CAMERA DEI DEPUTATI
Giovedì 3 giugno 2010
331.
XVI LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Affari esteri e comunitari (III)
COMUNICATO
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COMITATO PERMANENTE SUGLI OBIETTIVI DI SVILUPPO DEL MILLENNIO

Giovedì 3 giugno 2010. - Presidenza del presidente Enrico PIANETTA.

La seduta comincia alle 9.15.

Comunicazione della Commissione al Parlamento europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle regioni. Un piano d'azione in dodici punti a sostegno degli obiettivi di sviluppo del millennio.
(COM(2010)159 def.)

(Esame istruttorio e rinvio).

Il Comitato inizia l'esame istruttorio del provvedimento.

Mario BARBI (PD), relatore, illustra la Comunicazione in titolo, di cui sottolinea la rilevanza anche per i quesiti che essa pone. Sottolinea che con essa la Commissione traccia infatti un bilancio della situazione a circa dieci anni dalla fissazione degli Obiettivi del Millennio e a cinque anni dalla scadenza del 2015. Il documento si caratterizza, sul piano politico, innanzitutto in quanto conferma e rafforza l'impegno dell'Unione europea per il raggiungimento degli Obiettivi del Millennio e per l'approccio concreto, finalizzato ad un'azione incisiva dell'Europa, all'appuntamento della Riunione ad alto livello sugli Obiettivi di Sviluppo del Millennio, che si terrà dal 20 al 22 settembre 2010 a New York, a margine della settimana inaugurale dei lavori dell'Assemblea Generale delle Nazioni Unite. Ritiene centrale per l'impianto della Comunicazione il quadro fattuale di base, relativo al miliardo e quattrocento milioni di persone che ancora vivono in condizioni di estrema povertà,

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il 51 per cento delle quali nell'Africa subsahariana, e al sesto della popolazione mondiale che vive in condizioni di malnutrizione. Il documento segnala, inoltre, che nell'Anno europeo della lotta alla povertà e all'esclusione sociale, il 2010, sono stati mancati gli obiettivi intermedi nella lotta contro la povertà estrema e la fame, nonché per la riduzione della mortalità materna e infantile e le prospettive di accesso alle strutture igienico-sanitarie. Si tratta di tematiche che il Comitato non ha ancora adeguatamente approfondito e su cui sarebbe opportuno provvedere entro la conclusione dell'indagine conoscitiva con un'integrazione di attività istruttoria.
Fa presente che l'esame istruttorio della Comunicazione si svolge a pochi giorni di distanza dalla prossima riunione del Consiglio europeo, prevista per il prossimo 16 giugno a Bruxelles, nella cui agenda figura la definizione della posizione dell'Unione europea alla citata Riunione ad alto livello e che la Commissione Sviluppo del Parlamento europeo ha elaborato una proposta di risoluzione da sottoporre al plenum su «I progressi nel raggiungimento degli obiettivi di sviluppo del Millennio: bilancio intermedio in vista della riunione di alto livello delle Nazioni Unite di settembre 2010». Tutto questo serve a testimoniare l'importanza di un approccio coerente tra i diversi livelli, nazionale e comunitario, come la stessa Comunicazione promuove con determinazione. Procede nella direzione di una cooperazione internazionale rafforzata l'impegno dell'Unione europea a svolgere un ruolo di sensibilizzazione e di promozione del dialogo, prima e dopo la riunione plenaria ad alto livello dell'ONU, con i partner chiave e strategici in sede di G8/G20 o in consessi quali la Conferenza sullo sviluppo nell'ambito del vertice Asia-Europa, già svolta a fine maggio 2010, o e il terzo vertice Africa-UE che si terrà in novembre.
Anche alla luce delle novità introdotte con la Strategia 2020 e con il Trattato di Lisbona e la conseguente inaugurazione di una nuova fase nelle politiche di sviluppo dell'Unione europea, la Commissione ha dunque sviluppato nel documento in esame una proposta operativa, articolata in dodici punti, per rispondere all'appello lanciato dagli organizzatori del Summit di New York ai fini della predisposizione di proposte concrete, volte ad accelerare la realizzazione degli Otto Obiettivi del Millennio entro il 2015.
Sottolinea che sul piano politico la Comunicazione si caratterizza per la definizione di un impegno rafforzato da parte dell'Unione europea e assistito da un percorso credibile, fatto di misure finanziarie che pur risentendo della difficile fase congiunturale non smentiscono l'impegno dell'Europa a destinare lo 0,7 per cento del reddito nazionale lordo agli aiuti pubblici allo sviluppo entro il 2015. Nel confermare l'obbligazione assunta nei confronti della comunità internazionale, la Commissione fissa parametri quantitativi che assolvono ad una conseguente funzione di orientamento e persuasione nei confronti degli Stati membri.
Quanto alle dodici proposte operative, osserva che esse possono essere suddivise in due gruppi, essendo, a suo avviso, le prime quattro relative alla fissazione dei compiti che incombono sull'Unione europea in tema di aiuti pubblici allo sviluppo e alla necessità di un coordinamento interno, mentre le ulteriori proposte sembrerebbero riguardare aspetti di contesto più generale. È importante sottolineare che le iniziative europee convergono nel confermare quanto dichiara la parte in premessa della Comunicazione, relativamente ad un approccio allo sviluppo basato sui diritti umani, quale cifra del contributo europeo nel quadro della comunità internazionale.
Passando alle dodici proposte della Commissione, rileva che la prima riguarda le questioni annesse all'Aiuto Pubblico allo Sviluppo (APS) con la fissazione di proposte per l'equa ripartizione degli oneri tra i donatori internazionali - compresi quelli emergenti - al fine di portare il «livello di ambizione» al livello europeo; nonché la definizione di piani d'azione annuali, realistici e verificabili, da pubblicare prima di settembre 2010, con l'indicazione

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della spesa prevista per gli APS per l'esercizio finanziario successivo nonché le stime per gli anni restanti fino al 2015. Su tale punto non è chiaro se tali piani d'azione riguardino i soli Paesi membri dell'Unione e non anche i Paesi riceventi. Un'ulteriore proposta attiene al rafforzamento del meccanismo di responsabilità dell'Ue con una «revisione tra pari degli APS» a livello di UE e un ruolo di controllo dei risultati da parte del Consiglio europeo; infine, interventi nelle legislazioni nazionali per la fissazione di obiettivi in materia di APS, sulla base dell'esperienza del Belgio o del Regno Unito.
La seconda questione riguarda l'efficacia degli aiuti. Le proposte per incrementare l'efficacia degli aiuti, da cui potrebbero derivare incrementi di efficienza dell'ordine di 3 e 6 miliardi di euro l'anno, concernono il coordinamento della programmazione nazionale ed europea al fine di evitare duplicazioni e sovrapposizioni; l'elaborazione di documenti strategici nazionali e programmi pluriennali a livello europeo, analogamente a quanto fatto dall'UE per Haiti; operare un'efficiente divisione dei compiti tra i Paesi, donatori e riceventi; incoraggiare altri donatori - compresi quelli emergenti - ad attuare l'agenda sull'efficacia degli aiuti.
Il terzo punto del Piano riguarda gli Stati «fragili» e i Paesi più in ritardo nella realizzazione degli Obiettivi. L'Unione europea deve essere attiva in tutti i PVS, ma deve intervenire in via prioritaria nei paesi in cui occorre compiere i progressi maggiori e nei Paesi «orfani degli aiuti». Rispetto a questo segmento di Paesi le proposte europee riguarderanno meccanismi di coordinamento sul modello Haiti; una revisione intermedia dei programmi ACP del 2010 e l'aumento delle assegnazioni nazionali per il periodo 2011-2013 in Afghanistan e in Pakistan.
Il quarto punto concerne il miglioramento dell'impatto delle politiche nei settori chiave. La Comunicazione individua azioni concrete relativamente ai settori chiave dell'istruzione e della salute, prevedendo la compilazione per settembre di una lista di Paesi prioritari. Per la salute, si indica una maggiore partecipazione politica e finanziaria dell'UE al Fondo globale per la lotta contro l'AIDS, la tubercolosi e la malaria e all'Alleanza globale per i vaccini e l'immunizzazione. Sulla sicurezza alimentare, l'Unione persegue politiche nazionali e regionali sostenibili (anche attraverso un aumento del contributo finanziario a favore del programma globale di sviluppo agricolo dell'Africa e un'applicazione accelerata degli orientamenti di politica fondiaria in Africa) e promuovendo una migliore integrazione della nutrizione nelle politiche di sviluppo, in particolare nell'Asia meridionale.
Il quinto punto è relativo al rafforzamento della titolarità. Il documento sottolinea che, come principio generale, l'UE e gli Stati membri devono sempre utilizzare come prima opzione le strategie e i sistemi dei paesi partner al fine di rafforzare la titolarità nazionale, ricorrendo al sostegno al bilancio e a programmi del tipo contratto. In tema di governance l'Unione si impegna per promuovere la titolarità degli OSM nei paesi partner, soprattutto in Africa, e il riconoscimento della dimensione culturale del processo di sviluppo. Tale titolarità è supportata mediante la produzione di dati statistici di qualità per controllare i progressi compiuti a livello nazionale e anche per stimolare la responsabilità pubblica, fornire la base per politiche e processi decisionali razionali, nonché per la gestione macroeconomica e la distribuzione efficace delle risorse.
Il sesto punto promuove la coerenza delle politiche per lo sviluppo. L'UE sostiene la realizzazione degli OSM anche prevedendo un maggiore sostegno a favore degli obiettivi di sviluppo nelle politiche in settori diversi da quello degli aiuti. Il programma di lavoro sulla coerenza delle politiche per lo sviluppo definisce obiettivi e indicatori di progresso concreti per l'attuazione degli impegni UE sulla CPS trasversalmente a un'intera serie di politiche che hanno un'incidenza sulle cinque sfide

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globali seguenti: commercio e finanza, cambiamento climatico, sicurezza alimentare, migrazione e sicurezza.
Il settimo punto individua lo strumento chiave dell'imposizione fiscale a fini di sviluppo. Al fine di incrementare considerevolmente il rapporto tra pressione fiscale e PIL dei paesi in via di sviluppo, l'UE deve rafforzare il sostegno alla creazione di sistemi fiscali e doganali sostenibili in questi Stati attraverso un approccio globale all'amministrazione e alle riforme fiscali e doganali. I paesi in via di sviluppo devono essere messi in grado di partecipare più efficacemente alla cooperazione internazionale in materia fiscale e doganale. Il miglioramento del gettito fiscale interno dovrebbe contribuire a colmare le lacune di finanziamento per gli OSM. Su questo terreno l'Unione propone di aumentare le capacità di mobilitazione del reddito interno dei paesi in via di sviluppo mediante le riforme e l'amministrazione in campo tributario migliorando la capacità delle amministrazioni doganali, sostenendo iniziative quali il piano d'azione per l'applicazione delle normative, la governance e il commercio nel settore forestale e l'iniziativa per la trasparenza delle industrie estrattive. Inoltre, l'UE promuove la lotta all'evasione fiscale attraverso l'applicazione di norme internazionali, favorendo la conclusione e l'attuazione di accordi sullo scambio di informazioni in materia fiscale e, ove opportuno, delle convenzioni sulla doppia imposizione, l'adozione e l'attuazione degli orientamenti dell'OCSE in materia di prezzi di trasferimento nei paesi in via di sviluppo e le ricerche in corso sulla norma di rendicontazione (reporting standard) «paese per paese» per le multinazionali.
L'ottavo punto del Piano incoraggia l'integrazione regionale e gli scambi. L'UE sostiene politicamente e finanziariamente l'integrazione regionale nell'ambito delle sue relazioni esterne e la partecipazione agli scambi internazionali. L'UE continua pertanto a perseguire un'elaborazione delle regole del commercio internazionale compatibile con lo sviluppo e a sostenere la capacità dei paesi partner di partecipare agli scambi globali e regionali, anche mediante la promozione degli accordi di partenariato economico. L'UE si impegna a offrire speciali preferenze commerciali ai paesi in via di sviluppo, tra cui l'accesso completamente libero al mercato dell'UE per tutti i prodotti provenienti dai paesi meno sviluppati, fuorché le armi, e garantendo comunque l'accesso ai medicinali per i paesi in via di sviluppo. Il documento ricorda che l'Unione ha rispettato l'impegno collettivo di destinare 2 miliardi di euro l'anno all'assistenza in materia commerciale ben prima della data prevista del 2010, avendo destinato nel solo 2008 oltre 10 miliardi di euro per aiuti al commercio, con un incremento molto significativo rispetto al 2007.
Su questo versante la proposta europea concerne l'aumento del sostegno allo sviluppo del settore privato, in particolare attraverso meccanismi quali lo strumento per gli investimenti ACP e il fondo fiduciario UE-Africa per le infrastrutture. Inoltre, nella revisione del mandato esterno della Banca europea per gli investimenti (BEI), si segnala il rafforzamento della capacità della BEI di sostenere gli obiettivi di sviluppo dell'UE e promuovere un'efficace combinazione di sovvenzioni e prestiti nei paesi terzi. Infine si fa riferimento alla conclusione del ciclo di Doha e al compimento di ulteriori progressi nell'erogazione degli aiuti al commercio, raggiungendo un accordo sui pacchetti regionali di aiuti al commercio per gli ACP entro la fine del 2010.
Il nono punto propone l'individuazione di meccanismi di finanziamento innovativi. Per erogare finanziamenti aggiuntivi in maniera prevedibile e stabile, la Commissione suggerisce di sfruttare appieno il potenziale offerto da meccanismi di finanziamento innovativi, basati su partenariati e mercati pubblico-privati, che nella proposta europea potrebbero essere meglio precisati.
Il decimo punto individua la leva della lotta al cambiamento climatico. L'UE si impegna a sostenere i paesi in via di sviluppo nell'adozione e attuazione di strategie di adattamento e/o mitigazione adeguate,

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agevolando l'accesso dei PVS a tecnologie a basse emissioni di carbonio e resilienti al clima rispettose dei diritti di proprietà intellettuale nonché rafforzando la loro base di conoscenza del cambiamento climatico e potenziando il proprio sostegno alle attività di ricerca correlate nei e coi paesi in via di sviluppo. L'Unione intende tenere fede all'impegno assunto dall'UE di versare annualmente 2,4 miliardi di euro per il periodo 2010-2012 a titolo di finanziamento rapido a favore dei paesi in via di sviluppo e garantire che tali fondi vengano programmati ed erogati conformemente all'agenda sull'efficacia degli aiuti.
L'undicesimo punto si concerta sul tema della fragilità e sicurezza quali presupposti per lo sviluppo a lungo termine. L'Unione europea propone un piano d'azione per le situazioni di fragilità e conflitto anche per integrare in modo più efficace gli obiettivi di sviluppo nella programmazione e attuazione delle operazioni di pace e stabilità.
Il dodicesimo punto riguarda l'architettura della governance globale. L'UE intende imprimere nuovo slancio alle attività svolte nell'ambito di vari forum internazionali, tra cui il G20, al fine di riformare la governance globale. Su questo tema le proposte della Commissione riguardano essenzialmente il rilancio del processo di riforma dell'ONU, nell'intento di razionalizzare progressivamente il funzionamento delle agenzie e di ridurne il numero; inoltre, la garanzia di un'applicazione rapida e adeguata dell'incremento della percentuale di azioni con diritto di voto dei paesi in via di sviluppo e dei paesi in transizione all'interno della Banca mondiale e dell'FMI.
Alla luce di quanto esposto, formula tre proposte di lavoro per il prosieguo dell'attività del Comitato. La prima riguarda la individuazione dei soggetti competenti a dare attuazione, ai diversi livelli, alle proposte della Commissione, la quale non ha provveduto a fare chiarezza anche alla luce delle novità introdotte dal Trattato di Lisbona. Una seconda proposta riguarda la verifica e il rafforzamento della volontà dell'Italia a tenere fede agli impegni finanziari assunti nelle sedi internazionali. In ultima analisi, il Comitato potrebbe procede ad approfondimenti circa gli strumenti finanziari innovativi, cui rinvia la Comunicazione, tenendo conto dei prossimi appuntamenti del G20 e delle nuove proposte in tema di tassazione delle transazioni finanziarie internazionali.

Enrico PIANETTA, presidente, ricorda che a conclusione dell'esame del documento in titolo, il Comitato potrà sottoporre alla Commissione l'eventualità di adottare un documento finale, a norma del comma 2 dell'articolo 127 del Regolamento. Nel ritenere che le questioni sollevate dal relatore meritino una riflessione più ampia, eventualmente con il coinvolgimento dell'intera Commissione, osserva che il tema della quantità degli aiuti e della loro efficacia rappresenti l'aspetto cruciale della discussione sul futuro delle politiche europee e nazionali per lo sviluppo, anche in vista del Forum mondiale sull'efficacia degli aiuti, che avrà luogo a Seul nel 2011.

Francesco TEMPESTINI (PD) si associa alle valutazioni del relatore e ritiene opportuno, in linea con quanto prospettato dal presidente Pianetta, che i temi affrontati possano essere trattati nella sede della Commissione plenaria, data la loro particolare rilevanza.

Enrico PIANETTA, presidente, alla luce del dibattito odierno, propone che il Comitato proceda alla definizione di un documento da sottoporre alla valutazione della Commissione, anche in previsione della conclusione dei lavori dell'indagine conoscitiva sugli Obiettivi del Millennio, il cui termine di scadenza è fissato al 31 ottobre prossimo ma che potrà concludersi anche prima della Riunione ad alto livello, prevista alla fine del prossimo mese di settembre a New York. Nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell'esame istruttorio ad altra seduta.

La seduta termina alle 10.

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SEDE CONSULTIVA

Giovedì 3 giugno 2010. - Presidenza del presidente Stefano STEFANI. - Interviene il sottosegretario di Stato agli affari esteri, Vincenzo Scotti.

La seduta comincia alle 14.

DL. 67/2010: Disposizioni urgenti per la salvaguardia della stabilità finanziaria dell'area euro.
C. 3505 Governo, approvato dal Senato.

(Parere alla V Commissione).
(Esame e rinvio).

La Commissione inizia l'esame del provvedimento in titolo.

Stefano STEFANI, presidente e relatore, illustra il provvedimento in titolo, osservando che esso disciplina la partecipazione dell'Italia al programma triennale di sostegno finanziario alla Grecia deciso in sede europea al fine di salvaguardare la stabilità finanziaria dell'euro. Segnala che l'articolo 1 indica il massimale di 14 miliardi e 800 milioni di euro per la quota a carico dell'Italia sul totale del prestito di 80 miliardi. Si prevede l'emissione di titoli di Stato a medio-lungo termine, naturalmente andando oltre i limiti stabiliti nella manovra finanziaria dello scorso anno. Il preambolo del decreto-legge individua la base giuridica dell'intervento nel principio generale dell'Unione europea sulla coesione economica, sociale e territoriale, nonché sulla solidarietà tra gli Stati membri. Fa quindi diretto riferimento alla Dichiarazione dei Capi di Stato e di Governo, formulata a Bruxelles il 25 marzo 2010 ed alle decisioni dell'Eurogruppo dell'11 aprile e del 2 maggio scorsi.
Essendo stato adottato dal Consiglio dei ministri il 7 maggio, pur recando la data del 10 maggio, sottolinea che il decreto-legge non menziona gli accordi intervenuti a Bruxelles l'8 maggio, vale a dire l'Intercreditor Agreement ed il Loan Facility Agreement. Per questa ragione, nel corso dell'esame presso l'altro ramo del Parlamento, nell'imminenza del voto finale, si è inteso colmare tale lacuna inserendo nell'articolo unico del disegno di legge di conversione l'ordine di esecuzione dei due predetti accordi, che peraltro fanno espressamente riferimento al completamento delle procedure autorizzative nazionali come requisito per l'assunzione formale dell'impegno finanziario. Tale inserimento, che ha comportato l'assegnazione in sede consultiva a questa Commissione nella modalità del cosiddetto parere «rinforzato», solleva una serie di questioni giuridiche che, pur nella piena condivisione del merito, debbono essere attentamente esaminate in questa sede. In primo luogo, il disegno di legge di conversione non dovrebbe contenere altra clausola che appunto quella di conversione. L'ordine di esecuzione in via legislativa dovrebbe essere preceduto o tutt'al più seguito, in via di sanatoria, dall'autorizzazione alla ratifica, sempre in forma legislativa, ai sensi dell'articolo 80 della Costituzione. Gli accordi in questione, pur trattati allo stesso modo nel testo trasmesso dal Senato, hanno natura diversa essendo solo il primo firmato dai rappresentanti dei Governi dell'Eurogruppo, mentre il secondo ne costituisce un'attuazione ed è sottoscritto in loro nome dalla Commissione europea. La natura giuridica dei predetti accordi non appare equiparabile agli accordi internazionali puri e semplici, dal momento che essi si situano nell'ambito dell'Unione economica e monetaria. Altri grandi paesi, come la Francia e la Germania, hanno incorporato in atti legislativi gli impegni assunti , ma non hanno sottoposto né a ratifica né a ordine di esecuzione gli accordi dell'8 maggio. Infine, in prima approssimazione, è da ritenere impropria la formula adottata dell'ordine di esecuzione che andrebbe intesa in senso «atecnico» e preferibilmente corretta.
Alla luce di tali considerazioni, rileva che occorre pervenire ad una soluzione che contemperi la celerità dell'iter del provvedimento e la coerenza dell'ordinamento giuridico che in questa materia

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investe aspetti di rilievo costituzionale. Sarà quindi utile un confronto anche con gli orientamenti che emergeranno in seno al Comitato per la legislazione ed alla Commissione Affari costituzionali.
Confida che utili indicazioni potranno venire dagli interventi dei gruppi e dai chiarimenti del Governo, da cui sarebbe utile avere elementi comparativi sulla ricezione da parte degli altri Paesi dell'Eurogruppo.
Chiede altresì al Governo informazioni anche sui mezzi di copertura degli ulteriori impegni assunti a tutela dell'euro che, non riguardando esclusivamente la Grecia, non sono menzionati nel presente provvedimento. Si riferisce al maxi-piano di 750 miliardi di euro (di cui 440 a carico degli Stati membri) a fronte del quale, ad esempio, risulta che la Francia abbia già disposto in via legislativa un'autorizzazione ad impegnare sino a 111 miliardi. Ritiene che su quest'ultima questione sarebbe dirimente un chiarimento da parte di un rappresentante del Ministero dell'economia e delle finanze.

Il sottosegretario Enzo SCOTTI condivide l'opportunità che la modifica apportata al Senato e relativa alla previsione di un ordine di esecuzione costituisca oggetto di approfondimento da parte della Commissione e del Comitato per la legislazione. Fa presente infatti che sul piano tecnico gli accordi raggiunti tra i partner europei rappresentano, in alternativa, accordi internazionali e dunque, ai sensi dell'articolo 80 della Costituzione, devono essere sottoposti a ratifica, oppure costituiscono atti comunitari sui generis non sottoposti ad uno specifico iter di approvazione. Nel segnalare che i maggiori Paesi europei hanno optato per la seconda ipotesi, provvedendo ad approvare norme ordinarie senza fare ricorso allo strumento della ratifica di accordi internazionali, auspica la presentazione presso questo ramo del Parlamento di un atto di indirizzo avente carattere interpretativo e utile a fornire un orientamento anche in futuro. Quanto agli aspetti di carattere finanziario, condivide l'opportunità che essi siano affrontati presso la Commissione di merito e in stretta collaborazione con il Ministero dell'economia e delle finanze.

Francesco TEMPESTINI (PD), alla luce delle articolate considerazioni del relatore e del rappresentante del Governo, ritiene opportuno che la Commissione disponga di adeguati tempi per svolgere i doverosi approfondimenti tecnici e di merito.

Stefano STEFANI, presidente e relatore, nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia quindi il seguito dell'esame ad altra seduta.

Disposizioni in materia di alleanza terapeutica, di consenso informato e di dichiarazioni anticipate di trattamento.
C. 2350, approvato dal Senato, e abb.

(Parere alla XII Commissione).
(Seguito esame e conclusione - Parere favorevole con condizione).

La Commissione prosegue l'esame del provvedimento in oggetto, rinviato nella seduta del 26 maggio scorso.

Enrico PIANETTA (PdL), relatore, illustra la proposta di parere con una condizione (vedi allegato).

Francesco TEMPESTINI (PD) e Margherita BONIVER (PdL) preannunciano il proprio voto di astensione sulla proposta di parere, illustrata dal relatore.

La Commissione approva quindi la proposta di parere favorevole come formulata dal relatore.

La seduta termina alle 14.15.

UFFICIO DI PRESIDENZA INTEGRATO DAI RAPPRESENTANTI DEI GRUPPI

L'ufficio di presidenza si è riunito dalle 14.15 alle 14.25.