CAMERA DEI DEPUTATI
Martedì 13 luglio 2010
351.
XVI LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Commissioni Riunite (III e IV)
COMUNICATO
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SEDE REFERENTE

Martedì 13 luglio 2010. - Presidenza del presidente della IV Commissione, Edmondo CIRIELLI, indi del vicepresidente della IV Commissione, Francesco Saverio GAROFANI. - Intervengono il sottosegretario di Stato per la difesa, Giuseppe Cossiga, e il sottosegretario di Stato per gli affari esteri, Alfredo Mantica.

La seduta comincia alle 11.40.

DL 102/2010: Proroga degli interventi di cooperazione allo sviluppo e a sostegno dei processi di pace, di stabilizzazione e delle missioni internazionali delle Forze armate e di polizia.
C. 3610 Governo.

(Seguito dell'esame e rinvio).

Le Commissioni proseguono l'esame del provvedimento in titolo, rinviato nella seduta dell'8 luglio 2010.

Il sottosegretario Alfredo MANTICA ribadisce la convinta impostazione multilaterale che caratterizza l'impegno dell'Italia nel mantenimento della pace e nella ricostruzione delle aree di crisi e che ha accresciuto la credibilità internazionale del nostro Paese. Sottolinea la marcata valenza politica degli interventi che sviluppano di pari passo azione civile ed azione militare in un'ottica integrata ed amalgamata che ha nel tempo delineato un vero e proprio modello italiano nelle operazioni di pace.
Nel richiamare la cadenza semestrale delle autorizzazioni di spesa, conferma la disponibilità del Ministero degli affari esteri a riferire al Parlamento ogni qual volta sia richiesto sui contesti politici di ciascuna missione.
Evidenzia quindi come la missione in Afghanistan costituisca il più importante banco di prova per la comunità internazionale ed in particolare per la NATO, anche in relazione all'elaborazione del suo nuovo concetto strategico. Rileva l'importanza dell'imminente conferenza di Kabul il prossimo 20 luglio che seguirà quella di Londra e rafforzerà il processo della cosiddetta «afghanizzazione», vale a dire della transizione della sicurezza, dell'autogoverno e dello sviluppo, secondo cui la missione internazionale si incentrerà su forme di accompagnamento, assistenza ed addestramento, anche con il nuovo comandante Petraeus. Menzionando la visita

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recente a Kabul e ad Islamabad di una delegazione della Commissione affari esteri, ricorda l'apprezzamento generale riscosso dall'Italia per il suo impegno nell'area. Auspica invece una più incisiva azione dell'Unione europea, il cui Piano per l'Afghanistan e il Pakistan ha recepito molte indicazioni italiane. Tra i vari interventi per l'Afghanistan, cita la convenzione con la RAI per lo sviluppo dei locali mezzi di comunicazione, l'assistenza formativa nel settore giudiziario, nella diplomazia, nella pubblica amministrazione, nonché la collaborazione con la Banca d'Italia e la Guardia di Finanza. Con riferimento al Pakistan, dà atto al governo di Islamabad dell'efficace contrasto ai talebani nelle zone di confine, ribadendo l'appoggio politico-strategico dell'Italia, oltre al sostegno finanziario per la conversione del debito, che sarà confermata a metà ottobre a Bruxelles nella riunione del Gruppo degli Amici del Pakistan democratico.
Passando al Libano, sottolinea positivamente i progressi nel controllo della parte meridionale da parte delle autorità libanesi ed esprime apprezzamento per la tempestività di intervento di UNIFIL che ha sinora evitato che vi fosse alcun nuovo attacco nei confronti di Israele. Nel precisare i termini dell'impegno italiano, che ammonterà nel secondo semestre a 1.780 unità oltre all'esercizio fino a tutto settembre del comando navale, rimarca come l'Italia sia il secondo paese donatore ed abbia un ruolo di apri-pista. Evidenzia, in particolare, l'importanza del nostro contributo al funzionamento del tribunale internazionale per l'assassinio di Rafiq Hariri.
Quanto ai Balcani, richiama l'impegno di ampio respiro dell'Italia per la piena integrazione euro-atlantica della regione, che è stato ulteriormente riconfermato nel vertice di Sarajevo all'inizio di giugno. Auspica poi la liberalizzazione dei visti entro l'anno per Albania e Bosnia-Erzegovina. Ritiene in proposito importante l'iniziativa italiana per la costituzione di una macro-regione adriatico-jonica su cui si dichiara pronto a riferire quanto prima al Parlamento nel dettaglio. Manifesta comunque viva preoccupazione per la situazione in Bosnia-Erzegovina, in quanto le elezioni del prossimo ottobre potrebbero vedere l'affermazione dei partiti identitari esponenziali delle tre comunità etniche. Quanto alla missione KFOR, ribadisce il passaggio dalla funzione di controllo del territorio a quella di presenza sul territorio stesso, anche in virtù dell'accresciuto ruolo della polizia kosovara. Confida che l'imminente sentenza della Corte dell'Aja non pregiudichi l'avviato processo relativo allo status del Kosovo in attuazione del piano Ahtisaari, rilevando positivamente la partecipazione dei serbi delle province centro.meridionali.
Fra le altre priorità, si sofferma sulla difficile situazione dello Yemen, su cui convergono diversi fattori di destabilizzazione: terrorismo, pirateria, povertà, immigrazione somala, conflittualità tribale. Ricorda lo sforzo della comunità internazionale che ha dato vita al Gruppo degli Amici dello Yemen, ma richiama l'esigenza di una responsabilizzazione a livello regionale dell'Arabia saudita, della Lega araba, del Consiglio di cooperazione del Golfo. Venendo alla Somalia, ricorda altresì la priorità storica del Corno d'Africa per l'Italia. Esprime quindi viva preoccupazione per la diffusione del fondamentalismo che ormai prevale sulla tradizionale laicità dello Stato somalo e che proprio recentemente si è reso responsabile dei tragici attentati in Uganda. Analoga preoccupazione manifesta per l'Eritrea, da cui partono notevoli flussi migratori sulla spinta di un regime ormai dittatoriale. Ribadisce poi l'attenzione dell'Italia per tutta l'area IGAD ed in particolare per il Sudan anche in vista del referendum del gennaio 2011 sulla secessione del Sud.
Sotto il profilo dell'impegno multilaterale, evidenzia come l'Italia sia il paese occidentale che impegna il maggior numero di «caschi blu» dal 2006. Auspica in particolare che l'ONU accresca la cooperazione con le organizzazioni regionali e soprattutto con l'Unione Africana. Richiama quindi l'importanza dei fondi fiduciari della NATO sia in Afghanistan che

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in Iraq, oltre che nella lotta alla pirateria. Rinnova il sostegno italiano all'OSCE che si riunirà a breve ad Almaty per valutare la nuova architettura della sicurezza europea sotto presidenza kazaka. Quanto alle missioni UE, nell'ambito della Politica di sicurezza e difesa comune (PSDC), segnala come l'Italia sia il secondo contributore dopo la Francia con quasi duemila unità.
Accenna infine, nelle norme sul regime degli interventi di cooperazione, alla necessità della proroga di un anno dei contratti degli esperti, fatta salva l'introduzione per la prima volta di un limite d'età.

Franco NARDUCCI (PD) chiede chiarimenti sulla decisione relativa alla riduzione delle risorse destinate agli interventi di cooperazione allo sviluppo nel Corno d'Africa e in Libano che rappresentano aree prioritarie per la politica estera dell'Italia.

Federica MOGHERINI REBESANI (PD), nel ringraziare il sottosegretario Mantica per la consueta precisione e ricchezza di informazioni fornite, rileva come vi sarebbe bisogno di più occasioni per affrontare in sede parlamentare il merito delle diverse missioni. Ponendo quindi innanzitutto una questione di metodo, ricorda come ogni sei mesi - nella migliore delle ipotesi - il Parlamento si trovi a dover ratificare delle decisioni di spesa assunte dal Governo relative alle singole missioni internazionali, senza poter tuttavia entrare nel merito delle strategie degli obiettivi che riguardano le missioni stesse. Lamenta quindi una mancanza di strumenti parlamentari per poter intervenire efficacemente e in modo organico su questi aspetti anche al fine di consentire alle truppe di operare in una cornice di maggiore certezza. Ricorda al riguardo che le Commissioni riunite Esteri e Difesa, pur avendo avviato ormai da diverso tempo l'esame in sede referente di alcune proposte di legge volte ad introdurre una legge quadro sulle missioni internazionali che potrebbe almeno in linea di principio risolvere i problemi dianzi segnalati, negli ultimi due mesi hanno dedicato a tale argomento soltanto poche sedute.
Ricorda altresì come, nel corso dell'esame del disegno di legge di conversione del decreto-legge n. 1 del 2010, recante proroga della partecipazione italiana a missioni internazionali per il primo semestre 2010, l'Assemblea della Camera abbia approvato un ordine del giorno volto ad impegnare il Governo ad adottare iniziative per l'introduzione della citata disciplina quadro, senza che a questo atto di indirizzo abbia fatto seguito un impegno concreto da parte dell'Esecutivo e della maggioranza per accelerare l'iter legislativo delle citate proposte di legge. Venendo ora all'esame delle singole missioni, per quanto riguarda l'Afghanistan fa presente come l'incremento del contingente militare italiano fosse già stato preannunciato e discusso in occasione della proroga della partecipazione italiana a missioni internazionali per il primo semestre 2010. Analoghe considerazioni formula in merito alla partecipazione italiana alle missioni nei Balcani e al decremento subito dal contingente italiano in tale teatro operativo.
Lamenta inoltre una riduzione delle risorse destinate alla cooperazione generalizzata a tutti i teatri operativi, nonostante le affermazioni di principio formulate dal Governo in numerose occasioni che sembrerebbero andare in tutt'altra direzione. Si tratta di un fenomeno che, a suo avviso, non risulta coerente con gli obiettivi che dovrebbero caratterizzare la presenza italiana nei diversi teatri operativi, posto che su tali obiettivi incide non solo l'elemento militare ma anche quello civile impegnato nella ricostruzione del tessuto sociale. Sottolinea come la citata riduzione delle risorse faccia il paio con il decremento delle risorse destinate dalla legge finanziaria 2010 alla cooperazione allo sviluppo.
Inoltre, chiede chiarimenti al Governo in merito all'istituzione prevista dal presente provvedimento di una task force

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presso il Ministero degli affari esteri, collocata al di fuori della direzione generale per la cooperazione allo sviluppo.
Per quanto riguarda i profili di competenza della Commissione Difesa evidenzia una diminuzione del ruolo della guardia di finanza in tutti i teatri operativi, ivi compresi quelli in cui vi sarebbe bisogno di un maggiore concorso della Guardia di finanza per il controllo delle frontiere e per l'addestramento delle Forze di polizia locali. Per quanto riguarda le missioni nei Balcani, nel segnalare la mancanza di risorse per la cooperazione, ricorda come in merito alla diminuzione delle truppe in Bosnia-Erzegovina la Commissione Difesa abbia già avuto modo di svolgere alcuni approfondimenti e che riguardo alla missione in Kosovo il sottosegretario Cossiga, rispondendo ad un atto sindacato ispettivo, ha già evidenziato come l'Italia per problemi di budget non abbia potuto assumere il comando della missione. Auspica comunque che in tale regione vi sia un maggiore impegno italiano considerata la situazione di instabilità che continua a caratterizzare l'intera area. Infine, chiede al Governo elementi di informazione in merito alla partecipazione italiana alla missione in Sudan.

Mario BARBI (PD) rileva che il provvedimento in esame stanzia, relativamente ad un solo semestre, risorse per interventi di cooperazione pari a circa il 10 per cento di quanto stabilito per tali interventi dalla legge finanziaria per il 2010. Al riguardo osserva che sarebbe preferibile non ricorrere a rifinanziamenti parziali nel corso di un esercizio finanziario, peraltro a destinazione vincolata, ma assicurare risorse certe sin dall'inizio dell'anno. Ritiene infatti che l'attività di cooperazione necessiti di una pianificazione generale, in considerazione del fatto che la prevedibilità rappresenta una condizione necessaria per assicurarne l'efficacia.

Il sottosegretario Alfredo MANTICA, replicando ai deputati intervenuti, ritiene che stanziamenti aggiuntivi per la cooperazione, come quelli disposti dal decreto-legge in titolo, rappresentino sempre un fatto positivo, osservando in proposito che il concetto di cooperazione si va modificando e che accanto alle risorse indicate dall'onorevole Barbi, relative agli interventi bilaterali, vanno considerate le iniziative multilaterali.
In relazione alle osservazioni dell'onorevole Mogherini Rebesani rileva che le politiche da seguire nei confronti del continente africano meritino un approfondimento, ritenendo personalmente preferibile, rispetto ad interventi condizionati dall'emergenza o ad aiuti limitati ai Paesi «virtuosi», un approccio che veda l'Africa non solo come beneficiaria di aiuti a dono ma come un'opportunità di investimento per gli investitori italiani. In tal modo si eviterebbe di lasciare campo libero ad una politica di intervento, come quella cinese, che non aiuta i progressi nel campo della tutela dei diritti umani o della democrazia. Osserva peraltro che l'organizzazione del campionato mondiale di calcio appena concluso abbia rappresentato un indubbio successo per il Sudafrica e tutto il continente.
Insieme all'Aghanistan e al Libano sottolinea che i Balcani occidentali rappresentano una delle priorità della politica estera italiana. In Kosovo si registrano progressi in maniera più lenta del previsto e occorre in ogni caso agire con grande equilibrio, in ragione della nostra amicizia con la Serbia e dei progressi compiuti da tale Paese verso l'integrazione europea, come dimostra la risoluzione di condanna della strage di Srebrenica approvata dal Parlamento serbo. Quanto agli stanziamenti a favore dell'Iniziativa Adriatico Jonica, pur non trattandosi di una missione all'estero, essa costituisce un forum di grande importanza per la gestione dei rapporti con i Paesi che appartengono a tale macro-regione.
In risposta all'onorevole Narducci, sottolinea come in Somalia sia difficile spendere risorse per attività di cooperazione a causa della difficile situazione del Paese e che in ogni caso per gli interventi umanitari

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si deve, in qualche modo, trovare un'intesa con le milizie che controllano porzioni di territorio.
In conclusione dichiara la disponibilità del Governo a riferire in Parlamento sulla situazione dei Balcani occidentali con particolare riferimento alle iniziative regionali alle quali l'Italia partecipa, ovvero l'Iniziativa Adriatico Jonica e l'Iniziativa Centroeuropea.

Il sottosegretario Giuseppe COSSIGA, per quanto riguarda la missione in Darfur nel Sudan, a cui faceva riferimento la deputata Mogherini Rebesani, sottolinea come si tratti di una missione mista dell'Unione Africana e delle Nazioni Unite, alla quale l'Italia partecipa nelle attività propedeutiche all'avvio della missione stessa come, ad esempio, il supporto logistico. I relativi fondi sono sempre stati stanziati in funzione di tali attività, tuttavia il reale avvio della missione è legato alla fattiva collaborazione del Governo sudanese, che deve fornire i visti di ingresso per il personale militare, in mancanza dei quali la missione non può essere avviata. Rimane pertanto questo margine di ambiguità da parte del Governo sudanese che, evidentemente, non rinnega la missione, ma poi all'atto pratico non collabora fattivamente per l'avvio della stessa. Pertanto gli stanziamenti originariamente destinati a tale missione vengono inevitabilmente riallocati per altre finalità. Per quanto riguarda le altre osservazioni della deputata Mogherini Rebesani, nel segnalare come in merito ad alcuni specifici aspetti vi siano da parte del Governo differenti valutazioni politiche rispetto a quelle espresse dalla stessa deputata, ribadisce quanto già affermato dal Governo in sede di risposta ad atti di sindacato ispettivo ossia la volontà dell'Esecutivo di continuare a giocare un ruolo di primo piano in Kosovo, assumendo il comando della rinforzata zona nord, che include l'ex regione nord e l'ex regione ovest, diversamente affermato dalla stessa deputata Mogherini Rebesani secondo la quale il Governo non ha voluto assumere il comando della missione che KFOR.
Fa presente inoltre come problemi interpretativi possano nascere qualora, sulla base delle singole autorizzazioni di spesa, si intendano estrapolare decisioni di carattere più ampio, come ad esempio nel caso dell'impegno della Guardia di finanza nei vari teatri operativi. Segnala infatti che se è vero che le risorse destinate al pagamento dell'indennità di missione per il personale della Guardia di finanza possono apparire diminuite, è al contempo vero che tale diminuzione si verifica perché sono cambiati gli stati di avanzamento delle singole missioni - peraltro numerosissime - a cui il personale medesimo partecipa. L'evoluzione dell'iter formativo di queste missioni, infatti, fa sì che il personale della Guardia di finanza presente in teatro possa diminuire senza che ne risenta negativamente né il livello di partecipazione dell'Italia né il contributo offerto dalla Guardia di finanza. È evidente comunque che, stante il livello piuttosto contenuto delle autorizzazioni di spesa, anche una minima variazione della presenza di personale in teatro provoca degli effetti sui costi molto importanti.

Enrico PIANETTA (PdL) sottolinea che la crescente presenza italiana nelle missioni internazionali contribuisce al prestigio del nostro Paese, come testimonia anche la recente intervista del Presidente Obama ad un giornale italiano, rilevando come la politica estera italiana rappresenti il Paese nel suo complesso e non solo la sua maggioranza governativa.
Nella lotta al terrorismo globale appare strategico affrontare la difficile situazione in Afghanistan e Pakistan. In Afghanistan occorre indebolire i talebani rafforzando nello stesso tempo le forze di sicurezza locali ed aumentando le attività di cooperazione. Manifesta viva apprensione per il ruolo svolto dall'Iran nella regione ed auspica il raggiungimento di risultati concreti nel corso della conferenza prevista a Kabul per il prossimo 20 luglio.
Esprime infine preoccupazione per la funzionalità dell'unita tecnica per la cooperazione in considerazione della riduzione del numero degli esperti a causa del

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mancato rinnovo di taluni contratti sulla base dell'introduzione del limite di età.

Federica MOGHERINI REBESANI (PD) chiede chiarimenti circa la mancata assegnazione alla Direzione generale per la cooperazione allo sviluppo della gestione della task force per il Pakistan.

Il sottosegretario Alfredo MANTICA precisa che la proroga dei contratti degli esperti addetti all'unita tecnica è volta a garantire la continuità degli adempimenti previsti dalla legislazione in materia e che l'introduzione del limite di età sana un'incongruenza non più sostenibile sul piano amministrativo.
Quanto alle osservazioni dell'onorevole Mogherini Rebesani sull'utilizzazione di una task force specifica per l'utilizzo delle risorse per la cooperazione stanziate dal provvedimento in esame, rileva che essa discende dalla nuova organizzazione del Ministero in corso di implementazione che tra l'altro privilegia un approccio unitario in relazione alle aree di crisi.

Edmondo CIRIELLI, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, ricorda che il termine per la presentazione degli emendamenti sul decreto-legge in esame - come stabilito dall'Ufficio di presidenza, integrato dai rappresentanti dei gruppi, delle Commissioni riunite III e IV - è fissato per la giornata odierna, alle ore 16. Rinvia, quindi, il seguito dell'esame ad altra seduta.

La seduta termina alle 13.