CAMERA DEI DEPUTATI
Mercoledì 12 maggio 2010
322.
XVI LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Lavoro pubblico e privato (XI)
COMUNICATO
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SEDE CONSULTIVA

Mercoledì 12 maggio 2010. - Presidenza del presidente Silvano MOFFA.

La seduta comincia alle 11.50.

Disciplina dell'attività professionale di costruttore edile e delle attività professionali di completamento e finitura in edilizia.
Testo unificato C. 60 Realacci, C. 496 Zacchera, C. 1394 Marchi, C. 1926 Fava, C. 2306 Stradella, C. 2313 Luciano Rossi e C. 2398 Razzi.

(Parere alla VIII Commissione).
(Seguito dell'esame e conclusione - Parere favorevole con osservazioni).

La Commissione prosegue l'esame del provvedimento in titolo, rinviato nella seduta di ieri.

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Gabriella GIAMMANCO (PdL), relatore, alla luce del dibattito svolto nella seduta di ieri, presenta una proposta di parere favorevole con osservazioni (vedi allegato 1), che illustra sinteticamente.

Maria Grazia GATTI (PD), nel dichiarare di condividere la proposta di parere del relatore, che sembra cogliere tutti i punti segnalati nella seduta di ieri, preannuncia il voto favorevole del suo gruppo.

Teresio DELFINO (UdC) dichiara il voto favorevole del suo gruppo sulla proposta di parere del relatore.

Nessun altro chiedendo di intervenire, la Commissione approva la proposta di parere favorevole con osservazioni del relatore.

Disposizioni in materia di semplificazione dei rapporti della Pubblica Amministrazione con cittadini e imprese e delega al Governo per l'emanazione della Carta dei doveri delle amministrazioni pubbliche e per la codificazione in materia di pubblica amministrazione.
C. 3209-bis Governo.

(Parere alla I Commissione).
(Seguito dell'esame e conclusione - Parere favorevole con condizioni).

La Commissione prosegue l'esame del provvedimento in titolo, rinviato nella seduta di ieri.

Paola PELINO (PdL), relatore, rispetto alla relazione già svolta nella giornata di ieri, fa presente che è stato trasmesso il testo del provvedimento in esame, come risultante dagli emendamenti approvati dalla I Commissione, che ha aggiunto una serie di disposizioni che investono, in qualche misura, le competenze della XI Commissione.
In primo luogo, segnala che all'articolo 7 è stato inserito un nuovo comma 2, che prevede l'abolizione dell'obbligo di tenuta del «Registro infortuni» di cui all'articolo 403 del decreto del Presidente della Repubblica n. 547 del 1955: si tratta di un intervento opportuno, poiché il richiamato decreto del Presidente della Repubblica n. 547 è stato ormai abrogato dal testo unico sulla sicurezza e salute sui luoghi di lavoro (decreto legislativo n. 81 del 2008), per cui occorre realizzare un mero intervento di coordinamento normativo rispetto ai termini di decorrenza dell'abolizione del predetto obbligo.
Evidenzia, poi, l'articolo 7-ter, che ha apportato una limitata correzione all'articolo 53, comma 5, del decreto legislativo n. 81 del 2008, in materia di sicurezza e salute sui luoghi di lavoro, circa le modalità per la semplificazione degli adempimenti di cui al medesimo articolo 53, disponendo che ciò avvenga, secondo criteri di trasparenza ed economicità delle procedure, con decreto adottato su proposta del Ministro del lavoro e delle politiche sociali, di concerto con il Ministro della salute, con il Ministro per la pubblica amministrazione e l'innovazione e con il Ministro della semplificazione normativa, previa consultazione delle parti sociali, sentita la Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano.
Sottolinea che l'articolo 7-quater ha introdotto una norma in materia di comunicazione all'INPS degli elenchi nominativi annuali per le giornate di occupazione in agricoltura, che risulta sostanzialmente identica alla disposizione, approvata dalla Camera, contenuta all'articolo 2 del testo unificato delle proposte di legge C. 2100 e abbinate, che è stato già trasmesso al Senato (A.S. 2147). Al riguardo, prospetta pertanto l'opportunità di segnalare alla Commissione di merito tale questione, in modo che la disposizione citata venga espunta dal testo o, quanto meno, venga riformulata con un contenuto identico a quello della predetta proposta di legge A.S. 2147.
Inoltre, rileva che l'articolo 21-bis, al fine di assicurare omogeneità ed efficienza al processo di formazione continua dei pubblici dipendenti, prevede che una quota pari al 40 per cento delle risorse stanziate per la formazione presso le amministrazioni pubbliche centrali confluisca

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in un fondo costituito presso il Dipartimento della funzione pubblica, denominato «Fondo per il diritto alla formazione continua dei pubblici dipendenti»; tale fondo è destinato a finanziare i programmi formativi e di aggiornamento professionale gestiti dalle strutture vigilate dal Ministro per la pubblica amministrazione e l'innovazione e preposte per legge alla formazione dei dipendenti delle amministrazioni pubbliche.
Fa notare che il Fondo di cui al richiamato articolo è ripartito, in misura pari alle quote versate, a favore di ciascuna amministrazione conferente sulla base di direttive emanate dal Ministro per la pubblica amministrazione e l'innovazione, previa consultazione di un comitato paritetico di indirizzo costituito da rappresentanti delle amministrazioni interessate e delle confederazioni sindacali maggiormente rappresentative.
Osserva, infine, che agli articoli 28 e 29 sono state adottate alcune correzioni in relazione alla delega per l'emanazione della Carta dei doveri delle amministrazioni pubbliche.
In conclusione, preso atto del testo risultante dagli emendamenti approvati dalla Commissione di merito, presenta una proposta di parere favorevole con condizioni (vedi allegato 2).

Giulio SANTAGATA (PD) ritiene che oggi non sussistano le condizioni per l'espressione del parere da parte della Commissione, non essendo stato possibile - a causa della ristrettezza dei tempi - acquisire gli elementi di conoscenza necessari all'avvio di un approfondito dibattito sul provvedimento in esame, che, peraltro, è stato sottoposto a significative modifiche proprio nella giornata di ieri, nell'ambito dell'esame in sede referente da parte della Commissione di merito. Fa presente che si tratta, peraltro, di rendere un parere su materie particolarmente complesse, riguardanti il lavoro pubblico e privato, sulle quali sarebbe stato più corretto coinvolgere la XI Commissione in modo più penetrante, anche tenuto conto che il provvedimento in esame prevede il conferimento di importanti deleghe legislative al Governo, sulle quali sarebbe stato importante avviare una disamina articolata.
Per tali ragioni, pur condividendo taluni dei rilievi inseriti nella proposta di parere del relatore, preannuncia il voto contrario del suo gruppo.

Donella MATTESINI (PD) ritiene di non potersi esimere dall'esprimere un giudizio profondamente contrario sul provvedimento in esame, sia per ragioni di metodo che di merito.
In ordine al metodo, ritiene che si sia in presenza di un'irragionevole compressione dei tempi di esame in sede consultiva, che rende impossibile approfondire gli argomenti contenuti nel provvedimento in questione - peraltro pesantemente modificati in sede referente - taluni dei quali di assoluto interesse per la stessa XI Commissione e rientranti appieno nel regime delle sue competenze. Fa altresì notare che il modo di legiferare del Governo in carica si fonda in prevalenza sulla produzione di atti di delegazione legislativa, che, di fatto, esautorano il Parlamento delle sue funzioni, determinando una inutile mole di norme di legge spesso di carattere microsettoriale, il cui impatto sulla legislazione vigente risulta il più delle volte negativo e contrario agli stessi principi di semplificazione normativa tanto declamati dalla maggioranza.
Esprime forti perplessità anche sul merito del provvedimento, atteso che esso, nel suo complesso, sembra mirare più a reprimere che a promuovere l'attività delle pubbliche amministrazioni e del relativo personale dipendente, secondo un metodo punitivo che ignora i positivi elementi di autonomia presenti in molte realtà locali (cita, ad esempio, la regione Toscana), trascurando peraltro l'applicazione di fondamentali principi costituzionali, tra i quali menziona quello della sussidiarietà orizzontale. Fa notare, quindi, che nel provvedimento viene attribuita centralità al ruolo delle sanzioni, mentre si dà poca importanza a quello degli incentivi - peraltro non supportato dall'indicazione di

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risorse aggiuntive - non sviluppandosi altresì la tematica della class action, importante strumento da attivare in caso di danni provocati da inefficienze della pubblica amministrazione.
Giudica grave l'eliminazione dal testo del riferimento a principi essenziali - rilevanti anche a livello europeo - in tema di tutela del consumatore in ordine alla qualità dei servizi resi dalle pubbliche amministrazioni, valutando altresì insufficiente il contenuto del provvedimento in relazione alla trasparenza e all'accesso ai documenti amministrativi, nonché pretestuosa la parte concernente lo sviluppo informatico, attesa la palese mancanza di risorse necessarie a renderlo attuabile.
In conclusione, nel ritenere che l'azione intrapresa dal Governo riveli la volontà di mettere in difficoltà la pubblica amministrazione e di colpire indiscriminatamente i pubblici dipendenti, in nome di una falsa ed ideologica battaglia contro le presunte inefficienze del comparto del pubblico impiego, si interroga ironicamente se la XI Commissione abbia ancora competenze sulla materia del lavoro pubblico, atteso l'esproprio di funzioni che si è compiuto ai suoi danni con l'esame del presente provvedimento.

Cesare DAMIANO (PD) rileva che l'Esecutivo sembra perseverare in un modo sbagliato di legiferare, sul quale lo stesso Presidente della Repubblica si è diffuso ampiamente con riferimento al cosiddetto «collegato lavoro», rinviato peraltro alle Camere per una nuova deliberazione, considerati gli evidenti profili di incostituzionalità presenti in quel provvedimento. Fa notare che l'Esecutivo continua a «sfornare» provvedimenti che tendono a «lievitare» durante la fase di esame degli emendamenti, con la conseguenza di determinare una sorta di «rigonfiamento normativo» finale dei testi legislativi, che contribuisce a rendere ancora più confuso e incongruo l'ordinamento giuridico.
In conclusione, associandosi alle considerazioni svolte sull'argomento dal deputato Mattesini, si chiede se, visto l'andamento dei lavori relativi al provvedimento in esame, non si debba prendere atto che la XI Commissione non è più competente nelle materie riguardanti il lavoro pubblico: l'accelerazione dei tempi di esame ha messo la Commissione nell'impossibilità di valutare con attenzione i profili di merito del provvedimento, precludendo quel confronto serio sulle questioni in gioco, che, in altre occasioni, ha prodotto, al contrario, un apprezzabile lavoro condiviso di maggioranza e opposizione su materie delicate ed importanti.

Silvano MOFFA, presidente, precisa che alla base della determinazione di assegnare il provvedimento in sede referente alla I Commissione vi è stata, di certo, un'analisi ponderata circa la prevalenza di norme di carattere ordinamentale, strutturale e organizzativo, nel pieno rispetto del riparto di competenze tra le Commissioni previsto dal Regolamento. Ritiene, pertanto, che non vi sia stato alcun «esproprio» di attribuzioni ai danni della XI Commissione, la quale, peraltro, avrà modo di far valere le proprie valutazioni attraverso lo strumento del parere.

Ivano MIGLIOLI (PD), pur prendendo atto di quanto testé riferito dal presidente sulla questione del riparto di competenze, osserva che sarebbe stato auspicabile un maggiore coinvolgimento della XI Commissione sulle materie delicate del lavoro pubblico, sulle quali, comunque, non vi è stata la possibilità di discutere neanche in sede consultiva, attesa l'improvvisa accelerazione dei tempi registratasi nelle ultime ore. Fa notare, inoltre, che il provvedimento in esame, pur presentando un contenuto confuso ed eterogeneo e comprendendo interventi di varia natura, omette di affrontare le questioni nodali della pubblica amministrazione, come, ad esempio, il ritardo nei pagamenti alle imprese da parte delle amministrazioni.
In conclusione, dichiara la disponibilità ad entrare nel merito delle questioni di diretto interesse della Commissione, a condizione che si dia il giusto spazio alla odierna discussione e si apra un serio e approfondito confronto tra i gruppi.

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Giovanni PALADINI (IdV) esprime forti perplessità sul provvedimento, sia per ragioni di merito, riguardanti in particolare gli articoli 7 e 8, sia per ragioni formali, concernenti l'eccessiva eterogeneità del testo, nonché il conferimento di deleghe al Governo troppo generiche. Contesta, inoltre, il metodo seguito per l'esame del disegno di legge, considerata l'impossibilità di approfondire le tematiche a causa della ristrettezza dei termini della discussione su materie di diretta competenza della Commissione.
In conclusione, preannuncia il voto contrario del suo gruppo sulla proposta di parere del relatore.

Teresio DELFINO (UdC) mette in evidenza che l'azione della maggioranza appare frenetica quando si tratta di approvare provvedimenti che le stanno a cuore, mentre diventa lenta e farraginosa di fronte alla necessità di approvare misure che, seppur fondamentali per la collettività, non rientrano nel suo «sistema di convenienze». Sul provvedimento in questione, rileva la presenza di luci ed ombre, atteso che, pur non potendo esprimere un giudizio completamente negativo sul merito specifico dei contenuti, sui quali si riserva un'analisi più approfondita nel corso dell'esame in Assemblea, si sono registrati gravi vizi di metodo, che hanno inficiato il corretto svolgimento dell'iter di esame presso la XI Commissione in ordine a materie di diretto interesse. Fa notare, poi, che il Governo sembra attribuire un'enfasi eccessiva alla lotta all'assenteismo nel pubblico impiego, perdendo di vista gli obiettivi più importanti di efficienza e buon andamento della pubblica amministrazione, per il cui perseguimento occorre coinvolgere in giusta misura anche le parti sociali.
Per le ragioni esposte, legate soprattutto a questioni di metodo, preannuncia il voto contrario del suo gruppo sulla proposta di parere del relatore.

Maria Grazia GATTI (PD), nell'esprimere profonde perplessità sul provvedimento, segnala l'evidente criticità degli articoli 28 e 29, laddove si conferisce un'ampia delega legislativa al Governo per l'emanazione della carte dei doveri delle amministrazioni pubbliche, prevedendosi, peraltro, problematici richiami ad una sequenza di decreti legislativi precedenti, che conducono ad un paradossale meccanismo di «delega nella delega». Manifesta poi la sua preoccupazione sul metodo seguito nei lavori parlamentari, che ha impedito un'approfondita discussione in ordine ad essenziali tematiche come, ad esempio, la salvaguardia dei livelli essenziali delle prestazioni concernenti i diritti civili e sociali.

Giulio SANTAGATA (PD), intervenendo per una precisazione, giudica inaccettabile che il Governo, con gli articoli 28 e 29 del provvedimento in esame, demandi quasi «di soppiatto» al Ministro Brunetta, con modalità volutamente ambigue, l'attuazione del federalismo fiscale, peraltro scavalcando completamente le competenze vantate in materia dalla Commissione bicamerale per le questioni regionali. A suo avviso, questo è un modo di operare scorretto, che lede gravemente le prerogative del Parlamento, impossibilitato a discutere di una materia fondamentale come quella del federalismo fiscale, e che introduce pericolosi precedenti di prassi legislativa, considerato che si prevede l'anomalo conferimento di una delega legislativa che si ricollega a decreti legislativi precedenti.
Invita, quindi, la presidenza ad assumere un'iniziativa formale in proposito, comunicando alla I Commissione che, per queste ragioni di metodo, la XI Commissione non è nella condizioni di esprimere il parere di competenza.

Lucia CODURELLI (PD), preso atto che non sussistono le condizioni per un dibattito sereno e approfondito sul provvedimento in esame, non essendovi alcuna garanzia sulla disponibilità di tempi adeguati

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per i necessari approfondimenti di merito, stigmatizza il metodo legislativo utilizzato dal Governo, che appare fondato su provvedimenti eterogenei e confusi, i quali, lungi dal semplificare il quadro normativo, appesantiscono il complesso di «lacci e lacciuoli» che opprimo il sistema delle imprese e delle pubbliche amministrazioni. Infine, dichiara la sua contrarietà ad un'azione politica del Governo che mira a penalizzare il settore del pubblico impiego, soprattutto per quanto concerne il comparto dell'istruzione scolastica, verso il quale sembra non si nutra alcun rispetto.

Silvano MOFFA, presidente, ritenendo assolutamente legittime talune delle considerazioni svolte dai deputati intervenuti in ordine alle modalità di svolgimento dei lavori parlamentari, precisa che è sua intenzione rappresentare, nelle sedi opportune, i disagi conseguenti ai ristretti tempi di esame dei provvedimenti assegnati in sede consultiva, affinché le prerogative delle Commissioni siano pienamente rispettate.
Rilevato, tuttavia, che molte obiezioni - come quella relativa alla «rappresentatività» del Ministro Brunetta - non sembrano avere particolarmente senso, atteso che, nel caso di specie, il Ministro stesso fa parte a pieno titolo del Governo in carica, ritiene opportuno che la Commissione renda il parere di competenza nella seduta odierna, al fine di perfezionare l'iter di un provvedimento delicato e complesso come quello in oggetto. Fa notare, peraltro, che i parlamentari interessati potranno disporre di ulteriori margini di intervento in sede di discussione in Assemblea, i cui tempi saranno certamente organizzati in modo da assicurare ampio spazio agli approfondimenti di merito.

La Commissione approva, quindi, la proposta di parere favorevole con condizioni del relatore.

La seduta termina alle 12.45.

SEDE REFERENTE

Mercoledì 12 maggio 2010. - Presidenza del presidente Silvano MOFFA.

La seduta comincia alle 12.45.

Esclusione dei familiari superstiti condannati per omicidio del pensionato o dell'iscritto a un ente di previdenza dal diritto alla pensione di reversibilità o indiretta.
C. 3311 Schirru e C. 3333 Lo Presti.

(Seguito dell'esame e rinvio - Adozione del testo base).

La Commissione prosegue l'esame dei provvedimenti in titolo, rinviato nella seduta del 29 aprile 2010.

Silvano MOFFA, presidente, ricorda che nella seduta dell'8 aprile 2010 ha avuto inizio l'esame della proposta di legge n. 3333 Lo Presti, alla quale è stata nel frattempo abbinata, secondo quanto comunicato nella precedente seduta, la proposta di legge n. 3311 Schirru.
Preso atto che non vi sono ulteriori richieste di intervento, dichiara quindi concluso l'esame preliminare.
Avverte, pertanto, che la Commissione dovrà ora procedere all'adozione del testo base per il seguito dell'esame in sede referente, facendo presente che il relatore ha già prospettato - in via informale - l'opportunità di adottare come testo base la proposta di legge n. 3333.

Paola PELINO (PdL), relatore, propone di adottare come testo base per il seguito dell'esame in sede referente la proposta di legge n. 3333, atteso anche che essa appare di più ampio contenuto rispetto alla proposta di legge n. 3311, poiché contempla i familiari e non soltanto il coniuge.

Amalia SCHIRRU (PD) dichiara di non avere obiezioni all'adozione come testo base della proposta di legge presentata dal deputato Lo Presti, atteso che l'obiettivo finale di essa è da considerarsi comune e ampiamente convergente rispetto alla sua

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proposta di legge n. 3311. Auspica, tuttavia, che la proposta di legge che la Commissione si accinge ad adottare come testo base non vada a confliggere con questioni diverse, eventualmente attinenti a profili di salute.

Antonino LO PRESTI (PdL) assicura che la sua proposta di legge n. 3333 non reca alcuna implicazione di natura sanitaria, per cui deve interpretarsi esattamente nel senso del significato letterale del testo.

Nessun altro chiedendo di intervenire, la Commissione delibera di adottare come testo base per il seguito dell'esame in sede referente la proposta di legge n. 3333.

Silvano MOFFA, presidente, propone che il termine per la presentazione di eventuali emendamenti alla proposta di legge n. 3333, adottata come testo base, sia fissato alle ore 12 di martedì 18 maggio.

La Commissione conviene.

Silvano MOFFA, presidente, rinvia, quindi, il seguito dell'esame ad altra seduta.

Norme in favore di lavoratori con familiari gravemente disabili.
Testo unificato C. 82 Stucchi, C. 322 Barbieri, C. 331 Schirru, C. 380 Volontè, C. 527 Osvaldo Napoli, C. 691 Prestigiacomo, C. 870 Ciocchetti, C. 916 Marinello, C. 1279 Grimoldi, C. 1377 Naccarato, C. 1448 Caparini, C. 1504 Cazzola, C. 1995 Commercio, C. 2273 Pisicchio.

(Seguito dell'esame e conclusione).

La Commissione prosegue l'esame del provvedimento in titolo, rinviato nella seduta del 4 maggio 2010.

Silvano MOFFA, presidente, facendo seguito a quanto già comunicato nella precedente seduta, avverte che - in aggiunta ai pareri già espressi dalle Commissioni I e XII e dalla Commissione parlamentare per le questioni regionali - è pervenuto anche il parere, favorevole con due condizioni soppressive, della V Commissione (Bilancio) sul nuovo testo unificato dei progetti di legge in titolo. Al riguardo, invita il relatore - che ha anche predisposto un emendamento di natura tecnica diretto a recepire l'osservazione contenuta nel parere della XII Commissione - ad indicare le modalità che ritiene più idonee a dare seguito al parere reso dalla V Commissione.

Teresio DELFINO (UdC), relatore, raccomanda anzitutto l'approvazione del suo emendamento 2.100, diretto a recepire l'osservazione contenuta nel parere della XII Commissione (vedi allegato 3).
Quanto al parere espresso dalla V Commissione, osserva che esso prospetta la soppressione degli articoli 2 e 4, nel presupposto che tali disposizioni prefigurino una sottostima degli oneri ed una sovrastima delle entrate attese. Fa presente, in proposito, che sotto il primo profilo è già stato chiesto all'INPS, in via informale, di fornire ulteriori ragguagli, soprattutto per quanto concerne l'effettiva inclusione - nelle stime effettuate - degli oneri derivanti dall'integrazione al minimo e dell'ipotesi minima di 20 anni di contribuzione. Segnala, inoltre, che anche in relazione alla copertura finanziaria recata dall'articolo 4 vi è un'ampia disponibilità a verificare possibili miglioramenti del testo, di natura tecnica, per adeguare la misura delle maggiori entrate previste e per determinare un'eventuale prolungamento della vigenza degli interventi.
Ricorda, peraltro, che - come già preannunciato nella precedente seduta - nel seguito dell'esame in Aula si dovranno anche valutare ulteriori ipotesi di modifica del testo, anzitutto all'articolo 1, estendendo la normativa ivi prevista anche al personale della scuola e degli enti locali ed escludendo, inoltre, la possibilità per le pubbliche amministrazioni di rifiutare la domanda di esonero dal servizio per i destinatari del presente provvedimento; prospetta, altresì, l'esigenza di riconoscere, anche per i dipendenti statali, i benefici concessi al raggiungimento dei limiti di

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età, per ora fissati solo all'articolo 2 del nuovo testo unificato, anche in assenza dei requisiti di anzianità massima contributiva stabiliti al comma 1 dell'articolo 72 del decreto-legge n. 112 del 2008. Fa quindi notare l'esigenza di apportare alcune modifiche di natura formale al testo, relativamente al periodo di decorrenza delle misure previste dall'articolo 72 del citato decreto-legge n. 112.
Per il complesso delle ragioni esposte, ritiene quindi opportuno non recepire in questa fase il parere espresso dalla V Commissione, sia pur contenente importanti e stringenti condizioni soppressive, riservandosi di ragionarne in modo pacato all'interno del Comitato dei nove, che dovrà approfondire tutti gli aspetti evidenziati in vista della discussione del provvedimento in Assemblea. Avverte, pertanto, che - acquisito anche l'orientamento dei gruppi e della presidenza - non sarà apportata, per il momento, alcuna correzione di natura sostanziale al testo, in attesa di verificare gli ulteriori passaggi istruttori sui profili di carattere finanziario, la cui analisi sarà demandata, per l'appunto, al Comitato dei nove.

La Commissione approva, quindi, l'emendamento 2.100 del relatore.

Silvano MOFFA, presidente, avverte che, in base a quanto esposto in precedenza dal relatore, che ha anche acquisito in via informale l'orientamento dei gruppi, si procederà ora alla deliberazione sul conferimento del mandato al relatore a riferire all'Assemblea, essendo rimesso al Comitato dei nove, che si riunirà nella prossima settimana, il compito di valutare le modalità più opportune per recepire i rilievi di carattere finanziario della V Commissione.

La Commissione delibera, quindi, di conferire al deputato Delfino il mandato a riferire favorevolmente in Assemblea sul testo unificato delle proposte di legge nn. 82, 322, 331, 380, 527, 691, 870, 916, 1279, 1377, 1448, 1504, 1995 e 2273, come modificato nel corso dell'esame in sede referente. Delibera, altresì, di chiedere l'autorizzazione a riferire oralmente.

Silvano MOFFA, presidente nell'avvertire che la presidenza si ritiene autorizzata al coordinamento formale del testo, si riserva di designare i componenti del Comitato dei nove per l'esame in Assemblea, sulla base delle indicazioni dei gruppi.

Sull'ordine dei lavori.

Michele SCANDROGLIO (PdL), alla luce della grave crisi economica e finanziaria in atto e dei recenti eventi internazionali che hanno coinvolto importanti Paesi europei, si interroga se non sia opportuno avviare in Commissione un approfondito dibattito sulle possibili ricadute che tali processi possono determinare sul sistema di protezione sociale italiano, tenuto conto che, a livello comunitario, tali dinamiche, pur in presenza di una forte reazione politica unitaria dell'Europa, hanno indotto alcuni Governi, tra cui, in particolare, la Spagna (come emerge dal «pacchetto» di misure preannunciato dal Primo ministro Zapatero), a rivalutare il proprio sistema di welfare, anche attraverso una consistente riduzione delle prestazioni sociali e un ridimensionamento dei livelli salariali dei pubblici dipendenti.

Silvano MOFFA, presidente, osserva che il tema posto dal deputato Scandroglio è di estrema attualità e merita di essere approfondito nell'ambito di una discussione specifica, le cui modalità di organizzazione potranno essere definite in una prossima riunione dell'ufficio di presidenza integrato dai rappresentanti dei gruppi.

La seduta termina alle 13.05.

UFFICIO DI PRESIDENZA INTEGRATO DAI RAPPRESENTANTI DEI GRUPPI

Mercoledì 12 maggio 2010.

L'ufficio di presidenza si è riunito dalle 13.05 alle 13.15.