CAMERA DEI DEPUTATI
Martedì 5 ottobre 2010
377.
XVI LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Giustizia (II)
COMUNICATO
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INTERROGAZIONI

Martedì 5 ottobre 2010. - Presidenza del presidente Giulia BONGIORNO. - Intervengono i sottosegretari di Stato per la giustizia Maria Elisabetta Alberti Casellati e Giacomo Caliendo.

La seduta comincia alle 13.30.

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5-03058 Motta: Sulla necessità di urgenti interventi di manutenzione presso il tribunale di Parma.

Il sottosegretario Giacomo CALIENDO risponde all'interrogazione in titolo nei termini riportati in allegato (vedi allegato 1).

Carmen MOTTA (PD), replicando rileva come l'unico elemento soddisfacente nella risposta fornita dal rappresentante del Governo sia il fatto che si stia tentando di addivenire ad una soluzione del grave problema che paralizza il servizio giustizia presso il tribunale di Parma. Ritiene peraltro che gli interventi debbano essere molto più veloci, per evitare di bloccare la giustizia a danno dei cittadini. Ritiene inoltre che sia necessaria una modifica normativa che consenta ai tribunali di effettuare autonomamente gli interventi più semplici di manutenzione.

5-02472 Brandolini: Sulla carenza di organico degli uffici giudiziari di Cesena.

Il sottosegretario Giacomo CALIENDO risponde all'interrogazione in titolo nei termini riportati in allegato (vedi allegato 2).

Sandro BRANDOLINI (PD), replicando, sottolinea la complessità del problema posto all'attenzione del Governo. Si dichiara quindi insoddisfatto della risposta fornita, evidenziando come il problema degli uffici giudiziari di Forlì e Cesena debba essere affrontato tenendo conto della realtà locale e dell'articolazione della relativa provincia.

Giulia BONGIORNO, presidente, dichiara concluso lo svolgimento delle interrogazioni all'ordine del giorno.

La seduta termina alle 13.50.

INTERROGAZIONI A RISPOSTA IMMEDIATA

Martedì 5 ottobre 2010. - Presidenza del presidente Giulia BONGIORNO. - Intervengono i sottosegretari di Stato per la giustizia Maria Elisabetta Alberti Casellati e Giacomo Caliendo.

La seduta comincia alle 13.50.

Giulia BONGIORNO, presidente, ricorda che, ai sensi dell'articolo 135-ter, comma 5, del regolamento, la pubblicità delle sedute per lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata è assicurata anche tramite la trasmissione attraverso l'impianto televisivo a circuito chiuso. Dispone, pertanto, l'attivazione del circuito.

5-03527 Melis: Sulla eventuale destinazione al carcere di Nuoro di detenuti sottoposti a regime dell'articolo 41-bis.

Guido MELIS (PD) illustra la propria interrogazione esprimendo l'auspicio che la realizzazione del nuovo padiglione presso il carcere di Nuoro non preluda al trasferimento presso il medesimo carcere di detenuti sottoposti al regime dell'articolo 41-bis.

Il sottosegretario Maria Elisabetta ALBERTI CASELLATI risponde all'interrogazione in titolo nei termini riportati in allegato (vedi allegato 3).

Guido MELIS (PD), replicando, ringrazia il Sottosegretario per la risposta fornita della quale si dichiara soddisfatto.

5-03529 Rao: Sui tempi della riforma della magistratura onoraria.

Roberto RAO (UdC) illustra la propria interrogazione con la quale si sollecita il Governo a chiarire quali siano i tempi per la riforma della magistratura onoraria.

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Il sottosegretario Giacomo CALIENDO risponde all'interrogazione in titolo nei termini riportati in allegato (vedi allegato 4).

Roberto RAO (UdC), replicando, si dichiara insoddisfatto della risposta, che appare estremamente generica. Sottolinea quindi la fondamentale esigenza di intervenire in tempi rapidi per dare finalmente certezze ai giudici onorari, evitando che se ne disperda la professionalità. Ricorda inoltre il costante impegno del gruppo dell'UdC su questo tema.

Giulia BONGIORNO, presidente, dichiara concluso lo svolgimento delle interrogazioni all'ordine del giorno.

La seduta termina alle 14.05.

SEDE CONSULTIVA

Martedì 5 ottobre 2010. - Presidenza del presidente Giulia BONGIORNO. - Intervengono i sottosegretari di Stato per la giustizia Maria Elisabetta Alberti Casellati e Giacomo Caliendo.

La seduta comincia alle 14.05.

Disposizioni in materia di alleanza terapeutica, di consenso informato e di dichiarazioni anticipate di trattamento.
Nuovo testo C. 2350, approvato dal Senato.
(Parere alla XII Commissione).
(Seguito dell'esame e rinvio).

La Commissione prosegue l'esame del provvedimento, rinviato il 28 settembre 2010.

Fabio GARAGNANI (PdL) rileva come il testo trasmesso dalla XII Commissione attenga a principi fondamentali, adottando delle soluzioni normative sulle quali la Commissione giustizia dovrà riflettere attentamente.
In particolare, il provvedimento in esame tratta di una materia estremamente delicata che deve essere disciplinata nel rispetto dell'esigenza di tutelare la vita umana e la dignità della persona, superando errate interpretazioni giudiziarie che, come nel caso Englaro, hanno portato all'uccisione di una persona.
Il legislatore ha l'obbligo di intervenire su questa materia, evitando che la sua disciplina sia rimessa ad una interpretazione giudiziaria che si rimette totalmente alla volontà dei familiari e che viene sensibilmente condizionata dai mass-media. Lo Stato, in una materia che esula dai diritti disponibili, ha il dovere di farsi carico di tutti i problemi etici che essa comporta prescindendo, quando è necessario per non violare i principi etici, anche dalla volontà dei familiari.
Ritiene che il testo in esame rappresenti una sintesi, sia pure macchinosa, delle diverse esigenze in campo, riuscendo comunque a salvaguardare l'esigenza di tutela della vita umana.
Per quanto attiene alle singole disposizioni, ritiene che all'articolo 2 si dovrebbero meglio precisare i contenuti della revoca, specialmente in relazione al soggetto interdetto. Esprime perplessità sul comma 5 dell'articolo, 3 laddove viene fatto riferimento alla convenzione O.N.U.
In relazione alla questione dell'assistenza da parte di parenti alla persona in stato vegetativo, tiene a precisare che egli non intende in alcun modo disconoscere le sofferenze che tale assistenza comporta. Tuttavia, non per questo lo Stato non deve farsi carico di principi inviolabili che devono essere osservati anche quanto ciò possa essere in contrasto con la volontà dei familiari.
Esprime inoltre perplessità sull'articolo 6, laddove disciplina la sostituzione del fiduciario.
Dichiara di condividere quanto previsto dall'articolo 7 sul ruolo del medico.
Ritiene, inoltre, che sarebbe opportuno affrontare una disciplina dalla quale consegua un ridimensionamento del ruolo della magistratura, privilegiando piuttosto quello del medico. Osserva, a questo proposito,

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che spesso la magistratura si è dimostrata più sensibile alle pressioni dell'opinione pubblica e dei mass-media che all'esigenza di trovare, nel caso concreto, soluzioni che fossero conformi ai principi fondamentali del nostro ordinamento, per il quale la tutela della vita rappresenta un bene primario e insopprimibile.

Giulia BONGIORNO, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.

La seduta termina alle 14.15.

SEDE REFERENTE

Martedì 5 ottobre 2010. - Presidenza del presidente Giulia BONGIORNO. - Interviene il sottosegretario di Stato per la giustizia Maria Elisabetta Alberti Casellati.

La seduta comincia alle 14.15.

Disposizioni in materia di assegnazione di posti nei concorsi notarili.
C. 2661 Antonio Pepe.
(Seguito dell'esame e rinvio).

La Commissione prosegue l'esame del provvedimento, rinviato il 30 settembre 2010.

Giulia BONGIORNO, presidente, ricorda che sono stati presentati emendamenti ed articoli aggiuntivi (vedi bollettino delle Giunte e Commissione del 30 settembre).

Manlio CONTENTO (PdL), relatore, preliminarmente precisa come i propri pareri presuppongono di adottare due soluzioni tra loro alternative: l'una che limita l'intervento normativo alla nomina come notai dei concorrenti risultati idonei al concorso del 10 luglio 2006, l'altra che, oltre a prevedere una disposizione come quella appena citata, interviene, come la proposta di legge originaria, sulla percentuale del numero dei posti che il Ministro della giustizia può aumentare rispetto a quelli messi a concorso nel bando. In entrambe le ipotesi, a suo parere è necessario rinviare ad una riforma organica la questione della temporaneità delle funzioni di coadiutore notarile, oggetto della lettera b) del comma 1 dell'articolo unico.
Per tale ragione esprime parere favorevole sull'emendamento del relatore 1.30, riconducibile alla prima alternativa, e sull'articolo aggiuntivo 1.010, che si limita ad aggiungere un articolo 1, al quale si riferiscono gli emendamenti del relatore 1.20, 1.35 e 1.21, sui quali esprime parere favorevole.
In particolare, gli emendamenti 1.20 e 1.35 intervengono sulla percentuale dei posti che il Ministro può aumentare portandola rispettivamente dal 12 per cento al 20 o 15 per cento, anziché al 35 per cento, come previsto dalla proposta di legge.
Ricorda che il gruppo del PD su questa questione ha più volte manifestato la propria preoccupazione sottolineando come un aumento eccessivo della quota rimessa al Ministro possa comportare il rischio di bloccare i concorsi, che invece dovrebbero avere sempre una cadenza annuale.
Invita, pertanto, la Commissione a riflettere su quale delle due soluzioni alternative sia da adottare.
Sui restanti emendamenti invita al ritiro, esprimendo parere contrario qualora non venisse accolto l'invito.

Il Sottosegretario Maria Elisabetta ALBERTI CASELLATI, esprime parere conforme al relatore, pur ritenendo preferibile la soluzione che ricalca l'impostazione del testo, ritenendo preferibile portare la percentuale rimessa al Ministro al 20 per cento anziché al 15 per cento. Ritiene importante prevedere una soluzione normativa specifica per la questione dei candidati idonei al concorso bandito il 10 luglio 2006, così come previsto dall'emendamento del relatore 1.30 e articolo aggiuntivo 1.010.

Enrico COSTA (PdL) ritiene che le questioni poste dal relatore siano tali da

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richiedere un apposito dibattito al cui esito si potrà poi passare alla votazione degli emendamenti.

Giulia BONGIORNO, presidente, concordando con l'onorevole Costa, avverte che gli emendamenti saranno posti in votazione nella seduta di domani.

Donatella FERRANTI (PD) pur condividendo nella sostanza gli emendamenti del relatore, ritiene che l'emendamento 1.1 da lei presentato sia tecnicamente più corretto rispetto all'emendamento 1.30 del relatore, le cui finalità sono identiche.

Giulia BONGIORNO, presidente, ritiene che si tratti di una verifica tecnica che potrà essere effettuata anche alla luce delle disposizioni che in passato il legislatore ha adottato per disciplinare casi simili.

Roberto CASSINELLI (PdL) raccomanda l'approvazione del suo emendamento 1.15.
Ritiene assolutamente evidente che il fine della proposta di legge di cui si sta discutendo sia - ripetendo quanto detto dal relatore - quello di «favorire l'accesso alla professione dei giovani che, superando le prove concorsuali, abbiano dimostrato di esserne meritevoli».
L'emendamento che si propone tende anch'esso - come queste proposte di legge - ad incrementare l'accesso alla professione di notaio.
Esso dunque riguarda sempre la normativa riguardante l'accesso al notariato, normativa disciplinata da varie norme, le quali tutte però sono strettamente collegate le une alle altre, quasi formando un corpo unitario a sé stante.
L'emendamento che si propone ha - anch'esso - un fondamento di utilità pubblica e di equità e ragionevolezza legislativa.
Il fondamento di utilità pubblica è quello di coprire almeno parte delle molte sedi notarili attualmente scoperte in Italia, e quindi di migliorare il «servizio notarile» per la collettività, con un mezzo che, tra l'altro, sarebbe del tutto senza costo per l'erario.
Occorre, infatti, ricordare la sempre più cronica «paralisi» del concorso notarile, e con la conseguente esasperante lentezza con cui vengono coperte le sedi notarili in Italia. In media attualmente le procedure del concorso notarile, dal bando al decreto di nomina, durano più di 4 anni. Tanto per fare un esempio e prendendo a riferimento gli ultimi due concorsi, per quello bandito nel 2006 le prove scritte si sono tenute ad ottobre 2007, i risultati sono usciti a luglio 2009 (17 mesi dopo), gli orali si sono tenuti alla fine del 2009, e ad oggi, settembre 2010 (e quindi a quattro anni dal bando) ancora non è stata neanche approvata la graduatoria. Il concorso successivo è stato bandito nel 2008, le prove scritte si sono tenute a marzo 2009, e ad oggi ancora si è lontani dalla fine della correzione di tali prove il che significa che sicuramente ci vorranno non meno di 2 anni solo per terminare la correzione degli scritti.
Recentemente, tra l'altro, con decreto del Ministero della giustizia, la pianta organica dei notai è stata aumentata di 467 unità, rendendo così le sedi notarili attualmente vacanti più di 1000, ovvero un quinto dell'intera pianta.
Sino ad oggi, ogni anno vengono in media ad essere libere circa 156 sedi notarli, mentre, considerando i tempi «biblici» dell'iter di un concorso notarile medio, vengono coperte in media circa duecento sedi ogni tre o quattro anni.
È evidente che, così stando le cose, non solo tali sedi non verranno mai coperte, ma il numero dei notai in Italia è destinato a diminuire, in quanto la «paralisi» del concorso notarile non consente di far nominare un numero di notai pari a quelli che cessano l'esercizio della professione. Il notariato è l'unica categoria professionale che, nel decennio 1999/2009, invece di incrementarsi come tutte le altre categorie professionali è regredita di circa 200 unità.
Il numero attuale delle sedi notarili in Italia è circa 5.700. Oggi vi sono in esercizio poco più di 4500 notai, a fronte di

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una popolazione residente nella Nazione (tra cittadini e non) di circa sessanta milioni di persone.
Considerato anche il fatto che il commercio giuridico attuale non è certo quello di trenta o quaranta anni fa, ritiene evidente l'assoluta anomalia della situazione, data l'importanza della funzione notarile nel traffico giuridico commerciale del sistema-Paese.
Pertanto l'emendamento che si propone ha, come la norma originale oggetto della proposta di legge in esame, il fine di coprire più rapidamente parte delle sedi notarili attualmente scoperte, iniziando così ad rimediare alla stasi determinata dalla situazione in cui si trova attualmente il concorso notarile, oltre a quello di dare, in un momento di grave crisi economica, una professione a soggetti che hanno dimostrato di essere estremamente preparati, che da anni vivono nella professione notarile, e che ad essa hanno dedicato gran parte della loro vita.
L'emendamento proposto, applicando la disciplina valutativa delle prove scritte attualmente in vigore per i candidati notai (e che si è applicata agli idonei del 2006) ai candidati dei cinque concorsi notarili dal 1998 al 2004, consente a coloro che in questi concorsi hanno raggiunto il punteggio da 90 a 104 (i cosiddetti «novantini») di sostenere le prove orali e, se le superano, di immettersi nella professione notarile.
Il fondamento di equità e ragionevolezza legislativa di questo emendamento risiede in quanto segue.
L'attuale disciplina valutativa delle prove scritte, introdotta col decreto legislativo n. 166 del 2006, ha abbassato il livello necessario per accedere alle prove orali dalla cosiddetta eccellenza alla sufficienza, equiparando sostanzialmente il vecchio punteggio 90-104 all'attuale 105 (come ha espressamente riconosciuto anche il Consiglio di Stato nella sentenza n. 4687 del 2006). Per cui il giudizio di eccellenza diviene ex lege giudizio di idoneità e sufficienza.
Dal punto di vista sostanziale, quindi, è del tutto evidente come i cosiddetti «novantini» dei concorsi dal 1998 al 2004 abbiano avuto una valutazione delle loro prove sostanzialmente identica a quella degli «idonei» del concorso 2006.
Inoltre, lo scorso anno è stata abolita la prova di preselezione informatica, prova durissima che, sino al concorso del 2006, doveva superare chiunque volesse accedere al concorso notarile. Conseguentemente, coloro che nei concorsi con preselezione (dal 1998 al 2006) sono stati ammessi agli orali hanno superato uno scoglio superiore rispetto a coloro che dal 2008 in poi verranno ammessi a sostenere le prove orali.
In altri termini i «novantini» dal 1998 al 2004 (come gli «idonei» del 2006), non solo hanno raggiunto, ed in taluni casi abbondantemente superato, la sufficienza, ma hanno anche superato la preselezione, che, giova ricordarlo, si superava solo facendo un «percorso netto», ovvero senza sbagliare neanche uno dei 45 quiz in 45 minuti.
Essi hanno pertanto dimostrato un notevolissimo livello di preparazione, superiore a quello che dal 2008 in poi è richiesto dalla legge per essere ammessi alle prove orali del concorso notarile. Insomma, il candidato nei concorsi notarili dal 2008 in poi avrà avuto un accesso decisamente più agevole alla professione.
In sintesi, gli «idonei» del concorso 2006 sono stati ammessi agli orali, che poi hanno superato, con una valutazione degli scritti «sostanzialmente identica» a quella dei «novantini» dei concorsi dal 1998 al 2004 e, come questi ultimi, hanno dovuto superare la prova di preselezione informatica.
È evidente come tutti questi soggetti siano accomunati da posizioni sostanzialmente identiche. Inoltre, è opportuno anche precisare che l'ammissione alle prove orali, e l'eventuale superamento delle stesse, dei candidati in questione non creerebbe problemi ai vincitori, né potrebbe inficiare l'aumento delle sedi ulteriori, previsto in relazione agli idonei del concorso 2006. Difatti, tali candidati, una volta superata la prova orale, andrebbero collocati in una graduatoria diversa e

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successiva a quella dei vincitori del concorso 2006, con assegnazione agli stessi delle sedi rimaste vacanti.
Concludendo, stante quanto appena illustrato, sempre per ottenere il risultato di pubblica utilità perseguito dall'articolato originario della proposta di legge in esame, e cioè quello di favorire l'accesso al notariato di giovani meritevoli e così coprire più celermente parte delle tante sedi notarili attualmente scoperte con un provvedimento avente un fondamento di equità, legittimità e ragionevolezza legislativa, avente costo praticamente nullo per l'erario, e non lesivo di interessi di terzi, si raccomanda l'approvazione dell'emendamento Cassinelli 1.15, con il quale, con apposita norma, la vigente disciplina valutativa delle prove scritte, applicata agli «idonei» del concorso 2006, viene sostanzialmente applicata anche ai «novantini» di quei concorsi precedenti che, come quest'ultimo, sono stati obbligatoriamente preceduti dalla prova di preselezione informatica.

Il Sottosegretario Maria Elisabetta ALBERTI CASELLATI, ribadisce la propria contrarietà all'emendamento 1.19 ed agli altri identici, che riprendono un emendamento già approvato al Senato rispetto ad un altro provvedimento, che è stato poi soppresso dalla Camera a causa dei forti dubbi di costituzionalità che esso suscitava, anche alla luce di una specifica nota del Presidente della Repubblica.

Roberto CASSINELLI (PdL) ribadisce la propria convinzione circa la legittimità del suo emendamento ritenendo non conforme ai principi costituzionali che da parte della Presidenza della Repubblica vi siano interventi volti a condizionare l'esame parlamentare di un progetto di legge.

Giulia BONGIORNO, presidente, nel replicare all'onorevole Cassinelli, precisa che il Presidente della Repubblica non ha mai compresso le prerogative del Parlamento e che ogni suo intervento, oltre ad essere riconducibile agli ambiti riconosciutigli dalla Costituzione, è stato, a suo parere, sempre condivisibile nel merito. Nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.

Norme per il contrasto dell'omofobia e transfobia.
C. 2802 Soro e C. 2807 Di Pietro.
(Seguito dell'esame e rinvio).

La Commissione prosegue l'esame dei provvedimenti, rinviato il 28 settembre 2010.

Anna Paola CONCIA (PD), relatore, fa presente di avere incontrato, il 1o ottobre scorso, presso la sala San Claudio di Palazzo Marini a Roma, le associazioni LGBT, in qualità di relatrice delle proposte di legge in esame.
Erano presenti all'incontro, i rappresentanti delle seguenti associazioni: Arcigay, Arcilesbica, Agedo, Famiglie Arcobaleno, Circolo di cultura omosessuale «Mario Mieli», Rete Landford, Associazione radicale «Certi Diritti», Nuova Proposta, DiGayProgect, Ufficio nuovi diritti - CGIL Roma e Lazio.
Ritiene quindi opportuno, ed utile al fine di arricchire il dibattito parlamentare, dare conto di quanto accaduto nell'ambito del predetto incontro.
Marco Di Carlo (Rete Landford) ha evidenziato la netta preferenza per la proposta di legge C. 2807 Di Pietro che prevede l'estensione della legge Mancino rispetto all'ipotesi di un'aggravante specifica sulla base di considerazioni meramente tecniche. Ritiene infatti necessario predisporre un dispositivo legislativo che tuteli le persone LGBT non soltanto nel caso di aggressione fisica, ma anche dai comportamenti che ledono la loro onorabilità.
Paolo Patanè (Presidente nazionale di Arcigay) dopo aver dichiarato di aver già richiesto un'audizione alla Commissione giustizia, ribadisce la posizione delle quattro associazioni nazionali (Arcigay, Arcilesbica, Agedo e Famiglie Arcobaleno) ritenendo anch'egli che la proposta C. 2802

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Soro sia debole dal punto di vista tecnico, perché non prevede una fattispecie ad hoc per tutte quelle situazioni che sono percepibili come reati ma che non vengono prese in considerazione, in particolare la mancanza di una previsione di reato per tutti quei fatti che ledono l'onore delle persone gay, lesbiche e transessuali. Sul piano politico, inoltre, ritiene che il ruolo delle associazioni debba rimanere distinto da quello dei partiti; per questo motivo difende la posizione già espressa dall'ultimo congresso nazionale di Arcigay, che chiarisce come non si possano difendere percentuali di diritti.
Sergio Rovasio (Segretario «Certi Diritti») ha dichiarato di non concordare con Patanè, ritenendo necessario scindere il piano tecnico da quello politico. Considera che nessuna delle due proposte di legge risolva definitivamente il problema dell'omofobia, perché l'omofobia è un dramma sociale che si combatte sul piano culturale ed è quindi necessaria un'azione coordinata degli enti locali e del Governo che affianchi l'iter legislativo. Considerando poi che non sussistono i presupposti politici per l'approvazione del testo a firma Di Pietro, appellandosi al realismo politico degli esponenti della comunità LGBT, ritiene che la proposta a firma Soro possa essere un buon punto di partenza. Occorre, infatti, dare finalmente un segnale alla società civile e una risposta alla domanda di giustizia delle vittime di aggressioni omofobe, ribadendo che lo scopo del diritto è favorire l'evoluzione della società.
Paolo Patanè (Arcigay) ha poi affermato che è vero che nessuna delle due proposte di legge risolve la questione dell'omofobia senza un lavoro culturale delle istituzioni, ma difende la posizione precedentemente espressa, ribadendo che non si possono difendere percentuali di diritti. Inoltre, asserisce che il punto debole della proposta a prima firma Soro sia che l'aggravante nella prassi giudiziaria spesso può essere compensata dalle attenuanti.
Imma Battaglia (DiGayProject) ha dichiarato il pieno sostegno al lavoro della relatrica, Paola Concia, e alla proposta di legge a prima firma Soro, in quanto il punto fondamentale della questione è la necessità di dare una risposta concreta alle vittime di aggressioni sulla base dell'orientamento sessuale e dell'identità di genere. Occorre perciò deideologizzare il tema per arrivare ad una soluzione condivisa che sia una legge di tutti, superando gli schemi tradizionali della politica, perché la società negli anni è mutata e anche la destra ha imparato ad aprirsi verso il mondo omosessuale. Inoltre si appella al senso pragmatico del movimento LGBT, affermando che non ci sono le condizioni politiche per l'approvazione del testo a prima firma Di Pietro.
Paolo Trevisani (Nuova Proposta) ha proposto di richiedere un'incontro con i gruppi parlamentari che lo scorso anno hanno votato la pregiudiziale di costituzionalità: Lega Nord, Pdl e UDC. Imma Battaglia (DiGayProject) si è dichiarata favorevole, adducendo che la sua associazione si farà portavoce di questa richiesta verso i parlamentari della maggioranza. Anche Paolo Patanè (Arcigay) si è dichiarato disponibile ad incontrare i deputati della maggioranza per un confronto sui temi dell'omofobia e transfobia.
Rita Desantis (Agedo) ha sostenuto l'utilità di una legge che ponga fine all'emergenza di violenza omofoba che si è scatenata in questi ultimi anni in tutto il Paese, sottolineando la necessità di un'azione unitaria del movimento LGBT a sostegno di tutte quelle leggi che mirano a tutelare la dignità delle persone omosessuali, lesbiche e transessuali e auspicando perciò che si possa arrivare ben presto all'approvazione di un testo condiviso.
Ettore Ciano (Agedo) ha chiesto che si tengano in considerazione anche le famiglie di persone omosessuali, in particolare i genitori di persone gay, lesbiche e transessuali che spesso subiscono in prima persona aggressioni omofobe e violenze verbali.
Andrea Berardicurti (Circolo di cultura omosessuale «Mario Mieli») ha dichiarato di aver preso parte alla riunione unicamente per ascoltare le posizioni espresse.

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Daniele Stoppello, che ha seguito per conto dell'Arcigay, come legale, numerosi casi di vittime di violenza omofoba, ha avvalorato l'importanza della proposta di legge Soro, poiché l'aggravante può incidere fortemente, arrivando persino a modificare il titolo del reato. Inoltre ha dichiarato che sulla base dell'esperienza maturata in questi anni, anche nel caso della legge «Mancino», la giurisprudenza non applica quasi mai il reato, ma sempre l'aggravante, anche perché più semplice da provare in sede processuale. Ritiene difficile che una corte condanni a quattro anni di reclusione un soggetto reo di avere detto «sporco negro», mentre è assai più probabile che il giudice punisca con la previsione di un'aggravante la condotta violenta basata sulla razza o il colore della pelle. Inoltre ha sottolineato la necessità di un'aggravante con la caratteristica di specialità che non preveda nella sua fattispecie la possibilità di essere bilanciato in sede processuale dalle attenuanti, in modo da risolvere la questione avanzata poco prima da Patanè.
Marco Di Carlo (Rete Landford) ha evidenziato come i due elementi della legge Mancino che occorre conservare anche nel testo a prima firma Soro siano la previsione di adeguate pene accessorie che mirino alla rieducazione del soggetto omofobo autore della violenza, attraverso attività socialmente utili, eventualmente nel mondo dell'associazionismo LGBT, e la previsione di un'aggravante ad effetto speciale. Patanè (Arcigay) ha concordato sulla necessità di prevedere la caratteristica di specialità per l'aggravante che non è presente nel testo Soro.
Il rappresentante dell'Ufficio nuovi diritti CGIL, in quanto sindacalista, dichiara di conoscere bene quanto sia complesso il lavoro di mediazione e di compromesso. Ritiene inoltre che occorra dare una risposta decisa al problema e appoggiare la proposta di legge Soro.
Dopo aver illustrato lo svolgimento della riunione del 1o ottobre ribadisce, in qualità di relatrice dei provvedimenti in esame, di essere in attesa che intervengano nel dibattito i rappresentanti di tutti i gruppi. Auspica inoltre che l'iniziativa di un incontro fra i rappresentanti dei gruppi parlamentari e i rappresentanti del mondo LGBT possa essere accolta favorevolmente e svolgersi in breve tempo.

Giulia BONGIORNO, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.

Inapplicabilità del giudizio abbreviato ai delitti puniti con la pena dell'ergastolo.
C. 668 Lussana e C. 657 D'Antona.
(Seguito dell'esame e rinvio).

La Commissione prosegue l'esame dei provvedimenti, rinviato il 28 settembre 2010.

Giulia BONGIORNO, presidente, nessuno chiedendo di intervenire avverte che la prossima settimana si procederà alla scelta del testo base. Rinvia quindi il seguito dell'esame ad altra seduta.

La seduta termina alle 14.50.

COMITATO RISTRETTO

Martedì 5 ottobre 2010.

Disposizioni a tutela del rapporto tra detenute madri e figli minori.
C. 2011 Ferranti, C. 52 Brugger e C. 1814 Bernardini.

Il Comitato ristretto si è riunito dalle 14.50 alle 15.15.

UFFICIO DI PRESIDENZA INTEGRATO DAI RAPPRESENTANTI DEI GRUPPI

L'ufficio di presidenza si è riunito dalle 15.15 alle 15.20.

AVVERTENZA

I seguenti punti all'ordine del giorno non sono stati trattati:

INTERROGAZIONI A RISPOSTA IMMEDIATA

5-03528 Palomba: Sulla riorganizzazione della giustizia minorile.