CAMERA DEI DEPUTATI
Martedì 25 maggio 2010
328.
XVI LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Agricoltura (XIII)
COMUNICATO
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SEDE CONSULTIVA

Martedì 25 maggio 2010. - Presidenza del presidente Paolo RUSSO. - Interviene il sottosegretario di Stato per le politiche agricole alimentari e forestali, Antonio Buonfiglio.

La seduta comincia alle 14.15.

Semplificazione dell'ordinamento regionale e degli enti locali, nonché delega al Governo in materia di trasferimento di funzioni amministrative e Carta delle autonomie locali.
C. 3118 Governo ed abbinate.
(Parere alla I Commissione).
(Rinvio dell'esame).

Paolo RUSSO, presidente e relatore, in considerazione del fatto che presso la I Commissione è ancora in corso l'esame degli emendamenti, rinvia ad altra seduta l'esame del disegno di legge.

La seduta termina alle 14.20.

SEDE REFERENTE

Martedì 25 maggio 2010. - Presidenza del presidente Paolo RUSSO. - Interviene il sottosegretario di Stato per le politiche agricole alimentari e forestali, Antonio Buonfiglio.

La seduta comincia alle 14.20.

Disposizioni per il rafforzamento della competitività del settore agroalimentare.
C. 2260-2646-2743/A.
(Seguito dell'esame e rinvio).

La Commissione prosegue l'esame del disegno di legge, rinviato nella seduta del 18 maggio 2010.

Paolo RUSSO, presidente, avverte che sono stati presentati emendamenti e articoli aggiuntivi riferiti al disegno di legge in esame, raccolti nel fascicolo in distribuzione (vedi allegato).

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Viviana BECCALOSSI (PdL), relatore, rileva che le proposte emendative presentate sono riconducibili in gran parte ai temi già affrontati in occasione delle precedenti fasi di esame del provvedimento. In particolare, sono stati ripresentati pressoché tutti gli emendamenti già presentati all'Assemblea lo scorso febbraio, ai quali si aggiungono ulteriori proposte avanzate da tutti i gruppi.
Precisa poi che ha ritenuto di ripresentare, in qualità di relatore, gli emendamenti già presentati all'Assemblea come Commissione, sui quali si era già registrato il più ampio consenso dei gruppi, nonché alcune proposte ulteriori.
Invita quindi a valutare l'opportunità di un dibattito di carattere generale sugli emendamenti, che consenta di evidenziare gli orientamenti generali e le priorità dei gruppi.

Paolo RUSSO, presidente, fa presente che la Conferenza dei presidenti dei gruppi dovrà definire il calendario dei lavori dell'Assemblea per il mese di giugno, che potrebbe riservare alla Commissione un più ampio margine di tempo per la conclusione dell'esame del disegno di legge. Non nasconde, inoltre, che anche questo provvedimento potrebbe risentire delle complessive iniziative del Governo in materia finanziaria.

Angelo ZUCCHI (PD) ricorda che nel provvedimento in esame si prevede di affrontare, con misure di spesa, alcuni dei problemi più seri del settore agroalimentare e che in queste ore il Governo sta per definire una manovra finanziaria, che inciderà significativamente sulla spesa pubblica. Ritiene pertanto necessario in via preliminare che il Governo e la maggioranza chiariscano i loro orientamenti in merito al disegno di legge in esame.
Inoltre, il suo gruppo ha accettato che si fissasse un breve termine per la presentazione degli emendamenti, nel presupposto che la Commissione dovesse concluderne l'esame per l'inizio di giugno; ora invece si prospetta un rinvio nella calendarizzazione in Aula.
In conclusione, se per il Governo il disegno di legge mantiene la sua validità ed è in condizioni di arrivare ad un esito positivo, il gruppo del PD non si sottrarrà al confronto, ma deve sapere in quale contesto si intende procedere.

Paolo RUSSO, presidente, comprende le ragioni dell'intervento del deputato Zucchi, osservando che esso coinvolge soprattutto la posizione del Governo.
Infine, nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia ad altra seduta il seguito dell'esame del disegno di legge.

Disposizioni per l'adozione del Programma nazionale di sviluppo rurale.
C. 3472 Paolo Russo
(Esame e rinvio)

La Commissione inizia l'esame della proposta di legge.

Sabrina DE CAMILLIS (PdL), relatore, ricorda che la proposta di legge all'ordine del giorno, che reca la firma dei rappresentanti dei gruppi presenti in Commissione, è volta all'individuazione di uno strumento che possa assicurare l'effettivo utilizzo delle risorse finanziarie già stanziate dall'Unione europea per il periodo 2007-2013 per lo sviluppo rurale e dunque scongiurare l'applicazione delle disposizioni comunitarie che prevedono il disimpegno automatico delle somme non utilizzate.
A tale scopo è prevista l'adozione, con decreto del Ministro delle politiche agricole, sentita la Conferenza Stato-regioni, del Programma nazionale di sviluppo rurale per il periodo 2007-2013. La proposta prevede che i programmi di sviluppo rurale delle regioni vadano a costituire l'articolazione operativa del Programma nazionale, nel quale confluiscono.
Ricorda che ciascuna regione e provincia autonoma è chiamata a spendere le risorse assegnate nel rispetto della regola cosiddetta del «n + 2», la quale stabilisce che quanto impegnato sul bilancio dell'Unione

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europea nell'anno «n» debba essere speso dalla regione interessata entro i due anni successivi, pena il disimpegno automatico delle risorse non spese, così come previsto dall'articolo 29 del regolamento (CE) n. 1290/2005.
Fa presente altresì che la norma di cui si propone l'adozione non reca oneri aggiuntivi per lo Stato e prevede l'adozione, come disposto dal comma 2, con riferimento agli articoli 15 e 16 del regolamento (CE) n. 1698/2005, di uno specifico piano di finanziamento che consente di mantenere l'ammontare delle risorse assegnate per il settore agricolo operando delle compensazioni di spesa tra le regioni e le province autonome che spendono di più e quelle che spendono di meno ed evitando il disimpegno automatico delle risorse non utilizzate per la politica di sviluppo rurale.
La norma, infine, oltre a difendere le risorse che lo Stato ha ricevuto da parte dell'Unione europea per il sostegno allo sviluppo rurale, consente l'introduzione di un sistema di premialità fissando un incentivo alle regioni più virtuose. Si tratta quindi di un intervento di grande intelligenza, a favore del comparto agricolo.

Il sottosegretario Antonio BUONFIGLIO valuta favorevolmente, a nome del Governo e suo personale, la proposta di legge in esame. Ricorda in proposito che l'argomento è stato oggetto anche di emendamenti al disegno di legge comunitaria, che tuttavia non hanno avuto corso; in particolare, in essi si prevedevano misure anche per il Fondo europeo per la pesca nonché meccanismi per la responsabilizzazione degli amministratori e dei dirigenti pubblici.
Precisa poi che tutte le regioni, salvo le province di Trento e di Bolzano, hanno fatto registrare ritardi nell'utilizzo dei fondi per lo sviluppo rurale, anche se le regioni dell'obiettivo «convergenza» sono maggiormente interessate. Le risorse in gioco ammontano a circa un miliardo e 350 milioni di euro per il Fondo europeo per lo sviluppo rurale e a 120 milioni di euro per il Fondo europeo della pesca. In sostanza, per l'Italia è essenziale scongiurare l'applicazione delle disposizioni europee che prevedono il disimpegno automatico delle somme non utilizzate entro i due anni successivi all'iscrizione in bilancio delle stesse.

Susanna CENNI (PD) chiede se la formulazione della proposta di legge è stata concordata con le regioni.

Il sottosegretario Antonio BUONFIGLIO segnala che la proposta prevede che l'adozione del nuovo Programma nazionale di sviluppo rurale per il periodo 2007-2013 avvenga sentita la Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano.

Sandro BRANDOLINI (PD) chiede se le regioni siano state consultate in merito all'opportunità di approvare la legge in esame.

Paolo RUSSO, presidente, sottolinea l'esigenza di procedere nei tempi più solleciti, tenuto anche conto del previsto parere della Conferenza Stato-regioni.

Anita DI GIUSEPPE (IdV) concorda sulla necessità di evitare l'automatica restituzione delle somme ricevute dall'Unione europea, rilevando peraltro la necessità di evitare di dare l'impressione che lo Stato voglia avocare a sé competenze regionali. Piuttosto, lo Stato potrebbe e dovrebbe affiancare le regioni in difficoltà nella predisposizione della complessa fase progettuale, posta a base dei finanziamenti europei.

Paolo RUSSO, presidente, fa presente che occorre evitare in primo luogo il disimpegno automatico delle risorse dell'Unione europea stanziate e non utilizzate; in secondo luogo, occorre fare ciò nel modo più partecipato possibile con le amministrazioni regionali, specie quelle in difficoltà e, in terzo luogo, evitare che per il futuro si ripresentino le difficoltà lamentate.

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Il sottosegretario Antonio BUONFIGLIO fa presente che non esiste il pericolo che lo Stato avochi competenze proprie delle regioni. Infatti, nel 2005, modificando il modello seguito nel periodo precedente, si preferì - in omaggio all'autonomia regionale - la scelta di ventuno programmi di sviluppo rurale nel quadro di un piano strategico nazionale. Le regioni hanno conseguentemente conseguito autonomamente l'approvazione dei loro programmi. Osserva, peraltro, che le asimmetrie e le non omogeneità riscontrate sono dovute anche a varie inefficienze burocratiche a livello regionale.
Ricordando poi le proposte emendative formulate per la soluzione del problema, ricorda che la Francia ha varato un'operazione analoga a quella prevista dalla proposta di legge, che ha ottenuto l'approvazione dell'Unione europea.

Anita DI GIUSEPPE (IdV) si domanda se non si dovrebbe andare nella direzione del federalismo.

Sandro BRANDOLINI (PD) fa presente che, a quanto risulta, alcuni assessori regionali sarebbero contrari al provvedimento, percepito come una espropriazione di competenze regionali. Chiede pertanto che la Commissione proceda immediatamente all'audizione degli assessori regionali all'agricoltura ovvero dei presidenti delle regioni.

Isidoro GOTTARDO (PdL) ritiene che la proposta avanzata dal deputato Brandolini potrebbe essere utile al fine di sgomberare il campo dagli alibi. Ritiene infatti che la decisione del 2005 di optare per ventuno piani di sviluppo rurale fu una decisione temeraria poiché presupponeva che tutte le regioni fossero in grado di gestire allo stesso modo meccanismi tanto complessi. Inoltre, è sopraggiunta una diversa fase economica, che determina ulteriori difficoltà. Non tutte le regioni hanno la capacità di cofinanziamento richiesto dall'Unione europea, né il sistema creditizio, in regime di discesa dei prezzi agricoli, è propenso ad investire sul successo dell'impresa agricola e quindi a supportarla dei necessari mezzi finanziari.
Allo stato attuale, pertanto, o si accetta che alcune regioni perdano le risorse assegnate oppure si prevede, piuttosto che perdere risorse assegnate all'Italia, l'applicazione del principio dei vasi comunicanti. Fa presente inoltre di non escludere che l'Italia possa negoziare l'ipotesi di essere autorizzata a considerare tra gli investimenti effettuati, ai fini della rendicontazione, anche gli investimenti già effettuati ad altro titolo.
Da questo punto di vista, la proposta di legge in esame introduce uno strumento molto flessibile e intelligente, che potrebbe consentire un'alternativa alla mera perdita delle risorse europee, consentendo quasi una partita di giro e recuperando importanti risorse per l'agricoltura. Invita pertanto a mettere da parte l'orgoglio regionale e a prendere coscienza dei risultati dell'azione regionale, che ha utilizzato un ammontare di fondi europei compreso tra il 10 e il 20 per cento, che ritiene abbastanza imbarazzante.
Ritiene infine che, a prescindere dall'accordo con le regioni, la proposta di legge sia talmente di buon senso da suggerire comunque la sua rapida approvazione. Non ci si può assumere la responsabilità di non decidere.

Fabio RAINIERI (LNP) concorda sull'opportunità di procedere all'audizione dei presidenti delle regioni o degli assessori competenti in materia. È infatti importante comprendere le ragioni che hanno impedito alle regioni di spendere le risorse assegnate e in particolare, capire se sono mancate le richieste ovvero se le regioni hanno dato troppo spazio a soggetti che c'entrano poco con l'agricoltura, come è avvenuto in Emilia-Romagna. Ritiene inoltre necessario verificare se è mancata la capacità di cofinanziamento regionale, anche nella prospettiva di evitare che la situazione si ripeta. Sottolinea infine che il sistema bancario non sostiene adeguatamente i privati, che in alcuni casi sono chiamati a cofinanziare le misure per lo sviluppo rurale.

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Paolo RUSSO, presidente, osserva che i problemi da affrontare riguardano le conseguenze di una eventuale inazione parlamentare, la necessità di dare alle regioni uno strumento efficace, come segnalato dal deputato Rainieri e, in terzo luogo, gli aspetti procedurali con riferimento al rispetto delle autonomie regionali.

Viviana BECCALOSSI (PdL) esprime, a nome del gruppo del PdL, una valutazione positiva sulla proposta di legge che ha il condivisibile obiettivo di evitare la perdita delle risorse finanziarie messe a disposizione dall'Unione europea. Si pone in tal modo rimedio ad un errore commesso in sede di Conferenza Stato-regioni nel 2005, quando si decise l'attuale modello per lo sviluppo rurale. Ricorda in proposito che per il piano di sviluppo rurale 2001-2006 si applicava il principio dell'overbooking, secondo il quale le regioni con maggiore capacità di spesa potevano drenare le risorse non utilizzate da altre. Ritiene che avere modificato questo meccanismo sia stato un errore gravissimo, frutto di miopia politica. È perciò necessario tornare al meccanismo del 2001-2006, che consentiva a chi riusciva a spendere e a investire di poter investire anche le risorse di altre regioni incapaci di spendere quei fondi altrimenti destinati al disimpegno automatico, cioè alla restituzione all'Europa. Tale meccanismo incontrò fortissime resistenze perché si pensava che il nord del Paese avrebbe sottratto risorse al sud.
Per questi motivi, nell'attuale congiuntura economica, il Parlamento ha il dovere di valorizzare tutte le risorse disponibili, indipendentemente dalle ragioni che hanno determinato l'attuale situazione.
Ritiene poi che si possa procedere all'audizione dei responsabili regionali, ferma restando la prioritaria esigenza di non perdere risorse finanziarie. Infine, con riferimento a quanto proposto dal deputato Di Giuseppe, fa presente che un intervento statale per aiutare le regioni nella presentazione dei progetti non potrebbe che risolversi in una sottrazione di competenze.

Nicodemo Nazzareno OLIVERIO (PD) precisa di aver sottoscritto la proposta di legge in esame nella convinzione che, nell'attuale congiuntura economica, si dovesse intervenire per scongiurare la perdita di importanti risorse finanziarie per il Paese. In ogni caso, la proposta del collega Brandolini va accolta, perché si tratta di una responsabilità che deve essere condivisa con le regioni.
Ricorda quindi le difficoltà incontrate dalle regioni nella programmazione e nei bandi per l'attuazione dei piani di sviluppo rurale, nonché le difficoltà nell'accesso al credito, precisando che tutte le regioni hanno maturato ritardi, anche se quelle dell'obiettivo «convergenza» in misura maggiore. Con riferimento all'intervento del deputato Rainieri, fa presente che non è possibile tuttavia intervenire nel merito delle scelte compiute dalle regioni. Sottolinea infine che il Ministero, nella definizione del piano nazionale, dovrà tenere conto dell'assegnazione iniziale delle risorse.

Giovanni DIMA (PdL), sottolineando la grande rilevanza dell'argomento in discussione, ricorda che la polemica sull'utilizzo dei fondi comunitari è storia antica, che si trascina da decenni; parimenti è stata più volte affrontata la questione della capacità organizzativa e di spesa delle regioni.
Tuttavia, ora occorre affrontare senza indugio i problemi strutturali delle regioni che non riescono a spendere le risorse assegnate. In base alla sua esperienza, ritiene che tali problemi non derivino dalla mancanza di progetti, ma piuttosto dai limiti organizzativi delle strutture burocratiche delle amministrazioni regionali, notevoli in alcuni casi, nonché dalla scarsa capacità di sostegno finanziario e creditizio all'azione delle imprese. In altri termini, la politica e le istituzioni non sono state in grado di coinvolgere il sistema creditizio per accompagnare la spesa comunitaria, che costituisce una fonte di finanziamento certa.
Premesso che il riferimento al federalismo non appare pertinente, sottolinea che il sistema Italia non può perdere le

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risorse dell'Unione europea, come ampiamente è stato detto nel corso della recente campagna elettorale per il rinnovo delle regioni. Si tratta di una partita troppo importante, che eccede l'ambito settoriale e che richiede l'assunzione di una grande responsabilità da parte degli amministratori regionali, soprattutto se all'inizio del loro mandato.

Angelo ZUCCHI (PD) osserva che, se non vi può essere disaccordo sull'esigenza di evitare la perdita di importanti risorse finanziarie, occorre tuttavia indagare meglio le ragioni che hanno portato all'attuale situazione, visto che contemporaneamente si prevede anche una ridefinizione delle regole destinata a valere fino al 2013. Non si può infatti solo chiamare in causa l'inefficienza nella spesa da parte delle regioni. Conseguentemente, anche se il tempo a disposizione è limitato, una verifica con le regioni appare essenziale, anche per definire uno strumento maggiormente aderente alla realtà. Infine, non sembra che le risorse destinate alle aree dell'obiettivo «convergenza» possano essere dirottate su aree diverse.

Il sottosegretario Antonio BUONFIGLIO rileva che la proposta di legge salvaguarda il principio della destinazione territoriale delle risorse, prevedendo un complesso meccanismo che consente il recupero dei fondi. Non si tratta quindi di dirottare risorse dal sud al nord.
Quanto alle cause dell'attuale situazione, osserva che talvolta le regioni hanno fatto scelte sbagliate in sede territoriale, per esempio prevedendo misure da cofinanziare da parte dei privati, troppo gravose in certe aree. I ritardi interessano tutte le regioni, anche se quelle dell'obiettivo «convergenza» vengono in evidenza perché hanno a disposizione maggiori risorse.
La proposta di legge in esame, tuttavia, consentirebbe nei tempi più rapidi di evitare il disimpegno dei fondi europei in quanto, senza incidere sui piani regionali, ne prevede l'accorpamento in un unico piano nazionale, nel quale non si perde il vincolo di destinazione territoriale.
Ricorda quindi che anche altri Paesi europei sono in ritardo nell'utilizzo dei fondi per lo sviluppo rurale ed è stata anche prospettata l'ipotesi di richiedere lo slittamento di un anno della regola dell'«n+2». Fa però presente che, nell'attuale situazione di crisi e nella prospettiva di una revisione delle politiche per l'agricoltura e dei relativi strumenti finanziari, non si può chiedere all'Unione europea di non tagliare i fondi, se poi non si è in grado di utilizzarli.
Esprime quindi apprezzamento per la sensibilità del Parlamento, che intende assumersi la responsabilità di salvaguardare gli interessi finanziari dello Stato. Invita perciò la Commissione a procedere nei tempi più rapidi, valutando la possibilità di approvare la legge in sede legislativa ed evitando i ritardi che potrebbero conseguire alle audizioni proposte. Al contempo, la Commissione potrebbe chiedere al Ministero di portare la questione all'esame della Conferenza Stato-regioni e del relativo Comitato tecnico in materia di agricoltura. Ricorda in proposito che l'argomento è stato già affrontato con le regioni, sin dallo scorso febbraio, e che, a prescindere dal rinnovo delle amministrazioni regionali, le burocrazie regionali sono ben consapevoli della situazione.

Anita DI GIUSEPPE (IdV) ricorda di aver sottoscritto la proposta di legge, condividendo l'obiettivo di fondo di evitare il disimpegno dei fondi europei. Tuttavia, premesso che il Parlamento non può intervenire nel merito delle scelte di competenza delle regioni, ritiene però necessario comprendere le difficoltà finora incontrate. Per questi motivi, condivide la proposta di procedere all'audizione delle regioni, considerato che l'argomento appare di particolare importanza, più di altri per i quali la Commissione ha svolto audizioni.

Gian Pietro DAL MORO (PD) ritiene che le posizioni emerse dal dibattito non siano molto distanti, richiamando le condivisibili considerazioni del deputato Rainieri.

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Osserva poi che il Parlamento sta affrontando il tema del federalismo, costruendo un modello che vede la definizione di situazioni standard, la previsione di un periodo di avvicinamento agli standard e, successivamente, di una fase nella quale scattano meccanismi di premialità e di penalizzazione. Da questo punto di vista, il Parlamento non può non praticare questo modello anche con riferimento all'argomento in discussione, vista la sua importanza. Ritiene pertanto che i problemi debbano essere affrontati in profondità con le regioni, anche nella prospettiva delle ulteriori questioni che potrebbero presentarsi fino al 2013. Certamente, non si può essere contrari ad un provvedimento che eviti il disimpegno delle risorse, ma si deve farlo dopo aver incontrato i presidenti e gli assessori regionali. Nel frattempo, non dovrebbe essere sottovalutata la possibiità di una verifica in sede di Governo e di Unione europea.

Susanna CENNI (PD), sottolineando che il dibattito non è tra chi è a favore e chi è contro la proposta di legge, ritiene che si debba tuttavia evitare lo scontro ideologico. A suo giudizio, la scelta compiuta nel 2005 non è stata un errore, come sostenuto dalla collega Beccalossi. È tuttavia vero che nel 2005 il contesto economico era del tutto diverso e, probabilmente, ora i programmi regionali sarebbero impostati in modo diverso, per esempio con un maggior favore per gli investimenti.
Ribadendo l'assenso per un intervento che consenta di evitare il disimpegno delle risorse, ricorda che le regioni hanno competenza legislativa esclusiva in materia di agricoltura e che quindi devono essere consultate preventivamente. Ritiene poi dubbia la possibilità di spostare risorse destinate all'obiettivo «convergenza».

Il sottosegretario Antonio BUONFIGLIO rileva che, proprio in ossequio all'autonomia regionale, rischieranno di mancare i fondi per il Fondo di solidarietà nazionale.

Giovanna NEGRO (LNP) osserva che la proposta di legge, poiché comporta impegni di spesa da parte delle regioni, dovrebbe essere approvata definitivamente entro settembre.

Paolo RUSSO, presidente, constata che vi è un generale consenso sulla necessità di un intervento volto a salvaguardare gli interessi finanziari nazionali e ad evitare l'applicazione delle disposizioni relative al disimpegno automatico, mentre restano da approfondire le ulteriori questioni eventualmente con le regioni. Richiama tuttavia in proposito le considerazioni del deputato Gottardo, che condivide, quando ha affermato che, anche se le regioni fossero contrarie, il provvedimento dovrebbe ugualmente essere approvato. Quanto all'audizione delle regioni, invita a valutare i tempi complessivamente disponibili.

Viviana BECCALOSSI (PdL) osserva che la sede istituzionale per un confronto al livello più alto tra lo Stato e le regioni è la Conferenza Stato-regioni, cui le regioni partecipano avvalendosi anche di una struttura tecnica permanente. Pertanto, ritiene preferibile che il confronto avvenga con il Governo, in sede di Conferenza, piuttosto che attraverso un incontro della Commissione con i presidenti delle regioni.

Susanna CENNI (PD) sottolinea che si sta esaminando una proposta di iniziativa parlamentare.

Il sottosegretario Antonio BUONFIGLIO rileva che la proposta di legge non determina una invasione delle competenze regionali, in quanto investe i rapporti con l'Unione europea, che rientrano nelle attribuzioni dello Stato, e non la materia dell'agricoltura, che riguarda gli aspetti operativi.

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Sabrina DE CAMILLIS (PdL), relatore, si riserva di intervenire in altra seduta sui diversi temi affrontati nel corso del dibattito.

Nicodemo Nazzareno OLIVERIO (PD) insiste nella richiesta che la Commissione proceda all'audizione degli assessori o dei presidenti delle regioni.

Paolo RUSSO, presidente, rinvia infine il seguito dell'esame alla seduta di domani.

La seduta termina alle 15.30.