CAMERA DEI DEPUTATI
Mercoledì 12 maggio 2010
322.
XVI LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Cultura, scienza e istruzione (VII)
COMUNICATO
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SEDE CONSULTIVA

Mercoledì 12 maggio 2010. - Presidenza del presidente Valentina APREA.

La seduta comincia alle 11.55.

Variazione nella composizione della Commissione.

Valentina APREA, presidente, comunica che la deputata Elena Maccanti ha cessato di far parte della Commissione e ne è entrato a far parte il deputato Davide Cavallotto, al quale rivolge un sincero saluto di benvenuto.

Disposizioni in materia di semplificazione dei rapporti della Pubblica amministrazione con cittadini e imprese e delega al Governo per l'emanazione della Carta dei doveri delle amministrazioni pubbliche e per la codificazione in materia di pubblica amministrazione.
C. 3209-bis Governo.

(Parere alla I Commissione).
(Esame e conclusione - Parere favorevole con condizione).

La Commissione inizia l'esame del provvedimento in oggetto.

Giancarlo MAZZUCA (PdL), relatore, illustrando il provvedimento in esame ricorda che è stato dichiarato collegato alla manovra finanziaria per gli anni 2010-2013 nella risoluzione di approvazione del Documento di programmazione economico-finanziaria. Dal testo, composto all'atto della presentazione alla Camera da 30 articoli, sono stati stralciati gli articoli 14, 25 e 27, all'esito dell'esame svolto ai sensi dell'articolo 123-bis del regolamento. Rammenta che in sede di esame in sede referente presso la I Commissione sono stati approvati vari emendamenti che hanno modificato il testo e hanno aggiunto anche altri articoli. In merito al contenuto del provvedimento, ricorda che il Capo I contiene disposizioni in materia di innovazione e di semplificazione dei rapporti della pubblica amministrazione con cittadini e imprese (articoli da 1 a 20-quinquies), il Capo II (articoli da 21 a 26) contiene disposizioni in materia di personale pubblico e il Capo III (articoli da 28 a 30-bis), infine, contiene una delega al Governo per l'emanazione della Carta dei doveri delle amministrazioni pubbliche. Sottolinea come le disposizioni che riguardano la competenza della VII Commissione si trovano all'interno dell'articolo 5-bis, 5-ter, 8 e 18.
Osserva che il comma 2 lettera a) dell'articolo 5-bis introduce un nuovo comma 3-bis dopo il comma 3 dell'articolo 14-ter della legge 7 agosto 1990, n. 241, mirante a chiarire che, in caso di opera o attività sottoposta anche ad autorizzazione paesaggistica, il soprintendente si esprime, in via definitiva, in sede di conferenza di servizi, ove convocata, in ordine a tutti i provvedimenti di sua competenza, ivi compresa la verifica di legittimità dell'autorizzazione di cui all'articolo 159 e 167 del decreto legislativo 22 gennaio 2004, n. 42. Lo stesso comma 2 dell'articolo 5-bis alla lettera e), aggiunge, al comma 7 dell'articolo 14-ter della legge n. 241 del 1990, dopo le parole: «assenso dell'amministrazione», le parole: «ivi comprese quelle preposte alla tutela ambientale, paesaggistico-territoriale,

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del patrimonio storico-artistico o alla tutela della salute e della pubblica incolumità». Insieme a questa modifica deve essere trattata quella, del tutto omogenea nei contenuti e nelle finalità, apportata dal comma 3, lettera a), dell'articolo 5-bis, che introduce all'articolo 14-quater della legge n. 241 del 1990, al comma 1, dopo le parole «rappresentanti delle amministrazioni», le parole «ivi comprese quelle preposte alla tutela ambientale, paesaggistico-territoriale, del patrimonio storico-artistico o alla tutela della salute e della pubblica incolumità». Il comma 3, lettera b), dell'articolo 5-bis riscrive invece il meccanismo, disciplinato dai commi 3, 3-bis, 3-ter e 3-quater dell'articolo 14-quater della legge n. 241 del 1990, della rimessione dell'affare alla deliberazione del Consiglio dei Ministri in caso di motivato dissenso di un'amministrazione preposta alla tutela ambientale, paesaggistico - territoriale, del patrimonio storico-artistico o alla tutela della salute e della pubblica incolumità.
Ricorda che l'articolo 5-ter con il comma 3 apporta modifiche all'articolo 146 del codice dei beni culturali e del paesaggio di cui al decreto legislativo n. 42 del 2004. Il testo approvato dalla Commissione risulta essere del seguente tenore: «3. All'articolo 146 del decreto legislativo 22 gennaio 2004, n. 42 il secondo periodo del comma 5 è sostituito dal seguente: «Fatto salvo quanto disposto dall'articolo 143, comma 3, non è richiesto il parere del Soprintendente in caso di approvazione delle prescrizioni d'uso dei beni paesaggistici tutelati, predisposte ai sensi degli articoli 140, comma 2, 141, comma 1, 141-bis, nonché di positiva verifica da parte del Ministero su richiesta della regione interessata dell'avvenuto adeguamento degli strumenti urbanistici». Sottolinea quindi che si apportano modifiche innanzitutto in tema di conferenza di servizi. A parte un evidente refuso in esso contenuto - si fa riferimento all'annullamento ministeriale previsto dall'articolo 159 del codice dei beni culturali, la cui applicazione è cessata al 1o gennaio 2010 -, si mira a stabilire a estendere anche alle Soprintendenze e alle funzioni di tutela del patrimonio culturale la regola del silenzio-assenso contenuta nell'articolo 14-ter, comma 7, della legge n. 241 del 1990, per cui, in sostanza, l'amministrazione assente alla conferenza di servizi è considerata acquiescente alla proposta, con una sorta di silenzio-assenso per facta concludentia. Ritiene che la previsione indicata non sia accettabile perché contrasta con il principio generale di indefettibilità della funzione di tutela, direttamente discendente dall'articolo 9 della Costituzione, nonché con la previsione speciale degli articoli 19 e 20 della medesima legge n. 241 che, nella sede propria della disciplina del silenzio-assenso, ha sempre escluso questo meccanismo acceleratorio per la tutela dei beni culturali e paesaggistici.
Ricorda che il tentativo di sottoporre anche i Soprintendenti al silenzio-assenso è stato già fatto tre volte e tutte e tre le volte è stato respinto: una prima volta nel disegno di legge n. 1441-bis recante Disposizioni per lo sviluppo economico, la semplificazione, la competitività nonché in materia di processo civile, poi divenuto legge n. 69 del 2009; in questo primo caso il tentativo fu «bocciato» dalla Camera, che approvò, in data 1o ottobre 2008, un emendamento soppressivo di quella disposizione; una seconda volta in sede di elaborazione dello schema di decreto legge attuativo del così detto «piano casa», nei mesi di aprile e maggio del 2009, a seguito dell'accordo Stato-Regioni del 1o aprile 2009, decreto legge poi non più emanato; una terza volta in sede di riunioni preparatorie del disegno di legge governativo in oggetto, del novembre 2009, dove, a fronte dell'opposizione del Ministero e della Presidenza, la proposta venne ritirata, tant'è che il testo del disegno di legge approvato dal Consiglio dei Ministri del 12 novembre 2009 risultava privo di tali disposizioni.
Per quel che riguarda l'articolo 5-ter (Semplificazioni in materia ambientale e paesaggistica), che apporta - con il comma 3 - modifiche all'articolo 146 del codice dei beni culturali e del paesaggio di cui al decreto legislativo. n. 42 del 2004,

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ricorda che la modifica è stata introdotta senza alcun previo concerto con il Ministero di settore e rischia di vanificare il proficuo dialogo collaborativo instaurato con le Regioni e l'ANCI, insieme ai quali il Ministero sta sviluppando un percorso condiviso - di cui il Ministro Bondi ha di recente illustrate le principali coordinate dinanzi alle Commissioni 13o Senato e VIII Camera - per un più ampio intervento di razionalizzazione e di semplificazione della procedura autorizzatoria in materia paesaggistica prevista dagli articoli 146 e 149 del codice di settore. In proposito ricorda che il Ministro ha istituito, nel gennaio scorso, un'apposita Commissione di studio. Osserva che, nel merito, il testo approvato dalla I Commissione il 6 maggio scorso mira a escludere qualsiasi ruolo e competenza del Soprintendente nel rilascio dell'autorizzazione paesaggistica ogni qual volta il vincolo - sia esso di legge «Galasso» o di natura provvedimentale - sia stato, ab origine o in via successiva, dotato di contenuti prescrittivi e regolativi. Si tratta di una previsione che viola il fondamentale principio - di livello costituzionale, sancito dalla Corte con le sentenze n. 101 del 2010, n. 164 del 2009, nn. 232, 437 e 180 del 2008, n. 378 del 2007, della compartecipazione paritaria necessaria dello Stato nell'esercizio delle funzioni di tutela del paesaggio, che l'articolo 9 della Costituzione affida alla Repubblica, in tutte le sue componenti di Stato, Regioni, Enti locali.
Ritiene quindi che occorra pertanto sopprimere - nel testo dell'articolo 5-bis (Disposizioni in materia di conferenza di servizi) del disegno di legge in esame, come risultante dagli emendamenti in questione - al comma 2, la lettera a) e la lettera e) e al comma 3, la lettera a). Occorre inoltre sopprimere - nel testo dell'articolo 5-ter (Semplificazioni in materia ambientale e paesaggistica) del disegno di legge in esame, come risultante dagli emendamenti in questione, il comma 3. Aggiunge che l'articolo 8 reca alcune modifiche al decreto legislativo del Capo provvisorio dello Stato 16 luglio 1947, n. 708, concernente l'ENPALS, intervenendo su specifici adempimenti richiesti al datore di lavoro: infatti il comma 1, lettera a) modifica i primi due commi dell'articolo 6 del decreto legislativo n. 708 del 1947, concernenti i termini di versamento dei contributi all'ENPALS e i requisiti da rispettare ai fini dello svolgimento dell'attività lavorativa. Rileva che rispetto al testo vigente, si prevede: l'obbligo, per le imprese, di effettuare il versamento dei contributi entro i termini stabiliti dall'Ente, non individuando espressamente l'organismo dello stesso Ente preposto a tale funzione (nuovo primo comma dell'articolo 6); l'obbligo, da parte dell'impresa che occupa lavoratori iscritti all'ENPALS, di trasmettere allo stesso Ente, con specifiche modalità, le denunce contributive, le comunicazioni nonché gli altri elementi informativi richiesti per l'accertamento della misura dei contributi dovuti e per la determinazione delle prestazioni pensionistiche da erogare (nuovo secondo comma). Rileva inoltre che la disposizione in tema di certificato di agibilità viene riferita, dalla successiva lettera c), all'articolo 10. Inoltre il comma 1, lettera b), sostituisce interamente l'articolo 9 del richiamato decreto legislativo del Capo provvisorio dello Stato n. 708, concernente l'obbligo di denuncia di instaurazione, trasformazione e cessazione dei rapporti di lavoro. Osserva che il nuovo testo dell'articolo 9 prevede l'obbligo di denuncia, da parte dell'impresa, dell'instaurazione, della trasformazione e della cessazione dei rapporti di lavoro, nel rispetto delle modalità e delle scadenze temporali stabilite dall'articolo 1, commi 1180 e seguenti, della legge finanziaria per il 2007 (legge n. 296 del 2006); il comma 1, lettera c), del medesimo articolo, sostituisce invece interamente l'articolo 10 del decreto legislativo del Capo provvisorio dello Stato n. 708, concernente il certificato di agibilità.
Rispetto alla disciplina vigente, ricorda che il nuovo testo dell'articolo 10 riproponendo in maniera sostanzialmente identica le disposizioni contenute attualmente nell'articolo 6, secondo comma, dello stesso decreto legislativo n. 708, prevede che determinate imprese non possano far

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agire nei locali di proprietà o su cui abbiano un diritto personale di godimento, specifiche categorie di lavoratori dello spettacolo non in possesso del certificato di agibilità (comma 1); dispone una sanzione amministrativa, pari ad euro 125 per ogni lavoratore e per ogni giornata di lavoro prestata da ciascuno di questi in caso di inosservanza delle disposizioni in precedenza richiamate (comma 2); stabilisce l'obbligo per l'impresa, ai fini del rilascio del certificato di agibilità, di comunicare il numero dei lavoratori occupati, il numero complessivo delle giornate lavorative, l'ammontare dei relativi compensi nonché gli altri elementi informativi richiesti dall'ENPALS, distintamente per ogni categoria professionale. Gli elementi informativi richiesti possono essere adeguati dall'Ente stesso in relazione alle peculiarità di imprese o di settori produttivi. Oltre a ciò, a carico dell'impresa sussiste l'ulteriore obbligo di notifica delle variazioni dei dati contenuti nel certificato di agibilità (comma 3), con comunicazioni che devono essere trasmesse con le modalità e nel rispetto dei termini stabiliti dall'ENPALS (comma 4). Si sottopone poi il rilascio del certificato di agibilità alle imprese in regola all'assolvimento degli obblighi contributivi nei confronti dell'ENPALS, al possesso di specifici requisiti individuati dalla regolamentazione stabilita dello stesso Ente (comma 5). Vengono infine riproposte le disposizioni, attualmente contenute, rispettivamente, nel quinto e nel quarto comma dell'articolo 10, concernenti l'obbligo di esibire il certificato di agibilità alla richiesta degli organi ispettivi (comma 6), e l'erogazione di sovvenzioni, contributi e premi da parte dello Stato in favore delle imprese, condizionata all'esibizione di apposita dichiarazione ENPALS attestante gli avvenuti adempimenti da parte delle imprese stesse (comma 7). Sottolinea infine che, il comma 1, lettera d), abroga l'articolo 11 dello stesso decreto legislativo n. 708, recante le disposizioni inerenti il libretto personale del lavoratore, essenziale per prestare la propria opera professionale nel settore dello spettacolo. Ai sensi del richiamato articolo 11, ad ogni lavoratore iscritto l'ENPALS rilascia un libretto personale sul quale il datore di lavoro è obbligato a registrare i periodi di occupazione, l'ammontare della retribuzione giornaliera corrisposta e dei contributi versati. Sullo stesso libretto, inoltre, sono trascritte le indennità e le altre prestazioni concesse agli iscritti nonché, alla fine di ciascun anno, gli importi totali dei contributi afferenti all'assicurazione di malattia e di quelli dell'assicurazione per l'invalidità, vecchiaia e superstiti; tali registrazioni devono essere eseguite al massimo ogni settimana ed in ogni caso quando l'iscritto cessa la sua occupazione o ne faccia richiesta e in caso di inesatta o incompleta registrazione dei dati sul libretto personale il datore di lavoro è punito con l'ammenda non superiore a euro 5.164, salvo che il fatto non costituisca reato più grave.
Rileva quindi che l'articolo 18 riguarda nello specifico, invece, la semplificazione delle comunicazioni scuola-famiglia, con riferimento alla previsione della pagella in forma elettronica, e l'accelerazione dell'innovazione digitale nelle università per migliorare i servizi per gli studenti. In base alla relazione illustrativa, si tratta di interventi che si inseriscono nel piano e-government 2012. Ricorda, a tal proposito che il piano e-government 2012, presentato il 21 gennaio 2009, è volto a diffondere i servizi di rete, l'accessibilità e la trasparenza della pubblica amministrazione, anche per rispondere all'indirizzo europeo di ridurre gli oneri amministrativi del 50 per cento entro il 2012 al fine di rafforzare la competitività. Esso comprende 80 progetti riferiti a quattro ambiti di intervento prioritari: settoriali, riferiti alle amministrazioni centrali dello Stato e alle Università; territoriali, riferiti sia alle regioni sia ai capoluoghi; di sistema, mirati allo sviluppo di infrastrutture; internazionali, per mantenere un forte impegno nella rete europea delle infrastrutture e nella rete europea della innovazione e della «best practice». L'impegno finanziario di legislatura è previsto in 1.380 milioni di euro. Tra i progetti sono compresi: l'interazione digitale scuola famiglia, volta alla semplificazione

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delle comunicazioni scuola-famiglia attraverso la disponibilità in rete dei principali documenti prodotti dalle scuole; strumenti innovativi per la didattica digitale che prevede che tutte le scuole siano dotate di almeno tre aule informatizzate con lavagne digitali interattive e personal computer. Per entrambi i progetti il piano prevede l'attivazione dei servizi per il 40 per cento delle scuole nel 2009, per l'80 per cento delle scuole nel 2010 e per l'ultimo 20 per cento nel 2011. Peraltro, già il 2 ottobre 2008 erano stati presentati, per quanto qui interessa: il Progetto «Scuola/famiglia via web», registro elettronico, rilevazione di assenze e presenze con comunicazione via cellulare o e-mail, accesso in rete al fascicolo dello studente, prenotazione dei colloqui, pagella on-line; il Progetto «Servizi on line per le Università» per dotare le Università di servizi di connettività Wi-Fi e VoIP e introdurre metodologie e strumenti di dematerializzazione; il Progetto «Università digitale» per sviluppare e diffondere soluzioni innovative miranti alla semplificazione amministrativa e alla razionalizzazione dei servizi.
Passando al merito delle disposizioni contenute nell'articolo 18, ricorda che il comma 1 prevede che al fine di semplificare il quadro delle comunicazioni tra scuola e famiglia, le istituzioni scolastiche pubbliche e paritarie possono redigere la pagella degli alunni in forma elettronica. A decorrere dall'anno scolastico 2012/2013 le istituzioni scolastiche di cui al primo periodo redigono la pagella in forma elettronica. Osserva inoltre che il comma 2 dispone che la pagella elettronica ha la medesima validità legale del documento cartaceo ed è resa disponibile alle famiglie sul web o tramite posta elettronica o altra modalità digitale. Resta comunque fermo il diritto dell'interessato di ottenere gratuitamente copia cartacea del documento redatto in forma elettronica. Ricorda altresì che con nota 588 del 16 febbraio 2010, il Ministero dell'istruzione ha comunicato che, nell'ambito del protocollo di intesa del 30 ottobre 2008, e congiuntamente al Dipartimento per la digitalizzazione della Pubblica amministrazione e l'innovazione tecnologica della Presidenza del Consiglio dei Ministri, è stata avviata la realizzazione del progetto «Servizi scuola-Famiglia via web» e che dal 18 febbraio 2010 è disponibile on line, all'indirizzo scuolamia.pubblica.istruzione.it il relativo portale Scuola Mia. All'interno del portale sono già implementate le seguenti applicazioni: comunicazioni della scuola alle famiglie attraverso e-mail ed sms; avviso ai genitori di assenze, giornaliere e periodiche, e ritardi; prenotazione colloqui con i docenti; visualizzazione della pagella in formato elettronico; rilascio di certificati scolastici. Il comma 4 prevede che le università statali e non statali legalmente riconosciute, al fine di migliorare i servizi per gli studenti e di ridurne i costi, adottano procedure che consentano di effettuare per via telematica le operazioni relative al percorso universitario, conservando i documenti in formato digitale. Si citano, quindi, l'iscrizione, i pagamenti, la gestione del percorso universitario, la prenotazione degli esami, la relativa verbalizzazione. Con specifico riferimento allo sviluppo del piano e-government 2012, segnala che il 20 maggio 2009 il Ministro per l'innovazione e la pubblica amministrazione ha evidenziato che il progetto Servizi e reti WIFI ha un costo pari a 21 milioni di euro, di cui 9 finanziati dal Ministero per l'innovazione e dodici dalle Università, mentre il progetto Università digitale ha un costo pari a 5,5 milioni di euro, di cui 3,3 finanziati dal Ministero per l'innovazione e due dalle Università. L'implementazione dell'obiettivo porterà, a fine 2010, a raddoppiare la diffusione del WIFI nei Campus del Sud e ad aumentarla del 50 per cento in quelli del Centro Nord. Nell'occasione, è stato evidenziato che nell'ambito del progetto «Università digitale» sono già stati siglati tre protocolli, rispettivamente con Tor Vergata il 23 luglio 2008, con La Sapienza il 20 ottobre 2008, con Roma Tre il 23 febbraio 2009 per lo sviluppo delle tecnologie di comunicazione VOIP, la dematerializzazione delle procedure amministrative, il potenziamento dei servizi on line. Rammenta che il 18 novembre

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2009 sono state pubblicate le graduatorie dei progetti ammessi al finanziamento dell'iniziativa Università digitale.
Aggiunge quindi che i commi 3 e 5 dell'articolo in commento concernono l'adozione delle disposizioni di attuazione relative, rispettivamente, ai commi 1 e 2 e al comma 4. In entrambi i casi si prevede l'intervento di un decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, da adottare, rispettivamente, entro quattro ed entro tre mesi dalla data di entrata in vigore della legge. Nel primo caso, il decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri è adottato su proposta del Ministro per la pubblica amministrazione e l'innovazione e del Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca, di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze. Nel secondo caso, ferme le altre competenze, è previsto anche il concerto del Ministro per la semplificazione normativa. I due decreti del Presidente del Consiglio dei Ministri dovranno essere adottati in conformità con le regole tecniche previste dal codice dell'amministrazione digitale - che, per il decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri. relativo all'università, sono ulteriormente specificate con riferimento al sistema pubblico di connettività - previo parere del Garante per la protezione dei dati personali e sentita la Conferenza permanente per i rapporti fra lo Stato, le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano. Inoltre, attraverso un emendamento approvato presso la I Commissione si è specificato al comma 5 che occorre tener conto e promuovere la diffusione delle migliori pratiche già in uso presso le Università italiane. Osserva, infine, che il comma 6 stabilisce che all'attuazione delle novità introdotte si provvede con le risorse umane, strumentali e finanziarie disponibili a legislazione vigente, senza nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica. La relazione tecnica precisa inoltre che il progetto per la pagella elettronica è già stato attivato e finanziato, con un costo stimato di 5 milioni di euro. Anche i servizi previsti per le università sono finanziati nell'ambito del piano e-goverment 2012. Come riportato nel medesimo documento, attualmente oltre 65 università - pari all'80 per cento del totale - sono impegnate in progetti cofinanziati dal Dipartimento per oltre 16 milioni di euro.
Propone in conclusione l'espressione di un parere favorevole con condizione sul provvedimento in oggetto (vedi allegato 1).

Manuela GHIZZONI (PD) ricorda che il provvedimento tratta una materia delicata e sottolinea come, a suo giudizio, vengano a diminuire determinate tutele. Ricorda che sul comma 2 lettera a) dell'articolo 5-bis, vi sono sentenze europee e della Corte costituzionale che sulla procedura del silenzio-assenso, in fatto di tutela ambientale, si sono espresse nel senso di ritenere necessario un esplicito pronunciamento della pubblica amministrazione. Ritiene quindi che non si sia in grado di esprimere un parere su una materia così complessa, non avendo avuto tempo di approfondirne ulteriormente tutti i delicati risvolti. Riterrebbe opportuno quindi procedere ad un rinvio dell'esame.

Valentina APREA, presidente, ricorda che il disegno di legge in discussione è stato ampiamente dibattuto dal Parlamento, dove giunge in conseguenza dello stralcio. La Commissione cultura è tenuta quindi a rispettare i tempi imposti dalla Commissione competente in sede referente che ne concluderà l'esame nella giornata di oggi.

Emerenzio BARBIERI (PdL) condivide nella sostanza il ragionamento della collega Ghizzoni, ma rinviare l'esame per approfondire la questione non è possibile, in quanto la Commissione di merito deve licenziare in giornata il provvedimento. Ritiene quindi necessario procedere alla votazione della proposta di parere nella seduta odierna.

Manuela GHIZZONI (PD) ribadisce che nelle attuali condizioni non è possibile esprimere un parere approfondito; sarebbe forse stato più opportuno avviare

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l'esame del provvedimento nella seduta di ieri.

Valentina APREA, presidente, ricorda che la richiesta di parere da parte della Commissione affari costituzionali sul nuovo testo in esame è pervenuta solo nel pomeriggio di ieri.

Paola GOISIS (LNP), anche a nome dei deputati del proprio gruppo, preannuncia il voto favorevole sulla proposta di parere presentata dall'onorevole Mazzuca.

Luigi NICOLAIS (PD) chiede ulteriori chiarimenti al relatore circa il delicato problema del silenzio-assenso in materia di tutela ambientale e della salute, ricordando che anche nella scorsa legislatura si chiese un uso più massiccio del silenzio-assenso, sottolineando però che tale procedura doveva essere esclusa, ove si trattasse di materia riguardante la tutela paesaggistica e ambientale. Esprime apprezzamento per alcune parti del provvedimento in oggetto riguardanti l'informatizzazione della pubblica amministrazione, rilevando però la necessità di una maggiore «interoperabilità» tra i diversi settori pubblici per raggiungere una reale efficienza del sistema anche in presenza delle nuove tecnologie.

Antonio PALMIERI (PdL), pur condividendo quanto espresso dalla collega Ghizzoni, sottolinea come vi sia la necessità di esprimere il parere alla Commissione di merito nei tempi richiesti. Anche a nome dei deputati del proprio gruppo, preannuncia quindi il voto favorevole sulla proposta di parere presentata dal relatore.

Pierfelice ZAZZERA (IdV) preannuncia, anche a nome dei deputati del proprio gruppo, il voto contrario sulla proposta di parere presentata dal collega Mazzuca. Osserva come alcuni obiettivi del provvedimento sembrino, a prima vista, condivisibili in quanto volti al raggiungimento di una maggiore efficienza, rapidità e minori oneri per le attività della pubblica amministrazione. Sottolinea però come il provvedimento arrivi all'esame della VII Commissione con un'urgenza tale da non permettere un dibattito e un esame più serio e approfondito: teme infatti che la semplificazione auspicata dal testo, oggetto in esame, rischi di divenire una deregulation. Stigmatizza, infine, il fatto che la procedura affrettata non abbia permesso ai gruppi di dialogare quando forse si poteva arrivare all'approvazione di un parere condiviso.

Manuela GHIZZONI (PD), anche a nome del proprio gruppo, ribadisce il voto contrario sulla proposta di parere presentata dal relatore. Ricorda che nella precedente legislatura, l'allora maggioranza aveva sospeso le votazioni per quei provvedimenti sui quali non c'erano tempi sufficienti di discussione. Evidenzia ancora una volta che il testo in esame presenta profili delicatissimi: sottolinea infatti che se la condizione della proposta di parere del relatore non viene accettata dalla Commissione di merito, si rischia di approvare delle disposizioni in contrasto con sentenze della Corte costituzionale e della Comunità. Tali sentenze hanno stabilito, infatti, la necessità di un pronunciamento manifesto da parte degli organi competenti, ove si tratti di materia riguardante la tutela ambientale e paesaggistica. Sottolinea, inoltre, ancora una volta, come sottoporre alla Commissione, con tempi così affrettati, provvedimenti complessi comporti uno svilimento dei relativi lavori parlamentari.

Valentina APREA, presidente, pur concordando con la collega Ghizzoni su taluni aspetti di metodo, ribadisce che la Commissione è tenuta ad esprimersi nella seduta odierna.

La Commissione approva quindi la proposta di parere favorevole con condizione presentata dal relatore.

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Principi fondamentali in materia di governo delle attività cliniche.
Nuovo testo unificato C. 799 Angela Napoli e abbinate.
(Parere alla XII Commissione).
(Seguito dell'esame e conclusione - Parere favorevole con condizioni).

La Commissione prosegue l'esame del nuovo testo unificato rinviato, da ultimo, nella seduta del 6 maggio 2010.

Paola GOISIS (LNP), relatore, ricorda che nella scorsa seduta aveva presentato una proposta di parere favorevole con due condizioni. Conferma quindi la proposta di parere presentata (vedi allegato 2), ricordando che con le due condizioni si prevede da una parte l'eliminazione della possibilità del collocamento fuori ruolo per limiti di età per i professori universitari e, dall'altra, la soppressione della disposizione che prevede che i professori universitari, pur cessando dalle ordinarie attività assistenziali, se impegnati in progetti di ricerca clinica di carattere nazionale o internazionale, possono continuare a svolgere l'attività di ricerca prevista nel progetto.

Emerenzio BARBIERI (PdL) preannuncia, anche a nome dei deputati del proprio gruppo, il voto favorevole sulla proposta di parere presentata.

Pierfelice ZAZZERA (IdV) preannuncia, anche a nome dei deputati del proprio gruppo, il voto contrario sulla proposta di parere presentata, rilevando che non è accettabile che vengano mantenute, per quel che riguarda l'età pensionabile dei professori universitari, «corsie preferenziali». Infatti, con l'attuale assetto normativo, i professori universitari potranno continuare ad andare in pensione a 70 anni.

Manuela GHIZZONI (PD) preannuncia, anche a nome dei deputati del proprio gruppo, il voto contrario sulla proposta di parere presentata, rilevando che la materia dell'età pensionabile dei professori universitari dovrebbe essere stralciata poiché si tratta di una materia non omogenea con quella del provvedimento. Ricorda, in questo senso, che al Senato è in corso l'esame del disegno di legge del Governo in materia di riforma di università, che si occupa anche di questioni relative allo stato giuridico dei docenti.

Fabio GARAGNANI (PdL) esprime talune perplessità sulle disposizioni di cui al secondo periodo del comma 2 dell'articolo 9, che prevedono la possibilità per i professori universitari se impegnati in progetti di ricerca, di continuare a svolgere le attività di ricerca previste nel progetto, rilevando che tali disposizioni appaiono troppo generiche. Occorre quindi chiarire meglio a quali progetti di ricerca ci si riferisce. Rileva, poi, che occorre qualificare meglio le attività di ricerca dei professori ed evitare le interferenze delle regioni sulle attività di ricerca degli stessi. Ritiene in conclusione, che il Governo debba farsi carico in modo specifico di tale questione.

Giovanni Battista BACHELET (PD) ritiene necessario specificare meglio quali siano effettivamente i progetti di ricerca che danno la possibilità ai professori universitari di proseguire l'attività cessando dalle ordinarie attività assistenziali. Si creerebbe altrimenti solo maggiore confusione nel settore, andando a discapito della ricerca.

Paola GOISIS (LNP), relatore, rileva che i problemi sollevati dai colleghi con riferimento alla disposizione contenuta nel secondo periodo dell'articolo 9, comma 2, sono risolti dal fatto che la proposta di parere prevede espressamente la soppressione di tale disposizione. Per quel che riguarda invece le questioni relative all'età pensionabile dei professori universitari, segnala che si tratta di questioni non di competenza della Commissione.

Valentina APREA, presidente, rileva che la Commissione è competente a pronunciarsi sulle questioni relative a materie di propria competenza. Quando sarà approvato

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dal Senato il progetto di legge sulla riforma universitaria, si potranno approfondire i temi evidenziati dai colleghi Bachelet e Garagnani.

La Commissione approva quindi la proposta di parere favorevole con condizioni presentata dal relatore.

La seduta termina alle 12.30.

SEDE REFERENTE

Mercoledì 12 maggio 2010. - Presidenza del presidente Valentina APREA. - Interviene il sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio con delega allo sport, Rocco Crimi.

La seduta comincia alle 12.30.

Legge quadro per lo spettacolo dal vivo.
Testo unificato C. 136 Carlucci, C. 459 Ciocchetti, C. 769 Carlucci, C. 1018 Froner, C. 1156 Ceccacci Rubino, C. 1183 De Biasi, C. 1480 Zamparutti, C. 1564 Giammanco, C. 1610 Zazzera, C. 1849 Rampelli, C. 1935 Caparini, e C. 2280 Goisis.

(Seguito dell'esame e rinvio).

La Commissione prosegue l'esame del provvedimento rinviato, da ultimo, nella seduta 17 marzo 2010.

Valentina APREA, presidente, avverte che, in data 6 maggio 2010, è pervenuta una lettera del Presidente della V Commissione bilancio, con la quale si invita la Commissione cultura a valutare l'opportunità di apportare al testo le modifiche necessarie, pervenendo ad una migliore quantificazione degli oneri ed individuando più adeguate modalità di copertura finanziaria.
Dà quindi la parola alla relatrice, onorevole Carlucci, per sapere come intende procedere.

Gabriella CARLUCCI (PdL), relatore, rileva che la Commissione bilancio richiede alla Commissione di rinunciare ad alcune parti della legge per mancanza di copertura economica. Sottolinea peraltro che è fondamentale coordinare il testo del provvedimento in esame con le disposizioni previste dal decreto-legge 30 aprile 2010, n. 64, recante disposizioni urgenti in materia di spettacolo e attività culturali. In particolare, occorre comprendere quali parti del progetto di legge in esame, alla luce di tale decreto, possano essere mantenute e quali no. È fondamentale al riguardo che il Governo intervenga in Commissione per chiarire la propria posizione al riguardo.

Emilia Grazia DE BIASI (PD) concorda con il percorso indicato dalla relatrice, ricordando che il testo in discussione è fondamentale e occorre quindi andare avanti nell'esame dello stesso. Rileva peraltro che un punto politico importante, al di là delle opinioni che si possono avere sul decreto-legge in materia di fondazioni lirico-sinfoniche all'esame al Senato, è costituito dall'articolo 4 del medesimo decreto-legge. La norma indicata prevede infatti che il Ministero disciplini con regolamenti i criteri per l'erogazione di contributi alle attività dello spettacolo dal vivo. Ritiene quindi che occorra assolutamente fare un passo indietro rispetto a tale articolo, sopprimendolo, in quanto si tratterebbe di un vero e proprio esproprio di funzioni del Parlamento. Non si può, infatti, consegnare alla burocrazia ministeriale il compito di ripartire i fondi escludendo le Camere e avocando al Ministro il compito di decidere sui finanziamenti. Auspica, in tal senso, che possa essere condotta una battaglia condivisa tra maggioranza e opposizione su un tema di straordinaria importanza.

Gabriella CARLUCCI (PdL), relatore, tiene a sottolineare che ha ricevuto personalmente dal Ministro Bondi l'assicurazione che la norma prevista dall'articolo 4 sarà modificata nel corso dell'esame al Senato con la previsione di mantenere la disciplina ivi indicata solo in via transitoria, fino a quando cioè non entrerà in

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vigore la riforma in esame in Commissione sullo spettacolo dal vivo. Concorda quindi sul fatto che non è possibile che il Ministero sottragga un controllo così rilevante all'organo parlamentare.

Valentina APREA, presidente, propone di sospendere brevemente la seduta, in attesa dell'arrivo del sottosegretario Crimi, passando al successivo punto all'ordine del giorno.

La Commissione concorda.

Valentina APREA, presidente, sospende quindi brevemente.

La seduta sospesa alle 12.35, riprende alle 13.15.

Disposizioni per favorire la costruzione e la ristrutturazione di impianti sportivi e stadi anche a sostegno della candidatura dell'Italia a manifestazioni sportive di rilievo europeo o internazionale.
C. 2800, approvata in un testo unificato dalla 7a Commissione permanente del Senato, C. 1255 Giancarlo Giorgetti, C. 1881 Lolli, C. 2251 Frassinetti e C. 2394 Ciocchetti.

(Seguito dell'esame e rinvio).

La Commissione prosegue l'esame del provvedimento in oggetto, rinviato nella seduta dell'11 maggio 2010.

Manuela DI CENTA (PdL) sottolinea che la relazione del collega Barbaro ha inquadrato il significato complessivo di una proposta che riguarda lo sport e il calcio in particolare. Ricorda che sul territorio italiano insistono 126 stadi, ma che la maggioranza di essi ha una capienza inferiore a quella necessaria. Occorre quindi riqualificare tali impianti, non solo sotto il profilo di un adeguamento estetico, ma anche sotto quello della sicurezza, della protezione e di tutti quei requisiti che uno stadio moderno deve presentare. Il provvedimento in oggetto introduce quindi procedure volte allo snellimento degli adempimenti e definisce con chiarezza alcune nozioni come quella di stadio, e di complesso multifunzionale, che è un concetto nuovo nell'ambito della cultura sportiva. Rileva che indubbiamente le proposte di legge in discussione sono importanti per sostenere la candidatura dell'Italia a Paese ospitante i Campionati europei di calcio del 2016, ma naturalmente sono rilevanti anche ad altri fini. Sulla candidatura per organizzare eventi di tale livello, d'altra parte, l'Italia ha sempre avuto l'appoggio di altri Paesi, proprio in considerazione dell'impegno profuso in passato con analoghe manifestazioni.
Aggiunge quindi che le proposte di legge in esame possono avere la funzione di avvicinare maggiormente la gente allo sport, aprendo in particolare gli impianti sportivi il più possibile ai ragazzi. Sottolinea, a tal proposito, che l'attività sportiva non è solo quella professionistica e che quindi occorre non solo occuparsi dei grandi impianti, ma anche di quelli più piccoli, in particolare degli impianti dei piccoli comuni e delle comunità montane; è fondamentale quindi ispirarsi al principio di mutualità. Segnala, in particolare, che vi sono delle aree del Paese dove mancano impianti sportivi e che occorre quindi provvedere a costruire anche in tali aree impianti adeguati. Ricorda che su questo punto c'è stato un dibattito al Senato, che ha portato all'approvazione di un ordine del giorno, ma ritiene si possa fare di più. Apprezza in conclusione le finalità contenute in tutte le proposte di legge che si richiamano alla sicurezza degli stadi e ad una maggiore funzionalità degli stessi; ciò potrà contribuire sicuramente ad avvicinare maggiormente le persone allo stadio e a cambiare la cultura degli spettatori sportivi. Auspica, infine, che la Commissione possa svolgere un ciclo di audizioni dei vari soggetti interessati all'applicazione del provvedimento, tra i quali, in particolare, il CONI, l'ANCI, e l'UNCEM, allo scopo di recepire eventuali indicazioni volte a migliorare il testo approvato dal Senato.

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Fabio GARAGNANI (PdL), associandosi alle considerazioni svolte dalla collega Di Centa, rileva che le proposte di legge in esame costituiscono l'ennesimo segnale dell'eccessiva attenzione al mondo del calcio, mentre sarebbe auspicabile un impegno anche verso altri settori dello sport. Rileva, al riguardo, che vi è innanzitutto un problema di compatibilità economica: in presenza del calo di affluenza negli stadi e delle relative perdite, nonostante gli enormi benefit dati ai giocatori, non si comprende, perché, ancora una volta, venga riservata tanta attenzione a questo settore. Ritiene pertanto che dalle proposte di legge non emerga con sufficiente chiarezza l'importanza che deve essere data al pubblico che usufruisce di tali impianti, quando proprio i fruitori di tali strutture dovrebbero essere i primi destinatari delle norme. Osserva, infine, che le proposte di legge non tengono conto dell'importanza degli impianti sportivi più piccoli e in particolare di quelli nei centri parrocchiali. In generale, ricollegandosi al discorso sull'eccessivo credito dato al calcio, ritiene che andrebbero maggiormente considerate le discipline sportive minori e il settore del privato sociale.

Valentina APREA, presidente, ritiene che le varie questioni poste potranno essere utilmente affrontate nel corso dell'esame del provvedimento. Sul metodo da seguire per acquisire i necessari elementi di conoscenza da parte dei soggetti interessati all'applicazione del progetto di legge, sarà l'Ufficio di presidenza, integrato dai rappresentanti dei gruppi, a pronunciarsi.

Nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia quindi il seguito dell'esame ad altra seduta.

Nuove norme in materia di disturbi specifici d'apprendimento.
Nuovo testo C. 2459 Senatore Franco Vittoria ed altri, approvata in un testo unificato dalla 7a Commissione permanente del Senato, C. 479 Anna Teresa Formisano, C. 994 Ghizzoni e C. 1001 Angela Napoli.

(Seguito dell'esame e rinvio).

Valentina APREA, presidente, comunica che non sono pervenuti emendamenti al nuovo testo delle proposte di legge C. 2459 e abbinate, recanti «Nuove norme in materia di disturbi specifici d'apprendimento». Il testo sarà, pertanto, trasmesso alle Commissioni competenti in sede consultiva, ai fini dell'espressione dei pareri di competenza.

Manuela GHIZZONI (PD), relatore, auspica che la Commissione possa procedere celermente all'approvazione definitiva del nuovo testo della proposta di legge in esame, dichiarandosi favorevole al suo trasferimento alla sede legislativa.

Valentina APREA, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.

La seduta termina alle 13.40.

ATTI DEL GOVERNO

Mercoledì 12 maggio 2010. - Presidenza del presidente Valentina APREA.

La seduta comincia alle 12.35.

Schema di decreto del Presidente della Repubblica recante unificazione strutturale della Giunta centrale per gli studi storici e degli istituti storici.
Atto n. 200.
(Seguito dell'esame, ai sensi dell'articolo 143, comma 4, del regolamento, e conclusione - Parere favorevole con condizioni e osservazione).

La Commissione prosegue l'esame dello schema all'ordine del giorno rinviato, da ultimo, nella seduta del 6 maggio 2010.

Erica RIVOLTA (LNP), relatore, in risposta a quanto evidenziato dalla collega Ghizzoni nella passata seduta, ricorda innanzitutto che la Domus Mazziniana è

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stata inserita nel processo di unificazione strutturale, a seguito di un parere reso nel 2001 da questa Commissione e dall'omologa Commissione del Senato, in quanto destinataria, al pari di tutti gli altri istituti storici aventi la medesima natura giuridica e funzionale, delle misure di razionalizzazione dei decreti Bassanini. Il raccordo con l'Istituto per la storia del risorgimento, ferma restando l'autonomia dei rispettivi enti, è una ragione ulteriore a favore del predetto inserimento. Si tratta, del resto, di una realtà istituzionale pubblica esistente dal 1952, il cui patrimonio culturale non potrà che recare un contributo positivo all'istituenda rete, favorendo risparmi gestionali e sinergie di ricerca.
Illustra quindi una proposta di parere favorevole con condizioni (vedi allegato 3), di cui raccomanda l'approvazione, ricordando che sono stati accolti tutti i rilievi espressi dai colleghi.

Manuela GHIZZONI (PD) ritiene importante tornare alle origini normative che hanno portato ad esaminare il provvedimento odierno. Ricorda quindi come tutto nacque dal decreto legislativo 28 ottobre 1999 n. 419, conseguente alla legge Bassanini, sul riordinamento del sistema degli Enti pubblici nazionali. Successivamente nella legge n. 105 del 2000 si prevedeva la fusione ovvero unificazione strutturale per enti appartenenti allo stesso settore di attività, mediante uno o più regolamenti. Ricorda come l'adozione del primo regolamento di attuazione della legge n. 105 del 2000 ha avuto un iter complesso e difficoltoso. Sottolinea, infatti, che un primo testo del decreto presidenziale approvato del dicembre 2005 è stato annullato dalla sentenza del Consiglio di Stato in sede giurisdizionale, dopo la sospensione cautelare della sua efficacia decretata dal TAR del Lazio, in seguito all'appello proposto dai componenti della Giunta centrale degli studi storici per due questioni. Segnala quindi che la prima di tali questioni si riferisce alla mancanza di un «adeguata disciplina transitoria» e la ritiene ancora persistente, in quanto i tre mesi attualmente previsti fissano solo un termine più adeguato. Si dovrebbe instaurare invece una disciplina transitoria vera e propria, che accompagni gli istituti verso il nuovo assetto.
La seconda questione si riferisce a «l'equilibrata composizione delle esigenze di politica culturale e organizzativa, e, nel contempo di tutela dell'autonomia scientifica», garantita dall'articolo 33 della Costituzione. Ritiene che il problema dell'equilibrata composizione permanga e occorra contemperare le esigenze di politica culturale e organizzativa con quelle della tutela dell'autonomia scientifica. A tal proposito, sottolinea come l'elezione dei quattro esperti, formanti la Giunta accanto al presidente e ai direttori degli istituti, eletti dai professori universitari di prima fascia di discipline storiche e dai presidenti delle deputazioni di storia patria, non soddisfi l'esigenza di un'autonomia scientifica rispetto al potere politico. Evidenzia, inoltre, che con tale metodo elettivo ci si potrebbe trovare di fronte a quattro esperti tutti appartenenti allo stesso indirizzo: tutti contemporaneisti o tutti antichisti. Con il regolamento in esame, d'altra parte, tutte le nomine importanti sono di competenza del Ministro, con un forte sbilanciamento nelle decisioni da adottare. Rileva quindi che il regolamento in oggetto cada in contraddizione quando vuole accorpare istituti a base associativa, come la Domus Mazziniana con Istituti nazionali. Ritiene che ciò costituirebbe un precedente negativo, che potrebbe avviare una frammentazione estendentesi all'infinito. A tale obiezione di fondo, si unisce inoltre anche il fatto che si inserisce tra gli istituti storici nazionali l'Istituto Giuseppe Garibaldi che si definisce, ed è «internazionale». In ultimo, evidenzia un ulteriore vulnus, in completa disapplicazione del parere del Consiglio di Stato e in aperta contraddizione con la permanenza nella sfera pubblica della Giunta e degli istituti ad essa correlati: lo schema di regolamento in oggetto non prevede infatti alcuno stanziamento stabile o capitolo di bilancio riservato.
Ritiene in conclusione che tali istituti, rappresentanti l'identità nazionale, non possano continuare a vivere sui contributi

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variabili della tabella «triennale» del Ministero per i beni culturali. Occorre quindi trovare le risorse necessarie perché essi possano continuare ad operare nell'eccellenza, come di loro tradizione. Auspica, in ogni caso, che il Governo istituisca al più presto una Commissione apposita - come quella istituita per la Scuola Archeologica di Atene - per approfondire meglio le delicate questioni legate alla Giunta e agli Istituti storici nazionali.

Valentina APREA, presidente, ringrazia la collega Ghizzoni per il suo appassionato e competente intervento, al quale nessun componente della Commissione può rimanere insensibile. Condivide in particolare la proposta di prevedere, magari come osservazione, l'istituzione di una Commissione ad hoc testé suggerita dall'onorevole Ghizzoni.

Erica RIVOLTA (LNP), relatore, ringraziando la collega Ghizzoni per il suo intervento che dimostra una profonda conoscenza della materia e di tutti i risvolti ad essa collegati, precisa che il regolamento oggetto d'esame è stato ampiamente istruito dal Ministero che ha svolto accurate consultazioni con i soggetti interessati alla sua applicazione, a partire dal presidente della Giunta, il professor Paolo Prodi. Condivide il fatto che i fondi siano inappropriati rispetto all'importanza e ai compiti della Giunta e degli istituti correlati, pur ricordando che le nomine sono effettuate da docenti di prima fascia, quindi esperti indiscutibili della materia. Sottolinea d'altra parte che il riordino è legato a una necessità di contenimento della spesa.

Manuela GHIZZONI (PD) ribadisce che a suo giudizio non vi è equilibrio nel testo del regolamento e ritiene che la proroga del termine per l'espressione del parere non abbia prodotto il risultato sperato. Preannuncia quindi il voto contrario, anche a nome dei deputati del suo gruppo.

Erica RIVOLTA (LNP), relatore, ritiene che sia stato trovato comunque un punto di equilibrio. Propone quindi una nuova formulazione della proposta di parere presentata, che recepisce come osservazione la proposta fatta dall'onorevole Ghizzoni sull'opportunità di istituire una Commissione ad hoc per la riforma del settore (vedi allegato 4).

Emerenzio BARBIERI (PdL), ritenendo interessanti le tematiche esposte dalla collega Ghizzoni, preannuncia a nome del proprio gruppo, il voto favorevole sulla proposta del relatore come riformulata.

Paola GOISIS (LNP) preannuncia, anche a nome dei deputati del proprio gruppo, il voto favorevole sulla proposta di parere presentata.

La Commissione approva quindi la proposta di parere del relatore nel testo riformulato.

Sull'elenco delle proposte di istituzione e di finanziamento di comitati nazionali e di edizioni nazionali per l'anno 2010.
Atto n. 202.

(Seguito dell'esame, ai sensi dell'articolo 143, comma 4, del regolamento, e conclusione - Parere favorevole con condizioni).

La Commissione prosegue l'esame dell'atto del Governo all'ordine del giorno rinviato, da ultimo, nella seduta del 6 maggio 2010.

Emerenzio BARBIERI (PdL), relatore, illustra una proposta di parere favorevole con condizioni (vedi allegato 5).

Giovanni Battista BACHELET (PD), pur concordando con le condizioni previste nella proposta di parere, esprime forti perplessità in merito all'attribuzione di fondi a determinati comitati, ad esclusione di altri. Rileva peraltro che la documentazione allegata allo schema non dia sufficienti indicazioni in merito ai rilevanti tagli intervenuti. Segnala infine, come ulteriore punto critico, il fatto che non è stato indicato l'elenco delle edizioni

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nazionali, pur rilevando che non sussiste uno specifico obbligo di legge in tal senso.

Antonio PALMIERI (PdL), preannuncia, anche a nome dei deputati del proprio gruppo, il voto favorevole sulla proposta di parere presentata, ringraziando il collega Barbieri per l'ottimo lavoro svolto. Segnala peraltro la necessità di porre in essere tutti gli interventi necessari al fine di migliorare sempre di più la trasparenza nel settore, sottolineando che è molto importante che le condizioni previste nella proposta di parere presentata dal relatore siano rispettate dal Governo in modo puntuale.

Manuela GHIZZONI (PD) rileva che da almeno quattro anni, cioè da quando è in Parlamento, assiste alla riproposizione delle stesse condizioni che il Governo non ottempera quasi mai. Ritiene, infatti, che se qualcosa è stato ottenuto, manca ancora la documentazione necessaria ad esprimere un compiuto giudizio sul provvedimento in esame. Sottolinea, peraltro, che la proposta di parere presentata ha comunque il significato di richiamare ancora una volta il Governo al rispetto dei patti. Si associa quindi alle considerazioni svolte dal collega Bachelet, ma osserva che ci si sarebbe dovuti soffermare maggiormente sul fatto che la commissione ministeriale che ha operato il riparto ha dovuto fare i conti con una decurtazione del 40 per cento delle risorse disponibili. Rileva, a tal proposito, che se ridurre i fondi è necessario, viste le condizioni economiche in cui versa lo Stato, non si può dimezzare gli stanziamenti.
Preannuncia pertanto, anche a nome dei deputati del proprio gruppo, il voto contrario sulla proposta di parere presentata.

Pierfelice ZAZZERA (IdV) preannuncia, anche a nome dei deputati del proprio gruppo, il voto contrario sulla proposta di parere presentata, rilevando che da vari anni si discute sempre delle stesse problematiche alle quali si aggiungono però questa volta tagli molto pesanti operati in tutti i settori. Solamente il Comitato nazionale relativo alle celebrazioni del centenario di Confindustria non ha subito invece tagli, circostanza che a suo giudizio deve essere giudicata molto negativamente. Sottolinea, in conclusione, che in generale un aspetto molto problematico della politica del Governo è da collegarsi ai pesanti tagli subiti nel complesso da tutto il settore dei beni culturali.

Paola GOISIS (LNP) rileva che effettivamente da quattro anni si discute sempre degli stessi problemi, senza riuscire a trovare una soluzione definitiva. Apprezza peraltro la proposta di parere del relatore, sottolineando che richiedere trasparenza e chiarezza nell'operato degli organi che ripartiscono i fondi è fondamentale. Si sarebbe aspettata d'altro canto che il rappresentante del Governo avesse spiegato per quale motivo sono stati operati tagli così pesanti e come sono stati ripartiti i fondi tra i vari enti. Preannuncia in conclusione, anche a nome dei deputati del proprio gruppo, il voto favorevole sulla proposta di parere presentata dal relatore.

Valentina APREA, presidente, sottolinea che vi sono ovviamente due distinti piani da tenere in considerazione, uno politico e uno più amministrativo.

La Commissione approva quindi la proposta di parere favorevole con condizioni presentata dal relatore.

La seduta termina alle 13.15.

AUDIZIONI INFORMALI

Mercoledì 12 maggio 2010.

Audizione di rappresentanti della Federazione Italiana Editori Giornali (FIEG) e dell'Istituto Nazionale di Previdenza dei Giornalisti Italiani (INPGI), nell'ambito dell'esame della proposta di legge C. 2393 Pisicchio «Modifiche alla legge 3 febbraio 1963, n. 69, in materia di ordinamento della professione di giornalista».

L'audizione informale è stata svolta dalle 14.20 alle 15.25.

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UFFICIO DI PRESIDENZA INTEGRATO DAI RAPPRESENTANTI DEI GRUPPI

L'ufficio di presidenza si è riunito dalle 15.25 alle 15.35.

AVVERTENZA

I seguenti punti all'ordine del giorno non sono stati trattati:

SEDE REFERENTE

Nuova disciplina del prezzo dei libri.
C. 1257 Levi.

ATTI DEL GOVERNO

Schema di decreto del ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca recante regolamento concernente la definizione della disciplina dei requisiti e delle modalità della formazione iniziale degli insegnanti della scuola dell'infanzia, della scuola primaria e della scuola secondaria di primo e secondo grado.
Atto n. 205.

ERRATA CORRIGE

Nel Bollettino delle Giunte e delle Commissioni parlamentari n. 321 dell'11 maggio 2010, a pagina 92, prima colonna, quintultima riga, sopprimere dalle parole «a partire» sino alla fine del periodo.