CAMERA DEI DEPUTATI
Martedì 5 ottobre 2010
377.
XVI LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Lavoro pubblico e privato (XI)
COMUNICATO
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COMUNICAZIONI DEL PRESIDENTE

Martedì 5 ottobre 2010. - Presidenza del presidente Silvano MOFFA.

La seduta comincia alle 10.45.

Variazione nella composizione della Commissione.

Silvano MOFFA, presidente, comunica che ha cessato di far parte della Commissione il deputato Teresio Delfino, che ringrazia sentitamente per il contributo efficace ed appassionato che ha saputo fornire ai lavori della Commissione stessa.

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Sulla programmazione dei lavori della Commissione.

Silvano MOFFA, presidente, comunica che, a seguito della riunione del 30 settembre 2010 dell'Ufficio di Presidenza, integrato dai rappresentanti del gruppi, è stato predisposto il seguente programma dei lavori della Commissione:

PROGRAMMA DEI LAVORI DELLA COMMISSIONE PER IL PERIODO OTTOBRE-DICEMBRE 2010

Ottobre 2010

Sede referente:
Delega al Governo in materia di lavori usuranti e di riorganizzazione di enti, misure contro il lavoro sommerso e norme in tema di lavoro pubblico e di controversie di lavoro. C. 1441-quater-F Governo, rinviato alle Camere dal Presidente della Repubblica, approvato dalla Camera e modificato dal Senato.
Norme per la prosecuzione del rapporto di lavoro oltre i limiti di età per il pensionamento di vecchiaia. C. 2671 Cazzola, C. 3343 Santagata, C. 3549 Fedriga, C. 3582 Paladini.
Interventi per agevolare la libera imprenditorialità e per il sostegno del reddito. Nuovo testo C. 2424 Antonino Foti e abbinata C. 3089 Jannone.
Modifiche al testo unico di cui al decreto legislativo 26 marzo 2001, n. 151, concernenti il sostegno alla maternità e l'introduzione del congedo di paternità obbligatorio. C. 2618 Mosca, C. 3023 Saltamartini, C. 15 Brugger, C. 2413 Caparini, C. 2672 Calabria, C. 2829 Jannone, c. 2993 Reguzzoni, C. 3534 Donadi.
Disposizioni concernenti la sospensione e la revoca del trattamento pensionistico per i soggetti sottoposti a misure restrittive della libertà personale o condannati per reati di terrorismo o di criminalità organizzata. C. 3541 Fedriga.
Norme in favore del personale a contratto in servizio presso le rappresentanze italiane all'estero. C. 111 Angeli, C. 719 Fedi, C. 1632 Di Biagio, C. 1963 Lenzi.
Disposizioni concernenti la disciplina degli enti gestori di forme obbligatorie di previdenza e assistenza. C. 2715 Damiano e C. 3522 Di Biagio.
Disposizioni concernenti l'integrazione della composizione della Commissione medico-ospedaliera per il riconoscimento della dipendenza delle infermità da causa di servizio. C. 2360 Pelino.
Modifica all'articolo 9 della legge 12 marzo 1999, n. 68, in materia di richieste di avviamento dei disabili al lavoro. C. 473 Anna Teresa Formisano.
Agevolazioni per la conversione dei rapporti di collaborazione in contratti di lavoro a tempo indeterminato. C. 3542 Damiano.
Modifica all'articolo 4 della legge 8 novembre 1991, n. 381, in materia di inserimento lavorativo di persone svantaggiate. C. 3056 Murer.
Modifiche al decreto legislativo 9 aprile 2008, n. 81, in materia di sicurezza sul lavoro per la bonifica degli ordigni bellici (Commissioni riunite XI e XII). C. 3222 Moffa e C. 3481 Farina Coscioni.

Atti dell'Unione europea:
Libro verde: Verso sistemi pensionistici adeguati, sostenibili e sicuri in Europa. COM(2010)365 def.

Atti del Governo:
Proposta di nomina del dottor Rino Tarelli a componente della Commissione di vigilanza sui fondi pensione (COVIP). Nomina n. 70.

Novembre 2010

Sede referente:
Norme per la prosecuzione del rapporto di lavoro oltre i limiti di età per il pensionamento di vecchiaia. C. 2671 Cazzola, C. 3343 Santagata, C. 3549 Fedriga, C. 3582 Paladini.

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Interventi per agevolare la libera imprenditorialità e per il sostegno del reddito. Nuovo testo C. 2424 Antonino Foti e abbinata C. 3089 Jannone.
Disposizioni per la tutela dei lavoratori dello spettacolo, dell'intrattenimento e dello svago. C. 762 Bellanova, C. 1550 Ceccacci Rubino, C. 2112 Borghesi, C. 2654 Delfino.
Norme sul riconoscimento e sulla promozione del diritto alla formazione e allo sviluppo professionale. C. 1079 Bobba, C. 2418 Cazzola, C. 2610 Delfino.
Disposizioni in materia di previdenza per i lavoratori autonomi non esercenti professioni regolamentate. C. 2312 Saglia e C. 2345 Narducci.
Modifiche al testo unico di cui al decreto legislativo 26 marzo 2001, n. 151, concernenti il sostegno alla maternità e l'introduzione del congedo di paternità obbligatorio. C. 2618 Mosca, C. 3023 Saltamartini, C. 15 Brugger, C. 2413 Caparini, C. 2672 Calabria, C. 2829 Jannone, c. 2993 Reguzzoni, C. 3534 Donadi.
Norme in favore del personale a contratto in servizio presso le rappresentanze italiane all'estero. C. 111 Angeli, C. 719 Fedi, C. 1632 Di Biagio, C. 1963 Lenzi.
Disposizioni concernenti la disciplina degli enti gestori di forme obbligatorie di previdenza e assistenza. C. 2715 Damiano e C. 3522 Di Biagio.
Disposizioni concernenti l'integrazione della composizione della Commissione medico-ospedaliera per il riconoscimento della dipendenza delle infermità da causa di servizio. C. 2360 Pelino.
Agevolazioni per la conversione dei rapporti di collaborazione in contratti di lavoro a tempo indeterminato. C. 3542 Damiano.
Disposizioni in materia di cumulo tra le prestazioni erogate dall'INAIL e dall'INPS. C. 758 Bellanova.
Disposizioni per il passaggio di personale civile dell'Amministrazione della difesa dall'area professionale A all'area professionale B. C. 102 Vico.
Modifica all'articolo 4 della legge 8 novembre 1991, n. 381, in materia di inserimento lavorativo di persone svantaggiate. C. 3056 Murer.
Disposizioni in materia di astensione retribuita dal lavoro per un familiare del paziente in stato di coma. C. 472 Anna Teresa Formisano.
Modifica all'articolo 9 della legge 12 marzo 1999, n. 68, in materia di richieste di avviamento dei disabili al lavoro. C. 473 Anna Teresa Formisano.

Atti dell'Unione europea:
Libro verde: Verso sistemi pensionistici adeguati, sostenibili e sicuri in Europa. COM(2010)365 def.

Dicembre 2010

Sede referente:
Disciplina delle attività subacquee e iperbariche. Testo unificato C. 344 Bellotti, C. 2369 Lo Presti, C. 2509 Carlucci.
Disposizioni per l'adeguamento dei trattamenti pensionistici di guerra. C. 637 Polledri, C. 638 Polledri, C. 959 Tenaglia, C. 987 Schirru, C. 1347 Rigoni, C. 1457 Paglia, C. 1719 Rosato, C. 1793 Pelino, C. 1953 Iannarilli.
Disposizioni per la tutela dei lavoratori dello spettacolo, dell'intrattenimento e dello svago. C. 762 Bellanova, C. 1550 Ceccacci Rubino, C. 2112 Borghesi, C. 2654 Delfino.
Disposizioni in materia di previdenza per i lavoratori autonomi non esercenti professioni regolamentate. C. 2312 Saglia e C. 2345 Narducci.
Norme sul riconoscimento e sulla promozione del diritto alla formazione e allo sviluppo professionale. C. 1079 Bobba, C. 2418 Cazzola, C. 2610 Delfino.

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Norme per la prosecuzione del rapporto di lavoro oltre i limiti di età per il pensionamento di vecchiaia. C. 2671 Cazzola, C. 3343 Santagata, C. 3549 Fedriga, C. 3582 Paladini.
Disposizioni concernenti la disciplina degli enti gestori di forme obbligatorie di previdenza e assistenza. C. 2715 Damiano e C. 3522 Di Biagio.
Norme in favore del personale a contratto in servizio presso le rappresentanze italiane all'estero. C. 111 Angeli, C. 719 Fedi, C. 1632 Di Biagio, C. 1963 Lenzi.
Modifica all'articolo 9 della legge 12 marzo 1999, n. 68, in materia di richieste di avviamento dei disabili al lavoro. C. 473 Anna Teresa Formisano.
Norme per favorire l'inserimento lavorativo dei detenuti. C. 124 Angeli, C. 859 Pisicchio, C. 937 D'Ippolito Vitale, C. 3010 Renato Farina.
Disposizioni in materia di computo dell'indennità integrativa speciale per i trattamenti di pensione, diretta e di reversibilità, prevista dall'articolo 2 della legge 27 maggio 1959, n. 324. C. 475 Anna Teresa Formisano.
Norme concernenti i ruoli e le carriere del personale del Corpo di polizia penitenziaria. C. 1022 Carlucci, C. 1137 Samperi, C. 1542 Tassone, C. 1768 Cassinelli, C. 2486 Catanoso, C. 2961 Vitali.
Estensione del diritto all'assegno supplementare in favore delle vedove dei grandi invalidi per servizio. Testo unificato C. 1421 Paglia, C. 1827 Pelino, C. 2571 Volontè.

Fa presente, altresì, che la presidenza - a seguito della richiesta, formulata dal gruppo UdC, di inserire nel programma la proposta di legge C. 1387 Poli, recante «Disposizioni in materia di partecipazione dei lavoratori alla gestione e ai risultati dell'impresa» - si riserva di acquisire l'intesa con la presidenza della VI Commissione per l'eventuale inizio dell'esame della citata proposta di legge e delle ulteriori proposte di legge vertenti sulla medesima materia, tutte assegnate alle Commissioni riunite VI e XI, fermo restando che presso l'altro ramo del Parlamento risulta già iniziato l'esame di proposte di legge aventi l'identico oggetto.
Segnala, quindi, che le modalità di attuazione del programma (e, in particolare, l'inserimento all'ordine del giorno della Commissione dei provvedimenti già iscritti nel programma) saranno stabilite mediante i calendari dei lavori della Commissione, aggiornati - con cadenza settimanale - dall'Ufficio di presidenza, integrato dai rappresentanti dei gruppi; il programma potrà, inoltre, essere integrato e aggiornato con l'esame di ulteriori provvedimenti, in relazione alla valutazione della loro urgenza e conformemente alle determinazioni che l'Ufficio di presidenza assumerà nel corso dei mesi di riferimento del programma medesimo.
Comunica, infine, che saranno iscritti all'ordine del giorno: i disegni di legge di conversione di decreti-legge; gli ulteriori atti del Governo sui quali la Commissione sia chiamata ad esprimere un parere; lo svolgimento di interrogazioni in Commissione e di eventuali risoluzioni nel frattempo segnalate; lo svolgimento di interrogazioni a risposta immediata; gli ulteriori progetti di legge assegnati in sede consultiva, sollecitati dalle Commissioni di merito.

La Commissione prende atto.

La seduta termina alle 10.50.

COMITATO RISTRETTO

Martedì 5 ottobre 2010.

Modifiche al testo unico di cui al decreto legislativo 26 marzo 2001, n. 151, concernenti il sostegno alla maternità e l'introduzione del congedo di paternità obbligatorio.
C. 2618 Mosca, C. 3023 Saltamartini, C. 15 Brugger, C. 2413 Caparini, C. 2672 Calabria, C. 2829 Jannone, C. 2993 Reguzzoni, C. 3534 Donadi.

Il Comitato ristretto si è riunito dalle 10.50 alle 11.

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AUDIZIONI INFORMALI

Martedì 5 ottobre 2010.

Audizioni di rappresentanti di organizzazioni sindacali e di rappresentanti di ASSOPREVIDENZA nell'ambito dell'esame del Libro verde: Verso sistemi pensionistici adeguati, sostenibili e sicuri in Europa (COM(2010)365 def.).

Le audizioni informali sono state svolte dalle 11 alle 12.10.

SEDE REFERENTE

Martedì 5 ottobre 2010 - Presidenza del presidente Silvano MOFFA. - Interviene il Ministro del lavoro e delle politiche sociali, Maurizio Sacconi.

La seduta comincia alle 12.25.

Deleghe al Governo in materia di lavori usuranti, di riorganizzazione di enti, misure contro il lavoro sommerso e disposizioni in tema di lavoro pubblico e di controversie di lavoro.
C. 1441-quater-F (rinviato alle Camere dal Presidente della Repubblica, approvato dalla Camera e modificato dal Senato).

(Esame e rinvio).

La Commissione inizia l'esame del provvedimento.

Silvano MOFFA, presidente, fa presente che la Commissione inizia oggi l'esame del provvedimento in titolo, rinviato alle Camere dal Presidente della Repubblica, già approvato dalla Camera e modificato dal Senato, che risulta collegato alla manovra di finanza pubblica. Al riguardo, avverte anzitutto che l'esame del disegno di legge ha luogo ai sensi dell'articolo 70, comma 2, del Regolamento, per cui la Camera potrà esaminare esclusivamente le modifiche apportate dal Senato e gli emendamenti ad esse conseguenti.
Segnala, inoltre, che - essendo il provvedimento in esame collegato alla manovra finanziaria - esso è sottoposto a specifiche regole di emendabilità. In particolare, ricorda che per tale disegno di legge sussiste, anzitutto, un preciso regime che stabilisce le modalità di presentazione delle proposte emendative in Commissione e in Assemblea. Inoltre, rammenta che la presidenza è tenuta ad assicurare il rispetto della prescritta disciplina in tema di ammissibilità delle proposte emendative, fissata dal Regolamento della Camera (in particolare ai sensi dell'articolo 123-bis, oltre che - nelle linee generali - dell'articolo 89 del Regolamento) e dalle norme legislative vigenti.
Comunica, infine, che - essendo il provvedimento iscritto nel calendario dei lavori dell'Assemblea a partire da lunedì 18 ottobre - l'Ufficio di presidenza, integrato dai rappresentanti dei gruppi, nella riunione del 30 settembre scorso, ha già definito le modalità di organizzazione dei lavori della Commissione in sede referente, convenendo che l'esame preliminare si concluda entro giovedì 7 ottobre e che il termine per la presentazione di eventuali emendamenti sia fissato per la giornata di venerdì 8 ottobre, alle ore 11.

Giuliano CAZZOLA (PdL), relatore, osserva che il disegno di legge in titolo, collegato alla manovra di finanza pubblica, è all'esame della Camera dei deputati a seguito del rinvio del Presidente della Repubblica, con messaggio motivato del 31 marzo 2010, ai sensi dell'articolo 74 della Costituzione, del testo approvato in via definitiva dal Senato il 3 marzo 2010; l'esame del provvedimento a seguito del rinvio presidenziale ha avuto inizio alla Camera dei deputati nell'aprile 2010, ove è stato approvato con modifiche agli articoli 17, 20, 30, 31, 32 e 50. Ricorda, quindi, che successivamente il Senato ha svolto il proprio esame, approvando il provvedimento, il 29 settembre, con ulteriori modifiche agli articoli 2, 20, 31, 32 e 50: oggetto dell'ulteriore esame parlamentare da parte della Camera dei deputati sono, pertanto, limitatamente alle

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parti modificate dal Senato, gli articoli 2, 20, 31, 32 e 50, in quanto su tali disposizioni non si è giunti, successivamente al messaggio presidenziale di rinvio, a una duplice deliberazione conforme di entrambe le Camere.
Fa presente, dunque, che all'articolo 2, recante una delega per la riorganizzazione degli enti vigilati dal Ministero del lavoro e delle politiche sociali, sono state introdotte alcune modifiche volte a coordinare il testo con le nuove norme introdotte, sulla medesima materia, dal decreto-legge n. 78 del 2010: al comma 1, lettera a), è stato eliminato il riferimento all'Istituto per gli affari sociali, in quanto l'articolo 7, comma 15, del decreto-legge n. 78 del 2010 ha disposto la soppressione dell'Istituto e il trasferimento delle relative funzioni all'ISFOL; al comma 1, lettera c), è stata soppressa la norma che attribuiva all'INAIL la competenza ad emanare, nel quadro dei richiamati indirizzi e direttive ministeriali, specifiche direttive all'ISPESL in materia di sicurezza sui luoghi di lavoro, in quanto l'articolo 7, comma 1, del richiamato decreto-legge n. 78 del 2010 ha soppresso l'ISPESL e ne ha attribuito le relative funzioni all'INAIL.
Rileva che all'articolo 20 la norma di interpretazione autentica, volta ad escludere l'applicazione delle norme penali di cui al decreto del Presidente della Repubblica n. 303 del 1956 (nel periodo della loro vigenza) ai fatti avvenuti a bordo di mezzi del naviglio di Stato, è stata in primo luogo meglio definita, al fine di circoscriverne la portata ai soli profili di rilevanza penale. A tal fine, è stato innanzitutto precisato che resta in ogni caso fermo il diritto al risarcimento del danno del lavoratore; inoltre, laddove si stabilisce che i provvedimenti adottati dal giudice penale non pregiudicano le azioni risarcitorie, è stato precisato come queste ultime abbiano ad oggetto l'accertamento della responsabilità civile contrattuale o extracontrattuale derivante dalla violazione delle disposizioni di cui al suddetto decreto del Presidente della Repubblica n. 303 del 1956. Fa notare che nel corso dell'esame al Senato, inoltre, è stato aggiunto un nuovo comma, volto a incrementare di 5 milioni di euro annui, a decorrere dal 2012, l'autorizzazione di spesa di cui all'articolo 1, comma 562, della legge n. 266 del 2005, relativa ai benefici a favore delle vittime del dovere, categoria alla quale possono essere ricondotti anche i militari operanti a bordo del naviglio di Stato che abbiano subito danni o siano deceduti nell'espletamento del loro servizio.
Segnala che all'articolo 31, relativo alle procedure di conciliazione e arbitrato, è stato in primo luogo stabilito, con riferimento all'attività delle commissioni di certificazione, che l'accertamento dell'effettiva volontà delle parti di devolvere ad arbitri le controversie di lavoro deve essere verificata all'atto della sottoscrizione della clausola compromissoria e ha ad oggetto le controversie che dovessero successivamente insorgere dal rapporto di lavoro; inoltre, è stato richiamato anche l'articolo 411 del codice di procedura civile, relativo al processo verbale di conciliazione, tra le disposizioni applicabili alle controversie individuali di lavoro nel settore pubblico.
Sottolinea che all'articolo 32, recante norme sulle modalità e i termini per l'impugnazione dei licenziamenti individuali, è stato in primo luogo innalzato da 180 a 270 giorni il termine entro il quale, a seguito dell'impugnazione del licenziamento, il lavoratore è tenuto (a pena di inefficacia dell'impugnazione medesima) a depositare il ricorso nella cancelleria del tribunale o a comunicare alla controparte la richiesta di tentativo di conciliazione o arbitrato. A tale riguardo, è stato inoltre precisato che resta in ogni caso ferma la possibilità di produrre nuovi documenti formatisi dopo il deposito del ricorso. Infine, si è previsto che la nuova disciplina sull'impugnazione dei licenziamenti trovi applicazione nei casi di invalidità del licenziamento. Fa presente che, per effetto della modifica introdotta al Senato, in particolare, la nuova disciplina non troverebbe applicazione nel caso in cui il licenziamento sia solo inefficace, in quanto privo dei requisiti formali (come

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la forma scritta) previsti dall'ordinamento, nel qual caso sembrerebbe pertanto valere il generale termine di prescrizione quinquennale.
Si sofferma, poi, sull'articolo 50, che stabilisce che (ferme restando le sentenze passate in giudicato) in caso di accertamento della natura subordinata di rapporti di collaborazione coordinata e continuativa il datore di lavoro che, entro il 30 settembre 2008, abbia offerto la stipulazione di un contratto di lavoro subordinato e, successivamente all'entrata in vigore della legge, offra anche la conversione a tempo indeterminato, è tenuto unicamente a indennizzare il lavoratore con un'indennità compresa tra un minimo di 2,5 e un massimo di 6 mensilità di retribuzione: in tale ambito, è stato previsto che la norma trovi applicazione anche nel caso in cui il datore di lavoro, successivamente alla data di entrata in vigore della legge, offra l'assunzione a tempo indeterminato per mansioni equivalenti a quelle svolte durante il rapporto di lavoro precedentemente in essere.
Sul piano politico, ritiene opportuno svolgere talune considerazioni preliminari, facendo notare che - se il provvedimento ha fatto «navetta» per ben sette volte tra le due Camere - non è sicuramente merito o colpa della sola opposizione, che ha osteggiato con particolare determinazione taluni aspetti del progetto; anche la maggioranza e il Governo - a suo avviso - hanno in carico una parte di responsabilità, sebbene, a questo punto, sia giusto dichiarare le proprie intenzioni con franchezza ed onestà politica. Fa notare, infatti, che la maggioranza auspica che la «catena delle letture» si fermi ora alla Camera e cercherà, pertanto, di essere all'altezza di questo compito; ciò non solo perché il Regolamento, grazie al principio della «doppia lettura conforme», limita fortemente l'ambito del possibile intervento correttivo, ma soprattutto perché le posizioni in campo sono note, discusse, confrontate ed approfondite e talune di esse - quelle più importanti sul piano politico - restano non solo diverse, ma difficilmente passibili di mediazione.
Giudica, quindi, importante operare una breve rassegna «politica» dei punti sottoposti all'esame della Commissione, facendo notare, in primo luogo, che le modifiche all'articolo 2 sono un atto dovuto, ossia un'operazione di adeguamento a norme già entrate in vigore in altri provvedimenti. Ritiene più complesso il ragionamento riguardante l'articolo 20, che ha suscitato un ampio dibattito tanto alla Camera quanto al Senato: la soluzione trovata in Aula presso l'altro ramo del Parlamento ha, comunque, tenuto conto delle osservazioni del Capo dello Stato che, nel suo messaggio alle Camere, aveva posto la necessità di una riformulazione della norma volta ad assicurare, pur escludendo profili di rilevanza penale (come è previsto nel nuovo testo), l'effettiva sussistenza di un autonomo titolo di responsabilità sul quale fondare il diritto al risarcimento per i danni arrecati alla salute dei marinai impiegati sul Naviglio di Stato, prevedendo altresì l'istituzione di un apposito fondo che provveda ad assicurare l'effettivo risarcimento. Passando all'articolo 32, rammenta i «dispareri» che hanno caratterizzato il dibattito circa le nuove norme sull'impugnativa dei licenziamenti, ritenendo che si possa riconoscere che l'allungamento dei termini di decadenza costituisce comunque un vantaggio per i lavoratori. Uguali considerazioni ritiene che valgano per il cosiddetto licenziamento senza forma scritta, per il quale i termini restano quelli della prescrizione ordinaria. Quanto all'articolo 50 - che nell'ultima lettura della Camera fu riformulato in uno spirito di collaborazione - ritiene di poter riconoscere che le modifiche introdotte dal Senato rafforzino quel quadro di protezione del lavoratore che la Commissione si è impegnata a definire.
Si sofferma, quindi, sull'articolo 31 e sulle norme sulla conciliazione e sull'arbitrato, segnalando che il Senato ha ripristinato, in pratica, il testo votato in Commissione

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alla Camera e modificato in Aula, grazie a un emendamento del gruppo del Partito Democratico e - richiamando, in proposito, un'espressione usata dal presidente del gruppo del Popolo della Libertà - alla «sciatteria» della maggioranza. Anche in questo caso ritiene che non occorrano molte parole: infatti, che il Governo e la maggioranza credano nella introduzione di forme di composizione stragiudiziale delle controversie è un fatto noto, come pure è un fatto noto che quest'impostazione sia condivisa anche da importanti soggetti sociali che sostengono - mentre altri le contrastano - le soluzioni prospettate in proposito. Fa notare, peraltro, che inizialmente il Governo e la maggioranza avevano optato per un quadro di riferimento leggero, sul piano legislativo, per affidare al ruolo negoziale delle parti sociali la definizione delle regole e delle garanzie; nel suo messaggio, il Presidente della Repubblica ha poi avanzato la richiesta di un diverso equilibrio tra legge e contratto, sottolineando in particolare l'esigenza di una tutela più intensa, sul piano legislativo, della volontà del lavoratore chiamato a sottoscrivere una clausola compromissoria al momento dell'assunzione. Rileva, pertanto, che la maggioranza è convinta di aver adempiuto a questa richiesta; sebbene eviti, anche per motivi di tempo, di ricordare le garanzie riconosciute al lavoratore, introdotte dalla XI Commissione, ritiene dunque ingeneroso sostenere - come è stato fatto - che in materia non vi siano stati dei cambiamenti sostanziali, dopo il messaggio del Capo dello Stato, lamentando come addirittura vi sia stata l'accusa di mancare di rispetto al Presidente della Repubblica. Si tratta, a suo giudizio, di un'accusa che la maggioranza respinge fermamente, pur ribadendo che il messaggio costituiva un atto discrezionale e che la scelta di adeguarvisi da parte del Governo e del Parlamento era anch'esso un atto politico, non un dovere istituzionale. Tuttavia, osserva che pretendere - era questa una possibile interpretazione della norma emendata - che, dopo aver «blindato» la sottoscrizione della clausola compromissoria (che, ai sensi dell'articolo 808 del Codice di procedura civile, riguarda, per definizione, le controversie «nascenti»), si debba obbligare le parti a ripetere la «trafila» presso le commissioni di garanzia ogni volta che insorga una controversia, comporterebbe un'insopportabile burocratizzazione dell'arbitrato secondo equità, che nuocerebbe al suo sviluppo.
Per queste ragioni, in qualità di relatore, ribadisce che la maggioranza difende e difenderà con convinzione il testo approvato dal Senato.
Il Ministro Maurizio SACCONI ritiene che la condivisibile relazione appena svolta dal relatore esima il Governo dal rendere considerazioni aggiuntive sugli aspetti di natura politico-parlamentare, considerato anche che può auspicarsi che la settima lettura del testo da parte delle Camere possa essere ritenuta quella conclusiva. Ricordato che il provvedimento è stato significativamente modificato rispetto all'impianto originario del disegno di legge rinviato al Parlamento dal Presidente della Repubblica, si sofferma su taluni degli aspetti che, in ossequio al messaggio presidenziale di rinvio, ormai costituiscono oggetto di doppia lettura conforme: il tema del giudizio per equità, nel quale giudica importante l'aver richiamato i principi generali dell'ordinamento; la definizione in termini contrattuali e non puramente giurisdizionali dell'arbitrato, che consente di non ripetere in modo speculare l'impostazione meramente giudiziale dell'istituto; le modifiche al rapporto tra regola inderogabile e libera attività delle parti; il recepimento di quanto già contenuto nell'avviso comune sottoscritto da quasi tutte le parti sociali in materia di esclusione dell'arbitrato per talune tipologie contrattuali, quali il licenziamento e il periodo di prova; la limitazione dei poteri sostitutivi del Ministro in assenza di accordo tra le parti sociali, che peraltro risulta imperniata sull'esigenza di tenere fede alle posizioni condivise assunte dalle parti medesime. Sugli argomenti richiamati, ritiene che siano state rispettate le indicazioni formulate dal Capo dello Stato, come - d'altra parte - lo stesso Governo aveva

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immediatamente preannunziato al momento della conoscenza del messaggio presidenziale di rinvio.
Evitando di entrare nel dettaglio delle ulteriori, limitate, modifiche apportate dal Senato rispetto al testo approvato dalla Camera, richiama le esigenze di coordinamento normativo che hanno portato all'adozione di alcune correzioni all'articolo 2 del disegno di legge, finalizzate ad escludere dal testo la menzione di enti ormai soppressi e accorpati in altri organismi, nonché le disposizioni sul Naviglio di Stato, sulle quali il Governo si è rimesso alla volontà del Parlamento. Segnalato, poi, che sono state apportate alcune correzioni, a maggior tutela dei lavoratori, in materia di termini di impugnativa dei licenziamenti e di rapporti di collaborazione coordinata e continuativa, ritiene evidente che la posizione del Governo non possa che essere quella di sollecitare la rapida approvazione del disegno di legge da parte della Camera.
In questo senso, si appella alla Commissione affinché la corrente lettura parlamentare possa essere quella definitiva, auspicando che l'opposizione - sebbene non ne condivida le ragioni di merito - possa quanto meno capire che sul disegno di legge in esame, anche a fronte di un largo sostegno che sembra provenire da ampi settori delle parti sociali, appare giunto il momento di concludere un complesso iter approvativo, senza che ciò susciti un conflitto esasperato a livello sociale.

Nedo Lorenzo POLI (UdC), con riferimento a quanto rappresentato dal Ministro circa le modifiche ordinamentali di cui all'articolo 2, chiede un chiarimento preliminare in ordine alla razionalizzazione degli enti previdenziali, interrogandosi sulle ragioni che hanno portato ad escludere l'ENPALS dal recente intervento di accorpamento di enti promosso dal Governo.

Il Ministro Maurizio SACCONI fa presente che il Governo ha giudicato opportuno avviare un progetto che attribuisse all'ENPALS funzioni più complesse di quelle attuali, anche - ad esempio - in materia di collocamento, in modo da rendere più efficiente la gestione di un mercato del lavoro così duale e frammentato come quello di riferimento dell'ente medesimo.

Maria Grazia GATTI (PD), intervenendo per una precisazione di natura procedurale, chiede alla presidenza di fornire elementi di certezza in ordine ai criteri per la presentazione di emendamenti al provvedimento in esame, anche al fine di evitare che possibili interpretazioni ambigue delle norme regolamentari portino a problemi di ammissibilità o, addirittura, di ricevibilità delle proposte emendative medesime.

Silvano MOFFA, presidente, si riserva di fornire ai gruppi, anche in via informale, eventuali chiarimenti di dettaglio in merito ai limiti concernenti l'emendabilità del disegno di legge in titolo.

Giulio SANTAGATA (PD) coglie l'occasione della presenza del Ministro Sacconi alla seduta odierna per tornare a porre la questione dei conti previdenziali dell'INPS, ricordando come da mesi il suo gruppo sia in attesa di svolgere un'audizione del Commissario straordinario per fare il punto sui preoccupanti dati di bilancio che interessano l'Istituto.

Silvano MOFFA, presidente, ricorda che nella prossima settimana è prevista l'audizione informale dei vertici dell'INPS nell'ambito dell'esame del Libro verde sulle pensioni, presentato dalla Commissione europea: in quella sede vi sarà l'occasione, a suo avviso, per affrontare anche le tematiche evidenziate dal deputato Santagata.

Cesare DAMIANO (PD) giudica irrituale che un tema di particolare rilevanza, come quello del bilancio dell'INPS, sia affrontato in una sede diversa e, in particolare, nell'ambito dell'esame del Libro verde della Commissione europea; chiede, pertanto,

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alla presidenza di prevedere una specifica audizione sull'argomento segnalato dal suo gruppo.

Silvano MOFFA, presidente, ritiene altrettanto irrituale che nel corso dell'esame di un disegno di legge collegato alla manovra di finanza pubblica abbia luogo un dibattito, totalmente estraneo, relativo al bilancio dell'INPS; in ogni caso, torna a ribadire che la prevista audizione informale della prossima settimana potrà rappresentare un'ottima occasione per affrontare con i vertici dell'INPS le diverse questioni poste.
Nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia, quindi, il seguito dell'esame ad altra seduta.

Disposizioni concernenti la disciplina degli enti gestori di forme obbligatorie di previdenza e assistenza.
C. 2715 Damiano e C. 3522 Di Biagio.

(Seguito dell'esame e rinvio).

La Commissione prosegue l'esame dei provvedimenti in titolo, rinviato nella seduta del 15 settembre 2010.

Silvano MOFFA, presidente, ricorda che nella precedente seduta si è convenuto di rinviare il seguito dell'esame, per consentire ai gruppi di svolgere eventuali interventi di carattere generale, fermo restando che su questi provvedimenti - facendo seguito a quanto prospettato dal relatore - si è già concordato, per le vie brevi, di prevedere un ciclo di audizioni informali, da realizzare tendenzialmente nel mese di novembre.

Nedo Lorenzo POLI (UdC), relatore, ritiene opportuno che i gruppi interessati svolgano sin dalla seduta odierna le proprie considerazioni di carattere generale, restando inteso che la Commissione potrà successivamente verificare le più idonee modalità di prosecuzione dei propri lavori in ordine ai provvedimenti in titolo.

Cesare DAMIANO (PD) ritiene particolarmente utile la scelta, che la Commissione si accinge ad adottare, di svolgere una serie di audizioni informali sul contenuto dei due provvedimenti in esame, auspicando peraltro la convergenza in un testo unificato dei contenuti delle proposte di legge. Ritiene che la tutela previdenziale dei soggetti che svolgono attività autonoma di libera professione presenti profili di originalità, in particolare con riferimento agli organismi tenuti ad erogare le prestazioni, ovvero deputati a garantire obbligatoriamente l'assicurazione in caso di invalidità e di vecchiaia. Evidenzia la positiva esperienza quindicennale delle casse di «prima generazione» e quella decennale delle casse di «seconda generazione», nonostante le indubbie condizioni di incertezza normativa: la proposta di legge presentata dal suo gruppo persegue, pertanto, l'obiettivo di un riassetto organico della disciplina in adesione alle linee guida del Memorandum sottoscritto l'8 aprile 2008 tra il Ministro del lavoro e della previdenza sociale e l'Associazione degli enti previdenziali privati (AdEPP); la finalità del testo è quella di assicurare il rafforzamento degli istituti previdenziali ed in primo luogo di favorire il principio della trasparenza.
Osserva che il notevole ampliamento dell'autonomia delle casse, e la relativa natura pubblica delle medesime, esiga che le singole casse adottino appositi regolamenti, integrativi o sostitutivi di quelli già esistenti, volti a disciplinare, tra l'altro, le regole di contabilità e di redazione dei bilanci di esercizio e preventivi, nonché una definizione articolata di modalità e termini del relativo funzionamento di gestione. Ravvisa, dunque, l'opportunità di procedere ad una efficace semplificazione e specializzazione del sistema dei controlli; un'attenta riflessione deve riguardare anche il profilo del regime fiscale delle casse, per il quale si prevede un'esenzione dei contributi versati, una tassazione dei redditi di capitale accumulati in capo alle casse stesse e una tassazione delle prestazioni erogate. Osserva che allo stato non appare possibile passare ad un sistema

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fiscale con la sola tassazione delle prestazioni e con l'esenzione di contributi e di rendimenti della gestione; propone pertanto di realizzare, almeno in una prima fase, un'equiparazione con il sistema di tassazione della previdenza complementare, anch'essa gestita da organismi di natura privata.
Reputa opportuna l'istituzione di un fondo di garanzia fra le casse, mutuando l'esperienza già esistente nei settori bancario e assicurativo, a tutela degli iscritti e dei pensionati, fondo finanziato direttamente dalle casse stesse. Ritiene, quindi, utile attivare quanto prima modalità di accorpamento tra le diverse casse su base volontaria.
Si sofferma, poi, sulle previsioni di cui all'articolo 1 della proposta di legge n. 2715, osservando che il pur variegato ed articolato quadro delle rappresentanze delle casse potrebbe condividere sostanzialmente i contenuti della proposta di legge presentata dal suo gruppo. Ritiene necessario predisporre una disciplina che precluda al sistema previdenziale autonomo di passare in capo al settore pubblico nelle fasi di difficoltà operativa e gestionale; a tal fine, si rende quindi necessaria un'adeguata normativa di tutela. Richiama, infine, i profili di criticità che connotano la previdenza pubblica ed in particolare i rilevanti elementi di incertezza che caratterizzano la previsione pensionistica, soprattutto in riferimento alle prospettive per le nuove generazioni, auspicando che la Commissione sappia adeguatamente approfondire tutti i temi oggi segnalati.

Giuliano CAZZOLA (PdL), in attesa di verificare gli elementi che emergeranno dalle prospettate audizioni informali, ritiene comunque che le prospettate proposte di riforma in materia di riordino degli enti gestori di forme obbligatorie di previdenza e assistenza saranno fortemente osteggiate dai rappresentanti delle casse, con particolare riferimento ai contenuti della proposta di legge n. 3522, che propone l'istituzione di un ente unico. Giudica, in ogni caso, tale obiettivo certamente positivo, in quanto l'attuale frammentazione del sistema delle casse produce criticità ed evidenti distorsioni nel complessivo sistema previdenziale.
Esorta, pertanto, il relatore e l'intera Commissione a condurre con fermezza l'iniziativa tesa ad una efficace riforma in materia, facendo notare che, sebbene la proposta di accorpare in un unico istituto le diverse casse esistenti presenti specifiche problematiche, essa appare già parzialmente recepita sotto diversi profili nella vigente normativa, come si evince dai contenuti della cosiddetta «legge Maroni». Ravvisa, in tal senso, l'opportunità di verificare una possibile semplificazione dei testi, prevedendo eventualmente un'apposita norma di delega che consenta al Governo di procedere alla predetta razionalizzazione e all'accorpamento, ove possibile, delle casse medesime.

Nedo Lorenzo POLI (UdC), relatore, intende anzitutto rilevare che tutti gli interventi sinora svolti hanno richiamato l'esigenza di un riordino e di una semplificazione della materia previdenziale, come emerso anche nell'attività conoscitiva svolta presso la Commissione parlamentare di controllo sugli enti gestori di forme di previdenza e assistenza. Auspica, pertanto, che le prospettate audizioni sui provvedimenti in esame possano portare alla definizione di un percorso condiviso, che sia in grado di porre un efficace rimedio alle problematiche esistenti.

Silvano MOFFA, presidente, preso atto che non vi sono altre richieste di intervento, ricorda che la Commissione procederà con l'ulteriore attività istruttoria secondo le modalità che saranno definite nell'ambito di una prossima riunione dell'Ufficio di presidenza, integrato dai rappresentanti dei gruppi.

La Commissione prende atto.

Silvano MOFFA, presidente, rinvia, quindi, il seguito dell'esame ad altra seduta.

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Disposizioni concernenti l'integrazione della composizione della Commissione medico-ospedaliera per il riconoscimento della dipendenza delle infermità da causa di servizio.
C. 2360 Pelino.

(Seguito dell'esame e rinvio).

La Commissione prosegue l'esame del provvedimento in titolo, rinviato nella seduta del 30 settembre 2010.

Elisabetta RAMPI (PD) ritiene che il testo in esame assuma un particolare rilievo, in quanto risponde alle attese avanzate da tutti quei servitori dello Stato che, nell'adempimento del proprio dovere istituzionale, hanno contratto infermità e invalidità anche gravi. Sottolinea che l'UNMS è un ente morale di particolare rilievo, teso a tutelare gli interessi di tale categoria di soggetti e avente precipua finalità di sostegno e assistenza. Segnala, inoltre, che tale organismo costituisce l'unico ente di rappresentanza degli interessi morali e materiali della categoria.
Preannuncia, pertanto, l'orientamento favorevole del suo gruppo sulla proposta di legge in esame.

Paola PELINO (PdL), atteso che non vi sono ulteriori richieste di intervento e che sembra emergere una sostanziale condivisione dell'intervento proposto, si domanda se non sia possibile, in considerazione della natura circoscritta del provvedimento in titolo, concluderne nella seduta odierna l'esame preliminare, fissando un rapido termine per la presentazione di eventuali emendamenti.

Silvano MOFFA, presidente, preso atto che non vi sono ulteriori richieste di intervento, dichiara concluso l'esame preliminare.
In considerazione della richiesta testé formulata dalla prima firmataria del progetto di legge, propone quindi - se non vi sono obiezioni - di fissare il termine per la presentazione di eventuali emendamenti alle ore 9 di giovedì 7 ottobre e di prevedere che l'esame degli stessi abbia luogo nella stessa giornata di giovedì 7 ottobre.

La Commissione conviene.

Silvano MOFFA, presidente, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.

La seduta termina alle 13.15.

AUDIZIONI INFORMALI

Martedì 5 ottobre 2010.

Audizione di rappresentanti della COVIP nell'ambito dell'esame del Libro verde: Verso sistemi pensionistici adeguati, sostenibili e sicuri in Europa (COM(2010)365 def.).

L'audizione informale è stata svolta dalle 14.35 alle 15.30.

SEDE CONSULTIVA

Martedì 5 ottobre 2010. - Presidenza del vicepresidente Giuliano CAZZOLA.

La seduta comincia alle 15.30.

Schema di Decisione di finanza pubblica per gli anni 2011-2013.
Doc. LVII, n. 3.

(Parere alla V Commissione).
(Esame e rinvio).

La Commissione inizia l'esame del provvedimento in titolo.

Giuliano CAZZOLA, presidente, avverte che, in sostituzione del relatore, impossibilitato ad intervenire alla corrente seduta, provvederà ad illustrare alla Commissione la relazione introduttiva da questi predisposta.
Osserva, quindi, che la Decisione di finanza pubblica per gli anni 2011-2013

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(DFP), approvata dal Consiglio dei ministri il 29 settembre 2010, costituisce il nuovo documento di programmazione economica e finanziaria - delineato dalla legge n. 196 del 2009 di riforma della contabilità - che sostituisce il Documento di programmazione economico-finanziaria (DPEF) previsto dalla precedente disciplina contabile; ai sensi dell'articolo 10 della nuova legge, la DFP indica gli obiettivi di politica economica e il quadro delle previsioni economiche e di finanza pubblica almeno per il triennio successivo e reca, inoltre, quale importante novità rispetto al precedente Documento di programmazione economico-finanziaria (DPEF), la definizione degli obiettivi programmatici articolati per i tre sottosettori del conto delle amministrazioni pubbliche relativi all'amministrazione centrale, alle amministrazioni locali e agli enti di previdenza.
Fa notare che, per quanto concerne i contenuti specifici della DFP, nel documento si precisa innanzitutto che, avendo il Governo anticipato all'inizio dell'estate la manovra triennale di finanza pubblica 2011-2013 (decreto-legge n. 78 del 2010), la DFP per gli anni 2011-2013 si limita a recepire gli effetti del citato decreto-legge di manovra, confermando nella sostanza - salvo alcune marginali modifiche derivanti dal quadro macroeconomico - gli obiettivi programmatici già esposti nella RUEF per il 2010, presentata a maggio scorso. Viene sottolineato, inoltre, il prossimo superamento della DFP quale documento di programmazione economica e finanziaria alla luce della imminente riforma della politica economica europea, che si sta sviluppando e discutendo in questi giorni, in vista dell'approvazione - probabilmente già da questo autunno - di una nuova versione del Patto di stabilità e crescita. Rileva infatti che, secondo quanto riportato nella premessa allo schema di DFP, i nuovi documenti politico-contabili europei (Stability Program, National Reform Program), che dovranno essere presentati da ciascun Paese prima della fine dell'anno, assumeranno una «centralità politica assoluta ed assorbente»; sarà conseguentemente all'interno di questo nuovo schema europeo, e non all'interno dello schema di DFP, che si concentrerà la discussione sulla politica economica. Analogamente, fa osservare che il mutare del quadro di riferimento europeo dovrà comportare, secondo quanto riportato nella DFP, una sostanziale riforma della legge di contabilità n. 196 del 2009, al fine di allinearla alla nuova «sessione di bilancio» europea.
Passando ai contenuti specifici del Documento, sottolinea che nell'ambito del quadro macroeconomico nazionale per il triennio 2011-2013 si prevede: un incremento (in termini reali) del PIL, pari all'1,2 per cento nel 2010, all'1,3 per cento nel 2011 e al 2,0 per cento per ciascuno degli anni 2012 e 2013; un valore del tasso di disoccupazione pari all'8,7 per cento per ciascuno degli anni 2010 e 2011, all'8,6 per cento per il 2012 e all'8,4 per cento per il 2013; un incremento del tasso di occupazione (dal 57,1 per cento - valore previsto per il 2010 - al 58,6 per cento - previsto per il 2013 -); un tasso di inflazione programmata pari all'1,5 per cento per ciascuno degli anni 2010-2013; il conseguimento dell'obiettivo di ricondurre l'indebitamento netto al di sotto del 3 per cento del PIL entro il 2012 (il tasso previsto è pari al 5,0 per cento nel 2010, al 3,9 per cento nel 2011, al 2,7 per cento nel 2012 e al 2,2 per cento nel 2013).
Per quanto concerne gli aspetti di più diretto interesse della XI Commissione, ritiene che occorra innanzitutto menzionare i vari richiami alle misure introdotte con la manovra estiva, volti a contenere la spesa per il pubblico impiego e la spesa previdenziale: a tale riguardo, il Documento ricorda, in particolare, nell'ambito di una apposita sezione, la revisione del regime delle decorrenze dei trattamenti di vecchiaia e di anzianità, l'accelerazione dell'elevamento del requisito anagrafico per il pensionamento di vecchiaia per le lavoratrici del pubblico impiego, nonché l'adeguamento dei requisiti anagrafici per il pensionamento all'aumento della speranza

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di vita a decorrere dal 2015. Per quanto attiene, più in generale, all'andamento della spesa pensionistica, fa notare che nel Documento si osserva che le misure adottate nel corso degli anni, nonché quelle introdotte con la manovra di luglio, compensano in larga parte l'andamento negativo (la cosiddetta «gobba» pensionistica) che si prospettava per i prossimi decenni, andamento dovuto all'incremento della speranza di vita ed al passaggio alla fase di quiescenza delle generazioni del baby boom. In particolare, il rapporto fra spesa pensionistica e PIL tenderà a ridursi, fino al 2025, rispetto ai valori attuali (il tasso previsto per il 2010 è pari al 15,3 per cento); nel periodo successivo al 2025, e fino al 2040-2045, il rapporto crescerà di nuovo, fino a conseguire un valore simile a quello attuale. Nel periodo ancora successivo, il rapporto tenderà di nuovo a diminuire, in virtù sia del passaggio dal sistema di calcolo misto a quello contributivo integrale, sia della progressiva scomparsa dei pensionati appartenenti alle generazioni del baby boom.
In materia di occupazione e lavoro, segnala che il Documento ricorda che il Consiglio Europeo dello scorso marzo ha definito i cinque obiettivi che guideranno la Strategia EU 2020 per la crescita e l'occupazione: tali obiettivi riguardano l'occupazione, la ricerca e l'innovazione, l'istruzione, l'energia e la povertà; per ognuno di essi deve essere individuato un obiettivo europeo e (in base all'indicazione di ciascun Stato membro) conseguenti obiettivi nazionali, coerenti con i relativi livelli di partenza. Sottolinea, inoltre, che in merito all'andamento del mercato del lavoro negli ultimi mesi il Documento osserva preliminarmente che esso appare ancora debole; in particolare, il ricorso alla Cassa Integrazione Guadagni (CIG) da parte delle imprese ha continuato ad essere sostenuto: da gennaio ad agosto di quest'anno sono state autorizzate circa 827 milioni di ore, di cui circa 250 milioni di cassa integrazione ordinaria, 352 milioni di cassa integrazione straordinaria e 225 milioni di cassa integrazione in deroga.
Rileva poi che nel secondo trimestre del 2010 l'occupazione misurata in unità standard di lavoro (al netto degli occupati in CIG) si è ridotta rispetto al trimestre precedente (-0,4 per cento), per effetto della diminuzione degli occupati dipendenti (-0,7 per cento); gli occupati indipendenti sono invece cresciuti dello 0,4 per cento e il settore più colpito continua ad essere quello dell'industria in senso stretto (-1,6 per cento gli occupati espressi in unità standard). Riguardo al costo del lavoro, infine, osserva che il documento rileva che la sua crescita sarà contenuta per i prossimi anni, e sarà pari al 3,0 per cento nel 2010, all'1,5 per cento nel 2011 e all'1,6 per cento in ciascuno degli anni 2012 e 2013.
Nessuno chiedendo di intervenire, avverte quindi che il dibattito sul documento avrà luogo nella giornata di domani. Rinvia, il seguito dell'esame ad altra seduta.

La seduta termina alle 15.40.