CAMERA DEI DEPUTATI
Mercoledì 10 febbraio 2010
281.
XVI LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Cultura, scienza e istruzione (VII)
COMUNICATO
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Mercoledì 10 febbraio 2010. - Presidenza del presidente Valentina APREA. - Intervengono il sottosegretario di Stato per l'istruzione, università e ricerca, Giuseppe Pizza e il sottosegretario di Stato per i beni e le attività culturali, Francesco Maria Giro.

La seduta comincia alle 14.

Sull'ordine dei lavori

Valentina APREA, presidente, propone di passare dapprima all'esame della risoluzione e quindi ai successivi punti all'ordine del giorno.

La Commissione concorda.

RISOLUZIONI

7-00262 Frassinetti: Incremento di iniziative nelle scuole sul tema delle foibe e relativo avvio di corsi di formazione per i docenti.
(Discussione e rinvio)

La Commissione inizia la discussione della risoluzione in titolo.

Valentina APREA, presidente, ringrazia la vicepresidente Frassinetti per aver presentato la risoluzione in discussione che tocca un argomento delicato e importante per la storia del Paese, a volte dimenticata, che merita invece di essere ricostruita in modo adeguato. La invita quindi ad illustrarla.

Paola FRASSINETTI (PdL) ringrazia a sua volta la presidente Aprea e tutti i rappresentanti dei gruppi che hanno dato la propria disponibilità ad inserire all'ordine del giorno della seduta odierna la risoluzione di cui è prima firmataria che illustra. Ritiene che anche la discussione odierna in Commissione sia un modo fattivo di ricordare la tragedia delle foibe che ha visto compiersi tra il 1943 e 1948 un raccapricciante fatto di «pulizia etnica», perpetrata dai partigiani comunisti del maresciallo Tito nei confronti di migliaia di italiani, colpevoli solo di appartenere a tale nazionalità. Segnala, inoltre, che non vi sono stati pregiudizi ideologici che l'hanno indotta a presentare la risoluzione, ma solo l'intento di portare al centro dell'attenzione del dibattito parlamentare la verità ideologica relativa ai fatti indicati, soprattutto nelle scuole. Ricorda quindi che, nello specifico, si intende promuovere nelle scuole di ogni ordine e grado lo svolgimento di incontri e dibattiti sui tragici avvenimenti storici, per trasmetterne «la memoria» agli studenti e alle giovani generazioni. Ritiene infatti che se i giovani non vengono coinvolti, la memoria non potrà, infatti, mai essere condivisa né comunicata alle giovani generazioni che non l'hanno vissuta in prima persona.
Aggiunge che vi è stato un silenzio assordante che per anni, e con tutti i Governi che si sono via via alternati, ha circondato tale tragedia, rilevando che si tratta di un'emergenza vera e propria, che non più essere più taciuta. Ritiene, peraltro, che accanto al colpevole silenzio vi sia stato anche il tentativo di minimizzare la tragedia, sottolineando altresì l'esistenza di statistiche, che dimostrano che il ricordo delle foibe si è nel tempo affievolito, in particolare per la parte riguardante l'esodo forzato dei 250 mila italiani. Osserva, altresì, come nelle scuole la storia delle foibe sia raccontata agli studenti da associazioni non qualificate, in modo del tutto distorto. Sottolinea, quindi, come nella risoluzione si faccia espresso riferimento alla necessità di incrementare ogni tipo di iniziativa negli istituti scolastici, istituendo presso il ministero dell'istruzione un albo delle associazioni, composte non solo dagli esuli, i rappresentanti delle quali siano autorizzati a recarsi nelle scuole per ricordare i fatti accaduti. Rileva che il recente libro dello sloveno Pirjevec, edito da Einaudi, e distribuito nelle scuole di Torino, esprime giudizi gravi sugli avvenimenti storici riferiti alle foibe, non corrispondenti alla verità; esistono, infatti, negazionisti della vicenda, come ha anche

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ricordato lo stesso sindaco di Roma nel corso delle commemorazioni in occasione di questa giornata. Rileva inoltre che è stato istituito presso la Presidenza del Consiglio un tavolo di lavoro su tali argomenti, che si riunirà il 15 febbraio prossimo con le associazioni delegate. Sottolinea, in conclusione, che è necessario riferire i fatti così come sono avvenuti, ponendo al centro dell'analisi storica nelle scuole la testimonianza diretta degli esuli, come potrebbero fare i componenti di alcune delle sei associazioni già costituite che si occupano della vicenda.

Manuela GHIZZONI (PD) sottolinea che da parte del proprio gruppo vi è stata una assoluta consonanza di intendimenti nell'avviare la discussione della risoluzione in oggetto nella seduta odierna, malgrado sia stata presentata solo due giorni fa. Ritiene peraltro importante che non ci si fermi alla sola celebrazione, ma che tutto ciò debba essere spunto per ulteriori riflessioni. Rileva, infatti, che la legge n. 92 del 30 marzo 2004, istitutiva della «Giornata del ricordo», approvata anche con il contributo del gruppo da lei rappresentato, ha ad oggetto non solo il dramma delle foibe ma anche quello dell'esodo tragico di tanti italiani e delle vicende drammatiche del confine orientale. Auspica, in conclusione, che si possa arrivare ad un testo condiviso degli impegni al Governo previsti dalla risoluzione in discussione.

Ricardo Franco LEVI (PD) ringrazia la collega Frassinetti per aver esposto il senso e il contenuto della risoluzione da lei presentata. Ricorda come si tratti di pagine dolorose della storia patria, sottolineando come sia dovere di ciascuno fare una riflessione profonda su tali fatti, inquadrati nella storia del confine orientale della nazione. Osserva che le foibe si inquadrano in una storia di nazionalismi e di scontri, che affondano le radici nell'Ottocento. Ricorda che quando i nazionalismi si sono incrociati con i totalitarismi, quello del fascismo prima e il totalitarismo comunista poi, si sono prodotti i più gravi crimini della storia; quella delle foibe è la più grande tragedia del totalitarismo titoista. Rammenta d'altro canto che quei veleni sono continuati successivamente con il fiume di odio arrivato fino ai giorni della guerra dei Balcani, i genocidi, i massacri dell'ex Jugoslavia. Rileva, quindi, che il tema centrale di tali vicende è la storia del confine orientale nazionale; pagine importanti della storia italiana, che nella giornata odierna il Presidente Napolitano ha voluto non siano più oggetto né di oblìo né di rimozioni. Ritiene che si tratti di un auspicio che tutti possono condividere convintamente. È importante rileggere le pagine della storia delle foibe senza separarle da quelle della storia nazionale. In questo senso, ritiene che il testo della risoluzione meriterebbe di essere arricchito da una prospettiva storica più lunga, per sfuggire alla contrapposizione che ha favorito il lungo oblìo.
Considera pertanto importante proseguire nello spirito di condivisione espresso dalla collega Ghizzoni, concordando con la necessità di partire dall'attività di informazione da svolgere nelle scuole, peraltro già previsto dalla legge. Sottolinea, altresì come sia fondamentale ricercare il confine tra ciò che è testimonianza e ciò che è riflessione storiografica, osservando che storici di grande esperienza e professionalità possano concorrere a riportare la verità insieme a quanti sono stati testimoni diretti di quei fatti. Ritiene peraltro che non si debba enucleare una categoria di testimoni abilitati con l'esclusione di altri, poiché ciò non consente di arrivare ad un inquadramento complessivo dei fatti istriani, fiumani e dalmati nella storia nazionale, ma rischia di portare alla ricostruzione di una storia separata. Auspica, in conclusione, che il relatore sia disponibile a svolgere una riflessione condivisa sui temi indicati, al fine di arrivare alla predisposizione di un testo comune.

Maria Letizia DE TORRE (PD), ricordando di aver vissuto in prima persona il dramma degli esuli, osserva innanzitutto che non solo è importante raccontare la storia, ma è importante anche imparare dalla storia stessa. Ritiene, infatti, che

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occorre interrogarsi sulle motivazioni che portano a ricordare per arrivare però ad una riconciliazione, all'elaborazione cioè delle sofferenze e alla soluzione pacifica delle rispettive rivendicazioni; tentativi che si stanno facendo in tanti Paesi del mondo come in Ruanda e in Colombia. Segnala, inoltre, come i fatti storici siano già stati codificati nello specifico dall'apposito Osservatorio dei Balcani, che nella relazione del 25 luglio del 2000 ha raccontato i fatti del confine italo-sloveno, con un valore storiografico di tale documento ampiamente riconosciuto a livello scientifico. Osserva, altresì, come la scuola italiana debba insegnare correttamente la storia, attingendo alle giuste fonti documentali, ma sempre con l'obiettivo della riconciliazione. Ribadisce, d'altro canto, l'importanza di una migliore formazione degli insegnanti di storia che hanno la responsabilità di formare giovani generazioni come persone capaci di non ripetere gli errori dei padri.
Ritiene quindi importante che la Commissione cultura giunga all'approvazione di una risoluzione condivisa che interpreti compiutamente tali esigenze.

Il sottosegretario Giuseppe PIZZA si dichiara favorevole alla risoluzione in discussione. Ritiene che il dibattito della Commissione sia simbolicamente importante, auspicando che si pervenga all'approvazione di un testo che sia il più ampiamente condiviso da tutte le forze politiche.

Pierfelice ZAZZERA (IdV) segnala come l'atto in discussione sia di estrema rilevanza e come debba essere considerato un punto di partenza per arrivare ad una possibile condivisione. Ricollegandosi a quanto detto dall'onorevole De Torre, ritiene che l'obiettivo debba essere quello della riconciliazione: occorre conservare la memoria ma anche raccontare la verità al di fuori delle contrapposizioni ideologiche. Auspica che il lavoro che è stata fatto in questi anni aiuti a trovare un accordo possibile, sottolineando come ancora oggi non si sia immuni da discriminazioni razziali, in quanto a volte il «diverso» continua a venire considerato la persona da escludere e da eliminare. Ritiene altresì importante che nel raccontare i fatti di quegli anni si faccia riferimento ad un messaggio, quello della convivenza, del vivere insieme, contro tutte le idee di totalitarismo e di nazionalismo, come ricordava Don Tonino Bello, sottolineando che occorre sforzarsi per ricercare e trovare l'unità che comunichi alle giovani generazioni un nuovo modello rispetto alle tragedie del passato.

Emerenzio BARBIERI (PdL), esprimendo innanzitutto il proprio apprezzamento per il lavoro svolto dalla collega Frassinetti, che ha elaborato un testo così importante di cui è cofirmatario, sottolinea che non dovrebbero esservi difficoltà nell'arrivare ad un voto unanime. Ritiene peraltro opportuno sottolineare che si è in presenza di un argomento per il quale ogni parte ha delle proprie «convinzioni ideali» e che quindi vi sono dei paletti invalicabili. Ricorda che ancora oggi nel Paese una parte rilevante degli insegnanti e della gente comune non sa cosa siano le foibe, o, se ne è al corrente, non ne parla. Ricorda come su quei confini, Governi passati della Repubblica, e in particolare il Governo Rumor hanno agito con atti significativi come il Trattato di Osimo: l'onorevole Corrado Belci riferendosi alle foibe disse che tali fatti appartenevano al passato. Ritiene, peraltro, non accettabile la posizione dello scrittore sloveno già citato dalla collega Frassinetti, che considera nel suo libro i massacri dei partigiani titoisti come una reazione a quanto provocato dagli italiani in quei territori, non essendo una posizione suffragata dalla testimonianza di chi ha vissuto quei fatti o ha visto i propri parenti partire senza più tornare. Ferma la disponibilità ad una condivisione, ritiene che non è più sufficiente celebrare solo l'epopea della Resistenza, senza ricordare anche nello stesso periodo il dramma di centinaia di «infoibati» solo perché italiani. Auspica, inoltre, in conclusione, che la scuola possa insegnare

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e trasmettere la memoria di tali fatti in modo autentico e veritiero.

Eugenio MAZZARELLA (PD), pur se il suo intervento dovesse apparire ad alcuni colleghi non «politicamente corretto», ricorda innanzitutto come si sia parlato fin ora di rimozioni e di memorie condivise, segnalando peraltro che lo strumento stesso della risoluzione comporta di per sé che vi possano essere elementi di divisione. Richiamando la sua storia professionale, ricorda che occorre interrogarsi se non ci sia un elemento di verità storica anche nelle forme di rimozione collettiva. Ritiene, in questo senso, che il modo migliore di fare storiografia sia l'affidarsi al dibattito degli storici e che la migliore storiografia sia quella libera, capace di produrre i migliori e più stabili risultati. Le ragioni dei vinti di ieri possono essere le ragioni dei vincitori di oggi e una memoria esistenziale è sempre di parte. Ricorda, altresì, che negli anni Sessanta i programmi scolastici di storia si fermavano agli eventi della prima guerra mondiale, quasi come vi fosse un segnale che confermasse l'esistenza di una memoria condivisa ferma a quell'epoca, che non poteva proseguire oltre. Considera opportuno, infine, arrivare ad un testo condiviso di una risoluzione che sia saggia però e che non sommi un errore ad un altro, visto che il risultato non porterebbe ad alcuna verità.

Paola GOISIS (LNP) ritiene che occorre staccarsi dalla contrapposizione ideologica, in quanto sono passati oltre sessant'anni e il tempo trascorso permette di parlare con obiettività di tali tragici avvenimenti nelle scuole di Italia. Ricorda come dopo gli anni di cui parlava il collega Mazzarella i testi scolastici non andavano oltre la seconda guerra mondiale, ricordando solo le tragedie del fascismo e del nazismo. Nel suo ruolo di insegnante, invece, ha sempre insegnato la storia ricordando tutte le vicende rilevanti del Novecento, dai fatti di Budapest del Cinquantasei a quelli della primavera di Praga, essendo tra i pochi insegnanti in quel periodo a commentare libri significativi come Arcipelago Gulag di Solzenicyn. Sottolinea quindi che ancora oggi nei libri di storia sono riportate poche righe sulle foibe, come poche sono anche quelle dedicate alla Repubblica Serenissima di Venezia. Auspica quindi che, nei libri, la storia venga riportata così come è stata. Ritiene possibile arrivare ad un testo condiviso, considerando peraltro legittima la richiesta della collega Frassinetti che a parlare dei fatti siano i testimoni che hanno vissuto personalmente tali drammatiche realtà.

Giancarlo MAZZUCA (PdL) osserva come non sia più possibile, dopo il tempo trascorso, continuare a favorire errori e contrapposizioni. Ritiene opportuno pensare al futuro, dando un segnale di riconciliazione, al fine di andare oltre le divisioni, ma ricordando i fatti così come sono accaduti. Precisa che questo è stato per esempio l'intento che lo ha mosso nello scrivere, con Arrigo Petacco, il libro «Resistenza Tricolore», di prossima pubblicazione.

Caterina PES (PD) ricorda, in qualità di insegnante di storia nei licei, che i fatti storici devono essere legati alle fonti documentali, sottolineando inoltre l'importanza della preparazione e della formazione dei docenti in merito agli eventi di quegli anni. Osserva come grazie alle fonti documentali la storia sia stata più volte riscritta, aggiungendo peraltro come, nonostante sia stata scritta dai vincitori, i risultati più brillanti siano stati quelli di chi, come Renzo De Felice, più di ogni altro, ha saputo spiegare gli eventi e la quotidianità del fascismo attraverso lo studio di nuove fonti documentali. Ricorda che Max Weber sottolineava che la storia non è mai avalutativa, con ciò intendendo evidenziarne in qualche modo una dimensione di parzialità. Ritiene peraltro che la migliore storiografia sia quella libera, nata dal confronto tra le fonti documentali; aggiunge peraltro che se solo alcune associazioni e non altre fossero ammesse a riferire tali vicende, ci sarebbe il rischio di

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arrivare ad un'interpretazione parziale a seconda del momento politico, oggi di centrodestra, domani di centrosinistra. In conclusione, non ritiene che una sola voce faccia bene alla ricostruzione obiettiva della storia.

Paolo GRIMOLDI (LNP) ringrazia la collega Frassinetti e sottoscrive la risoluzione in discussione. Ritiene importante fare una valutazione di carattere generale sul fatto che tanti avvenimenti della storia patria non vengano adeguatamente evidenziati, come la storia dei dogi di Venezia o quella di Napoli, capitale per secoli, che risulta a molti sconosciuta. Ritiene, invece, che si tratti di elementi da sviluppare, essendo motivo di orgoglio per tutto il Paese, al di là delle appartenenze politiche o geografiche. Sottolinea come per anni sembra esserci stata, da una parte, una storia di serie A con le sue vittime; dall'altra, una storia di serie B con altrettante vittime, ma di serie B. Ritiene importante invece uscire da queste contrapposizioni, per arrivare a spiegare fino in fondo la verità dei fatti alle nuove generazioni, partendo anche da un documento come quello in discussione.

Fabio GARAGNANI (PdL) condivide pienamente l'atto presentato dalla collega Frassinetti e apprezza il clima che si è creato nella Commissione, anche se riconosce che i punti di partenza non sono uguali. Ritiene che con la risoluzione in discussione si possa in qualche modo riparare ad un'ingiustizia perpetrata nei confronti delle vittime delle foibe, ricordando quanto sia importante il compito di ciascuno di approfondire e ricercare la verità. Ricorda che l'allora sindaco di Bologna Cofferati volle porre una lapide in ricordo del treno che nel 1950 riportava gli esuli in Italia, treno che fu fatto oggetto di fischi e di lancio di oggetti. Si tratta quindi di rimediare ad un'ingiustizia. Apprezza, in conclusione lo sforzo fatto dalla collega Frassinetti nell'elaborare e nel proporre alla Commissione la risoluzione in discussione.

Manuela GHIZZONI (PD) ricorda come nella precedente legislatura la Commissione votò un'identica risoluzione in un testo condiviso, sottolineando che quella tragica storia non è di serie B ma appartiene alla storia dell'Italia tutta. Osserva come nella Commissione cultura si sia sempre trovato un accordo, guardando al merito dei problemi, attraverso soluzioni condivise. Ritiene che nel caso della risoluzione in oggetto si possa trovare una riformulazione condivisa, alla quale le risulta che il collega Levi stia già lavorando. Ritiene, inoltre, che si debba uscire dalla logica di uso politico della storia, ricordando come tali vicende vadano inquadrate nell'ambito delle tragiche vicende dei nazionalismi del Novecento che hanno interessato in particolare il confine orientale. Auspica che si possa abbandonare una sterile contrapposizione politica e che le «Giornate del Ricordo e della Memoria» siano segnali positivi nella giusta direzione della riconciliazione. Come ha sottolineato la collega Goisis, non si può avere solo un punto di vista: la storia deve essere composta da più storie e chi è storico è sempre revisionista, cioè deve sempre rivedere i fatti alla luce dei nuovi approcci storiografici e di nuove fonti documentali. Ritiene in questo senso che la previsione di un albo formato solo da poche associazioni possa essere un approccio pericoloso che può risolversi nella trasmissione di una sorta di storia «ufficiale». Ritiene infine che non si possano operare tagli alle risorse finanziarie destinate alla formazione dei docenti e poi chiedere però da parte loro una sempre maggiore formazione. Riferendosi, infine, a quanto affermato dal collega Grimoldi, sottolinea che la scuola italiana sta facendo un grande lavoro sulle storie locali, ma ritiene che le foibe, l'esodo e i confini, oggetto della risoluzione, non siano certo fatti appartenenti a una storia locale, limitata geograficamente.

Giovanni Battista BACHELET (PD) ricorda purtroppo di essere un esperto di lapidi, avendo commemorato da ormai trent'anni l'assassinio di suo padre. Ritiene

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perciò che le lapidi siano generiche, come lo è anche quella che ricorda che suo padre è caduto nell'adempimento del suo dovere, senza però citare chi lo ha ucciso. Segnala alla Commissione che esiste un progetto di una scuola di Trento che ha prodotto il libro Sedie Vuote con interviste a vittime di vari terrorismi, prodotto in risposta ad un'altra scuola della stessa città che invitava a parlare ex terroristi. Ritiene che ciò sia la ricchezza di una scuola libera che può crescere nel confronto e anche scrivere dei libri che parlino, da diversi punti di vista, dello stesso argomento. Da parte sua, non inviterebbe solo associazioni di vittime del terrorismo a parlare di quelle vicende, ma anche ex terroristi che possano testimoniare di aver pagato il loro debito, per gli errori compiuti. Sottolinea come i testimoni dei fatti storici hanno la memoria degli eventi che hanno vissuto, che è però pur sempre soggettiva: la condivisione la può dare invece solo la storia. Non ritiene opportuno quindi la previsione di un elenco preordinato che indichi chi può parlare e chi no: tutti dovrebbero essere ascoltati e invitati a parlare nelle scuole, se testimoni o studiosi di quei fatti.

Valentina APREA, presidente, ricorda che, oltre ai giovani, ciascuno è oggi cittadino europeo: l'Italia e la Slovenia sono in Europa insieme e condividono lo stesso cammino, la stessa storia. Ritiene però importante trasmettere ai giovani la fatica e il lungo percorso che hanno portato alla costruzione di una cittadinanza europea e quante volte l'identità italiana è stata calpestata. Osserva che si deve avere quindi un debito di riconoscenza nei confronti di chi ha studiato i fatti in discussione, sottolineando come la stessa storiografia quasi ha chiesto tempo, prima di poter affrontare tali tragedie. Rileva come in riferimento ad alcune date simbolo, ad esempio il 25 aprile, la scuola ha fatto la sua parte nel trasmettere determinati valori.
Ritiene, quindi, che oggi si possano saldare i conti con quel passato, sottolineando che il primo impegno al Governo della risoluzione vada in tale senso. Ricorda d'altra parte che la storia si è mossa con una tale velocità da rendere necessaria una riflessione complessiva come si sta facendo anche con la valutazione di prevedere la giornata per la celebrazione della caduta del Muro di Berlino. Condivide quanto espresso dalla collega Pes e ritiene che enti e associazioni accreditati, che beneficiano dei finanziamenti del ministero, possano curare la formazione dei docenti, la trasmissione dei fatti storici e iniziare il percorso di costruzione condiviso. Aggiunge comunque che è importante far capire ai ragazzi che libertà e democrazia non sono doni gratuiti o esperienze che ci si trova a vivere per caso. Dopo il serio e appassionato dibattito che si è svolto in Commissione, auspica quindi che si possa arrivare ad un dispositivo condiviso e ad una approvazione unanime di un testo apprezzato da tutte le forze politiche.

Benedetto Fabio GRANATA (PdL) condivide quanto precisato dalla presidente Aprea e apprezza lo spirito culturale che ha mosso l'onorevole Frassinetti a presentare la risoluzione in discussione. Sottolinea come oggi vi sia una piena accettazione dei valori repubblicani da parte di tutti, ma che ognuno ha una storia personale e familiare diversa. Ricorda, ad esempio, che il Presidente Fini, pur avendo il padre combattente nella Repubblica Sociale, è riuscito ad innovare un movimento politico portandolo oltre certi confini. Rileva, peraltro, che c'è stato un tempo in cui non si poteva neanche parlare di bombardamenti di alleati americani sulla scuola Gorla di Milano, ma si doveva attribuirne la responsabilità a bombardamenti tedeschi. Ribadisce quindi l'auspicio che si possa cogliere la saggia proposta della presidente Aprea per arrivare all'approvazione unanime della Commissione cultura di un testo condiviso, come è nella sua tradizione.

Valentina APREA, presidente, ringrazia i componenti della Commissione per il dibattito appassionato e vero che hanno svolto. Invita quindi la collega Frassinetti

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a svolgere le opportune intese tra i colleghi, per giungere alla definizione di un testo della risoluzione che sia approvato da tutte le forze politiche.

Nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia quindi il seguito della discussione ad altra seduta.

La seduta termina alle 15.

SEDE REFERENTE

Mercoledì 10 febbraio 2010. - Presidenza del presidente Valentina APREA. - Interviene il sottosegretario di Stato per i beni e le attività culturali, Francesco Maria Giro.

La seduta comincia alle 15.

Abrogazione dell'equipollenza del diploma di laurea in scienze motorie al diploma di laurea in fisioterapia.
Nuovo testo C. 2131, approvata dalla 7a Commissione permanente del Senato, C. 1192 Siliquini e C. 2317 Evangelisti.
(Seguito dell'esame e rinvio).

La Commissione prosegue l'esame del provvedimento, rinviato da ultimo, il 27 gennaio 2010.

Valentina APREA, presidente, comunica che è pervenuto il parere favorevole della I Commissione e il parere favorevole con condizioni della XII Commissione.

Emerenzio BARBIERI (PdL), relatore, illustra due emendamenti che recepiscono le condizioni del parere della XII Commissione, di cui raccomanda l'approvazione (vedi allegato 1), auspicando una rapida approvazione del provvedimento in sede legislativa.

Il sottosegretario Francesco Maria GIRO esprime parere favorevole sugli emendamenti del relatore.

La Commissione approva quindi, con distinte votazioni, gli emendamenti 1.1 e 1.2 del relatore.

Valentina APREA, presidente, si riserva di trasmettere alla presidenza della Camera la richiesta di trasferimento in sede legislativa, una volta perfezionati i requisiti di cui all'articolo 92, comma 6.

Nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.

Sui lavori della Commissione.

Giovanni LOLLI (PD) sollecita l'avvio dell'esame delle proposte di legge in materia di disciplina della professione dei laureati in scienze motorie.

Valentina APREA, presidente, precisa che la proposta sarà esaminata nella prossima riunione dell'Ufficio di presidenza, integrato dai rappresentanti dei gruppi, della Commissione.

Aumento di un contributo dello Stato in favore della Biblioteca italiana per i ciechi «Regina Margherita» di Monza e modifiche all'articolo 3 della legge 20 gennaio 1994, n. 52, concernenti le attività svolte dalla medesima Biblioteca.
Nuovo testo C. 2064 Grimoldi.
(Seguito dell'esame e rinvio.)

La Commissione prosegue l'esame del provvedimento, rinviato da ultimo, il 27 gennaio 2010.

Valentina APREA, presidente, comunica che è pervenuto il parere favorevole della I Commissione, il parere favorevole con condizioni della V Commissione, il parere favorevole con osservazione della XII Commissione e il parere favorevole con osservazione della Commissione per le questioni regionali.

Emerenzio BARBIERI (PdL), relatore, illustra l'emendamento 1.1 che ha presentato per recepire il parere espresso dalla Commissione bilancio (vedi allegato 2).

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Manuela GHIZZONI (PD) ritiene che sarebbe opportuno comprendere se l'emendamento presentato garantisce, in ogni caso, che sia tenuto fermo il contributo di 7 milioni di euro, inizialmente fissato dalla legge.

Il sottosegretario Francesco Maria GIRO esprime parere favorevole sull'emendamento 1.1, chiarendo che non si tiene fermo il finanziamento dei 7 milioni di euro, dato che invece il finanziamento complessivo sarà pari a circa 4 milioni di euro.

Emerenzio BARBIERI (PdL), relatore, sottolinea che la copertura prevista è quella più idonea.

Manuela GHIZZONI (PD) chiede di passare all'esame degli altri punti all'ordine del giorno, allo scopo di svolgere alcuni approfondimenti.

Valentina APREA, presidente, rinvia quindi l'esame del provvedimento in titolo al termine dell'esame della proposta di legge n. 2165, per consentire lo svolgimento degli approfondimenti richiesti.

Dichiarazione di monumento nazionale e contributo per l'esecuzione dei restauri interni ed esterni della Basilica di San Petronio in Bologna.
C. 2955 Garagnani.

(Seguito dell'esame e rinvio).

La Commissione prosegue l'esame del provvedimento rinviato, da ultimo, nella seduta del 27 gennaio 2010.

Valentina APREA, presidente, avverte che non sono stati presentati emendamenti alla proposta di legge in esame.

Emerenzio BARBIERI (PdL) ritiene che dovrebbero essere tenute in considerazione dal relatore le proposte di correzione formale formulate nel dossier di documentazione predisposto dagli uffici.

Fabio GARAGNANI (PdL), relatore, si riserva di presentare un apposito emendamento in tal senso nel prosieguo dell'esame.

Valentina APREA, presidente, avverte che il testo della proposta di legge verrà trasmesso alle Commissioni competenti, per l'espressione del parere di competenza, anche ai fini del suo trasferimento alla sede legislativa.

Nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia quindi il seguito dell'esame ad altra seduta.

Disposizioni per la valorizzazione del patrimonio archivistico, librario, artistico e culturale dell'Abbazia di Montecassino e per il recupero e il restauro del Monastero di San Benedetto in Subiaco.
Nuovo testo C. 2165 Anna Teresa Formisano e C. 2550 Reguzzoni.

(Seguito dell'esame e rinvio).

La Commissione prosegue l'esame del provvedimento, rinviato, da ultimo, nella seduta del 26 gennaio 2010.

Luciano CIOCCHETTI (UdC), relatore, illustra gli emendamenti Tit.1, 1.2 nonché gli articoli aggiuntivi 1.01, 1.02, 1.03, 1.04 da lui presentati, al fine di recepire il contenuto del testo della proposta di legge n. 2550, raccomandandone l'approvazione (allegato 3).

Alessandra SIRAGUSA (PD) chiede chiarimenti sull'attività svolta dal Museo di Volandia.

Marco Giovanni REGUZZONI (LNP), in qualità di primo firmatario della proposta di legge n. 2550, ricorda che il Museo di Volandia è un'importante struttura, finanziata al momento da vari enti locali e soggetti privati, che ha acquistato vari edifici da parte di Finmeccanica che svolge un ruolo importante nella valorizzazione storica, culturale, turistica e ambientale del territorio.

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Paolo GRIMOLDI (LNP) rileva che il Museo in questione rappresenta un importante polo di aggregazione anche per i bambini.

Emerenzio BARBIERI (PdL) ringrazia il relatore per aver presentato un emendamento specifico che suddivide in parti uguali il contributo destinato all'Abbazia di Montecassino e al Monastero di Subiaco.

Manuela GHIZZONI (PD) non comprende per quale motivo sia stato esteso l'intervento previsto dalla proposta di legge anche al Museo di Volandia. Chiede pertanto chiarimenti al riguardo, anche perché non ci sono ragioni per accumunare i due interventi. Ritiene pertanto che la Commissione debba seguire dei criteri maggiormente coerenti per quel che riguarda l'assegnazione delle risorse attraverso appositi provvedimenti. Auspica che il relatore possa fornire i chiarimenti necessari al riguardo.

Luciano CIOCCHETTI (UdC), relatore, ricorda che il provvedimento in esame era stato approvato in un primo momento e inviato alla Commissione bilancio, che aveva indicato un finanziamento molto esiguo limitato all'anno 2009. Alla luce anche del fatto che l'ultima legge finanziaria ha previsto un Fondo con la dotazione di 39 milioni di euro per far fronte a interventi simili a quelli proposti con la presente proposta di legge, si è proceduto successivamente all'abbinamento della proposta dell'onorevole Reguzzoni, al fine di ricomprendere anche tale proposta nell'ambito dell'intervento complessivo.

Manuela GHIZZONI (PD) ritiene che sarebbe necessario rinviare l'esame del provvedimento, allo scopo di approfondirne il contenuto.

Valentina APREA, presidente, rileva che interventi come quelli proposti sono stati approvati di volta in volta per venire incontro alle esigenze dei vari gruppi e che quindi il progetto di legge in esame rientra perfettamente in tale logica. Ricorda che nella seduta del 26 gennaio 2010 la Commissione ha deliberato l'abbinamento della proposta di legge n. 2550 alla n. 2165.

Marco Giovanni REGUZZONI (LNP) ritiene che il Museo Volandia rappresenti un progetto importantissimo, condivisibile a livello nazionale attraverso un intervento finanziario dello Stato, anche in considerazione del fatto che cento anni fa proprio da quella area prese il volo il primo aereo italiano. Auspica quindi che su un provvedimento del genere non vi siano divisioni perché si tratta di un progetto importante, che necessita dell'appoggio di tutte le parti politiche.

Manuela GHIZZONI (PD) concorda con l'esigenza di entrare nel merito del provvedimento, ribadendo peraltro l'esigenza di rinviarne l'esame, al fine di svolgere gli approfondimenti in questione.

Emerenzio BARBIERI (PdL) ritiene opportuno rinviare ad una prossima seduta l'esame del provvedimento.

Valentina APREA, presidente, concordando con la proposta di rinviare l'esame del provvedimento, ritiene che su un tema come quello in oggetto non dovrebbero esserci divisioni, trattandosi di provvedimenti che realizzano interventi richiesti dal territorio.

Nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia quindi il seguito dell'esame ad altra seduta.

Aumento di un contributo dello Stato in favore della Biblioteca italiana per i ciechi «Regina Margherita» di Monza e modifiche all'articolo 3 della legge 20 gennaio 1994, n. 52, concernenti le attività svolte dalla medesima Biblioteca.
Nuovo testo C. 2064 Grimoldi.
(Seguito dell'esame e rinvio).

La Commissione prosegue l'esame del provvedimento, rinviato da ultimo nella seduta odierna.

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Manuela GHIZZONI (PD), dopo gli approfondimenti svolti, rileva che il finanziamento, pur diminuito nel suo importo, ha una sua utilità e pertanto preannuncia, anche a nome dei deputati del proprio gruppo, il voto favorevole sull'emendamento presentato.

Valentina APREA, presidente, sottolinea che interventi come quello proposto dalla presente proposta di legge sono importanti al fine di realizzare iniziative di interesse di tutta la Commissione.

La Commissione approva quindi l'emendamento 1.1 del relatore.

Valentina APREA, presidente, si riserva di trasmettere alla presidenza della Camera la richiesta di trasferimento in sede legislativa, una volta perfezionati i requisiti di cui all'articolo 92, comma 6.

Nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia quindi il seguito dell'esame ad altra seduta.

Istituzione di un Fondo per il restauro, il recupero e la valorizzazione culturale, religiosa, turistica e sociale del complesso monastico di San Giovanni Battista del Monte Venda.
C. 2298 Goisis.

(Seguito esame e rinvio).

La Commissione prosegue l'esame del provvedimento in titolo, rinviato nella seduta del 29 ottobre 2009.

Valentina APREA, presidente, avverte che non stati presentati emendamenti al provvedimento in esame. Il testo della proposta di legge verrà quindi trasmesso alle Commissioni al fine dell'espressione del parere di competenza.

Nessuno chiedendo di intervenire, rinvia quindi il seguito dell'esame ad altra seduta.

Disposizioni per il restauro e la valorizzazione della Rocca di Canossa e per la celebrazione del nono centenario della morte della contessa Matilde di Toscana.
C. 2967 Alessandri.
(Esame e rinvio).

La Commissione inizia l'esame del provvedimento in oggetto.

Emerenzio BARBIERI (PdL), relatore, ricorda che la proposta di legge in esame prevede la realizzazione di un progetto per il restauro la valorizzazione culturale, ambientale, turistica e architettonica della Rocca di Canossa, nonché per il recupero della sua memoria storica e la tutela del suo contesto paesaggistico, ai fini della ricorrenza, nel 2015, del nono centenario della morte della contessa Matilde di Toscana (articolo 1). Ricorda che, come riferisce la relazione illustrativa, il Castello di Canossa sorge su un'alta rupe rocciosa situata nell'angolo nord-occidentale della provincia di Reggio-Emilia. La rupe - interamente costituita di roccia arenacea, e per questo particolarmente esposta all'azione demolitrice degli agenti atmosferici - sorge in un ambito paesaggistico caratterizzato da calanchi, nonché da una serie di borghi di origine medioevale. Il Castello, inoltre, ospita attualmente il Museo nazionale «Naborre Campanini». Sottolinea che l'articolo 2 traccia le linee generali del progetto - da realizzarsi a cura del comitato nazionale di cui all'articolo 4 della medesima proposta di legge - che contempla interventi di ristrutturazione architettonica, consolidamento geotecnico e restauro dei manufatti, nonché indagini archeologiche e azioni di valorizzazione culturale, paesaggistica e turistica del territorio in cui è situata la Rocca. Gli interventi sono finalizzati, in particolare, al conseguimento dei seguenti obiettivi: analisi dello stato di conservazione della rupe della Rocca e conseguente recupero, nonché riqualificazione del contesto paesaggistico

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circostante, con la previsione anche di misure atte a eliminare le cause di alterazione del paesaggio (comma 2, lettere a) e d)); analisi dello stato di conservazione degli elementi strutturali e decorativi (del Castello) - ivi inclusi murature e intonaci interessati da fenomeni di corrosione -, e conseguenti interventi di restauro e risanamento (comma 2, lettere a) e b)); indagini archeologiche volte a definire l'antico assetto della rupe, con particolare riferimento all'area dell'antico borgo medievale e agli ambienti (del Castello) in cui nel 1077 avvenne l'incontro fra Papa Gregorio VII e l'imperatore di Germania Enrico IV (comma 2, lettera c)); recupero e restauro delle principali testimonianze dell'architettura medievale presenti nel territorio, nonché restauro di elementi architettonici e manufatti afferenti a edifici di culto di cui siano storicamente attestati i legami culturali, economici o sociali con la Rocca, con particolare riferimento alla Chiesa medievale di Canossa (comma 2, lettere e) ed i)); catalogazione dei reperti e dei documenti conservati nel museo nazionale della Rocca, nonché inventario e digitalizzazione dei medesimi documenti (comma 2, lettera f)); organizzazione di eventi culturali, scientifici e mediatici per la celebrazione della ricorrenza del nono centenario della morte della contessa Matilde di Toscana, nel 2015 (comma 2, lettera g)); realizzazione di nuove strutture turistiche e ricettive (comma 2, lettera h)).
Precisa che in base all'articolo 3, per la realizzazione del progetto è prevista l'istituzione di un fondo speciale nello stato di previsione del Ministero per i beni e le attività culturali, con una dotazione di 500.000 euro per l'anno 2010 e di 1 milione di euro per ciascuno degli anni dal 2011 al 2014. Segnala che il successivo articolo 4 prevede l'istituzione di un comitato nazionale per la realizzazione del progetto e per la gestione del fondo speciale. Il comitato, nominato con decreto del Presidente del consiglio dei Ministri, è posto sotto la vigilanza del Ministero per i beni e le attività culturali. Al medesimo comitato è affidata l'organizzazione di eventi scientifico-culturali - e la definizione del relativo calendario dei lavori - per le celebrazioni relative al centenario. La composizione del comitato prevede: un presidente - nominato con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri - da individuare tra esperti di comprovata competenza nel campo dello studio e della valorizzazione dei beni culturali e paesaggistici, con specifica esperienza nel territorio canossano; un rappresentante del Ministero per i beni e le attività culturali, con specifica esperienza nel territorio canossano; un rappresentante del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare; il sindaco del comune di Canossa o un suo delegato, nonché un rappresentante, rispettivamente, della provincia di Reggio-Emilia e della regione Emilia-Romagna; un componente designato dalla diocesi di Reggio-Emilia, con funzioni di coordinamento religioso.
Specifica che alle spese di funzionamento del comitato si provvede nell'ambito delle disponibilità finanziarie del Ministero per i beni e le attività culturali, fermo restando che ai suoi membri non spettano emolumenti, compensi o rimborsi spese. Ricorda quindi che l'articolo 5 dispone che agli oneri derivanti dall'articolo 3 si provvede mediante corrispondente riduzione del Fondo per interventi strutturali di politica economica. Sottolinea inoltre che nel 2009 è stato avviato dalla Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici dell'Emilia-Romagna, in collaborazione con la Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici per le Province di Bologna, Modena e Reggio Emilia e la Soprintendenza per i Beni Archeologici dell'Emilia-Romagna, un progetto di valorizzazione del Castello di Canossa e del Museo «Naborre Campanini», finanziato con fondi ARCUS e fondi del Ministero per i Beni e le Attività Culturali. Sulla formulazione del testo, segnala innanzitutto che all'articolo 2, comma 2, lettera a), nella parte in cui si parla di «elementi decorativi» - usando, conseguentemente, la

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parola «restauro» - presumibilmente si vuole fare riferimento al Castello e non alla rupe e al territorio. Potrebbe quindi essere opportuna una specificazione al riguardo. Per converso, nel riferimento agli interventi sul paesaggio, sembrerebbe appropriato utilizzare la locuzione «recupero ambientale», piuttosto che «restauro»; inoltre, anche in altri punti del medesimo articolo 2 potrebbe essere opportuno riferirsi esplicitamente al Castello, mentre con riferimento alla lettera i) dello stesso comma 2 dell'articolo 2, sembra opportuno esplicitare a quale edificio si intenda far riferimento con le parole «Chiesa medievale di Canossa». All'articolo 4, comma 1, occorrerebbe valutare, infine, l'opportunità di prevedere un unico decreto del Presidente del Consiglio dei ministri per la nomina del Comitato e del suo Presidente.

Valentina APREA, presidente, nessuno chiedendo di intervenire rinvia quindi il seguito dell'esame ad altra seduta.

La seduta termina alle 16.10.

AVVERTENZA

Il seguente punto all'ordine del giorno non è stato trattato:

COMITATO RISTRETTO

Legge quadro per lo spettacolo dal vivo.
C. 136 Carlucci, e abbinate C. 459 Ciocchetti, C. 769 Carlucci, C. 1156 Ceccacci Rubino, C. 1183 De Biasi, C. 1480 Zamparutti, C. 1564 Giammanco, C. 1610 Zazzera, C. 1849 Rampelli, C. 1935 Caparini e C. 2280 Goisis.