CAMERA DEI DEPUTATI
Martedì 21 settembre 2010
370.
XVI LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Giustizia (II)
COMUNICATO
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SEDE CONSULTIVA

Martedì 21 settembre 2010. - Presidenza del presidente Giulia BONGIORNO. - Intervengono i Sottosegretari di Stato per la giustizia Maria Elisabetta Alberti Casellati e Giacomo Caliendo.

La seduta comincia alle 13.45.

Interventi per agevolare la libera imprenditorialità e per il sostegno del reddito.
Nuovo testo C. 2424 Antonino Foti.

(Parere alla XI Commissione).
(Esame e conclusione - Parere favorevole).

La Commissione inizia l'esame del provvedimento.

Maurizio SCELLI (PdL), relatore, ricorda preliminarmente che sulla precedente versione del testo trasmesso dalla Commissione di merito, la Commissione giustizia ha espresso in data 16 dicembre 2009 un parere favorevole con condizione. La commissione giustizia, in particolare, chiedeva una più puntuale formulazione dell'articolo 6-bis (attuale articolo 7) del provvedimento. La nuova formulazione della disposizione permette comunque di considerare superati i rilievi allora espressi nel parere della Commissione giustizia.
Passando al contenuto del testo in esame, osserva che l'articolo 1 prevede che, in alternativa a taluni degli gli interventi anticrisi previsti dall'articolo articolo 1 del decreto-legge n. 78 del 2009, i lavoratori dipendenti che, a determinate condizioni e alla data del 1o gennaio 2010, si trovino a percepire una

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indennità ordinaria di disoccupazione o relativa ad un trattamento di cassa integrazione guadagni, siano ammessi per il biennio 2010-2011, in via sperimentale e in deroga alle disposizioni vigenti, ad avviare attività di impresa, percependo per la durata stabilita dalla legislazione vigente, in luogo delle predette indennità, un'indennità mensile pari al 50 per cento dell'importo del trattamento al quale hanno diritto i lavoratori che accedono agli ammortizzatori sociali in deroga (ex articolo 19 del decreto-legge 29 novembre 2008, n. 185, convertito, con modificazioni, dalla legge 28 gennaio 2009, n. 2) (commi 1 e 2). Tale indennità è posta a carico della Gestione prestazioni temporanee (GPT) dell'Istituto nazionale della previdenza sociale (INPS) (comma 3). Segue quindi uno specifico regime di agevolazioni previdenziali (commi da 5 a 9).
L'articolo 2 prevede particolari forme di finanziamento che vedono coinvolti nel procedimento di erogazione INPS e Cassa depositi e prestiti S.p.A. e la possibilità per le nuove imprese di accedere ai finanziamenti bancari utilizzando le garanzie dei fondi speciali antiusura. Sono previste, inoltre, idonee garanzie per garantire la restituzione del residuo debito per i finanziamenti erogati, in caso di cessazione dell'attività imprenditoriale.
Per quanto di competenza della Commissione giustizia segnala, in particolare, gli articolo 6 e 7.
L'articolo 6 precisa le forme imprenditoriali ammesse e specifica che l'attività di impresa di cui alla presente legge può essere svolta in forma individuale o di impresa familiare ai sensi dell'articolo 230-bis del codice civile, nelle forme di società in nome collettivo o in accomandita semplice, ovvero in forma di società cooperativa di cui all'articolo 2522 del codice civile» (comma 2) e, sotto il profilo dimensionale, che il numero massimo di addetti complessivamente occupati o, comunque, impegnati non può essere superiore a tre unità, compresi gli apprendisti e i soggetti assunti con contratto di formazione o di inserimento (comma 4).
L'articolo 7, al comma 1, interviene in materia di inquadramento dei soci lavoratori delle cooperative con qualifica artigiana. Il comma 2 prevede che «gli eventuali procedimenti amministrativi ed i giudizi di qualunque natura, ancora pendenti alla data di entrata in vigore della presente legge, relativi al contenzioso sulle materie di cui al comma 1, sono dichiarati estinti d'ufficio alla medesima data, con compensazione delle spese tra le parti, ed i provvedimenti giudiziari non passati in giudicato restano privi di effetto». Il comma 3 precisa che «le disposizioni di cui al presente articolo hanno efficacia a decorrere dal 1o gennaio 2012».
Rispetto alla formulazione dell'articolo 6-bis del precedente testo inviato per il parere, le precisazioni contenute nell'articolo 7 consentono di superare i rilievi espressi dalla Commissione giustizia nel parere del 16 dicembre 2009 e rendono possibile una più chiara identificazione dell'oggetto dei procedimenti amministrativi e dei giudizi per i quali si prevede l'estinzione d'ufficio, nonché dei provvedimenti giudiziari non passati in giudicato che resterebbero privi di effetto.
L'articolo 8 prevede norme di Coordinamento normativo e finanziario.
L'articolo 9 dispone, infine, che entro un anno dalla data di entrata in vigore della legge il Governo presenti al Parlamento una dettagliata relazione sull'attuazione delle misure sperimentali di cui all'articolo 1.
Formula quindi una proposta di parere favorevole (vedi allegato).

Nessuno chiedendo di intervenire, la Commissione approva la proposta del relatore.

Disposizioni in materia di alleanza terapeutica, di consenso informato e di dichiarazioni anticipate di trattamento.
Nuovo testo C. 2350, approvato dal Senato.

(Parere alla XII Commissione).
(Seguito dell'esame e rinvio).

La Commissione prosegue l'esame del provvedimento, rinviato il 27 maggio 2010.

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Giulia BONGIORNO, presidente e relatore, dopo aver ricordato di aver svolto la relazione il 27 maggio scorso, avverte che il Presidente della Camera ha scritto una lettera ai Presidenti delle Commissioni I, II, V e XI con la quale ha fatto presente che nel corso della Conferenza dei Presidenti di gruppo è emersa l'esigenza di sollecitare l'espressione dei pareri delle predette Commissioni «in modo da rendere possibile la conclusione dell'iter in sede referente e consentire così alla Conferenza medesima di compiere le sue valutazioni circa la successiva calendarizzazione in Aula del provvedimento». In sostanza la mancata espressione dei pareri non consente alla Commissione di merito di concludere l'esame del provvedimento ed alla Conferenza dei Presidenti di gruppo di provvedere ad una eventuale calendarizzazione. Ciò significa che la Commissione giustizia dovrà esprimersi quanto prima, anche eventualmente già questa settimana, sul testo trasmesso dalla Commissione affari sociali.

Donatella FERRANTI (PD) ritiene che la complessità dei temi trattati dal provvedimento in esame siano tali da evitare qualsiasi accelerazione che possa determinare l'espressione di un parere affrettato. D'intesa con il Presidente del suo gruppo, chiede che la Commissione giustizia possa non esprimere il parere già questa settimana, considerando peraltro che in altre circostanze avviene il contrario, in quanto i provvedimenti vengono inseriti nel calendario dell'Assemblea già prima della loro conclusione in Commissione e, nella maggioranza dei casi, prima della espressione dei pareri da parte delle Commissioni competenti. Ritiene quindi che solo a fronte di una calendarizzazione del provvedimento in Assemblea, che nel caso in esame non vi è, la Commissione debba accelerare l'esame al fine di esprimere il parere.

Giulia BONGIORNO, presidente, assicura l'onorevole Ferranti che non vi è alcuna intenzione di accelerare l'esame del provvedimento, quanto piuttosto l'esigenza da lei sentita di mettere la Commissione nelle condizioni di esprimere il parere su un testo estremamente delicato che potrebbe essere inserito quanto prima nel calendario dell'Assemblea e concluso dalla Commissione di merito anche in assenza dei pareri, considerato che tale inserimento non sarebbe condizionato dalla conclusione dell'esame in sede referente da parte della Commissione di merito.
Nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell'esame alla seduta convocata per domani.

La seduta termina alle 14.

SEDE REFERENTE

Martedì 21 settembre 2010. - Presidenza del presidente Giulia BONGIORNO.

La seduta comincia alle 14.

Norme per il contrasto dell'omofobia e transfobia.
C. 2802 Soro e C. 2807 Di Pietro.

(Seguito dell'esame e rinvio).

La Commissione prosegue l'esame dei provvedimenti, rinviato l'8 settembre 2010.

Anna Paola CONCIA (PD), relatore, rileva con forte rammarico come, dopo la sua relazione del 10 dicembre 2009, siano intervenuti nel dibattito in Commissione solo i deputati del PD e, sia pure per esprimere una posizione contraria al provvedimento, quelli della Lega. Nessun esponente degli altri gruppi è intervenuto e ritiene che un simile silenzio sia sconcertante, poiché il comportamento peggiore al quale si possa assistere nel parlamento di un paese democratico è, appunto, il totale disinteresse, il rifiuto di un problema del quale di finge di ignorare l'esistenza, la chiusura di fronte alle legittime istanze di una società in evoluzione. Sottolinea quindi come questa non voglia essere una nota polemica, ma la semplice ed oggettiva constatazione della realtà storica del dibattito

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in Commissione sui provvedimenti in esame.
Ricorda di avere chiesto al Sottosegretario Giovanardi di dimettersi, in seguito alle sue dichiarazioni sul tema in esame. Sottolinea peraltro come il punto nodale sia rappresentato dai fatti di cronaca, che dimostrano come gli episodi di violenza nei confronti di omosessuali e transessuali, perpetrati esclusivamente in ragione dell'orientamento o dell'identità sessuale delle vittime, siano ormai numerosissimi e all'ordine del giorno. Si domanda quindi come sia possibile che proprio il Parlamento, istituzione democratica per eccellenza e baluardo dei diritti fondamentali dei cittadini, possa omettere di intervenire per arginare questo grave fenomeno.
Ricorda, in particolare, la recente brutale aggressione di una coppia di omosessuali inglesi, legalmente sposati nel proprio paese, avvenuta nei pressi di Frosinone. Osserva quindi come l'ambasciata di un paese civile come l'Inghilterra sia subito intervenuta a tutela e difesa di due cittadini barbaramente aggrediti. E rileva come gli episodi come quello descritto derivino da un livello di intolleranza nel nostro Paese, di fronte anche alla minima manifestazione esteriore del sentimento d'amore tra persone omosessuali, talmente elevato ed inaccettabile che potrebbe definirsi «baciofobia». Lei stessa può testimoniare come, semplicemente passeggiando con la propria compagna, in Italia si percepisca un clima di intolleranza che in altri paesi, come ad esempio la Germania, non esiste.
Rileva come il fenomeno dell'omofobia e transfobia esista anche in altri Paesi, ma sottolinea come la differenza stia nel fatto che il Italia il problema non viene affrontato. Le reazioni tipiche sono la demagogia, il pregiudizio culturale o ideologico, il silenzio colpevole, Si assiste, addirittura, a dichiarazioni di esponenti del Governo che alimentano l'odio. Non si vuole comprendere, in altri termini, che l'omofobia e la transfobia, così come il razzismo, devono essere censurati dalla legge penale. Ora tutti questi atteggiamenti, queste reazioni distorte, devono essere abbandonati.
Ricorda di avere sostenuto più volte che la soluzione ottimale per cominciare ad affrontare il problema sarebbe l'estensione della «Legge Mancino» e di avere per prima presentato una proposta di legge in tel senso. Tuttavia questa soluzione, che peraltro costituisce l'oggetto della proposta di legge dell'IdV, si è rivelata non politicamente praticabile. Il senso di concretezza e l'esigenza di dare subito, in tempi rapidi, una risposta normativa possibile hanno quindi condotto alla formulazione di un testo di compromesso, che prevede l'introduzione nel codice penale di una specifica circostanza aggravante. Di questo testo occorrerebbe che i gruppi discutessero, senza fare inutile demagogia e propaganda, poiché si tratta della vita di cittadini che hanno gli stessi diritti degli altri ma una vita molto più difficile. In base alla propria diretta conoscenza di ragazzi brutalmente aggrediti, può testimoniare che si tratta di esperienze terribili.
Rivolge in particolare ai colleghi del PdL e di FLI l'invito a non continuare a disinteressarsi di un tema che potrebbe riguardare i loro stessi figli o amici, ricordando che l'omosessualità non è una scelta. Più in generale invita tutti i gruppi a compiere finalmente un gesto responsabile e risoluto. Sottolinea come l'approvazione del provvedimento in esame sarebbe solo un primo passo, occorrendo naturalmente intervenire anche nella scuola e con campagne sociali, ringraziando quindi il Ministro Carfagna per la campagna svolta.
Dopo avere ricordato come anche le forze dell'ordine concordino sulla necessità di un intervento normativo, auspica che finalmente, con la collaborazione di tutti i gruppi, si possa dare una risposta alle legittime esigenze di tutela dei cittadini omosessuali e transessuali italiani.

Fulvio FOLLEGOT (LNP) ricorda come il proprio gruppo si sia espresso più volte chiaramente, manifestando la propria contrarietà sul provvedimento in oggetto, e come non abbia nel frattempo cambiato opinione. Non si tratta di fare propaganda, ma di valutare con attenzione i valori alla

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base della nostra società ed in particolare quello della famiglia. Ritiene che il codice penale già fornisca adeguati strumenti di tutela per reprimere i comportamenti e le aggressioni in questione. Ciò che la Lega non condivide in special modo del provvedimento è il fatto che con lo stesso, più che una forma di tutela penale, la quale, come detto, già esiste, si voglia in qualche modo «piantare una bandierina» ed ottenere un principio di riconoscimento giuridico per la persona omosessuale e transessuale, per poi proseguire sul terreno del diritto di famiglia, delle adozioni e sul tema delle coppie di fatto.
Precisa e ribadisce come tutte le persone, senza distinzioni, debbano essere rispettate e tutelate. Tuttavia ritiene che il modello di famiglia come unione tra un uomo e una donna deve essere difeso e mantenuto.

Federico PALOMBA (IdV) ritenendo che il proprio gruppo sia stato ingiustamente chiamato in causa dall'intervento del relatore, rivendica e ribadisce la ferma e decisa posizione dell'IdV: una posizione in prima linea e d'avanguardia nella difesa delle persone omosessuali e transessuali. Ricorda come la proposta di legge del proprio gruppo sia la più drastica e severa, prevedendo l'estensione della disciplina della «Legge Mancino» e sostanzialmente equiparando al razzismo i fenomeni dell'omofobia e della transfobia. Sottolinea come l'IdV intenda mantenere questa posizione di fermezza, senza cedere a compromessi o indulgere a testi minimali che prevedano l'introduzione di una mera circostanza aggravante. L'esito negativo del precedente iter dei provvedimenti sul tema in esame dimostra appunto che non si possono adottare soluzioni minimali. Al contrario, occorre sfidare la relatrice e l'intero Parlamento a prendere definitivamente posizione sulla questione cruciale: se l'omofobia e la transfobia siano o meno delle forme di razzismo. L'Italia del Valori ritiene senza dubbio che lo siano e sottolinea inoltre come non sia vero che i portatori di un determinato interesse siano necessariamente gli unici soggetti in grado di tutelare quell'interesse nel migliore dei modi.
Conclude quindi ribadendo che nessun rimprovero può essere mosso al proprio gruppo ed invitando la relatrice a tenere conto della proposta di legge dell'Idv piuttosto che ad inutili ed inefficaci soluzioni di compromesso.

Jean Leonard TOUADI (PD) rileva con soddisfazione che sia ricominciato il dibattito su un tema tanto importante, dal momento che il Parlamento di un paese democratico non può più esimersi dal pronunciarsi in materia, anche in considerazione del continuo susseguirsi di gravi fatti di cronaca.
Dichiara di non condividere l'intervento dell'onorevole Follegot, poiché qui non si tratta affatto di «piantare una bandierina», ed il riferimento al tema della famiglia, delle adozioni e delle coppie di fatto è in conferente, fuori dall'oggetto dell'esame, e rischia di creare solo ulteriore confusione.
Ricorda infatti che con il provvedimento in esame si vogliono semplicemente tutelare dei liberi cittadini, perché questi possano manifestare anche in pubblico il loro orientamento sessuale. Il tema, quindi, è quello dei diritti della persona e della tutela contro specifiche aggressioni. Sottolinea inoltre come la nostra società sia pluralista e aperta, e come le diversità costituiscano un valore da proteggere e preservare.
Si dichiara sorpreso per l'intervento dell'onorevole Palomba, che solitamente si esprime in modo più pacato. Ricorda, in particolare, come il PD si sia occupato della questione con perseveranza, serietà e senza tentennamenti, per cercare le convergenze che consentissero di raggiungere un risultato concreto e, quindi, quantomeno l'introduzione di una circostanza aggravante. L'Italia del Valori, al contrario, negli ultimi mesi ha brillato per la sua assenza ed ora, addirittura, sembra volere impedire possibili punti di mediazione che consentano di ottenere un risultato utile. Rivolge quindi

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un invito a tutti i gruppi affinché si torni seriamente a discutere sul merito e con spirito pratico e collaborativo.
Ricorda come la relatrice si sia battuta sin dall'inizio sia come diretta portatrice degli interessi da tutelare sia nella veste istituzionale di relatrice. Ricorda altresì l'importanza del riferimento fatto dal Ministro Carfagna alle disposizione europee.

Anna Paola CONCIA (PD), relatore, si dichiara soddisfatta per la riapertura del dibattito.
Quanto all'intervento dell'onorevole Follegot, auspica che si possa evitare di fare propaganda, perché i temi della famiglia, delle adozioni e delle coppie di fatto sono completamente estranei all'oggetto dell'esame.
In replica all'onorevole Palomba, spera che si possa evitare di fare propaganda sulle spalle degli omosessuali e transessuali. Precisa, inoltre, di avere aspettato per ben nove mesi un intervento dell'Italia dei Valori e degli altri gruppi. E questo proprio perché è convinta che non sono solo gli omosessuali e transessuali a dover portare avanti questa battaglia, ma che sia necessario il contributo di tutti, a partire dai colleghi della Commissione.
Sottolinea, inoltre, che sulla questione della quale si tratta non è il caso di lanciare sfide, ma di unirsi per garantire la tutela dei diritti di uomini e donne che vivono una vita difficile. Né è quindi il caso di aprire una sfida tra PD e IdV sulla tutela dei diritti umani, auspicando peraltro che nessuno abbia una simile intenzione.
Ricorda, infine, all'onorevole Palomba di essere stata la prima a presentare una proposta di legge volta ad estendere la disciplina della «Legge Mancino», ma che tale soluzione si è rivelata non politicamente praticabile. Occorre quindi lavorare insieme per l'approvazione di una legge condivisa e di alto profilo, che possa contrastare adeguatamente il fenomeno in questione.

Giulia BONGIORNO, presidente, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta, per consentire la riunione del Comitato ristretto convocato per la giornata odierna su un provvedimento di prossima calendarizzazione in Assemblea.

La seduta termina alle 14.45.

COMITATO RISTRETTO

Martedì 21 settembre 2010.

Disposizioni a tutela del rapporto tra detenute madri e figli minori.
C. 2011 Ferranti, C. 52 Brugger e C. 1814 Bernardini.

Il Comitato ristretto si è riunito dalle 14.45 alle 15.50.

AVVERTENZA

I seguenti punti all'ordine del giorno non sono stati trattati:

SEDE REFERENTE

Disposizioni in materia di remissione tacita della querela.
C. 1640 Contento.

Disposizioni in materia di collocamento fuori ruolo dei magistrati componenti elettivi del Consiglio superiore della magistratura.
C. 3143 Rao.

Inapplicabilità del giudizio abbreviato ai delitti puniti con la pena dell'ergastolo.
C. 668 Lussana e C. 657 D'Antona.

UFFICIO DI PRESIDENZA INTEGRATO DAI RAPPRESENTANTI DEI GRUPPI