CAMERA DEI DEPUTATI
Mercoledì 21 luglio 2010
356.
XVI LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Finanze (VI)
COMUNICATO

TESTO AGGIORNATO AL 22 LUGLIO 2010

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INTERROGAZIONI A RISPOSTA IMMEDIATA

Mercoledì 21 luglio 2010. - Presidenza del presidente Gianfranco CONTE. - Interviene il sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze Sonia Viale.

La seduta comincia alle 13.55.

Gianfranco CONTE, presidente, ricorda che, ai sensi dell'articolo 135-ter, comma 5, del regolamento, la pubblicità delle sedute per lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata è assicurata anche tramite la trasmissione attraverso l'impianto televisivo a circuito chiuso. Dispone, pertanto, l'attivazione del circuito.

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Avverte che il deputato Bragantini ha ritirato la propria interrogazione n. 5-03255, riservandosi di presentare un ulteriore strumento di sindacato ispettivo.

5-03256 Soglia: Problematiche relative alle fideiussioni richieste ai concessionari del gioco «Bingo».

Gerardo SOGLIA (PdL) rinuncia ad illustrare la propria interrogazione.

Il sottosegretario Sonia VIALE risponde all'interrogazione in titolo nei termini riportati in allegato (vedi allegato 1).

Gerardo SOGLIA (PdL) dichiara di non potersi ritenere soddisfatto della risposta fornita all'interrogazione, la cui rilevanza non è sminuita dal fatto che, nel frattempo, una parte delle concessionarie del gioco del Bingo abbia provveduto, ottemperando alla richiesta dell'Amministrazione autonoma dei monopoli di Stato, alla sostituzione delle polizze fideiussorie rilasciate dalla Banca popolare di garanzia, posta in liquidazione coatta amministrativa ai sensi dell'articolo 80, commi 1 e 2, del TUB.
Rileva, infatti, come il rischio di revoca della concessione riguardi ancora dieci concessionarie, le quali non soltanto incontrano difficoltà, soprattutto nel Sud del Paese, a reperire le polizze sostitutive richieste dall'Amministrazione, a causa della scarsa propensione del sistema bancario, nell'attuale contesto economico, ad erogare finanziamenti alle imprese, ma non riescono nemmeno ad ottenere la cancellazione, presso la centrale dei rischi della Banca d'Italia, delle precedenti garanzie.
In tale contesto, ritiene ingiusto pretendere che i concessionari, i quali già corrono il rischio, senza loro colpa, di vedersi revocare la concessione, con i conseguenti irreparabili danni sia per l'attività imprenditoriale esercita sia per i lavoratori interessati, subiscano anche la beffa di essere gravati dagli oneri relativi alle garanzie sostitutive, senza potersi liberare da quelli connessi alle polizze rilasciate dalla Banca popolare di garanzia.
Osserva, peraltro, come le associazioni di categoria dei concessionari abbiano evidenziato la sostanziale inutilità delle suddette garanzie, di cui hanno chiesto l'eliminazione o comunque la riduzione, dal momento che, in base alla convenzione vigente, il prelievo erariale e la quota spettante all'affidatario del controllo centralizzato del gioco sono versati al momento del prelevamento delle cartelle del Bingo da parte dei concessionari.

Gianfranco CONTE, presidente, esprime rammarico per il fatto che la problematica oggetto dell'atto di sindacato ispettivo non sia stata portata all'attenzione della Commissione prima che essa esprimesse il parere sullo schema di decreto legislativo con il quale sarà data attuazione alla direttiva 2008/48/CE, all'interno del quale è stato affrontato anche il tema della gestione delle banche dati contenenti informazioni nominative sul credito.
Ritiene, comunque, che tale questione possa essere riproposta mediante la presentazione di un atto di indirizzo che impegni il Governo a operare una valutazione complessiva della materia delle garanzie richieste ai concessionari del Bingo.
Dichiara quindi concluso lo svolgimento delle interrogazioni all'ordine del giorno.

La seduta termina alle 14.05.

SEDE REFERENTE

Mercoledì 21 luglio 2010. - Presidenza del presidente Gianfranco CONTE. - Interviene il sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze Sonia Viale.

La seduta comincia alle 14.05.

Sull'ordine dei lavori.

Gianfranco CONTE, presidente, propone di procedere ad un'inversione nell'ordine

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dei lavori della seduta odierna, nel senso di procedere prima all'esame, in sede referente, del testo unificato delle proposte di legge C. 2426 Golfo e C. 2956 Mosca, alla discussione della risoluzione n. 7-00370 Ventucci, alla riunione dell'Ufficio di Presidenza, quindi all'audizione dei rappresentanti della Consap Spa e, infine, all'esame dei provvedimenti in sede consultiva.

La Commissione concorda.

Disposizioni in materia di parità di accesso agli organi delle società quotate in mercati regolamentati.
Testo unificato C. 2426 Golfo e C. 2956 Mosca.

(Seguito dell'esame e rinvio).

La Commissione prosegue l'esame del testo unificato, rinviato, da ultimo, nella seduta del 7 luglio scorso.

Gianfranco CONTE, presidente, informa che anche la I Commissione Affari costituzionali ha espresso il parere sul testo unificato delle proposte di legge C. 2426 Golfo e C. 2956 Mosca, recante disposizioni in materia di parità di accesso agli organi delle società quotate in mercati regolamentati.

Silvana Andreina COMAROLI (LNP), relatore, rileva come la I Commissione abbia espresso sul provvedimento parere favorevole con due osservazioni, la prima delle quali chiede di definire una disciplina transitoria anche al fine di verificare l'impatto della nuova normativa ai fini del riequilibrio delle situazioni di disparità tra i generi. Inoltre, la Commissione suggerisce di disciplinare puntualmente le conseguenze derivanti dal mancato rispetto del principio di equilibrio tra i generi nel caso di sostituzione di uno o più componenti del Consiglio di amministrazione o del Collegio sindacale.
La Commissione Giustizia ha espresso parere favorevole con un'osservazione, nella quale si chiede di sopprimere l'articolo 1, comma 1, capoverso comma 1-ter, nella parte in cui si prevede la decadenza dalla carica di tutti i componenti, quando la composizione del Consiglio di amministrazione risultante dall'elezione non rispetti il riparto tra i generi.
Si riserva quindi di valutare ulteriormente il contenuto delle osservazioni espresse nei pareri, suggerendo di avviare le procedure per il trasferimento dell'esame alla sede legislativa.

Gianfranco CONTE, presidente, condivide le considerazioni espresse dal relatore ed avverte che, essendo stati acquisiti tutti i pareri prescritti, chiederà al Ministro per i rapporti con il Parlamento ed al Ministro dell'economia e delle finanze di esprimere l'assenso del Governo al trasferimento dell'esame del provvedimento alla sede legislativa, invitando inoltre i gruppi a dichiarare o meno il loro assenso in merito al predetto trasferimento.

Nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia ad altra seduta il seguito dell'esame.

La seduta termina alle 14.15.

RISOLUZIONI

Mercoledì 21 luglio 2010. - Presidenza del presidente Gianfranco CONTE. - Interviene il sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze Sonia Viale.

La seduta comincia alle 14.15.

7-00370 Ventucci: Proroga della disciplina in materia di crediti d'imposta e di detassazione degli investimenti nel settore cinematografico.
(Seguito della discussione e conclusione - Approvazione).

La Commissione prosegue la discussione della risoluzione in titolo, rinviata nella seduta di ieri.

Gianfranco CONTE, presidente, ricorda che il presentatore ha illustrato, nella seduta di ieri, il contenuto dell'atto di indirizzo.

Alberto FLUVI (PD) dichiara di sottoscrivere la risoluzione.

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Silvana Andreina COMAROLI (LNP) sottoscrive l'atto di indirizzo in discussione.

Maurizio BERNARDO (PdL) dichiara di condividere il contento della risoluzione, che sottoscrive.

Gianfranco CONTE, presidente, informa che la risoluzione è stata sottoscritta da tutti i componenti della Commissione appartenenti al gruppo PdL, nonché dai deputati Barbato ed Occhiuto.

La Commissione approva la risoluzione.

La seduta termina alle 14.20.

UFFICIO DI PRESIDENZA INTEGRATO DAI RAPPRESENTANTI DEI GRUPPI

Mercoledì 21 luglio 2010.

L'ufficio di presidenza si è riunito dalle 14.20 alle 14.30.

AUDIZIONI INFORMALI

Mercoledì 21 luglio 2010.

Audizione dei rappresentanti della CONSAP SpA, nell'ambito dell'istruttoria legislativa sulle proposte di legge C. 2699-ter, approvata dal Senato, C. 1964 Barbato, e C. 3544 Pagano, recanti istituzione di un sistema di prevenzione delle frodi nel settore assicurativo.

L'audizione informale è stata svolta dalle 14.30 alle 16.

SEDE CONSULTIVA

Mercoledì 21 luglio 2010. - Presidenza del presidente Gianfranco CONTE.

La seduta comincia alle 16.

Disposizioni in favore dei territori di montagna.
Testo unificato C. 41 ed abbinate.

(Parere alla V Commissione).
(Seguito dell'esame, ai sensi dell'articolo 73, comma 1-bis, del regolamento, per gli aspetti attinenti alla materia tributaria, e conclusione - Parere favorevole con condizioni ed osservazioni).

La Commissione prosegue l'esame del provvedimento, rinviato, da ultimo, nella seduta del 20 luglio scorso.

Maurizio DEL TENNO (PdL), relatore, formula una proposta di parere favorevole con condizioni ed osservazioni (vedi allegato 2).

Alberto FLUVI (PD) dichiara il voto favorevole del proprio gruppo sulla proposta di parere formulata dal relatore.

Maurizio BERNARDO (PdL) preannuncia il voto favorevole del proprio gruppo sulla proposta di parere del relatore.

La Commissione approva la proposta di parere del relatore.

DL 78/10: Misure urgenti in materia di stabilizzazione finanziaria e di competitività economica.
C. 3638 Governo, approvato dal Senato.

(Parere alla V Commissione).
(Seguito dell'esame, ai sensi dell'articolo 73, comma 1-bis, del regolamento, per gli aspetti attinenti alla materia tributaria, e conclusione - Parere favorevole).

La Commissione prosegue l'esame del provvedimento, rinviato nella seduta di ieri.

Gianfranco CONTE, presidente, ricorda che nella seduta di ieri il relatore ha illustrato il contenuto del provvedimento.

Marco PUGLIESE (PdL), relatore, propone di esprimere parere favorevole sul provvedimento.

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Antonio PEPE (PdL) esprime un giudizio complessivamente positivo sul decreto-legge in esame, sottolineando come esso costituisca uno strumento essenziale per porre in sicurezza i conti pubblici italiani, anche in considerazione delle enormi dimensioni del debito pubblico. In tale contesto gli elementi fondamentali della manovra, costituiti dal contenimento della spesa delle amministrazioni pubbliche, dalla riforma del sistema pensionistico, dalla riduzione degli sprechi nel settore delle invalidità, e nel rafforzamento nella lotta alle frodi fiscali ed a quelle assicurative, appaiono certamente condivisibili, ed in grado di realizzare gli obiettivi di risanamento perseguiti dal Governo.
Per quanto riguarda specificamente le tematiche della lotta all'evasione fiscale, sottolinea con favore come il maggiore coinvolgimento dei comuni in tale settore, previsto dall'articolo 18, consentirà di rafforzare i legami di collaborazione tra gli enti locali e le agenzie fiscali, sia attraverso la previsione dell'istituzione, in ciascun comune, del Consiglio tributario, sia attraverso l'innalzamento della percentuale di gettito riconosciuta a questi ultimi a fronte della loro collaborazione.
Parimenti significative appaiono le disposizioni di cui all'articolo 19, in materia di attivazione dell'anagrafe immobiliare integrata, che consentiranno di incentivare i controlli sull'accatastamento degli immobili, prevedendo anche in tal caso una più stretta collaborazione tra l'Agenzia del territorio ed i comuni. In tale contesto si prevede inoltre un meccanismo di aggiornamento del Catasto che consentirà di recuperare a tassazione numerosissime unità immobiliari attualmente non censite, sia attraverso l'introduzione di specifici obblighi di dichiarazione a carico dei titolari di diritti reali sugli immobili stessi, sia attraverso un apposito monitoraggio dell'Agenzia del territorio, sia mediante l'introduzione dell'obbligo di inserire, negli atti pubblici e nelle scritture private autenticate che abbiano ad oggetto il trasferimento di immobili, i dati relativi all'identificazione catastale degli stessi. In tale ambito auspica che la complessiva revisione del settore possa consentire di introdurre quanto prima un meccanismo di tassazione forfetaria delle locazioni, che avrebbe certamente numerosi effetti positivi, tanto sotto il profilo dell'emersione di materia imponibile, quanto sotto l'aspetto di una maggiore disponibilità sul mercato di immobili in locazione.
Parimenti condivisibili, sul piano della lotta all'evasione, appaiono le disposizioni che riducono a 5.000 euro l'ammontare dei pagamenti effettuabili in contanti, nonché la rivisitazione della disciplina sull'accertamento sintetico.
Con specifico riferimento ai problemi del Meridione, sottolinea come il provvedimento rechi alcune positive misure, quali l'introduzione, prevista dall'articolo 40, di forme di fiscalità di vantaggio per il Mezzogiorno, la previsione, recata dall'articolo 43, di zone a burocrazia zero nel Meridione, nonché le agevolazioni fiscali per il rientro dei ricercatori dall'estero contenute nell'articolo 44.
Ritiene, peraltro, che l'intervento legislativo avrebbe potuto essere migliorato sotto alcuni aspetti, ad esempio eliminando i vincoli residui rispetto all'operatività degli enti previdenziali privati, nonché prorogando le misure di fiscalizzazione dei contributi in favore delle imprese agricole. A tale riguardo si dichiara convinto del fatto che il Governo saprà tenere conto, nei prossimi provvedimenti, di tali esigenze, ribadendo pertanto la propria valutazione positiva sul provvedimento in esame, nonché, in generale, sulla complessiva azione svolta dall'Esecutivo, la quale ha consentito di salvaguardare l'Italia dalle gravi conseguenze che la crisi globale sta determinando in altri Paesi europei.

Sergio Antonio D'ANTONI (PD) rileva la contraddizione insita nella posizione assunta dal Ministro dell'Economia, il quale, dopo aver sostenuto, dinanzi alla Commissione Bilancio, che il Parlamento ha notevolmente contribuito al miglioramento del provvedimento, non consente alla Camera di discutere il merito del

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decreto-legge, ponendo su di esso la questione di fiducia.
Passando al contenuto specifico del decreto, rileva che la maggior parte delle misure di contrasto all'evasione in esso contenute riprendano integralmente norme adottate dal precedente Governo di centro sinistra, che l'Esecutivo, all'inizio di questa legislatura, si era affrettato ad abrogare, considerandole troppo restrittive. In tal modo il Governo ha di fatto ammesso il grave errore compiuto in precedenza, che ha comportato una perdita di gettito quantificata dallo stesso Governo, in sede di relazione tecnica sulle predette misure, in circa 9 miliardi di euro. Si tratta di risorse che equivalgono ad una percentuale rilevante della manovra stessa, e che sono state sostanzialmente pagate dai cittadini.
Tale vicenda dimostra ulteriormente la necessità che l'Esecutivo riveda il proprio atteggiamento, ammettendo la crisi profonda in cui versa l'Italia e ponendo finalmente le condizioni affinché tutte le forze politiche e le parti sociali uniscano le proprie responsabilità, nell'interesse del Paese. Ritiene, infatti, che, di fronte al fenomeno, estremamente preoccupante, dell'assuefazione delle fasce più deboli della popolazione alla crisi, occorra creare un clima nuovo e compiere finalmente una riflessione seria sul rischio di perdere un'intera generazione, di accelerare lo spopolamento sociale e produttivo delle aree più deboli del Paese, nonché di favorire l'ulteriore espansione della criminalità organizzata anche in quelle zone che finora erano rimaste immuni da tali infiltrazioni.
Per quanto riguarda gli aspetti del provvedimento relativi al Mezzogiorno, evidenzia come le norme di cui all'articolo 40, in materia di fiscalità di vantaggio, costituiscano, nella migliore delle ipotesi, una presa in giro, in quanto le Regioni del Sud non hanno le risorse per disporre una riduzione del prelievo IRAP, ma al contrario si trovano nella condizione, a causa dei deficit sanitari, di dover aumentare al massimo l'aliquota di tale imposta. Nella peggiore delle ipotesi, tali misure si trasformeranno in un vero e proprio svantaggio per le aree meridionali, in quanto la carenza di risorse allargherà ulteriormente il divario con le Regioni più ricche, le quali potranno effettivamente ridurre l'imposizione.
Parimenti risibili appaiono le disposizioni dell'articolo 43 relative all'istituzione di zone a burocrazia zero nel Meridione, sia in quanto tali previsioni risultano sostanzialmente analoghe a quelle previste in via generale dal comma 4-bis dell'articolo 49, in materia di segnalazione certificata di inizio attività, sia in quanto, per l'istituzione delle predette aree, si utilizzano le risorse finora preordinate alla creazione delle zone franche urbane, perdendo conseguentemente tale tipologia di agevolazione. Ritiene pertanto che le misure recate da provvedimento in favore del Mezzogiorno abbiano natura esclusivamente propagandistica, laddove sarebbe stato molto più utile reintrodurre lo strumento dei crediti d'imposta per incentivare gli investimenti produttivi e le nuove assunzioni in quell'area del Paese.
Condivide quindi l'esigenza, evidenziata dal deputato Pepe, di prorogare le misure di fiscalizzazione degli oneri contributivi in favore del settore agricolo, utilizzando a tal fine le risorse che invece sono state utilizzate per prorogare il pagamento delle multe per le violazioni al meccanismo delle quote latte perpetrate da un ristretto gruppo di allevatori. Considera tale scelta del tutto scellerata, sia in quanto comporterà l'avvio di un'ulteriore procedura di infrazione nei confronti dell'Italia da parte della Commissione europea, con conseguenti, ingenti oneri per il Paese, sia in quanto ciò comporterà la necessità di adottare un ulteriore condono previdenziale agricolo, a danno di quegli imprenditori agricoli che hanno ottemperato ai propri obblighi.
Esprime comunque la convinzione che le furbizie e le mistificazioni poste in essere dal Governo finiranno per ritorcersi contro di esso, in quanto i cittadini acquisteranno ben presto piena consapevolezza del fatto che non sono state adottate misure per sostenere lo sviluppo del Paese,

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ma solo interventi propagandistici e rischiosi, che in molti casi introducono elementi di grave iniquità, a tutto vantaggio dei ricchi ed a danno delle fasce più deboli della popolazione, che ancora una volta dovranno pagare gli errori della maggioranza.
Esprime quindi un giudizio assolutamente negativo del proprio gruppo sul decreto-legge, preannunciando il voto contrario sulla proposta di parere formulata dal relatore.

Massimo MARCHIGNOLI (PD) osserva preliminarmente come il fatto che il Governo abbia già manifestato l'intenzione di porre la questione di fiducia sul provvedimento in esame elimini in radice ogni illusione circa la possibilità di incidere sulle disposizioni da esso recate, determinando un'ulteriore lesione delle prerogative del Parlamento.
Evidenzia, peraltro, la contraddizione nella quale è incorso il Ministro Tremonti, ricordando come, intervenendo il 6 giugno dinanzi all'Assemblea della Camera sui temi relativi alla crisi greca, egli non avesse fatto alcun cenno alla situazione dei conti pubblici italiani, la quale, invece, era tanto grave da costringere l'Esecutivo a varare, dopo poco tempo, una manovra da circa 25 miliardi di euro.
Esprime quindi un giudizio di assoluta contrarietà sul decreto-legge in esame, adottato dal Governo dopo che il Partito Democratico aveva reiteratamente ed inutilmente sollecitato, non senza avanzare concrete proposte, misure atte ad affrontare in modo concreto e responsabile la crisi economica e sociale nella quale il Paese era precipitato.
Rileva, inoltre, come, anziché cercare di attribuire la responsabilità della manovra all'Unione europea, il Governo avrebbe dovuto intervenire con maggiore tempestività per correggere i conti pubblici, evitando di addossare i costi degli interventi a tal fine necessari sulle categorie a più basso reddito o di ricorrere all'abusata tecnica dei tagli lineari di spesa, proponendo invece, come hanno fatto i Governi degli altri Paesi europei, interventi di sostegno all'economia reale.
Per quanto riguarda, in particolare, il versante fiscale, richiama le nefaste conseguenze prodotte sulle entrate tributarie dall'abrogazione delle disposizioni di contrasto all'evasione approvate dal Governo Prodi, che, se mantenute, avrebbero garantito un gettito tale da consentire di dimezzare l'entità dell'attuale manovra.
Osserva, peraltro, come i lavoratori di ogni settore abbiano cominciato ad inviare all'Esecutivo crescenti segnali di insoddisfazione per la politica economica e sociale da esso attuata nel corso della legislatura, sottolineando come, in tale contesto, la posizione della questione di fiducia sul provvedimento in esame appaia un atto di arroganza nei confronti non soltanto del Parlamento, ma anche dei cittadini.
Rileva, quindi, come i deputati del Partito Democratico abbiano presentato circa quarantacinque proposte emendative al decreto - legge, ventuno delle quali con effetti di carattere finanziario, allo scopo, tra l'altro, di segnalare al Governo - il quale non ha mai mostrato di farsene carico - il tema, cruciale e strategico, dello spostamento del carico fiscale dal lavoro e dalla produzione alle rendite.
Appare infatti necessario, da un lato, sostenere i redditi delle famiglie e dei consumatori, anche per stimolare la crescita della domanda interna, e, dall'altro, dare respiro alle imprese, le quali, oltre ad essere soffocate da un'eccessiva pressione fiscale, incontrano difficoltà anche a reperire il credito necessario per proseguire ovvero per incrementare la propria attività.
Evidenzia, inoltre, come la manovra colpisca in maniera pesantissima, con approccio propagandistico e demagogico, le regioni e gli enti locali, molti dei quali già non sono in condizione di onorare gli impegni assunti con i propri fornitori, ad esempio nei confronti delle cooperative che prestano per loro conto servizi socio-assistenziali.

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Rileva in proposito come anche le misure per assicurare ai comuni una maggior quota del gettito recuperato dalla lotta all'evasione rischiano di rivelarsi in concreto inutili, citando il caso dell'istituzione dell'anagrafe immobiliare integrata, prevista dall'articolo 19, che, pur essendo condivisibile, rischia di non produrre nel breve periodo benefici apprezzabili di gettito per i comuni, la cui situazione finanziaria sarà ulteriormente e, forse, irreparabilmente peggiorata quando il nuovo sistema sarà a regime.
Evidenzia inoltre come l'ispirazione federalista sbandierata dall'Esecutivo risulti palesemente contraddetta da alcune disposizioni contenute nel decreto-legge, quali, ad esempio, quelle relative al finanziamento, con risorse essenzialmente statali, del piano di rientro dall'indebitamento pregresso del Comune di Roma.
Nell'esprimere, pertanto, un giudizio radicalmente negativo sul provvedimento, preannuncia il voto contrario sulla proposta di parere del relatore.

Franco CECCUZZI (PD) giudica inaccettabile il tentativo del Governo e della maggioranza di presentare il decreto-legge in esame come un provvedimento imposto dalla necessità di fronteggiare, secondo modalità concordate a livello europeo, le manovre speculative poste in essere nei confronti dei Paesi dell'Unione europea con più alto deficit pubblico, rilevando, al contrario, come esso sia la naturale conseguenza delle erronee scelte di politica economica compiute nel corso della legislatura dall'Esecutivo, il quale ha sostanzialmente cercato di precostituirsi un alibi per negare le proprie responsabilità.
Richiama, in particolare, le iniziative con le quali l'Esecutivo ha cancellato le misure introdotte dal Governo di centrosinistra per contrastare l'evasione e l'elusione fiscali, nonché il provvedimento in materia di rientro e regolarizzazione dei capitali illecitamente trasferiti all'estero.
Ricorda, altresì, con quanta superficialità il Governo abbia costantemente sottovalutato tanto gli effetti prodotti dalla crisi sull'economia italiana quanto il progressivo e preoccupante decremento delle entrate tributarie, dimostrandosi nel contempo incapace di mantenere sotto controllo la spesa pubblica, cresciuta di ulteriori 4 miliardi di euro nell'ultimo anno.
Evidenzia inoltre come, a differenza dei provvedimenti adottati da altri Paesi europei, il decreto-legge, che sui caratterizza per un'impostazione profondamente iniqua, non rechi misure espansive idonee a stimolare la crescita dell'economia, ritenendo grave che ciò avvenga in un contesto destinato a farsi sempre più critico, atteso che l'anno prossimo si sommeranno gli effetti depressivi già prodotti dalla manovra triennale varata nel 2008 e quelli derivanti dal provvedimento in esame.
Passando a taluni aspetti di dettaglio, sottolinea come le disposizioni in tema di applicazione del pedaggio sulle autostrade e sui raccordi autostradali in gestione diretta della società ANAS, recate dall'articolo 15, oltre a penalizzare i lavoratori pendolari, determineranno un effetto inflattivo ben superiore a quello che sarebbe stato prodotto dall'aumento dell'accisa sulla benzina, di recente proposto dal Partito Democratico per finanziare l'acquisto di nuovo materiale rotabile destinato a soddisfare proprio le esigenze di tale categoria di utenti del trasporto pubblico.
Osserva, quindi, come le disposizioni recate dall'articolo 25 del provvedimento, ai sensi del quale le banche e le Poste Italiane Spa operano una ritenuta a titolo di acconto dell'imposta sul reddito dei beneficiari, all'atto dell'accredito dei pagamenti relativi a bonifici disposti dai contribuenti per beneficiare di oneri deducibili di detrazioni, rischino di creare ulteriori difficoltà alle piccole e medie imprese che operano nel settore della ristrutturazione degli immobili.
Esprime, inoltre, un giudizio assolutamente negativo sull'accordo siglato dall'ANCI con il Governo, che non prevede alcun allentamento dei vincoli imposti dal patto di stabilità interno.
Richiama, altresì, come emblematiche dell'iniquità della manovra, le disposizioni che colpiscono le retribuzioni dei dipendenti

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pubblici, rilevando, peraltro, come i lavoratori dipendenti del settore privato non saranno esenti da penalizzazioni, a causa dei rincari determinati da altre disposizioni recate dal provvedimento.
Preannuncia, quindi, che la propria parte politica, nonostante l'atteggiamento di chiusura dell'Esecutivo, il quale ha già manifestato l'intendimento di porre la questione di fiducia sul provvedimento, si adopererà per introdurre nello stesso disposizioni volte sia a mitigare il carattere iniquo della manovra sia a rilanciare l'economia, ad esempio proponendo di destinare le maggiori entrate derivanti dal contrasto all'evasione fiscale al sostegno dei redditi meno elevati, anche al fine di rilanciare la domanda interna, aumentando le detrazioni per i figli a carico, introducendo la cedolare secca e un contributo straordinario a carico dei soggetti che hanno usufruito del cosiddetto scudo fiscale. In tale contesto, ritiene altresì indispensabile promuovere un programma di liberalizzazioni nei settori dell'energia, del credito e dei farmaci, nonché la ricapitalizzazione dei consorzi di garanzia collettivi fidi.
Nell'auspicare, infine, che i sacrifici richiesti agli italiani non siano vanificati dall'atteggiamento del Governo preannuncia il voto contrario sulla proposta di parere del relatore.

Ivano STRIZZOLO (PD), nel richiamare le considerazioni espresse oggi dal Ministro Tremonti circa l'utilità dell'esame parlamentare del provvedimento, evidenzia come tale affermazione si ponga in aperta contraddizione con la ventilata intenzione del Governo di porre la fiducia sul testo approvato dal Senato, auspicando al riguardo un ripensamento.
Passando al merito del provvedimento, contesta la tesi secondo cui i sacrifici imposti dalla manovra sarebbero imposti da obblighi europei, rilevando, come il decreto-legge non sia in realtà finalizzato ad avviare un reale processo di crescita economica, ma solo a tranquillizzare i mercati finanziari internazionali, in vista della prossima scadenza di una significativa aliquota dei titoli del debito pubblico.
Rileva, inoltre, come il Governo riconosca, implicitamente, l'errore di aver finora negato i gravi problemi economici in cui versa il Paese, ritrovandosi ora costretto ad adottare affannosamente interventi correttivi per tentare di evitare l'esplodere di una crisi finanziaria che potrebbe risultare ancora più grave di quella che ha colpito altri Paesi europei. In tale contesto sottolinea come le radici di tale attuale situazione di difficoltà finanziaria siano principalmente legate agli errori di valutazione compiuti all'inizio della legislatura dall'Esecutivo, il quale ha disperso circa 7 miliardi di euro, pari a circa un terzo della manovra in discussione, per salvaguardare la cosiddetta italianità dell'Alitalia, nonché per ottemperare all'impegno, demagogicamente assunto in campagna elettorale, di abolire l'ICI sulla prima casa.
In ogni caso, le misure di risparmio recate dal decreto-legge appaiono incomplete e provvisorie, come testimoniano le numerose perplessità avanzate sui reali effetti di molte disposizioni, nonché sulla loro equità. A tale riguardo cita il caso dell'articolo 25, il quale, assoggettando ad una ritenuta del 10 per cento i pagamenti effettuati mediante bonifici disposti dai contribuenti per beneficiare di deduzioni o detrazioni, rischia di interrompere quel circolo virtuoso avviato con l'introduzione, operata dai governi di centro sinistra, delle detrazioni fiscali per gli interventi di ristrutturazione e di efficientamento energetico degli edifici, che aveva generato effetti positivi sia sotto il profilo del gettito, sia sotto quello della riduzione delle emissioni nocive.
Tali scelte scellerate risultano ancora più gravi, laddove si considerino gli enormi vantaggi che sono stati concessi agli evasori dalla normativa per il rientro e la regolarizzazione delle attività illecitamente detenute all'estero.
In altri casi, alcune delle norme fiscali recate dal provvedimento risultano viziate da incostituzionalità, ad esempio laddove

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rinviano a successivi atti normativi di rango secondario la determinazione del prelievo sulle imprese.
Parimenti censurabili appaiono le disposizioni di cui ai commi da 5-bis a 5-sexies dell'articolo 55, in materia di corsi di formazione per la diffusione dei valori e della cultura della pace e della solidarietà internazionale tra i giovani, le quali, al di là del loro discutibile contenuto, comporteranno un onere complessivo di circa 20 milioni di euro, a fronte di una dinamica complessiva del debito pubblico che ne ha comportato l'incremento di 65 miliardi nell'arco di un solo anno, a conferma dell'assoluta insufficienza delle altre manovre finanziarie già adottate dal Governo nel corso della legislatura.
Sottolinea quindi come il provvedimento in esame non realizzi nessuno degli obiettivi cui deve tendere il Paese: maggiore crescita economica, maggiore equità fiscale e sociale e risanamento dei conti pubblici, esprimendo al riguardo la forte preoccupazione che saranno purtroppo necessari a breve ulteriori interventi correttivi.
Nell'esprimere un giudizio nettamente contrario sul provvedimento rivendica l'azione costruttiva svolta dal suo gruppo, il quale ha presentato un insieme qualificato di proposte emendative volte a migliorare il testo, le quali non potranno, tuttavia, molto probabilmente essere discusse a causa della posizione della questione di fiducia.

Francesco BARBATO (IdV) ricorda di aver più volte sottolineato il grave stato di tensione sociale in cui versa attualmente il Paese, che rischia di tramutarsi ormai in una vera e propria ribellione nei confronti delle istituzioni, come testimoniato dai drammatici episodi di protesta verificatisi a Napoli negli ultimi giorni.
In tale contesto occorre che i provvedimenti economici adottati dal Governo lancino segnali di novità, nel senso indicato dal gruppo dell'IdV, il quale ha formalizzato una vera e propria contromanovra di 64 miliardi di euro, volta a privilegiare il rigore nella gestione della cosa pubblica, evitando al tempo stesso gli effetti depressivi sull'economia che saranno necessariamente determinati dal decreto-legge in esame.
A tale proposito ritiene innanzitutto indispensabile colpire i protagonisti delle varie cricche che si annidano nel mondo politico, ad esempio prevedendo aggravi di tassazione nei confronti di coloro che si sono avvalsi, a condizioni estremamente favorevoli, della normativa sullo scudo fiscale, la quale ha molto spesso riguardato capitali di provenienza illecita. Inoltre, occorre ridurre le spese inutili di molti organismi pubblici, quali le Province, che attualmente pesano sulle finanze pubbliche per circa 18 miliardi di euro, in particolare riducendo gli oneri degli uffici di diretta collaborazione degli organi politici.
Tali proposte dimostrano la cultura di governo del gruppo dell'IdV, il quale si rende pienamente conto della difficile situazione economica internazionale e richiede, in tale contesto, che il Parlamento abbia la possibilità di collaborare alla definizione di risposte risolutive ai problemi del Paese.
Dà quindi atto al Ministro dell'Economia di avere adottato, in alcuni casi, misure condivisibili sotto il profilo della riduzione della spesa pubblica improduttiva, aiutando le Regioni del Sud a superare l'illusione di poter sopravvivere grazie ai trasferimenti pubblici, incentivando al contrario la responsabilizzazione delle amministrazioni locali, nello spirito autentico di quel federalismo fiscale cui l'IdV ha dato il suo convinto appoggio, e superando tutti i fenomeni politici deteriori che hanno caratterizzato, in questi ultimi anni, la vita politica di quelle Regioni.
In tale prospettiva, non ritiene accettabile che i cittadini del Mezzogiorno siano chiamati indiscriminatamente a pagare il prezzo delle colpe e degli errori commessi da alcuni amministratori, paventando il rischio che il combinato disposto della manovra finanziaria e del disegno di legge sulle intercettazioni, attualmente in discussione alla Camera, abbia effetti devastanti per il Paese.

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Sulla scorta di tali considerazioni esprime la ferma opposizione del proprio gruppo al decreto-legge in esame, dichiarando pertanto il voto contrario sulla proposta di parere del relatore.

Silvana Andreina COMAROLI (LNP) esprime la valutazione favorevole del proprio gruppo sul provvedimento in esame, sottolineando come l'intervento correttivo adottato dal Governo sia stato reso indispensabile dalle vicende della crisi economica e finanziaria globale e dalla conseguente riduzione delle entrate, che rischiava di porre in discussione gli equilibri finanziari di un Paese, l'Italia, gravato da un imponente ammontare di debito pubblico.
Ritiene, peraltro, che il Governo abbia dimostrato piena consapevolezza dell'esigenza di adottare anche misure per il sostegno dell'economia, ritenendo che esse saranno certamente adottate quanto prima.
Dichiara pertanto il voto favorevole del proprio gruppo sulla proposta di parere del relatore.

Maurizio BERNARDO (PdL) esprime la piena condivisione del proprio gruppo sul provvedimento, dichiarando il voto favorevole sulla proposta di parere del relatore.

Marco PUGLIESE (PdL), relatore, nel ringraziare tutti i colleghi intervenuti nel corso del dibattito sul provvedimento, che ha consentito, anche grazie al contributo dei gruppi di opposizione, di affrontare tutti i principali argomenti oggetto dell'intervento legislativo, rileva tuttavia come molti dei rilievi espressi dai deputati di opposizione appaiano viziati da un'impostazione demagogica, la quale non consente loro di comprendere la stringente necessità che ha imposto al Governo di adottare il decreto-legge.
Ritiene, inoltre, che il provvedimento si ponga in piena coerenza con l'impostazione di politica economica seguita dall'Esecutivo lungo l'arco della legislatura, rilevando come la maggioranza saprà certamente farsi carico delle esigenze di sviluppo della Nazione, in particolare delle Regioni meridionali, nell'interesse complessivo del Paese, ed al fine di rafforzarne la posizione nel contesto europeo.

La Commissione approva la proposta di parere del relatore.

La seduta termina alle 17.35.