CAMERA DEI DEPUTATI
Martedì 20 aprile 2010
311.
XVI LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Ambiente, territorio e lavori pubblici (VIII)
COMUNICATO
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SEDE CONSULTIVA

Martedì 20 aprile 2010. - Presidenza del vicepresidente Roberto TORTOLI.

La seduta comincia alle 13.50.

Sui lavori della Commissione.

Raffaella MARIANI (PD), riferendosi alla recente approvazione da parte del Consiglio dei Ministri dello schema di decreto legislativo recante il recepimento della nuova direttiva sui rifiuti, fa notare come, da notizie pervenute per le vie brevi, sembrerebbe che tale schema di decreto rechi una parte dedicata alle sanzioni da applicare in caso di inosservanza delle disposizioni sul SISTRI. A tale proposito richiama l'attenzione sulla discussione, in corso presso la Commissione, delle risoluzioni presentate da diversi gruppi parlamentari proprio in ordine all'istituzione del sistema di tracciabilità dei rifiuti. Ritiene pertanto che qualunque determinazione del Governo su tale aspetto avrebbe dovuto tener conto del confronto con il Parlamento e comunque dei rilievi avanzati dal mondo delle categorie coinvolte dal sistema medesimo.

Alessandro BRATTI (PD) nell'associarsi a quanto detto dal deputato Mariani, chiede, formalmente, che la presidenza si faccia carico di richiedere la trasmissione

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dello schema di decreto legislativo per il recepimento della nuova direttiva quadro sui rifiuti (direttiva 2008/98/CE) approvato dal Consiglio dei Ministri il 16 aprile scorso, ritenendo inaccettabile che la Commissione e i deputati che ne fanno parte siano ancora tenuti all'oscuro del contenuto di tale provvedimento. Stigmatizza, inoltre, il comportamento del Governo, il quale, nell'ambito dell'esame delle risoluzioni parlamentari sul SISTRI, non ha ritenuto di dover informare la Commissione sul fatto che il citato schema di decreto legislativo introduce norme relative alla tracciabilità dei rifiuti.

Roberto TORTOLI, presidente, fa presente che rappresenterà alla presidenza della Commissione tali doglianze e l'opportunità che il Governo tenga nella debita considerazione le indicazioni provenienti dalla Commissione.

Interventi per agevolare la libera imprenditorialità e per il sostegno del reddito.
Nuovo testo C. 2424 Antonino Foti e C. 3089 Jannone.

(Parere alla XI Commissione).
(Esame e rinvio).

La Commissione inizia l'esame.

Mauro PILI (PdL), relatore, rileva che il provvedimento in esame reca una serie di interventi a favore dei lavoratori i quali, fruendo dei trattamenti di sostegno al reddito in seguito alla perdita del posto di lavoro, abbiano intenzione di avviare un'attività d'impresa.
Ricorda, in proposito, che la Commissione Ambiente ha già espresso il parere su un precedente testo, che in parte risulta modificato dagli ulteriori emendamenti approvati dalla XI Commissione Lavoro. Fa notare come in occasione dell'esame del precedente testo, la VIII Commissione aveva approvato un parere favorevole a condizione che venissero soppresse le disposizioni di cui all'articolo 5. Tali norme prevedevano un esonero, in via transitoria, per le nuove imprese, dagli obblighi previsti dagli articoli 189, 190 e 212 del decreto legislativo n. 152 del 2006, cosiddetto Codice ambientale che, al fine di garantire una conoscenza completa ed aggiornata della situazione dei rifiuti del Paese, nonché di assicurare un controllo ed una vigilanza complessivi sulle operazioni di trasporto, di trattamento e di smaltimento dei rifiuti stessi, dettano norme, in materia di iscrizione al Catasto dei rifiuti, di tenuta dei Registri di carico e scarico dei rifiuti nonché di iscrizione all'Albo dei gestori ambientali. Aggiunge che in quell'occasione era stata in particolare evidenziata l'inopportunità della mancata delimitazione temporale del regime transitorio dell'esonero dagli obblighi posti dalle indicate norme del Codice ambientale. Inoltre era stato osservato che la previsione dell'esonero dall'obbligo di iscrizione all'Albo dei gestori ambientali (articolo 212 del Codice) presentasse profili di una certa delicatezza, afferendo all'esercizio di attività d'impresa che possono riguardare anche la raccolta e il trasporto di rifiuti pericolosi, la bonifica dei siti inquinati, la gestione di impianti di smaltimento e di recupero di rifiuti.
Precisa che la XI Commissione Lavoro, nel nuovo testo trasmesso per il parere, ha modificato l'articolo 5 mantenendo l'esonero dall'obbligo di iscrizione al Catasto dei rifiuti, ma prevedendo, al contempo, che le imprese interessate dal provvedimento assolvano, per il biennio 2010-2011, l'obbligo di registrare i soli rifiuti pericolosi, compilando e conservando per diciotto mesi copia dei formulari di trasporto. Il comma 3 dello stesso articolo prevede, inoltre, per le imprese di cui al provvedimento, che intendano trasportare rifiuti prodotti dalle loro attività, l'obbligo di iscrizione all'Albo dei gestori ambientali «nei casi di cui al comma 8 dell'articolo 212 del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152.».
Osserva che la nuova formulazione dell'articolo 5 tiene conto dei rilievi manifestati nel corso dell'esame presso la VIII Commissione del precedente testo, visto che delimita temporalmente il periodo

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transitorio al biennio 2010-2011, introduce per i rifiuti pericolosi una specifica modalità di assolvimento dell'obbligo di registrazione e prevede una modalità semplificata di iscrizione all'Albo dei gestori ambientali.
Ritiene che nella nuova formulazione debba essere valutato l'istituendo obbligo semplificato di registrazione dei rifiuti pericolosi, anche ai fini della pianificazione delle attività di gestione dei rifiuti. In secondo luogo, relativamente al comma 3, ritiene che andrebbe prevalentemente esaminata la portata del richiamo al comma 8 dell'articolo 212 del codice ambientale, visto che, mentre tale comma esenta specifiche categorie di imprese dall'iscrizione all'Albo, il comma 3 in questione dispone, per le imprese di cui al provvedimento, l'obbligo di iscrizione all'Albo medesimo, sia pure con modalità semplificate.
In conclusione, si riserva di predisporre una proposta di parere che tenga conto del dibattito che seguirà.

Roberto TORTOLI, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia quindi il seguito dell'esame ad altra seduta.

DL 40/10: Disposizioni tributarie e finanziarie urgenti in materia di contrasto alle frodi fiscali, di potenziamento e razionalizzazione della riscossione tributaria, di destinazione dei gettiti recuperati al finanziamento di un Fondo per incentivi e sostegno alla domanda in particolari settori.
C. 3350 Governo.

(Parere alle Commissioni riunite VI e X).
(Seguito dell'esame e rinvio).

La Commissione prosegue l'esame, rinviato il 14 aprile 2010.

Tino IANNUZZI (PD) osserva che già i primi giorni di applicazione abbiano reso evidenti i limiti del provvedimento d'urgenza in esame. Esso, infatti, appare privo di una coerente finalizzazione e di una reale efficacia anticiclica, anche per la inaccettabile mancanza di una dotazione finanziaria adeguata alla gravità della crisi economica in atto e alla necessità di costruire politiche pubbliche capaci in concreto di porsi a sostegno del sistema produttivo e delle famiglie.
Per questo ritiene che la Commissione debba cogliere l'occasione dell'esame del decreto-legge in titolo per svolgere una approfondita riflessione sul sistema degli incentivi messo in campo negli anni recenti dai diversi Governi e approntare, unitariamente, una serie di proposte emendative per sostenere quelli che si sono dimostrati maggiormente efficaci sotto il profilo economico e ambientale.
In particolare, ritiene che vada proposto con forza l'ampliamento dell'ambito di operatività del sistema delle detrazioni fiscali del 36 per cento per le ristrutturazioni edilizie (che in questi anni ha avuto un enorme successo sia in termini di interventi realizzati che di emersione di lavoro nero) agli interventi di ammodernamento dei centri storici e di trasformazione urbana, con la messa in campo anche di risorse pubbliche e l'approntamento di forme di partenariato pubblico-privato.
Allo stesso modo, ritiene che la Commissione debba chiedere con risolutezza la stabilizzazione delle detrazioni fiscali del 55 per cento delle spese per l'efficientamento energetico degli edifici in scadenza alla fine del 2010. Anche in questo caso si tratta, infatti, di uno strumento che si è rivelato molto efficace sia sul piano economico che su quello del rafforzamento delle politiche ambientali e che è assolutamente urgente stabilizzare subito per dare alle aziende e agli operatori del settore il tempo e la serenità di programmare nel tempo gli investimenti e le attività.
Conclude, auspicando che la Commissione sappia contrapporsi alle vecchie e prevedibili critiche relative alla onerosità delle citate misure, ribadendo con forza che tali critiche sono infondate - anche sul piano finanziario - dal momento che il minor gettito IRPEF è ampiamente compensato dal recupero di gettito fiscale derivante dalla mole dagli interventi attivati e dalla incisività del connesso fenomeno di emersione di lavoro nero.

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Alessandro BRATTI (PD) svolge alcune considerazioni in merito alla necessità di meglio definire le modalità di attribuzione degli incentivi previsti nel provvedimento, finalizzati al miglioramento dell'efficienza energetica in chiave ecocompatibile, anche in considerazione dell'esiguità delle risorse a disposizione e dell'aleatorietà della copertura finanziaria predisposta. Ritiene, inoltre, difficilmente comprensibili le ragioni per le quali il Governo non abbia ancora definito il nuovo conto energia in merito all'installazione di impianti fotovoltaici e non abbia ancora stabilito il quadro delle localizzazioni degli impianti di produzione di energia da fonti rinnovabili. Si associa a quanto richiesto dal deputato Iannuzzi in ordine alla necessità di introdurre stabilmente la detrazione fiscale del 55 per cento, prevedendone l'estensione alle cooperative di proprietà indivisa e agli alloggi di proprietà Ater.

Carmen MOTTA (PD) segnala che in una recente iniziativa promossa dalla FINCO (Federazione Industrie Prodotti Impianti e Servizi per le Costruzioni) è stata sottolineata l'opportunità di procedere nel decreto legge n. 40 del 2010 alla stabilizzazione della detrazione fiscale del 55 per cento, nonché alla previsione di un «ecoprestito» che faciliti per le famiglie la riconversione degli immobili in strutture ad alto rendimento energetico.

Roberto TORTOLI, presidente, sottolinea come la detrazione fiscale del 55 per cento non si sia rilevata una risposta efficace in ordine all'obiettivo di sostituzione di caldaie fortemente inquinanti con quelle di nuova generazione.

Alessandro BRATTI (PD) concorda con quanto detto dal presidente, osservando che probabilmente una soluzione efficace del problema consisterebbe nel dare la possibilità di rateizzare le spese per la sostituzione delle caldaie, conservando tuttavia il diritto alle agevolazioni fiscali.

La seduta termina alle 14.20.

SEDE REFERENTE

Martedì 20 aprile 2010. - Presidenza del vicepresidente Roberto TORTOLI.

La seduta comincia alle 14.20.

Modifica della denominazione del Parco nazionale del Cilento e Vallo di Diano.
C. 2780 Mario Pepe (PdL).

(Seguito dell'esame e rinvio).

La Commissione prosegue l'esame del provvedimento, rinviato il 3 febbraio 2010.

Franco STRADELLA (PdL), relatore, riferisce della richiesta di audizione del presidente dell'Ente parco del Cilento e Vallo di Diano sul provvedimento in esame. Nel sottolineare come la richiesta sia pervenuta in una fase avanzata dell'iter della proposta di legge, in ordine alla quale è stato anche fissato il termine di presentazione degli emendamenti, fa comunque notare che, proprio ai fini di una maggiore qualità dell'istruttoria legislativa, sarebbe opportuno dar seguito alla richiesta audizione.

Sergio Michele PIFFARI (IdV) fa notare l'opportunità, a questo punto, di procedere anche all'audizione dei rappresentanti degli enti locali che ricadono nel territorio del parco.

Tino IANNUZZI (PD) condivide la proposta del relatore di procedere all'audizione del presidente del Parco nazionale del Cilento e Vallo di Diano. Ritiene, infatti, che sarebbe ingiustificato e istituzionalmente non corretto procedere alla eventuale modifica legislativa della denominazione del parco senza ascoltare l'opinione e il punto di vista del suo presidente. In vista di tale audizione, ritiene inoltre

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necessario differire il termine già indicato per la presentazione degli emendamenti. L'audizione andrebbe, inoltre, estesa, a suo avviso, anche al presidente della Comunità dei sindaci del parco che potrebbe essere sentito nella medesima seduta. Quanto all'oggetto dell'audizione proposta, ritiene che essa sia importante anche per acquisire dati certi sulla ripartizione territoriale del parco fra le diverse aree interessate. Illustra, quindi, il quadro normativo che più di quindici anni fa ha portato all'istituzione del Parco nazionale del Cilento e Vallo di Diano, ricordando che tale denominazione è la coerente attuazione degli articoli 8 e 34 della legge n. 394 del 1991 che fanno espresso riferimento al parco del Cilento e Vallo di Diano. Ricorda, inoltre, che con questa denominazione il parco è stato in tutti questi anni conosciuto in tutto il Paese e che ad essa hanno fatto riferimento le politiche promozionali ed i relativi investimenti. Pertanto, ritiene che l'attuale denominazione debba essere conservata. Semmai, essa si potrebbe arricchire ed integrare, aggiungendo e inserendo alla fine, il riferimento anche agli Alburni.

Gianpiero BOCCI (PD) coglie l'occasione per esprimere il proprio convincimento circa la necessità che la Commissione dedichi una seduta, con la partecipazione del Ministro dell'ambiente, per discutere sulla situazione dei parchi nazionali, con particolare riferimento, da un lato all'attuale livello di copertura degli organi di governo di tali enti e alla connessa necessità di scongiurare pericolosi «vuoti di responsabilità», dall'altro all'adeguatezza degli stanziamenti che lo Stato ha il dovere di destinare al funzionamento ordinario e, auspicabilmente, al rafforzamento dei parchi nazionali. In tal senso sollecita la presidenza a farsi carico nei confronti del Ministro della esigenza testé rappresentata.

Franco STRADELLA (PdL), relatore, ritiene importante chiarire che lo svolgimento delle audizioni in ordine alla proposta di legge in esame dovranno essere finalizzate ad acquisire elementi di informazione e di valutazione per una decisione, che comunque dovrà restare prerogativa della Commissione.

Roberto TORTOLI (PdL), presidente, alla luce della proposta avanzata dal relatore, propone di rinviare il termine per la presentazione degli emendamenti, già previsto per oggi, alle ore 16, ad una nuova data che sarà definita dall'Ufficio di presidenza, integrato dai rappresentanti dei gruppi, convocato per domani, al fine di potere quindi procedere all'audizione del Presidente dell'ente parco del Cilento e Vallo di Diano e del presidente della Comunità dei sindaci del parco.

La Commissione conviene.

Roberto TORTOLI, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia quindi il seguito dell'esame ad altra seduta.

La seduta termina alle 14.30.

RISOLUZIONI

Martedì 20 aprile 2010. - Presidenza del vicepresidente Roberto TORTOLI. - Interviene il Sottosegretario di Stato per l'ambiente e la tutela del territorio e del mare, Roberto Menia.

La seduta comincia alle 14.30.

7-00304 Alessandri: Sull'incendio sviluppatosi in località Vascigliano nell'area destinata ad attività industriali nel comune di Stroncone (Terni).
7-00309 Bocci: Sull'incendio sviluppatosi in località Vascigliano nell'area destinata ad attività industriali nel comune di Stroncone (Terni)
(Discussione congiunta e rinvio).

La Commissione inizia la discussione congiunta.

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Roberto TORTOLI, presidente, comunico che è stata presentata la risoluzione n. 7-00309, a prima firma del deputato Bocci, vertente su materia identica a quella della risoluzione in titolo e che, pertanto, la discussione delle due risoluzioni proseguirà congiuntamente.

Gianpiero BOCCI (PD), illustra la risoluzione a sua firma ricordando che a luglio scorso si è sviluppato un incendio all'interno degli impianti della ditta Ecorecuperi di Vasciagliano di Stroncone che ha determinato una situazione di inquinamento ambientale della zona con rischi potenziali per la salute umana. Con la risoluzione in titolo si chiede a tutte le istituzioni ed in particolare al Ministero dell'ambiente di intervenire tempestivamente al fine di reperire le necessarie risorse economiche per le azioni di bonifica e ripristino dell'area.

Il sottosegretario Roberto MENIA fa notare come il 7 luglio 2009 la Prefettura di Terni abbia trasmesso alla Direzione Generale per la tutela del territorio e delle risorse idriche una comunicazione di potenziale contaminazione ambientale, ai sensi dell'articolo 304, comma 2, del decreto legislativo 152/2006, inerente all'incendio verificatosi il 2 luglio presso il capannone della Ditta Ecorecuperi s.r.l., sito in località Vascigliano, Comune di Stroncone (TR), che ha interessato rifiuti in materie plastiche da riciclare ed ha provocato emissioni di diossina e furani. I successivi aggiornamenti trasmessi dalla Prefettura hanno evidenziato che le analisi effettuate dall'ARPA e dalle ASL competenti sui campionamenti del suolo avevano evidenziato valori inferiori ai limiti di legge, ma che per i prodotti alimentari permanevano - anche a diversi giorni dalla verificazione dell'evento - ragioni di carattere sanitario, motivo per cui i Comuni interessati ne hanno disposto il divieto di consumo.
Aggiunge che il Comune di Stroncone ha, inoltre, disposto, ai sensi degli articoli 301 e 304 del citato decreto legislativo, che la Ecorecuperi Srl procedesse alla messa in sicurezza dell'area di pertinenza interessata dall'incendio e all'adozione di un piano di rimozione e smaltimento dei rifiuti ivi presenti, compresi i residuati dalla combustione. Successivamente, il medesimo Comune ha avanzato richiesta di intervento statale ex articolo 309 del decreto legislativo 152/2006, anche al fine di rinvenire risorse finanziarie per la realizzazione degli interventi prescritti e non realizzati dal soggetto ingiunto.
Informa che presso la citata Direzione Generale si sono svolti incontri con rappresentanti del Comune di Stroncone e della Regione Umbria, nell'ambito dei quali è stato rappresentato il quadro dei danni subiti dai produttori agricoli e dagli allevatori della zona a causa delle misure adottate in seguito all'incendio, ed è stato richiesto a questo Ministero di seguire tale situazione di criticità sia da un punto di vista finanziario sia attraverso l'emanazione di un'ordinanza per l'adozione di misure di prevenzione e ripristino ambientale.
Precisa che alle suddette richieste la Direzione generale, d'intesa con l'Ufficio di Gabinetto del Ministero, ha ritenuto di non dar seguito per i motivi che d seguito illustra. In primo luogo, è stato rappresentato che non è possibile procedere ad un intervento statale ai sensi della parte VI del decreto legislativo 152/2006 - nella forma dell'ordinanza del Ministro per l'adozione di misure di prevenzione e di ripristino ambientale - alla luce di quanto stabilito dall'articolo 303 lettera i) del citato decreto legislativo, che esclude dalla predetta normativa le situazioni di inquinamento per le quali siano effettivamente avviate le procedure relative alla bonifica. Nel caso di specie, infatti, le procedure relative alla bonifica devono ritenersi effettivamente avviate, sia perché la Ecorecuperi ha provveduto alla comunicazione di potenziale contaminazione del suo sito ai sensi dell'articolo 242 del decreto legislativo 152/2006, qualificando espressamente in tali termini la sua iniziativa, sia perché la medesima società ha successivamente inviato al Comune di Stroncone, alla Provincia di Terni e all'Arpa Umbria

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la caratterizzazione del sito e dei materiali ivi depositati, nonché un apposito piano di sgombero e smaltimento degli stessi.
Osserva inoltre - come, peraltro, riconosciuto dall'onorevole Bocci - che la competenza a proseguire nelle procedure di bonifica e a sostenere i relativi costi, ai sensi dell'articolo 242 e ss. del decreto legislativo 152/2006, appartiene agli enti territoriali, atteso che l'area interessata dall'incendio non è ricompressa all'interno di alcun sito di interesse nazionale di cui all'articolo 252 del citato decreto legislativo.
Fa poi notare che, per quanto concerne le attività di indagine ambientale, la Direzione Generale ha provveduto, con nota del 23 dicembre 2009, a conferire apposito incarico ad ISPRA per la valutazione degli eventuali danni patiti dalle matrici ambientali interessate dall'evento. Nelle more di tale accertamento, il Ministero dell'Ambiente ha preso, comunque, atto del persistere delle criticità connesse all'evento, posto che i sindaci dei locali Comuni, ampliando il raggio dei controlli, hanno disposto l'abbattimento di animali e la distruzione dei fieni, nonché l'obbligo di analisi per i bovini destinati alla macellazione.
Precisa che, ciò premesso, seppur ad oggi non si dispone di elementi attestanti l'avvenuta contaminazione delle aree circostanti lo stabilimento Ecorecuperi, visti gli ingenti danni subiti dagli operatori economici anche a seguito dell'adozione dei suddetti provvedimenti, nulla sembrerebbe ostare alla dichiarazione dello stato di emergenza ai sensi della legge 24 febbraio 1992, n. 225.
Su tale aspetto rende noto, per quanto di competenza, che la Regione Umbria, con nota del 7 aprile 2010, ha inviato al Dipartimento per la protezione civile una richiesta dello stato di emergenza ai sensi dell'articolo 5 della legge n. 225 del 1992, visto che lo stabilimento della ditta «Eurorecuperi», autorizzata al trattamento dei rifiuti derivanti dalla frantumazione di materiale plastico proveniente dalla demolizione di autovetture, è stato completamente distrutto producendo ingenti quantità di rifiuti pericolosi ancora giacenti in sito che costituiscono un potenziale pericolo per l'ambiente e determinano una grave situazione economico-sociale per il settore agricolo e zootecnico della zona.
Osserva che dai controlli effettuati dall'ARPA (Agenzia Regionale per la Protezione dell'Ambiente) sui principali inquinanti gassosi, è stata evidenziata la presenza di diossine nelle polveri sviluppatesi a seguito della combustione dei materiali. Inoltre, l'Autorità sanitaria ha rilevato la presenza di diossina in prodotti di origine animale destinati al consumo umano e in prodotti destinati all'alimentazione animale, con la conseguente necessità di vietare, con apposite ordinanze comunali, la commercializzazione e qualsiasi altro uso di prodotti destinati all'alimentazione umana ed animale.
Aggiunge che la Regione ha evidenziato, altresì, le difficoltà dei comuni interessati dall'inquinamento ambientale e dell'amministrazione provinciale, di affrontare la grave e complessa situazione di crisi socio-ambientale sopra descritta e le considerevoli spese per la rimozione e lo smaltimento dei rifiuti pericolosi.
In merito, comunica che l'Ufficio previsione, valutazione, prevenzione e mitigazione dei rischi antropici del Dipartimento per la protezione civile, interessato per le valutazioni tecniche necessarie all'eventuale emanazione della dichiarazione dello stato di emergenza da parte del Consiglio dei Ministri, a seguito dell'esame della citata richiesta della Regione, ha rappresentato la necessità di acquisire una approfondita relazione di analisi delle condizioni ambientali e sanitarie, nonché da un organico quadro di definizione degli interventi urgenti utili al superamento del contesto di criticità, da predisporsi a cura della Regione medesima. Si riserva quindi di comunicare tempestivamente alla Commissione i citati dati richiesti alla Regione.

Roberto TORTOLI, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia quindi il seguito della discussione ad altra seduta.

La seduta termina alle 14.40.