presidenza del vicepresidente Roberto TORTOLI. - Intervengono il sottosegretario di Stato per l'ambiente e la tutela del territorio e del mare, Roberto Menia e il sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico, Stefano Saglia.

La seduta comincia alle 14.15.

Sui lavori della Commissione.

Alessandro BRATTI (PD), intervenendo sui lavori della Commissione, fa presente che, nonostante il sollecito della risposta alla propria interrogazione n. 5-03617, effettuato nei giorni precedenti, il Governo non fornirà alcuna risposta a tale interrogazione nella seduta odierna. Nel richiamare, quindi, l'articolato contenuto del proprio atto di sindacato ispettivo, fa presente che sulla questione evidenziata in tale atto erano stati chiesti chiarimenti al Ministro dell'Ambiente nell'audizione svoltasi in data 20 ottobre scorso. Segnala quindi fin d'ora l'esigenza che l'atto di sindacato ispettivo richiamato venga messo in calendario nella prima seduta utile nel caso in cui il Ministro dell'Ambiente non dovesse fornire nel corso del seguito della citata audizione, previsto per domani, una risposta esauriente a tutte le questioni poste nell'interrogazione.

Roberto TORTOLI, presidente, assicura che rappresenterà al Presidente della Commissione quanto da lui testè evidenziato.

5-03572 Margiotta: Sulle operazioni di dismissione delle 64 barre ELK-River (barre di uranio irragiato) dall'impianto ex ITREC della Trisaia di Rotondella (Matera).

Il sottosegretario Stefano SAGLIA risponde all'interrogazione in titolo nei termini riportati in allegato (vedi allegato 1).

Salvatore MARGIOTTA (PD), nel prendere atto della cortese risposta del sottosegretario Saglia, dichiara tuttavia di non potersi dichiarare soddisfatto della stessa, in particolare relativamente alla prospettata esigenza di un'accelerazione delle attività di decommissioning delle 64 barre ELK-River.

5-02207 Negro: Limiti di concentrazione di sostanze inquinanti nelle attività industriali di produzione di compost.

Il sottosegretario Roberto MENIA risponde all'interrogazione in titolo nei termini riportati in allegato (vedi allegato 2).

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Matteo BRAGANTINI (LNP), cofirmatario dell'interrogazione in titolo, replicando, si dichiara soddisfatto dell'esauriente risposta fornita dal rappresentate del Governo, che testimonia la volontà del Ministero dell'Ambiente di operare per definire una normativa chiara e uniforme su tutto il territorio nazionale. Nel ribadire, peraltro, la propria preoccupazione per le negative conseguenze che potrebbero derivare dalla delibera a suo tempo approvata dalla Giunta regionale, invita il Ministero dell'Ambiente a vigilare con la massima attenzione sulla vicenda e ad operare, nell'ambito delle sue competenze, a tutela dell'ambiente e della salute dei cittadini.

5-03219 Occhiuto: Sui fenomeni di inquinamento da rifiuti tossici lungo l'asta del fiume Oliva.

Roberto TORTOLI, presidente, avverte che, a seguito di accordi con l'interrogante, concorde il rappresentante del Governo, lo svolgimento dell'interrogazione in titolo è rinviata ad altra seduta.

5-03240 Tommaso Foti: Stoccaggio abusivo di pneumatici usati in un immobile a Fiorenzuola d'Arda.

Il sottosegretario Roberto MENIA risponde all'interrogazione in titolo nei termini riportati in allegato (vedi allegato 3).

Roberto TORTOLI, cofirmatario dell'interrogazione in titolo, replicando, si dichiara soddisfatto della risposta fornita dal sottosegretario Menia e invita il Governo a continuare ad operare, per quanto in suo potere, per risolvere positivamente la questione oggetto dell'atto di sindacato ispettivo.

5-03424 Codurelli: Sui nubifragi nella zona di Lecco del 13 e 15 agosto 2010.

Il sottosegretario Roberto MENIA risponde all'interrogazione in titolo nei termini riportati in allegato (vedi allegato 4).

Lucia CODURELLI (PD), replicando, si dichiara del tutto insoddisfatta della risposta fornita dal Governo, dalla quale non emerge un pieno riconoscimento della gravità dei fenomeni atmosferici che hanno colpito la zona di Lecco nel periodo tra il 13 ed il 15 agosto 2010 e degli enormi danni che tali fenomeni hanno causato alla rete della viabilità e alle attività delle aziende e dei cittadini che vivono sul territorio. Osserva, inoltre, che la causa vera dei disastri ambientali in gran parte del territorio italiano sia da ricercare in una mancata politica di prevenzione a sua volta legata, da una parte, agli ingiustificati tagli operati dal Governo in carica agli stanziamenti per la messa in sicurezza delle aree a rischio idrogeologico e, dall'altra, all'inaccettabile impossibilità, conseguente al patto di stabilità interno, per gli enti locali di utilizzare le proprie risorse in attività di prevenzione.

5-03526 Bonavitacola: Sulla situazione di emergenza nello smaltimento dei rifiuti in regione Campania.

Il sottosegretario Roberto MENIA risponde all'interrogazione in titolo nei termini riportati in allegato (vedi allegato 5).

Fulvio BONAVITACOLA (PD), replicando, si dichiara completamente insoddisfatto della risposta fornita dal rappresentante del Governo, che elude completamente tutte le questioni poste dall'atto di sindacato ispettivo in titolo. In particolare, giudica estremamente negativo che il Governo non sia in grado di fornire un quadro aggiornato della situazione della raccolta differenziata nella regione Campania, considerato che i dati contenuti nella risposta sono riferiti al 2008. Denuncia, inoltre, il fatto che la risposta fornita dal rappresentante del Governo elude completamente le questioni relative agli esiti del collaudo dell'impianto, al funzionamento, nonché alla proprietà e alla gestione dell'impianto medesimo. Quanto ai dati forniti sulla capacità residuale delle discariche, rileva con preoccupazione che essi annunciano, oggettivamente, la riproposizione

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di una nuova emergenza in mancanza di scelte politiche adeguate alla gravità della situazione. Giudica, infine, molto negativamente il fatto che il Governo non abbia fornito alcuna risposta alle fondamentali questioni relative agli strumenti attuativi del recente impegno assunto dal Governo con gli amministratori locali per la chiusura di alcuni siti già previsti dalla normativa vigente, alla revisione delle norme che hanno esautorato il sindaco di Salerno per quanto concerne la realizzazione del termovalorizzatore in quella città, nonché alla presa d'atto del fallimento del disegno di provincializzazione del ciclo dei rifiuti nella regione Campania. Conclude, quindi, preannunciando ulteriori iniziative per avere risposte più esaurienti sui richiamati temi già evidenziati nell'atto di sindacato ispettivo in esame.

5-03611 Braga: Iniziative urgenti per la realizzazione di interventi di messa in sicurezza del territorio dal rischi idrogeologico.

Il sottosegretario Roberto MENIA risponde all'interrogazione in titolo nei termini riportati in allegato (vedi allegato 6).

Chiara BRAGA (PD), replicando, si dichiara insoddisfatta della risposta del Governo. Al riguardo, osserva anzitutto che sarebbe stato opportuno che il Governo, nel fornire i dati aggiornati sugli accordi di programma sottoscritti con le Regioni, specificasse la provenienza statale o regionale delle risorse impegnate. Al tempo stesso, rileva come l'elevato numero degli accordi sottoscritti e degli interventi programmati confermino, da un lato, l'efficacia dell'azione fin qui svolta dalle Regioni e dalle Autorità di bacino in sede di monitoraggio delle situazioni a maggior rischio idrogeologico e degli interventi prioritari da realizzare, dall'altro lato, l'inutilità e i rischi connessi alle scelte dell'attuale Governo di introdurre deroghe alla normativa vigente e di procedere alla nomina di commissari straordinari per la realizzazione di tali interventi. Chiede, quindi, al Governo di astenersi dall'impiegare, anche solo in parte, le risorse assegnate lo scorso anno dal CIPE per interventi di prevenzione del rischio idrogeologico, stigmatizzando i ricorrenti tentativi del Ministro dell'economia di impiegare tali risorse per fronteggiare le emergenze che via via si presentano, da quelle dovute a calamità naturali agli interventi compensativi a favore dei comuni campani coinvolti nell'emergenza rifiuti.
Esprime, infine, rammarico per il fatto che il Governo non abbia fornito alcun elemento di risposta alle richieste avanzate dal Partito Democratico circa la necessità che il Governo assegni con prontezza agli enti territoriali le risorse per la realizzazione degli interventi per la messa in sicurezza del territorio, adotti rapidamente tutti gli atti necessari a consentire l'utilizzazione delle risorse comunitarie destinate a fronteggiare le emergenze dovute ad alluvioni, conceda la possibilità agli enti locali, in deroga al patto di stabilità interno, di utilizzare le risorse disponibili per interventi di prevenzione del rischio idrogeologico. Conclude, richiamando il Governo alla necessità di dare seguito all'impegno assunto in Parlamento lo scorso gennaio, in occasione dell'approvazione della mozione 1-003245 sull'adozione in tempi rapidi di un Piano straordinario di interventi pluriennali per la messa in sicurezza del territorio nazionale.

5-03648 Cosenza: Iniziative urgenti a tutela dell'ambiente e della salute dei cittadini, nonché per la chiusura del contenzioso comunitario in materia di lotta all'inquinamento atmosferico da polveri sottili.

Roberto TORTOLI, presidente, avverte che, a seguito di accordi con l'interrogante, concorde il rappresentante del Governo, lo svolgimento dell'interrogazione in titolo è rinviata ad altra seduta.
Dichiara quindi concluso lo svolgimento delle interrogazioni all'ordine del giorno.

La seduta termina alle 15.15.