CAMERA DEI DEPUTATI
Giovedì 8 luglio 2010
350.
XVI LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Commissioni Riunite (III e IV)
COMUNICATO
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SEDE REFERENTE

Giovedì 8 luglio 2010. - Presidenza del presidente della III Commissione, Stefano STEFANI. - Interviene il sottosegretario di Stato per la difesa, Guido Crosetto.

La seduta comincia alle 9.

DL 102/2010: Proroga degli interventi di cooperazione allo sviluppo e a sostegno dei processi di pace e di stabilizzazione, nonché delle missioni internazionali delle Forze armate e di polizia e disposizioni per l'attivazione del Servizio europeo per l'azione esterna e per l'Amministrazione della Difesa.
C. 3610 Governo.

(Esame e rinvio).

Le Commissioni iniziano l'esame del provvedimento in titolo.

Stefano STEFANI, presidente e relatore per la III Commissione, ricorda che, secondo quanto convenuto in sede di ufficio di presidenza, integrato dai rappresentanti dei gruppi, l'esame preliminare del provvedimento in titolo proseguirà nella giornata di martedì 13 luglio e, ove non concluso, nella mattinata di mercoledì 14 luglio, fermo restando il termine per la presentazione degli emendamenti fissato alle ore 16 di martedì prossimo. Gli emendamenti saranno quindi esaminati mercoledì stesso per trasmettere il testo alle Commissioni competenti in sede consultiva. Il mandato sarà conferito pertanto nella giornata di giovedì 15 luglio.
Passando all'illustrazione del decreto-legge, segnala che esso costituisce ormai da alcuni anni un momento centrale nei dibattiti parlamentari sulla nostra politica estera ed ha permesso di stabilizzare una significativa convergenza tra le forze politiche sul nostro impegno internazionale nelle aree di crisi del pianeta.
Sottolinea che, in un quadro internazionale segnato da profonde incertezze, è più importante che mai cercare di preservare alcuni «punti fermi», quali la nostra partecipazione ai processi di pace e di stabilizzazione democratica, la convinta adesione alle organizzazioni regionali, il consolidamento del ruolo del nostro Paese nel sistema delle Nazioni Unite. Oggi è però necessario un più ampio dibattito

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politico sulle nuove sfide - e sui nuovi oneri - che gravano sulla proiezione internazionale del nostro Paese.
È comunque positivo che, a differenza dello scorso anno, sia stato possibile rispettare la cadenza semestrale e non limitare a quattro mesi la proroga delle autorizzazioni di spesa.
Rileva preliminarmente che l'entità complessiva degli stanziamenti ammonta a circa 700 milioni di euro ed è sostanzialmente in linea con quella del primo semestre, scontate le imputazioni di spesa a carattere annuale. Risulta altresì confermato l'equilibrio tra le risorse assegnate alla parte civile ed a quella militare, salvo aggiustamenti interni, tra cui segnala negativamente una decurtazione ai fondi per gli interventi di cui al comma 1 dell'articolo 2, ovvero per l'Iraq, il Libano, il Pakistan, il Sudan e la Somalia.
Quanto alla copertura, con successivi provvedimenti, quali da ultimo la manovra all'esame del Senato, il Fondo Missioni della legge finanziaria è stato reintegrato sino alla definizione dell'ammontare richiesto.
Venendo ai profili di competenza della III Commissione, ritiene opportuno circoscrivere l'analisi agli scenari geo-politici che vedono una significativa presenza di contingenti italiani e che destano maggiore preoccupazione.
In primo luogo l'Afghanistan, dove sarà operativo nel secondo semestre dell'anno, secondo quanto previsto dal decreto-legge in titolo, un contingente di 3.970 uomini.
Il Paese - come ha avuto modo di constatare direttamente nel corso di una missione a Kabul svoltasi pochi giorni fa - vive una fase molto difficile, stretto tra la necessità d'intraprendere, da parte della comunità internazionale, una qualche forma di exit strategy, che non può essere rimandata ancora per molto, e la volontà di democratizzarsi, anche in virtù dei processi di riconciliazione e reintegrazione degli oppositori avviati dal presidente Karzai. La nuova leadership del generale Petraeus, che ha sostituito il comandante McChrystal, è perciò chiamata ad assolvere ad un'enorme responsabilità, anche se è necessario il contributo di tutti i componenti della coalizione perché migliori il quadro politico-strategico afgano. Richiamando la missione recentemente svolta in Afghanistan, segnala che anche in occasione dell'incontro con il generale Parker è emerso come una questione decisiva per l'esito positivo della missione sia quella dell'addestramento delle forse armate e di sicurezza afgane.
Il decreto-legge prevede un sostanzioso pacchetto d'interventi nell'area afgana: dall'erogazione del contributo italiano alla Banca Mondiale per l'Afghanistan Reconstruction Trust Fund (ARTF), al sostegno ai programmi antitubercolosi dell'Organizzazione Mondiale della Sanità nella provincia di Herat fino alla partecipazione al progetto dell'UNESCO per il restauro della cinta muraria della città di Ghazni.
Per quanto riguarda il canale bilaterale, il provvedimento dispone il finanziamento di programmi nazionali afgani nel settore dello sviluppo rurale e infrastrutture stradali nella regione Ovest e ad Herat ed ulteriori interventi nel settore sanitario, della giustizia, dell'imprenditoria femminile ed in quello della pianificazione urbana.
Il decreto-legge autorizza inoltre la spesa per l'attuazione e l'ampliamento della convenzione stipulata tra la Presidenza del Consiglio dei Ministri-Dipartimento per l'informazione e l'editoria, la RAI-Radiotelevisione italiana s.p.a. e la NewCo RAI International, per rappresentare e promuovere l'impegno dei contingenti nelle attività di peacekeeping in Afghanistan, attraverso la diffusione di materiale audiovisivo ed azioni di divulgazione a mezzo stampa.
Nel corso della citata missione - che ha toccato anche il Pakistan - segnala come le iniziative italiane di consolidamento della cooperazione civile registrino un forte consenso sia da parte NATO che da parte delle autorità locali. È quindi assai opportuna la riconferma del finanziamento alla missione di stabilizzazione economica, sociale ed umanitaria, una vera e propria task force per l'area di frontiera tra il Pakistan e l'Afghanistan.

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Strettamente connesse agli interventi per l'Afghanistan appaiono le misure a favore della società pakistana, volte a sostenere il miglioramento delle condizioni socio-economiche nelle aree tribali ed a promuovere un impegno delle organizzazioni non governative e delle università italiane in programmi di cooperazione. Proprio a tale proposito, numerosi esponenti politici pakistani - che ha potuto incontrare nel corso della missione - hanno sollecitato un più forte impegno dell'UE e dell'Italia nel campo dell'educazione delle giovani generazioni che rischiano di essere indottrinate nelle scuole coraniche.
Per quanto riguarda l'Iraq, sono previsti, tra l'altro, interventi per contribuire alle attività dell'agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati (UNHCR) e per iniziative a favore del settore agricolo e di quello sanitario. Assume altresì rilievo il finanziamento per assicurare la partecipazione italiana ai Fondi fiduciari dell'Alleanza atlantica destinati alla formazione della polizia irachena ed alla lotta alla pirateria al largo delle coste somale.
In relazione al Libano - dove il nostro contingente si attesterà nel secondo semestre, in media, sulle 1.780 unità - si prevedono interventi sul canale multilaterale destinati al sostegno all'UNICEF a favore dei minori bisognosi di maggior tutela e al Programma delle Nazioni Unite per lo Sviluppo (UNDP) per la prevenzione e gestione delle emergenze naturali.
Venendo ai processi di stabilizzazione nei Balcani occidentali, sottolinea positivamente l'avvio del processo di ratifica dell'Accordo di Stabilizzazione ed Associazione con la Serbia, che auspica possa essere iniziato dal nostro Paese.
Il ruolo italiano è stato molto significativo e si è concretizzato in una presenza assai rilevante delle Forze armate e di polizia italiane ed in un continuo e motivato sostegno ai progetti d'integrazione comunitaria della Serbia e di tutti gli altri Stati dell'area che non deve venire meno di fronte ad alcuni perduranti fattori d'incertezza.
Si riferisce ad esempio al nodo dello status del Kosovo per il quale si attende, per la fine del mese, la sentenza della Corte internazionale di giustizia dell'Aja e, correlativamente, alla difficile situazione della componente serba nell'area kosovara che si vede la propria presenza ed il proprio patrimonio storico-religioso sotto continua minaccia da parte degli estremisti kosovari. Un importante momento di pacificazione, in questa prospettiva potrà essere rappresentato dalla cerimonia di intronizzazione del nuovo patriarca serbo-ortodosso, Irinej, prevista il prossimo 3 ottobre a Pec, cuore religioso di tutta la regione.
In tale ottica, desterà senz'altro viva preoccupazione la scelta di una riduzione del nostro contingente in quell'area che, a partire dal 1o novembre, dovrebbe passare da 1.125 a sole 650 unità. Segnala che il Ministro della difesa è intervenuto al riguardo assicurando il prosieguo dell'impegno a difesa dei monasteri ortodossi presenti su tutto il territorio kosovaro.
Il decreto-legge garantisce inoltre la continuità nell'erogazione del contributo italiano alle iniziative promosse dall'Unione europea nella gestione civile delle crisi internazionali nell'ambito della Politica di sicurezza e difesa comune (PSDC), nonché ai progetti di cooperazione dell'Organizzazione per la Sicurezza e la Cooperazione in Europa (OSCE).
Un modesto ma significativo contributo è stanziato per il finanziamento delle attività dell'Iniziativa adriatico-ionica, con sede ad Ancona, la cui presidenza di turno è attualmente affidata al nostro Paese.
Per quanto concerne, infine, le iniziative per lo sminamento umanitario, il decreto-legge prevede uno stanziamento di un milione di euro al fine di assolvere agli obblighi internazionali assunti dall'Italia, anche tenuto anche conto dei nuovi impegni derivanti dalla prossima ratifica della Convenzione di Oslo sul munizionamento a grappolo.
In conclusione evidenzia i punti che meritano alcune precisazioni da parte del Governo e segnatamente: la norma di cui all'articolo 3, comma 12, che prevede la

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proroga di 12 mesi dei contratti di diritto privato degli esperti operanti nel settore della cooperazione allo sviluppo direttamente promossa dal Ministero degli affari esteri.
Appaiono inoltre da chiarire le ragioni che giustificano la cessione a titolo gratuito da parte del Ministero della difesa di materiali ed equipaggiamenti antisommossa alle Forze di polizia haitiane, di cui all'articolo 7, comma 2.
Necessita altresì di essere adeguatamente motivata la proroga dell'incarico del Commissario straordinario della Croce rossa, fino alla data di ricostituzione degli organi statutari, di cui all'articolo 5, comma 10, per cui viene tuttavia concesso un lasso temporale piuttosto lungo, fissato al 31 dicembre 2011.

Salvatore CICU (PdL), relatore per la IV Commissione, osserva, come già ricordato dal relatore per la III Commissione, che il provvedimento in esame dispone la proroga, fino al 31 dicembre 2010, degli interventi di cooperazione allo sviluppo e a sostegno dei processi di pace, di stabilizzazione e delle missioni internazionali delle Forze armate e di polizia.
Per quanto concerne specificamente la competenza della Commissione Difesa, fa presente che evidenzierà dapprima le novità rispetto ai precedenti provvedimenti di proroga contenuti nelle disposizioni di cui agli articoli 5, 6, 7 e 9, rinviando - per le parti in cui tali articoli riproducono norme già previste in precedenza - alla documentazione predisposta dagli Uffici. Analizzerà, quindi, successivamente, le principali novità che riguardano le missioni più significative richiamate dall'articolo 4 e la relativa copertura finanziaria, di cui all'articolo 8.
Per quanto riguarda l'articolo 5, ricorda che esso detta disposizioni in materia di trattamento economico del personale impiegato nelle missioni internazionali. In particolare, il comma 3, con riferimento ai militari inquadrati nei contingenti impiegati nelle missioni internazionali, prevede che l'indennità di impiego operativo, corrisposta nella misura del 185 per cento al personale in servizio permanente e ai volontari in ferma breve trattenuti in servizio, sia corrisposta in eguale misura anche ai volontari in rafferma biennale. Si tratta di una misura innovativa e sicuramente condivisibile che conferisce il giusto riconoscimento economico ai volontari in rafferma biennale impegnati nelle missioni internazionali.
Il comma 4 esclude dalle abrogazioni disposte dall'articolo 2268, comma 1, del decreto legislativo 15 marzo 2010, n. 66, recante il codice dell'ordinamento militare, che entrerà in vigore a decorrere dal 9 ottobre 2010, alcune disposizioni in materia di personale indirettamente richiamate dal presente articolo.
Il comma 5 prevede che le Forze armate, per le esigenze correlate con la partecipazione alle missioni internazionali ovvero con le attività di concorso in circostanze di pubblica calamità, fino al 31 dicembre 2010, possano continuare ad avvalersi dei lavoratori assunti dal Genio militare per l'esecuzione di lavori in economia per interventi infrastrutturali con contratto a tempo determinato. Nell'esprimere una valutazione molto positiva sul presente comma, ricorda di aver presentato insieme alla deputata Villecco Calipari, in occasione dell'esame della proposta di legge n. 2602, poi divenuta legge n. 108 del 2009, un apposito emendamento tendente alla stabilizzazione del citato personale.
Il comma 6 è inteso a risolvere dubbi interpretativi sorti in sede di applicazione dell'articolo 16, comma 1, della legge 23 agosto 2004, n. 226, il quale prevede che, per il reclutamento del personale nelle carriere iniziali delle Forze di polizia ad ordinamento civile e militare e del Corpo militare della Croce Rossa, i posti messi annualmente a concorso siano riservati ai volontari in ferma prefissata di un anno ovvero in rafferma annuale. Come risulta dalla relazione illustrativa, il dubbio interpretativo verte sulla possibilità che di tale riserva di posti possano beneficiare anche i volontari in ferma prefissata quadriennale. L'interpretazione della disposizione in senso favorevole a tale categoria

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di volontari, recata dal comma in esame, poggia sulla considerazione che i volontari in ferma quadriennale hanno comunque prestato servizio nelle Forze armate in qualità di volontari in ferma prefissata di un anno, essendo tratti da tale categoria di personale, come si evince anche dalla recente giurisprudenza del Consiglio di Stato.
Il comma 7 integra l'articolo 1, comma 2, della legge 23 novembre 1998, n. 407 che prevede il diritto al collocamento obbligatorio a favore delle vittime del terrorismo, del dovere e delle altre categorie ad esse equiparate, nonché dei loro congiunti, con assunzione per chiamata diretta, precedenza rispetto ad ogni altra categoria e preferenza a parità di titoli. Come risulta dalla relazione illustrativa, per le assunzioni riferite ai livelli retributivi dal sesto all'ottavo sono sorti dubbi in sede applicativa, in quanto da taluni è stato ritenuto che tali assunzioni rientrassero nell'ambito applicativo dell'articolo 18, comma 2, della legge n. 68 del 1999. Tale disposizione, nel riconoscere il diritto al lavoro del coniuge e degli orfani superstiti di coloro che sono deceduti per causa di lavoro, di guerra o di servizio ovvero riconosciuti grandi invalidi per tali cause, attribuisce a favore dei menzionati soggetti una quota di riserva nelle assunzioni pari a un punto percentuale dell'organico effettivo. L'applicazione di tale limite anche alle assunzioni previste a favore delle vittime del terrorismo, del dovere e delle altre categorie ad esse equiparate, nonché dei loro congiunti, fa sì che le amministrazioni si trovino nell'impossibilità di dare applicazione alla legge n. 407 del 1998, in quanto la citata quota viene presto saturata. Il comma in esame chiarisce, quindi, che la quota di riserva di cui al richiamato articolo 18, comma 2, della legge n. 68 del 1999 non si applica alle assunzioni da esso previste.
Il comma 8 è inteso ad integrare l'articolo 2, comma 1, secondo periodo, del decreto legislativo n. 193 del 2007, il quale dispone che, per le sole forniture destinate ai contingenti delle Forze armate impiegati nelle missioni internazionali, l'autorità competente ai fini dei controlli in materia di sicurezza alimentare sia il Ministero della difesa. In particolare, la disposizione in esame precisa che, nello svolgimento di tali attività, al personale medico e veterinario militare sono conferite le attribuzioni e le qualifiche di ufficiale o agente di polizia giudiziaria riconosciute al personale medico e veterinario civile dipendente dal Ministero della salute, dalle regioni, dalle province autonome di Trento e Bolzano e dalle aziende sanitarie locali.
Il comma 9 prevede che, in relazione alle esigenze di supporto sanitario nelle missioni internazionali di cui al presente decreto, il Ministero della difesa possa avvalersi del personale appartenente alla Croce Rossa Italiana ausiliario delle Forze armate e dei relativi mezzi e materiali, nell'ambito dei finanziamenti assicurati per il funzionamento del Corpo militare e delle infermiere volontarie.
Il comma 10 prevede che l'incarico del commissario straordinario della Croce Rossa Italiana possa essere prorogato fino alla data di ricostituzione degli organi statutari della Croce Rossa stessa, a conclusione del riassetto organizzativo, e comunque non oltre il 31 dicembre 2011. La Croce Rossa, infatti, è attualmente commissariata ai fini della razionalizzazione dell'organizzazione delle componenti volontaristiche e della struttura amministrativa centrale e territoriale dell'ente. Allo scopo di agevolare le attività indispensabili per portare a conclusione tale riassetto organizzativo, quindi, secondo la relazione illustrativa, si rende necessario prorogare l'incarico dell'attuale commissario straordinario.
L'articolo 6, recante disposizioni penali, al comma 1, oltre a richiamare quanto stabilito dall'articolo 5 del decreto-legge n. 209 del 2008 - in materia di applicazione alle missioni del codice penale militare di pace e di attribuzione al Tribunale militare di Roma della competenza per l'accertamento dei reati militari - richiama le disposizioni dei commi 1-sexies ed 1-septies dell'articolo 4 del decreto-legge n. 152 del 2009, concernenti la non punibilità del militare che nel corso

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delle missioni, in conformità alle direttive, alle regole di ingaggio ovvero a ordini legittimamente impartiti, abbia fatto uso della forza o di altro mezzo di coazione fisica, qualificando come delitto colposo il comportamento del militare che ecceda colposamente i limiti stabiliti dalla legge.
Inoltre, il comma 2 esclude dalle abrogazioni disposte dall'articolo 2268, comma 1, del citato decreto legislativo n. 66 del 2010, recante il codice dell'ordinamento militare, alcune disposizioni penali indirettamente richiamate dal presente articolo.
L'articolo 7 riproduce, al comma 1, quanto già previsto in materia contabile, dai precedenti provvedimenti di proroga delle missioni internazionali. In particolare, segnala che il comma 2, al fine di assicurare la prosecuzione delle missioni internazionali senza soluzione di continuità, prevede che, entro dieci giorni dalla data di entrata in vigore del decreto, il Ministro dell'economia e delle finanze disponga l'anticipazione di una somma non superiore ai due sesti delle spese autorizzate dal decreto, e, comunque, non inferiore a 215 milioni di euro a valere sullo stanziamento complessivo che finanzia il provvedimento. Segnala altresì che l'articolo 8, comma 2, del decreto-legge n. 1 del 2010, recante la proroga della partecipazione italiana a missioni internazionali per il primo semestre 2010, nel prevedere un'analoga disposizione, individuava un tetto massimo di spesa complessivo per il Ministero della difesa, pari a 180 milioni di euro, anziché a 215 milioni di euro.
L'articolo 4, in materia di proroga del finanziamento delle missioni internazionali, e l'articolo 8, recante la copertura finanziaria del provvedimento, possono essere esaminati congiuntamente.
Osserva che, in linea generale, le autorizzazioni di spesa, recate dall'articolo 4, risultano tendenzialmente in linea con quelle approvate nello scorso semestre. Sottolinea come le differenze più significative riguardino i seguenti teatri operativi:
le missioni in Afghanistan ISAF ed EUPOL che vedono incrementata la propria autorizzazione di spesa, complessivamente ammontante a circa 364,6 milioni di euro, di quasi 56 milioni rispetto al semestre precedente. Si tratta di un incremento che appare riconducibile all'aumento del personale impiegato nelle citate missioni in attuazione della decisione del Consiglio dei ministri del 3 dicembre 2009 di aumentare di 1.000 unità il contingente impegnato in Afghanistan. Tale aumento, come preannunciato dal Ministro della difesa, nel corso delle comunicazioni rese davanti alle Commissioni riunite III e IV di Camera e Senato il 10 dicembre 2009, avverrà con gradualità e con una maggiore incidenza proprio nella seconda metà del corrente anno;
la missione UNIFIL in Libano la cui autorizzazione di spesa, ammontante complessivamente a circa 118,5 milioni euro, risulta diminuita di circa 21 milioni di euro rispetto al precedente semestre. Si tratta di una decurtazione che appare imputabile alla riduzione del personale impiegato attualmente pari a circa 1.900 unità di cui 1.690 sul terreno e circa 210 nella componente navale, come ricordato dal sottosegretario Cossiga, rispondendo all'interrogazione a risposta immediata n. 5-03133 Di Stanislao. Ricorda, inoltre, che dal 1o dicembre 2009 e fino al 30 giugno 2010 l'Italia ha assicurato il comando della Maritime Task Force su unità classe Maestrale, mentre dal 1° luglio 2010 e fino 30 settembre 2010 il proseguimento della partecipazione alla Forza Marittima di UNIFIL avverrà con un'unità della classe Comandanti, più piccola delle precedenti e quindi con oneri più contenuti;
le missioni concernenti la partecipazione di personale militare in Kosovo di cui all'articolo 4, comma 3, la cui autorizzazione di spesa, ammontante complessivamente a circa 59 milioni di euro, risulta ridotta di circa 12 milioni rispetto al semestre precedente. A questo riguardo, ricorda che la consistenza del personale presente in teatro nel secondo semestre 2010, come risulta dalla relazione illustrativa, sarà in media pari a 1.125 unità e

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subirà un graduale ridimensionamento, attestandosi a 650 unità. Ciò in conseguenza di una scelta condivisa con gli alleati che sarà attuata secondo modalità e tempistiche concordate in seno al Consiglio Atlantico. L'Alleanza Atlantica, infatti, ha approvato alcuni mesi fa il piano «Deterrent Presence», che prevede una riduzione in tre fasi della forza multinazionale KFOR da 14.000 a circa 2.250 unità;
la missione dell'Unione europea in Bosnia-Erzegovina denominata Althea la cui autorizzazione di spesa, pari complessivamente a 10.121.897 euro, risulta diminuita di circa 4 milioni di euro rispetto al semestre precedente. Tale diminuzione appare riconducibile, come risulta dalla relazione illustrativa, alla riduzione del personale presente in teatro operativo nel secondo semestre 2010 che si assesterà, a partire dal 30 novembre 2010, a 30 unità, di cui 5 unità in qualità di addestratori e 25 unità per la costituzione del nucleo stralcio con compiti di riconsegna di infrastrutture e materiali e chiusura di tutte le attività contrattuali.

Inoltre, rispetto al precedente semestre si registrano le seguenti novità:
l'autorizzazione di una spesa pari a circa 811 mila euro per la partecipazione di personale militare alla missione dell'Unione europea denominata EUTM Somalia, di cui alla decisione 2010/96/PESC del Consiglio dell'Unione europea del 15 febbraio 2010. La missione è volta a contribuire al rafforzamento del governo federale di transizione somalo, affinché diventi un governo funzionante al servizio dei cittadini somali;
l'autorizzazione di una spesa pari a 10 milioni di euro per il mantenimento del dispositivo info-operativo dell'Agenzia Informazioni e Sicurezza Esterna (AISE) a protezione del personale delle Forze armate impiegato nelle missioni internazionali. Si tratta, per altro, di un finanziamento che riproduce quanto già disposto per l'anno 2009 dall'articolo 2, comma 27, della legge 108 del 2009.

Infine, l'articolo 8dispone la spesa complessiva di 706.845.998 euro, a fronte di euro 804.208.663 autorizzati nel precedente semestre. Buona parte di tale riduzione appare per altro ascrivibile al fatto che l'onere concernente la stipulazione dei contratti di assicurazione è stato interamente sostenuto nel precedente semestre per effetto della stipulazione di un contratto di durata annuale.
Alla copertura degli oneri derivanti dal provvedimento si provvede, quanto a euro 701.402.993, mediante corrispondente riduzione dell'autorizzazione di spesa di cui all'articolo 1, comma 1240, della legge finanziaria 2007, recante istituzione del Fondo missioni internazionali, e, quanto a euro 5.443.005, mediante corrispondente riduzione dell'autorizzazione di spesa di cui all'articolo 5, comma 8, del decreto-legge n. 1 del 2010, relativa alla partecipazione di personale militare alla missione delle Nazioni Unite e dell'Unione Africana in Sudan denominata UNAMID, per il primo semestre 2010.
Segnala, quindi, che le risorse attinte dal fondo missioni internazionali, come risulta dalla relazione tecnica vengono reperite:
quanto ad euro 320 milioni dal rifinanziamento del citato Fondo disposto dall'articolo 55, comma 5, del decreto-legge n. 78 del 2010, recante misure urgenti in materia di stabilizzazione finanziaria e di competitività economica, attualmente all'esame del Senato;
quanto ad euro 24.142.221 dalla riassegnazione dei rimborsi ONU, per la partecipazione del personale militare alle missioni facenti capo alla predetta organizzazione, disposta ai sensi dell'articolo 8, comma 11, del medesimo decreto-legge n. 78 del 2010;
quanto ad euro 357.260.762 dalle maggiori entrate derivanti dalle concessioni del diritto di esercizio delle attività correlate alle lotterie nazionali ad estrazione istantanea, come previsto dall'articolo 2, comma octies, del decreto-legge n. 40 del 2010.

Ricorda, in proposito, che la Commissione Difesa, nelle premesse al proprio

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parere favorevole sul disegno di legge di conversione del citato decreto-legge, aveva rilevato riguardo alle predette maggiori entrate - il cui ammontare non veniva quantificato dal decreto-legge stesso - che il loro effettivo ammontare «sarà comunque determinabile soltanto in sede di attuazione delle disposizioni da cui esse derivano e che permane pertanto l'esigenza di verificarne l'adeguatezza all'atto dell'adozione dei prossimi provvedimenti legislativi di proroga della partecipazione italiana a missioni internazionali». Rileva pertanto come, con il presente provvedimento, si provveda a destinare al fondo missioni internazionali quota-parte di tali entrate, complessivamente ammontanti a 520 milioni di euro, come risulta dalla relazione tecnica.
L'articolo 9 prevede che, a decorrere dal 9 ottobre 2010, i rinvii contenuti nel presente decreto a disposizioni originariamente previste da fonti diverse e attualmente riprodotte nel decreto legislativo 15 marzo 2010, n. 66, e nel decreto del Presidente della Repubblica 15 marzo 2010, n. 90, recanti rispettivamente il testo unico delle disposizioni legislative e il testo unico delle disposizioni regolamentari in materia di ordinamento militare, si intendono effettuati alle corrispondenti disposizioni dei citati testi unici. La disposizione si rende necessaria in quanto alcune disposizioni di rinvio previste dal presente decreto sono riferite a fonti normative che saranno abrogate a decorrere dal 9 ottobre 2010, in concomitanza con l'entrata in vigore del decreto legislativo n. 66 del 2010 e del decreto del Presidente della Repubblica n. 90 del 2010.
In conclusione, nell'esprimere una valutazione favorevole sul provvedimento in esame, auspica, quindi, una rapida conclusione dell'iter legislativo del provvedimento, in modo da manifestare il sostegno dell'intero Parlamento alle nostre truppe impegnate nelle missioni internazionali.

Il sottosegretario Guido CROSETTO, nel ringraziare i relatori per il loro intervento, fa presente che si soffermerà a descrivere succintamente le caratteristiche dell'attuale intervento italiano in seno ai più significativi teatri operativi sia per offrire una «fotografia» aggiornata di ciò che si è fatto e si sta per fare nei teatri stessi, sia per dar modo di verificare la corrispondenza dell'azione del Governo con i principi cardine che il Parlamento intende perseguire per la partecipazione italiana alle missioni militari all'estero.
In questo quadro, sottolinea come, anche in un contesto economicamente molto critico, il Governo, mantenga l'ammontare delle risorse stanziate per le missioni internazionali al livello del 2009, conseguendo due importanti risultati. Da una parte, a fronte di un aumento dell'impegno in Afghanistan non si è verificato un appesantimento degli oneri complessivi; dall'altra, si è mantenuto ad un livello pressoché invariato l'impegno nelle varie missioni internazionali in cui i contingenti italiani sono impegnati, salvo qualche minore fisiologico aggiustamento. Si tratta di un impegno che il Ministro La Russa aveva preso davanti al Consiglio dei Ministri e al Parlamento e che ha inteso in questo onorare.
Si sofferma, quindi, sui teatri operativi principali, riservandosi comunque di rispondere ad eventuali quesiti specifici.
Ricorda che lo sforzo complessivo sostenuto dalle Forze armate è attualmente rappresentato dalla condotta contemporanea di circa 22 missioni in 20 differenti parti del mondo, per una presenza media di circa 8.000 militari impegnati quotidianamente.
Passando al teatro afgano, ricorda che l'Italia prende parte all'operazione NATO, sotto mandato dell'ONU, denominata International Security Assistance Force (ISAF).
In merito a tale missione - dopo aver espresso il più sentito cordoglio ai familiari del Caporal Maggiore Scelto Francesco Positano, recentemente deceduto a seguito di un incidente, tanto drammatico quanto fortuito, accaduto durante un'attività di pattugliamento il 23 giugno scorso - sottolinea come il nostro accresciuto impegno nel Paese sia frutto dell'applicazione della nuova strategia della NATO le

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cui linee d'azione vedono la concorrenza sinergica tra l'azione militare, tesa a garantire un deciso miglioramento delle condizioni di sicurezza e l'incremento della formazione delle forze di sicurezza locali, l'azione civile, e il supporto al rafforzamento delle istituzioni afgane. Si tratta di una nuova strategia che, per avere successo, richiede sia un controllo del territorio ancora più capillare rispetto al passato, per sottrarre terreno all'iniziativa dell'insorgenza, sia un'accelerazione nella fase di formazione e di transizione di poteri a favore delle forze di sicurezza afgane.
In proposito, ricorda che il Generale Petraeus, fugando ogni dubbio riguardo alla prosecuzione di tale strategia a seguito del cambio dei vertici militari statunitensi della missione, ha ribadito che intende continuare ad applicare la strategia adottata dal suo predecessore.
Ricorda altresì come la presenza dei militari italiani in Afghanistan nel quadro della missione ISAF sia considerata tuttora indispensabile dalla collettività internazionale, dal Governo afgano e dall'Italia stessa. È per questo che, come ampiamente preannunciato del Ministro La Russa durante i suoi interventi nelle sedi parlamentari, si è inteso incrementare il livello numerico del nostro contingente portandolo a circa 4 mila uomini nel secondo semestre del 2010, cosi come chiesto formalmente da parte del Segretario Generale della NATO.
L'impegno del contingente italiano continuerà ad essere quello di supportare la stabilizzazione e lo sviluppo delle istituzioni dell'Afghanistan, in particolare mantenendo il ruolo di «lead Nation» nel Regional Comand West (RC-W) nonché una qualificata presenza nel quartier generale di ISAF e presso gli altri Comandi multinazionali insistenti sulla capitale.
In particolare, la Brigata «Taurinense», attualmente responsabile del RC-W, si è attestata, nel primo semestre 2010, su circa 3.300 militari con una componente operativa basata su 3 Battle Group. Per il periodo luglio-ottobre 2010 si stima di raggiungere un'entità complessiva di 3.700 unità, tramite l'inserimento di una compagnia di fanteria dotata di veicolo VBM Freccia, costituendo il 4o Battle Group, che opererà nell'area dei distretti di Bakwa, Golestan e Por Chaman. Per il periodo novembre-dicembre 2010 si stima di raggiungere un'entità complessiva di 3.970 militari con il rinforzo del Battle Group basato a Shindand e l'immissione di ulteriori assetti di addestramento.
Ricorda come gli obiettivi del contingente italiano rimangano quelli di assicurare lo sviluppo delle capacità operative delle forze di sicurezza afgane (Afghan National Security Forces) per consentire l'acquisizione, nel medio-lungo periodo, della necessaria autonomia per operare e garantire la sicurezza del Paese.
Sempre riguardo alla missione in Afghanistan, giudica gravissime le affermazioni del settimanale l'Espresso riportate dal deputato Evangelisti nella seduta dell'Assemblea di ieri, secondo le quali le Forze armate italiane durante operazioni militari avrebbero ucciso circa 1.200 talebani. In proposito, nel rilevare come il Governo non disponga di alcun dato in merito ad eventuali talebani caduti per effetto della reazione delle nostre truppe ad aggressioni subite, ritiene che tali affermazioni siano del tutto prive di fondamento e rischino di compromettere l'incolumità dei militati italiani, esponendoli a campagne denigratorie e a conseguenti possibili attentati.
Passando al teatro balcanico, ricorda che al vertice di Bruxelles dell'11 giugno 2009 si sono gettate le basi per il passaggio della missione KFOR in Kosovo alla fase della cosiddetta «deterrence presence», con una progressiva e graduale rimodulazione dell'impegno militare a seguito di scadenze prepianificate definite Gate.
Il contributo nazionale, che si attestava nel primo semestre 2010, su circa 1.400 militari, a seguito dell'attuazione del Gate 1, verrà man mano riconfigurato intorno ai 1.100 militari in vista della imminente prevista attuazione del Gate 2 che potrà essere messo definitivamente in atto al completamento degli obiettivi prefissati

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per il Gate precedente e, comunque, sulla base di una valutazione della situazione in atto.
Ribadisce comunque che la progressiva riduzione delle forze in Kosovo è il risultato di un'analisi di situazione elaborata e concordata congiuntamente in ambito alleato che conferma i positivi risultati conseguiti nel consolidamento di migliori condizioni generali e di sicurezza nell'area, garantendo, in ogni caso, l'incolumità delle minoranze e la salvaguardia di quei luoghi di culto che, ormai da un decennio, rappresentano un preciso impegno del nostro contingente.
Sempre nel teatro balcanico, per quanto riguarda la Bosnia, ricorda che l'Operazione «Althea», guidata dall'Unione europea, ha ormai praticamente esaurito i propri compiti e che il Consiglio dell'Unione europea ha deciso di rimodulare la missione, attribuendole finalità meramente addestrative a favore delle Forze armate bosniache. Conseguentemente, viene man mano riconfigurato anche il contingente nazionale, che sarà ritirato in gran parte entro il mese di ottobre 2010.
Passando quindi ad esaminare il teatro operativo libanese, ricorda che le autorità libanesi, insieme a quelle israeliane, hanno espresso in più circostanze l'apprezzamento per l'operato del contingente italiano e per l'equilibrata e, al contempo, incisiva azione del Generale Graziano nel periodo in cui ha assolto la funzione di Comandante di UNIFIL.
Per quanto concerne la consistenza del contingente italiano, ricorda che, come peraltro preannunciato dalla Difesa in sede parlamentare, è stato portato a conclusione un processo di razionalizzazione dell'impegno italiano a seguito della cessione del Comando della missione alla Spagna.
Si è trattato di un fisiologico ridimensionamento delle forze, dell'ordine di qualche centinaio di militari, dovuto proprio alle mutate esigenze connesse alla cessione delle responsabilità di gestione della missione e che quindi non costituisce un indebolimento delle capacità operative del nostro contingente dispiegato sul terreno. In particolare, si arriverà ad una presenza media giornaliera di circa 1.800 uomini - attualmente della Brigata «Friuli» - per il semestre in esame. Sottolinea inoltre che dal dicembre 2009 fino al giugno 2010, l'Italia ha assicurato il comando della Maritime Task Force con l'Ammiraglio Sandalli imbarcato su Nave Zeffiro. Dal 1o luglio la partecipazione alla Forza Marittima di UNIFIL verrà assicurata da un'unità della Classe Comandanti, che terminerà il proprio mandato il 30 settembre 2010.
Infine, per quanto attiene ai possibili sviluppi futuri per l'Italia, nel rammentare che l'ONU ha già confermato il prolungamento dell'impegno di UNIFIL nei termini attualmente in vigore fino al giugno 2011, evidenzia che è in corso uno studio da parte dello Stato Maggiore della Difesa per attuare una rimodulazione in senso moderatamente riduttivo della configurazione del nostro contingente, tale da mantenerne comunque una consistenza tale da garantire all'Italia un ruolo preminente nell'ambito della missione.
Passando alla lotta alla pirateria, ritiene opportuno ricordare il costante e qualificante impegno dell'Italia che, iniziato l'11 dicembre 2009, ha visto la Marina al Comando della Maritime Task Force della missione «Atalanta» fino allo scorso aprile con il Contrammiraglio Giovanni Gumiero, imbarcato su Nave Etna. Da allora la nostra presenza nell'area del Corno d'Africa è garantita da una fregata classe Maestrale, inquadrata nella Standing Nato Maritime Group 2 (SNMG 2), impegnata nell'operazione «Ocean Shield» fino a tutto luglio 2010. L'Italia tornerà a partecipare all'Operazione «Atalanta» con un'unità classe Maestrale da luglio a novembre 2010.
Avviandosi alla conclusione del suo intervento, ricorda che l'azione del Governo nell'ambito delle missioni internazionali, continua ad essere basata su alcuni solidi principi.
Innanzitutto, il Governo intende continuare a concorrere alla pace e alla stabilità internazionale, per favorire un ordinamento teso al raggiungimento di condizioni

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di pace e di giustizia sostenendo, a tal fine, le Alleanze e le Organizzazioni internazionali che operano in tal senso. È convinzione del Governo che le Forze Armate, in un quadro multidimensionale e multidisciplinare, possano giocare un ruolo importante nel sostegno alla libertà e alla democrazia quando queste siano indebolite da situazioni di crisi o conflittualità.
Il Ministero della difesa intende, inoltre, continuare a mettere in campo mezzi adeguati agli obiettivi da perseguire, ma soprattutto idonei a garantire la sicurezza dei soldati. L'azione della Difesa è in tal senso particolarmente significativa ed efficace come dimostrano le continue immissioni in teatro di mezzi sempre più evoluti e sicuri, come avviene regolarmente in Afghanistan, senza dimenticare il quadro di crisi economica internazionale. In questo contesto, la Difesa continuerà a valutare attentamente con i partner, anche all'interno delle organizzazioni sovra nazionali, ogni singolo impegno, al fine di modulare progressivamente la nostra presenza militare all'estero alle circostanze in via di evoluzione, senza però incidere sul livello di sicurezza dei nostri uomini, né sul livello di responsabilità internazionale del Paese.
Questa linea d'azione permette di dare attuazione, in piena sinergia con gli altri Dicasteri, ai consolidati indirizzi strategici, assicurando un contributo alle missioni internazionali in continuità e coerenza con le decisioni assunte dal Paese nell'ambito dei consensi internazionali e, contestualmente, di onorare i vincoli finanziari imposti dalla particolare congiuntura economica.
Infine, il Ministero della difesa intende continuare la propria azione nel solco della dimostrata capacità di «gestione degli eventi» attuando, in ogni circostanza, una seria analisi preliminare dei rischi e delle conseguenze delle scelte adottate, un'adeguata pianificazione e condotta delle operazioni, una rapida capacità di reagire agli imprevisti, siano essi di ordine politico, strategico o prettamente militare.
Ritiene che, in tali attività, la Difesa sia oggettivamente facilitata dalla grande esperienza, accumulata negli anni, diventata ormai patrimonio professionale dei tanti militari italiani che si stanno prodigando in diverse regioni del mondo tormentate da conflitti di ogni natura.
In conclusione, coglie l'occasione per rinnovare nei confronti dei militari italiani tutto l'apprezzamento del Governo, rimanendo a disposizione delle Commissioni per ogni ulteriore chiarimento.

Fabio EVANGELISTI (IdV), nel ringraziare il sottosegretario Crosetto per avere ricordato il suo intervento nella seduta di ieri in Assemblea, fa presente che il citato intervento era volto semplicemente a sottolineare le affermazioni del settimanale l'Espresso per verificare, attraverso il Governo, se esse corrispondano o meno al vero. Auspica pertanto che, ove le notizie riportate si dimostrino infondate, vi sia una pronta smentita da parte del Governo.

Il sottosegretario Guido CROSETTO prende atto della precisazione del deputato Evangelisti e fornisce assicurazioni al riguardo.

Stefano STEFANI, presidente e relatore, nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia quindi il seguito dell'esame ad altra seduta.

La seduta termina alle 9.50.