CAMERA DEI DEPUTATI
Martedì 21 settembre 2010
370.
XVI LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Cultura, scienza e istruzione (VII)
COMUNICATO

TESTO AGGIORNATO AL 28 SETTEMBRE 2010

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INTERROGAZIONI

Martedì 21 settembre 2010. - Presidenza del presidente Valentina APREA. - Interviene il sottosegretario di Stato per l'istruzione, università e ricerca, Giuseppe Pizza.

La seduta comincia alle 12.15.

5-03020 Ciccanti: Sulla eventuale rimozione della dirigente scolastica della scuola media statale «L. Luciani» di Ascoli Piceno.

Il sottosegretario Giuseppe PIZZA risponde all'interrogazione in titolo nei termini riportati in allegato (vedi allegato 1).

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Amedeo CICCANTI (UdC), replicando, si dichiara insoddisfatto della risposta ricevuta che contiene solo una generica valutazione sui rapporti tra il dirigente scolastico e il consiglio di istituto, senza fornire alcun chiarimento circa la contestazione dell'operato della dirigente scolastica in questione, da parte degli organismi collegiali. Sottolinea, in particolare, che nella risposta si specifica che gli accertamenti ispettivi hanno evidenziato l'esistenza di una forte contrapposizione tra i soggetti citati: ciò risulta peraltro chiaramente anche dalla stampa locale, che ha segnalato altresì che della vicenda si è occupato il consiglio comunale di Ascoli. Rileva, in particolare, che l'interrogazione chiedeva una valutazione specifica dell'attività del dirigente, anche al fine di mettere in luce eventuali omissioni rispetto alle prescrizioni normative vigenti e, in particolare, rispetto alle direttive ministeriali; su tali profili, invece, malgrado l'ispezione ministeriale, la risposta non fornisce chiarimenti. Segnala inoltre che la dirigente è stata rimossa solo a seguito della presentazione di richiesta da parte sua; il cambio di sede potrebbe comportare peraltro gli stessi problemi già sorti nel corso del precedente incarico. Conclude evidenziando che la soluzione della vicenda in questione, nei termini da lui auspicati, era di fondamentale importanza al fine di tutelare gli alunni stessi, mentre ancora una volta il Governo non ha fornito alcuna risposta.

5-03041 Villecco Calipari: Sui tagli di risorse all'Università della Calabria (UNICAL) per l'anno 2011.
5-03071 Messina: Sui tagli di risorse all'Università di Calabria (UNICAL) per l'anno 2011.

Valentina APREA, presidente, avverte che le interrogazioni in titolo, vertendo sulla stessa materia, saranno svolte congiuntamente.

Il sottosegretario Giuseppe PIZZA risponde alle interrogazioni in titolo nei termini riportati in allegato (vedi allegato 2).

Rosa Maria VILLECCO CALIPARI (PD) replicando, si dichiara insoddisfatta della risposta ricevuta, soprattutto evidenziando il fatto che la decurtazione delle risorse del fondo di finanziamento ordinario è stata sì del 3,72 per cento per il 2010, ma passerà al 14 per cento circa, nel 2011. Sottolinea d'altra parte che l'UNICAL, come risulta da notizie di stampa, aveva già rappresentato al Ministro Gelmini la difficile situazione, senza peraltro ricevere risposta alcuna; risposta che si deve invece evincere da quella espressa dal sottosegretario Pizza nella seduta odierna. L'Ateneo ha una sua peculiarità e svolge un ruolo fondamentale a livello sociale nel territorio di riferimento, favorendo la formazione di allievi di ogni ceto sociale. Con le decisioni assunte, invece, il Governo penalizza uno fra gli atenei più virtuosi del Paese, sia per i livelli di formazione assicurati che per la qualità dei servizi e delle strutture garantite. Auspica quindi, in conclusione, che il Governo possa presto adottare più opportuni provvedimenti ad hoc, per meglio tutelare l'Ateneo in questione.

Ignazio MESSINA (IdV) replicando, si dichiara insoddisfatto della risposta ricevuta, soprattutto nella parte in cui genericamente evidenzia che, pur in un clima di sostanziale ridimensionamento della spesa pubblica, il ministero auspica di poter disporre di risorse aggiuntive al fine di assicurare il normale funzionamento degli Atenei. Proprio quella parte della risposta, scritta in politichese, non contribuisce affatto a risolvere il problema evidenziato. Segnala altresì che il taglio e la riduzione del Fondo di finanziamento ordinario è del 3,72 per cento per il 2010 e di 14,9 per cento per il 2011, pari a un miliardo e 76 milioni di euro. L'UNICAL è un Ateneo virtuoso che dà istruzione a una popolazione tra i 20 mila e 40 mila iscritti ed ha quindi un impatto sociale importante. È da stigmatizzare pertanto il fatto che si sia proceduto con tagli ingenti di risorse, specie in assenza dei decreti che danno attuazione alla ripartizione delle risorse sulla base del merito. Evidenzia quindi che circa 20 milioni di euro sono

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stati sottratti all'Ateneo in questione, mettendo in seria discussione il funzionamento dello stesso. Anche l'asserito risparmio di spesa appare incerto: l'utilizzazione del 50 per cento dei risparmi può essere utilizzato, infatti, per l'assunzione di personale a tempo indeterminato, fatte salve le limitazioni previste dalla legge. Il restante 50 per cento dovrebbe invece restare in teoria nella disponibilità degli Atenei, ma in concreto sono previste ulteriori riduzioni. Esprime quindi forte preoccupazione per l'eventuale conferma da parte del Governo dei tagli operati nel settore, evidenziando che tali riduzioni penalizzeranno ulteriormente la crescita dell'economia nazionale.

Valentina APREA, presidente, dichiara concluso lo svolgimento delle interrogazioni all'ordine del giorno.

La seduta termina alle 12.30.

SEDE REFERENTE

Martedì 21 settembre 2010. - Presidenza del presidente Valentina APREA. - Interviene il sottosegretario di Stato per l'istruzione, università e ricerca, Giuseppe Pizza.

La seduta comincia alle 12.30.

Sui lavori della Commissione.

Manuela GHIZZONI (PD), intervenendo sui lavori della Commissione, chiede ulteriori chiarimenti sul fatto che le audizioni informali previste giovedì prossimo, nell'ambito dell'esame del provvedimento in discussione, avranno luogo a partire da soggetti non istituzionali.

Valentina APREA, presidente, come già rappresentato per le vie brevi ai rappresentanti di tutti i gruppi in Commissione, ricorda che i rappresentanti di Confindustria hanno richiesto di poter intervenire nella data indicata, in ragione di precedenti impegni assunti all'estero nelle prossime settimane. Per non perdere la possibilità di acquisire la posizione di questa importante organizzazione, che ha fornito un rilevante contributo nella fase istruttoria della riforma, si è concordemente inteso di procedere nel senso indicato.

Norme in materia di organizzazione delle università, di personale accademico e reclutamento, nonché delega al Governo per incentivare la qualità e l'efficienza del sistema universitario.
C. 3687 Governo, approvato dal Senato, e abbinate C. 591 Tassone, C. 1143 Ghizzoni, C. 1154 Barbieri, C. 1276 Grimoldi, C. 1397 Barbieri, C. 1578 Mario Pepe (PdL), C. 1828 Narducci, C. 1841 Grassi, C. 2218 Picierno, C. 2220 Fucci, C. 2250 Garagnani, C. 2330 Garavini, C. 2458 Fioroni, C. 2460 Goisis, C. 2726 Carlucci, C. 2748 La Loggia, C. 2841 Lorenzin e C. 3408 Anna Teresa Formisano.

(Seguito esame e rinvio).

La Commissione prosegue l'esame del provvedimento rinviato, da ultimo, nella seduta del 15 settembre 2010.

Luigi NICOLAIS (PD) preannunciando di voler metter a fuoco due o tre punti chiave, ritiene innanzitutto che anche alla luce dell'indagine conoscitiva svolta dalla Commissione, la qualità dell'università italiana sia buona, come è dimostrato anche dal fatto che molti laureati italiani trovano impiego all'estero. Evidenzia in particolare che la riforma non deve essere «contro l'università» e che occorre peraltro migliorare delle cose che non vanno. Esprime la convinzione che l'università necessiti indubbiamente di riforme, anche perché il mondo è cambiato e l'università svolge oggi un ruolo diverso che non è riconducibile solo a quello della formazione. Segnala inoltre che la riforma deve essere coraggiosa, deve diventare cioè motore di sviluppo del Paese. Individua peraltro una prima criticità del disegno di legge in esame nella mancanza adeguata di risorse a sostegno della riforma, rilevando che il Ministro Gelmini ha confermato che le risorse saranno disponibili successivamente:

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non ritiene infatti possibile attuare riforme «a costo zero». A tal riguardo, segnala che nel passato sono state fatte molte riforme «a costo zero», che però non hanno portato i risultati sperati. Pur manifestando il proprio apprezzamento per l'articolo 1 del provvedimento che contiene principi condivisibili, sottolinea peraltro che tale importanza viene vanificata dal fatto che gli articoli che seguono non danno adeguato svolgimento ai principi contenuti nell'articolo in questione. Tra le cose importanti contenute nell'articolo 1, cita ad esempio l'affermazione dell'università come sede primaria della libera ricerca - fattore che considera importante per rendere il Paese competitivo - e il rapporto tra regioni e Stato.
Non ritiene invece condivisibile l'impostazione che porta a configurare un unico modello di governance, in quanto esistono in Italia più di 80 Atenei con caratteristiche diverse ed è quindi difficile immaginare un unico modello. Evidenzia inoltre che un ulteriore profilo negativo è relativo all'autonomia, rilevando pertanto che non è condivisibile il fatto che ci si soffermi in modo troppo particolareggiato sui singoli organi e sulla composizione degli stessi. Per quel che riguarda in particolare il sistema di valutazione, ritiene che è essenziale che lo stesso sia configurato come un modello di valutazione ex-post e non ex-ante, esprimendo peraltro dei dubbi sul fatto che tale funzione possa essere svolta interamente ed esclusivamente dall'ANVUR.
Sul rapporto poi tra il Senato Accademico e il Consiglio di amministrazione, sottolinea che tali organi devono svolgere ruoli complementari: il Consiglio deve far sì che il funzionamento dell'Ateneo sia efficace, mentre il Senato ha l'obbligo di garantire un livello di scientificità alto della didattica. A tale differenziazione di ruolo deve peraltro conseguire un potere di veto del Senato sulle decisioni del Consiglio di amministrazione, al fine di garantire sempre un livello qualitativo alto per la ricerca. In tal senso, ritiene che i componenti dei Consigli di amministrazione debbano possedere non solo requisiti di tipo amministrativo, ma anche requisiti scientifici, in quanto l'attività gestionale non può mai prescindere da un livello scientifico elevato. Ritiene inoltre che il Rettore debba essere a capo di uno solo degli organi indicati e quindi del Consiglio di amministrazione, con la conseguenza che il Senato Accademico deve avere una sua autonomia rispetto al Rettore. Stigmatizza inoltre il fatto che la decurtazione del Fondo di finanziamento ordinario e il blocco delle retribuzioni hanno penalizzato i ricercatori. Segnala al riguardo che se le università rappresentano il motore di sviluppo del Paese, gli addetti ai lavori devono essere retribuiti in modo adeguato.
Condivide la previsione dell'abilitazione scientifica nazionale, rilevando peraltro che si tratta di un tema che deve essere maggiormente approfondito. Lamenta invece la mancanza di un regime transitorio: si passa, infatti, da un sistema universitario ad un altro, ignorando il 40 per cento delle persone che operano attualmente nelle università. In particolare, occorrerebbe prevedere una norma transitoria che tuteli i ricercatori che svolgono funzioni fondamentali, ulteriori rispetto a quelle loro assegnate dalla legge, operando ad esempio nel campo della didattica. Sottolinea inoltre che le università senza gli studenti non esistono, segnalando come ulteriore criticità che nel disegno di legge di riforma non si parla mai di diritto allo studio. Si tratta di un argomento di legislazione concorrente, ma nonostante ciò, per essere coerenti con l'articolo 1, occorre prevedere un articolo apposito che riguardi gli studenti. Aggiunge infine che le borse di studio non sono più sufficienti e che occorre un modo diverso per poter permettere agli studenti di avere uguali possibilità.

Eugenio MAZZARELLA (PD) rileva innanzitutto che la riforma è una necessità, ma che la stessa non deve contraddire le sue ispirazioni. Ritiene infatti che l'intervento di «manutenzione straordinaria» prefigurato dall'articolato in questione non possa essere attuato senza adeguate risorse.

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Ricorda in particolare che le riforme fatte in passato per l'università a «costo zero», non hanno dato i risultati sperati. Nel merito, rileva che vi è la necessità di ridisegnare la funzione degli organi, in quanto, così come sono previsti dal disegno di legge in esame, non garantiscono una ripresa dell'efficienza della governance. Si tratta infatti di soluzioni insufficienti.
Sul diritto allo studio e sul nuovo sistema di valutazione previsto, si associa alle osservazioni espresse dal collega Nicolais. Rileva che un organismo vive delle persone che vi operano; occorre quindi prevedere una tutela non solo di chi è già docente o ricercatore universitario, ma anche di chi svolgerà in futuro questi ruoli. La criticità fondamentale della riforma è rappresentata proprio dal modello di selezione dei docenti che, come ipotizzato, necessita di risorse adeguate; si rischia altrimenti una contrapposizione tra nuovi entrati e quelli che già operano all'interno dell'università. Sottolinea infatti che le risorse previste copriranno solo i contratti a tempo indeterminato e vanificheranno le aspettative di chi già lavora in università come ricercatore o comunque precario. D'altronde, non è neanche possibile affermare che i docenti che operano in questo momento nelle università non hanno i requisiti per farlo: l'università ha infatti una grande storia e una grande tradizione sia per le eccellenze che per i livelli medi. Ci sono debolezze, ma non si può certo pensare di «buttare tutto».
Occorre quindi trovare più risorse sia per tutelare chi vuole entrare nei ruoli accademici, sia per valorizzare chi, pur essendo già nei ruoli, desidera ottenere uno scorrimento di carriera. Segnala in particolare che il blocco del turnover, di fatto comporterà che per 20 professori che escono se ne potrà inserire solo uno nuovo e che quindi a fronte di tale situazione occorre intervenire in modo efficace. Aggiunge, inoltre, che 27 mila ricercatori aspettano di essere valutati e molti altri professori associati di avere la possibilità di entrare nei ruoli di ordinario. Vi è il rischio, invece, che con il nuovo sistema di abilitazione nazionale, si verifichino situazioni in cui molti docenti hanno l'abilitazione, ma non potranno essere poi chiamati dalle università. In conclusione, ritiene che la riforma trasformi il sistema di reclutamento dei docenti in una piramide non condivisibile. Passare da un modello all'altro improvvisamente, poi, rischia di discriminare quelli che già operano all'interno delle università.

Mario CAVALLARO (PD) evidenzia solo due questioni che ritiene particolarmente critiche. Occorre innanzitutto valutare attentamente l'attuazione del modello di governance previsto dall'articolo 3, in quanto ci sono modelli diversi già operanti e che funzionano inadeguatamente, anche nella sua regione; non si può prevedere in tal senso un'impostazione troppo dirigistica da parte del ministro. In particolare, ritiene che gli accordi non possano essere condizione necessaria e sufficiente per ottenere finanziamenti per gli atenei. Un'altra criticità riguarda poi il diritto allo studio, solo marginalmente tutelato dall'articolo 5 del provvedimento in esame, che risulta insoddisfacente. Ricorda che tale diritto, previsto esplicitamente dalla Costituzione all'articolo 34, è condizione fondamentale per la realizzazione della parità degli studi universitari. Rileva, in particolare, che dopo la riforma del titolo V della Costituzione il tema è andato sempre più trasformandosi in un'area grigia, nell'ambito della quale si è registrata una certa disaffezione da parte del legislatore nazionale. A livello centrale, il Governo è, infatti, intervenuto solo con decreti ministeriali, mentre si è assistito ad un certo disinteressamento anche da parte delle regioni. Auspica pertanto che il legislatore nazionale si faccia carico del problema, anche al fine di dare attuazione concreta agli articoli 3 e 34 della Costituzione.

Valentina APREA, presidente, ferma l'esigenza di una riforma specifica, rileva che sul diritto allo studio sono stati fatti interventi importanti in molte regioni, sia per i collegi universitari che le residenze

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universitarie. Segnala peraltro che si potrà fare senz'altro di più, come ha segnalato anche il Ministro Gelmini, rilevando peraltro che la scelta del sistema italiano è stata finora quella di favorire la crescita di università sotto casa e non di creare una maggiore mobilità degli studenti.
Nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia quindi il seguito dell'esame ad altra seduta.

La seduta termina alle 13.15.

SEDE CONSULTIVA

Martedì 21 settembre 2010. - Presidenza del presidente Valentina APREA.

La seduta comincia alle 13.15.

Istituzione della Giornata nazionale in memoria delle vittime dei disastri ambientali e industriali causati dall'incuria dell'uomo.
Nuovo testo C. 3351 Rossa.

(Parere alla I Commissione).
(Esame e rinvio).

La Commissione inizia l'esame del nuovo testo in titolo.

Paola GOISIS (LNP), relatore, rileva che la proposta di legge in esame si compone di tre articoli. Ai sensi dell'articolo 1, la Repubblica riconosce il giorno 9 ottobre come Giornata nazionale in memoria delle vittime dei disastri ambientali e industriali causati dall'incuria dell'uomo. Il comma 2 del medesimo articolo qualifica la Giornata nazionale indicata quale solennità civile, specificando peraltro che, in quanto tale, non determina riduzioni dell'orario di lavoro negli uffici pubblici né, qualora cada in giorno feriale, costituisce giorno di vacanza o comporta riduzione di orario per le scuole di ogni ordine e grado. Il successivo articolo 2 stabilisce quindi che in occasione della Giornata nazionale possono essere organizzati sul territorio nazionale, senza nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica, manifestazioni, cerimonie, incontri e momenti comuni di ricordo dei fatti accaduti e di riflessione sui fatti medesimi, anche nelle scuole di ogni ordine e grado. Tali eventi devono essere organizzati al fine di promuovere attività di informazione e di sensibilizzazione e di sviluppare una maggiore consapevolezza dei rischi connessi ad interventi che alterano gli equilibri del territorio e della necessità di tutelare il patrimonio ambientale del Paese. L'articolo 3, infine, stabilisce l'entrata in vigore della legge il giorno successivo a quello della sua pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale.
Evidenzia che il progetto di legge in esame mira quindi a ricordare tragedie molto gravi vissute dal Paese, come per esempio quella legata al disastro della diga del Vajont. Pur riconoscendo alla proposta di legge il merito di porre all'attenzione del Parlamento una questione di indubbia rilevanza, osserva che sono ormai numerose le giornate dedicate alla commemorazione di eventi o alla riflessione sulle problematiche più disparate, con il conseguente rischio di una svalutazione di tali ricorrenze. È stato senz'altro apprezzabile lo sforzo della Commissione di merito di introdurre alcune modifiche al testo originario della proposta di legge n. 3351, volte soprattutto ad escludere l'incidenza della giornata di commemorazione sull'attività scolastica e lavorativa. Ritiene utile peraltro stabilire anche in che misura simili ricorrenze costituiscano un'effettiva occasione di riflessione e di approfondimento. Sarebbe necessario stabilire, per esempio, che la commemorazione possa rappresentare una più fruttuosa iniziativa educativa nell'ambito del sistema scolastico, per assolvere meglio alla formazione civica delle nuove generazioni. Si riserva di presentare quindi una proposta di parere nel seguito dell'esame.

Valentina APREA, presidente, nessuno chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.

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Sistemi di mobilità con impiego di idrogeno e carburanti di origine biologica.
Testo unificato C. 2184 Boffa.

(Parere alla IX Commissione).
(Esame e rinvio).

La Commissione inizia l'esame del testo unificato in titolo.

Massimo PARISI (PdL), relatore, ricorda che il testo unificato in esame, risultante dagli emendamenti approvati dalla IX Commissione Trasporti in sede referente, si compone di nove articoli.
Ai sensi dell'articolo 1, la proposta di legge è finalizzata alla promozione di sistemi di mobilità ad alta sostenibilità, mediante attività di studio, progettazione, sperimentazione e realizzazione di veicoli alimentati da idrogeno, prodotto con l'ausilio di fonti di energia rinnovabile, e da combustibili ultrapuliti di nuova generazione di origine biologica. L'articolo 2 istituisce uno specifico Fondo nazionale, con una dotazione di 15 milioni di euro per ciascuno degli anni 2010, 2011, e 2012, per il sostegno delle attività di ricerca, sviluppo e innovazione in materia di sistemi di mobilità ad alta sostenibilità con impiego di idrogeno e di combustibili ultrapuliti di nuova generazione di origine biologica. Il successivo articolo 3 specifica, quindi, la tipologia degli interventi sovvenzionati dal Fondo, mentre l'articolo 4 stabilisce che destinatari degli interventi di sostegno siano le regioni, le province, i comuni, le università degli studi, gli enti pubblici e privati di ricerca, gli enti impegnati nella sperimentazione e nella produzione dei veicoli interessati dall'applicazione del progetto di legge.
Sottolinea quindi che l'articolo 5 attribuisce al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, di concerto col Ministro dell'ambiente, sentite la Conferenza Stato-Regioni e le competenti Commissioni parlamentari, il compito di definire con decreto, entro sei mesi dall'entrata in vigore della legge, le linee-guida per la concessione degli indicati finanziamenti. Al riguardo, l'articolo 6 istituisce un apposito Comitato di gestione del Fondo presso il Ministero delle infrastrutture. Il Comitato è composto da dieci componenti, di cui tre nominati dal Ministro delle infrastrutture, tre dal Ministro dell'ambiente, due dalla Conferenza delle regioni, uno dall'ANCI e uno dall'UPI. Il Comitato, nel rispetto delle linee guida di cui all'articolo 5, esamina annualmente le richieste di finanziamento e definisce una graduatoria di priorità ai fini della ripartizione della dotazione del Fondo. L'articolo 7 definisce invece le modalità di ripartizione delle dotazioni del Fondo tra gli interventi definiti ai sensi dell'articolo 6, richiedendo una puntuale rendicontazione delle attività per le quali è stato concesso il finanziamento, pena la revoca del finanziamento stanziato. L'articolo 8 definisce quindi interventi di sospensione della realizzazione di opere per il trasporto urbano di persone con mezzi di superficie che non siano alimentati ad idrogeno o altri combustibili oggetto della legge, mentre il successivo articolo 8-bis disciplina la possibilità di stipula di convenzioni tra enti territoriali e società operanti nel settore del trasporto pubblico locale con le imprese che producono veicoli alimentati da idrogeno. Aggiunge infine che l'articolo 9 reca disposizioni relative alla copertura finanziaria del provvedimento.
Per quanto riguarda le competenze della Commissione cultura, evidenzia che il Ministero dell'istruzione, università e ricerca non è coinvolto né nella definizione delle linee guida per la concessione dei finanziamenti, né nella gestione del Fondo. Le università e gli enti di ricerca, inoltre, in quanto possibili soggetti beneficiari dei finanziamenti, sarebbero tenuti, in base al citato articolo 7, a trasmettere la rendicontazione delle attività svolte, delle spese sostenute e dei risultati conseguiti soltanto al Ministero delle infrastrutture e dei trasporti. A fronte del mancato coinvolgimento del MIUR in tutto il processo decisionale, è invece prevista la parziale copertura del Fondo in questione, per un importo di 5 milioni di euro per ciascuno degli anni 2010 e 2011 a carico del Fondo ordinario per gli enti e le

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istituzioni di ricerca, finanziati dallo stesso dicastero ai sensi dell'articolo 7 del decreto legislativo n. 204 del 1998. Al riguardo, sottolinea innanzitutto la necessità di non procedere alla riduzione del Fondo destinato al finanziamento degli enti di ricerca. Il Fondo di finanziamento degli enti di ricerca sottoposti alla vigilanza del MIUR, ha già subito infatti, a seguito di misure finanziarie di carattere generale, riduzioni consistenti. Lo spostamento delle risorse dal Fondo enti di ricerca di pertinenza del MIUR all'istituendo Fondo di pertinenza del Ministero delle infrastrutture e trasporti avverrebbe poi senza un contestuale coinvolgimento del MIUR nel processo decisionale relativo all'attribuzione dei finanziamenti, nonostante le università e gli enti di ricerca siano ricompresi fra i soggetti beneficiari. Anche nell'ipotesi in cui il MIUR fosse coinvolto nel suddetto processo decisionale, in ogni caso, non condivide comunque la riduzione del Fondo enti di ricerca, la cui ripartizione segue logiche specifiche fondate sulla valutazione comparata delle esigenze degli enti e sugli obiettivi di sviluppo della ricerca posti a livello nazionale e comunitario. Il predetto Fondo, infatti, è ripartito annualmente con decreti del MIUR, comprensivi di indicazioni per i due anni successivi, emanati previo parere delle Commissioni parlamentari competenti, sulla base di prospettive di sviluppo e realizzazione dei rispettivi Piani triennali di attuazione del piano nazionale della ricerca (PNR). Rileva, inoltre, che dal 2011, per effetto dell'articolo 4 del decreto legislativo n. 213 del 2009, di riordino degli enti di ricerca, una quota non inferiore al 7 per cento del Fondo enti di ricerca, con progressivi incrementi negli anni successivi, è destinata al finanziamento premiale di specifici programmi e progetti di ricerca degli enti, per promuovere e sostenere l'incremento qualitativo dell'attività scientifica degli enti di ricerca, nonché migliorare l'efficacia e l'efficienza nell'utilizzo delle risorse. Rileva d'altra parte che il citato decreto di riparto del Fondo per il 2010, dovrebbe essere già stato predisposto dal Ministero, per essere inviato in tempi brevi, dopo le ultime verifiche, alla Commissione cultura per l'espressione del parere di competenza. Sulla base delle considerazioni espresse, fin da ora preannuncia che ritiene quindi necessario sopprimere la lettera b) del comma 1 dell'articolo 9, concernente la riduzione del Fondo di finanziamento degli enti di ricerca finanziati dal MIUR. All'articolo 5, comma 1, dopo le parole: «del mare» è necessario inoltre inserire le seguenti: «e con il Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca». All'articolo 6, comma 2, la lettera c) deve essere inoltre sostituita dalle seguenti: «c) due nominati dal Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare; c)-bis. uno nominato dal Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca».
Si riserva in ogni caso di presentare una proposta di parere nel seguito dell'esame, sulla base delle considerazioni esposte.

Il sottosegretario Giuseppe PIZZA condivide le perplessità espresse dal relatore, rappresentando la ferma contrarietà del Governo al provvedimento in esame. Ritiene in ogni caso necessario che la Commissione cultura non si esprima, fino a quando la Commissione bilancio non abbia a sua volta valutato le conseguenze finanziarie del provvedimento in esame.

Emerenzio BARBIERI (PdL), anche a nome del gruppo che rappresenta, concorda pienamente con il sottosegretario Pizza. Aggiunge che si dovrebbe spiegare come mai si prevede di stanziare quasi cinquanta milioni di euro per la copertura della proposta di legge in esame, mentre si fa fatica invece a trovare un solo milione di euro per un'altra, come per esempio quella relativa all'Istituto europeo latino medioevale. Non vorrebbe che la scelta dipendesse da motivazioni diverse dal rigoroso esame della consistenza della copertura finanziaria. Propone quindi di rinviare ad altra seduta la seduta già prevista per domani per il seguito dell'esame del provvedimento in discussione.

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Pierfelice ZAZZERA (IdV) concorda con la proposta del collega Barbieri.

Valentina APREA, presidente, non essendovi obiezioni, propone che sia rinviata ad altra data la seduta per il seguito dell'esame del provvedimento in titolo, già prevista per domani.

La Commissione concorda.

Valentina APREA, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.

La seduta termina alle 13.30.

AUDIZIONI INFORMALI

Martedì 21 settembre 2010.

Audizione di rappresentanti dell'Associazione Treellle, nell'ambito dell'esame dello schema di decreto del Presidente della Repubblica recante norme generali per la ridefinizione dell'assetto organizzativo-didattico dei centri di istruzione per gli adulti, ivi compresi i corsi serali.
(Atto n. 194).

L'audizione informale è stata svolta dalle 14.40 alle 15.40.