CAMERA DEI DEPUTATI
Mercoledì 14 aprile 2010
309.
XVI LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Lavoro pubblico e privato (XI)
COMUNICATO
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INTERROGAZIONI

Mercoledì 14 aprile 2010. - Presidenza del presidente Silvano MOFFA. - Interviene il sottosegretario di Stato per il lavoro e le politiche sociali, Pasquale Viespoli.

La seduta comincia alle 9.05.

5-01873 Ceccuzzi: Tutela dei livelli occupazionali dell'azienda RDB in provincia di Piacenza.

Il sottosegretario Pasquale VIESPOLI risponde all'interrogazione in titolo nei termini riportati in allegato (vedi allegato 1).

Franco CECCUZZI (PD), nel replicare, ringrazia il rappresentante del Governo

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per la risposta, sottolineando come l'azienda in oggetto, pur scontando gli effetti più generali della crisi in corso nel settore delle grandi opere, abbia messo in atto una ristrutturazione produttiva di carattere opportunistico, che mette a repentaglio il posto di lavoro di tanti lavoratori; si tratta, peraltro, di una operazione non pienamente giustificabile, vista la quantità di commesse di cui risulta ancora titolare l'azienda in questione. In conclusione, chiede al Governo di attivarsi sollecitamente per favorire l'avvio di un tavolo di concertazione al fine di salvaguardare i livelli occupazionali di un'importante realtà produttiva presente in tutto il territorio nazionale.

Silvano MOFFA, presidente, dichiara concluso lo svolgimento dell'interrogazione all'ordine del giorno.

La seduta termina alle 9.15.

SEDE REFERENTE

Mercoledì 14 aprile 2010. - Presidenza del presidente Silvano MOFFA. - Interviene il sottosegretario di Stato per il lavoro e le politiche sociali, Pasquale Viespoli.

La seduta comincia alle 9.15.

Delega al Governo in materia di lavori usuranti e di riorganizzazione di enti, misure contro il lavoro sommerso e norme in tema di lavoro pubblico e di controversie di lavoro.
C. 1441-quater-D Governo, rinviato alle Camere dal Presidente della Repubblica.

(Seguito dell'esame e rinvio).

La Commissione prosegue l'esame del provvedimento in titolo, rinviato nella seduta di ieri.

Amalia SCHIRRU (PD) ritiene che il recente messaggio del Presidente della Repubblica di rinvio alle Camere del provvedimento in esame vada colto dalla Commissione come opportunità di miglioramento di un testo che, allo stato, appare troppo eterogeneo e suscettibile di dar luogo a contenziosi anche in sede di giurisprudenza costituzionale. A suo avviso, serve pertanto una profonda revisione normativa del provvedimento, che prenda in considerazione anche le norme non specificamente richiamate dal Presidente Napolitano, tra le quali cita quelle relative ai permessi e alla materia delle pari opportunità. Ritiene, infatti, che così come formulato il testo in esame accresca le disuguaglianze sociali, soprattutto nei confronti dei soggetti deboli della società, quali i disabili - in relazione ai quali non si può pensare di limitare i permessi ad un solo familiare - e le donne, a favore delle quali occorre potenziare gli strumenti di garanzia già previsti dall'ordinamento, evitando di costituirne di nuovi che non siano capaci concretamente di operare.
Ritiene poi essenziale modificare le norme sull'arbitrato, nel senso di prevedere un efficace meccanismo di verifica della effettiva volontà del lavoratore di devolvere a tale forma di composizione della lite le eventuali controversie, prevedendo apposite forme di salvaguardia della parte debole del rapporto di lavoro. Nel giudicare, infine, necessario rivedere l'attuale formulazione del calendario dei lavori, al fine di beneficiare di tempi congrui di discussione e dare la possibilità alle stesse Commissioni in sede consultiva di esprimere i parere di loro competenza, soprattutto laddove sono in gioco fondamentali norme connesse all'organizzazione dello Stato (soprattutto in relazione al pubblico impiego) e della giustizia, auspica che maggioranza ed opposizione possano collaborare efficacemente al fine di trovare soluzioni normative adeguate che rispondano alle esigenze dei soggetti più in difficoltà nell'attuale società.

Lucia CODURELLI (PD) fa notare che i gruppi di maggioranza tendono a rappresentare gli esponenti dell'opposizione come conservatori, soltanto perché questi ultimi sono intervenuti a più riprese (anche nel precedente iter parlamentare) a

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tutela dei diritti fondamentali dei soggetti più deboli della società - come i lavoratori, i disabili e le donne - quei diritti che invece la maggioranza viola sistematicamente. Fa presente che ciò è avvenuto, ad esempio, nel caso dell'abrogazione della norma sulle cosiddette «dimissioni in bianco», essendo la maggioranza unicamente preoccupata di procedere senza indugi lungo un fittizio percorso di semplificazione e deregolazione, in nome del profitto e della salvaguardia degli interessi economici.
Osserva che il provvedimento in esame pone all'attenzione della Commissione un grave problema di rappresentanza dei cittadini, i quali, oltre a non essere messi nelle condizioni di comprendere testi di legge caotici e pieni di contraddizioni come quello in esame, non vengono tutelati in campi fondamentali del vivere civile - quali il lavoro e le stessi sedi giudiziarie in cui far valere i propri interessi - come si evince dalle norme del provvedimento relative all'arbitrato.
In conclusione, per il bene del Paese, invita il relatore, il Governo e i gruppi di maggioranza a riflettere seriamente sul contenuto del provvedimento in esame e a rivedere nel complesso la propria azione politica, che, soprattutto nei confronti dei soggetti più deboli della società e del mercato del lavoro, appare inadeguata ed inefficace.

Antonio BOCCUZZI (PD) intende preliminarmente rilevare la natura omnibus del testo in esame, confermata, peraltro, da autorevoli esponenti dello stesso Governo di centrodestra in recenti dichiarazioni rese agli organi di informazione. Pur apprezzando lo sforzo del relatore teso a migliorare il provvedimento e a rispondere alle sollecitazioni del Presidente della Repubblica, ritiene che il presente provvedimento contenga nella sostanza un attacco complessivo al sistema processuale del lavoro e ai diritti dei lavoratori, ai quali viene reso quasi impossibile adire le vie giudiziarie, anche attraverso la messa in atto di una politica di aumento dei costi della giustizia, attuata peraltro attraverso l'introduzione di una successione contraddittoria di norme spesso in contrasto tra di loro.
Si sofferma, quindi, in modo diffuso sul problema della gratuità delle spese del processo del lavoro, rimarcando le forti ambiguità succedutesi nel corso delle quattro letture parlamentari del provvedimento rinviato alle Camere, di cui ripercorre le varie vicende modificative.
Si diffonde, poi, in modo dettagliato sul contenuto degli articoli 31 e 32 del provvedimento in esame, che - a suo giudizio - mirano ad una progressiva privatizzazione della giustizia del lavoro, che, oltre a non essere in grado di favorire una accelerazione delle procedure, pone il lavoratore senza garanzie e tutele di fronte al giudice e alla controparte.

Silvano MOFFA, presidente, pur apprezzando il contenuto articolato dell'intervento in corso, invita il deputato Boccuzzi a contenerlo entro tempi ragionevoli.

Antonio BOCCUZZI (PD), nel giudicare molto grave che i deputati dei gruppi di opposizione non siano posti nelle condizioni di approfondire le tematiche oggetto del presente provvedimento, anche a causa di un'organizzazione dei lavori compressa ed inadeguata, si dichiara comunque disponibile ad accogliere l'invito del presidente, depositando una documentazione contenente le integrali considerazioni oggetto del suo intervento, che chiede siano messe a disposizione dei componenti della Commissione.
In conclusione, soffermandosi sull'articolo 20 del provvedimento, preannuncia la presentazione di emendamenti tendenti a sopprimere tale norma, che giudica grave ed inaccettabile, dal momento che va ad incidere sui processi in corso, negando il legittimo risarcimento ai lavoratori che sono stati esposti all'amianto a bordo del naviglio di Stato. Ritiene paradossale che in una materia così delicata come quella della tutela della sicurezza sui luoghi di lavoro si intervenga con una disposizione specifica a distanza di anni, solo al fine di sollevare dalle relative responsabilità i vertici

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della Marina militare, ignorando il diritto di chi attende da tempo un parziale ristoro per le incalcolabili perdite umane subite. Auspica, pertanto, che il Parlamento, in prossimità della giornata mondiale delle vittime dell'amianto, dia un preciso segnale alle famiglie colpite da tale tragedia, sopprimendo le disposizioni contenute in tale articolo.

Maria Anna MADIA (PD), intervenendo per una precisazione, fa notare che nel corso del precedente iter parlamentare presso il Senato, nella quarta lettura del testo rinviato alle Camere, è stato accolto dal Governo un ordine del giorno nel quale si dà una interpretazione degli ultimi commi dell'articolo 32, che appare difforme rispetto a quella fornita alla Camera dei deputati. Fa notare che, secondo l'interpretazione più favorevole ai diritti del lavoratore contenuta in tale atto di indirizzo, l'indennità da riconoscere al lavoratore in caso di conversione del contratto di lavoro si sommerebbe al reintegro dello stesso lavoratore e non sarebbe meramente sostitutiva di esso. Nel ritenere questo un elemento da non trascurare, anche in vista dell'elaborazione delle proposte di modifica del testo in esame, fa notare che le caratteristiche eterogenee e confuse del provvedimento rendono alla stessa maggioranza difficile il compito di comprenderlo e di interpretarlo, facendo emergere dissensi e posizioni tra di loro contrastanti.

Silvano MOFFA, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, dichiara concluso l'esame preliminare. Ricorda che nell'odierna seduta pomeridiana, alle ore 14,15, è previsto che, dopo l'eventuale replica del relatore e del rappresentante del Governo, abbia luogo la preannunciata deliberazione sulla proposta di limitazione della discussione.
Rinvia, quindi, il seguito dell'esame ad altra seduta.

La seduta termina alle 10.15.

UFFICIO DI PRESIDENZA INTEGRATO DAI RAPPRESENTANTI DEI GRUPPI

Mercoledì 14 aprile 2010.

L'ufficio di presidenza si è riunito dalle 14 alle 14.10.

SEDE REFERENTE

Mercoledì 14 aprile 2010. - Presidenza del presidente Silvano MOFFA. - Interviene il sottosegretario di Stato per il lavoro e le politiche sociali, Pasquale Viespoli.

La seduta comincia alle 14.15.

Delega al Governo in materia di lavori usuranti e di riorganizzazione di enti, misure contro il lavoro sommerso e norme in tema di lavoro pubblico e di controversie di lavoro.
C. 1441-quater-D Governo, rinviato alle Camere dal Presidente della Repubblica.

(Seguito dell'esame e rinvio).

La Commissione prosegue l'esame del provvedimento in titolo, rinviato nell'odierna seduta antimeridiana.

Silvano MOFFA, presidente, ricorda che stamattina si è concluso l'esame preliminare del provvedimento in titolo e si è convenuto di rinviare alla corrente seduta le repliche di relatore e Governo.

Giuliano CAZZOLA (PdL), relatore, si domanda, in via preliminare, quali siano le ragioni per le quali i lavoratori - dopo che, anche in occasione del dibattito sul provvedimento in esame, i gruppi di opposizione si sono prodigati alla stregua di loro «paladini» - continuino ancora a votare per la maggioranza: infatti, se fossero vere le dichiarazioni polemiche dell'opposizione, tale dato non dovrebbe verificarsi con la regolarità con la quale esso prosegue a realizzarsi. In ogni caso, osserva che, nella sua veste di relatore, ha dovuto tenere conto dei vincoli istituzionali

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rispetto alla maggioranza, al Governo e, soprattutto, nei confronti del Capo dello Stato. Respinge, quindi, le critiche di reticenza sinora ricevute, sottolineando la distinzione tra quanto contenuto in una relazione destinata agli atti parlamentari e quanto ha ritenuto di scrivere in articoli di stampa. Ritiene, a titolo personale, che il diritto del lavoro, nato da una costola del diritto civile insieme alla rivoluzione industriale, sia destinato a diventare una branca del diritto commerciale. Rileva, inoltre, che le sue considerazioni in merito alla gravità del fatto non devono essere in alcun modo interpretate come un giudizio sull'azione del Capo dello Stato, ma sulla gravità della situazione determinatasi in seguito al rinvio del disegno di legge alle Camere.
Precisa, quindi, che all'inizio della sua relazione ha voluto richiamare l'articolo 74, primo comma, della Costituzione, che pone come unica condizione che il messaggio di rinvio sia motivato. Si tratta, pertanto, di un atto discrezionale e perciò squisitamente politico: il Presidente, infatti, non opera un giudizio di costituzionalità, tanto che, se la Camera dovesse votare la legge nel medesimo testo, il Presidente dovrebbe necessariamente promulgarla. Sottolinea altresì che nella sua relazione non vi è stato in alcun modo il riconoscimento di presunti sbagli del relatore, del Governo o della maggioranza, ma si è evidenziata la scelta politica di recepire le osservazioni del Presidente della Repubblica in un clima di rispetto tra le istituzioni dello Stato. Questa scelta è stata maturata dal Governo poche ore dopo il ricevimento del messaggio da parte del Presidente Napolitano. Fa notare che la maggioranza, dunque, aderisce liberamente alla scelta di una nuova deliberazione, senza tuttavia rinunciare alla sua linea politica e alla finalità di rafforzare le forme di risoluzione stragiudiziale delle controversie di lavoro. Preannuncia, quindi, la presentazione di emendamenti relativi agli articoli sui quali sono stati espressi i rilievi nel messaggio presidenziale; l'oggetto delle osservazioni è, infatti, assolutamente chiaro, come le norme sulle quali viene richiesta una nuova deliberazione.
Assicura che terrà conto dei pareri che saranno espressi dalle Commissioni in sede consultiva, ricordando che la Commissione Giustizia della Camera, in seconda lettura del provvedimento, ha espresso un parere favorevole senza osservazioni né condizioni. Osserva che l'arbitrato, lungi dal rappresentare una lesione dei diritti del lavoratore, costituisce un'opportunità che egli può liberamente scegliere; giudica altresì inaccettabile una concezione fortemente conflittuale e patologica dei rapporti di lavoro, per cui solamente un «giudice togato» potrebbe rendere giustizia al lavoratore. Esprime, pertanto, fiducia nei confronti delle istituzioni che presidiano il diritto del lavoro, dai sindacati alla contrattazione collettiva, agli enti bilaterali. Ritiene, pertanto, preferibile indirizzare il lavoratore lungo un percorso presidiato dai sindacati e dalle garanzie già previste al comma 9 dell'articolo 31, senza dover necessariamente andare in giudizio.
Nel merito delle altre disposizioni, anche se non richiesto in modo esplicito nel messaggio presidenziale (che sembra prefigurare anche soluzioni alternative), preannuncia di essere orientato verso la presentazione di un emendamento soppressivo dell'articolo 20, mentre ritiene che debbano essere mantenute le disposizioni relative ai consulenti del lavoro, contenute nell'articolo 31.

Il sottosegretario Pasquale VIESPOLI fa presente che il Governo, nel prendere atto del rinvio alle Camere del provvedimento in esame, anche alla luce del dibattito e delle audizioni svolte in Commissione, conferma l'intenzione di concentrare l'attenzione su alcune disposizioni contenute nell'articolo 31: una più precisa definizione dell'ambito di operatività dell'arbitrato di equità; i limiti entro cui ammettere la possibilità per le parti di concordare il rinvio agli arbitri di futuri contenziosi all'atto dell'assunzione in funzione di una scelta libera e informata da parte del

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lavoratore; lo spazio di intervento sostitutivo del ministro del lavoro in caso di mancato accordo tra le parti sociali.
Ferma restando la disponibilità a valutare insieme alla Commissione le modalità migliori per dare seguito ai rilievi emersi nel messaggio, ribadisce l'auspicio che l'esame parlamentare possa essere rapido e circoscritto agli articoli oggetto di osservazioni da parte del Presidente della Repubblica.
Nel merito dei punti segnalati, ribadisce le osservazioni formulate dal ministro Sacconi in Assemblea, nella seduta del 31 marzo scorso, rimettendosi alle soluzioni che vorrà indicare il Parlamento con riferimento alle altre problematiche sollevate nel messaggio presidenziale, relative a disposizioni di origine parlamentare inserite nel provvedimento durante l'esame presso i due rami del Parlamento.

Silvano MOFFA, presidente, avverte che si passerà ora alla fase della votazione sulla proposta di limitare l'esame del provvedimento alle sole parti oggetto del messaggio del Presidente della Repubblica, che - secondo quanto prospettato dal relatore nel corso dell'esame preliminare - si intendono le seguenti: articolo 20, articolo 30, articolo 31, articolo 32, articolo 50.

Teresio DELFINO (UdC), nell'esprimere apprezzamento per gli interventi del relatore Cazzola e del sottosegretario Viespoli con riferimento ad una manifestata disponibilità al confronto, dichiara di tenere nella massima considerazione i rilievi espressi dal Capo dello Stato, in un atteggiamento di massimo rispetto dei diversi ruoli istituzionali. Si riserva, quindi, di valutare il contenuto degli emendamenti preannunciati dal relatore, auspicando l'approvazione di un provvedimento che offra un contributo positivo per superare la situazione che mette in gioco la competitività del sistema produttivo.
In considerazione di tali premesse, dichiara, quindi, il voto di astensione del suo gruppo sulla proposta di limitare l'esame del provvedimento alle sole parti oggetto del messaggio del Presidente della Repubblica.

Cesare DAMIANO (PD) fa notare preliminarmente che la replica del relatore è stata eccessiva sia nei toni che nei contenuti, dal momento che essa è stata tesa a fornire dell'opposizione un'immagine caricaturale e distorta, come se i gruppi di minoranza si fossero quasi «ingegnati» diabolicamente ad avversare le iniziative della maggioranza con spirito demagogico e senza alcuna valida motivazione di merito. Al contrario, ritiene che tale ricostruzione non renda onore al valido contributo offerto dal suo gruppo, che in ogni occasione di confronto in Commissione si è attenuto al merito specifico del provvedimento in esame, argomentando in modo logico e serio le proprie convinzioni di contrarietà. Fa notare, in proposito, che, se la maggioranza avesse seguito i consigli dei gruppi di opposizione, probabilmente si sarebbe evitato anche l'intervento del Presidente della Repubblica su un provvedimento - pendente presso le Camere da fin troppo tempo - che è apparso alle opposizioni da subito affetto da palesi vizi di costituzionalità e da un carattere eccessivamente eterogeneo. Quanto alle considerazioni di natura politica svolte dal relatore, relative ad una presunta scarsa sintonia tra i cittadini elettori e i partiti dell'opposizione, ritiene che esse abbiano un respiro limitato, dal momento che l'orientamento degli elettori - come hanno insegnato le tornate elettorali degli ultimi anni - è destinato a cambiare a seconda del tipo di azione (positiva o negativa) intrapresa dal Governo: si dichiara convinto che presto i lavoratori elettori si accorgeranno di quanto poco opera in loro favore l'Esecutivo in carica. Al riguardo, ricorda i recenti provvedimenti assunti dal Governo in materia di fattispecie contrattuali flessibili e di occupazione femminile, che da soli dimostrano in modo inequivocabile da che parte sta l'attuale maggioranza di centrodestra.
Quanto alla proposta di limitare la discussione alle parti che formano oggetto del messaggio del Presidente della Repubblica, si dichiara fermamente contrario, considerato che sussistono numerose altre norme del provvedimento - tra cui cita

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l'articolo 8 in tema di rappresentatività sindacale, suscettibile di dar luogo a gravi violazioni dei diritti dei lavoratori a livello territoriale - suscettibili di rilievi critici. Nel merito degli articoli su cui si è concentrata l'attenzione del Presidente della Repubblica, evidenzia l'esigenza di modificare radicalmente la parte relativa all'arbitrato, al fine di tutelare l'effettiva volontà del lavoratore, parte debole del rapporto, dichiarando altresì il proprio orientamento favorevole alla soppressione dell'articolo 20 in tema di risarcimento dei lavoratori marittimi esposti all'amianto.
In conclusione, preannuncia che il suo gruppo presenterà numerosi emendamenti che avranno ad oggetto l'intero testo di legge, con il proposito di rivederne l'impianto complessivo, che giudica pericoloso e lesivo delle prerogative dei lavoratori.

Giovanni PALADINI (IdV) giudica anzitutto singolari le interpretazioni fornite dal relatore nella sua replica, ritenendo altresì troppo forti e colorite le sue valutazioni nei confronti dell'opposizione. Giudica poi paradossale che il relatore rappresenti gli esponenti della maggioranza di Governo come i salvatori dei diritti fondamentali e i «paladini» delle istituzioni, quando è proprio il Capo dell'attuale Governo ad essere il primo a calpestare certi valori costituzionali e a non nutrire fiducia e rispetto nei confronti di taluni organi istituzionali. Nel rilevare le evidenti criticità del provvedimento in esame, in particolare nella parte relativa all'arbitrato e alla conversione dei contratti a termine, preannuncia che il suo gruppo presenterà emendamenti su numerosi aspetti del provvedimento, dichiarando altresì il suo voto contrario sulla proposta di limitazione della discussione.

Massimiliano FEDRIGA (LNP) si dichiara sorpreso della natura demagogica e pretestuosa degli interventi dei gruppi di opposizione, ai quali ricorda che sul provvedimento in questione si è già svolto un lungo iter parlamentare presso i due rami del Parlamento, che ha consentito a tutti i gruppi di svolgere adeguati approfondimenti di merito. Fatto salvo il «diritto-dovere» della maggioranza di seguire i propri indirizzi politici, ritiene che si tratti ora di dare seguito alle indicazioni del Presidente della Repubblica, traducendo in formule normative più chiare di quelle attualmente previste quanto era già contenuto in nuce nel testo di legge, limitando la discussione agli articoli menzionati dal Presidente Napolitano nel suo messaggio. Preannuncia, quindi, il voto favorevole del suo gruppo sulla proposta di limitazione dell'esame in precedenza formulata.

Antonino FOTI (PdL) fa notare che l'obiettivo della maggioranza e del Governo, come si evince dalle repliche del relatore e del Governo, è quello di rispondere adeguatamente alle sollecitazioni provenienti dal Presidente della Repubblica, predisponendo un testo di legge che sia in grado di alleggerire il contenzioso in materia di lavoro, che appare, allo stato, insostenibile, vista la durata media dei processi in corso. Auspicato, pertanto, che si abbandonino i toni di esagerata polemica sul provvedimento e si individuino le soluzioni più adeguate, preannuncia il voto favorevole del suo gruppo sulla proposta di limitazione dell'esame alle parti oggetto del messaggio presidenziale di rinvio alle Camere.

Silvano MOFFA, presidente, fa presente che, in aggiunta all'intervento del deputato Damiano, sono state formulate alla presidenza richieste di intervento anche da altri deputati del gruppo del Partito Democratico; avverte, pertanto, che - atteso che in ufficio di presidenza era stato chiarito che si sarebbe oggi svolto un solo intervento per gruppo sulla deliberazione relativa alla limitazione dell'esame, avente una natura chiaramente procedurale - concederà comunque la parola, in via eccezionale, a tali deputati a titolo personale, chiedendo loro di contenere gli interventi nell'ambito di un minuto.

Teresa BELLANOVA (PD), facendo notare ironicamente come - alla luce della precisazione testé resa dal presidente della

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Commissione - la sua richiesta di intervento debba in teoria intendersi in dissenso dal gruppo, ritiene che un'analisi realistica dell'andamento del dibattito odierno renda quasi apprezzabile lo sforzo compiuto in sede di replica dal relatore: quest'ultimo, infatti, lasciato solo dalla sua maggioranza e dal Governo per gran parte del dibattito parlamentare, è stato costretto ad abbandonare la veste di esperto professionista della materia, per indossare i panni del «propagandista», chiamato a tergiversare sul merito delle questioni nodali del provvedimento in questione.
Ritiene, peraltro, che nella replica si sia trascurato di affrontare importanti questioni riguardanti, ad esempio, l'articolo 50, in materia di rapporti di collaborazione coordinata e continuativa, o l'articolo 31, in materia di arbitrato e di tutela della parte debole del rapporto di lavoro, ignorando le sollecitazioni provenienti dagli stessi soggetti auditi nella giornata di ieri.

Silvano MOFFA, presidente, invita il deputato Bellanova al rispetto dei tempi di intervento.

Teresa BELLANOVA (PD) chiede di conoscere l'articolo del Regolamento che consentirebbe al presidente di fissare il termine di un minuto per gli interventi in Commissione.

Silvano MOFFA, presidente, richiama anzitutto l'articolo 45 del Regolamento, che prevede che in casi di votazioni procedurali come quella in corso è in facoltà del presidente - oltre che di dare la parola a un deputato per ciascun gruppo - anche di consentire eccezionalmente ulteriori interventi, determinandone le modalità; in tal senso, rileva che - come da prassi comunemente seguita - nel caso in questione ha stabilito di consentire gli interventi a titolo personale per non più di un minuto. Più in generale, ricorda che spetta al presidente della Commissione organizzare l'esame in sede referente e lo svolgimento dei relativi interventi, anche in relazione a deliberazioni procedurali quale quella corrente, sulla base di quanto convenuto nell'ambito dell'Ufficio di presidenza, integrato dai rappresentanti dei gruppi.

Teresa BELLANOVA (PD), pur giudicando pretestuosa e non lineare la motivazione che induce la presidenza ad assumere un atteggiamento restrittivo rispetto al dibattito in corso, ritiene di avere il diritto di concludere compiutamente il proprio ragionamento. Per tale motivo, ribadisce che il provvedimento in esame sembra partire dalla ferma decisione del Governo di mettere i lavoratori in una condizione di estrema debolezza rispetto al datore di lavoro, con ciò intraprendendo una strada profondamente sbagliata e foriera di gravi rischi per lo stesso futuro del Paese.

Luigi BOBBA (PD), nel prendere atto con favore che - contrariamente alle iniziali proposte formulate dal presidente in ufficio di presidenza, che intendevano limitare la discussione ai soli articoli 20 e 31, commi 5, 7 e 9 - si è infine deciso di includere tra le parti oggetto di esame del Parlamento tutti e cinque gli articoli menzionati nel messaggio del Presidente della Repubblica, osserva tuttavia che la premessa di tale messaggio pone anche una questione non irrilevante sotto il profilo della certezza del diritto e del coinvolgimento di tutti gli organismi parlamentari competenti. A tal fine, auspica che la maggioranza sappia recepire anche questa parte del messaggio presidenziale, facendosi carico delle problematiche esposte.

Maria Grazia GATTI (PD) ritiene fuori luogo dar vita in questa sede a dispute di carattere sociologico in ordine agli orientamenti di voto dei cittadini, giudicando molto più importante concentrare l'attenzione sul modo di legiferare caotico e scorretto dell'attuale Governo, che ha indotto il Presidente della Repubblica a rinviare il provvedimento alle Camere. Si dichiara poi sorpresa dal comportamento del presidente della Commissione, che richiama al rispetto dei tempi quegli stessi

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rappresentanti dell'opposizione che sono stati i soli capaci di assicurare, per gran parte dell'iter parlamentare, un contributo decisivo alla discussione del provvedimento, spesso supplendo all'assenza di gran parte della maggioranza.
Entrando poi nel merito della proposta di limitazione della discussione, esprime la propria contrarietà al riguardo, facendo presente che molti dei soggetti ascoltati nella seduta di ieri hanno segnalato l'esigenza di rivedere il provvedimento nel suo complesso, evidenziando ulteriori elementi di criticità su cui intervenire. Peraltro, nell'ambito di tali audizioni informali, si sono registrate posizioni diversificate in merito all'avviso comune raggiunto dalle parti sociali sull'applicazione del comma 9 dell'articolo 31, che pongono in evidenza la necessità di individuare soluzioni normative che fuoriescano da tale circoscritto ambito materiale. Infine, in merito alle dichiarazioni del relatore sul laconico parere espresso dalla II Commissione nelle precedenti fasi di esame parlamentare, ritiene che la responsabilità non sia certo imputabile ai gruppi di opposizione, che anche in quella sede hanno svolto con serietà il loro compito.
In conclusione, lamenta una evidente compressione dei tempi di esame del provvedimento, che determineranno una vera e propria «aberrazione» procedurale, atteso che i parlamentari della Commissione saranno costretti a presentare le proprie proposte emendative entro termini addirittura anteriori alla deliberazione dell'Assemblea sulla limitazione dell'esame del provvedimento, con il rischio di concentrare gli interventi su parti del testo che potrebbero essere escluse successivamente dalla discussione.

Giuseppe BERRETTA (PD) si dichiara stupito delle dichiarazioni rese dal relatore in sede di replica, che rivelano una visione del diritto del lavoro di natura prettamente privatistica - se è vero che esso viene equiparato al diritto commerciale - inidonea, in quanto tale, ad approntare i giusti strumenti normativi rispetto al difetto di potere negoziale che affligge il lavoratore al momento dell'instaurazione del rapporto di lavoro. Ritiene che, finché l'azione della maggioranza sarà improntata a tali principi, il rischio di andare oltre i confini fissati dalle norme costituzionali sarà sempre dietro l'angolo, ponendo in evidenza la necessità di un radicale cambiamento di rotta. Infine, fa presente che in caso di mancato adeguamento alle osservazioni del Presidente della Repubblica, la battaglia dell'opposizione su tali tematiche sarà dura e intransigente.

Elisabetta RAMPI (PD) osserva preliminarmente che il diritto del lavoro, diversamente da quanto sostenuto dal relatore, sia pure a titolo personale, non è una branca del diritto commerciale e che il lavoro è un valore fondativo della Repubblica. Ritiene che il rinvio alle Camere del provvedimento in esame dimostri chiaramente che esso necessita di un'integrale revisione e lamenta al riguardo la volontà della maggioranza di procedere celermente alla sua approvazione, limitando la discussione ai soli articoli segnalati nel messaggio presidenziale. Le audizioni delle parti sociali in Commissione hanno evidenziato, a suo avviso, che molte criticità sono ascrivibili al cattivo funzionamento della giustizia del lavoro. Se questo è il problema, sarebbe, a suo giudizio, più opportuno procedere a un riordino del sistema per una giustizia più vicina al cittadino. Esprime preoccupazione per la crescita delle disuguaglianze e della conflittualità all'interno della società civile e ritiene che il provvedimento in esame non fornisca risposte adeguate, soprattutto in termini di coesione sociale. Dichiara, quindi, il suo voto contrario sulla proposta di limitazione dell'esame del provvedimento.

Silvano MOFFA, presidente, fa presente che il prossimo intervento previsto sarà l'ultimo prima di procedere alla deliberazione di competenza della Commissione.

Ivano MIGLIOLI (PD), nel rilevare che sinora in Commissione gli unici deputati

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presenti sono stati tutti i deputati del gruppo del Partito Democratico, intende rimarcare come la replica del relatore rispetto al dibattito svolto abbia avuto una precisa natura, che definisce «stizzita», che inquadra le reali difficoltà nelle quali si trova la maggioranza di fronte al messaggio di rinvio del Presidente della Repubblica. Ritiene che tale dato sia la chiara dimostrazione di una mancanza assoluta di argomenti da opporre ai rilievi presidenziali, che può essere nascosta soltanto con attacchi diretti agli avversari politici e con il richiamo di non comprensibili principi in materia di diritto del lavoro.
Preannuncia, quindi, il suo voto contrario sulla proposta di limitazione dell'esame del provvedimento.

Silvano MOFFA, presidente, tenuto conto del dibattito svoltosi e di quanto stabilito nella riunione dell'ufficio di presidenza, integrato dai rappresentanti dei gruppi, dello scorso 8 aprile, propone di limitare l'esame del provvedimento alle sole parti oggetto del messaggio del Presidente della Repubblica, avvertendo che, qualora la proposta risultasse approvata, le parti oggetto del messaggio si intendono quelle in precedenza specificate.

La Commissione delibera, quindi, di limitare l'esame del provvedimento alle sole parti oggetto del messaggio del Presidente della Repubblica.

Silvano MOFFA, presidente, avverte che, alla luce della decisione testé adottata, che sarà altresì sottoposta all'Assemblea per il seguito della discussione, in Commissione saranno esaminati soltanto gli emendamenti riferiti alle parti oggetto del messaggio del Presidente della Repubblica, ricordando che il termine per la presentazione di emendamenti è fissato per le ore 16 di lunedì 19 aprile 2010.

Antonio BOCCUZZI (PD) intende stigmatizzare con forza la decisione della presidenza di non concedere la parola né a lui né al deputato Codurelli, che pure ne avevano fatto richiesta per tempo.

Silvano MOFFA, presidente, fa presente di avere chiaramente precisato che l'intervento del deputato Miglioli sarebbe stato l'ultimo prima di procedere alla deliberazione di competenza della Commissione.
Rinvia, quindi, il seguito dell'esame ad altra seduta.

Disposizioni concernenti la definizione della funzione pubblica internazionale e la tutela dei funzionari italiani dipendenti da organizzazioni internazionali.
C. 3241 Pianetta.

(Seguito dell'esame e rinvio).

La Commissione prosegue l'esame del provvedimento in titolo, rinviato nella seduta del 30 marzo 2010.

Silvano MOFFA, presidente e relatore, avverte che è stato presentato un unico emendamento riferito al progetto di legge in esame (vedi allegato 2). Con riferimento a tale proposta emendativa, di iniziativa dei deputati Bosi e Delfino, fa presente che essa prospetta l'opportunità di modificare il comma 4 dell'articolo 5, introducendo un limite massimo di cinque anni per la possibilità di aspettativa del coniuge del dipendente interessato da trasferimenti di sede. Al riguardo, fa notare che l'attuale formulazione del comma 4 fissa solo un termine minimo di durata dell'aspettativa (pari ad un anno) e sembrerebbe lasciare alla libertà negoziale tra le parti la determinazione della durata massima; segnala, peraltro, che il comma 2 del medesimo articolo 5 già fissa un termine massimo di cinque anni per l'aspettativa ai sensi del comma 1 del medesimo articolo, con ciò sembrando sufficiente a delimitare in linea generale l'ambito temporale dell'istituto.
Per le ragioni esposte, invita al ritiro dell'emendamento presentato, ritenendo peraltro preferibile inviare alle Commissioni competenti in sede consultiva il testo

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nella sua versione originaria, che risulta anche sostanzialmente concordata con i soggetti più direttamente interessati dal provvedimento, riservandosi di valutare eventuali modifiche solo alla luce dei pareri espressi.

Il sottosegretario Pasquale VIESPOLI esprime un orientamento conforme a quello del relatore.

Silvano MOFFA, presidente e relatore, constata l'assenza dei presentatori dell'emendamento Bosi 5.1; si intende che vi abbiano rinunciato.
Avverte pertanto che, essendosi così concluso l'esame degli emendamenti, il testo del provvedimento sarà trasmesso alle competenti Commissioni parlamentari per l'espressione del prescritto parere.
Rinvia, quindi, il seguito dell'esame ad altra seduta.

Misure straordinarie per il sostegno del reddito e per la tutela di determinate categorie di lavoratori.
Testo unificato C. 2100 Damiano, C. 2157 Miglioli, C. 2158 Miglioli, C. 2452 Bellanova, C. 2890 Letta, C. 3102 Donadi.

(Seguito dell'esame e conclusione).

La Commissione prosegue l'esame del provvedimento in titolo, rinviato nella seduta dell'8 aprile 2010.

Silvano MOFFA, presidente, comunica che la V Commissione - avendo ricevuto la relazione tecnica dal Governo sulla quantificazione degli oneri recati dal testo unificato in titolo - ha espresso il parere di competenza, che, pur essendo favorevole, contiene diverse condizioni finalizzate al rispetto dell'articolo 81, quarto comma, della Costituzione. Avverte, pertanto, che il relatore ha presentato propri emendamenti diretti a recepire il parere della V Commissione (vedi allegato 3).

Cesare DAMIANO (PD) ritiene utile che la presidenza conceda ai gruppi un, sia pur limitato, margine di tempo per esaminare gli emendamenti del relatore e il parere espresso dalla V Commissione.

Massimiliano FEDRIGA (LNP) propone - anche a causa di un impegno personale di natura istituzionale che richiederà una sua breve assenza dai lavori della Commissione - di sospendere la seduta, per procedere immediatamente alla discussione in sede legislativa della proposta di legge n. 2587, già iscritta al successivo punto all'ordine del giorno.

Silvano MOFFA, presidente, giudica opportuno sospendere la seduta, anche in modo da consentire ai gruppi di approfondire il contenuto degli emendamenti del relatore e procedere immediatamente allo svolgimento della prevista seduta in sede legislativa.

La Commissione conviene.

Silvano MOFFA, presidente, sospende, quindi, la seduta.

La seduta, sospesa alle 15.30, è ripresa alle 16.10.

Giuliano CAZZOLA (PdL), relatore, raccomanda l'approvazione dei suoi emendamenti, che doverosamente intendono recepire le indicazioni fornite dalla V Commissione per l'adeguamento alle prescrizioni dell'articolo 81, quarto comma, della Costituzione. Al riguardo, peraltro, ricorda di avere sempre vincolato la sopravvivenza degli articoli, oggi oggetto di una proposta soppressiva, alle valutazioni circa la copertura degli oneri finanziari: per tale ragione, ritiene che il testo risultante dagli emendamenti appena presentati costituisca comunque un risultato apprezzabile per la Commissione.

Il sottosegretario Pasquale VIESPOLI esprime parere favorevole sugli emendamenti del relatore.

Cesare DAMIANO (PD) lamenta che il Ministro del lavoro e delle politiche sociali, intervenuto immediatamente dopo l'approvazione

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del testo unificato in Commissione, con la sua posizione contraria abbia immediatamente vanificato lo sforzo compiuto in sede parlamentare dai gruppi di maggioranza e di opposizione per elaborare un testo che fosse ampiamente condiviso. Osserva che il parere della V Commissione (Bilancio), al fine di garantire il rispetto dell'articolo 81, quarto comma, della Costituzione, di fatto annulla due dei tre interventi indicati dall'opposizione, prevedendo la soppressione dell'articolo 1, volto all'istituzione di un fondo per la tutela del reddito dei lavoratori precari (e, in particolare, dei lavoratori dell'EUTELIA), e dell'articolo 3, che mirava ad un ampliamento della durata degli interventi di cassa integrazione ordinaria, quanto mai necessari in un periodo di crisi come quello attuale. Prende atto, peraltro, che rimangono, sia pure limitate al 2010, le disposizioni relative ai collaboratori a progetto.
Alla luce di tali considerazioni e pur ribadendo il forte disappunto del suo gruppo per quanto accaduto sin dall'inizio dell'esame del provvedimento, ritiene, tuttavia, opportuno procedere con la sua discussione in Assemblea secondo il calendario previsto, preannunziando sin d'ora la presentazione di proposte emendative che mirino a recuperare gli interventi che oggi andranno ad essere soppressi dalla Commissione.

Giuliano CAZZOLA (PdL), relatore, intervenendo per una precisazione, fa notare che dall'eventuale approvazione dei suoi emendamenti risulterà comunque un testo di legge caratterizzato da disposizioni importanti e significative, che intervengono a tutela di categorie di lavoratori in difficoltà, come i collaboratori in regime di monocommittenza, per i quali si recupera una interpretazione estensiva dell'articolo 2116 del codice civile (già contenuta in una proposta di legge presentata dai gruppi di opposizione), gli operai agricoli e il personale dipendente dalle imprese assicuratrici.

Giovanni PALADINI (IdV) ritiene che il provvedimento in esame, essendo molto complesso, debba essere oggetto di ulteriori approfondimenti, soprattutto alla luce del parere espresso dalla V Commissione. Fa presente peraltro che, qualora di decidesse di concluderne oggi l'esame in sede referente, il suo gruppo si riserva di presentare le proprie proposte emendative in Assemblea, al fine di condurre una legittima battaglia parlamentare a tutela degli interessi dei lavoratori.

La Commissione approva, con distinte votazioni, gli emendamenti 1.100 e 2.100 del relatore.

Ivano MIGLIOLI (PD), nel condividere le osservazioni svolte in precedenza dal deputato Damiano, sottolinea che il Comitato ristretto aveva elaborato un testo unificato che, sia pure distante dalle iniziali proposte di legge presentate dai deputati di opposizione, aveva trovato l'approvazione unanime della Commissione. Ciò nonostante, il ministro Sacconi ha espresso immediatamente la sua contrarietà rispetto al lavoro svolto in sede parlamentare, adducendo motivazioni di volta in volta diverse sul fatto che non vi sarebbe bisogno di misure di proroga della cassa integrazione o che non vi sarebbe la copertura finanziaria delle disposizioni in esame. Fa notare che, a quasi due mesi di distanza dalle dichiarazioni del Ministro del lavoro, è stata finalmente inviata la relazione tecnica ed è pervenuto il parere della V Commissione, in base alla quale il relatore ha dovuto presentare gli emendamenti in esame, che vanificano gran parte del lavoro svolto in sede parlamentare. Nel ritenere che tutto ciò rappresenti una grave offesa al ruolo del Parlamento, dichiara voto contrario sull'emendamento 3.100 del relatore.

Maria Grazia GATTI (PD) intende stigmatizzare il fatto che, ormai sempre più spesso, innumerevoli provvedimenti di iniziativa della Commissione finiscono per essere «sacrificati» a seguito del parere della V Commissione. Nel caso in esame, peraltro, rileva come vi fosse una effettiva urgenza degli interventi previsti, che erano

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stati affrontati con serietà e secondo un percorso condiviso, in quanto rispondevano ad esigenze immediate di determinate categorie di cittadini e lavoratori.
Atteso che il Governo ha oggi dichiarato, di fatto, di non avere i soldi necessari a questi interventi e ritiene di utilizzare i fondi esistenti per altre finalità, giudica necessario comprendere con chiarezza cosa stia succedendo in Parlamento in ordine ai diversi tentativi di individuare soluzioni ai problemi reali del Paese.

Teresa BELLANOVA (PD) ribadisce la richiesta di una nota informativa sulla situazione della cassa integrazione ordinaria e in deroga, sulla tipologia delle imprese che ne usufruiscono e sugli ammortizzatori sociali con i quali si interviene nelle singole regioni. Chiede altresì che il materiale venga fornito alla Commissione prima dell'inizio dell'esame del provvedimento in Assemblea.

Il sottosegretario Pasquale VIESPOLI assume l'impegno di fornire alla Commissione i dati testé richiesti.

La Commissione approva, quindi, l'emendamento 3.100 del relatore.

Silvano MOFFA, presidente, avverte che si procederà ora alla deliberazione sul conferimento del mandato al relatore a riferire in Assemblea: pertanto, la seduta per il seguito dell'esame del provvedimento, già fissata per domani, non avrà luogo.

La Commissione delibera di conferire al deputato Cazzola il mandato a riferire favorevolmente in Assemblea sul testo unificato delle proposte di legge in esame, come modificato nel corso dell'esame in sede referente. Delibera, altresì, di chiedere l'autorizzazione a riferire oralmente.

Silvano MOFFA, presidente, si riserva di designare i componenti del Comitato dei nove per l'esame in Assemblea, sulla base delle indicazioni dei gruppi.

La seduta termina alle 16.35.

SEDE LEGISLATIVA

Mercoledì 14 aprile 2010. - Presidenza del presidente Silvano MOFFA. - Interviene il sottosegretario di Stato per il lavoro e le politiche sociali, Pasquale Viespoli.

La seduta comincia alle 15.30.

Modifiche alla composizione dei comitati consultivi provinciali presso l'INAIL.
C. 2587 Stucchi.

(Discussione e approvazione).

La Commissione inizia la discussione della proposta di legge in titolo.

Silvano MOFFA, presidente, ricorda che, ai sensi dell'articolo 65, comma 2, del Regolamento, la pubblicità delle sedute per la discussione in sede legislativa è assicurata anche tramite impianti audiovisivi a circuito chiuso: ne dispone, pertanto, l'attivazione.
Avverte, quindi, che l'ufficio di presidenza, integrato dai rappresentanti dei gruppi, nella riunione di giovedì 8 aprile, ha definito l'organizzazione della discussione del provvedimento. Al riguardo, ricorda che la Commissione ha già esaminato in sede referente il progetto di legge n. 2587 e ha elaborato un nuovo testo, sul quale sono stati espressi i pareri da parte delle competenti Commissioni. Essendo stato, nel frattempo, richiesto il trasferimento di tale testo alla sede legislativa, ai sensi dell'articolo 92, comma 6, del Regolamento, ed essendosi verificati i necessari presupposti per dare seguito a questa richiesta, l'Assemblea ha deliberato, nella seduta di oggi, il predetto trasferimento di sede del provvedimento, che risulta ora assegnato in sede legislativa alla XI Commissione.
Dichiara, quindi, aperta la discussione sulle linee generali.

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Massimiliano FEDRIGA (LNP) si rimette alla relazione svolta in sede referente, segnalando l'opportunità di procedere ad un limitato intervento correttivo in sede di coordinamento formale del testo.

Il sottosegretario Pasquale VIESPOLI dichiara di condividere la relazione svolta dal relatore.

Silvano MOFFA, presidente, considerato che non vi sono richieste di intervento, dichiara chiusa la discussione sulle linee generali.
Avverte che, non essendovi obiezioni, il seguito della discussione in Commissione verterà sul nuovo testo della proposta di legge n. 2587, come risultante al termine dell'esame degli emendamenti in sede referente (vedi allegato 4). Propone, pertanto, di adottare tale nuovo testo come testo base per il seguito della discussione.

Non essendovi obiezioni, così rimane stabilito.

Silvano MOFFA, presidente, propone che - sulla base di quanto convenuto nell'ambito della riunione, in precedenza richiamata, dell'ufficio di presidenza integrato dai rappresentanti dei gruppi - il termine per la presentazione di emendamenti al provvedimento sia fissato alle ore 15.40.

La Commissione concorda.

Silvano MOFFA, presidente, sospende brevemente la seduta, per consentire il decorso del termine per la presentazione di eventuali emendamenti.

La seduta, sospesa alle 15.35, è ripresa alle 15.40.

Silvano MOFFA, presidente, avverte che non sono stati presentati emendamenti al nuovo testo della proposta di legge in titolo, adottato come testo base. Comunica, quindi, che - consistendo il progetto di legge in un unico articolo - si procederà, ai sensi dell'articolo 87, comma 5, del Regolamento, direttamente alla votazione finale.

Amalia SCHIRRU (PD) dichiara il voto favorevole del suo gruppo sul provvedimento in discussione.

Giovanni PALADINI (IdV) dichiara il voto favorevole del suo gruppo sul provvedimento in discussione.

Silvano MOFFA, presidente, dopo avere dato conto delle sostituzioni, avverte che la Presidenza si intende autorizzata al coordinamento formale del testo.

La Commissione approva, con votazione nominale finale, il nuovo testo della proposta di legge n. 2587, adottato come testo base.

La seduta termina alle 15.45.

N.B.: Il resoconto stenografico della seduta è pubblicato in un fascicolo a parte.