CAMERA DEI DEPUTATI
Martedì 26 ottobre 2010
387.
XVI LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Lavoro pubblico e privato (XI)
COMUNICATO
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SEDE CONSULTIVA

Martedì 26 ottobre 2010. - Presidenza del vicepresidente Giuliano CAZZOLA. - Interviene il sottosegretario di Stato per la pubblica amministrazione e l'innovazione, Andrea Augello.

La seduta comincia alle 12.50.

Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (Legge di stabilità 2011). C. 3778 Governo.
Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2011 e per il triennio 2011-2013.
C. 3779 Governo.

Tabella n. 2: Stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze per l'anno finanziario 2011 e per il triennio 2011-2013 (limitatamente alle parti di competenza).
Tabella n 4: Stato di previsione del Ministero del lavoro e delle politiche sociali per l'anno finanziario 2011 e per il triennio 2011-2013 (limitatamente alle parti di competenza).
(Parere alla V Commissione).
(Seguito dell'esame congiunto e rinvio).

La Commissione prosegue l'esame congiunto dei provvedimenti in titolo, rinviato nella seduta del 21 ottobre 2010.

Giuliano CAZZOLA, presidente, ricorda che - dopo che nella precedente seduta ha avuto luogo lo svolgimento della relazione introduttiva e dei primi interventi di carattere generale - si è convenuto di rinviare il seguito del dibattito sui provvedimenti

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in titolo alla giornata di oggi, nella quale si concluderà l'esame preliminare.

Giulio SANTAGATA (PD) intende innanzitutto far notare che la manovra finanziaria in esame appare più un atto dovuto di ordinaria amministrazione che un reale strumento capace di incidere su realtà macroeconomiche, atteso che essa si pone a metà tra gli effetti già prodotti dalla manovra di finanza pubblica anticipata la scorsa estate e quelli che produrrà il decreto cosiddetto «milleproporoghe» o altro provvedimento integrativo, nel quale, come già annunciato dal Governo, verranno introdotte ulteriori variazioni di bilancio. Pur non proclamandosi aprioristicamente contrario ad uno snellimento dell'iter procedurale parlamentare della sessione di bilancio, stigmatizza con forza un metodo di lavoro legislativo che priva il Paramento di effettivi poteri di controllo e introduce elementi di rigidità che ostacolano un sereno confronto sulle materie finanziarie.
Sul merito del provvedimento, esprime un giudizio negativo sui tagli di risorse operato sul fronte dei trasferimenti agli enti locali, del lavoro, del pubblico impiego e sul versante previdenziale (soprattutto in tema di rivalutazione di pensioni, di trasferimenti all'INPS e di sottocontribuzione), osservando che scelte di tale portata ricadranno sui soggetti più deboli della società, quali donne, giovani, disabili e precari. Ritiene, in definitiva, che il provvedimento in esame manchi di misure economiche propulsive capaci di stimolare la crescita, osservando che la riduzione delle risorse per lo sviluppo della contrattazione di secondo livello ne è una indiscutibile conferma.
Concludendo, preannuncia emendamenti del suo gruppo volti a migliorare il quadro finanziario, soprattutto in relazione a tematiche sensibili connesse, ad esempio, allo sviluppo di politiche per la famiglia.

Maria Grazia GATTI (PD) evidenzia in via preliminare che il provvedimento in esame mal si coordina con il quadro macroeconomico di programmazione previsto con la decisione di finanza pubblica, facendo notare che nel disegno di legge di stabilità si prevede un taglio indiscriminato di risorse alla pubblica amministrazione locale e un decremento sensibile di somme, a svantaggio delle imprese.
Esprime poi un giudizio fortemente critico nei confronti della decisione di azzerare le risorse a vantaggio del credito di imposta - strumento di agevolazione fiscale che, a suo avviso, in passato ha contribuito a rilanciare l'occupazione nel Mezzogiorno (soprattutto quella delle donne e dei giovani precari) - evidenziando come il Governo abbia preferito aumentare la dotazione dei fondi indistinti rispetto a quelli vincolati, al fine di rendere ancora più discrezionale l'autorizzazione alla spesa.
Ritiene che si sia di fronte ad un provvedimento «asfittico», privo di elementi suscettibili di favorire lo sviluppo economico del Paese, incapace di incentivare il lavoro femminile e di rilanciare efficaci politiche di genere e suscettibile, peraltro, di colpire i soggetti più deboli come pensionati, pubblici dipendenti e disabili. Esprime poi preoccupazione per l'iter di discussione al Senato sul provvedimento - già approvato dalla Camera - a favore dei lavoratori che assistono soggetti gravemente disabili, che sembrerebbe essere a rischio, a causa di rilevanti problemi di copertura finanziaria. Nell'esprimere il proprio sconcerto di fronte alla totale mancanza di stanziamenti a favore del terzo settore e delle famiglie, sottolinea il rischio che si sviluppi nella società l'idea arretrata per la quale l'onere del lavoro di cura debba ricadere esclusivamente sulle donne e sulla famiglia in generale.
Infine, stigmatizza un metodo legislativo che penalizza fortemente il Parlamento nelle sue capacità di indirizzare e controllare l'operato del Governo.

Giuliano CAZZOLA, presidente, con riferimento alla questione posta dal deputato Gatti in ordine a presunti problemi di copertura del provvedimento relativo ai

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lavoratori che prestano assistenza ai disabili, fa notare che nell'apposita tabella allegata al disegno di legge di stabilità - secondo quanto riportato nella relazione di accompagnamento - sarebbe previsto uno specifico accantonamento di spesa.

Maria Grazia GATTI (PD), intervenendo per una precisazione, nel dichiarare di essere a conoscenza di tale accantonamento, manifesta comunque la sua preoccupazione circa le sorti dell'iter di esame presso il Senato, in presenza di difficoltà finanziarie che potrebbero non essere completamente risolte dallo stanziamento previsto nel provvedimento in esame.

Luigi BOBBA (PD), esprimendo talune considerazioni di carattere generale, evidenzia innanzitutto che il provvedimento in esame appare un mero atto di ratifica rispetto a quanto già deciso con la manovra economica estiva, facendo altresì notare che si tende a rinviare ulteriori variazioni di bilancio a futuri provvedimento di urgenza: ciò sarebbe confermato dal fatto che non c'è traccia nel provvedimento di quelle misure in materia di CIG in deroga annunciate dal Ministro Sacconi attraverso i mezzi di comunicazione.
Rileva poi la mancanza nel presente provvedimento di misure capaci di stimolare la domanda aggregata interna e di rilanciare i consumi delle famiglie, nonché gli investimenti delle imprese, osservando che sono al contrario presenti interventi tesi a penalizzare il personale del pubblico impiego e il sistema previdenziale.
Soffermandosi su questioni più specifiche, stigmatizza con forza l'assenza di misure a favore delle politiche familiari nonché la riduzione del fondo per la non autosufficienza, oltre al dimezzamento per le risorse stanziate per la social card (misura peraltro considerata di dubbia utilità), giudicando altresì in termini negativi la scarsità di risorse stanziate per lo sviluppo di politiche di immigrazione, soprattutto per quanto concerne le azioni di integrazione nonché quelle di cooperazione con gli altri Paesi. In conclusione, ritiene che su tali versanti il Governo si sia dedicato esclusivamente ad una politica di annunci, priva di un raccordo effettivo con la realtà.

Donella MATTESINI (PD) intende innanzitutto stigmatizzare con forza la quasi totale mancanza di partecipazione della maggioranza al dibattuto odierno, richiamando l'eventualità di prevedere sanzioni a carico dei deputati anche in caso di assenza in Commissione, anche in prospettiva di quel contenimento dei costi della politica tanto declamato dalla maggioranza in vari provvedimenti (come quello sul codice delle autonomie locali).
Sul merito del provvedimento, esprime profonde perplessità su un impianto normativo di stampo meramente assistenzialista, considerata l'assenza di misure a favore delle imprese, delle famiglie, del lavoro femminile, dei disabili e dei giovani precari.
Giudica grave, inoltre, la mancanza di stanziamenti per la formazione e l'istruzione in generale e il significativo taglio ai finanziamenti degli enti locali, che avrà, a suo avviso, un impatto forte sulla qualità dei servizi alla collettività.
Manifesta infine preoccupazione per l'azzeramento del fondo per la non autosufficienza, paventando il rischio che tale scelta possa favorire il lavoro nero in ambito domestico, lasciando sole le famiglie nell'attività di assistenza ai soggetti bisognosi.

Marialuisa GNECCHI (PD), valutato in termini negativi il provvedimento in esame, preannuncia la presentazione, da parte del suo gruppo, di una serie di emendamenti tesi, in primo luogo, ad intervenire in materia pensionistica - come auspicato, peraltro, da un atto di indirizzo presentato di recente da deputati della maggioranza - al fine di riconoscere ai futuri pensionati quel regime di finestre previsto prima dell'introduzione delle misure elaborate dal Governo in carica. Al riguardo, precisa peraltro che - qualora lo specifico regime di emendabilità non consentisse la predisposizione di proposte

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emendative - il suo gruppo sarebbe comunque disposto ad individuare soluzioni alternative, d'intesa con i gruppi di maggioranza.
Fa presente, poi, che altri emendamenti riguarderanno il tema delle politiche a favore della famiglie e delle pari opportunità, della sicurezza sul lavoro e della formazione dei lavoratori.
Inoltre, si dichiara esterrefatta per talune scelte assunte dal Governo nel provvedimento in esame in tempo di crisi economica, come quella di tagliare i finanziamenti ai patronati, di ridurre gli stanziamenti per il fondo per la non autosufficienza e i trasferimenti all'INPS, di trascurare lo sviluppo dei servizi informativi in materia di promozione dell'impiego. Fa presente che, se non sarà possibile intervenire in via emendativa in tale occasione, il suo gruppo si riserva di incidere su tali argomenti nel prossimo decreto d'urgenza annunciato dal Governo al fine di completare gli effetti della manovra.

Giuliano CAZZOLA, presidente, pur precisando che non sembrerebbero esservi margini per una modifica del testo in esame nel senso indicato dal deputato Gnecchi, si dichiara convinto che il relatore saprà andare incontro alle osservazioni dei gruppi di opposizione nella propria proposta di relazione alla V Commissione.

Alessia Maria MOSCA (PD) paventa il rischio che la presente discussione sia un mero esercizio di stile, considerati i ristretti margini di intervento sugli effetti della manovra, già ampiamente prodotti da provvedimenti assunti nel luglio scorso. Pur ritenendo condivisibile l'intento di tenere i conti pubblici in equilibrio, contesta le modalità con cui il Governo mira a realizzarlo, ovvero attraverso tagli lineari che contrastano con i più elementari principi di giustizia sociale, peraltro in assenza di misure per lo sviluppo e la crescita.
Fa notare che altri importanti Paesi dell'Unione europea, pur prevedendo coraggiose riduzioni di spesa, anche in materie delicate - come quella previdenziale - non hanno rinunciato ad investire in settori strategici, quali l'innovazione e la ricerca o l'istruzione e la formazione. Osserva che il Governo italiano, al contrario, si è mostrato ostile a qualsiasi ipotesi di riforma, come dimostra l'atteggiamento assunto in materia di credito d'imposta, di contrattazione di secondo livello e di riforma degli ammortizzatori sociali.
Fa, in ultimo, osservare che i significativi tagli dei trasferimenti agli enti locali dimostrano che la volontà della maggioranza - in particolare, del gruppo della Lega Nord Padania - di portare a compimento il federalismo fiscale sia puramente teorica, atteso che qualsiasi amministratore locale, in assenza di risorse, si sentirà deresponsabilizzato nella gestione del bilancio: ciò, a suo avviso, contribuirà a creare una moltiplicazione dei centri di spesa, rendendo sempre più opache le gestioni amministrative locali.

Ivano MIGLIOLI (PD) fa notare che la corrente sessione di bilancio è contrassegnata da un cambiamento puramente formale delle procedure parlamentari a cui non si è accompagnato alcun mutamento sostanziale, considerato che le opposizioni continuano a non poter incidere nel merito delle questioni. Stigmatizza, pertanto, un metodo legislativo che reputa lesivo delle prerogative del Parlamento, anche tenuto conto che sul provvedimento il Governo sembra intenzionato a porre la questione di fiducia.
Nel merito del provvedimento, si dichiara perplesso per i tagli operati dall'Esecutivo in materia di pubblico impiego, previdenza e trasferimento agli enti locali, facendo notare che, a differenza di quanto accade in altri Paesi, l'Italia non investe nei settori strategici della produzione, andando incontro a gravi conseguenze in termini di minore occupazione e salari più bassi (soprattutto nel mezzogiorno). Osserva che il Governo, invece di condurre una lotta convinta all'evasione e di affrontare una riforma fiscale che preveda una diminuzione della tassazione sui redditi da lavoro dipendente e sulle imprese nonché

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un aumento di quella sulle rendite finanziarie e patrimoniali, sembra preoccuparsi unicamente di mettere le «mani nelle tasche» dei soggetti più deboli, come famiglie povere, donne, giovani precari e pensionati.
Da ultimo, esprime preoccupazione per le misure adottate dal Governo in materia di CIG, stigmatizzando la scelta di introdurre modifiche al suo funzionamento in via amministrativa e non attraverso un serio e ponderato passaggio parlamentare, interrogandosi, peraltro, su come l'Esecutivo riuscirà a finanziare la cassa integrazione in deroga per i prossimi anni, che si prospettano drammatici per migliaia di imprese italiane. Per tali ragioni, ribadisce la forte contrarietà nei confronti dei documenti di bilancio in esame.

Maria Anna MADIA (PD) ritiene che il Governo debba assumersi in pieno la responsabilità delle scelte assunte con il provvedimento in esame, dal quale, a suo avviso, traspaiono in modo chiaro quali sono le sue priorità. Al riguardo, constata infatti che il lavoro non rientra tra di esse, considerata la mancanza sia di politiche attive sia di politiche passive a sostegno del mercato del lavoro.
Con riferimento alle prime, rileva l'assenza di interventi in materia di formazione, a differenza di quanto avviene in altri Paesi europei, osservando che tale orientamento contraddice quanto sostenuto a più riprese dal Ministro Sacconi in tema di tutela del lavoratore nel mercato del lavoro.
In ordine alle seconde, paventa il rischio che si registri una sostanziale incapacità dell'Esecutivo nel dare attuazione alla delega in materia di riforma degli ammortizzatori sociali, manifestando altresì preoccupazione circa le modalità di finanziamento della stessa CIG in deroga.
In conclusione, considera il provvedimento in esame un'occasione persa dall'Esecutivo per cambiare rotta rispetto al proprio operato, dal momento che si continua a percorrere una strada caratterizzata da precarizzazione dei rapporti di lavoro e assenza di politiche per lo sviluppo.

Massimiliano FEDRIGA (LNP) ritiene doveroso intervenire nel dibattito per ricondurre la discussione entro binari maggiormente aderenti alla realtà, considerando demagogica quella ricostruzione dei fatti che rappresenta il Governo incapace di far fronte alle esigenze del Paese solamente perché non intraprende una politica economica espansiva, elargendo risorse nei settori più disparati della vita pubblica. Fa presente che l'Esecutivo si trova ad operare in condizioni di risorse limitate ed appare costretto a considerare come prioritario l'obiettivo del mantenimento in equilibrio dei conti pubblici, in assenza del quale si andrebbe incontro ad una vera e propria bancarotta. Giudica pretestuoso, pertanto, valutare come inadeguata l'azione del Governo, attesa l'esigenza prioritaria di ridurre l'entità del debito pubblico, considerando altresì non risolutiva la proposta di reperire risorse solo attraverso la lotta all'evasione fiscale e la tassazione delle rendite finanziarie. Su tale ultimo aspetto, peraltro, si chiede se una scelta di tale tipo non si ripercuota negativamente sui piccoli risparmiatori, provocando altresì una fuga di capitali dai mercati finanziari. Si dichiara ironicamente compiaciuto che taluni esponenti dell'opposizione abbiano convenuto con la maggioranza sulla necessità di intervenire su versanti sensibili della spesa pubblica - ad esempio, in materia previdenziale - nonché sull'esigenza di continuare a finanziare la CIG in deroga, strumento che conferisce flessibilità al Governo in materia di sostegno al reddito dei lavoratori. Giudica poi ideologiche le perplessità espresse sul progetto di federalismo fiscale nonché in materia di sostegno ai disabili, contestando la tesi secondo cui la maggioranza non sosterrebbe l'inserimento in società di tali soggetti: fa notare, in proposito, che ciò è smentito dalle stesse proposte avanzate da taluni amministratori locali appartenenti

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al suo partito, tese esclusivamente ad andare incontro all'interesse specifico di tali soggetti, rendendo più agevoli i loro processi di apprendimento, anche attraverso un apposito percorso scolastico di differenziazione.

Cesare DAMIANO (PD) osserva che per il suo gruppo non è in discussione l'esigenza di mantenere in equilibrio i conti pubblici, argomento che sta a cuore anche all'opposizione, quanto l'impostazione di fondo della manovra economica, che appare priva di serie scelte di politica industriale e di un realistico piano di rilancio della produzione e dell'occupazione.
A differenza di altri Paesi dell'Unione europea, il Governo - a suo avviso - si preoccupa di realizzare tagli lineari in settori strategici della vita pubblica, colpendo le fasce più deboli della società, sottraendosi alla responsabilità di realizzare riforme importanti, come quella degli ammortizzatori sociali. Giudica attendista ed ambiguo l'atteggiamento del Governo, che non appare interessato a gestire in modo sereno i conflitti sociali - come nel caso, evidente, della FIAT - stigmatizzando la sua azione rivolta ad una precarizzazione del mercato del lavoro e ad una lacerazione della solidarietà sindacale attraverso l'introduzione di principi derogatori alla contrattazione nazionale. Si assiste, in sostanza, ad un progetto di riscrittura del diritto del lavoro, che delinea un abbassamento delle tutela per lavoratori ed imprese, anche in materia previdenziale, laddove si rischia di lasciare i dipendenti senza stipendio o senza lavoro tra il momento della maturazione del diritto al pensionamento e la data di decorrenza della pensione stessa, a causa di un irrazionale sistema di finestre di uscita.
Esprime poi perplessità in ordine agli orientamenti assunti dall'Esecutivo in materia fiscale, laddove, anziché prevedere una diminuzione della tassazione sul reddito da lavoro dipendente ed un contestuale incremento delle rendite finanziarie, si prendono provvedimenti opachi e contraddittori, come, ad esempio, l'eliminazione del DURC o l'introduzione della cedolare secca del 20 per cento in materia di affitti.
Infine, esprime l'auspicio che il Governo possa cambiare rotta al più presto, recependo i suggerimenti dell'opposizione, in nome dell'interesse dei cittadini e del Paese.

Michele SCANDROGLIO (PdL), relatore, preso atto degli interventi svolti, si riserva di formulare nel prosieguo dell'esame le proprie proposte di relazione, che possano tenere conto delle osservazioni emerse nel corso del dibattito, precisando che sarà sua cura portarle a conoscenza dei gruppi, anche in via informale, entro la giornata di oggi.

Giuliano CAZZOLA, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, dichiara concluso l'esame preliminare.
Ricordato che il termine per la presentazione di emendamenti ai documenti di bilancio è venuto in scadenza alle ore 15 di oggi, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.

La seduta termina alle 15.25.

COMITATO DEI NOVE

Martedì 26 ottobre 2010.

Esclusione dei familiari superstiti condannati per omicidio del pensionato o dell'iscritto a un ente di previdenza dal diritto alla pensione di reversibilità o indiretta.
Emendamenti C. 3333 Lo Presti e abbinate C. 3311 Schirru e C. 3479 Fedriga.

Il comitato dei nove si è riunito dalle 15.25 alle 15.35.