CAMERA DEI DEPUTATI
Giovedì 10 giugno 2010
335.
XVI LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Lavoro pubblico e privato (XI)
COMUNICATO
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SEDE CONSULTIVA

Giovedì 10 giugno 2010. - Presidenza del presidente Silvano MOFFA.

La seduta comincia alle 13.35.

Semplificazione dell'ordinamento regionale e degli enti locali, nonché delega al Governo in materia di trasferimento di funzioni amministrative e Carta delle autonomie locali.
C. 3118 Governo e abb.

(Parere alla I Commissione).
(Seguito dell'esame e conclusione - Parere favorevole con osservazione).

La Commissione prosegue l'esame del provvedimento in titolo, rinviato nella seduta di ieri.

Silvano MOFFA, presidente, avverte che, in esito alla relazione introduttiva svolta e considerate le questioni poste nella seduta di ieri, il relatore ha presentato una proposta di parere favorevole con osservazioni sul provvedimento in esame (vedi allegato).

Amalia SCHIRRU (PD) fa notare che il provvedimento in esame contiene per lo più norme inutili, ridondanti e ripetitive, non aggiungendo nulla rispetto alla disciplina vigente degli enti locali e addirittura mal coordinandosi con i provvedimenti di stampo federalista intervenuti recentemente sulla materia, rispetto ai quali si pone quasi in termini contraddittori. Il provvedimento in esame, a suo avviso, interverrebbe infatti a ledere l'autonomia degli enti locali, accrescendo il loro stato di sofferenza, dal momento che prevede il trasferimento di funzioni a livello locale senza che a tale processo di decentramento si accompagni l'assegnazione di effettive risorse umane e finanziarie: ciò, inoltre, metterebbe in discussione gli stessi livelli essenziali di assistenza sociale che lo Stato dovrebbe garantire a tutela della collettività.
Dopo aver espresso perplessità su talune disposizioni del provvedimento, riguardanti, in particolare, la soppressione del difensore civico e l'obbligatorietà della forma associata per l'esercizio di funzioni comunali, si sofferma sull'articolo 19, che, disciplinando la soppressione dei consorzi di funzioni tra enti locali, fa salvi i rapporti di lavoro a tempo indeterminato esistenti alla data di soppressione di ciascun

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consorzio, nulla disponendo in favore di quel personale precario (che definisce il vero «cuore operativo pulsante» di quelle strutture pubbliche), che è preso in considerazione solo in limitati casi, riferiti alla forme di collaborazione con i presidenti regionali.
Fa quindi notare che il testo in esame, in nome di una falsa e demagogica pretesa di riduzione della spesa pubblica, tende a sovraccaricare talune figure istituzionali - come i segretari comunali - di compiti eccessivi, senza prevedere, al contempo, un adeguato rafforzamento dei rispettivi organici, prospettato peraltro dallo stesso relatore nel suo intervento introduttivo, in vista di un'efficace organizzazione dei servizi comunali.
In conclusione, pur condividendo talune giuste osservazioni formulate dal relatore, ritiene che egli non abbia adeguatamente affrontato i nodi problematici del provvedimento, che fanno riferimento a un più generale problema di impostazione complessiva.

Silvano MOFFA, presidente, preso atto del contenuto dell'intervento appena concluso, ricorda che, nell'ambito dell'esame in sede consultiva dei provvedimenti, la Commissione dovrebbe concentrarsi esclusivamente sugli aspetti di propria competenza, essendo rimesso alla Commissione di merito il compito di effettuare una valutazione più complessiva del testo. Invita, pertanto, i deputati a concentrare i loro interventi sui profili di più diretto interesse della Commissione, anche al fine di rendere utile il lavoro da svolgere in sede di espressione del parere.

Maria Grazia GATTI (PD), in relazione a quanto testé affermato dalla presidenza, ritiene paradossale che si cerchi di comprimere i margini materiali - oltre che temporali - del dibattito in sede consultiva, che sarebbe, invece, la sede più appropriata per assicurare un maggiore approfondimento dei temi di competenza delle singole Commissioni: tale circostanza appare, a suo giudizio, ancor più grave se si considera che il nuovo testo del provvedimento in esame è stato portato alla conoscenza delle Commissioni di settore soltanto nella giornata di ieri.
Fa notare, peraltro, che l'autonomia delle Commissioni parlamentari appare già gravemente compressa, come dimostrano numerosi provvedimenti, giunti di recente all'esame dell'Assemblea dopo una sommaria istruttoria legislativa svolta a livello di Commissione.

Silvano MOFFA, presidente, ritiene che la XI Commissione sia una delle Commissioni permanenti nelle quali è maggiore, in termini assoluti, non soltanto il numero di provvedimenti esaminati in sede consultiva, ma anche il tempo a disposizione dei singoli gruppi per la discussione di tali provvedimenti. Ribadisce, quindi, che il suo invito precedente era rivolto esclusivamente a richiamare i deputati al rispetto degli ambiti di competenza della Commissione stessa.

Ivano MIGLIOLI (PD) giudica criticabile il provvedimento in esame, sia per ragioni di metodo che di merito. Quanto al primo aspetto, ritiene di stigmatizzare l'azione confusa del Governo, che nella materia della riforma degli enti locali sembra «procedere a tentoni», apparendo incapace di racchiudere in un quadro sistematico d'insieme i suoi disordinati interventi legislativi. Passando al merito del provvedimento, fa poi notare che gli incerti «propositi federalisti» del Governo si scontrano con la sua politica di riduzione lineare delle risorse finanziarie e umane - soprattutto per quanto concerne il personale precario - che non permette di distinguere le realtà virtuose di governo locale (che spesso rappresentano un esempio di partecipazione democratica) dalle reali fonti di spreco e di inefficienza. A suo avviso, in spregio all'autonomia degli enti locali, nel segno di una demagogica volontà di risparmio sui costi della politica, si procede - con il conferimento dell'ennesima delega legislativa - alla soppressione di figure istituzionali di indubbia importanza (difensori civici, direttori generali) e al ridimensionamento di essenziali

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strutture pubbliche, quali le circoscrizioni e le province, che rappresentano i luoghi dove trovano una sintesi ideale le istanze democratiche di una comunità civile.
Pertanto, pur cogliendo nel provvedimento taluni elementi positivi, dichiara il proprio orientamento contrario rispetto alla proposta normativa in esame, che giudica contraddittoria e incongrua.

Luigi BOBBA (PD), dopo aver ricostruito i principali passaggi politici e parlamentari che hanno condotto all'elaborazione della disposizione relativa al cosiddetto «taglio delle province», ritiene di poter dichiarare, senza timore di essere smentito, che i tanto decantati propositi di riforma della maggioranza in materia di riforme istituzionali, accompagnati da clamori eccessivi, hanno prodotto oggi un intervento ridicolo, irragionevole e palesemente irriguardoso nei confronti dei cittadini. A suo avviso, infatti, il testo in esame appare incapace di determinare quei risparmi sulla spesa pubblica che tanto erano stati «sbandierati» all'opinione pubblica, anche sui mezzi di informazione, non proponendo alcuna reale razionalizzazione degli enti locali e limitandosi a sopprimere un numero limitato di figure e livelli istituzionali, peraltro di indubbio rilievo sociale. Ritiene che, in luogo di una più logica azione di ridefinizione del sistema degli enti intermedi tra comuni e province, si sia preferito agire su «ambiti istituzionali sensibili», che risultano più a contatto con le esigenze profonde della cittadinanza, ledendo la stessa autonomia dei governi locali. Per tali ragioni, esprime la sua forte contrarietà rispetto al provvedimento in esame.

Donella MATTESINI (PD) osserva che l'obiettivo del Governo in carica sembra quello di «smantellare» la pubblica amministrazione e di far confluire nel mercato privato servizi sociali fondamentali per la collettività: con il provvedimento in esame l'Esecutivo, contraddicendo quegli stessi principi meritocratici propugnati in modo demagogico dal Ministro Brunetta, provvede a tagli lineari nel campo del governo degli enti locali, prevaricando in pieno la loro autonomia gestionale, peraltro attraverso il ricorso ad una delega legislativa vaga e generica. Dunque, ritiene che si intervenga «a gamba tesa» su circoscrizioni, province, difensori civici, segretari comunali e direttori generali, ridimensionando il peso reale di organismi istituzionali che assicurano, mediante un efficace controllo sul territorio, la coesione sociale e la partecipazione democratica dei cittadini. Osserva, pertanto, che con questo intervento normativo - che si accompagna strettamente ad una manovra economica di stampo populista - si mette a rischio la stessa efficienza della pubblica amministrazione, atteso che viene posta in discussione anche la riconferma di quel personale precario che da tempo assicura la funzionalità delle strutture pubbliche a livello locale; d'altro canto, fa notare che non si interviene minimamente sulle vere inefficienze della pubblica amministrazione, che si annidano a livello centrale, ad esempio all'interno dei singoli dicasteri.

Giovanni PALADINI (IdV) osserva che il provvedimento in esame non appare in grado di affrontare le questioni riguardanti l'inefficienza e gli sprechi della pubblica amministrazione, atteso che a tale presunta manovra di riorganizzazione delle funzioni locali non si accompagna un effettivo trasferimento di risorse umane e finanziarie. Fa notare che il Governo, ledendo l'autonomia degli enti locali, sembra contraddire sé stesso e i suoi progetti di riforma in senso federale dello Stato, percorrendo un cammino «ondeggiante» che, da un lato, nega la stabilizzazione di personale precario essenziale per lo svolgimento dei servizi sociali e, dall'altro, acconsente alla riconferma di quei lavoratori flessibili più vicini ai vertici politici, determinando esuberi di organici laddove non se ne ravvede il bisogno.

Vincenzo Antonio FONTANA (PdL), relatore, osserva che il dibattito odierno si è articolato su tematiche molto spesso estranee agli ambiti di competenza della XI

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Commissione, facendo presente che molti dei rilievi critici formulati in questa sede, anche se in taluni casi di indubbia fondatezza (riferibili, in particolare, alle osservazioni dei deputati Mattesini e Paladini), non possono trovare spazio nella sua proposta di parere, che deve attenersi ai profili di interesse della Commissione stessa.
Pur ritenendo utile e suscettibile di fornire spunti interessanti qualsiasi dibattito, come quello odierno, che si svolga con toni pacati e costruttivi su materie delicate, giudica non condivisibili le osservazioni svolte da alcuni dei deputati, intervenuti a difesa di organismi istituzionali locali che possono considerarsi ormai marginali e residuali, soprattutto nell'ambito dei comuni di piccole dimensioni. Dopo aver comunque richiamato la necessità di rivalutare in altra sede le ipotesi di riforma dei livelli di governo provinciali, che ritiene vadano collocate nell'ambito di un disegno di riforma istituzionale di più ampio respiro, illustra sinteticamente la sua proposta di parere, raccomandandone l'approvazione.

Cesare DAMIANO (PD), espresso un sincero ringraziamento al relatore, unica «voce» della maggioranza nel corso di un dibattito che ha visto protagonisti esclusivamente gli esponenti dei gruppi di opposizione, preannuncia il voto contrario del suo gruppo sulla proposta di parere da questi formulata, dando un giudizio negativo sull'impianto complessivo del provvedimento, ritenuto lesivo delle autonomie locali, soprattutto nella parte relativa alla razionalizzazione degli enti periferici dello Stato, e sottolineando la natura generica delle deleghe conferite con tale atto legislativo.

Massimiliano FEDRIGA (LNP) ritiene che l'odierno dibattito - nel quale gli esponenti del suo gruppo hanno ritenuto volontariamente di non intervenire, pur essendo presenti - abbia consentito di identificare in modo chiaro chi veramente ostacola ogni tentativo di riforma e si batte per il mantenimento dello status quo, arrivando addirittura a difendere figure e livelli istituzionali ormai considerati «antistorici» e privi di reale importanza, come i difensori civici. Le «barricate» che si ergono a baluardo di simili interessi precostituiti dimostrano, a suo giudizio, la serietà e la correttezza del progetto di riforma della maggioranza, teso realmente ad avviare un processo di cambiamento nel Paese. Preannuncia, quindi, il voto favorevole del suo gruppo sulla proposta di parere favorevole con osservazioni formulata dal relatore.

Antonino FOTI (PdL) dichiara il voto favorevole del suo gruppo sulla proposta di parere del relatore, sottolineando come le due osservazioni in esso contenute abbiano saputo cogliere gli aspetti più importanti del dibattito, soprattutto laddove si è segnalata la presenza nel provvedimento di una rilevante deroga ai principi che stanno alla base della specifica disciplina del rapporto di lavoro dei magistrati.

Giulio SANTAGATA (PD), intervenendo a titolo personale alla luce delle considerazioni svolte dal rappresentante del gruppo della Lega Nord Padania, dichiara ironicamente di sentire il «dovere morale» di schierarsi dalla parte dei «veri riformisti», ovvero di coloro che, spinti da un presunto spirito innovatore nel corso degli ormai sette anni di governo del Paese in cui non è successo quasi nulla di buono, hanno provveduto, da un lato, a tagliare indiscriminatamente i trasferimenti agli enti locali e, dall'altro, a far crescere a livelli intollerabili la spesa corrente di gestione dei Ministeri. Per tali ragioni, ritiene utile congratularsi, polemicamente, con gli autori di un simile progetto di riforma del Paese.

Nessun altro chiedendo di intervenire, la Commissione approva la proposta di parere favorevole con osservazioni formulata dal relatore.

La seduta termina alle 14.25.