CAMERA DEI DEPUTATI
Mercoledì 10 marzo 2010
295.
XVI LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Cultura, scienza e istruzione (VII)
COMUNICATO
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DELIBERAZIONE DI RILIEVI SU ATTI DEL GOVERNO

Mercoledì 10 marzo 2010. - Presidenza del presidente Valentina APREA.

La seduta comincia alle 14.15.

Sui lavori della Commissione.

Valentina APREA, presidente, comunica alla Commissione la nascita della piccola Ludovica Zazzera, primogenita del collega Pierfelice. A nome della Commissione, esprime all'onorevole Zazzera le più sentite felicitazioni per il lieto evento.

Schema di decreto legislativo recante attuazione della direttiva 2006/123/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 12 dicembre 2006, relativa ai servizi nel mercato interno.
Atto n. 171.

(Rilievi alle Commissioni riunite II e X).
(Seguito dell'esame, ai sensi dell'articolo 96-ter, comma 4, del regolamento e conclusione).

La Commissione prosegue l'esame dello schema di decreto in oggetto, rinviato nella seduta del 16 febbraio 2010.

Valentina APREA, presidente e relatore, intervenendo in sostituzione del relatore, impossibilitato a partecipare alla seduta odierna per motivi di salute, illustra una proposta di rilievi (vedi allegato 1).

Ricardo Franco LEVI (PD) formula gli auguri di pronta guarigione al relatore Mazzuca che ringrazia per il proficuo lavoro svolto, mentre constata con rammarico la mancata presenza di un rappresentante del Governo, su un provvedimento della Presidenza del Consiglio dei ministri così rilevante, che avrebbe meritato ben altra attenzione. Esprime in ogni caso la propria soddisfazione per aver visto recepite alcune osservazioni, da lui proposte insieme ad altri colleghi del gruppo cui appartiene. Ricorda, in particolare, che una liberalizzazione senza condizioni del sistema capillare delle edicole, vigente in Italia, non porterebbe reali benefici in termini di ampliamento delle vendite, come già dimostrato dal fallimento di precedenti esperienze in tal senso; si metterebbe a rischio, anzi, quella rete capillare di distribuzione che garantisce la parità di trattamento per tutti i prodotti editoriali posti in vendita. Accoglie quindi con favore la richiesta di soppressione dell'articolo 71, un traguardo che considera importante per continuare a garantire il pluralismo dell'informazione. Preannuncia, quindi, anche a nome dei deputati del gruppo cui appartiene, il voto favorevole sulla proposta di rilievi presentata dal relatore

Giuseppe GIULIETTI (Misto) si associa agli auguri di pronta guarigione per il relatore e apprezza che sia stata accolta la richiesta di soppressione dell'articolo 71, portata avanti unanimemente da tutta la Commissione. Ricorda che tale provvedimento rappresenta solo un passo interlocutorio in attesa di una riforma organica dell'editoria, nell'ambito della quale la disciplina relativa alla distribuzione dovrà essere necessariamente prevista, coinvolgendo direttamente anche le organizzazione degli edicolanti e dei distributori. Sottolinea che tale aspetto della riforma dell'editoria non può essere sottratto all'esame della Commissione cultura né sottoposto surrettiziamente alle competenze di altre Commissioni.

La Commissione approva quindi la proposta di rilievi così come presentata dal relatore.

La seduta termina alle 14.30.

ATTI DEL GOVERNO

Mercoledì 10 marzo 2010. - Presidenza del presidente Valentina APREA. - Interviene il sottosegretario per i beni e le attività culturali Francesco Maria Giro.

La seduta comincia alle 14.30.

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Schema di decreto del Presidente della Repubblica recante misure di semplificazione e riordino della disciplina di erogazione dei contributi all'editoria.
Atto n. 183.
(Seguito dell'esame ai sensi dell'articolo 143, comma 4 del regolamento e conclusione - Parere favorevole con condizioni e osservazione).

La Commissione prosegue l'esame del provvedimento, rinviato nella seduta del 24 febbraio 2010.

Valentina APREA, presidente e relatore, intervenendo in sostituzione del relatore, illustra una proposta di parere favorevole con condizioni e osservazione sul provvedimento in esame (vedi allegato 2). Informa la Commissione della disponibilità del sottosegretario Bonaiuti di intervenire in Commissione ad illustrare le linee guida della riforma del settore dell'editoria, prima che tale provvedimento sia presentato al Consiglio dei ministri. Esprime soddisfazione per questa decisione del Governo, assicurando il proprio impegno personale affinché la preannunciata audizione si svolga in tempi brevi, compatibilmente con gli impegni del sottosegretario Bonaiuti.

Manuela GHIZZONI (PD) rileva l'assenza del rappresentante del Governo, ricordando che nella passata legislatura in occasioni analoghe si rinviava la seduta in attesa del suo arrivo. Ne prende atto, sottolineando che tale presenza sarebbe stata necessaria visto anche l'aumentato numero dei rappresentanti dell'Esecutivo con l'ingresso di quattro nuovi sottosegretari.

Emerenzio BARBIERI (PdL) rileva la necessità di riformulare la condizione n. 2 sopprimendo le parole dopo «impresa», fino alla fine del periodo.

Ricardo Franco LEVI (PD), ricollegandosi alle comunicazioni fornite dalla presidente sulla volontà del Governo di presentare in Commissione la disciplina in oggetto, sottolinea che anche il gruppo cui appartiene sta lavorando ad un proprio testo di legge per arrivare ad una riforma che realmente nasca attraverso il dibattito parlamentare.
Sulla proposta di parere presentata sullo specifico provvedimento, ricorda il proficuo lavoro della Commissione con lo svolgimento di molte audizioni, nel corso delle quali i diversi rappresentanti del settore hanno potuto esprimere proprie riflessioni, che, pur nella loro diversità, hanno rappresentato in modo corale una serie di necessità ora recepite nella proposta di parere in esame. Ricorda, al riguardo, che nelle audizioni è stato unanimemente stigmatizzato il fatto che il regolamento in oggetto ecceda dalla delega ricevuta. Passando alle singole condizioni contenute nella proposta di parere, rammenta in primo luogo che la prima prevede la necessità di ricostituire, a titolo definitivo, la certezza dei diritti per i percettori dei contributi ovvero il ripristino di quello che viene chiamato diritto soggettivo. Ricorda come tali contributi vadano erogati sulla base dei bilanci dei singoli editori e non sulla base di un vincolo di bilancio pubblico complessivo, che non consentirebbe ai soggetti di accedere ai crediti bancari e alla programmazione certa del lavoro editoriale.
Ritiene inoltre importante aver posto la condizione del ripristino del «tetto» del 30 per cento dei ricavi della pubblicità; la condizione numero 3 era stata invece sollecitata in modo indifferenziato da piccoli e grandi imprenditori. Sottolinea quindi che non si possono chiedere contributi pubblici se non si ha all'attivo un numero minimo di dipendenti, evidenziando peraltro che è opportuno che si sia fatto riferimento ad una media annua. Considera d'altra parte anche opportuna la condizione numero 4, in quanto non è immaginabile che per un solo caso pendente in sede giurisdizionale, per un contenzioso legato a motivi previdenziali, l'intera azienda debba restituire l'intero ammontare dei contribuiti percepiti. Sula condizione n. 5, ritiene inspiegabile aver

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alzato il tetto a 50 milioni di copie rispetto all'iniziale milione, considerando opportuno riportare il numero di copie finanziabili entro limiti più ragionevoli. In merito alla condizione successiva, che ritiene la più delicata, ricorda come da parte delle emittenti locali siano giunte voci che chiedevano la ricostituzione di finanziamenti attribuiti in precedenza, proprio per tutelare l'informazione locale che è indispensabile sul territorio per l'espletamento di un effettivo pluralismo informativo. Stesso discorso riferisce alle altre realtà rimaste fuori dalle previsioni normative, quali i giornali all'estero e i giornali dei consumatori, tutte categorie estromesse dal decreto «mille proroghe» che sono invece fondamentali per un'informazione completa, plurale e capillare. In particolare, segnala come gli italiani all'estero rappresentino un pubblico che non può essere abbandonato e privato degli strumenti di informazione a loro dedicati. Ritiene opportuno inoltre, sempre con riferimento alla condizione numero 6, circa il riferimento al decreto «mille proroghe», sostituire la parola «congela» con la parola «sopprime», che appare più coerente con l'effettivo disposto normativo realizzato dal decreto-legge medesimo. Sulle condizioni 7, 8 e 9, sottolinea che si tratta di rilievi più tecnici, già sollevati a suo tempo dagli uffici e ripresi dal relatore.
Per le considerazioni svolte, e per quelle delle colleghe De Biasi e Ghizzoni che richiama, ribadisce il voto favorevole del suo gruppo sulla proposta di parere in esame, sottolineando ancora una volta che, quando ci si confronta utilmente, il lavoro della Commissione si dimostra sempre efficace per il raggiungimento di obiettivi comuni.

Flavia PERINA (PdL) ritiene importante e apprezzabile l'impegno preso dal sottosegretario Bonaiuti di voler riferire in Commissione ed auspica che ciò possa concretizzarsi in un tempo breve. Ricorda come il regolamento in oggetto è in realtà superato dagli eventi intercorsi, data anche la scarsità dei contributi. Ritiene comunque significativo arrivare a un voto concorde di tutta la Commissione, anche se non considera del tutto convincenti alcuni punti del provvedimento. Giudica, ad esempio, insufficiente il numero dei giornalisti previsti in un numero minimo di tre per i periodici e di cinque per i quotidiani. Sui contributi alle radio, poi, ricorda come 150 milioni di euro di contributi provenienti dall'erario, in realtà transitavano per le radio stesse ma finivano alle agenzie di stampa; si trattava quindi di contributi a cui erano più interessate le agenzie di stampe che le emittenti locali. Sottolinea, inoltre, come oggi con un uso professionale e esteso del web, tali fonti di informazioni siano di fatto superate; lo stesso discorso vale per gli italiani all'estero, che possono tenersi costantemente informati leggendo i quotidiani on line. A tal proposito riterrebbe quindi più opportuno prevedere delle voci di spesa per finanziare degli strumenti dedicati su internet.
Preannuncia in ogni caso il proprio voto favorevole sulla proposta di parere proposta del relatore, in attesa delle indicazioni che il sottosegretario Bonaiuti vorrà fornire alla Commissione sulla riforma del settore.

Giuseppe GIULIETTI (Misto) esprime soddisfazione per il risultato raggiunto dalla VII Commissione sul provvedimento in oggetto. Ricorda peraltro come sia l'ennesima volta, in due anni, che viene annunciata una riforma dell'editoria, che auspica veramente questa volta sia quella conclusiva. Con il provvedimento in oggetto si apre un percorso che spera porti effettivamente alla riforma, secondo un itinerario che confida induca ciascun gruppo a formulare proprie proposte, al fine di giungere ad un testo condiviso. Ritiene, infatti che una riforma effettiva, organica dell'editoria possa essere fatta solo considerando le ragioni di tutti, compresi gli operatori del settore. Ritiene importante anzi che si giunga alla discussione della riforma entro giugno, altrimenti, se i tempi dovessero slittare, nella prossima finanziaria ci si troverebbe ancora una volta a dover difendere la situazione

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vigente, senza aver definito alcuna riforma strutturale. Senza una riforma organica, infatti, non si può razionalizzare il sistema. Sul numero minimo di tre o cinque giornalisti, ritiene improbabile che vi possano essere aziende che riescano ad operare con così pochi professionisti. Condividendo quanto detto sulla condizione n. 6 dal collega Levi, circa la sostituzione del termine «congela» con «sopprime», ritiene peraltro che il termine «utile» sia quello per l'approvazione dei bilanci, quindi il mese di marzo; il criterio migliore da seguire sarebbe però quello della «sopravvivenza finanziaria», indipendente dalle scadenze temporali.
Considera quindi molto delicata la questione della copertura finanziaria: più volte, in sede informale, si è detto che la copertura era prevista nell'ambito di un fondo relativo al Ministero dell'economia, mentre in realtà il finanziamento avveniva su due fondi, uno dei quali relativo all'informazione, che ricomprendeva appunto radio locali, radio religiose e molte altre realtà. Si incide così su una parte delle risorse che inizialmente non dovevano essere intaccate. Ritiene quindi necessario individuare con la prossima riforma altri criteri di finanziamento. Esprime un ringraziamento sentito al Governo e alla stessa maggioranza per l'attenzione dimostrata alle tematiche oggetto del provvedimento, preannunciando il voto favorevole sulla proposta di parere del relatore.

Paola GOISIS (LNP) ritiene importante che siano state poste nella proposta di parere le condizioni su cui hanno diffusamente parlato i colleghi che l'hanno preceduta. Ritiene peraltro altrettanto essenziale che le condizioni siano attuate dal Governo. Reputa necessaria una riforma organica dell'editoria, essendo particolarmente interessata all'introduzione di nuovi criteri come quelli della vendita e della distribuzione che devono sostituire il criterio della tiratura e delle vendite in blocco, nonché al ripristino del diritto soggettivo.
Preannuncia quindi, anche a nome dei deputati del proprio gruppo, il voto favorevole sulla proposta di parere presentata dal relatore.

Emerenzio BARBIERI (PdL), in merito alla correzione formale della condizione 6, ritiene opportuno introdurre l'espressione «ha soppresso», invece che «sopprime». Esprime soddisfazione, poi, per la riforma preannunciata dal Governo per il settore dell'editoria, riforma che peraltro dovrebbe scaturire da un confronto costruttivo tra Governo e Parlamento. Sarebbe infatti un errore non tenere conto delle osservazioni dei parlamentari al riguardo, visto che la stessa maggioranza intende confrontarsi con l'opposizione su questi temi, apportando contributi, con grande sensibilità e senza pregiudiziali. Condividendo le considerazioni espresse dalla collega Perina, rileva però, in merito all'esclusione di talune categorie di soggetti dall'erogazione dei contributi, come, purtroppo, si tratti di un tema difficile da risolvere che ha ormai innestato una vera e propria «guerra fra poveri».
Preannuncia, quindi anche a nome dei deputati del proprio gruppo, il voto favorevole sulla proposta di parere presentata dal relatore, ove siano accolte le correzioni indicate.

Fabio GARAGNANI (PdL) pur dichiarando il proprio voto favorevole sulla proposta di parere presentata, esprime alcune perplessità sul provvedimento, in particolare in merito all'osservazione riferita ai giornali dei componenti del gruppo misto. Sottolinea che i quotidiani di partito hanno un ruolo importante ma la corrispondenza tra copie vendute e contributi erogati deve essere il criterio da adottare per stabilire con certezza la quantità dei fondi da attribuire, senza che questi vengano erogati a pioggia.

Valentina APREA, presidente e relatore, ringrazia i colleghi di minoranza e di maggioranza per il proficuo lavoro svolto. Esprime soddisfazione per la disponibilità acquisita per le vie brevi dal rappresentante

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del Governo, ritenendo che quando si lavora bene nel merito, si possono raggiungere obiettivi importanti a favore del Paese. Riformula quindi la proposta di parere, tenendo conto delle osservazioni formali espresse dai colleghi (vedi allegato 3).

La Commissione approva quindi la proposta di parere favorevole con condizioni e osservazione, come riformulata dal relatore.

Schema di decreto ministeriale per il riparto dello stanziamento, iscritto nello stato di previsione della spesa del Ministero per i beni e le attività culturali per l'anno 2010, relativo ai contributi da erogare ad enti, istituti, associazioni, fondazioni ed altri organismi.
Atto n. 188.

(Seguito esame ai sensi dell'articolo 143, comma 4 del regolamento e rinvio).

La Commissione prosegue l'esame dell'atto in titolo rinviato, da ultimo, nella seduta del 2 marzo 2010.

Valentina APREA, presidente, ricorda che sul provvedimento in oggetto il Presidente della Camera ha autorizzato la proroga di dieci giorni del termine per l'espressione del parere.
Sospende quindi la seduta in attesa dell'arrivo del sottosegretario Giro.

La seduta, sospesa alle 15.05, è ripresa alle 15.30.

Manuela GHIZZONI (PD) ritiene opportuno approfittare della presenza del Governo, enucleando il problema alla base del regolamento oggetto di esame. Ricorda infatti come resti disattesa anche per l'anno corrente la possibilità di conoscere anticipatamente gli enti che beneficeranno delle quote stabilite dal riparto. L'iter istruttorio e valutativo che il Ministero affronta per arrivare all'individuazione degli enti beneficiari è senz'altro estremamente laborioso e coinvolge le commissioni ministeriali in tempi diversi, ma non può non tenere conto della necessità espressa da tutta la Commissione di conoscere le valutazioni dei soggetti beneficiari fatte dalle commissioni ministeriali. Auspica, quindi, che per il prossimo anno potranno essere soddisfatte le condizioni poste già dall'anno scorso nel parere della Commissione, fornendo le necessarie assicurazioni al riguardo.

Benedetto Fabio GRANATA (PdL) sottolinea come da sempre la Commissione abbia espresso la forte esigenza di conoscere i termini di scadenza dei contributi, al fine di poter monitorare la complessa vicenda procedurale che porta al riparto finale dello stanziamento, iscritto nello stato di previsione della spesa del Ministero per i beni e le attività culturali. Già nell'anno passato vi furono richieste anche nel senso di rivedere i termini e i criteri di valutazione, senza peraltro che si sia dato seguito a questa richiesta. Ribadisce quindi l'esigenza di ricevere un'informazione completa da parte del Governo su tali temi, recependo così anche le istanze espresse dall'associazionismo culturale italiano, vivo e qualificato. Circa il tema dei contributi ad ARCUS, sul quale suo malgrado si sono incentrate recenti polemiche riprese dai giornali, peraltro da lui né volute né prefigurate, sottolinea che è perfettamente consapevole che su tale questione non vi sia l'obbligo di riferire al Parlamento, ma la Commissione, in virtù della sua funzione non solo legislativa, ma anche politica, ha il diritto di conoscere in base a quali criteri siano assegnati tali finanziamenti. Ricorda, infatti, che ARCUS incide in termini quantitativi e qualitativi importanti sul patrimonio culturale italiano e che le decisioni relative alla sua gestione finanziaria non possono essere apprese dalla Commissione dalla stampa.

Il sottosegretario Francesco Maria GIRO, per ovviare al problema sollevato dai parlamentari, ritiene si possa prevedere una scadenza più ravvicinata per la presentazione della relazione presentata alle Camere, a cui andrebbe allegata subito

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una prima valutazione delle commissioni ministeriali istruttorie. Concorda con quanto detto dall'onorevole Ghizzoni circa la complessità e la lunghezza dell'iter procedurale e valutativo per stabilire i criteri relativi ai finanziamenti. Ricorda che tali criteri sono stabiliti da norme interne, ma ritiene si possano verificare nuove procedure per favorire una sinergia tra la fase istruttoria e quella valutativa da parte della Commissione. Evidenzia peraltro che il lavoro istruttorio si prolunga per vari mesi, rendendo complesso il lavoro di sintesi da parte dell'Esecutivo. Assicura, in ogni caso, il proprio impegno personale per sollecitare la direzione generale competente al fine di realizzare un lavoro più rapido che sia compatibile e sinergico con la volontà di conoscenza espressa da parte della Commissione in merito ai criteri applicativi.

Paola GOISIS (LNP) si associa a quanto già espresso dai colleghi, sottolineando che sono anni che si rivolgono le stesse domande al Governo sulla uniformità dei termini. Auspica quindi che il sottosegretario si farà parte attiva per arrivare a una conclusione positiva della vicenda.

Emerenzio BARBIERI (PdL), relatore, ricorda come già nel Governo Prodi si erano proposte e riproposte le stesse problematiche. Ritiene che l'Esecutivo deve spiegare ai burocrati del Ministero quale sia la volontà del Parlamento: non si può continuare ad avere risposte diverse dalle richieste formulate dalla Commissione. Suggerisce, in conclusione, l'introduzione di una fase interlocutoria in cui il Governo riferisca alla Commissione sull'operato delle commissioni ministeriali non appena queste abbiano iniziato il lavoro valutativo, anche al fine di poter fornire all'Esecutivo un parere preliminare sulla procedura seguita.

Il sottosegretario Francesco Maria GIRO sottolinea come il relatore abbia esattamente individuato il centro del problema, suggerendo una modalità che egli stesso avrebbe proposto. Ritiene infatti corretto che la Commissione sia investita dal Governo in via preliminare dell'esame dell'atto in questione, prima che si avvii il procedimento istruttorio.

Manuela GHIZZONI (PD) ricollegandosi alle affermazioni del collega Granata su Arcus, sottolinea come in quattro anni non si sia mai potuto discutere in Commissione alla Camera dell'attività svolta da questa Spa. Al contrario di quanto avvenuto nell'omologa Commissione del Senato, infatti, dove è stato presentato dal Governo un documento contenente un elenco degli interventi relativi ad Arcus, questa Commissione non ha potuto svolgere il medesimo esame. Ritiene importante quindi che il rappresentate del Governo si impegni a trasmettere formalmente alla Commissione la relazione annuale di Arcus, ai fini del suo esame.

Valentina APREA, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.

La seduta termina alle 15.50.

SEDE CONSULTIVA

Mercoledì 10 marzo 2010. - Presidenza del presidente Valentina APREA.

La seduta comincia alle 15.05.

Disposizioni per la promozione del diritto alla formazione e allo sviluppo professionale.
Nuovo testo unificato C. 1079 Bobba e abbinate.
(Parere alla XI Commissione).
(Seguito dell'esame e conclusione - Parere favorevole con condizioni).

La Commissione prosegue l'esame del provvedimento in oggetto, rinviato nella seduta del 2 marzo 2010.

Maria COSCIA (PD) rileva innanzitutto che il provvedimento in esame, pur riguardando lo sviluppo professionale dei

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lavoratori, affronta tematiche che nulla hanno a che fare con la disciplina prevista dal titolo del provvedimento. Segnala, al riguardo, che nel comma 1 dell'articolo 1 si fa riferimento al diritto dei lavoratori e dei disabili alla formazione, rilevando che associare disabili e lavoratori nel contesto del provvedimento in esame non ha senso, viste le finalità del testo in esame. Rileva inoltre che al punto 1, lettera a), comma 1, del medesimo articolo 1, si fa riferimento alla promozione di tirocini formativi con un richiamo che appare fuori dal contesto regolato dal provvedimento, considerato che i tirocini formativi riguardano gli studenti, mentre con il provvedimento in esame ci si occupa dei lavoratori. I tirocini formativi, andrebbero quindi considerati nell'ambito della materia riguardante il rapporto organico e coordinato tra scuola e lavoro. Sulla successiva lettera m), ritiene che la previsione ivi contenuta relativa al contratto di apprendistato mal si concili con la finalità del provvedimento, che riguarda la formazione dei lavoratori. Si ripropone inoltre con tale disposizione un'ambiguità che occorre eliminare, intendendosi con essa ancora una volta assicurare la possibilità di assolvere all'ultimo anno dell'obbligo scolastico attraverso il contratto di apprendistato. Ritiene invece che non si possa in alcun modo aggirare l'obbligo dell'istruzione fino ai 16 anni, aggiungendo che in ogni caso il tema del contratto di apprendistato va inquadrato nell'ambito del rapporto organico tra scuola e lavoro.
Più in generale, considera sbagliata l'impostazione del provvedimento, in quanto la formazione professionale è competenza esclusiva delle regioni, in base a quanto previsto dalla Costituzione, e non dovrebbe essere quindi consentito allo Stato di intervenire in materia, mentre con il provvedimento in esame si conferisce un'ampia delega al Governo, richiamando solo genericamente i poteri attribuiti alle Regioni dalla Costituzione. Esprime, infine, l'avviso che il provvedimento sia una «scatola vuota», dato che non si prevedono risorse per la formazione professionale, mentre a suo giudizio, solo prevedendo risorse adeguate, si possono effettivamente attuare interventi efficaci in materia. Sottolinea, di conseguenza, che nel caso in cui le questioni poste non fossero prese in considerazione dal relatore, il voto del proprio gruppo sul provvedimento in questione sarebbe contrario.

Valentina APREA, presidente, esprime innanzitutto piena condivisione rispetto al provvedimento in esame, ricordando che il tema in esso affrontato era oggetto di una proposta di legge d'iniziativa popolare già presentato nella scorsa legislatura. Ricordando che uno dei progetti di legge dai quali scaturisce il testo unificato in esame, è a firma proprio dell'onorevole Coscia, sul riparto di competenze tra Stato e Regioni in materia di formazione professionale rileva che non vi può essere alcun dubbio sul fatto che lo Stato ha competenza in materia: la Costituzione gli assegna in materia di formazione professionale la fissazione dei livelli essenziali delle prestazioni (LEP). Non nega peraltro che le Regioni dispongano di una propria competenza in materia, ma rimarca che tale competenza deve comunque rispettare le determinazioni assunte dallo Stato.
Rileva, quindi, che l'intervento normativo proposto è fondamentale, in quanto si è intervenuto fino ad oggi su moltissimi aspetti dell'istruzione, ma manca una legge che affermi il diritto allo sviluppo e alla formazione professionale. È importante infatti facilitare l'ingresso da parte di tutti i soggetti nella «società attiva», considerando altresì opportuno il riferimento contenuto nel provvedimento in esame, anche ai soggetti disabili. Esprime quindi la convinzione che, nell'ambito della Commissione di merito, maggioranza e opposizione sapranno trovare il punto di sintesi dei vari interessi coinvolti dalla tematica in oggetto, ferma restando la necessità di dare pieno risalto e attuazione al principio della formazione professionale.

Maria COSCIA (PD) sottolinea che le finalità generali del provvedimento sono

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senz'altro condivisibili, pur ribadendo le osservazioni espresse.

Giovanni Battista BACHELET (PD), pur convivendo le finalità generali del provvedimento, ritiene che il punto 1, lettera a) del comma 1 dell'articolo 1 andrebbe soppresso così come la lettera m) del comma medesimo. A tale ultimo riguardo, rileva, che si tratta di una disposizione non accettabile, in quanto deve essere ribadito che l'obbligo scolastico non si può assolvere attraverso il contratto di apprendistato. Più in generale, esprime l'avviso che su materie come quelle in esame non può non essere prevista la possibilità di un intervento più incisivo e diretto da parte della Commissione cultura; ogni qualvolta si vuole incidere sull'obbligo d'istruzione scolastica, si deve decidere tenendo in considerazione le opinioni della Commissioni cultura.

Elena CENTEMERO (PdL), relatore, illustra una proposta di parere con osservazioni (vedi allegato 4). Ricorda che l'importanza del provvedimento in esame è da collegare alla considerazione che nell'odierno contesto sociale ed economico è fondamentale definire le competenze e le abilità di cui i lavoratori devono essere in possesso, al fine di poter accedere al mercato del lavoro. Tale definizione, nell'ottica della formazione continua, è fondamentale anche al fine di consentire ai lavoratori di essere riassorbiti dal mercato del lavoro, una volta che ne siano temporaneamente fuoriusciti. Ricordando che sul provvedimento in esame è relatrice anche presso la XIV Commissione, sottolinea che il tema della formazione continua è un tema che sta particolarmente a cuore dell'Unione europea, che prevede quale propria strategia una qualificazione sempre maggiore dei profili professionali: ciò porterà nel 2020 a far sì che solo il 5 per cento del mercato del lavoro riguarderà professioni senza una specifica qualificazione professionale. Aggiunge che la materia della formazione professionale non sfugge totalmente al potere normativo dello Stato, che ha il potere di definire i livelli essenziali delle prestazioni relativi alla materia in questione.
Per quel che riguarda i rilievi formulati dai colleghi, rileva che la prima osservazione risponde alle perplessità relative alla previsione di tirocini formativi per i lavoratori, mentre con la seconda si viene incontro ai dubbi formulati relativamente alla necessità di mantenere l'obbligo d'istruzione. Concorda infine con le riflessioni dei colleghi relative alla necessità di prevedere che, su materie come quella in esame siano maggiormente salvaguardate le prerogative della Commissione cultura, prevedendo un coinvolgimento diretto della stessa.

Paola GOISIS (LNP) ritiene che le osservazioni della proposta di parere dovrebbero essere trasformate in condizioni. Nel caso di accoglimento da parte della relatrice di tale richiesta, preannuncia, anche a nome dei deputati del proprio gruppo, il voto favorevole sulla proposta di parere presentata.

Elena CENTEMERO (PdL), relatore, riformula la proposta di parere, trasformando le osservazioni in condizioni (vedi allegato 5).

Manuela GHIZZONI (PD), sottolineando che la prima condizione è condivisa dal proprio gruppo, che l'ha suggerita, mentre la seconda non può essere accettata in quanto si inserisce nella linea di pensiero - che il suo gruppo contesta - che si possa assolvere all'obbligo scolastico attraverso il contratto di apprendistato, richiede la votazione per parti separate della proposta di parere.

Valentina APREA, presidente, avverte che la proposta di parere verrà posta in votazione per parti separate, procedendo prima alla votazione delle prime due premesse e della prima condizione e successivamente alla votazione della seconda premessa e della seconda condizione.

La Commissione approva quindi, con votazione per parti separate, la proposta di parere del relatore così come riformulata.

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Valentina APREA, presidente, esprime soddisfazione per il risultato ottenuto, che ha visto il lavoro congiunto e concorde del Ministero dell'istruzione e di quello del lavoro.

Misure straordinarie per il sostegno del reddito e per la tutela di determinate categorie di lavoratori.
Testo unificato C. 2100 Damiano ed abbinate.

(Parere alla XI Commissione).
(Esame e conclusione - Nulla osta).

La Commissione inizia l'esame del provvedimento in titolo.

Gabriella GIAMMANCO (PdL), relatore, ricorda che il testo unificato delle proposte di legge C.2100 e abbinate contiene misure straordinarie per il sostegno del reddito e per la tutela di determinate categorie di lavoratori. In particolare, l'articolo 1, attraverso l'inserimento dei commi 3, 4 e 5 all'articolo 1 del decreto legislativo 27 gennaio 1992, n. 80, contiene disposizioni volte a prevedere una specifica garanzia per i lavoratori nei confronti di imprese inadempienti. In particolare, si prevede al comma 3 che l'Istituto Nazionale di Previdenza Sociale (INPS) è autorizzato, a valere sulle risorse del Fondo di garanzia di cui alla legge 29 maggio 1982, n. 297, e nei limiti delle disponibilità complessive del Fondo medesimo, ad erogare ai lavoratori, dipendenti da imprese in situazioni di particolare difficoltà economico-finanziaria, le somme corrispondenti, in tutto o in parte, ai crediti di lavoro non erogati da parte dell'impresa per la quale essi svolgono la propria attività lavorativa, a condizione che non siano state corrisposte almeno quattro mensilità nei dodici mesi precedenti alla data di emanazione del decreto di cui al comma 4. Precisa che il comma 4 prevede che l'erogazione delle somme di cui al comma 3, al netto delle trattenute previdenziali e assistenziali, è riconosciuta ai lavoratori sulla base di specifici accordi in sede governativa stipulati, in relazione a ciascuna delle imprese interessate, con le parti sociali e approvati con decreto del Ministro del lavoro e delle politiche sociali, di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze.
Aggiunge quindi che l'articolo 2 prevede invece misure in favore dei collaboratori in regime di monocommittenza, mentre l'articolo 3 contiene disposizioni in materia di ammortizzatori sociali. L'articolo 4 contiene misure previdenziali in favore degli operai agricoli, mentre l'articolo 5 prevede l'istituzione del Fondo di solidarietà per il sostegno del reddito, dell'occupazione e della riconversione e riqualificazione professionale del personale dipendente dalle imprese assicuratrici. Alla luce del fatto che non sussistono profili di competenza della VII Commissione, propone di esprimere un nulla osta sul provvedimento in esame.

La Commissione approva quindi la proposta di nulla osta del relatore.

La seduta termina alle 15.30.

SEDE REFERENTE

Mercoledì 10 marzo 2010. - Presidenza del presidente Valentina APREA.

La seduta comincia alle 15.50.

Legge quadro per lo spettacolo dal vivo.
Testo unificato C. 136 Carlucci, C. 459 Ciocchetti, C. 769 Carlucci, C. 1156 Ceccacci Rubino, C. 1183 De Biasi, C. 1480 Zamparutti, C. 1564 Giammanco, C. 1610 Zazzera, C. 1849 Rampelli, C. 1935 Caparini e C. 2280 Goisis.

(Seguito dell'esame e rinvio).

La Commissione prosegue l'esame del provvedimento rinviato, da ultimo, nella seduta del 25 febbraio 2010.

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Valentina APREA, presidente, avverte che sono pervenuti i seguenti pareri espressi dalle Commissioni competenti sul testo unificato in esame: la II Commissione (Giustizia) ha espresso nulla osta all'ulteriore iter del provvedimento, le Commissioni VIII (Ambiente), XII (Affari sociali) e la Commissione parlamentare per le questioni regionali hanno espresso parere favorevole; la IX Commissione (Trasporti) ha espresso parere favorevole con una condizione e le Commissioni XIII (Agricoltura) e XIV (Politiche Unione europea), hanno espresso parere favorevole con una osservazione. Si è quindi in attesa dell'espressione del parere delle Commissioni I (Affari Costituzionali), III (Affari esteri), V (Bilancio), VI (Finanze), X (Attività produttive) e XI (Lavoro).
Nessuno chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.

Dichiarazione di monumento nazionale e contributo per l'esecuzione dei restauri interni ed esterni della Basilica di San Petronio in Bologna.
C. 2955 Garagnani.

(Seguito dell'esame e rinvio).

La Commissione prosegue l'esame del provvedimento rinviato, da ultimo, nella seduta del 24 febbraio 2010.

Valentina APREA, presidente, avverte che le Commissioni I e VIII hanno espresso, ai fini del trasferimento in sede legislativa, parere favorevole sul provvedimento in esame. Si è quindi in attesa che la Commissione V esprima il parere di competenza. Al riguardo, segnala che il Presidente della Commissione V le ha inviato una lettera nella quale rileva la necessità che la Commissione concordi le relative coperture con il Governo. Nessuno chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.

Istituzione di un Fondo per il restauro, il recupero e la valorizzazione culturale, religiosa, turistica e sociale del complesso monastico di San Giovanni Battista del Monte Venda.
C. 2298 Goisis.

(Seguito dell'esame e rinvio).

La Commissione prosegue l'esame del provvedimento rinviato, da ultimo, nella seduta del 10 febbraio 2010.

Valentina APREA, presidente, avverte che le Commissioni VIII e XIII hanno espresso parere favorevole e la Commissione parlamentare per le questioni regionali ha espresso parere favorevole con una osservazione sul provvedimento in esame. Si è quindi in attesa che le Commissioni I, V, e XII esprimano i pareri di competenza.
Nessuno chiedendo di intervenire, rinvia quindi il seguito dell'esame ad altra seduta.

La seduta termina alle 15.55.

AVVERTENZA

I seguenti punti all'ordine del giorno non sono stati trattati:

SEDE REFERENTE

Concessione di contributi per il finanziamento di attività di ricerca sulla cultura latina del medioevo europeo.
C. 2774 Barbieri.

Disposizioni per il restauro e la valorizzazione della Rocca di Canossa e per la celebrazione del nono centenario della morte della contessa Matilde di Toscana.
C. 2967 Alessandri.

UFFICIO DI PRESIDENZA INTEGRATO DAI RAPPRESENTANTI DEI GRUPPI