CAMERA DEI DEPUTATI
Mercoledì 14 aprile 2010
309.
XVI LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Agricoltura (XIII)
COMUNICATO
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SEDE CONSULTIVA

Mercoledì 14 aprile 2010. - Presidenza del presidente Paolo RUSSO. - Intervengono il ministro della salute, Ferruccio Fazio e il ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali, Luca Zaia.

La seduta comincia alle 14.15

Legge comunitaria 2009.
C. 2449-B Governo, approvato dalla Camera e modificato dal Senato ed emendamenti.

(Parere alla XIV Commissione).
(Seguito dell'esame, ai sensi dell'articolo 126-ter, comma 3, del regolamento, e conclusione - Relazione favorevole - Esame degli emendamenti - Parere espresso).

La Commissione prosegue l'esame del disegno di legge comunitaria, rinviato nella seduta dell'8 aprile 2010.

Paolo RUSSO, presidente, ricorda che la Commissione ha iniziato l'esame degli emendamenti presentati presso la Commissione Agricoltura (pubblicati in allegato al resoconto della seduta del 7 aprile 2010). In particolare, nella seduta dell'8 aprile il relatore ha presentato l'emendamento 43.60, interamente sostitutivo dell'articolo 43, al quale sono stati presentati subemendamenti, tra i quali uno dello stesso relatore (vedi allegato 1).

Isidoro GOTTARDO (PdL), relatore, illustrando il suo subemendamento 0.43.60.12, elaborato tenendo conto dei subemendamenti e degli emendamenti presentati, precisa che le sue proposte si prefiggono l'obiettivo di manifestare la volontà dell'Italia di risolvere un trentennale contenzioso con l'Unione europea, fornendo anche elementi per la chiusura delle relative procedure di infrazione.

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In proposito, precisa altresì che, nell'elaborare tali proposte, non si è posto il problema se il recepimento della direttiva significasse favorire l'una o l'altra posizione, ma ha cercato di risolvere le questioni non affrontate dal testo del Senato. Sottolinea, per esempio, che si intende recepire anche l'articolo 9 della direttiva, che prevede che gli Stati membri possono derogare alle regole sulla protezione degli uccelli nell'interesse della salute e della sicurezza pubblica, nell'interesse della sicurezza aerea, per prevenire gravi danni alle colture, al bestiame, ai boschi, alla pesca e alle acque, per la protezione della flora e della fauna. Si tratta di aspetti problematici che il mondo agricolo e la Commissione Agricoltura conoscono bene e che hanno dato luogo ad un enorme contenzioso. Si è perciò prevista la definizione di linee guida a livello nazionale, d'intesa con la Conferenza Stato-regioni.
Per quanto riguarda i calendari venatori, si è osservato che le norme approvate dal Senato non sono connesse alle richieste dell'Unione europea. Ciò è vero, ma è anche vero che, sulla base del suo emendamento, una deroga ai termini di legge diventa conseguente alla nuova disciplina, che introduce ulteriori divieti di caccia rispetto alla legge n. 157 del 1992 (durante il periodo della nidificazione e riproduzione degli uccelli). Sottolinea inoltre che, con il suo subemendamento, ha inteso accogliere alcune proposte dei colleghi e, in particolare, quella di prevedere che le regioni possano «posticipare» i termini anziché «modificare» gli stessi, espressione che avrebbe consentito anche di anticiparli; infatti, sono stati segnalati dal Governo i problemi che potrebbero derivare dalla caccia nel mese di agosto, caratterizzato da una forte presenza turistica. Desidera poi rimarcare che i provvedimenti regionali dovranno essere adottati sulla base di analisi scientifiche, che dovranno essere validate dall'Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (ISPRA), che esprimerà un preventivo parere al quale le regioni dovranno uniformarsi. In proposito, va infatti ricordato che l'articolo 1 della legge n. 157 definisce la fauna selvatica quale patrimonio indisponibile dello Stato e ciò giustifica l'intervento di un organismo nazionale. Tuttavia, poiché le regioni hanno istituito propri organismi, si è previsto che questi - purché riconosciuti dall'Unione europea - potranno essere sentiti dall'ISPRA. Precisa infine che, per rispondere ad ulteriori obiezioni, ha previsto che l'ISPRA debba pronunciarsi entro trenta giorni dal ricevimento della richiesta. A suo giudizio, inoltre, nell'ipotesi in cui l'ISPRA non rispettasse tale termine, potranno essere attivati gli altri rimedi previsti dall'ordinamento per far valere il dovere di leale collaborazione tra le istituzioni; non sembrerebbe invece accettabile dall'Unione europea che in tale ipotesi il parere si intendesse comunque reso.

Paolo RUSSO, presidente, fa presente che si procederà prima alle deliberazioni sugli emendamenti presentati presso la Commissione Agricoltura e quindi alla deliberazione della relazione sul disegno di legge.
Successivamente, si procederà ad esprimere il parere sugli emendamenti presentati direttamente alla Commissione Politiche dell'Unione europea e da questa trasmessi per il parere (pubblicati in allegato al resoconto della seduta della XIV Commissione dell'8 aprile 2010). Al riguardo, avverte che essi sono in gran parte identici a quelli già presentati alla Commissione Agricoltura, ad eccezione degli emendamenti Zaccaria 14.1, Razzi 29.1, 29.3 del relatore, Aniello Formisano 31.1, Razzi 31.2, Governo 42.1, Zaccaria 42.3 e Zeller 43.42. Pertanto, la Commissione esprimerà il parere solo su questi ultimi, rinviando per gli altri alla valutazione già espressa con riferimento agli identici testi presentati in sede di Commissione Agricoltura.
Invita quindi il relatore ed il Governo ad esprimere il parere su tutte le proposte emendative in esame, per fornire alla Commissione un quadro complessivo.

Isidoro GOTTARDO (PdL), relatore, con riferimento agli emendamenti presentati presso la Commissione Agricoltura,

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esprime parere favorevole all'emendamento Meta 26.3, soppressivo del comma 2 dell'articolo 26, e invita a ritirare gli altri emendamenti all'articolo 26, sui quali il parere è altrimenti contrario.
Esprime parere favorevole all'emendamento Fogliato 34.1.
Raccomanda conclusivamente l'approvazione del suo subemendamento 0.43.60.12 e del suo emendamento 43.60 e invita a ritirare tutti gli altri emendamenti e subemendamenti all'articolo 43, sui quali il parere sarebbe altrimenti contrario.

Paolo RUSSO, presidente, dichiara di ritirare l'emendamento 26.1.

Isidoro GOTTARDO (PdL), relatore, con riferimento agli emendamenti trasmessi dalla Commissione Politiche dell'Unione europea e in particolare a quelli non presentati presso la Commissione Agricoltura, propone di esprimere parere favorevole agli emendamenti Zaccaria 14.1, 29.3 del relatore, Aniello Formisano 31.1 e Governo 42.1 e parere contrario agli emendamenti Razzi 29.1, Razzi 31.2 e Zaccaria 42.3.
Per quanto riguarda gli emendamenti agli articoli 26 e 43, rinvia alle valutazioni già espresse con riferimento agli emendamenti presentati presso la Commissione Agricoltura: conseguentemente, il parere si intende favorevole per gli emendamenti Governo 26.5 e Zinzi 26.1, soppressivi del comma 2 dell'articolo 26, e contrario per tutti gli altri emendamenti agli articoli 26 e 43.

Il ministro Ferruccio FAZIO esprime parere conforme a quello espresso dal relatore.

Susanna CENNI (PD), nel rivolgere apprezzamento per il lavoro svolto dal relatore, non può esimersi dal rilevare la folta partecipazione odierna ai lavori della Commissione in contrasto con la bassa partecipazione registrata in precedenza, quando il gruppo del Partito Democratico ha sempre garantito la sua presenza e il suo ascolto delle argomentazioni della maggioranza.
Ricorda che già nel corso dell'esame della legge comunitaria dell'anno passato, la Camera si è trovato ad affrontare una situazione analoga, operando una opportuna correzione largamente condivisa, con uno stralcio. Rispetto ad allora, ritiene che si sia comunque registrato qualche passo in avanti, soprattutto per l'attività svolta dal relatore Gottardo e dal Presidente della Commissione Agricoltura, in quanto per la prima volta si è affrontato il merito delle questioni poste dall'Unione europea. Tuttavia, vi sono stati anche alcuni passaggi discutibili, come quando si è proceduto alla riapertura dei termini per la presentazione di proposte emendative e al rinvio di votazioni per assenza della maggioranza.
Il suo gruppo ha apprezzato il riconoscimento del fatto che le modifiche al calendario venatorio non sono richieste dall'Unione europea, come pure ha apprezzato la posizione del relatore, che aveva affermato la necessità di trovare una mediazione condivisa o, in alternativa, di stralciare l'articolo 43. Queste indicazioni hanno orientato, anche nei rapporti con l'esterno, l'atteggiamento del suo gruppo, che ha preso sul serio tali dichiarazioni e si è comportato di conseguenza, senza pregiudiziali.
Per quanto riguarda i subemendamenti all'emendamento del relatore 43.60, dichiara che non intende aderire all'invito al ritiro, ribadendo la necessità di sopprimere la lettera b) del comma 2, considerato che le direttive comunitarie non richiedono alcuna modifica del calendario venatorio, imponendo semmai solo un sistema di controllo di legittimità sulle deroghe efficace e tempestivo.
Per quanto riguarda poi le proposte del relatore,e in particolare il subemendamento 0.43.60.12, il suo gruppo pone tre questioni, dalla soluzione delle quali dipenderà la sua complessiva posizione.
In primo luogo, contesta che sia stato eliminato il carattere vincolante del parere dell'ISPRA.

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In secondo luogo, contesta che sia previsto l'eventuale parere di equivalenti istituti regionali. Si tratta infatti di organismi utili, ma un parere di validazione scientifica può essere reso solo da un organismo a carattere nazionale.
In terzo luogo, osserva che nel testo proposto dal relatore mancano del tutto i termini conclusivi della stagione venatoria, che viene ad essere quindi privata di un limite massimo.
Condivide invece la previsione del termine di trenta giorni per l'espressione del parere dell'ISPRA.

Antonio BORGHESI (IdV) precisa che il suo gruppo mantiene i subemendamenti presentati, riservandosi ulteriori valutazioni all'esito del dibattito.

Gabriele CIMADORO (IdV) osserva di aver già sostituito molte volte in questa Commissione uno dei rappresentanti del gruppo Italia dei Valori, durante la trattazione del presente provvedimento. Manifesta stupore per il fatto che il suo gruppo non lo abbia designato quale sostituto anche per la odierna seduta e chiede chiarimenti al riguardo.

Antonio BORGHESI (IdV) precisa che il presidente del gruppo lo ha designato in sostituzione dell'onorevole Di Giuseppe, oggi assente, e che la relativa comunicazione è già agli atti della Commissione.

Paolo RUSSO, presidente, fa presente che, in data odierna, è pervenuta alla Commissione la comunicazione da parte del gruppo della sostituzione, per la seduta di oggi, dell'onorevole Di Giuseppe con l'onorevole Borghesi.

Carlo NOLA (PdL) manifesta apprezzamento per il lavoro svolto dal relatore, che ha analizzato attentamente le infrazioni comunitarie nelle quali è incorso il Paese, cercandovi una soluzione, ma si dichiara meno convinto dalla sua proposta sui calendari venatori, in quanto sostanzialmente non efficace.
Manifesta però stupore per le critiche mosse dall'onorevole Cenni, che sa che i testi in esame non consentiranno alcuna deroga, ma almeno permetteranno di prendere in considerazione l'evoluzione scientifica e l'influenza dei cambiamenti climatici sui tempi della riproduzione degli uccelli migratori. Va inoltre considerato che, seppure sia stata espunta nel testo la parola «vincolante», ne è stato mantenuto il senso, prevedendo l'obbligo di uniformarsi alla validazione dell'ISPRA. Infine, si prevede che gli istituti regionali debbano essere solo sentiti. Si tratta di aspetti di dettaglio, che tuttavia non tengono conto del valore simbolico della proposta.
Per questi motivi, mantiene i suoi subemendamenti, pur preannunciando che voterà a favore delle proposte del relatore.
Illustra quindi il subemendamento 0.43.60.10, che consente alle regioni di modulare le misure da adottare fuori delle zone di protezione speciale, misure che possono risultare incongrue rispetto ad altre esigenze, come la lavorazione dei campi.
Fa presente inoltre di aver presentato il subemendamento 0.43.60.11, di cui auspica l'approvazione, ritenendo applicabile anche ai pareri tecnici la norma recata dal comma 1 dell'articolo 17 della legge 7 agosto 1990, n. 241, seppure il relatore abbia espresso un'opinione diversa.

Giuseppe RUVOLO (UdC), nel rilevare l'ottimo lavoro svolto dal relatore nella ricerca di un equilibrio rispetto ad una situazione - che definisce quasi piratesca - venutasi a configurare in Senato, osserva che la vicenda dell'articolo 43 è in realtà l'ennesimo tentativo della maggioranza di imporre all'opposizione una forzatura. Da un punto di vista politico, non appare necessario in questo momento modificare la legge n. 157, mentre appare necessario addivenire ad un punto di equilibrio rispetto al testo predisposto dall'altro ramo del Parlamento.
Ricorda in proposito che il relatore aveva già prospettato la possibilità, qualora non si fosse raggiunto un punto di intesa, di stralciare l'articolo 43 dal testo.

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Rispetto a quella ipotesi, il gruppo dell'UDC prende atto che, attraverso l'emendamento 43.60 e il successivo subemendamento 0.43.60.12 del relatore, si è cercato di raggiungere una intesa, ma attende che - riguardo alla fissazione di termini della stagione venatoria certi e non aleatori e alla validazione vincolante da parte dell'ISPRA - vi sia una risposta positiva da parte del relatore, sulla base della quale il suo gruppo potrebbe rivedere la propria posizione non favorevole.

Luciano ROSSI (PdL) fa presente che alcuni interventi hanno già rilevato la presenza nutrita e qualificata di parlamentari alla seduta odierna della Commissione Agricoltura su un tema che per troppo tempo è stata consegnato a frange integraliste. Dà inoltre atto e merito dell'impegno profuso dal relatore Gottardo, seppure la proposta da lui recata appaia una mediazione al ribasso e oggettivamente minimale rispetto ai problemi da affrontare in relazione a necessarie modifiche della legge n. 157 del 1992. Auspica quindi che si possa avviare un confronto su basi nuove.
Infine, dopo aver dichiarato di associarsi alle considerazioni del collega Nola, esprime rammarico per il mancato accoglimento dell'emendamento 43.46, sottoscritto da circa settanta deputati, ma dichiara di aderire alle proposte del relatore, riconoscendo la necessità di una mediazione.

Luciano AGOSTINI (PD) ricorda che in più occasioni il relatore Gottardo ha prospettato l'opportunità di procedere allo stralcio dell'articolo 43 qualora non si fosse giunti ad una mediazione largamente condivisa.
Rileva quindi che la modifica dei termini del calendario venatorio non deriva da un preciso obbligo comunitario e quindi non doveva essere inserita nel disegno di legge comunitaria, mentre possono e devono essere apportate le altre correzioni richieste dall'Unione europea. Ciò non per ragioni ideologiche, ma per ragioni politiche. Infatti, la maggioranza, qualora lo considerasse necessario, evitando scorciatoie o colpi di mano, dovrebbe semmai avere il coraggio di affrontare in termini generali il tema della riforma della legge n. 157 del 1992, affrontando quindi il grave rischio di scontentare tutti, dal momento che tale legge, ad oggi, rimane un valido punto di equilibrio.
Osserva inoltre che, se la fauna è proprietà indisponibile dello Stato, è anche vero che la competenza in materia è devoluta alle regioni e quindi un confronto con esse è indispensabile. Ad esempio, è necessario un'armonizzazione tra le regioni per evitare che la mancata coincidenza dell'avvio o della chiusura della stagione venatoria comporti un eccessivo prelievo da parte dei cacciatori delle regioni limitrofe nelle quali la stagione è già conclusa o non è stata ancora avviata.
In conclusione, ritiene che la saggezza dovrebbe consigliare lo stralcio dell'articolo 43; in mancanza di tale saggezza, si ricerchi almeno un più avanzato punto di incontro.

Elisabetta ZAMPARUTTI (PD) manifesta il suo convincimento che il dibattito più che essere pro o contro la caccia stia diventando pro o contro la legalità e pro o contro il decoro istituzionale di fronte all'Unione europea, che chiede all'Italia di dare soluzione alle sue infrazioni.
Nel dare atto al relatore per lo sforzo compiuto nel riformulare l'articolo 43, osserva però che la lettera b) del comma 2 - rimettendo alle regioni la possibilità di modificare i termini della stagione venatoria senza porre precisi limiti - nasconda dietro di sé, al di là del bizantinismo del successivo subemendamento del relatore, la volontà di non tenere minimamente in conto le proposte del suo gruppo sulla posticipazione del calendario venatorio entro termini ben precisi. Altrettanto negativa è la cancellazione dell'aggettivo «vincolante» riferito al parere dell'ISPRA.
Si tratta di un modo di procedere che più propriamente potrebbe definirsi sovversivo, in quanto volto a modificare il punto di equilibrio raggiunto con l'attuale

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legge n. 157 del 1992, attraverso una politica del raggiro e dell'abuso. Inoltre, il dibattito parlamentare dovrebbe tenere nel massimo conto l'opinione dei cittadini, che invece viene completamente ignorata, stando ai dati forniti dall'IPSOS che descrivono una schiacciante maggioranza dei cittadini italiani contrari alla caccia.
Ritiene dunque necessario tenere conto di questo dato e contrastare una posizione opposta, espressione di settarismo, brutta malattia che diffonde il virus dell'intolleranza, trovando punti di convergenza come quelli indicati dagli onorevoli Cenni e Ruvolo. In mancanza di un accordo, si renderebbe invece necessario lo stralcio dell'articolo 43.

Viviana BECCALOSSI (PdL) osserva che la Commissione è chiamata a decidere su alcuni aspetti della legge n. 157 e non sul tema della caccia in generale e quindi ritiene che le questioni sul tappeto non possano essere semplicemente affrontate da un punto di vista favorevole o contrario alla caccia.
Ringrazia quindi il relatore per essere riuscito a trovare una convincente mediazione al fine di dare una risposta alle richieste provenienti dall'Europa, che attendevano di essere soddisfatte.
Ricorda che la caccia in Italia è legittima, al di là dei sondaggi, ed è quindi legittimamente esercitata dagli appassionati nel rispetto di numerose e articolate regole e pagando le dovute tasse. Pur non essendo personalmente dedita all'attività venatoria, deve sottolineare che si tratta di una attività nella libera disponibilità individuale, che dovrebbe suggerire di mettere da parte posizioni dettate da intolleranza. È invece importante garantire che i cacciatori vadano a caccia rispettando l'ambiente. Inoltre, come ben sanno tutti quegli agricoltori che hanno dovuto subire danni a causa dell'azione distruttiva della fauna selvatica, è importante garantire anche con l'attività venatoria, al di là di una visione bucolica, un giusto equilibrio con l'ambiente.
Osserva poi che il mondo ambientalista e quello venatorio non trovano una mediazione e chiedono alla politica di ricercarla. Tuttavia, a volte l'impressione è che non vi sia la seria volontà di trovare soluzioni per non perdere argomenti di contestazione da parte delle associazioni ambientaliste, peraltro certamente non legate al centrodestra. Tuttavia, la maggioranza ritiene che ci si debba assumere la responsabilità di fornire una risposta, anche scontentando in parte il mondo venatorio, visto che i cacciatori non potranno cacciare 365 giorni all'anno, come pure è stato detto.
Con riferimento al ventilato utilizzo di enti regionali per sopperire ad eventuali inefficienze dell'ISPRA, ricorda le regioni si sono organizzate per ottenere le risposte che l'allora Istituto nazionale della fauna selvatica non riusciva a dare, anche per le pressioni del mondo ambientalista. Ritiene pertanto che non vi sia nulla di scandaloso nella semplice consultazione di appositi organismi regionali, come previsto nella proposta del relatore, che è riuscito a trovare un giusto punto di equilibrio con un approccio assolutamente non ideologico, precisando che l'ISPRA dovrà comunque esprimere il parere entro un termine certo. La proposta del relatore costituisce un investimento su tale ente, oggetto di una recente riforma.
In conclusione, ritiene che le proposte del relatore consentono di conciliare le diverse esigenze, nonché gli obblighi derivanti dalla partecipazione all'Unione europea.

Basilio CATANOSO (PdL) invita la Commissione, indipendentemente dai sondaggi e dal dibattito generale sulla caccia, a considerare che l'ampliamento del calendario venatorio non ha alcun nesso con le procedure di infrazione avviate dall'Unione europea contro l'Italia e quindi con il disegno di legge in esame. È noto come egli sia contro la caccia. Eppure, deve sottolineare che il Parlamento avrebbe semmai dovuto affrontare direttamente ed esplicitamente la revisione della legge n. 157, forse ormai necessaria, anche se la stessa legge ha finora assicurato un opportuno equilibrio. Se invece si

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procede per «blitz», non sarà mai possibile condurre un ragionamento serio sull'argomento.
Per questi motivi, annuncia che voterà in difformità dal suo gruppo, in quanto le proposte in discussione aprono un varco non condivisibile. Inoltre, la previsione della consultazione degli istituti regionali è discutibile, visto che tali organismi sono nominati dalle stesse regioni e sono facilmente orientati politicamente.
In conclusione, ricorda che il relatore aveva indotto a ritenere che, senza un ampio accordo, si sarebbe proceduto allo stralcio dell'articolo 43. Eppure, le sue proposte non realizzano una mediazione sufficiente.

Sandro BRANDOLINI (PD) rivolge preliminarmente un apprezzamento per il lavoro e l'equilibrio del relatore Gottardo, che ha auspicato il superamento dei problemi incontrati con l'Unione Europea attraverso il conseguimento di una soluzione unitaria. È però necessario un ulteriore sforzo per comprendere se le posizioni delle parti politiche siano effettivamente conciliabili e se sia possibile rimuovere gli ultimi ostacoli.
In questa direzione, occorre prevedere la natura vincolante del parere dell'ISPRA; inoltre, visto che la validazione significa approvazione, andrebbe più opportunamente riferita alle analisi scientifiche.
Per quanto riguarda l'obbligo di sentire gli equivalenti istituti regionali, fa presente che la proposta del relatore, prevedendo una mera consultazione, può essere accolta per tale parte.
Elemento dirimente, come già rilevato dall'onorevole Cenni, è invece la necessità di introdurre precisi termini di conclusione della stagione venatoria, come proposto dal subemendamento Oliverio 0.43.60.5, che a tal fine fa riferimento alla prima decade di febbraio.
Invita pertanto a non abbandonare il punto di equilibrio rispetto agli interessi in campo degli agricoltori, dei cacciatori e degli ambientalisti, raggiunto dalla legge n. 157 del 1992 e a dare risposta puntuale riguardo alle questioni relative alle infrazioni comunitarie, compiendo un autentico passo avanti.

Francesco BIAVA (PdL) condividendo nel merito l'intervento dell'onorevole Luciano Rossi, ringrazia il relatore per il lavoro svolto, anche se non può dichiararsi pienamente soddisfatto, ritenendo necessario un ulteriore sforzo per equiparare il calendario venatorio italiano a quello degli altri Paesi europei, in particolare di Francia e Germania.
Per quanto riguarda i sondaggi che sono stati citati dall'onorevole Zamparutti, fa presente che i cittadini si sono già espressi in diverse occasioni referendarie in modo costante e coerente in una sede democratica propria, ben diversa da quella offerta da una società di sondaggi.

Angelo ZUCCHI (PD) sottolinea che finora la legge n. 157 del 1992 ha tenuto insieme posizioni opposte sulla caccia, in un Paese che non ha dimostrato una forte vocazione venatoria, vista la costante diminuzione del numero dei cacciatori. Tuttavia, si devono continuamente registrare tentativi di rompere quell'equilibrio sulla base di una visione di parte, come dimostrato dagli interventi del Senato in sede di legge comunitaria, come pure del testo del senatore Orsi, predisposto nell'ambito di disegni di legge presentati al Senato di riforma della legge sulla caccia.
Nel ringraziare il relatore per l'impegno profuso e per aver cercato di coinvolgere l'opposizione rispetto alla necessità di rispondere alle infrazioni aperte dall'Unione europea nei confronti dell'Italia, osserva che, in realtà, mentre la modifica del calendario venatorio risulta estranea proprio rispetto alle procedure di infrazione, occorreva invece dare una risposta a chi si è reso autore delle numerose incursioni al fine di scardinare l'impianto della legge n. 157.
Nel rivendicare la natura non estremista del Partito democratico, con riguardo all'attività venatoria, fa presente che è suo convincimento che l'attività venatoria si possa continuare ad esercitare nel rispetto

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di coloro che, viceversa, ritengono che la fauna - essendo patrimonio indisponibile dello Stato - è, quindi, patrimonio anche di chi non esercita tale attività.
Ritiene poi che chi ha a cuore l'agricoltura debba compiere uno sforzo anche per risolvere il problema dei danni causati dalla fauna selvatica all'agricoltura, superando anche l'ostacolo costituito dall'iter dei disegni di legge di riforma della legge n. 157, pendenti al Senato, che impedisce alla Commissione Agricoltura della Camera di affrontare le proposte di legge in materia.
Per quanto riguarda gli istituti regionali, ritiene che non diano adeguate garanzie di terzietà. Peraltro, ricorda che il suo gruppo ha contrastato, per le stesse ragioni, la collocazione dell'ISPRA nell'ambito del Ministero dell'ambiente anziché in quello della Presidenza del Consiglio dei ministri, come era per l'INFS.
Osserva infine che qualora la maggioranza accogliesse le proposte dell'opposizione riguardanti il limite della prima decade di febbraio per il calendario venatorio e il carattere vincolante del parere dell'ISPRA, il parere del suo gruppo potrà mutare. In ogni caso, la maggioranza non avrà sempre conferme elettorali ed è quindi necessario che ascolti anche pezzi di società. che non meritano indifferenza.

Gabriele CIMADORO (IdV) desidera sottolineare che la legge n. 157, piuttosto che una conquista del mondo venatorio, è stata una rivincita del mondo ambientalista, perché con questa legge i cacciatori devono subire il calendario venatorio più restrittivo di Europa, devono pagare onerosi tributi, rispettare numerose regole e affrontare anche responsabilità sul piano penale.Inoltre, ciascun cacciatore può esercitare l'attività per 50 giorni all'anno, indipendentemente dall'ampiezza della stagione, e non può farlo in regioni e per tipi di caccia diversi di quelli consentiti dalla sua licenza.
Ritiene quindi improprio che il tema della caccia sia riportato alla dialettica maggioranza-opposizione, come è dimostrato dalla sua posizione. Invita perciò il gruppo del PD, piuttosto che lo stesso vicepresidente del suo gruppo, a cercare di definire una soluzione ampiamente condivisa.

Giuseppina SERVODIO (PD), premesso che la maggioranza appare infine essersi resa conto della forzatura operata dal Senato, ritiene che il dibattito non debba essere impostato nei termini «pro o contro» la caccia e neppure essere schiacciato sul contrasto maggioranza-opposizione. Si tratta di argomenti fuori dalla storia, visto che anche con la legge n. 157 furono rifiutati elementi ideologici.
La mediazione proposta dal relatore non appare risolutiva, poiché lascia eccessivi margini di ambiguità e di discrezionalità alle regioni e rischia di dover essere modificata nuovamente. Ciò accade, per esempio, se non si pongono precisi limiti temporali alla stagione venatoria, che servono anche ad escludere problemi relativi alla gestione delle aree di confine tra le regioni. Da questo punto di vista appare forse preferibile la prima formulazione della lettera b) del comma 2 proposta dal relatore.
Se si ricerca una mediazione, non si deve far riferimento ai concetti di caccia e di ambiente, ma agli interessi generali del Paese, che invece non si affrontano in maniera adeguata.

Paolo RUSSO, presidente, rilevando che in questo momento il ministro Zaia è entrato nell'aula, gli rivolge un caloroso saluto a nome della Commissione tutta, nella sua nuova veste di Presidente della regione Veneto.

Il ministro Luca ZAIA ringrazia.

Nicodemo Nazzareno OLIVERIO (PD) osserva che in Commissione Agricoltura si sono registrati momenti di lealtà e correttezza tra le parti politiche, ma anche momenti di diffidenza. In altre sedute, il relatore ha formulato proposte che il suo gruppo poteva votare, ma che non sono state poste in votazione in assenza dei deputati della maggioranza. Ora, invece, la maggioranza ritiene di poter sottoporre

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all'Assemblea un testo che rischia invece di creare gravi difficoltà e che, peraltro, appare anche formulato in modo non chiaro.
È noto che sulla caccia il Parlamento ha sempre dato prova di trasversalismo, nell'ambito di tutte le forze politiche, che non sono in grado di far valere la disciplina di partito sulle diverse sensibilità. Sarebbe stato perciò preferibile portare all'esame dell'Aula un testo condiviso, una mediazione sulla quale si poteva almeno condurre un'opera di convincimento. In tal senso, richiama le proposte formulate dai colleghi del PD.

Isidoro GOTTARDO (PdL), relatore, desidera ribadire, dal punto di vista personale, che egli non ha inteso mediare tra mondo ambientalista e mondo venatorio, ma ha piuttosto cercato far emergere il senso dell'interesse generale dello Stato, che è mancato per decenni, visto che non si è riusciti a produrre l'adeguamento agli obblighi assunti in sede europea. Obiettivo delle sue proposte è stato quindi quello di conseguire tale adeguamento alle direttive che peraltro la Repubblica italiana ha contribuito ad assumere. A tal fine, si è avvalso della collaborazione degli uffici del Ministero dell'ambiente e dell'Avvocatura dello Stato. Sulla base dell'esperienza maturata in questi mesi, e dei contatti intercorsi con tutte le organizzazioni interessate, osserva poi che, senza una precisa volontà di perseguirla, e se gli obiettivi sono altri, una mediazione non appare possibile.
Nel merito, fa presente che, tenuto conto dell'articolo 117 della Costituzione, le regioni non possono essere sottoposte al parere vincolante di un ente statale. Si è perciò previsto che i dati scientifici sulla base dei quali le regioni intendono deliberare siano sottoposti alla validazione dell'ISPRA, alla quale le regioni dovranno uniformarsi.
Quanto ai termini della stagione venatoria, la sua proposta va letta alla luce della guida interpretativa dell'Unione europea, che fa riferimento alla terza decade di febbraio; si consentirà quindi di spostare in avanti la stagione, entro tale limite e sulla base del parere dell'ISPRA. Inoltre, si prevede un esplicito divieto di caccia durante i periodi della nidificazione, riproduzione e dipendenza.
Ricorda poi che le regioni chiedono di poter sottoporre preventivamente i loro provvedimenti al Consiglio dei ministri, per evitare impugnative successive. Si propone perciò che le regioni, nell'esercizio delle deroghe di cui all'articolo 9, lettera a), della direttiva 79/409/CEE, provvedano nel rispetto di linee guida emanate a livello nazionale, d'intesa con le regioni.
Rileva quindi che appaiono interessanti le proposte del Gruppo IdV di revisione dell'articolo 19-bis della legge n. 157, che tuttavia presentano anche difficoltà dal punto di vista istituzionale, che devono essere ulteriormente valutate.
In sintesi, le richieste formulate dalle opposizioni potrebbero essere superate, in base alle considerazioni svolte. Del resto, è consapevole che l'unanimità su tale materia non è raggiungibile e, pertanto, ha ricercato le condizioni per il consenso più ampio, dovendo tuttavia registrare che una mediazione più avanzata non è stata però possibile. Tuttavia, soprattutto sul punto dei termini della stagione venatoria, potrebbe essere possibile individuare, in vista dell'esame in Assemblea, una diversa sintesi sulla quale oggi non vi è consenso.
Con l'accoglimento degli emendamenti in discussione, l'Italia potrà ottemperare ai rilievi della Commissione europea, nel senso che la legge deve tutelare l'ambiente e, in questo ambito, consentire dove possibile l'attività venatoria, dandosi infine regole da Paese civile.
Desidera infine sottolineare che la materia pone delicati problemi, di cui si è resa conto il Ministro Prestigiacomo, laddove ha ritenuto di non poter più assumere la responsabilità di non prevedere rimedi, per esempio per il caso dei pericoli causati dagli uccelli alla sicurezza dei voli.

Massimo FIORIO (PD) propone una riformulazione formale del subemendamento del relatore 0.43.60.12, nel senso di chiarire che la validazione da parte dell'ISPRA ha ad oggetto le analisi scientifiche

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a sostegno delle modifiche da apportare. Osserva peraltro che la proposta del relatore non sembra soddisfare le esigenza rappresentate dal Governo in relazione al rapporto tra stagione venatoria e stagione turistica.
Quanto alla successiva fase di esame in Assemblea e alle difficoltà che potrebbero insorgere, sottolinea che finora i deputati del Gruppo della Lega non si sono pronunciati e quindi non si conosce la posizione che assumeranno.

Giuseppe RUVOLO (UdC) deve osservare che il relatore non ha inteso accogliere nessuna delle richieste delle opposizioni, quando sarebbe stato responsabile trovare una conciliazione tra le diverse posizioni.

Gian Pietro DAL MORO (PD) ritiene che il deputato Beccalossi abbia, nel suo intervento, diviso il mondo in due parti, anche se in realtà ambientalisti e cacciatori sono presenti sia nelle forze di maggioranza sia in quelle di opposizione. Il tema è stato inoltre cavalcato da molti nel corso della recente campagna elettorale.
Quanto alle considerazioni del relatore, che dichiara di aver fatto uno sforzo per far valere l'interesse dello Stato, ritiene che si tratti di obiettivo solo parzialmente condivisibile. Infatti, il Parlamento dovrebbe mettersi dalla parte dei cittadini, mentre il relatore ha invece assunto una visione centralistica e burocratica, propria della burocrazia statale. In sostanza, non vincono gli ambientalisti o i cacciatori, ma la burocrazia romana.
Ritiene inoltre non chiari i motivi per i quali l'emendamento del relatore, a differenza del successivo subemendamento, qualificava come vincolante il parere dell'ISPRA.
Ricorda infine che il suo gruppo, nelle precedenti sedute, non ha insistito perché si procedesse alle votazioni, quando risultavano assenti molti deputati della maggioranza, poiché riteneva prioritario ricercare condizioni di più ampio consenso, facendo affidamento sulla posizione espressa dal relatore e individuando nel presidente un punto di garanzia. Oggi, tuttavia, queste condizioni di fiducia sono venute meno e anche per il futuro potrà risultare compromessa la fiducia nelle parole della maggioranza.

Antonio CUOMO (PD) ritiene che, dopo un lungo negoziato, non si sia raggiunto alcun risultato apprezzabile, mentre sarebbe stato necessario assumere più significative decisioni. Insiste pertanto nell'appello rivolto dal collega Oliverio perché si possa arrivare, sulla base del dibattito svoltosi, ad uno sforzo ulteriore del relatore e ad una assunzione di responsabilità nei confronti del mondo esterno alle aule parlamentari. Si ricerchi quindi un testo condiviso da sottoporre alla Assemblea e che produca risultati utili per il Paese.

Antonio BORGHESI (IdV), intervenendo sull'ordine dei lavori, non intende richiamare la necessità che le sostituzioni siano comunicate all'inizio della seduta, ma chiede al Presidente di darne conto ora, poiché si sta per procedere alle votazioni.

Sebastiano FOGLIATO (LNP) desidera precisare che i deputati del suo gruppo si sono temporaneamente allontanati solo per seguire lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata in Assemblea.

Paolo RUSSO, presidente, dà lettura delle sostituzioni comunicate dai gruppi.

La Commissione approva l'emendamento Meta 26.3, risultando precluso l'emendamento Di Giuseppe 26.2.

Approva inoltre l'emendamento Fogliato 34.1.

Paolo RUSSO, presidente, avverte che il deputato Mosella ha sottoscritto l'emendamento Cenno 43.1.
Indice quindi la votazione sugli identici emendamenti Cenni 43.1, Catanoso, 43.2,

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Mariani 43. 27, Zamparutti 43.28 e Di Giuseppe 43.40, soppressivi dell'articolo 43.

(Segue la votazione).

Paolo RUSSO, presidente, fa presente che stanno partecipando alla votazione deputati del gruppo del PD per i quali non risultano essere state comunicate dal gruppo le relative sostituzioni.

Nicodemo Nazzareno OLIVERIO (PD) ricorda di aver comunicato all'inizio della seduta la sostituzione del collega Marrocu con la collega Zamparutti, che peraltro ha partecipato assiduamente ai lavori della Commissione.

Paolo RUSSO, presidente, osserva che effettivamente il deputato Oliverio ha comunicato verbalmente agli uffici tale sostituzione, invitando per il futuro a provvedere alle sostituzioni per iscritto.

La Commissione respinge quindi gli identici emendamenti Cenni 43.1, Catanoso, 43.2, Mariani 43. 27, Zamparutti 43.28 e Di Giuseppe 43.40.

Si passa quindi all'esame dell'emendamento del relatore 43.60 e dei relativi subemendamenti.

Isidoro GOTTARDO (PdL), accogliendo alcuni rilievi emersi dal dibattito, presenta un nuovo testo del suo subemendamento 0.43.60.12, al fine di renderne più chiara la formulazione.

La Commissione respinge, con distinte votazioni, i subemendamenti Di Giuseppe 0.43.60.9 e 0.43.60.8, Nola 0.43.60.10 e gli identici subemendamenti Cenni 0.43.60.1, Di Giuseppe 0.43.60.2 e Catanoso 0.43.60.3.

Antonio BORGHESI (IdV) preannuncia il voto contrario del suo gruppo sul subemendamento del relatore 0.43.60.12.

La Commissione approva il subemendamento del relatore 0.43.60.12 (nuova formulazione), risultando preclusi i subemendamenti Oliverio 0.43.60.5, Nola 0.43.60.4, Brugger 0.43.60.6 e Nola 0.43.60.11.

La Commissione respinge il subemendamento Di Giuseppe 0.43.60.7.

Paolo RUSSO, presidente, avverte che, su richiesta del Gruppo del PD, porrà in votazione l'emendamento 43.60 del relatore per parti separate, in relazione alla pluralità di novelle che l'emendamento stesso propone di apportare alla legge n. 157 del 1992.

Antonio BORGHESI (IdV) preannuncia il voto contrario del suo gruppo.

La Commissione, con votazione per parti separate, approva l'emendamento 43.60, come modificato dal subemendamento accolto.

Isidoro GOTTARDO (PdL), relatore, formula conclusivamente una proposta di relazione favorevole sul disegno di legge nel suo complesso.

La Commissione approva la proposta del relatore e nomina lo stesso quale relatore per riferire presso la Commissione Politiche dell'Unione Europea.

Paolo RUSSO, presidente, avverte che si passerà ora all'esame degli emendamenti presentati presso la XIV Commissione e da questa trasmessi per acquisire il parere della Commissione Agricoltura, ricordando che tale parere assume una peculiare valenza procedurale, in quanto è dotato di efficacia vincolante per la Commissione XIV.
Ribadisce che tali emendamenti sono in gran parte identici a quelli già presentati alla Commissione Agricoltura, ad eccezione degli emendamenti Zaccaria 14.1, Razzi 29.1, 29.3 del relatore, Aniello Formisano 31.1, Razzi 31.2, Governo 42.1, Zaccaria 42.3 e Zeller 43.42. Pertanto, la

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Commissione sarà chiamata a deliberare solo su questi ultimi, dovendosi fare rinvio per gli altri alle deliberazioni assunte in relazione agli emendamenti presentati in sede di Commissione Agricoltura. In particolare, anche sulla base delle dichiarazioni del relatore, il parere della Commissione si intende favorevole per gli emendamenti Governo 26.5 e Zinzi 26.1, in quanto identici all'emendamento Meta 26.3 in precedenza approvato, e contrario per tutti gli altri emendamenti agli articoli 26 e 43. In tal senso sarà data comunicazione alla XIV Commissione.

La Commissione, con distinte votazioni, delibera infine di esprimere parere favorevole agli emendamenti Zaccaria 14.1, relatore 29.3, Aniello Formisano 31.1 e Governo 42.1 e parere contrario agli emendamenti Razzi 29.1, Razzi 31.2, Zaccaria 42.3 e Zeller 43.42.

La seduta termina alle 17.15.

ATTI DEL GOVERNO

Mercoledì 14 aprile 2010. - Presidenza del presidente Paolo RUSSO. - Interviene il sottosegretario di Stato per l'interno, Michelino Davico.

La seduta comincia alle 17.15.

Schema di decreto legislativo per il riordino della normativa sui fertilizzanti.
Atto n. 184.

(Seguito dell'esame, ai sensi dell'articolo 143, comma 4, del regolamento, e conclusione - Parere favorevole).

La Commissione prosegue l'esame dello schema di decreto legislativo, rinviato nella seduta del 10 marzo 2010.

Paolo RUSSO, presidente, ricorda che sul testo non risulta acquisito il parere della Conferenza Stato-regioni. Il Presidente della Camera, con lettera del 13 aprile scorso, ha tuttavia comunicato che il Ministro per i rapporti con il Parlamento ha chiesto che - essendo scaduto il termine per l'espressione del parere da parte della predetta Conferenza - le competenti Commissioni si esprimano sullo schema di decreto legislativo, pur in assenza del suddetto parere.

Carlo NOLA (PdL), relatore, richiama il dibattito svoltosi nelle precedenti sedute e, in particolare, le dichiarazioni del rappresentante del Governo. Pertanto propone che la Commissione, preso atto degli impegni assunti dal Governo durante la fase di consultazione in sede di Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le province autonome in merito all'esigenza di garantire la rappresentanza delle regioni, esprima parere favorevole.

La Commissione approva la proposta di parere del relatore (v. allegato 2).

La seduta termina alle 17.20.

UFFICIO DI PRESIDENZA INTEGRATO DAI RAPPRESENTANTI DEI GRUPPI

L'ufficio di presidenza si è riunito dalle 17.20 alle 17.25.

AVVERTENZA

Il seguente punto all'ordine del giorno non è stato trattato:

SEDE CONSULTIVA

DL 40/10: Disposizioni tributarie e finanziarie urgenti in materia di contrasto alle frodi fiscali, di potenziamento e razionalizzazione della riscossione tributaria, di destinazione dei gettiti recuperati al finanziamento di un Fondo per incentivi e sostegno alla domanda in particolari settori.
C. 3350 Governo.
Parere alle Commissioni riunite VI e X.