CAMERA DEI DEPUTATI
Giovedì 8 aprile 2010
306.
XVI LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Affari sociali (XII)
COMUNICATO
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INTERROGAZIONI A RISPOSTA IMMEDIATA

Giovedì 8 aprile 2010. - Presidenza del presidente Giuseppe PALUMBO. - Interviene il sottosegretario di Stato per la salute Eugenia Maria Roccella.

La seduta comincia alle 14.15.

Giuseppe PALUMBO, presidente, ricorda che, ai sensi dell'articolo 135-ter, comma 5, del regolamento, la pubblicità delle sedute per lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata è assicurata anche tramite la trasmissione attraverso l'impianto televisivo a circuito

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chiuso. Dispone, pertanto, l'attivazione del circuito.

5-02712 Rondini e Laura Molteni: Iniziative nei confronti dell'azienda produttrice affinché reintroduca sul mercato il farmaco «Minirin» in compresse.

Marco RONDINI (LNP) illustra l'interrogazione in titolo.

Il sottosegretario Eugenia Maria ROCCELLA risponde all'interrogazione in titolo nei termini riportati in allegato (vedi allegato 1).

Marco RONDINI (LNP), replicando, si dichiara parzialmente soddisfatto. Ritiene, infatti, che i farmaci generici indicati nella risposta del Governo possano effettivamente costituire la soluzione del problema sollevato nella sua interrogazione, sebbene appaia alquanto singolare che il medico curante della paziente citata nell'atto di sindacato non abbia individuato autonomamente tale soluzione. Reputa, invece, incongruo il richiamo ad altri farmaci da assumere per via sublinguale, perché non appaiono compatibili con il quadro clinico della paziente in questione.

5-02713 Livia Turco e Murer: Iniziative per garantire il diritto alla salute degli stranieri in attesa della firma del «contratto di soggiorno».

Delia MURER (PD) illustra l'interrogazione in titolo, di cui è cofirmataria.

Il sottosegretario Eugenia Maria ROCCELLA risponde all'interrogazione in titolo nei termini riportati in allegato (vedi allegato 2).

Delia MURER (PD), replicando, si dichiara insoddisfatta. Ricorda, infatti, come la situazione di straniero temporaneamente presente (STP) garantisca soltanto l'assistenza sanitaria in situazioni di emergenza, mentre preclude, ad esempio, l'assegnazione di un medico curante. Valuta, invece, positivamente le notizie relative alla copertura assicurativa dell'INAIL, contenute nella risposta del Governo, al quale formula un invito a procedere quanto più speditamente possibile nella regolarizzazione degli stranieri che ne hanno diritto. Rileva, infine, che la risposta del Governo non contiene elementi utili a chiarire le questioni sollevate nella sua interrogazione, con riferimento agli aspetti di competenza del Ministro del lavoro e delle politiche sociali.

Giuseppe PALUMBO, presidente, intervenendo per una precisazione di carattere procedurale, osserva che i profili richiamati da ultimo dalla collega Murer potranno essere oggetto di uno specifico atto di sindacato ispettivo rivolto al ministro competente.

5-02714 Di Virgilio e Barani: Interventi per migliorare l'assistenza ai pazienti affetti da SLA.

Domenico DI VIRGILIO (PdL) illustra l'interrogazione in titolo.

Il sottosegretario Eugenia Maria ROCCELLA risponde all'interrogazione in titolo nei termini riportati in allegato (vedi allegato 3).

Domenico DI VIRGILIO (PdL), replicando, si dichiara pienamente soddisfatto, auspicando che il Governo rispetti puntualmente gli impegni assunti nella sua risposta, con particolare riferimento all'istituzione di un registro dei pazienti affetti da sclerosi laterale amiotrofica.

Giuseppe PALUMBO, presidente, dichiara concluso lo svolgimento delle interrogazioni all'ordine del giorno.

La seduta termina alle 14.35.

SEDE CONSULTIVA

Giovedì 8 aprile 2010. - Presidenza del presidente Giuseppe PALUMBO. - Interviene il sottosegretario di Stato per la salute Eugenia Maria Roccella.

La seduta comincia alle 14.35.

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Disposizioni per l'adempimento di obblighi derivanti dall'appartenenza dell'Italia alle Comunità europee - Legge comunitaria 2009.
Emendamenti C. 2449/B Governo, approvato dalla Camera e modificato dal Senato.
(Parere alla XIV Commissione).
(Esame e conclusione - Parere su emendamenti).

La Commissione inizia l'esame del provvedimento in oggetto.

Giuseppe PALUMBO, presidente, avverte che la XIV Commissione ha trasmesso, per l'espressione del prescritto parere, gli emendamenti Palumbo 41.1 e Zaccaria 41.3, presentati direttamente presso tale Commissione, che investono gli ambiti di competenza della XII Commissione. In proposito, ricorda che al parere della Commissione è riconosciuta, in questa fase, una particolare efficacia vincolante. Nello specifico, segnala che, qualora la Commissione esprima parere favorevole su un emendamento, la XIV Commissione è tenuta ad adeguarsi al parere e potrà respingerlo solo per motivi attinenti alla compatibilità con la normativa comunitaria o per esigenze di coordinamento generale; qualora la Commissione esprima parere contrario, la XIV Commissione non potrà procedere oltre nell'esame dell'emendamento medesimo.

Benedetto Francesco FUCCI (PdL), relatore, formula una proposta di parere favorevole sull'emendamento Palumbo 41.1 e di parere contrario sull'emendamento Zaccaria 41.3.

Il sottosegretario Eugenia Maria ROCCELLA esprime parere conforme a quello del relatore.

Nessuno chiedendo di intervenire, la Commissione approva la proposta di parere formulata dal relatore in ordine agli emendamenti trasmessi dalla XIV Commissione.

La seduta termina alle 14.40.

SEDE REFERENTE

Giovedì 8 aprile 2010. - Presidenza del presidente Giuseppe PALUMBO. - Interviene il sottosegretario di Stato per la salute Eugenia Maria Roccella.

La seduta comincia alle 14.40.

Disposizioni in materia di alleanza terapeutica, di consenso informato e di dichiarazioni anticipate di trattamento.
C. 2350, testo base, approvato in un testo unificato dal Senato, C. 625 Binetti, C. 784 Rossa, C. 1280 Farina Coscioni, C. 1597 Binetti, C. 1606 Pollastrini, C. 1764-bis Cota, C. 1840 Della Vedova, C. 1876 Aniello Formisano, C. 1968-bis Saltamartini, C. 2038 Buttiglione, C. 2124 Di Virgilio e C. 2595 Palagiano.

(Seguito dell'esame e rinvio).

La Commissione prosegue l'esame del provvedimento, rinviato, da ultimo, nella seduta del 10 marzo 2010.

Giuseppe PALUMBO, presidente, avverte che è stato richiesto che la pubblicità dei lavori della seduta odierna sia assicurata anche attraverso l'attivazione dell'impianto audiovisivo a circuito chiuso. Non essendovi obiezioni, dispone l'attivazione del circuito.
Ricorda quindi che, nella seduta del 10 marzo scorso, è stata avanzata da parte di alcuni deputati della Commissione la richiesta di acquisire l'orientamento del Garante per la protezione dei dati personali e del Centro nazionale trapianti in merito all'emendamento Binetti 4.16. Comunica, al riguardo, che in data 17 marzo 2010 è pervenuto il parere del dottor Alessandro Nanni Costa, direttore generale del Centro nazionale trapianti, e, in data 1o aprile 2010, quello del professor Francesco Pizzetti, presidente dell'Autorità garante per la protezione dei dati personali. Tali documenti sono in distribuzione presso la Commissione.

Domenico DI VIRGILIO (PdL), relatore, anche alla luce dei pareri testé acquisiti, invita i presentatori a ritirare l'emendamento Binetti 4.16, ritenendo che l'opportunità

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di inserire un riferimento all'assistenza religiosa richiesta possa eventualmente essere valutata nel prosieguo dell'esame, in riferimento ad altri articoli del progetto di legge.

Antonio PALAGIANO (IdV) invita il relatore a valutare l'opportunità di proporre una riformulazione dell'emendamento Binetti 4.16, espungendone il riferimento alla donazione di organi.

Domenico DI VIRGILIO (PdL), relatore, ribadisce l'invito al ritiro testé formulato.

Paola BINETTI (UdC) ritira il suo emendamento 4.16.

Giuseppe PALUMBO, presidente, constata l'assenza del presentatore dell'emendamento Catanoso 4.4: s'intende vi abbia rinunciato. Constata, altresì, l'assenza dei presentatori dell'emendamento Mazzarella 4.1.

Livia TURCO (PD) dichiara di fare proprio l'emendamento Mazzarella 4.1.

La Commissione, con distinte votazioni, respinge l'emendamento Mazzarella 4.1, fatto proprio dall'onorevole Livia Turco, e l'emendamento Palagiano 4.8.

Maria Antonietta FARINA COSCIONI (PD), auspicando l'approvazione dell'emendamento Livia Turco 4.17, invita la presidenza ad adoperarsi affinché il Governo assicuri la partecipazione di un rappresentante del Ministero del lavoro e delle politiche sociali all'esame del progetto di legge in titolo, stante che il decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 18 dicembre 2009 ha affidato a tale ministero il coordinamento delle attività in materia di bioetica e di non autosufficienza.

Giuseppe PALUMBO, presidente, ricorda che spetta al Governo decidere quale ministro, viceministro o sottosegretario debba seguire, in Commissione, l'esame di un progetto di legge.

Il sottosegretario Eugenia Maria ROCCELLA fa presente di essere stata delegata dal Governo a seguire l'esame del progetto di legge in titolo, fermo restando che il coordinamento generale in materia è affidato al Ministero del lavoro e delle politiche sociali.

La Commissione respinge emendamento Livia Turco 4.17.

Anna Margherita MIOTTO (PD) chiede di conoscere le ragioni della contrarietà del relatore all'emendamento Livia Turco 4.19.

Domenico DI VIRGILIO (PdL), relatore, chiarisce che l'emendamento in esame non innova significativamente quanto già previsto dall'articolo 4, comma 5.

La Commissione respinge l'emendamento Livia Turco 4.19.

Antonio PALAGIANO (IdV) illustra il suo emendamento 4.9, volto, al pari dell'emendamento Della Vedova 4.2, a sopprimere l'articolo 4, comma 6. Ritiene, infatti, che tale disposizione vanifichi l'intera proposta di legge in esame, stabilendo che la dichiarazione anticipata di trattamento non si applichi proprio nelle situazioni in cui maggiormente sarebbe utile poterne tener conto.

La Commissione respinge gli identici emendamenti Della Vedova 4.2 e Palagiano 4.9.

Giuseppe PALUMBO, presidente, constata l'assenza dei presentatori dell'emendamento Calgaro 4.6.

Paola BINETTI (UdC) dichiara di fare proprio l'emendamento Calgaro 4.6.

La Commissione respinge l'emendamento Calgaro 4.6, fatto proprio dall'onorevole Binetti.

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Livia TURCO (PD) chiede al relatore di chiarire le ragioni della contrarietà al suo emendamento 4.20.

Domenico DI VIRGILIO (PdL), relatore, chiarisce che, a suo avviso, l'emendamento in esame limita eccessivamente l'autonomia del medico nel valutare le situazioni di urgenza o di pericolo di vita imminente.

La Commissione respinge l'emendamento Livia Turco 4.20.

Livia TURCO (PD) chiede al relatore di chiarire le ragioni della contrarietà anche al suo emendamento 4.21.

Domenico DI VIRGILIO (PdL), relatore, ritiene che la disciplina della raccolta delle dichiarazioni anticipate di trattamento e delle modalità di accesso alle stesse debba essere recata dall'articolo 9.

La Commissione respinge l'emendamento Livia Turco 4.21.

Domenico DI VIRGILIO (PdL), relatore, invita i presentatori a ritirare l'articolo aggiuntivo Livia Turco 4.01, nonché l'emendamento Livia Turco 1.58, precedentemente accantonato, ritenendo che la problematica in essi affrontata debba trovare considerazione nell'ambito dell'esame dell'articolo 9.

Livia TURCO (PD), accogliendo l'invito del relatore, ritira il suo articolo aggiuntivo 4.01, nonché l'emendamento 1.58, precedentemente accantonato. Illustra, quindi, il suo articolo aggiuntivo 4.02, che opera un giusto bilanciamento di valori tra l'autonomia del medico e quella del paziente, auspicandone, pertanto, l'approvazione.

La Commissione respinge l'articolo aggiuntivo Livia Turco 4.02. Passa, quindi, all'esame delle proposte emendative riferite all'articolo 5.

Domenico DI VIRGILIO (PdL), relatore, annuncia la presentazione dell'emendamento 5.100, interamente sostitutivo dell'articolo 5 (vedi allegato 4). Invita, pertanto, i presentatori a ritirare tutti gli emendamenti riferiti a tale articolo, riservandosi di esprimere il proprio parere sugli articoli aggiuntivi ad esso riferiti.

Paola BINETTI (UdC), anche in considerazione di quanto previsto dall'emendamento 5.100 del relatore, auspica che, nel più breve tempo possibile, la Commissione riprenda l'esame delle proposte di legge in materia di assistenza ai pazienti cerebrolesi.

Giuseppe PALUMBO, presidente, dichiara che la presidenza si farà carico dell'opportuna sollecitazione della collega Binetti, che giudica pienamente condivisibile.

Laura MOLTENI (LNP) ritiene che il comma 2 dell'articolo 5, come sostituito dall'emendamento 5.100 del relatore, debba essere oggetto di particolare riflessione, al fine di evitare che in futuro possa essere oggetto di un'eventuale impugnazione da parte delle regioni.

Il sottosegretario Eugenia Maria ROCCELLA osserva che l'emendamento 5.100 del relatore, precedendo l'intesa in sede di Conferenza Stato-regioni, appare molto rispettoso delle competenze regionali in materia.

Livia TURCO (PD), sottolineando l'estrema delicatezza e importanza dell'articolo 5, invita il presidente a valutare l'opportunità di rinviare il seguito dell'esame, al fine di consentire ai membri della Commissione di approfondire l'emendamento interamente sostitutivo testé presentato dal relatore.

Giuseppe PALUMBO, presidente, propone, anche al fine di consentire l'approfondimento auspicato dalla collega Livia Turco, di fissare alle ore 12 di lunedì 12 aprile 2010 il termine per la presentazione di subemendamenti all'emendamento 5.100 del relatore.

La Commissione concorda.

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Giuseppe PALUMBO, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia quindi il seguito dell'esame ad altra seduta.

Disposizioni in materia di assistenza in favore delle persone affette da disabilità grave prive del sostegno familiare.
C. 2024 Livia Turco.

(Seguito dell'esame e rinvio).

La Commissione prosegue l'esame del provvedimento, rinviato nella seduta del 30 marzo 2010.

Lucio BARANI (PdL) preannuncia l'imminente presentazione di un progetto di legge in materia da parte di deputati appartenenti al suo gruppo.

Luciana PEDOTO (PD) osserva che il problema del cosiddetto «dopo di noi», di cui si fa carico la proposta di legge in esame, riveste particolare importanza per il suo gruppo. Le esigenze delle persone disabili e delle loro famiglie, infatti, non hanno sin qui trovato risposta adeguata in termini di supporto e assistenza. In questa materia, come pure, in generale, in materia di soggetti non autosufficienti, le politiche sociali dovrebbero essere ispirate alla centralità della persona e perseguire l'obiettivo di eliminare o almeno ridurre le disuguaglianze tra le diverse aree del Paese. Naturalmente, gli interventi in materia dovranno avvenire nell'ambito delle vigenti disposizioni in materia di livelli essenziali di assistenza e nel rispetto della struttura della rete integrata dei servizi socio-sanitari, nonché del principio di sussidiarietà. Apprezzando, infine, la condivisione espressa nella precedente seduta dal collega Di Virgilio, auspica che il Governo non faccia mancare il proprio indispensabile supporto a tale proposta di legge.

Giuseppe PALUMBO, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.

Disposizioni in materia di assistenza psichiatrica.
C. 919 Marinello, C. 1423 Guzzanti, C. 1984 Barbieri, C. 2065 Ciccioli, C. 2831 Jannone, C. 2927 Picchi e Carlucci e C 3038 Garagnani.

(Seguito dell'esame e rinvio).

La Commissione prosegue l'esame del provvedimento, rinviato, da ultimo, nella seduta del 24 febbraio 2010.

Carlo CICCIOLI (PdL), relatore, intervenendo sull'ordine dei lavori, invita la presidenza a garantire tempi certi per la conclusione dell'esame preliminare.

Giuseppe PALUMBO, presidente, propone di stabilire che le richieste di intervento nel corso dell'esame preliminare debbano pervenire, al più tardi, nel corso della prossima seduta.

La Commissione concorda.

Maria Antonietta FARINA COSCIONI (PD) ricorda che il 13 maggio 1978 entrò in vigore la legge n. 180, successivamente recepita integralmente nel testo della legge n. 833 del 1978, istitutiva del Servizio Sanitario Nazionale. I punti essenziali della legge n. 180 del 1978 sono: abolizione degli ospedali psichiatrici; divieto di costruirne di nuovi, pubblici o privati; divieto di ricoverare pazienti in quelli ancora esistenti; istituzione dei Dipartimenti di salute mentale per attuare interventi preventivi, curativi e riabilitativi sul territorio; definizione di una precisa procedura per attuare i ricoveri psichiatrici: tutti i ricoveri sono volontari ad eccezione di quelli che richiedono un accertamento sanitario obbligatorio (ASO) e un trattamento sanitario obbligatorio (TSO). La legge n. 180 del 1978 è una legge-quadro, che fissa dei principi, ma non detta le norme attuative su come organizzare un Dipartimento di salute mentale (compito demandato alle Regioni), se non per la procedura dei trattamenti sanitari obbligatori. Non ha una copertura finanziaria e non definisce le sanzioni per la mancata attuazione. Tutto ciò ha fatto sì che l'organizzazione

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dei servizi psichiatrici sul territorio sia avvenuta a partire dagli anni Ottanta in maniera disomogenea, sia dal punto di vista qualitativo che quantitativo. Per porre un rimedio a questo stato di cose, nel 1994 è stato approvato, con decreto del Presidente della Repubblica, il» Progetto Obiettivo - Tutela della salute mentale 1994/96» (poi rinnovato nei bienni successivi, con alcuni cambiamenti relativi alle principali criticità), in cui per la prima volta si definisce cosa sia un Dipartimento di salute mentale, quali siano i criteri organizzativi, le funzioni assistenziali, le linee di attività terapeutica, gli standard di personale. Ancora una volta, tuttavia, non si tratta di una legge vincolante, ma di indirizzo. La lotta radicale ai processi di istituzionalizzazione è stata un indiscutibile merito alla legge n. 180 del 1978, che ha consentito di superare il modello manicomiale e gettare le premesse per una psichiatria di comunità.
A fronte di ciò è tuttavia necessario evidenziare, a distanza di quasi trenta anni, gli elementi di criticità, facendo bene attenzione a non farsi fuorviare in questa analisi da pregiudizi ideologici che si possono facilmente riscontrare tanto nei fautori acritici della legge n. 180 del 1978, quanto nei suoi acritici avversari.
Osserva, poi, che la posizione più corretta è, a suo avviso, quella che, muovendo dai principi della legge n. 180 del 1978, la integra e, in parte, la supera. Del resto, è necessario liberare la psichiatria dalle sue storiche spinte totalizzanti ed adottare un atteggiamento pragmatico. Nessuna legge può prevedere tutte le risposte possibili per una disciplina i cui disturbi si modificano (e spesso compaiono) in risposta alle mutate condizioni culturali, sociali ed economiche, con dimensioni davvero impressionanti. Basti pensare che il 25-30 per cento della popolazione presenterà nel corso della vita almeno un problema di salute mentale (10-15 per cento disturbi gravi, 15-20 per cento varie condizioni di disagio, spesso comunque invalidanti). Nessun Dipartimento di salute mentale potrebbe affrontare in maniera appropriata questo complesso fenomeno con le sue sole forze, senza l'adeguata cooperazione delle altre agenzie sanitarie e delle risorse culturali e sociali della comunità.
Fa presente quindi, in estrema sintesi, che le principali criticità sono di ordine quantitativo e qualitativo. Le criticità di ordine quantitativo sono: attuazione della riforma «a macchia di leopardo», con maggiore carenza al Sud rispetto alle regioni del Nord; carenza di posti letto per l'emergenza; carenza di personale; carenza di strutture residenziali socio-sanitarie per i pazienti lungodegenti privi di risorse, di contesti familiari e di abitazioni. Le criticità qualitative riguardano la mancanza di strategie per i pazienti gravi non collaborativi e che non aderiscono alle cure. Troppo spesso, se il paziente non si reca presso un Centro di salute mentale, nessuno andrà da lui. Si creano dunque condizioni di oggettivo abbandono, con un peso insopportabile per le famiglie. In questo campo è necessario implementare delle strategie di assertive outreach (presa in carico attiva e assertiva), secondo le esperienze della psichiatria anglosassone che prevedono forme di intervento domiciliare intensivo e alternativo al ricovero; mancanza di reali programmi di prevenzione per disturbi psichiatrici (individuazione precoce e trattamento intensivo ed appropriato degli stati mentali ad alto rischio); insufficiente sviluppo dei servizi territoriali di neuropsichiatria infantile e adolescenziale; mancanza di continuità terapeutica con i servizi per adulti; mancanza di una adeguata definizione di percorsi terapeutici differenziati per specifici disturbi (disturbi dell'umore, disturbi di personalità, disturbi alimentari e simili), fondati sulla evidence based medicine; insufficiente definizione dell'integrazione socio-sanitaria e dei relativi interventi; necessità di promuovere un maggiore coinvolgimento delle associazioni dei pazienti e delle associazioni dei familiari nella progettazione e nel miglioramento della qualità dei servizi; necessità di potenziare il modello di «impresa sociale» per favorire l'inserimento lavorativo; scarso collegamento con i servizi per le tossicodipendenze

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(per i casi con «doppia diagnosi», cioè disturbi psichiatrici associati ad abuso di sostanze); mancanza di adeguate risposte psicoterapeutiche per i pazienti nevrotici (che costituiscono il 50 per cento di tutta l'utenza); mantenimento degli ospedali psichiatrici giudiziari; grave ritardo nella individuazione di modelli organizzativi alternativi e mancanza di un sistema di monitoraggio ed informativo, da cui muovere per una migliore distribuzione ed utilizzazione delle risorse.
Rileva, infine, che non va trascurato il problema della salute mentale nelle carceri, che producono disturbi mentali (un indicatore a titolo di esempio: un suicidio all'anno ogni mille detenuti, dunque circa 55 suicidi all'anno) e che accolgono di fatto pazienti psichiatrici (circa il 10 per cento della popolazione carceraria) e tossicodipendenti (il 30 per cento della popolazione carceraria) non intercettati dai servizi, alimentando il circuito degli ospedali psichiatrici giudiziari (OPG). Alla luce, poi, della riforma introdotta dal decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 1o aprile 2008, riguardante il transito della medicina penitenziaria dal Ministero della giustizia a quello della salute, le gravi carenze che caratterizzano gli OPG sono numerose: nel territorio non vi sono strutture, con un certo grado di contenimento, in grado di fornire assistenza, cura e riabilitazione ai pazienti psichiatrici autori di reati; questo è il motivo per cui non si riesce a dimettere i pazienti dagli OPG anche quando la pericolosità è attenuata o addirittura cessata (molti pazienti che vengono dimessi in prova in strutture comunitarie psichiatriche si vedono offerte meno possibilità di recupero che in alcuni OPG); il secondo punto è, dunque, che le strutture del territorio devono offrire continuità terapeutica, ma di grado più avanzato di quanto possa offrire anche un valido OPG, che, seppure esclusivamente sanitario, è comunque una struttura totalizzante; il territorio non è evidentemente in grado di tutelare la salute mentale di questi pazienti (i pazienti che entrano in OPG sono per il 61 per cento conosciuti dai servizi psichiatrici territoriali, da molti anni); i pazienti psichiatrici, in generale, delinquono meno dei soggetti sani. Quando si parla di OPG o di strutture ad adeguato contenimento ci si rivolge ad una minima parte della popolazione psichiatrica, che però è effettivamente grave sia per la malattia sia per il potenziale potere distruttivo (a livello penale) nel passaggio all'acting-out. Dunque, è verso costoro che deve esserci la possibilità di un trattamento obbligatorio più adeguato alla reale gravità della malattia e la disponibilità di strutture intermedie più «contenitive», per permettere un graduale avvicinamento al territorio e, se possibile, alla famiglia.
In conclusione, osserva che la famiglia è stata, spesso, lasciata sola ad affrontare situazioni difficili e complesse, con la conseguenza che già dal 2005 gli omicidi in famiglia (la maggior parte legati al disagio psichiatrico di un componente della famiglia) hanno superato quelli della criminalità organizzata: si tratta di un fenomeno è stato registrato in aumento dal 2006, con un incremento del 12 per cento rispetto al 2005.

Giuseppe PALUMBO, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia quindi il seguito dell'esame ad altra seduta.

La seduta termina alle 15.45.

COMITATO RISTRETTO

Giovedì 8 aprile 2010.

Disposizioni sulle associazioni di tutela delle persone disabili.
C. 1732 Porcu e C. 3224 Pedoto.

Il Comitato ristretto si è riunito dalle 15.45 alle 15.50.

UFFICIO DI PRESIDENZA INTEGRATO DAI RAPPRESENTANTI DEI GRUPPI

L'ufficio di presidenza si è riunito dalle 15.50 alle 16.