CAMERA DEI DEPUTATI
Martedì 16 marzo 2010
298.
XVI LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Lavoro pubblico e privato (XI)
COMUNICATO
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COMITATO RISTRETTO

Martedì 16 marzo 2010.

Disposizioni per la tutela dei lavoratori dello spettacolo, dell'intrattenimento e dello svago.
Testo unificato C. 762 Bellanova, C. 1550 Ceccacci Rubino, C. 2112 Borghesi, C. 2654 Delfino.

Il comitato ristretto si è riunito dalle 10.20 alle 10.50.

INDAGINE CONOSCITIVA

Martedì 16 marzo 2010. - Presidenza del presidente Silvano MOFFA.

La seduta comincia alle 13.40.

Indagine conoscitiva su taluni fenomeni distorsivi del mercato del lavoro (lavoro nero, caporalato e sfruttamento della manodopera straniera).
(Deliberazione di una proroga del termine).

Silvano MOFFA, presidente, avverte che è stata acquisita l'intesa con il Presidente della Camera, ai sensi dell'articolo 144 del Regolamento, ai fini di una proroga, fino al 15 giugno 2010, del termine per la conclusione dell'indagine conoscitiva su taluni fenomeni distorsivi del mercato del lavoro (lavoro nero, caporalato e sfruttamento della manodopera straniera), secondo quanto concordato nella riunione dell'Ufficio di presidenza, integrato dai rappresentanti dei gruppi, del 10 marzo 2010.

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Propone, quindi, di approvare la proroga del termine dell'indagine conoscitiva testè richiamata.

La Commissione approva la proposta del Presidente.

Sui lavori della Commissione.

Silvano MOFFA, presidente, avverte che la seduta antimeridiana della Commissione prevista per domani, già convocata per le ore 9, sarà differita alle ore 9.20, mentre resterà invariato - ove compatibile con l'andamento dei lavori dell'Assemblea - l'orario di inizio dei lavori pomeridiani, fissato alle ore 14.15.

La Commissione prende atto.

La seduta termina alle 13.45.

SEDE REFERENTE

Martedì 16 marzo 2010. - Presidenza del presidente Silvano MOFFA. - Intervengono il sottosegretario di Stato per gli affari esteri, Stefania Gabriella Anastasia Craxi, e il sottosegretario di Stato per il lavoro e le politiche sociali, Pasquale Viespoli.

La seduta comincia alle 13.45.

Disposizioni concernenti la definizione della funzione pubblica internazionale e la tutela dei funzionari italiani dipendenti da organizzazioni internazionali.
C. 3241 Pianetta.

(Esame e rinvio).

La Commissione inizia l'esame del provvedimento in titolo.

Silvano MOFFA, presidente relatore, rileva che la proposta di legge in esame detta una disciplina organica in favore dei funzionari italiani che prestano servizio presso le organizzazioni internazionali alle quali l'Italia aderisce, rispondendo alle forti aspettative nutrite da tali figure professionali, in attesa da anni di un intervento normativo che definisca in modo completo il loro status giuridico nei confronti dello Stato italiano. Fa notare che la proposta di legge interviene, dunque, a colmare una vistosa lacuna normativa, completando quel percorso di riconoscimento giuridico dei funzionari italiani operanti presso le organizzazioni internazionali iniziato con l'approvazione della legge 15 luglio 2002, n. 145, recante «Disposizioni per il riordino della dirigenza statale e per favorire lo scambio di esperienze e l'interazione tra pubblico e privato», la quale, tuttavia, si era limitata a prevedere talune circoscritte forme di intervento in materia.
Passando ad esaminare il contenuto della proposta in esame, osserva che l'articolo 1, comma 1, nel promuovere l'accesso alla funzione pubblica internazionale, riconosce il ruolo svolto dai funzionari italiani che prestano servizio presso le organizzazioni internazionali alle quali l'Italia aderisce, mentre il comma 2 definisce - per le finalità del provvedimento - «funzionari internazionali» i cittadini italiani che svolgono funzioni professionali o direttive con rapporto di lavoro dipendente presso una organizzazione internazionale.
Segnala poi l'articolo 2, che istituisce l'elenco dei funzionari internazionali (comprendente una sezione speciale dedicata a talune categorie di dipendenti in servizio presso determinate amministrazioni pubbliche) di cittadinanza italiana presso il Ministero degli affari esteri (comma 1), al quale sono iscritti - dietro presentazione di apposita domanda da parte del funzionario internazionale interessato (comma 3) - i funzionari internazionali che svolgono o che hanno svolto funzioni professionali o direttive con rapporto di lavoro dipendente presso organizzazioni internazionali per almeno due anni continuativi ovvero per almeno tre anni non continuativi (comma 2).
Fa presente che al Ministero degli affari esteri sono demandati la tenuta e

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l'aggiornamento dell'elenco, il controllo del quale, con cadenza almeno annuale, è conferito ad una apposita commissione interministeriale, istituita presso il medesimo Ministero (come previsto dal comma 5, volto disciplinare anche la composizione di tale commissione), che provvede a pubblicizzare e a dare il più ampio risalto possibile all'elenco, sia presso le amministrazioni pubbliche sia presso le imprese private, allo scopo di facilitare la mobilità da e verso le organizzazioni internazionali (comma 6). Infine, rileva che il comma 7 dispone che, con regolamento da adottare ai sensi dell'articolo 17, comma 1, della legge n. 400 del 1988, su proposta del Ministro degli affari esteri, entro tre mesi dalla data di entrata in vigore della proposta di legge in esame, siano disciplinate le modalità di iscrizione e di cancellazione dall'elenco e le modalità di costituzione e di funzionamento della commissione interministeriale di controllo in precedenza richiamata.
Sottolinea poi l'articolo 3, che, al comma 1, prevede che lo Stato favorisca la formazione mirata all'ottenimento delle professionalità necessarie per l'accesso alle organizzazioni internazionali, mentre il successivo comma 2 riconosce le attività di promozione e diffusione delle iniziative di formazione attuate ai sensi del precedente comma da parte del Ministero degli affari esteri. Fa notare che l'articolo 4 prevede il riconoscimento della qualifica di funzionario internazionale quale titolo valutabile per i concorsi pubblici per la copertura di posti vacanti, commisurato agli anni di servizio effettivo prestato nelle organizzazioni internazionali, in base a criteri da stabilire con lo stesso regolamento disciplinante le modalità di iscrizione e di cancellazione dall'elenco e le modalità di costituzione e di funzionamento della commissione interministeriale di controllo.
Evidenzia poi l'articolo 5, che, al comma 1, prevede la facoltà, per i dipendenti delle amministrazioni pubbliche - i cui coniugi prestano servizio all'estero in qualità di funzionario internazionale ai sensi della presente legge - di richiedere il collocamento in aspettativa, nel caso in cui l'amministrazione non ritenga di poterlo destinare a prestare servizio nella stessa località in cui si trovi il coniuge, o qualora non sussistano i presupposti per il suo trasferimento nella medesima località; tale aspettativa, ai sensi del successivo comma 2, ha una durata massima di cinque anni. Rileva che il comma 3 disciplina l'aspettativa concernente i lavoratori privati: in particolare, si prevede l'obbligo, per il datore di lavoro del dipendente di un'impresa privata il cui coniuge presti servizio all'estero in qualità di funzionario internazionale, di concedere al lavoratore, su richiesta dello stesso, il collocamento in aspettativa, con mantenimento del posto di lavoro, senza diritto al trattamento economico; ai sensi del successivo comma 4, l'aspettativa concessa ai dipendenti privati ha una durata minima di un anno.
Mette, infine, in evidenza che il successivo comma 5 dispone l'applicabilità delle disposizioni di cui alla legge n. 11 febbraio 1980, n. 26, recante norme relative al collocamento in aspettativa dei dipendenti dello Stato il cui coniuge, anche esso dipendente dello Stato, sia chiamato a prestare servizio all'estero, per quanto non espressamente previsto dall'articolo in esame. In particolare, osserva che gli articoli 2 e 3 della richiamata legge n. 26 del 1980 hanno stabilito che l'aspettativa concessa al coniuge dipendente dello Stato non è remunerata e che può essere revocata in qualunque momento per ragioni di servizio o se il dipendente in aspettativa non risiede effettivamente all'estero; il tempo trascorso in aspettativa, inoltre, non viene calcolato ai fini della progressione di carriera, né per l'attribuzione degli aumenti periodici di stipendio e nemmeno ai fini del trattamento di quiescenza e previdenza.
In conclusione, nell'auspicare per il prosieguo dell'esame una proficua e approfondita interlocuzione tra i gruppi, dichiara sin d'ora la più ampia disponibilità a valutare gli spunti che emergeranno dal dibattito, laddove siano tendenti ad approfondire le tematiche in oggetto e a migliorare l'efficacia delle misure previste dal provvedimento.

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Il sottosegretario Stefania Gabriella Anastasia CRAXI esprime la soddisfazione del Governo per la rapida calendarizzazione della proposta di legge in esame e per il suo sollecito avvio in Commissione. Nel ritenere quanto mai opportuna l'iniziativa legislativa del deputato Pianetta, che ringrazia per avere voluto portare l'argomento in questione all'attenzione del Parlamento, osserva che il provvedimento mira, tra l'altro, a promuovere la qualità e la quantità dei funzionari italiani nelle organizzazioni internazionali, con ciò aiutando anche l'Italia a mantenere elevata ed efficiente la propria presenza in quelle sedi. Assicura, pertanto, la fattiva collaborazione del suo dicastero nel prosieguo dell'iter del progetto di legge in esame.

Alessia Maria MOSCA (PD), nel riservarsi di illustrare compiutamente le valutazioni del suo gruppo sul progetto di legge in esame in occasione di una prossima seduta, preannuncia sin d'ora che - poiché esso interviene su un tema di estremo interesse - vi è l'intenzione di fornire un contributo costruttivo e propositivo nel seguito dell'iter parlamentare. Auspica, pertanto, lo svolgimento di un dibattito aperto e approfondito da parte della Commissione.

Lucia CODURELLI (PD) coglie l'occasione dell'inizio dell'esame del provvedimento in titolo, per sollecitare anche l'avvio dell'iter parlamentare delle numerose proposte di legge recanti norme in favore del personale a contratto in servizio presso le rappresentanze italiane all'estero, sulle quali fa notare che si è, peraltro, raggiunto un accordo informale tra i diversi presentatori, appartenenti a tutti i gruppi, in vista di una possibile unificazione dei testi. Auspica, in particolare, che la maggioranza e il Governo non vogliano attribuire una corsia preferenziale soltanto a determinate proposte normative, ignorando altre di pari importanza, che risultano fortemente sentite dai lavoratori italiani all'estero.

Silvano MOFFA, presidente, assicura che il prossimo programma trimestrale dei lavori della Commissione, che sarà sottoposto domani all'attenzione dell'Ufficio di presidenza integrato dai rappresentanti dei gruppi, contemplerà anche l'avvio dell'esame dei progetti di legge testé segnalati, tra i quali è incluso, peraltro, quello presentato dal deputato Di Biagio, che già ha indicato alla presidenza l'esigenza di una sua sollecita calendarizzazione.
Nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia quindi il seguito dell'esame ad altra seduta.

Misure straordinarie per il sostegno del reddito e per la tutela di determinate categorie di lavoratori.
Testo unificato C. 2100 Damiano, C. 2157 Miglioli, C. 2158 Miglioli, C. 2452 Bellanova, C. 2890 Letta, C. 3102 Donadi.

(Seguito dell'esame e rinvio).

La Commissione prosegue l'esame del provvedimento in titolo, rinviato nella seduta dell'11 marzo 2010.

Silvano MOFFA, presidente, comunica che nell'odierna seduta della V Commissione (Bilancio), convocata per il seguito dell'esame in sede consultiva del testo unificato dei progetti di legge in titolo, pur avendo il rappresentante del Governo presentato una nota del Ministero dell'economia e delle finanze, non è stata tuttavia depositata la relazione tecnica, già richiesta nella seduta dello scorso giovedì 11 marzo: la presidenza della V Commissione ha dato, quindi, la disponibilità a convocare nuovamente la Commissione stessa per la giornata di giovedì 18 marzo, nella quale verrebbe in scadenza il termine fissato per la presentazione della richiamata relazione tecnica.
Per tali ragioni, visto il calendario dell'Assemblea per il mese corrente, che prevede una sospensione dei lavori parlamentari in coincidenza con l'imminente svolgimento delle elezioni amministrative, prende atto che - in assenza del parere della V Commissione, particolarmente rilevante sotto il profilo della copertura finanziaria - non vi sono le condizioni per

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concludere l'esame in sede referente del provvedimento entro la presente settimana e, dunque, per riferire all'Assemblea entro il mese di marzo.

Cesare DAMIANO (PD) osserva che il testo unificato in esame è stato il frutto di un lavoro condiviso, svolto da tutta la Commissione, nella prospettiva di dare una risposta immediata all'emergenza economica in atto, soprattutto per quanto concerne alcune categorie di lavoratori (come i dipendenti di Eutelia, posti in mobilità e privi di stipendio, ovvero, più in generale, i collaboratori a progetto). Rileva che si è preferito, dunque, concentrare l'attenzione su taluni fondamentali argomenti, al fine di giungere in un tempo ragionevole ad un risultato efficace, in attesa di provvedimenti più complessivi del Governo - di cui auspica quanto prima l'adozione - che incidano, non solo sugli strumenti di sostegno al reddito, ma anche sulle politiche industriali e sui modelli di sviluppo più generali. Di fronte a tale lavoro unitario del Parlamento, il Governo si mostra, a suo avviso, ancora una volta insensibile, dal momento che la sua inerzia rispetto alla presentazione della relazione tecnica presso la V Commissione impedisce, di fatto, la discussione sollecita del provvedimento in Assemblea. Fa notare, peraltro, che la stessa nota elaborata nel frattempo dalla Ragioneria dello Stato e depositata oggi presso la predetta V Commissione - sul cui contenuto presume vi sia la piena consonanza dell'intero Esecutivo - evidenzia problematiche di natura finanziaria, che impedirebbero l'applicazione di tutte le misure recate dal provvedimento, vanificando il lavoro comune svolto dalla XI Commissione e contraddicendo anche quanto sostenuto in materia da esponenti autorevoli della stessa maggioranza, tra cui il relatore del provvedimento in esame.
Ritiene, quindi, che il Governo sia incorso in una contraddizione evidente, dal momento che oggi dichiara l'indisponibilità di risorse finanziarie che solo poco tempo fa venivano date per esistenti e in grado di soddisfare in pieno le esigenze delle imprese e dei lavoratori. Auspica che l'Esecutivo dia seguito, entro il termine di giovedì 18 marzo 2010, alla richiesta di relazione tecnica formulatagli dalla V Commissione, affinché la XI Commissione possa essere posta nelle condizioni di compiere le conseguenti scelte di merito.
In conclusione, chiede alla presidenza di valutare l'opportunità di prevedere un'ulteriore convocazione della Commissione per il prossimo giovedì 18 marzo, al fine di valutare gli esiti di tale vicenda, ribadendo che il suo gruppo continuerà a battersi con forza, al fine di pervenire ad una sollecita discussione in Assemblea del provvedimento in esame. Ritiene, peraltro, di dover constatare con amarezza che il Parlamento risulta ormai impegnato da tempo su versanti che nulla hanno a che fare con i problemi reali delle persone, producendo come grave conseguenza l'allontanamento dei cittadini dalla politica.

Giovanni PALADINI (IdV), nell'associarsi alle considerazioni svolte dal deputato Damiano, nelle quali dichiara di riconoscersi pienamente, stigmatizza l'operato del Governo, che non ha saputo fronteggiare l'emergenza economica con provvedimenti efficaci e che appare impegnato esclusivamente in questioni lontane dalle esigenze del Paese.
In conclusione, auspica che il provvedimento possa giungere in Assemblea al più presto e che si possa fornire finalmente risposta alle imprese e ai lavoratori coinvolti dalla crisi economica.

Massimiliano FEDRIGA (LNP), preso atto dell'impossibilità di concludere l'esame in sede referente entro i termini inizialmente previsti dal calendario dei lavori dell'Assemblea, auspica che la Commissione possa ugualmente proseguire i propri lavori sul testo in esame, con quello spirito di collaborazione posto in essere fino ad oggi, mettendo da parte le divisioni e le logiche di schieramento, in nome degli interessi primari del Paese. Per una efficace conclusione dei lavori sul testo in esame, ritiene necessario, dunque, evitare inutili accelerazioni dell'iter del

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provvedimento - che avrebbero unicamente fini di visibilità esterna - e disporre di un margine di tempo congruo, che consenta di dirimere le questioni finanziarie e di merito più problematiche, sulle quali, anche sulla base di colloqui informali avuti con esponenti della maggioranza e dell'opposizione, ritiene sussistano ampi margini di intervento positivo. A questo fine, rivolge un appello ai gruppi di opposizione, augurandosi la prosecuzione di un principio di leale collaborazione tra i diversi schieramenti politici.

Ivano MIGLIOLI (PD), pur prendendo atto positivamente dei buoni intendimenti manifestati dal deputato Fedriga, esprime profondo dissenso rispetto al comportamento tenuto dal Governo in questa ed in altre circostanze, per ragioni che sono sia di metodo che di merito. Sul metodo, ritiene che l'Esecutivo in carica, esprimendo un giudizio negativo sui profili finanziari del provvedimento in esame - peraltro attraverso comunicazioni rese agli organi di informazione e non al Parlamento, nonché tramite note della Ragioneria dello Stato e non con relazioni tecniche ufficiali - ostacoli di fatto il prosieguo dell'esame in Assemblea, infliggendo «uno schiaffo» all'intera Commissione, parlamentari di maggioranza compresi. Fa notare che il Governo propende per un'accelerazione dei lavori in Commissione solo quando si tratta di convertire i decreti-legge o quando è in gioco la posizione della questione di fiducia, ignorando tali esigenze di tempestività del procedimento legislativo quando si tratta di rispondere ad emergenze occupazionali e produttive in atto nel Paese.
Ritiene necessario, inoltre, che il Governo precisi la sua posizione complessiva di merito sul provvedimento in esame, specificando l'ammontare delle risorse effettivamente disponibili per il finanziamento degli ammortizzatori sociali - che sono state sempre definite dagli stessi esponenti dell'Esecutivo sufficienti a fornire risposte alle imprese in crisi - e le modalità con cui esse vengono impiegate in concreto. Giudica, infatti, importante che il Governo motivi adeguatamente il suo dissenso rispetto ad un provvedimento, che, anche secondo l'opinione di autorevoli esperti del settore, appare in grado di fronteggiare efficacemente la crisi in corso, offrendo sollievo alle aziende e ai lavoratori in difficoltà, per i quali - soprattutto in talune zone del territorio italiano - si pone con urgenza un problema di scadenza dei termini della cassa integrazione guadagni.

Massimiliano FEDRIGA (LNP), intervenendo per una precisazione, anche a conferma di quanto da lui sostenuto in precedenza, osserva che nel prosieguo dell'esame sarà necessario approfondire con attenzione le conseguenze che il provvedimento in titolo potrebbe produrre in concreto, anche in relazione all'eventualità - che giudica pericolosa - di incidere sulle risorse già stanziate per il finanziamento dei trattamenti di integrazione salariale, disposti in deroga, in favore delle piccole e medie imprese. In proposito, ritiene necessaria una proficua interlocuzione con il Governo, al fine di far luce definitivamente sull'argomento.

Giuliano CAZZOLA (PdL), relatore, ritiene infondata la tesi di coloro che rappresentano il Governo in carica come intento ad impedire la prosecuzione dell'iter del provvedimento, quasi che volesse commettere un dispetto nei confronti dell'opposizione. Fa notare, infatti, che il provvedimento in esame presentava fin dall'inizio della discussione profili dubbi di natura finanziaria, peraltro esplicitati dallo stesso relatore, che si è adoperato con il massimo sforzo al fine di individuare una soluzione adeguata al loro superamento. Dopo essersi dichiarato convinto che il Governo presenterà la relazione tecnica richiesta entro termini ravvicinati, rileva la necessità di attendere il parere che la V Commissione renderà sugli aspetti di natura finanziaria del provvedimento, a seguito del quale la XI Commissione sarà in grado assumere le adeguate scelte di merito. In proposito, anche riallacciandosi a talune considerazioni svolte

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dal deputato Fedriga, segnala la necessità di svolgere ulteriori verifiche e approfondimenti su talune questioni poste dal provvedimento - sulle quali hanno espresso perplessità non solo autorevoli esponenti del Governo o soggetti istituzionali, ma anche talune organizzazioni di rappresentanza categoriale - al fine di valutare, ad esempio, se sussistano effettivi rischi di incidere negativamente sul montante di risorse destinate al finanziamento di interventi di sostegno al reddito disposti in deroga alla legislazione vigente in favore delle piccole e medie imprese.
In conclusione, ritiene che i gruppi di opposizione non possano negare che lo stesso relatore ha cercato in tutti i modi di andare incontro alle loro richieste (ad esempio, eliminando il riferimento, inizialmente contenuto all'articolo 1, al limite massimo della somma da erogare ai lavoratori), in taluni casi esponendosi in prima persona alle critiche di coloro che individuano nel provvedimento un aumento considerevole della spesa pubblica per gli ammortizzatori sociali; in tal senso, si dichiara comunque disponibile a continuare nel confronto di merito sul testo, che non può che avvenire nel rispetto dei vincoli di bilancio.

Giulio SANTAGATA (PD) nel sottolineare lo spirito di disponibilità mostrato dai gruppi di opposizione lungo l'intero arco del dibattito, in vista del raggiungimento di un risultato concreto, evidenzia l'illogicità degli attuali meccanismi di gestione della finanza pubblica, in base ai quali le risorse inizialmente stanziate per una specifica finalità, laddove non impiegate, confluiscono impropriamente nei saldi della contabilità generale del bilancio dello Stato, ostacolando, di fatto, la copertura finanziaria di provvedimenti importanti, come quello in esame. Nel ricordare che in passato il Governo si è preoccupato di individuare forme di finanziamento che incidevano addirittura su fondi stanziati per altre finalità, ravvisa la necessità di individuare una copertura economica adeguata al provvedimento in esame, dal momento che si tratta semplicemente di recuperare risorse già disponibili, stanziate per l'attivazione di precise politiche di sostegno al reddito. A suo avviso, quindi, se vi fosse la reale volontà del Governo, il provvedimento in esame potrebbe agevolmente trovare una idonea copertura finanziaria.

Teresa BELLANOVA (PD), nel condividere le osservazioni svolte dagli esponenti del suo gruppo intervenuti in precedenza, paventa il rischio che il lavoro svolto sul testo in esame dalla Commissione - che non appare strumentale, ma rivolto a fronteggiare le reali emergenze del Paese - si riveli improduttivo, a causa del giudizio negativo del Governo, peraltro espresso solo agli organi di informazione e con un certo ritardo.
Dopo aver ricordato che lo stesso relatore ha usato espressioni di dissenso rispetto alle posizioni assunte dal Ministro del lavoro e delle politiche sociali sul provvedimento in esame, chiede alla presidenza di garantire che, in futuro, i lavori della Commissione si svolgano sempre in presenza di un rappresentante del Governo, al fine di porre i parlamentari nelle condizioni di comprendere sin dall'inizio se vi siano le condizioni per un esito favorevole dell'istruttoria legislativa sui diversi provvedimenti al suo esame. A fronte delle dichiarazioni pubbliche rese dal Ministro Sacconi, per il quale il provvedimento in questione sarebbe inutile, recando misure che interverrebbero esclusivamente a favore di chi già beneficia di un trattamento di integrazione salariale, ritiene poi essenziale che il Governo fornisca al più presto alla Commissione dati precisi e completi in ordine all'utilizzo degli ammortizzatori sociali in deroga, con particolare riferimento alla tipologia di lavoratori e di imprese che al momento beneficiano di detti strumenti di sostegno al reddito. Solo dopo aver assunto queste necessarie informazioni, la Commissione, a suo avviso, sarà in grado di valutare i possibili campi di applicazione del provvedimento in esame e la sua effettiva capacità di incidere sulla realtà esistente.

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Il sottosegretario Pasquale VIESPOLI, ricordato che il Governo si è già espresso sul merito del provvedimento nel corso dell'esame in sede consultiva del testo unificato, presso la XII Commissione, che aveva formalmente richiesto la presenza di un rappresentante del competente dicastero, giudica legittimo che oggi l'Esecutivo richieda - nel rispetto dell'autonomia del Parlamento e nell'ambito della normale dialettica tra maggioranza ed opposizione - lo svolgimento di una riflessione attenta ed approfondita sui profili di natura finanziaria del provvedimento, dal momento che essi appaiono in grado di incidere sull'ammontare di risorse già destinate (in virtù di un accordo intercorso tra Stato e regioni) al finanziamento di misure di sostegno al reddito disposte in deroga alla legislazione vigente, con la duplice finalità di mobilitare parte delle risorse del Fondo Sociale Europeo per il sostegno del reddito e di innescare politiche attive tese alla riqualificazione del personale coinvolto nei processi di ristrutturazione delle aziende. In particolare, segnala l'esigenza di valutare con prudenza se i soggetti per i quali scatterebbe - con l'approvazione dell'articolo 3 del testo unificato in esame - l'automatismo della cassa integrazione ordinaria siano gli stessi per i quali è stato costruito l'impianto degli ammortizzatori in deroga; in caso contrario, si rischierebbe, a suo giudizio, di porre in discussione anche i termini complessivi di un accordo tra Stato e regioni che, oltre a prevedere anche un contributo significativo a carico delle autonomie territoriali, non può neanche essere modificato in modo unilaterale dal Parlamento. Inoltre, paventa il rischio che l'allungamento della cassa integrazione ordinaria da 52 a 78 mesi possa determinare l'interruzione di un processo di copertura finanziaria automatica, in discontinuità rispetto alle finalità previste con la cassa integrazione in deroga.
Pertanto, pur dichiarando la disponibilità del Governo a confrontarsi con la Commissione su tali delicate tematiche, al fine di valutare ogni altra possibile ipotesi che si dimostri adeguata a fronteggiare la crisi economica in atto, ritiene necessario svolgere una serie di verifiche in ordine agli effetti che l'applicazione del provvedimento potrebbe produrre in concreto, soprattutto in relazione al rischio di intaccare risorse (stanziate per interventi tesi a rispondere efficacemente alle esigenze produttive ed occupazionali) la cui disponibilità non può essere alterata senza una preventiva valutazione degli aspetti di problematicità.

Silvano MOFFA, presidente, ritiene che vi siano diversi aspetti, emersi nel corso del dibattito odierno, che consigliano un rinvio dell'esame del provvedimento ad una seduta successiva alla prevista sospensione dei lavori parlamentari in occasione delle elezioni amministrative. In particolare, dichiara di condividere la richiesta, formulata dal deputato Bellanova, di acquisizione di dati più precisi da parte del dicastero competente sull'utilizzo dei fondi relativi agli ammortizzatori sociali in deroga, giudicando altresì fondata la considerazione circa la presenza del rappresentante del Governo ai lavori della Commissione, la quale - pur non essendo obbligatoria - risulta quanto mai opportuna soprattutto in occasione dell'esame di provvedimenti significativi e politicamente delicati.
Per le ragioni esposte, osserva che non appare congruo esaurire con forzature l'esame del provvedimento in titolo, attesa anche l'esistenza di condizioni oggettive per una prosecuzione collaborativa e costruttiva del lavoro sinora svolto. Invita, pertanto, i gruppi di opposizioni a riflettere sulla sostanziale inutilità di prevedere una nuova seduta in sede referente per la giornata di giovedì 18 marzo, che non risolverebbe la questione, poiché interverrebbe comunque in una fase successiva alla conclusione dei lavori dell'Assemblea, che non riprenderanno prima del prossimo 30 marzo. In ogni caso, assume un impegno nei confronti dei gruppi nel senso di tornare a convocare la Commissione sull'argomento subito dopo la prevista sospensione dei lavori parlamentari, non

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appena pervenuta la relazione tecnica alla V Commissione; per quella data, sarà presumibilmente possibile anche disporre dei dati oggi richiesti al Governo in ordine alla cassa integrazione in deroga.
Alla luce del dibattito sinora svolto, avverte pertanto che il seguito dell'esame del provvedimento in titolo sarà differito ad una fase successiva alla prevista sospensione dei lavori parlamentari, nella quale sarà possibile valutare anche le determinazioni che la V Commissione riterrà di assumere in ordine ai profili di copertura finanziaria del testo unificato.
La Commissione prende atto.

Silvano MOFFA, presidente, nell'avvertire che rappresenterà al Presidente della Camera gli esiti dell'odierna seduta della Commissione, anche ai fini dell'organizzazione dei lavori dell'Assemblea, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.

La seduta termina alle 14.55.