CAMERA DEI DEPUTATI
Martedì 12 ottobre 2010
380.
XVI LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Lavoro pubblico e privato (XI)
COMUNICATO
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AUDIZIONI INFORMALI

Martedì 12 ottobre 2010.

Audizioni di rappresentanti di MEFOP, di rappresentanti di Confindustria e di rappresentanti di INPDAP nell'ambito dell'esame del Libro verde: Verso sistemi pensionistici adeguati, sostenibili e sicuri in Europa (COM(2010)365 def.).

Le audizioni informali sono state svolte dalle 11.35 alle 13.05.

SEDE REFERENTE

Martedì 12 ottobre 2010. - Presidenza del presidente Silvano MOFFA. - Interviene il Ministro del lavoro e delle politiche sociali, Maurizio Sacconi.

La seduta comincia alle 15.15.

Deleghe al Governo in materia di lavori usuranti, di riorganizzazione di enti, misure contro il lavoro sommerso e disposizioni in tema di lavoro pubblico e di controversie di lavoro.
C. 1441-quater-F (rinviato alle Camere dal Presidente della Repubblica, approvato dalla Camera e modificato dal Senato).

(Seguito dell'esame e rinvio).

La Commissione prosegue l'esame del provvedimento in titolo, rinviato nella seduta del 7 ottobre 2010.

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Silvano MOFFA, presidente, comunica che sono stati presentati emendamenti riferiti al provvedimento in esame (vedi allegato 1).
In proposito, avverte che gli emendamenti presentati sono stati valutati dalla presidenza anzitutto alla luce dell'articolo 70, comma 2, del Regolamento, ai sensi del quale, riguardo ai progetti di legge già approvati dalla Camera e modificati dal Senato, la Camera delibera soltanto sulle modificazioni apportate dal Senato stesso e sugli emendamenti ad esse conseguenti che fossero proposti alla Camera, nonché ai sensi dell'articolo 89 dello stesso Regolamento che, in particolare, attribuisce al Presidente la facoltà di negare l'accettazione di emendamenti relativi ad argomenti affatto estranei all'oggetto della discussione e di non metterli in votazione. Al contempo, ricorda che - essendo il disegno di legge in esame un provvedimento collegato alla manovra di finanza pubblica - la valutazione di ammissibilità è stata effettuata anche ai sensi dell'articolo 123-bis del Regolamento, in modo da assicurare altresì il rispetto dei criteri previsti circa l'introduzione di nuove o maggiori spese o minori entrate, come definiti dalla legislazione contabile.
Fa presente, dunque, che, sulla base dell'indicato parametro regolamentare, sono state anzitutto dichiarate irricevibili le proposte emendative volte a modificare disposizioni del testo approvate dalla Camera e non modificate dal Senato, e per le quali si è, quindi, già compiuta la doppia lettura conforme costituzionalmente richiesta per l'approvazione delle leggi, ovvero le proposte emendative volte ad introdurre materie nuove o estranee rispetto sia ai contenuti del provvedimento come approvato dalla Camera sia alle modifiche introdotte dal Senato: tali proposte emendative, pertanto, non sono state inserite nel fascicolo degli emendamenti in distribuzione e non saranno pubblicate in allegato al resoconto della seduta odierna.
Comunica, inoltre, che - sulla base del medesimo parametro regolamentare in precedenza richiamato - altre proposte emendative, sebbene formalmente riferite a disposizioni modificate dal Senato e astrattamente riconducibili a materie oggetto (per altri profili) delle modifiche introdotte da quel ramo del Parlamento, sono state comunque dichiarate irricevibili, in quanto volte sostanzialmente ad introdurre nel testo argomenti per i quali non è rinvenibile alcun nesso di consequenzialità rispetto a tali modifiche.
Sotto quest'ultimo profilo, avverte infine che sono da considerarsi integralmente o parzialmente inammissibili i seguenti emendamenti, pur inseriti nel fascicolo, che intendono introdurre - all'articolo 31, comma 10, terzo periodo - il principio della possibilità di recesso dalla clausola compromissoria e di facoltà di accesso all'autorità giudiziaria, intervenendo quindi su un argomento che non risulta in alcun modo consequenziale rispetto alle modifiche apportate dal Senato, che riguardano esclusivamente il momento in cui le Commissioni di certificazione accertano la volontà delle parti di ricorrere all'arbitrato: emendamento Damiano 31.11; emendamento Damiano 31.6, limitatamente alle parole da «rispetto alla» sino alla fine del periodo; emendamento Damiano 31.7, limitatamente alle parole da «rispetto alla» sino alla fine del periodo; emendamento Damiano 31.8, limitatamente alle parole da «senza pregiudizio» sino alla fine del periodo. Fa notare, pertanto, che gli ultimi tre emendamenti richiamati saranno posti in votazione soltanto per la parte ritenuta ammissibile.

Giuliano CAZZOLA (PdL), relatore, anche alla luce delle considerazioni svolte nel corso dell'esame preliminare, invita al ritiro di tutti gli emendamenti presentati, esprimendo altrimenti parere contrario.

Il Ministro Maurizio SACCONI esprime un parere conforme a quello del relatore, chiarendo come le ragioni della richiesta di non approvare ulteriori modifiche rispetto al testo trasmesso dal Senato siano state già ampiamente esposte nel corso dell'esame preliminare. Ritiene, peraltro, che diversi degli emendamenti presentati possano essere ritirati, poiché non necessari

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sotto il profilo dell'impatto normativo, e possano essere trasformati in appositi ordini del giorno. Si riferisce, a titolo esemplificativo, all'emendamento Schirru 2.1, che investe il principio dell'autonomia organizzativa e funzionale dell'ormai soppresso ISPESL, precisando che il Ministero ha già impostato un intervento organizzativo che si muove nella direzione auspicata dalla proposta emendativa citata: per tale ragione, giudica sufficiente la presentazione di un semplice atto di indirizzo in materia, che il Governo non avrebbe alcuna difficoltà ad accogliere.

Ivano MIGLIOLI (PD), con riferimento, anzitutto, alle dichiarazioni di inammissibilità in precedenza formulate, fa notare che l'interpretazione della presidenza appare quanto mai restrittiva: il suo gruppo, pertanto, pur prendendo atto di tale interpretazione, nella consapevolezza dei limiti di emendabilità che la stessa presidenza può far valere di fronte ad un testo contenente modifiche molto circoscritte, dichiara tuttavia di non ritenere condivisibile la scelta effettuata, riservandosi di ripresentare i propri emendamenti - nel testo integrale - in occasione della discussione in Assemblea e di motivare ulteriormente, nei confronti della presidenza della Camera, le ragioni della loro palese ammissibilità.
Quanto alle modalità di svolgimento della seduta, apprezza anzitutto la presenza costante del Ministro, sempre assente in occasione delle precedenti letture svolte alla Camera, nonché quella dei deputati di maggioranza, che hanno voluto risparmiare i propri contributi nel corso dell'esame preliminare, se è vero che l'unico intervento dei gruppi di maggioranza nel dibattito di carattere generale è stato quello svolto dal relatore in sede di replica.
Passando al merito del provvedimento e al complesso delle proposte emendative presentate dal suo gruppo, auspica che il testo che sarà approvato dalla Camera possa essere diverso da quello trasmesso dal Senato. Ricordato, infatti, come nessuno abbia mai messo in dubbio la validità di un istituto come l'arbitrato, segnala che il vero problema non è quello di valutare se introdurre o meno, all'interno dei rapporti di lavoro, la clausola compromissoria, bensì quello di assicurare che l'apposizione di tale clausola sia frutto di una scelta libera e consapevole del lavoratore e che riguardi soltanto alcuni aspetti del rapporto di lavoro. Pur dovendo riconoscere che - dopo il rinvio del provvedimento alle Camere da parte del Capo dello Stato - il testo trasmesso dal Senato cerca in qualche modo di tenere conto, almeno in parte, di alcuni dei rilievi formulati nel messaggio presidenziale, evidenzia tuttavia l'esistenza di un preciso discrimine che distingue i gruppi di opposizione dai gruppi di maggioranza, i quali appaiono chiaramente animati dalla sottesa volontà di affermare il principio per cui il diritto del lavoro dovrà progressivamente trasformarsi in un ramo del diritto commerciale.
Segnala, altresì, come le norme contenute nell'articolo 31 del disegno di legge in esame siano destinate ad aprire un forte contenzioso, avvertendo peraltro che appare pressoché certo anche il ricorso alla Corte costituzionale, che non potrà che valutare negativamente le disposizioni in tema di arbitrato.
Per le ragioni esposte, si augura che la Commissione approvi gli emendamenti presentati dal suo gruppo, che tendono a migliorare, nel limite del possibile, il testo del provvedimento.

Amalia SCHIRRU (PD) illustra il proprio emendamento 2.1, precisando che esso mira ad assicurare - pur nell'ambito dell'ormai avvenuto accorpamento all'interno dell'INAIL - il rispetto della specificità delle funzioni di ricerca e innovazione tecnologica svolte dall'ISPESL, valorizzando il relativo personale già in servizio. Ne raccomanda, pertanto, l'approvazione da parte della Commissione.

Nedo Lorenzo POLI (UdC), nel giudicare positivamente l'intervento di accorpamento dell'ISPESL all'interno dell'INAIL, teso ad evitare un'inutile sovrapposizione di funzione tra enti, confida

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nell'impegno assunto a più riprese dal Ministro Sacconi in vista della valorizzazione delle funzioni di ricerca già svolte dallo stesso ISPELS e del relativo personale. Ritenendo sufficiente l'assunzione di tale impegno, dichiara, dunque, il voto contrario del suo gruppo sull'emendamento Schirru 2.1.

La Commissione respinge l'emendamento Schirru 2.1.

Giovanni PALADINI (IdV), svolgendo un intervento sul complesso degli emendamenti presentati dal suo gruppo agli articoli 20, 31 e 32, fa notare che il testo giunto alla settima lettura parlamentare non appare suscettibile di andare incontro alle esigenze prospettate dal Presidente della Repubblica nel messaggio di rinvio del provvedimento alle Camere, in quanto presenta ancora profili di evidente criticità, sia per quanto riguarda la qualità della legislazione sia per quanto riguarda il merito dell'articolato. Si riferisce, in particolare, agli interventi sul personale del naviglio di Stato, sull'arbitrato e sul licenziamento in forma orale, stigmatizzando la volontà di ostacolare la possibilità per le vittime dell'esposizione dall'amianto di ottenere un riconoscimento delle relative responsabilità in ambito giudiziario, nonché l'intenzione, sottesa al provvedimento, di mettere in dubbio la libertà del lavoratore di scegliere se affidarsi o meno all'intervento del giudice nell'ambito del proprio rapporto di lavoro.
Nel depositare una documentazione di carattere più generale, predisposta dal suo gruppo al fine di illustrare gli elementi critici presenti nel testo, auspica che la maggioranza cambi opinione e decida di recepire le proposte emendative presentate.

La Commissione respinge l'emendamento Paladini 20.1.

Giovanni PALADINI (IdV), nell'illustrare l'emendamento Porcino 20.2, di cui è cofirmatario, fa notare che esso mira a garantire un pronto risarcimento dei danni subiti dalle vittime dell'esposizione all'amianto, che si propone di realizzare anche in via extragiudiziale; di tenore analogo sono, peraltro, anche le successive proposte emendative presentate dal suo gruppo.

La Commissione respinge, con distinte votazioni, gli emendamenti Porcino 20.2, Borghesi 20.3, Paladini 20.4, Di Stanislao 20.5, Donadi 20.6 e 20.7.

Antonio RUGGHIA (PD), pur comprendendo in linea di principio l'intenzione di escludere l'applicazione delle norme penali in determinate circostanze per i fatti avvenuti a bordo dei mezzi del naviglio di Stato, fa notare che l'articolo 20, nella formulazione approvata dal Senato, rischia di limitare in modo significativo le possibilità per le vittime dell'esposizione all'amianto di vedere riconosciuti i propri diritti, atteso che qualsiasi pretesa risarcitoria viene fatta rientrare soltanto nell'ambito dell'azione civile, che rischia di essere inevitabilmente travolta dall'eventuale esonero di responsabilità a livello penale. Fa presente, al contrario, che l'emendamento Villecco Calipari 20.8, di cui raccomanda l'approvazione, tende a garantire il riconoscimento del diritto al risarcimento in questione anche in via amministrativa, scongiurando - in tal modo - il rischio di penalizzare le vittime dell'esposizione all'amianto e i loro familiari ed aprendo contestualmente una strada alternativa per la risoluzione delle relative controversie.

Giuliano CAZZOLA (PdL), relatore, nel ritenere che il testo dell'articolo 20, così come formulato, risponda alle indicazioni del Presidente della Repubblica, soprattutto per quanto attiene ai profili di natura penale, giudica inutile individuare con una specifica norma di legge una soluzione in via amministrativa dei contenziosi connessi alle fattispecie in esame, dal momento che una simile forma di intervento non appare essere a priori preclusa dal provvedimento in esame. Suggerisce, piuttosto, di presentare sul punto degli ordini del giorno in Assemblea - sui

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quali non dubita che il Governo possa assumere impegni precisi - contenenti forme di intervento tese a rafforzare la tutela del diritto al risarcimento di tali lavoratori, eventualmente anche richiamando la possibilità di convocare un tavolo di concertazione nel quale siano coinvolte le associazioni delle vittime dell'esposizione all'amianto.

Silvano MOFFA, presidente, auspica che nel corso della discussione in Assemblea i gruppi possano lavorare alla predisposizione di un ordine del giorno condiviso, basato sulle importanti considerazioni testé svolte dal relatore.

Luigi BOBBA (PD) fa notare che lo spirito dell'emendamento in esame è proprio quello di evitare dubbi interpretativi circa la possibilità di vedere riconosciuto il proprio diritto al risarcimento anche in via amministrativa e non soltanto in sede civile.

Silvano MOFFA, presidente, fa presente che il testo del comma 2 dell'articolo 20, nella sua attuale formulazione, non sembra pregiudicare né l'accertamento di eventuali responsabilità civili né l'adozione di possibili misure in via amministrativa.

Nedo Lorenzo POLI (UdC) preannuncia la disponibilità del suo gruppo a sostenere con convinzione, in Assemblea, un ordine del giorno che si muova nella direzione tracciata dal relatore.

Ivano MIGLIOLI (PD) sottolinea ironicamente che, vista la convergenza registratasi tra i gruppi sull'argomento, non vi sarà alcuna difficoltà ad approvare l'emendamento in esame.

La Commissione respinge, con distinte votazioni, gli emendamenti Villecco Calipari 20.8 e Porcino 20.9.

Giovanni PALADINI (IdV), illustrando il complesso delle proposte emendative del suo gruppo riferite all'articolo 31, fa notare che il testo approvato dal Senato pregiudica i diritti della parte debole del rapporto di lavoro, soprattutto laddove non conferisce certezza circa l'accertamento dell'effettiva volontà del lavoratore di stipulare la clausola compromissoria, ledendo la sua libera scelta di affidarsi all'arbitrato piuttosto che all'azione giudiziaria e mettendo a rischio anche i principi di buona amministrazione nel campo del pubblico impiego.

Nedo Lorenzo POLI (UdC), nel giudicare in termini positivi che tutti i gruppi abbiano manifestato - almeno in linea di principio - la condivisione verso forme di intervento volte a facilitare il ricorso all'arbitrato in vista di una riduzione del contenzioso giudiziario, ritiene plausibile che la maggioranza intenda ormai procedere all'approvazione definitiva del provvedimento in esame, giunto alla settima lettura parlamentare, considerati anche i miglioramenti significativi apportati al testo. Per tali ragioni, pur riconoscendo ancora la presenza di taluni elementi di criticità, preannuncia l'astensione del suo gruppo sugli emendamenti riferiti all'articolo 31.

La Commissione respinge, con distinte votazioni, gli emendamenti Paladini 31.1, Porcino 31.2, Paladini 31.3, 31.4 e 31.5.

Silvano MOFFA, presidente, avverte che l'emendamento Damiano 31.6 sarà posto in votazione limitatamente alla parte ritenuta ammissibile dalla presidenza.

Teresa BELLANOVA (PD) fa notare che il pur lungo e travagliato iter del provvedimento non può portare a legittimare una norma, di per sé ingiusta e sbagliata, tesa ad introdurre uno strumento di soluzione delle controversie che appare, nella sostanza, un mezzo di coercizione nei confronti della parte debole del rapporto di lavoro. Fa notare che il suo gruppo non può definirsi aprioristicamente contrario all'arbitrato in sé, ma alla specifica forma di intervento prevista nel provvedimento in esame, che impedisce al lavoratore di compiere una scelta consapevole nel momento

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in cui sorge effettivamente una controversia in ordine al rapporto di lavoro.
Nel rilevare come tale disposizione possa avere pesanti ricadute su aspetti essenziali legati al salario e all'orario di lavoro, invita pertanto la maggioranza ad abbandonare il proprio atteggiamento ideologico, che tende a interpretare il diritto del lavoro come una sezione del diritto commerciale, andando incontro ai suggerimenti proposti dall'opposizione e, dunque, approvando le proposte emendative presentate dal suo gruppo riferite all'articolo 31.

La Commissione respinge, con distinte votazioni, gli emendamenti Damiano 31.6, Porcino 31.9 e 31.10.

Silvano MOFFA, presidente, avverte che gli emendamenti Damiano 31.7 e 31.8 saranno posti in votazione limitatamente alle parti ritenute ammissibili dalla presidenza.

Teresa BELLANOVA (PD) raccomanda l'approvazione dell'emendamento Damiano 31.7, di cui è cofirmataria, facendo notare che esso, anche limitatamente alla parte ritenuta ammissibile, prospetta una condivisibile soluzione di mediazione, poiché fa riferimento al momento dell'insorgenza della controversia come fase nella quale le Commissioni di certificazione debbono accertare l'effettiva volontà delle parti di ricorrere all'arbitrato.

La Commissione respinge, con distinte votazioni, gli emendamenti Damiano 31.7, 31.8, 31.15, 31.12, 31.13 e 31.14.

Maria Grazia GATTI (PD) invita il relatore a rivedere il proprio parere sull'emendamento Damiano 31.6, dal momento che esso propone, nella sostanza, di ripristinare il testo approvato dalla Camera nella lettura precedente, grazie ad un emendamento presentato dall'opposizione.

La Commissione respinge, con distinte votazioni, gli emendamenti Damiano 31.16, 31.17, 31.18 e 31.19.

Maria Grazia GATTI (PD) osserva che l'articolo 32, riducendo i termini di impugnazione, rischia di pregiudicare la libertà del lavoratore di adire l'autorità giudiziaria, ad esempio in caso di licenziamento illegittimo, soprattutto laddove siano in gioco rapporti di lavoro a carattere flessibile, ai quali viene esteso impropriamente il campo di applicazione di talune norme del codice di procedura civile. Esprime, quindi, il proprio rammarico per l'ostilità della maggioranza nei confronti delle proposte di modifica presentate dal suo gruppo con riferimento al citato articolo 32, ad esempio laddove essi tendono a posticipare la decorrenza del termine di impugnazione nel caso di sequenza di contratti a termine.

La Commissione respinge, con distinte votazioni, gli emendamenti Damiano 32.1, 32.2, 32.3 e 32.4.

Giovanni PALADINI (IdV) osserva che le modalità con cui è stato redatto l'articolo 32 rivelano un atteggiamento noncurante delle problematiche a cui va incontro la maggior parte dei lavoratori nella vita quotidiana: probabilmente, si tratta di un atteggiamento consono a chi non vive ogni giorno i drammi del lavoro e della precarietà. Fa notare, peraltro, che il testo approvato dal Senato, pregiudicando i termini di impugnativa, rischia di aggravare ulteriormente la posizione, già fortemente svantaggiata, del lavoratore.

La Commissione respinge, con distinte votazioni, gli emendamenti Paladini 32.5, Porcino 32.6 e Paladini 32.7.

Silvano MOFFA, presidente, avverte che, pur essendosi concluso l'esame degli emendamenti, occorre comunque attendere, prima di procedere alla deliberazione sul conferimento del mandato al relatore, l'espressione dei prescritti pareri da parte delle Commissioni parlamentari e del Comitato per la legislazione.
Rinvia, quindi, il seguito dell'esame ad altra seduta.

La seduta termina alle 16.30.

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SEDE CONSULTIVA

Martedì 12 ottobre 2010. - Presidenza del presidente Silvano MOFFA.

La seduta comincia alle 16.30.

Norme in materia di organizzazione delle università, di personale accademico e reclutamento, nonché delega al Governo per incentivare la qualità e l'efficienza del sistema universitario.
Nuovo testo C. 3687 Governo, approvato dal Senato, e abb.

(Parere alla VII Commissione).
(Esame e conclusione - Parere favorevole).

La Commissione inizia l'esame del provvedimento in titolo.

Paola PELINO (PdL), relatore, osserva che la Commissione è chiamata ad esprimere il parere sul nuovo testo del disegno di legge n. 3687, approvato dal Senato, recante norme in materia di organizzazione delle università, di personale accademico e reclutamento, nonché delega al Governo per incentivare la qualità e l'efficienza del sistema universitario. Fa notare, in proposito, che la Commissione si è già pronunciata, nella seduta del 6 ottobre 2010, sul testo originario del disegno di legge in questione, esprimendo un parere favorevole; coerentemente con quanto concordato nell'ambito dell'Ufficio di presidenza, integrato dai rappresentanti dei gruppi, la Commissione è stata, quindi, nuovamente convocata, atteso che la Commissione di merito ha richiesto l'espressione del parere di competenza su un nuovo testo, risultante dall'approvazione di numerosi emendamenti. Fa presente, dunque, che si soffermerà sui profili di più diretto interesse della XI Commissione, peraltro già esaminati nel corso del precedente esame in sede consultiva, tenendo conto delle modifiche nel frattempo intervenute.
Rileva, anzitutto, che all'articolo 2, comma 1, recante princìpi e criteri direttivi ai quali le università devono attenersi nella modifica dei propri statuti in materia di organizzazione e di organi di governo dell'ateneo, è stata aggiunta una lettera i-bis), con la quale si prevede, per la nomina dei componenti il consiglio di amministrazione, il rispetto, da parte di ciascun componente, del principio costituzionale delle pari opportunità tra uomini e donne nell'accesso alla vita pubblica: si tratta, a suo avviso, di una disposizione di cui la Commissione non può che prendere atto con favore, attesa l'esigenza di promuovere, in ogni aspetto della vita pubblica, politiche che tutelino la parità di genere, con particolare riferimento agli ambiti professionali nei quali, soprattutto, le donne soffrono condizioni particolarmente disagiate. Sottolinea poi che la Commissione di merito ha introdotto nel testo un nuovo articolo 5-bis, teso ad istituire un fondo per la valorizzazione del merito accademico, finalizzato, ai sensi del comma 1, a finanziare la chiamata di 1.500 professori di seconda fascia per ciascuno degli anni 2011-2016 - senza che trovino applicazione i limiti di assunzione previsti dall'articolo 66, comma 13, del decreto-legge n. 112, convertito, con modificazioni, dalla legge 6 agosto 2008, n. 133 e successive modifiche - a decorrere dall'inizio di ciascuno anno accademico, nonché a valorizzare, nel triennio 2011-2013, il merito accademico dei professori e dei ricercatori universitari inquadrati nella prima progressione economica. Si tratta, a suo giudizio, di un articolo aggiuntivo particolarmente importante, teso a favorire un percorso di stabilizzazione per i tanti ricercatori dell'università, che da anni offrono un contributo di qualità indispensabile alle attività didattiche e di ricerca: auspica pertanto che questa disposizione, che riconosce il lavoro meritorio svolto da tali soggetti presso gli atenei, possa essere mantenuta nel testo definitivo, anche a seguito delle necessarie valutazioni di carattere economico e finanziario che interverranno nel corso dell'esame del provvedimento.
Soffermandosi poi sull'articolo 6, che definisce lo stato giuridico di professori e

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ricercatori di ruolo, fa notare che la Commissione di merito ha introdotto un nuovo comma 3, in materia di retribuzione aggiuntiva dei ricercatori di ruolo, ai quali, con il loro consenso, sono affidati moduli o corsi curriculari, mentre al successivo comma 8 è stato aggiunto un ulteriore periodo teso a specificare che le attività didattiche e di ricerca svolte dai professori e dai ricercatori presso enti pubblici e privati devono avere carattere saltuario e di durata limitata e non devono andare a detrimento delle attività didattiche, scientifiche e gestionali loro affidate dall'università di appartenenza.
Ritiene che non si rinvengano, poi, modifiche di rilievo agli articoli 7, 8, 9, 10 e 15, mentre all'articolo 16 - che, tra l'altro, rinvia all'adozione di regolamenti di delegificazione per la disciplina delle procedure finalizzate al conseguimento dell'abilitazione - fa presente che è stata aggiunta una lettera a-bis) al comma 3, con la quale si introduce la possibilità di prescrivere (mediante decreto del Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca) un numero massimo alle pubblicazioni che ciascun candidato può presentare ai fini del conseguimento dell'abilitazione; alla lettera c), inoltre, è stata specificata la natura obbligatoria dell'indizione, con frequenza annuale inderogabile, delle procedure per il conseguimento dell'abilitazione, che dovrà essere disciplinata dai futuri regolamenti governativi di delegificazione.
Rileva poi che la Commissione di merito ha introdotto due nuovi articoli: l'articolo 17-bis, recante disposizioni in materia di dottorato di ricerca, e l'articolo 18-bis, che istituisce il Comitato nazionale dei garanti per la ricerca; l'articolo 19, a sua volta, riassume in maniera organica le norme che riguardano l'assegnazione del personale e il trattamento fiscale e previdenziale degli assegni di ricerca, nel quale, al comma 3, è stata introdotta una modifica tesa a specificare che la titolarità dell'assegno comporta il collocamento in aspettativa senza assegni, che è utile ai fini di carriera e pensionistici, per il dipendente in servizio presso amministrazioni pubbliche. Al successivo comma 6, è stato poi specificato che l'importo degli assegni di ricerca è determinato dall'ateneo in misura comunque non inferiore a 20.000 euro lordi annui, importo minimo che viene rideterminato con decreto del Ministro.
Fa presente che il nuovo testo dell'articolo 21, recante disposizioni in materia di ricercatori a tempo determinato, prevede che i contratti non rinnovabili siano stipulati esclusivamente con regime di tempo pieno, specificando il numero di ore - per il tempo pieno e definito - da dedicare allo svolgimento delle attività di didattica, di didattica integrativa e di servizio agli studenti. Rispetto al testo originario, si prevede, inoltre, che l'espletamento dei contratti a tempo determinato costituisce titolo preferenziale nei concorsi per l'accesso alle pubbliche amministrazioni. Infine, evidenzia che all'articolo 23 è stato introdotto un comma 2-bis, contenente una disposizione di interpretazione autentica in materia di riconoscimento del trattamento economico ai collaboratori esperti linguistici assunti dalle università interessate quali lettori di madre lingua straniera.
In conclusione, rilevato che il provvedimento introduce una vasta ed importante riforma organica del settore dell'università, preso atto delle modifiche migliorative al testo in discussione, presenta una proposta di parere favorevole sul nuovo testo del disegno di legge in esame (vedi allegato 2).

Luigi BOBBA (PD) intende anzitutto rappresentare talune concrete esperienze del mondo universitario di cui, per vari motivi, è direttamente a conoscenza, segnalando come le difficoltà quotidiane della realtà accademica dovrebbero essere meglio conosciute da chi si accinge ad impostare un pesante intervento di riforma.
Pur riconoscendo la necessità di riorganizzare nel suo complesso il sistema universitario, contesta quindi le modalità dell'intervento predisposto dal Governo, che giudica privo di una visione sistemica

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ed organica delle problematiche in gioco. In particolare, evidenzia i diversi punti del provvedimento in titolo che presentano aspetti fortemente critici per l'intero corpo docente e per gli stessi studenti, auspicando che un serio confronto possa portare all'individuazione di misure più opportune.
Nel mettere in evidenza alcuni parziali miglioramenti apportati al testo a seguito del passaggio al Senato e dell'approvazione di taluni emendamenti in Commissione di merito, fa notare che sulla materia in esame l'Esecutivo, a differenza di quelli di altri Paesi europei, prosegue lungo la politica dei tagli delle risorse, mettendo a rischio il normale svolgimento dei corsi universitari e omettendo di risolvere le questioni legate all'ingente presenza di ricercatori non di ruolo negli atenei.

Teresa BELLANOVA (PD) fa notare che il relatore, nel suo intervento introduttivo, ha preso atto con favore del nuovo articolo 5-bis, introdotto dalla Commissione di merito, teso a favorire la chiamata di 1.500 professori di seconda fascia per ciascuno degli anni 2011-2016, senza tuttavia indicare le risorse che sarebbero state stanziate per un intervento di tale portata. Giudica quindi paradossale che nella proposta di parere venga formulato un auspicio circa le sorti dell'articolo aggiuntivo appena richiamato, evidenziando come una precisazione di tale portata confermi i dubbi dell'opposizione circa l'assenza di copertura finanziaria per questa misura.

Nedo Lorenzo POLI (UdC) auspica che il provvedimento possa essere migliorato nel corso dell'esame in Assemblea, atteso che, allo stato, esso appare inadeguato a fornire risposte al settore dell'università e testimonia le difficoltà finanziarie in cui si sta imbattendo il Governo in carica. Per tale ragione, preannuncia che il suo gruppo non può che confermare il voto contrario sulla proposta di parere del relatore.

Giulio SANTAGATA (PD) fa notare che l'intera riforma dell'università, al pari della manovra economica varata a luglio dall'Esecutivo, si fonda su meri auspici e su previsioni di spesa assolutamente irrealistiche, legate al verificarsi di eventi futuri del tutto improbabili. Dichiara ironicamente di augurarsi, pertanto, un sollecito scioglimento del Parlamento, considerando una vera e propria presa in giro nei confronti dei cittadini l'attività di un organo costituzionale che si riduce a ratificare decisioni di tale insensatezza.

Massimiliano FEDRIGA (LNP) evidenza, anzitutto, che il disegno di legge in esame per la prima volta propone una riforma complessiva e strutturale del settore, i cui obiettivi principali sono sicuramente la valorizzazione del merito dei docenti e degli studenti, la responsabilizzazione degli atenei nella gestione delle risorse, lo sviluppo della qualità e della competitività delle università italiane. Fa notare, pertanto, che l'intervento in esame mira ad evitare inutili sprechi di risorse - a garanzia di un razionale impiego delle somme versate dai contribuenti - connessi allo svolgimento di inutili corsi universitari, favorendo la trasparenza dei bilanci degli atenei e salvaguardando la qualità dei servizi offerti. Per le ragioni esposte, fa presente che il suo gruppo voterà a favore della proposta di parere del relatore.

Giovanni PALADINI (IdV) osserva che il provvedimento in esame, oltre ad apparire privo di una copertura finanziaria certa, non propone alcuna realistica soluzione alle problematiche connesse al precariato del personale, alla mobilità dei docenti, al sistema della didattica e allo strapotere dei cosiddetti «baroni». Nel giudicare insufficiente il modello proposto dal Governo in carica, preannuncia il voto contrario del suo gruppo sulla proposta di parere favorevole presentata dal relatore.

Maria Anna MADIA (PD), pur non ritenendo la drammatica crisi dell'università italiana interamente ricollegabile al provvedimento in esame, esprime su di esso un giudizio fortemente critico, considerata la totale mancanza di risorse per

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finanziarne gli interventi e valutata la sua incapacità di affrontare il problema del precariato nel mondo universitario.
Facendo riferimento all'intervento svolto dal deputato Fedriga, si interroga ironicamente se le risorse dei contribuenti impiegate per finanziare le «quote latte» incidano sulle possibilità di crescita del Paese in misura maggiore rispetto a quelle utilizzate per l'università, esprimendo altresì il proprio rammarico per come il Governo stia disperdendo una capitale umano appartenente alle generazioni presenti e future. Sarebbe stato necessario, a suo avviso, un intervento strutturale e organico fondato su risorse certe, eventualmente provenienti dalle entrate del cosiddetto «scudo fiscale» (come promesso a più riprese dal Ministro Tremonti), nonché su proposte concrete, come quella formulata dall'opposizione sul contratto unico di formazione.
Per queste ragioni, preannuncia il voto contrario del suo gruppo sulla proposta di parere del relatore.

Giuliano CAZZOLA (PdL) fa notare che i gruppi di opposizione tendono a fornire del mondo universitario un'immagine di efficienza attualmente inesistente, come se il Governo stesse smantellando una «macchina» pienamente operativa per il semplice gusto di farlo. Fa presente, al contrario, che la situazione degli atenei italiani è ben lontana da un livello accettabile - per responsabilità imputabili ai Governi succedutisi nel tempo, colpevoli di aver introdotto riforme confuse e caotiche - e ciò è dimostrato dallo spreco di risorse nel campo dell'organizzazione dei corsi universitari, che appare evidente se si considera il numero degli iscritti ai medesimi corsi. In sostanza, contesta ai gruppi di opposizione una volontà di mantenere le cose nello stato in cui esse si trovano, come se tutto oggi procedesse per il meglio.

Giulio SANTAGATA (PD), intervenendo per una precisazione, ricorda che il suo gruppo non ha mai inteso contestare la necessità di una riforma dell'università.

Maria Grazia GATTI (PD) contesta le valutazioni testé svolte dal deputato Cazzola, giudicandole non aderenti al contenuto degli interventi svolti dai deputati del suo gruppo.

Giuliano CAZZOLA (PdL), nel ribadire con convinzione le proprie valutazioni, osserva altresì che il reperimento delle risorse per l'università - tanto invocato dall'opposizione - può essere facilmente realizzato anche attraverso una più razionale ed oculata gestione dei fondi esistenti, nonché mediante un più attento controllo sulle relative forme di impiego. Si sofferma, quindi, sul merito del provvedimento, facendo notare che esso, oltre a prevedere un percorso di stabilizzazione per i precari attraverso l'introduzione di un duplice modello contrattuale teso a premiare il merito, garantisce un sollecito ricambio generazionale nel campo della docenza universitaria. Per tali ragioni, giudica capziose le osservazioni dei gruppi di minoranza, rivendicando la correttezza dell'intervento dell'Esecutivo in carica, che giudica adeguato a rilanciare il settore dell'università.

Nessun altro chiedendo di intervenire, la Commissione approva la proposta di parere favorevole del relatore.

La seduta termina alle 17.15.