CAMERA DEI DEPUTATI
Martedì 5 ottobre 2010
377.
XVI LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Attività produttive, commercio e turismo (X)
COMUNICATO
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SEDE CONSULTIVA

Martedì 5 ottobre 2010. - Presidenza del presidente Manuela DAL LAGO.

La seduta comincia alle 12.

Variazione nella composizione della Commissione.

Manuela DAL LAGO, presidente, comunica che il deputato Deodato Scanderebech ha cessato di far parte della Commissione.

Norme in materia di organizzazione delle università, di personale accademico e reclutamento, nonché delega al Governo per incentivare la qualità e l'efficienza del sistema universitario.
C. 3687 Governo, approvato dal Senato ed abbinate.
(Parere alla VII Commissione).
(Seguito esame e conclusione - Nullaosta).

La Commissione prosegue l'esame del provvedimento in oggetto, rinviato nella seduta del 30 settembre 2010.

Manuela DAL LAGO, presidente, ricorda che il termine per l'espressione del parere alla Commissione cultura è fissato per la giornata odierna e che, in qualità di relatore del provvedimento in titolo, ha proposto l'espressione di un nullaosta, in considerazione dello scarso rilievo delle disposizioni del progetto in esame sulle competenze della X Commissione.

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Laura FRONER (PD) desidera svolgere alcune considerazioni sul testo in esame al fine di esplicitare le ragioni del voto nettamente contrario che il suo gruppo intende esprimere.
In particolare, ritiene necessaria la riforma dell'università, ma il testo proposto dalla Commissione di merito presenta ancora molti aspetti critici malgrado gli interventi correttivi già introdotti nel corso dell'esame al Senato; ritiene altresì che il ministro Gelmini abbia tradito con la riforma le proprie dichiarazioni. L'aspetto certamente più critico è quello relativo al taglio delle risorse finanziarie che ammonterebbe a circa 1 miliardo e 350 milioni di euro, taglio conseguente alle misure relative alle retribuzioni previste nel decreto n. 78 del 2010 recante la manovra finanziaria. Certamente considera assai grave che il provvedimento in esame venga calendarizzato in Assemblea prima dell'inizio della sessione di bilancio e cioè prima che il Governo venga in Parlamento per definire l'entità delle risorse che intende destinare al settore degli atenei. Anche la disciplina della governance risulta critica, in evidente violazione dell'autonomia delle università e in contraddizione con le dichiarazioni svolte dal ministro in sede programmatica, allorquando dichiarava di preferire di porre le condizioni per valorizzare le specificità del sistema universitario, piuttosto che prevederne una gestione fortemente centralizzata. Anche la trasformazione del Senato accademico in un mero organo consultivo è negativa, visto che dovrebbe essere l'organo che, in virtù della sua rappresentanza, definisce i piani strategici delle attività e gli indirizzi culturali didattici e di ricerca dell'ateneo. Aggiunge che il diritto allo studio delineato con l'istituzione del Fondo per il merito appare come una scatola vuota; stigmatizza altresì che il merito non è associato al reddito dei beneficiari, allontanandosi pericolosamente la norma dal dettato costituzionale. Sottolinea infine come il disegno di legge si caratterizzi per una iper produzione normativa ed un uso eccessivo di norme di delega e di delegificazione.

Gabriele CIMADORO (IdV), nel preannunciare il voto contrario del suo gruppo sul provvedimento in esame, stigmatizza come la riforma in discussione cerchi di affrontare i problemi veri che riguardano l'università italiana con soluzioni sbagliate.
Condivide le perplessità sollevate dalla collega Froner sul sistema di governance degli atenei previsto. Condivide altresì la necessità di misure volte a razionalizzare il numero degli atenei sul territorio nazionale al fine di porre un freno alla proliferazione di identici corsi universitari in città poco distanti tra loro.
Sul reclutamento dei professori e dei ricercatori, giudica con favore l'annunciata modifica che tenderebbe a riassorbire i ricercatori entro il 2016 che a suo giudizio, se meritevoli, hanno il diritto di essere assunti. Più in generale, ritiene necessario che il diritto allo studio sia garantito agli studenti meritevoli e non solo a quelli che si trovano in situazioni economiche di bisogno, prevedendo un contributo anche sostanzioso ovvero prestiti agevolati.
Sul sistema di accesso ai corsi universitari ritiene necessario adottare misure volte a contrastare il triste fenomeno dell'abbandono da parte degli studenti che ha raggiunto il livello del 20 per cento.
Auspica, infine, che il Governo possa destinare congrue risorse finanziarie sia al settore dell'università che a quello della ricerca.

Alberto TORAZZI (LNP), nel preannunciare il voto favorevole del suo gruppo sul provvedimento in esame, ritiene che la riforma in discussione rappresenti un fondamentale passo culturale in avanti per il Paese, poiché finalmente mette gli studenti al centro del sistema.

Fabio GAVA (PdL), nel precisare che a suo giudizio il dibattito fin qui svoltosi esula in parte dalle competenze per materia riconosciute alla X Commissione, dichiara il voto favorevole del proprio gruppo sulla proposta di nulla osta formulata dal relatore.

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La Commissione approva la proposta di parere del relatore.

La seduta termina alle 12.20.

SEDE CONSULTIVA

Martedì 5 ottobre 2010. - Presidenza del presidente Manuela DAL LAGO.

La seduta comincia alle 12.20.

Inversione dell'ordine del giorno.

Manuela DAL LAGO, presidente, propone di passare prima all'esame in sede consultiva del Doc. LVII, n. 3 e successivamente all'esame in sede referente del testo unificato C. 2754 Vignali, C. 98 La Loggia, C. 1225 Bersani, C. 1284 Pelino, C. 1325 Vignali, C. 2680 Jannone e C. 3191 Borghesi.

La Commissione concorda.

Decisione di finanza pubblica per gli anni 2011- 2013.
Doc. LVII, n. 3.
(Parere alla V Commissione).
(Esame e rinvio).

La Commissione inizia l'esame del documento in oggetto.

Catia POLIDORI (FLI), relatore, sottolinea preliminarmente che la Decisione di finanza pubblica (DFP) per gli anni 2011-2013, trasmessa alle Camere il 30 settembre 2010, costituisce il nuovo documento di programmazione economica e finanziaria - delineato dalla legge di riforma della contabilità (legge n. 196 del 2009) - che sostituisce il Documento di programmazione economico-finanziaria (DPEF) previsto dalla precedente disciplina contabile (legge n. 468 del 1978). L'articolo 10 della nuova legge stabilisce che la DFP indica gli obiettivi di politica economica e il quadro delle previsioni economiche e di finanza pubblica almeno per il triennio successivo. Essa reca, inoltre, quale importante novità rispetto al precedente DPEF, la definizione degli obiettivi programmatici articolati per i tre sottosettori del conto delle amministrazioni pubbliche relativi all'amministrazione centrale, alle amministrazioni locali e agli enti di previdenza.
In proposito, ricorda che la nuova legge di contabilità fissa al 15 settembre la data di presentazione dello schema di Decisione alle Camere, per le conseguenti deliberazioni parlamentari (articolo 7, comma 2, lettera b)), un mese prima della presentazione al Parlamento dei disegni di legge di bilancio e di stabilità, prevista entro il 15 ottobre di ogni anno. La procedura di formazione della DFP da parte del Governo inizia il 15 luglio, con l'invio alla Conferenza permanente per il coordinamento della finanza pubblica (in attesa della sua istituzione, alla Conferenza unificata Stato-regioni-città ed autonomie locali) delle linee guida per la ripartizione degli obiettivi programmatici di finanza pubblica tra i diversi settori istituzionali, sulle quali la Conferenza è tenuta ad esprimere il parere entro il 10 settembre. Nel medesimo termine del 15 luglio, le Linee guida sono altresì trasmesse alle Camere.
La DFP rappresenta il documento principale del ciclo di programmazione.
Ricorda, inoltre, che il comma 4, dell'articolo 10 prevede che la DFP sia corredata di una Nota metodologica in cui siano esposti i criteri di formulazione delle previsioni tendenziali di finanza pubblica a legislazione vigente. Segnatamente, la nota risponde all'esigenza di rendere chiaro al Parlamento quali siano i criteri e le assunzioni utilizzati per la formulazione delle stime contenute nel Documento e relative al conto economico delle Amministrazioni Pubbliche (AP), al saldo di cassa e al debito, sia nel complesso, che ripartiti per i sotto-settori in cui le AP risultano articolate (Amministrazione centrale, Amministrazioni locali ed Enti di previdenza e assistenza sociale).

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In proposito, oltre alla circostanza della tardiva presentazione al Parlamento dello schema di DFP 2011-2013, trasmesso il 30 settembre anziché il 15, si rileva che l'anzidetta fase procedurale relativa alle linee guida di riparto degli obiettivi non risulta essere stata attivata.
Con riferimento alla procedura parlamentare di esame dello schema di DFP, ricorda che la Giunta per il regolamento della Camera, in data 14 luglio 2010, ha espresso parere sui «primi adeguamenti regolamentari di carattere sperimentale conseguenti alla nuova legge di contabilità», prevedendo che lo schema di DFP venga esaminato secondo la procedura già definita dai regolamenti parlamentari per il DPEF (articolo 118-bis del regolamento), stabilendo tuttavia che il Presidente della Camera definisca i termini per l'esame dello schema di DFP da parte delle Commissioni in modo che la calendarizzazione in Assemblea avvenga in termini compatibili con la presentazione dei disegni di legge di stabilità e di bilancio (15 ottobre).
Per quanto concerne i contenuti specifici della DFP in esame, osserva che, avendo il Governo anticipato all'inizio dell'estate la manovra triennale di finanza pubblica 2011-2013 (decreto-legge n. 78 del 2010), la DFP per gli anni 2011-2013 si limita a recepire gli effetti del citato decreto-legge di manovra, confermando nella sostanza - salvo alcune marginali modifiche derivanti dal quadro macroeconomico - gli obiettivi programmatici esposti nella Relazione unificata sull'economia e la finanza pubblica (RUEF) per il 2010, presentata a maggio scorso.
Nella premessa viene, inoltre, sottolineato il superamento della DFP quale documento di programmazione economica e finanziaria alla luce della ormai prossima riforma della politica economica europea, che si sta sviluppando e discutendo in questi giorni, in vista dell'approvazione - probabilmente già da questo autunno - di una nuova versione del Patto di stabilità e crescita.
Secondo quanto riportato nella premessa allo schema di DFP, i nuovi documenti politico-contabili europei (Stability Program, National Reform Program), che dovranno essere presentati da ciascun Paese prima della fine dell'anno, assumeranno una «centralità politica assoluta ed assorbente». Sarà conseguentemente all'interno di questo nuovo schema europeo, e non all'interno dello schema di DFP che si concentrerà la discussione sulla politica economica. Alla luce di tali circostanze, la Decisione in esame è da considerarsi - come sottolineato nella premessa del documento - «sostanzialmente e politicamente già superata». Analogamente, il mutare del quadro di riferimento europeo dovrà comportare, secondo quanto riportato nella DFP, una sostanziale riforma della legge di contabilità n. 196 del 2009, al fine di allinearla alla nuova «sessione di bilancio» europea.
Per quanto concerne la congiuntura internazionale, la DFP si sofferma sulla ripresa economica che ha caratterizzato i primi due trimestri del 2010. Nel corso dell'anno, infatti, l'economia mondiale ha fatto registrare stime congiunturali e tendenziali della crescita in progressivo aumento, grazie alla consistente ripresa del commercio mondiale che è stimato crescere del 10 per cento nel 2010 - dopo la sensibile riduzione nel 2009 (-11 per cento) - per poi ridimensionarsi a tassi più bassi ma stabili nel triennio successivo. Lo scenario di previsione per il 2010 - riportato nella DFP - prospetta, dopo la contrazione registrata nel 2009, una crescita dell'economia globale del 4,4 per cento. In relazione ai risultati registrati nel corso del 2010, che indicano una evoluzione positiva della crisi dell'economia mondiale, lo scenario descritto nella DFP è più favorevole di quello previsto a maggio nella RUEF.
Il quadro macroeconomico italiano per il triennio 2011-2013 esposto nello schema di DFP riflette le prospettive di recupero dell'economia internazionale. Il documento presenta, infatti, una revisione al rialzo delle stime di crescita dell'economia italiana per l'anno in corso, nell'ordine di 0,2 punti percentuali. In particolare, per il 2010 il PIL è stimato crescere dell'1,2 per cento rispetto al 1 per cento indicato nella

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RUEF di maggio. Le nuove previsioni confermano i segnali di consolidamento della ripresa economica dell'Italia, trainata soprattutto dalla domanda estera.
Una riduzione della crescita del PIL è, invece, indicata nel 2011, in cui il PIL è previsto crescere ad un tasso dell'1,3 per cento rispetto all'1,5 per cento stimato a maggio, in relazione ai segnali di rallentamento degli scambi internazionali e della crescita, in particolare degli Stati Uniti, emersi dopo l'estate, che potrebbero determinare un rallentamento della ripresa economica anche in Italia.
Nel biennio successivo la crescita annua è prevista attestarsi al 2 per cento, con un parziale recupero, secondo la DFP, dell'ancora ampio gap di capacità produttiva inutilizzata. In particolare, gli investimenti fissi lordi, dopo la forte contrazione degli anni scorsi, sono previsti in crescita del 2,2 per cento nel 2010; il dato è essenzialmente attribuibile alla dinamica degli investimenti in macchinari (+7,5 per cento), sostenuta dalle agevolazioni fiscali e dalle esportazioni. Gli investimenti in costruzioni, invece, continuano ancora nel 2010 a risentire del ciclo negativo che ha interessato il settore nel 2009 (-2,5 per cento).
La produzione industriale, dopo aver registrato una rapida espansione nel secondo trimestre (2,0 percento sul periodo precedente e 7,7 per cento sul periodo corrispondente dell'anno precedente), a luglio ha mostrato un rallentamento (0,1 per cento rispetto al mese precedente e 4,8 per cento rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente). D'altra parte, la fiducia delle imprese manifatturiere che a luglio e agosto hanno continuato nel percorso di progressivo miglioramento incoraggiate dal giudizio positivo sugli ordini, fornisce indicazioni in favore di un buon andamento della produzione industriale nei prossimi mesi.
Il credito concesso alle imprese risulta ormai da diversi mesi in riduzione rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente; tuttavia i prestiti con scadenza oltre i cinque anni, la componente più rilevante ai fini degli investimenti, hanno continuato a crescere (al 5,6 per cento rispetto allo stesso mese dell'anno precedente a luglio) seppur a ritmi meno sostenuti rispetto al periodo precedente alla crisi. Il mercato del lavoro, secondo le stime del Governo, continua a mostrare segni di debolezza. Nel 2010 l'occupazione, in termini di unità di lavoro standard, è prevista ridursi dell'1,5 per cento, per poi riprendere il suo trend di crescita e stabilizzarsi su livelli positivi già a partire dal 2011. Il tasso di disoccupazione si collocherebbe all'8,7 per cento nel 2010 e nel 2011, per poi ridursi gradualmente ed attestarsi all'8,4 per cento nel 2013.
Per quanto riguarda gli andamenti di finanza pubblica lo schema di DFP espone il quadro aggiornato di finanza pubblica con una sostanziale novità rispetto ai precedenti documenti, introdotta dalla nuova legge di contabilità, che ha prescritto, nella definizione degli obiettivi tendenziali e programmatici di finanza pubblica, la ripartizione degli stessi tra i sottosettori della pubblica amministrazione.
Secondo quanto riportato nel documento, le misure adottate, nel complesso, consentirebbero il rispetto degli obiettivi programmatici, concordati in sede europea, contenuti nell'Aggiornamento del Programma di stabilità e confermati nella RUEF presentata a maggio scorso.
Sulla base del nuovo quadro tendenziale aggiornato riportato nello schema di DFP, il livello dell'indebitamento netto è sostanzialmente legato ad una significativa riduzione delle spese complessive, che passerebbero dal 52,5 per cento nel 2009 al 48,6 per cento nel 2013, anche per effetto delle politiche dirette alla riqualificazione della spesa pubblica.
Le entrate sono previste in lieve riduzione nel periodo considerato, per effetto, in particolare, della riduzione dei contributi sociali dovuta in gran parte alle norme di contenimento della spesa del personale dipendente del settore pubblico. Le entrate tributarie, considerate al netto di quelle in conto capitale, registrerebbero, invece, un leggero incremento.

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La pressione fiscale, dopo il picco registrato nel 2009, evidenzia una costante lieve riduzione fino al 42,4 per cento nel 2013.
Per quanto concerne l'evoluzione del rapporto debito pubblico/PIL, esso risulta in linea con le previsioni indicate nella RUEF di maggio, con un lieve incremento che, secondo quanto riportato nel documento, sarebbe dovuto, oltre che alle revisioni statistiche apportate dall'ISTAT sul risultato raggiunto nel 2009 (+0,1 per cento), peraltro non ancora ufficializzate, alle maggiori emissioni necessarie per finanziarie i contributi italiani alla Grecia, che hanno, di fatto, neutralizzato il miglioramento del fabbisogno. In particolare, nel 2011 il rapporto debito/PIL si attesta a 119,2 per cento, circa mezzo punto percentuale in aumento rispetto alle stime della RUEF, mentre già a partire dal 2012 si conferma il profilo discendente del parametro.
Segnala che rispetto al contenuto proprio della DFP, il documento in esame non risulta, tuttavia, corredato dalle seguenti informazioni previste dalla nuova legge di contabilità n. 196 del 2009:
l'indicazione di massima delle risorse finanziarie necessarie a confermare normativamente, per il periodo di riferimento, gli impegni e gli interventi di politica economica e di bilancio adottati negli anni precedenti per i principali settori di spesa (articolo 10, comma 2, lettera d));
l'obiettivo di massima della pressione fiscale complessiva; la pressione fiscale è riportata nella DFP come dato previsionale (articolo 10, comma 2, lettera e);
il contenuto del Patto di stabilità interno, le sanzioni per gli enti territoriali nel caso di mancato rispetto di quanto previsto da quest'ultimo, nonché il contenuto del Patto di convergenza di cui all'articolo18 della legge n. 42 del 2009, in relazione al quale debbono essere attivate le procedure e le sedi proprie nell'ambito del processo di attuazione del federalismo fiscale (articolo 10, comma 2, lettera f)).

Aggiunge che alla DFP non risultano, infine, allegati i seguenti documenti:
le relazioni programmatiche per ciascuna missione di spesa del bilancio dello Stato e le relazioni sullo stato di attuazione delle leggi pluriennali di spesa (articolo 10, comma 6);
il quadro riassuntivo di tutte le leggi di spesa a carattere pluriennale (articolo 10, comma 7), con la ricognizione dei contributi pluriennali iscritti nel bilancio statale (articolo 10, comma 8);
il programma delle infrastrutture e degli insediamenti produttivi strategici, predisposto ai sensi dell'articolo 1, comma 1, della legge n. 443 del 2001, cosiddetta «legge obiettivo» (articolo 10, comma 9), il quale è, peraltro, di norma trasmesso successivamente.

Manuela DAL LAGO, presidente, nessuno chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.

La seduta termina alle 12.40.

SEDE REFERENTE

Martedì 5 ottobre 2010. - Presidenza del presidente Manuela DAL LAGO. - Interviene il sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico, Stefano Saglia.

La seduta comincia alle 12.40.

Norme per la tutela della libertà d'impresa. Statuto delle imprese.
Testo unificato C. 2754 Vignali, C. 98 La Loggia, C. 1225 Bersani, C. 1284 Pelino, C. 1325 Vignali, C. 2680 Jannone e C. 3191 Borghesi.
(Seguito esame e rinvio).

La Commissione prosegue l'esame del provvedimento, rinviato, da ultimo, nella seduta del 29 settembre 2010.

Manuela DAL LAGO, presidente, ricorda che nell'ultima seduta la Commissione

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ha votato gli emendamenti riferiti all'articolo 13 e che, relativamente all'articolo 14, il relatore ha espresso il parere fino all'emendamento Zunino 14.20. Dà quindi la parola al relatore per l'espressione del parere sui restanti emendamenti riferiti all'articolo 14.

Enzo RAISI (FLI), relatore, prima di esprimere il parere richiesto, riconsiderando il precedente avviso, esprime parere favorevole sugli identici emendamenti Polidori 14.17, Vignali 14.18 e Anna Teresa Formisano 14.19. Risulta pertanto precluso l'emendamento Torazzi 14.21. Esprime parere favorevole sugli identici emendamenti Polidori 14.27, Lulli 14.28, e Anna Teresa Formisano 14.29, invitando al ritiro dei restanti emendamenti riferiti all'articolo 14.

Il sottosegretario Stefano SAGLIA concorda con il parere espresso dal Governo.

Laura FRONER (PD) fa propri gli emendamenti Anna Teresa Formisano 14.5, 14.10, 14.13, 14.16, 14.19 e 14.29.

Alberto TORAZZI (LNP) chiede al relatore di riconsiderare il parere oggi espresso sugli identici emendamenti Polidori 14.17, Vignali 14.18 e Anna Teresa Formisano 14.19, la cui approvazione precluderebbe la votazione del proprio emendamento 14.21, sul quale il relatore aveva precedentemente espresso parere favorevole.

Enzo RAISI (FLI), relatore, accoglie la richiesta del deputato Torazzi ed esprime parere favorevole sugli identici emendamenti Polidori 14.17, Vignali 14.18 e Anna Teresa Formisano 14.19, purché siano riformulati nel senso di espungere la lettera b).

Il sottosegretario Stefano SAGLIA concorda.

I deputati Catia POLIDORI (FLI), Raffaello VIGNALI (PdL) e Laura FRONER (PD) accettano la riformulazione degli identici emendamenti Polidori 14.17, Vignali 14.18 e Anna Teresa Formisano 14.19.

Gabriele CIMADORO (IdV) ritira l'emendamento Borghesi 14.1.

Paolo FADDA (PD) ritira il proprio emendamento 14.2.

La Commissione, con distinte votazioni, approva gli identici emendamenti Vignali 14.3, Mastromauro 14.4 e Anna Teresa Formisano 14.5, nonché gli identici emendamenti Sanga 14.6, Torazzi 14.7, Polidori 14.8, Vignali 14.9 e Anna Teresa Formisano 14.10; approva gli identici emendamenti Sanga 14.11, Polidori 14.12 e Anna Teresa Formisano 14.13, nonché gli identici Polidori 14.14, Vignali 14.15, Anna Teresa Formisano 14.16 e Zunino 14.26; approva altresì gli identici emendamenti Polidori 14.17, Vignali 14.18 e Anna Teresa Formisano 14.19, nel testo riformulato, risultando pertanto assorbito l'emendamento Zunino 14.20. Approva quindi l'emendamento Torazzi 14.21 e l'emendamento Vignali 14.22.

Laura FRONER (PD) ritira il proprio emendamento 14.23.

Catia POLIDORI (FLI) ritira il proprio emendamento 14.24.

Manuela DAL LAGO, presidente, constata l'assenza della deputata Anna Teresa Formisano s'intende che abbia rinunciato al proprio emendamento 14.25.

La Commissione approva gli identici emendamenti Polidori 14.27, Lulli 14.28 e Anna Teresa Formisano 14.29.

Paolo FADDA (PD) ritira il proprio emendamento 14.30.

Manuela DAL LAGO, presidente, constata l'assenza del deputato Vincenzo Antonio Fontana: s'intende che abbia rinunciato al proprio emendamento 14.31.

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Gabriele CIMADORO (IdV) ritira l'articolo aggiuntivo Borghesi 14.01.

Si passa all'esame dell'articolo 15.

Enzo RAISI (FLI), relatore, esprime parere favorevole sull'emendamento Zunino 15.4, invitando al ritiro delle restanti proposte emendative presentate all'articolo 15.

Il sottosegretario Stefano SAGLIA esprime parere conforme a quello del relatore.

Andrea LULLI (PD), accedendo alla richiesta del relatore, ritira gli emendamenti Zunino 15.1, Marchioni 15.2 e Sanga 15.3.

Gabriele CIMADORO (IdV), accedendo alla richiesta del relatore, ritira gli articoli aggiuntivi Mura 15.0.1 e 15.0.2, Cimadoro 15.0.3, Mura 15.0.4, Mura 15.0.5, Cimadoro 15.0.6 e Borghesi 15.0.7.

La Commissione approva quindi l'emendamento Zunino 15.4.

Si passa all'esame dell'articolo 16.

Enzo RAISI (FLI), relatore, invita al ritiro di tutti gli emendamenti presentati all'articolo 16.

Il sottosegretario Stefano SAGLIA esprime parere conforme a quello del relatore.

Manuela DAL LAGO, presidente, constata l'assenza dei deputati Zeller e Anna Teresa Formisano: s'intende che abbiano rinunciato ai loro emendamenti 16.1 e 16.2.

Ludovico VICO (PD) ritira il proprio emendamento 16.3.

Si passa all'esame dell'articolo 18.

Enzo RAISI (FLI), relatore, invita al ritiro di tutti gli emendamenti presentati all'articolo 18.

Il sottosegretario Stefano SAGLIA esprime parere conforme a quello del relatore.

Manuela DAL LAGO, presidente, constata l'assenza del deputato Zeller: s'intende che abbia rinunciato al proprio emendamento 18.1.

Andrea LULLI (PD) insiste per la votazione dei propri emendamenti 18.2 e 18.3.

La Commissione respinge gli emendamenti Lulli 18.2 e 18.3.

Si passa all'esame dell'articolo 20.

Enzo RAISI (FLI), relatore, esprime parere favorevole sugli identici articoli aggiuntivi Anna Teresa Formisano 20.0.1, Vignali 20.0.2 e Polidori 20.0.3.

Laura FRONER (PD) fa proprio l'articolo aggiuntivo Anna Teresa Formisano 20.0.1.

Andrea LULLI (PD) dichiara voto favorevole sugli identici emendamenti Anna Teresa Formisano 20.0.1, Vignali 20.0.2 e Polidori 20.0.3, riservandosi un approfondimento maggiore durante l'esame in Assemblea soprattutto con riguardo all'efficacia della legge annuale per la tutela e lo sviluppo delle micro e piccole imprese.

La Commissione approva gli identici articoli aggiuntivi Anna Teresa Formisano 20.0.1, Vignali 20.0.2 e Polidori 20.0.3.

Si passa all'esame dell'articolo 21.

Enzo RAISI (FLI), relatore, esprime parere favorevole sull'emendamento Vignali 21.3, invitando al ritiro dei restanti emendamenti presentati all'articolo 21.

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Manuela DAL LAGO, presidente, constata l'assenza del deputato Zeller: s'intende che abbia rinunciato ai propri emendamenti 21.1 e 21.2.

La Commissione approva l'emendamento Vignali 21.3.

Manuela DAL LAGO, presidente, avverte che è così concluso l'esame delle proposte emendative presentate al provvedimento in titolo. Il testo, come risultante dalle modifiche approvate dalla Commissione, sarà trasmesso alle Commissioni competenti per l'espressione del prescritto parere. Rinvia quindi il seguito dell'esame ad altra seduta.

La seduta termina alle 13.20.