CAMERA DEI DEPUTATI
Martedì 16 febbraio 2010
283.
XVI LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Affari esteri e comunitari (III)
COMUNICATO
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COMITATO PERMANENTE SUI DIRITTI UMANI

INDAGINE CONOSCITIVA

Martedì 16 febbraio 2010. - Presidenza del presidente Furio COLOMBO.

La seduta comincia alle 12.05.

Indagine conoscitiva sulle violazioni dei diritti umani nel mondo.
Audizione del Ministro Valentino Simonetti, Presidente del Comitato interministeriale per i diritti umani.
(Svolgimento e conclusione).

Furio COLOMBO, presidente, propone che la pubblicità dei lavori sia assicurata anche mediante impianti audiovisivi a circuito chiuso. Non essendovi obiezioni, ne dispone l'attivazione. Introduce, quindi, l'audizione.

Valentino SIMONETTI, presidente del Comitato interministeriale per i diritti umani, svolge una relazione sui temi dell'indagine.

Intervengono per porre quesiti e formulare osservazioni i deputati Furio COLOMBO, presidente, Mario BARBI (PD), Francesco TEMPESTINI (PD) e Enrico PIANETTA (PdL).

Valentino SIMONETTI, presidente del Comitato interministeriale per i diritti umani, replica ai quesiti posti e fornisce ulteriori precisazioni.

Furio COLOMBO, presidente, dichiara quindi conclusa l'audizione.

La seduta termina alle 12.50.

N.B.: Il resoconto stenografico della seduta è pubblicato in un fascicolo a parte.

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SEDE CONSULTIVA

Martedì 16 febbraio 2010. - Presidenza del vicepresidente Franco NARDUCCI. - Interviene il sottosegretario di Stato agli affari esteri, Vincenzo Scotti.

La seduta comincia alle 13.

Legge comunitaria 2009.
C. 2449/B, approvato dalla Camera e modificato dal Senato.
(Relazione alla XIV Commissione).
(Esame e rinvio).

La Commissione inizia l'esame del provvedimento in titolo.

Guglielmo PICCHI (PdL), relatore, ricorda che la relazione favorevole con osservazioni, approvata dalla Commissione lo scorso 23 giugno 2009, ha richiamato alcune questioni di interesse ancora attuale: la revisione della procedura di trattazione congiunta del disegno di legge comunitaria e della Relazione annuale sulla partecipazione dell'Italia all'Unione europea; il sostegno all'azione italiana a favore dell'integrazione europea dei Balcani; il rilancio della partnership euroatlantica rispetto alle maggiori crisi globali e la partecipazione dei Parlamenti nazionali all'istituenda Assemblea parlamentare del Partenariato orientale.
Segnala che nel prosieguo dell'esame alla Camera in prima lettura sono state introdotte novità di rilievo con riferimento all'attuale articolo 7 (ex 6) sul coinvolgimento del Parlamento nella predisposizione dei programmi nazionali di riforma per l'attuazione in Italia della Strategia di Lisbona per la crescita e l'occupazione, nonché all'articolo 8 (ex 7). Quest'ultima norma, che ha modificato la legge n.11 del 2005, ha previsto che entro il 31 dicembre il Governo presenti alle due Camere una relazione sulla politica estera e di sicurezza comune con l'indicazione degli esiti dati dal Governo ai pareri, alle osservazioni ed agli atti di indirizzo formulati dal Parlamento.
Limitando le ulteriori considerazioni sul testo in esame alle modifiche apportate dal Senato, richiama l'attenzione dei colleghi innanzitutto sul nuovo articolo 52, recante disposizioni relative all'Amministrazione degli affari esteri. La norma appare in linea con i richiami, operati in questa Commissione e reiterati dai colleghi di maggioranza e di opposizione del Senato, sull'opportunità di garantire una partecipazione adeguata di funzionari italiani presso le istituzioni europee, con particolare riferimento alla Commissione, al fine di rafforzare il ruolo del nostro Paese nella definizione delle politiche e delle iniziative legislative. Ricorda peraltro le disposizioni in materia contenute nel decreto-legge n. 1 del 2010, di recente approvato alla Camera, in tema di missioni internazionali e attivazione del Servizio europeo per l'azione esterna.
Il nuovo articolo 52, in connessione con le esigenze dell'istituendo Servizio europeo per l'azione esterna, apporta alcune modifiche al decreto del Presidente della Repubblica 5 giugno 1967, n. 18, sull'ordinamento dell'Amministrazione degli affari esteri. In particolare, sono riviste le norme riguardanti la formazione e l'aggiornamento professionale dei funzionari diplomatici, la valutazione periodica del personale appartenente ai gradi di consigliere di ambasciata e ministro plenipotenziario, il procedimento di promozione al grado di consigliere di legazione, quello di promozione al grado di consigliere di ambasciata, nonché il procedimento di nomina al grado di ambasciatore.
Evidenzia che con le modifiche in tema di valutazione periodica dei funzionari diplomatici appartenenti ai gradi di consigliere d'ambasciata e di ministro plenipotenziario, per un mero errore materiale è stato soppresso il riferimento ad un rapporto redatto dal valutato sull'attività svolta. Preannuncia pertanto la presentazione di una proposta emendativa volta a ripristinare la norma soppressa.

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Osserva poi che le ulteriori norme dell'articolo 52 riformulano taluni profili della normativa in tema d'impiego di esperti esterni alla Pubblica amministrazione e rimodulano la Tabella 1, allegata al decreto del Presidente della Repubblica n. 18 del 1967, recante la corrispondenza fra i gradi della carriera diplomatica e le funzioni all'estero.
Si riconosce inoltre all'Istituto diplomatico - che dal 2008 ha cessato di rappresentare un autonomo centro di responsabilità gestionale per essere incardinato nella Direzione generale per le risorse umane e l'organizzazione - la facoltà di attivare corsi di formazione a titolo oneroso, aperti anche a cittadini stranieri, i cui proventi saranno riassegnati sui capitoli dello stato di previsione del Ministero degli affari esteri.
Tra le novità contenute nel provvedimento segnala il nuovo articolo 6 che dispone che il Comitato interministeriale per gli affari comunitari europei (CIACE), nel concordare le linee politiche del Governo nel processo di formazione della posizione italiana nella fase di predisposizione degli atti comunitari e dell'Unione europea, debba garantire che tali linee siano coordinate con i pareri espressi dal Parlamento nelle medesime materie. La disposizione appare di particolare interesse in relazione ai contenuti del Protocollo sul ruolo dei Parlamenti nazionali, annesso al Trattato di Lisbona.
L'altro ramo del Parlamento ha inoltre modificato l'articolo 7, di novella della legge n. 11 del 2005, inserendo due nuove disposizioni: gli articoli 4-bis sull'attuazione degli atti di indirizzo delle Camere e 4-ter sul Programma nazionale di riforma, entrambi finalizzati a rafforzare il ruolo del Parlamento nel processo di elaborazione della posizione italiana da rappresentare in sede di Unione europea.
L'articolo 7 ha peraltro modificato la legge n. 11 in merito agli obblighi informativi del Governo alle Camere in materia di procedure giurisdizionali e di pre-contenzioso riguardanti l'Italia, prevedendo che il Governo non solo informi ma metta a disposizione del Parlamento i relativi documenti.
Un'altra modifica ha riguardato l'attuale articolo 8, inserito alla Camera, relativo alla presentazione da parte del Governo al Parlamento di due distinte relazioni: sulla fase ascendente (da presentare entro il 31 dicembre) e sulla politica estera e di sicurezza comune (da presentare entro il 31 gennaio), con la contestuale sottoposizione dal Parlamento di tutti gli elementi conoscitivi necessari per valutare la partecipazione dell'Italia all'Unione europea. Quest'ultima relazione dovrà contenere gli sviluppi del processo di integrazione, unitamente all'elenco dei Consigli europei e dei Consigli dei ministri dell'UE, ai nominativi dei partecipanti italiani e ai temi trattati. Dovrà inoltre segnalare i principi che caratterizzano la posizione italiana nel processo legislativo comunitario, insieme all'elenco degli atti legislativi ancora in itinere.
L'articolo 9, inserito nel corso dell'esame al Senato, novella ulteriormente la legge n. 11 del 2005 ponendo in capo al Governo alcuni obblighi di informazione alle Camere «al fine di permettere un efficace esame parlamentare nell'ambito delle procedure previste dai trattati dell'Unione europea, in merito alla vigilanza del Senato della Repubblica e della Camera dei deputati sul rispetto del principio di sussidiarietà da parte dei progetti di atti legislativi dell'Unione europea». In particolare, si prevede che il Governo, tramite il Ministro per le politiche europee, fornisca, entro tre settimane dall'inizio dell'esame parlamentare di progetti di atti legislativi dell'Unione europea, un'adeguata informazione sui contenuti e sui lavori preparatori relativi alle singole proposte, nonché sugli orientamenti che lo stesso Governo ha assunto o intende assumere in merito.
Alla luce di quanto segnalato, preannuncia la formulazione di una proposta di relazione favorevole con osservazioni sulla base di quanto potrà emergere dal dibattito su tutte queste delicate tematiche, strategiche per il futuro ruolo del Parlamento

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e di questa Commissione nella definizione dell'azione esterna dell'Unione europea.

Il sottosegretario Enzo SCOTTI si riserva di intervenire successivamente.

Franco NARDUCCI, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta, restando fissato il termine per la presentazione degli emendamenti a lunedì 22 febbraio 2010, alle ore 12.

La seduta termina alle 13.20.

RISOLUZIONI DI ASSEMBLEE INTERNAZIONALI

Martedì 16 febbraio 2010. - Presidenza del vicepresidente Franco NARDUCCI. - Interviene il sottosegretario di Stato agli affari esteri, Vincenzo Scotti.

La seduta comincia alle 13.20.

Dichiarazione di Vilnius approvata dall'Assemblea parlamentare dell'OSCE nella Sessione annuale 2009
(Esame Doc. XII-quinquies, n. 21, e conclusione).

Riccardo MIGLIORI (PdL) illustra la risoluzione in titolo, sottolineando l'importanza del seguito presso i Parlamenti nazionali delle prese di posizione assunte in seno all'Assemblea dell'OSCE. Invita i colleghi commissari ad una riflessione specifica su tale tema, che è stato sollevato nella giornata di ieri anche nel corso dell'udienza concessa alla delegazione italiana dal Presidente della Repubblica, in vista della riunione invernale dell'Assemblea dell'OSCE che si aprirà domani a Vienna. Con riferimento alla sessione di Vilnius, rivendica il ruolo essenziale svolto dalla delegazione da lui presieduta, che ha condotto all'approvazione di quattro risoluzioni a prima firma italiana sulla tutela dei minori, sulla moratoria della pena di morte, sull'assistenza ai rifugiati, sulla cooperazione per l'esecuzione delle sentenze penali. Osserva altresì che la rilevanza del contributo italiano è stata riconosciuta anche sotto il profilo della rappresentatività nelle cariche interne all'Assemblea dell'OSCE. Per quanto poi concerne la dichiarazione di Vilnius, ne evidenzia in particolare il carattere di risposta alla crisi economica mondiale, soprattutto con riferimento alle gravi conseguenze in materia di alimentazione e di sussistenza nelle regioni più povere del pianeta, come l'Africa subsahariana. Menziona quindi l'importante presa di posizione per una iniziativa contro i paradisi fiscali contenuta nella dichiarazione stessa. Conclusivamente, preannuncia che nel prossimo mese di ottobre la delegazione italiana ospiterà a Palermo la sessione autunnale dell'Assemblea dell'OSCE avente per specifico tema il Mediterraneo.

Franco NARDUCCI, presidente, esprime a nome di tutti i commissari il più vivo apprezzamento per l'attività svolta dalla delegazione presieduta egregiamente dal collega Migliori e conferma l'impegno della Commissione a dare seguito con particolare attenzione alle deliberazioni dell'Assemblea dell'OSCE.

Claudio D'AMICO (LNP), nel lamentare che le singole risoluzioni approvate dall'Assemblea dell'OSCE a Vilnius non siano pubblicate unitamente alla dichiarazione finale, sottolinea il rilievo politico dei due atti di indirizzo di cui è stato primo firmatario, approvati all'unanimità dall'Assemblea dell'OSCE. In particolare, per quanto concerne le linee guida per gli aiuti e l'assistenza ai rifugiati, ritiene assai rilevante sia il riconoscimento che la principale priorità per i rifugiati consista nella ripresa della propria vita nel proprio paese sia l'ammissione che troppo spesso le richieste dello status di rifugiato all'estero siano utilizzate quale copertura per l'immigrazione clandestina. Quanto alla risoluzione sulla cooperazione per l'esecuzione delle condanne penali, segnala l'importanza dell'invito a stipulare trattati specifici tra le parti che vadano in tale

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direzione, ivi inclusa l'estradizione finalizzata a scontare pene detentive nel paese d'origine.

Franco NARDUCCI, presidente, precisa che i testi menzionati dal collega D'Amico risultano comunque pubblicati separatamente in altri documenti parlamentari. Quanto alle materie che ne sono oggetto, ricorda che l'Italia resta comunque vincolata alle convenzioni internazionali vigenti.

Il sottosegretario Enzo SCOTTI, nel ringraziare la delegazione italiana del lavoro svolto, condivide la considerazione delle risoluzioni adottate quali linee guida da seguire all'interno delle convenzioni internazionali di cui l'Italia è parte. Ritiene altresì che tali risoluzioni siano di ausilio anche per il procedimento in corso a Ginevra presso il Consiglio delle Nazioni Unite per i diritti umani inerente alla revisione periodica universale a cui l'Italia è presentemente sottoposta.

Franco NARDUCCI, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, dichiara concluso l'esame del documento in titolo.

La seduta termina alle 13.35.