CAMERA DEI DEPUTATI
Mercoledì 6 ottobre 2010
378.
XVI LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Lavoro pubblico e privato (XI)
COMUNICATO
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SEDE CONSULTIVA

Mercoledì 6 ottobre 2010. - Presidenza del presidente Silvano MOFFA.

La seduta comincia alle 8.45.

Schema di Decisione di finanza pubblica per gli anni 2011-2013.
Doc. LVII, n. 3.

(Parere alla V Commissione).
(Seguito dell'esame e rinvio).

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La Commissione prosegue l'esame del provvedimento in titolo, rinviato nella seduta di ieri.

Giulio SANTAGATA (PD) giudica anzitutto anomalo l'atteggiamento di principio assunto dal Governo sul documento in esame, atteso che lo stesso Esecutivo lo definisce stranamente come uno strumento ormai superato, in quanto anticipato - sotto il profilo interno - dalla manovra estiva e destinato, in prospettiva, ad essere sostituito dagli atti di programmazione a livello europeo: si domanda, dunque, quale sia la reale utilità di uno schema di Decisione di finanza pubblica i cui dati, alla luce delle predette premesse, appaiono difficilmente modificabili e orientabili.
Si sofferma, quindi, sulla sezione del documento che individua il conto economico degli enti di previdenza ed assistenza, segnalando come - a fronte di un quadro dell'andamento dell'economia che sembrerebbe registrare una leggera ripresa, che tuttavia non riesce a tradursi in un incremento dell'occupazione, i cui dati appaiono stagnanti - continua invece una previsione fortemente positiva dell'andamento del comparto previdenziale, caratterizzato addirittura da significativi avanzi di gestione e da valori molto elevati delle stesse entrate contributive. Poiché, a suo avviso, i dati indicati nel documento risultano decisamente troppo ottimistici, paventa il rischio che la tentazione del Governo (e degli stessi enti previdenziali) possa essere quella di nascondere deficit sommersi sotto la «copertura» degli istituti di previdenza e assistenza, con il risultato che la manovra economica continuerà ad essere caricata integralmente sugli enti locali e sugli stessi lavoratori, mentre i bilanci della previdenza serviranno soltanto a far quadrare, da un punto di vista formale, i conti complessivi dello Stato.

Silvano MOFFA, presidente, in considerazione dell'imminente inizio dei lavori dell'Assemblea, in cui è prevista un'informativa del Ministro Sacconi sul tema degli incidenti sul lavoro, fa presente che il seguito dell'esame del provvedimento dovrà essere rinviato all'odierna seduta pomeridiana.
Rinvia, quindi, il seguito dell'esame ad altra seduta.

La seduta termina alle 8.55.

UFFICIO DI PRESIDENZA INTEGRATO DAI RAPPRESENTANTI DEI GRUPPI

Mercoledì 6 ottobre 2010.

L'ufficio di presidenza si è riunito dalle 14.10 alle 14.20.

ATTI DEL GOVERNO

Mercoledì 6 ottobre 2010. - Presidenza del presidente Silvano MOFFA.

La seduta comincia alle 14.20.

Proposta di nomina del dottor Rino Tarelli a componente della Commissione di vigilanza sui fondi pensione (COVIP).
Nomina n. 70.

(Seguito dell'esame e conclusione - Parere favorevole).

La Commissione prosegue l'esame della proposta di nomina in titolo, rinviato nella seduta del 29 settembre 2010.

Silvano MOFFA, presidente, ricorda che il relatore ha proposto di esprimere un parere favorevole sulla proposta di nomina in esame.

Luigi BOBBA (PD) fa presente che il suo gruppo esprime un orientamento favorevole sulla proposta di nomina in esame, ma intende al contempo manifestare la propria insoddisfazione per il fatto che, ancora una volta, nelle nomine di competenza del Ministero del lavoro e delle politiche sociali, non sia stato applicato

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il criterio della rappresentanza di genere, che aveva costituito oggetto di una risoluzione approvata in modo sostanzialmente unanime dalla Commissione.

Lucia CODURELLI (PD), intervenendo a titolo personale, ricorda che la risoluzione approvata dalla Commissione in materia di parità di genere impegnava il Governo a garantire una corretta rappresentanza femminile nelle nomine di competenza del Ministero del lavoro, mentre - dopo quella risoluzione - neanche una nomina proposta dal Ministro Sacconi ha riguardato una candidatura femminile. Giudica tale dato una gravissima violazione degli impegni assunti dal Governo di fronte al Parlamento e, per tale ragione, fa presente che non parteciperà al voto e abbandonerà l'aula della Commissione, senza che ciò incida, tuttavia, sul merito e sulla professionalità della persona designata.

Maria Grazia GATTI (PD), pur nutrendo grande stima nei confronti del dottor Tarelli, che ritiene possa svolgere in modo impeccabile il ruolo che si accinge ad assumere, avverte che - a titolo personale - non parteciperà al voto e abbandonerà l'aula della Commissione, auspicando che ciò costituisca un preciso segnale di richiamo al Governo per il rispetto degli impegni assunti di fronte alla Commissione.

Cesare DAMIANO (PD) stigmatizza l'insensibilità del Governo rispetto ai criteri di genere nelle nomine di propria competenza, giudicando grave il mancato rispetto degli impegni assunti: preannuncia, quindi, che, se l'Esecutivo intende continuare su questa strada, il suo gruppo sarà costretto in futuro a non partecipare più alle votazioni riguardanti proposte di nomina.
Al contempo, fa notare che il dottor Tarelli è una figura di altissima qualità, che viene proposta per un ruolo delicato in un settore di valore assolutamente strategico per il mondo del lavoro e della previdenza, e rappresenta pertanto un elemento di garanzia sotto il profilo istituzionale. Per queste motivazioni, il suo gruppo voterà convintamente a favore della proposta di nomina, pur in presenza di una grave contraddizione sotto il profilo della rappresentanza di genere.

Antonino FOTI (PdL) preannuncia il voto favorevole del suo gruppo sulla proposta di nomina in esame, che riguarda una figura di assoluta qualità. Ritiene, peraltro, corretto rilevare che le osservazioni formulate dai gruppi di opposizione sono particolarmente pertinenti e, dunque, richiedono il giusto impegno del Governo nel rispetto dei criteri di parità di genere nelle nomine di competenza.

Gaetano PORCINO (IdV), pur manifestando la più ampia stima nei confronti del dottor Tarelli, fa presente che il suo gruppo - non avendo partecipato alla fase preliminare che ha condotto all'indicazione della candidatura proposta - prende atto della scelta operata dal Governo e preannuncia la propria astensione.

Marialuisa GNECCHI (PD), nel prendere atto con favore che anche i gruppi di maggioranza hanno assunto consapevolezza della questione della rappresentanza di genere nelle nomine governative, avverte che - se ciò potrà servire ad elevare il livello di qualità delle proposte del Governo - la prossima volta che verrà presentata una candidatura maschile il suo gruppo non prenderà parte alla votazione. Auspica, pertanto, che quella del dottor Tarelli sia l'ultima proposta di nomina che non riguarda una figura femminile.

Michele SCANDROGLIO (PdL), pur non intendendo creare inutili polemiche, ritiene che al momento l'unico criterio che può guidare le nomine governative sia quello della professionalità, invitando la Commissione a non confondere principi di qualità con principi di genere. Auspicando, pertanto, che in futuro le proposte di nomina possano prevedere un connubio tra qualità e pari opportunità, dichiara comunque di preferire - fino a quando ciò

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non sarà possibile - nomine ispirate al criterio di qualità.

Barbara SALTAMARTINI (PdL), pur esprimendo una valutazione positiva sulla proposta di nomina in esame, ritiene che, avendo sempre condotto battaglie di merito sul tema della rappresentanza di genere nelle nomine governative, sia giunto il momento di dare un segnale preciso sull'argomento, che possa consentire di immaginare un diverso metodo per il futuro. Per tale ragione, preannuncia la propria astensione sulla proposta di parere favorevole del relatore.

Nedo Lorenzo POLI (UdC), relatore, prende atto con estrema soddisfazione che, pur in un dibattito acceso sotto il profilo del rispetto della parità di genere, si registra la sostanziale unanimità dei giudizi in Commissione circa la qualità e la professionalità del dottor Tarelli. Ribadisce, pertanto, la proposta di parere favorevole già formulata.

Silvano MOFFA, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, indìce la votazione sulla proposta di parere favorevole del relatore.

La Commissione procede, quindi, alla votazione per scrutinio segreto sulla proposta di parere favorevole formulata dal relatore in ordine alla proposta di nomina in titolo.

Silvano MOFFA, presidente, comunica il risultato della votazione sulla proposta di nomina del dottor del dottor Rino Tarelli a componente della Commissione di vigilanza sui fondi pensione (COVIP).
Presenti 28
Votanti 23
Astenuti 5
Maggioranza 12
Hanno votato si 23
(La Commissione approva).

Hanno preso parte alla votazione i deputati:
Berretta, Bobba, Bonino, Cazzola, Damiano, Delfino in sostituzione di Cesa, Fedriga, Vincenzo Antonio Fontana, Antonino Foti, Giacomoni, Madia, Miglioli, Misiti in sostituzione di Lo Monte, Moffa, Mosca, Mottola, Munerato, Pelino, Poli, Rampi, Mariarosaria Rossi, Santagata e Scandroglio.

Si sono astenuti i deputati:
Bellanova, Gnecchi, Paladini, Porcino e Saltamartini.

Silvano MOFFA, presidente, avverte che comunicherà il parere favorevole testé espresso alla Presidenza della Camera, ai fini della trasmissione al Governo.

La seduta termina alle 14.45.

SEDE REFERENTE

Mercoledì 6 ottobre 2010. - Presidenza del presidente Silvano MOFFA. - Interviene il sottosegretario di Stato per l'interno, Michelino Davico.

La seduta comincia alle 14.45.

Interventi per agevolare la libera imprenditorialità e per il sostegno del reddito.
Nuovo testo C. 2424 Antonino Foti e abbinata C. 3089 Jannone.

(Seguito dell'esame e conclusione).

La Commissione prosegue l'esame del provvedimento in titolo, rinviato nella seduta del 30 settembre 2010.

Silvano MOFFA, presidente, comunica che il relatore - sulla base dei pareri espressi sul nuovo testo della proposta di legge in esame, di cui si è dato conto nella precedente seduta - ha predisposto appositi emendamenti (vedi allegato 1), finalizzati a recepire le condizioni poste nel

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parere della V Commissione, oltre che taluni dei rilievi contenuti negli altri pareri.

Antonino FOTI (PdL), relatore, rileva, in premessa, che tutte le Commissioni coinvolte hanno espresso un parere favorevole sul nuovo testo del provvedimento, che ha introdotto significative modifiche e integrazioni rispetto alla precedente versione del progetto di legge in esame, sulla quale diverse Commissioni in sede consultiva avevano formulato giudizi più incisivi. In particolare, fa notare che - oltre al parere della V Commissione (Bilancio), che indica le modifiche necessarie ad assicurare una idonea copertura finanziaria del testo - le altre Commissioni hanno formulato soltanto limitati e circoscritti rilievi, per lo più sotto forma di osservazioni.
A fronte dei pareri espressi, dunque, propone di approvare gli appositi emendamenti di recepimento, che intendono accogliere taluni rilievi delle Commissioni I (Affari costituzionali) e VI (Finanze), oltre che le condizioni formulate dalla V Commissione, in precedenza richiamate. Quanto al parere della XIV Commissione (Politiche dell'Unione europea), che indica un intervento soppressivo sull'articolo 5 del provvedimento, segnala che, in realtà, tale articolo appare sufficientemente valido nella sua attuale formulazione, come dimostra peraltro il parere espresso dalla VIII Commissione (Ambiente), competente nel merito della materia, la quale si è limitata a formulare due circoscritte osservazioni, con ciò incoraggiando a valutare in termini positivi la riscrittura dell'articolo avvenuta con il nuovo testo della proposta di legge. Con riferimento, poi, alla condizione posta nel parere della Commissione parlamentare per le questioni regionali, osserva che il testo non vieta il pieno coinvolgimento degli enti territoriali negli interventi per il sostegno dei lavoratori, ma non può neanche imporlo per legge, trattandosi di materia riservata - per l'ambito territoriale - all'autonomia dei rispettivi enti locali. Fa notare, infine, che la nuova norma di copertura richiesta dalla V Commissione in relazione all'articolo 8, comma 1, è frutto di una esplicita indicazione inserita nella nuova relazione tecnica dalla Ragioneria generale dello Stato, che ritiene che la nuova quantificazione degli oneri appaia corretta e adeguatamente coperta, proponendo tuttavia una modifica meramente formale del testo, nel senso di sostituire il riferimento alle risorse di cui all'articolo 1, commi 7, 8, 8-bis e 8-ter, del decreto-legge 1o luglio 2009, n. 78 - convertito, con modificazioni, nella legge 3 agosto 2009, n. 102 - con il riferimento alle risorse del Fondo sociale per occupazione e formazione, al quale, per l'appunto, si attinge per l'attuazione delle misure del citato decreto-legge n. 78: in sostanza, quello che cambia non è la copertura effettiva, bensì la denominazione della stessa.
In conclusione, raccomanda l'approvazione dei propri emendamenti.

Silvano MOFFA, presidente, osserva che gli emendamenti del relatore presentano una natura meramente tecnica, dei quali il Governo non può che prendere doverosamente atto.

La Commissione approva, con distinte votazioni, gli emendamenti del relatore 1.100, 1.101, 3.100, 7.100 e 8.100.

Giovanni PALADINI (IdV) preannuncia il voto favorevole del suo gruppo nella votazione per il conferimento del mandato al relatore. Ritiene, peraltro, doveroso sottolineare l'inadeguatezza delle risorse stanziate per l'intervento in esame, che giudica senz'altro importante, soprattutto in questo delicato momento di crisi.

Giuliano CAZZOLA (PdL), nel preannunciare il voto favorevole del suo gruppo, esprime soddisfazione per il lavoro svolto e per il risultato conseguito, che definisce un successo della Commissione, augurandosi che il provvedimento diventi al più presto legge dello Stato. Sottolinea, inoltre, che si tratta non soltanto di misure di sostegno al reddito, ma anche di contrasto alla disoccupazione, considerato che, se

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anche un solo lavoratore in cassa integrazione riesce a diventare imprenditore, darà a sua volta lavoro ad altri.

Giulio SANTAGATA (PD) ricorda come il suo gruppo avesse un orientamento inizialmente favorevole nei confronti del provvedimento in esame, nella speranza, alimentata anche dalle dichiarazioni del relatore, che l'intervento in questione sarebbe stato sostenuto con dotazioni finanziarie significative. Dal momento, tuttavia, che le risorse disponibili per il finanziamento delle misure in esame si sono progressivamente assottigliate man mano che procedeva l'esame parlamentare o sono state dirottate su altre coperture finanziarie, la valutazione conclusiva del suo gruppo non può essere positiva. Considerate, tuttavia, le condivisibili finalità dell'intervento, preannuncia l'astensione del gruppo nella votazione sul conferimento del mandato al relatore.

Nedo Lorenzo POLI (UdC) rileva l'inadeguatezza delle risorse finanziarie stanziate per il provvedimento, ritenendo, tuttavia, molto positivo l'impegno e lo sforzo profusi per una finalità che giudica condivisibile. Esprime, inoltre, apprezzamento per l'articolo 7 del testo in esame, che permetterà di prevenire o di comporre numerosi contenziosi in tutta Italia, alleggerendo le preoccupazioni del mondo del lavoro. Per queste ragioni, dichiara il voto favorevole del suo gruppo sul conferimento del mandato al relatore.

Teresa BELLANOVA (PD), pur apprezzando gli sforzi della Commissione e condividendo le finalità del provvedimento, resta convinta che in Italia sia fondamentale sviluppare la capacità di intrapresa, ma che questo non si possa ottenere con una legge che finanzia l'avvio di attività imprenditoriale con lo stravolgimento di istituti come gli ammortizzatori sociali. Sottolinea, inoltre, l'assoluta insufficienza e inadeguatezza dei finanziamenti previsti: si tratta di somme irrisoriamente basse rispetto ai costi imprenditoriali, tali da non fornire alcun significativo contributo alla costituzione di una nuova impresa.
Per queste ragioni preannuncia che, in dissenso dal proprio gruppo, il suo voto sul conferimento del mandato al relatore sarà contrario.

Nessun altro chiedendo di intervenire, la Commissione delibera, quindi, di conferire al deputato Antonino Foti il mandato a riferire favorevolmente in Assemblea sul progetto di legge n. 2424, come modificato nel corso dell'esame in sede referente, al quale risulta abbinato il progetto di legge n. 3089. Delibera, altresì, di chiedere l'autorizzazione a riferire oralmente.

Silvano MOFFA, presidente, si riserva di designare i componenti del Comitato dei nove per l'esame in Assemblea, sulla base delle indicazioni dei gruppi.

Disposizioni concernenti la sospensione e la revoca del trattamento pensionistico per i soggetti sottoposti a misure restrittive della libertà personale o condannati per reati di terrorismo o di criminalità organizzata.
C. 3541 Fedriga.

(Seguito dell'esame e rinvio).

La Commissione prosegue l'esame del provvedimento in titolo, rinviato nella seduta del 21 settembre 2010.

Silvano MOFFA, presidente, avverte che sono state presentate diverse proposte emendative riferite alla proposta di legge in esame (vedi allegato 2).

Massimiliano FEDRIGA (LNP), relatore, esprime parere contrario sugli identici emendamenti Poli 1.1 e Damiano 1.2, nonché sugli identici emendamenti Poli 2.1 e Damiano 2.2, che si propongono l'intento di sopprimere i due articoli di cui è composta la proposta di legge in esame.
Esprime, quindi, parere favorevole sull'emendamento Cazzola 1.3, a condizione che esso sia riformulato come sostitutivo del solo articolo 1, nonché che talune sue

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parti siano modificate nel senso di rendere meno discrezionale il potere del giudice e che sia soppresso il comma 3 del medesimo emendamento.
Esprime, infine, parere favorevole sull'emendamento Paladini 1.4, che - in caso di approvazione dell'emendamento Cazzola 1.3 - dovrà intendersi come aggiuntivo rispetto a tale emendamento, nonché sull'articolo aggiuntivo Cazzola 2.01.

Il sottosegretario Michelino DAVICO esprime un parere conforme a quello del relatore.

Giuliano CAZZOLA (PdL), pur dichiarando la disponibilità a riformulare il proprio emendamento 1.3 nel senso indicato dal relatore, insiste per non sopprimerne il comma 3. Ritiene infatti che, pur trattandosi forse di una previsione pleonastica, sia comunque utile a fare chiarezza, oltre ad essere conforme alla Costituzione e a principi di giustizia sociale.

Massimiliano FEDRIGA (LNP), relatore, chiarisce di non essere contrario al principio sancito nel comma 3 dell'emendamento in questione e di averne prospettato l'eliminazione soltanto per esigenze di uniformità dell'ordinamento. Che il condannato il quale abbia scontato la sua pena riacquisti tutti i diritti che la legge riconosce è un principio - a suo giudizio - fuori discussione; metterlo per iscritto potrebbe, però, far insorgere qualche dubbio interpretativo in relazione a tutte le norme di legge che, stabilendo sanzioni accessorie, non prevedano esplicitamente la loro cessazione al termine della pena principale. Propone, pertanto, di non inserire il citato comma 3 nella nuova formulazione dell'emendamento Cazzola 3.1, in modo da approfondirne le implicazioni in una fase successiva, anche facendo tesoro dei pareri che saranno espressi dalle Commissioni competenti.

Silvano MOFFA, presidente, giudica ragionevole individuare una soluzione intermedia rispetto a quelle appena prospettate, ponendo in votazione una nuova formulazione dell'emendamento Cazzola 1.3 che contenga l'attuale comma 3, per poi valutare gli eventuali rilievi che le Commissioni competenti - e, in particolare, la I e la II Commissione - riterranno di formulare sull'argomento.

Massimiliano FEDRIGA (LNP), relatore, dichiara di condividere la proposta testé avanzata dal presidente, invitando il deputato Cazzola a riformulare - nel momento in cui la Commissione passerà all'esame del suo emendamento - la proposta emendativa nei termini indicati.

Giulio SANTAGATA (PD) invita a riflettere che il provvedimento in esame rischia di produrre effetti contrari a quelli perseguiti dai proponenti, nel senso che, anziché ridurre la criminalità organizzata, la sospensione o la revoca dei trattamenti pensionistici rischiano di spingere tra le braccia delle organizzazioni criminali quanti vivono ai margini della legalità, i quali si vedrebbero privati di mezzi di sostentamento onesti. Si finirebbe, in altre parole, per rafforzare uno dei punti di forza delle associazioni criminali, che consiste nello svolgere, in molte aree del Paese, una funzione di supplenza allo Stato assente.

Giovanni PALADINI (IdV) rileva, con riferimento a quanto osservato dal deputato Santagata, che l'emendamento Cazzola 1.3 prevede chiaramente che la sospensione o revoca dei trattamenti pensionistici sia una sanzione accessoria, che il giudice irroga, non prima della sentenza definitiva, con cognizione di causa. Non si tratta, in altre parole, di una misura afflittiva che rischia di colpire le persone oneste e che possa quindi spingerle verso l'illegalità; si tratta, invece, di una misura giusta ed equa, volta ad impedire che criminali accertati, che si sostentano con profitti illegali, godano anche di trattamenti previdenziali e se ne servano magari per finanziare le loro attività criminose.

Cesare DAMIANO (PD) ritiene che dubbi circa la costituzionalità della norma

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proposta si possano fondatamente nutrire: ricorda che, all'articolo 27, la Costituzione sancisce il principio per cui la pena deve tendere alla rieducazione del condannato. Per queste ragioni, ritiene opportuno, per evitare forzature e per non imprimere alla discussione un tono propagandistico, acquisire preventivamente la valutazione delle Commissioni I (Affari costituzionali) e II (Giustizia) prima di procedere all'approvazione dell'emendamento Cazzola 1.3.

Nedo Lorenzo POLI (UdC) concorda con il deputato Damiano, anche perché, nell'attuale congiuntura economica di crisi, il Paese ha bisogno di ben altri provvedimenti. Auspica, quindi, una più attenta riflessione; diversamente, dovrà prendere atto che la maggioranza intende perseguire soltanto finalità propagandistiche e, in questo caso, la posizione del suo gruppo non potrà che essere di contrarietà.

Silvano MOFFA, presidente, ricorda che il parere di competenza viene, di norma, richiesto alle Commissioni parlamentari dopo avere esaurito la fase di esame degli emendamenti, proprio per consentire alle stesse Commissione di esprimersi su una scelta di merito già assunta in sede referente. Ritiene, dunque, legittimo procedere con la votazione delle proposte emendative presentate.

La Commissione respinge, quindi, gli identici emendamenti Poli 1.1 e Damiano 1.2.

Giuliano CAZZOLA (PdL), sulla base del dibattito svoltosi in precedenza, presenta una nuova formulazione del suo emendamento 1.3 (vedi allegato 2).

Massimiliano FEDRIGA (LNP), relatore, esprime parere favorevole sulla nuova formulazione dell'emendamento Cazzola 1.3.

Il sottosegretario Michelino DAVICO esprime un parere conforme a quello del relatore.

La Commissione approva l'emendamento Cazzola 1.3 (nuova formulazione).

Silvano MOFFA, presidente, alla luce dell'approvazione dell'emendamento Cazzola 1.3 (nuova formulazione), avverte che l'emendamento Paladini 1.4, sul quale vi è un parere favorevole del relatore e del rappresentante del Governo, sarà posto in votazione nel presupposto che esso debba intendersi come aggiuntivo di un comma nell'ambito del nuovo articolo 1 della proposta di legge.

La Commissione, con distinte votazioni, approva l'emendamento Paladini 1.4, respinge gli identici emendamenti Poli 2.1 e Damiano 2.2 ed approva l'articolo aggiuntivo Cazzola 2.01.

Silvano MOFFA, presidente, avverte che - essendosi concluso l'esame delle proposte emendative presentate - il testo del provvedimento, come risultante dagli emendamenti approvati, sarà trasmesso alle competenti Commissioni parlamentari per l'espressione del prescritto parere.
Rinvia, quindi, il seguito dell'esame ad altra seduta.

Deleghe al Governo in materia di lavori usuranti, di riorganizzazione di enti, misure contro il lavoro sommerso e disposizioni in tema di lavoro pubblico e di controversie di lavoro.
C. 1441-quater-F (rinviato alle Camere dal Presidente della Repubblica, approvato dalla Camera e modificato dal Senato).

(Seguito dell'esame e rinvio).

La Commissione prosegue l'esame del provvedimento, rinviato nella seduta di ieri.

Silvano MOFFA, presidente, avverte che nell'odierna riunione dell'Ufficio di presidenza, integrato dai rappresentanti dei gruppi, si è convenuto di rinviare al

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termine della prevista seduta in sede consultiva il seguito del dibattito di carattere generale sul provvedimento in titolo.
Sospende, pertanto, la seduta, avvertendo che essa riprenderà al termine della seduta in sede consultiva.

La seduta, sospesa alle 15.20, è ripresa alle 16.10.

Silvano MOFFA, presidente, invita i deputati interessati a svolgere i propri interventi di carattere generale sul disegno di legge in esame, fermo restando che l'esame preliminare si concluderà nella giornata di domani, in cui è previsto l'intervento del Ministro del lavoro e delle politiche sociali.

Ivano MIGLIOLI (PD) ritiene che l'iter del provvedimento in esame dimostri chiaramente la contraddittorietà di questo modo di legiferare: si tratta di un provvedimento il cui esame è iniziato ben due anni fa, che è cresciuto a dismisura, che è stato rinviato alle Camere dal Presidente della Repubblica e che è giunto ormai alla settima lettura parlamentare. Di questo hanno responsabilità - a suo giudizio - il Governo e la maggioranza, all'interno della quale non sono mancate difficoltà.
Ciò premesso, dichiara che, mentre il relatore ha espresso l'auspicio che questa sia l'ultima lettura, il suo gruppo esprime l'auspicio opposto, ritenendo che esistano i margini, pur partendo da valutazioni molto diverse, per raggiungere un punto di accordo tra maggioranza e opposizione, soprattutto sul tema dell'arbitrato; era ed è ancora possibile migliorare il testo: quello licenziato in prima lettura dalla Camera era migliore, grazie all'emendamento del deputato Damiano, approvato in Aula per una distrazione della maggioranza. Le modifiche del Senato non hanno conservato la modifica, peggiorando il testo, e non hanno tenuto conto dei rilievi del Presidente della Repubblica.
In conclusione, chiede di capire se la discussione sia utile o se il provvedimento debba ritenersi blindato; se lo è, la sua parte politica ne prende atto, pur nella convinzione che, come detto, esistano spazi per una convergenza che migliori il testo. Poiché gli emendamenti che il suo gruppo presenterà tenderanno a questo, auspica un'apertura del relatore.

Giuseppe BERRETTA (PD) si sofferma anzitutto sulle modifiche apportate dal Senato alle norme sull'arbitrato, sottolineando come il testo approvato dalla Camera, frutto di un emendamento dell'opposizione, fosse realmente corrispondente a quanto richiesto dal Capo dello Stato in ordine all'accertamento dell'effettiva volontà delle parti nel sottoscrivere la clausola compromissoria; al contrario, ritiene che la soluzione oggi in esame realizzi una violazione del diritto di difesa e sarà inevitabilmente sottoposta al vaglio critico della Corte costituzionale.
Nel segnalare che le modifiche dei termini di impugnativa apportate all'articolo 32 appaiono basate su dati meramente teorici e continuano a lasciare irrisolto il problema del quando si conclude una controversia, poiché intervengono sempre sulla fase di inizio della stessa (contrariamente a quanto indicato da talune proposte emendative presentate dal suo gruppo nella precedente lettura), si sofferma sulla distinzione, operata dal Senato, tra invalidità e inefficacia del licenziamento, che - a suo avviso - produrrà seri problemi interpretativi, legati alla scarsa chiarezza della norma, oltre che una discriminazione nei confronti dei lavoratori a tempo determinato o precari, che saranno penalizzati dalla predetta distinzione.

Silvano MOFFA, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.

La seduta termina alle 16.35.

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SEDE CONSULTIVA

Mercoledì 6 ottobre 2010. - Presidenza del presidente Silvano MOFFA.

La seduta comincia alle 15.20.

Schema di Decisione di finanza pubblica per gli anni 2011-2013.
Doc. LVII, n. 3.

(Parere alla V Commissione).
(Seguito dell'esame e conclusione - Parere favorevole).

La Commissione prosegue l'esame del provvedimento in titolo, rinviato nella odierna seduta antimeridiana.

Maria Grazia GATTI (PD) prende atto che, ancora una volta, la discussione su un provvedimento importante deve avvenire in modo frettoloso. Di questo ha responsabilità il Governo, il quale, ai sensi della nuova legge di contabilità e finanza pubblica (n. 196 del 2009), avrebbe dovuto presentare entro il 15 luglio alle Camere e alla Conferenza permanente per il coordinamento della finanza pubblica - e in caso di sua mancata costituzione alla Conferenza unificata - le linee guida per la ripartizione degli obiettivi programmatici ed avrebbe dovuto presentare lo schema in esame entro il 15 settembre; lo schema è stato trasmesso invece in ritardo.
Quanto al merito dell'atto, dopo essersi richiamata all'intervento svolto a nome del gruppo dal deputato Santagata nella seduta antimeridiana, sottolinea come, con riferimento alla disoccupazione, lo schema in esame valuti favorevolmente una lievissima flessione del tasso di disoccupazione. Nel rilevare che il tasso di disoccupazione resta comunque alto in modo allarmante, osserva che, in ogni caso, la sua flessione è dovuta non ad un incremento dell'occupazione, ma ad un incremento dell'inattività, che è un fenomeno che colpisce soprattutto le lavoratrici donne. È un problema, questo dell'inattività femminile, che interessa l'Italia in modo particolare e che deve essere affrontato con provvedimenti concreti, a differenza di quanto fatto finora.
Sottolinea, ancora, la preoccupante crescita tendenziale del rapporto tra debito pubblico e PIL, che è imputabile - va detto per delimitare le responsabilità di ciascuno - soprattutto alle amministrazioni centrali, dato che il debito delle amministrazioni locali risulta stabile. Infine, fa presente che, mentre il Consiglio europeo di marzo ha definito precisi obiettivi per la crescita - occupazione, ricerca e innovazione, istruzione, energia e povertà - che gli Stati membri dell'Unione europea dovranno contribuire a perseguire, in Italia non si fa nulla o si operano in questi settori soltanto tagli indiscriminati.

Giovanni PALADINI (IdV) consegna una apposita documentazione sul provvedimento in esame, esprimendo forti perplessità sulla struttura complessiva dello schema di Decisione di finanza pubblica, che si caratterizza - a suo avviso - per la mancanza di risposte su una serie di temi quali la tutela dei lavoratori precari, l'aumento dell'inattività sul versante femminile, i pesanti tagli alla spesa pubblica, l'inesistenza di interventi nel settore sociale. Osserva, quindi, che il Governo non riesce a prevedere neanche una seria politica di riduzione delle tasse, che sarebbe quanto mai importante in una fase di crescita così negativa. Considerato, pertanto, lo scarso impegno che il documento dimostra nei confronti delle tematiche esposte e della lotta alla disoccupazione, dichiara l'orientamento contrario del suo gruppo.

Giuliano CAZZOLA (PdL) ritiene che i dati sulla disoccupazione siano certamente significativi, ma che debbano essere analizzati in un quadro più ampio. Riporta quindi i dati ISTAT, secondo i quali, mentre l'occupazione degli italiani è in calo, è in crescita, per il secondo o terzo anno consecutivo, quella degli stranieri in Italia. Questo non significa in alcun modo

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che gli stranieri portino via il lavoro agli italiani; significa, però, che probabilmente ci sono posti di lavoro che gli italiani rifiutano, per ragioni complesse. Si tratta del resto di un fenomeno - quello del lavoro rifiutato - che è sotto gli occhi di tutti: l'ipotesi è confermata da altri dati ufficiali, i quali dicono che i posti di lavoro vacanti in Italia sono in crescita.

Silvano MOFFA, presidente e relatore, anche sulla base del dibattito di carattere generale sinora svolto, presenta una proposta di parere favorevole sul provvedimento in esame (vedi allegato 3).

Ivano MIGLIOLI (PD) ricorda come dal prossimo anno le decisioni di finanza pubblica saranno assunte nel quadro di vincoli comunitari molto più stringenti, che prevedono, tra l'altro, la riconduzione del rapporto tra debito pubblico e PIL al di sotto del 60 per cento. In Italia questo rapporto è molto al di sopra del 100 per cento, il che significa che servirebbero manovre per 50 miliardi di euro annui per diversi anni prima di poter riportare il debito all'interno del parametro europeo. Questa è la situazione nella quale - a suo avviso - si troverà l'Italia dal prossimo anno.
Ricorda, ancora, che organismi internazionali quali il Fondo monetario internazionale e l'OCSE hanno formulato, sull'andamento del PIL italiano e dell'occupazione, una previsione meno ottimistica di quella del Governo; certo, si verifica una qualche crescita dell'occupazione degli stranieri, ma, a fronte di questo, la disoccupazione degli italiani, soprattutto dei giovani e dei meridionali, tocca in alcune aree del Paese punte allarmanti.
Osserva che i dati, in definitiva, sono innegabilmente preoccupanti: servono proposte e interventi concreti, mentre tutto quel che il Governo ha fatto finora non è servito, a dispetto dei proclami del Presidente del Consiglio, a portare il Paese al di fuori della crisi. Quel che servirebbe, e verso cui altri Paesi europei si stanno orientando, è una riforma del fisco che contrasti duramente l'evasione fiscale e che alzi la tassazione sui redditi più alti e sulle operazioni finanziarie. Il Governo ha scelto invece di colpire i lavoratori, elevando l'età pensionabile, e non affronta il grave problema del dissesto dei conti dell'INPS. Infine, fa notare che non è stato affrontato il problema della crescita e dello sviluppo: gli stessi mondi economici, infatti, confermano che si è fatto poco e male.
In definitiva, poiché lo schema in esame non risponde alle complessive esigenze del Paese, preannuncia che il voto del suo gruppo sulla proposta di parere del relatore sarà contrario.

Nedo Lorenzo POLI (UdC) preannuncia il voto contrario del suo gruppo sulla proposta di parere favorevole del relatore, considerato che gli unici interventi realizzati hanno riguardato le pensioni e che i forti tagli di spesa già effettuati hanno contenuto le spese, senza tuttavia rilanciare il sistema economico. Nel rimarcare l'assenza dal documento di misure credibili sul lavoro pubblico e la totale mancanza di iniziative per lo sviluppo delle politiche giovanili, giudica totalmente inadeguate le risposte contenute nello schema in esame, riservandosi di verificare nel corso del dibattito in Aula eventuali elementi migliorativi che dovessero intervenire.

Marialuisa GNECCHI (PD) ricorda che nel giugno del 2008, all'inizio della legislatura, il ministro Tremonti dovette ammettere che la lotta all'evasione fiscale aveva portato ad entrate superiori alle previsioni; poi, però, non ha seguito la strada del Governo Prodi ed ha preferito ricorrere a tagli indiscriminati per fare cassa: tagli che hanno colpito anche l'INPS, al quale, nel triennio 2009-2011 andranno nel complesso 10 miliardi di euro in meno, relativi al finanziamento non delle prestazioni previdenziali, ma di quelle assistenziali. Si tratta - a suo avviso - di scelte dissennate, che minano settori fondamentali come scuola, sanità, pubblico impiego e pensioni, e che, pertanto, non possono che motivare un voto contrario

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sulla proposta di parere favorevole del relatore.

Nessun altro chiedendo di intervenire, la Commissione approva la proposta di parere favorevole del relatore.

Norme in materia di organizzazione delle università, di personale accademico e reclutamento, nonché delega al Governo per incentivare la qualità e l'efficienza del sistema universitario.
C. 3687 Governo, approvato dal Senato, e abb.

(Parere alla VII Commissione).
(Seguito dell'esame e conclusione - Parere favorevole).

La Commissione prosegue l'esame del provvedimento in titolo, rinviato nella seduta del 28 settembre 2010.

Silvano MOFFA, presidente, ricorda che il relatore ha formulato, nella seduta introduttiva, una proposta di parere favorevole sul testo del disegno di legge approvato dal Senato. Comunica, inoltre, che i deputati Damiano ed altri hanno appena presentato una proposta di parere alternativa a quella del relatore (vedi allegato 4).

Cesare DAMIANO (PD) constata anzitutto come, anche in questo caso, si verifichi una inopportuna accelerazione dell'esame parlamentare su un provvedimento importante. Passa, quindi, ad illustrare in modo diffuso la proposta alternativa di parere presentata dal suo gruppo, preannunciando il voto contrario sulla proposta di parere del relatore.
In particolare, nell'ambito della proposta alternativa, segnala come l'università italiana versi in grave difficoltà e come l'Italia sia agli ultimi posti per quanto riguarda numero di laureati e ricercatori: le istituzioni universitarie a livello europeo affrontano la crisi economico-finanziaria pensando al futuro e disponendo investimenti importanti sulla scuola, l'università e la ricerca, mentre in Italia ciò non avviene.
Ritiene indubbio che l'università italiana abbia bisogno di essere riformata, ma tale riforma deve essere compiuta con un intervento coraggioso, anche perché una riforma senza risorse non porterà mai i risultati sperati. Fa notare che i principi enunciati all'articolo 1 del disegno di legge in esame esprimono principi forti e sicuramente condivisibili, che vengono però, completamente disattesi dai 24 articoli lo seguono; solo per fare alcuni esempi, rileva che viene esaltata unicamente la capacità gestionale dei consiglieri di amministrazione, sottacendo completamente, invece, anche la necessità di possedere competenze e requisiti scientifici, indispensabili per una corretta comprensione e gestione degli atenei, mentre il provvedimento non contiene misure adeguate di supporto a studenti in condizioni di difficoltà economica atte a garantire il diritto allo studio. Osservato che non vi è alcun intervento sulle molteplici forme di lavoro precario oggi presenti all'interno degli atenei, giudica auspicabile armonizzare il sistema previdenziale di docenti e ricercatori a quello degli altri lavoratori, senza che permanga un trattamento differenziato.
Fatto presente, infine, che nel disegno di legge all'esame non vi è alcun piano di rilancio dell'università e della ricerca scientifica, che comprenda il riavvio immediato delle procedure di reclutamento, lo stanziamento di nuove risorse aggiuntive destinate al reclutamento del personale nelle università e un serio intervento sull'età di pensionamento dei professori ordinari, auspica un miglioramento del testo nelle successive fasi di esame parlamentare.

Giovanni PALADINI (IdV) rileva che il suo gruppo non individua alcun elemento positivo all'interno del disegno di legge in esame, che non risolve i gravi problemi di governance dell'Università, di «baronato» dei professori anziani e di gestione delle numerose forme di lavoro precario attualmente esistenti e diffuse in tutti gli atenei. Dopo aver lamentato i troppi tagli realizzati dal Governo nel settore universitario

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e in quello scolastico, ritiene che il Governo non abbia saputo apprendere nulla dalle più recenti esperienze degli altri Paesi europei, che hanno dato segnali molto diversi, anche in direzione di una effettiva partecipazione degli studenti alle opportunità didattiche e formative.
In conclusione, preannuncia il voto contrario del suo gruppo sulla proposta di parere favorevole formulata dal relatore.

Nedo Lorenzo POLI (UdC) osserva che le riforme operate solo mediante tagli non producono che problemi al Paese. Fa notare che il suo gruppo ha presentato, nella Commissione di merito, numerose proposte migliorative del testo: se l'atteggiamento del Governo e della maggioranza sarà di apertura, la posizione del gruppo in Aula sarà conseguente. Per il momento, tuttavia, rileva che il voto non può che essere contrario sul testo approvato dal Senato.

Silvano MOFFA, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, avverte che sarà ora posta in votazione la proposta di parere favorevole del relatore e che, in caso di sua approvazione, si intenderà conseguentemente preclusa la proposta alternativa presentata dai deputati Damiano ed altri, restando comunque inteso che la presidenza si riserva - secondo quanto già concordato nell'ambito dell'Ufficio di presidenza, integrato dai rappresentanti dei gruppi - di tornare a convocare la Commissione nella prossima settimana, qualora la Commissione di merito dovesse richiedere l'espressione del parere di competenza anche su un eventuale nuovo testo, risultante dall'approvazione di emendamenti.

La Commissione approva, quindi, la proposta di parere favorevole formulata dal relatore, risultando conseguentemente preclusa la proposta alternativa presentata dai deputati Damiano ed altri.

La seduta termina alle 16.10.