CAMERA DEI DEPUTATI
Mercoledì 3 febbraio 2010
278.
XVI LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Affari esteri e comunitari (III)
COMUNICATO

TESTO AGGIORNATO AL 4 FEBBRAIO 2010

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SEDE REFERENTE

Mercoledì 3 febbraio 2010. - Presidenza del presidente Stefano STEFANI. - Interviene il sottosegretario di Stato agli affari esteri, Vincenzo Scotti.

La seduta comincia alle 14.35.

Variazioni nella composizione della Commissione.

Stefano STEFANI, presidente, avverte che il presidente del gruppo parlamentare Partito Democratico ha comunicato con lettera in data 2 febbraio 2010 che il collega Francesco TEMPESTINI ricoprirà

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l'incarico di capogruppo nella III Commissione in sostituzione dell'onorevole Alessandro MARAN.

Sui lavori della Commissione.

Stefano STEFANI, presidente, comunica che, a seguito della riunione del 27 gennaio 2010 dell'Ufficio di presidenza, integrato dai rappresentanti dei gruppi, è stato predisposto il seguente programma dei lavori della Commissione per il periodo febbraio-marzo 2010:

Febbraio 2010

Sede referente:
Disposizioni concernenti le missioni all'estero svolte dal personale appartenente alle Forze armate e alle Forze di polizia ad ordinamento militare (Commissioni riunite III e IV).
C. 1213 Cirielli, C. 1820 Garofani, C. 2605 Di Stanislao e C. 2849 Maurizio Turco.

Ratifica ed esecuzione della Dichiarazione di intenti tra i Ministri della difesa di Francia, Italia, Olanda, Portogallo e Spagna relativa alla creazione di una Forza di gendarmeria europea, con Allegati, firmata a Noordwi il 17 settembre 2004, e del Trattato tra il Regno di Spagna, la Repubblica francese, la Repubblica italiana, il Regno dei Paesi Bassi e la Repubblica portoghese per l'istituzione della Forza di gendarmeria europea, EUROGENDFOR, firmato a Velsen il 18 ottobre 2007 (Commissioni riunite III e IV).
C. 3083 Governo.

Missioni all'estero:
Missione del Presidente della Commissione presso il Congresso del Regno di Spagna (Madrid, 24 - 26 febbraio 2010), in occasione della Conferenza dei Presidenti delle Commissioni Affari esteri dei Parlamenti degli Stati membri dell'Unione europea.

Marzo 2010

Sede referente:
Istituzione del Fondo per il finanziamento del Fondo globale per la lotta contro l'AIDS, la tubercolosi e la malaria.
C. 1514 Barbi.

Differimento del termine di scadenza dell'incarico all'Agenzia per le erogazioni in agricoltura (AGEA) per l'attuazione del programma di aiuto alimentare dell'Unione europea in favore dei Paesi in via di sviluppo, di cui all'articolo 3 della legge 29 dicembre 2000, n. 413.
C. 2300 Delfino.

Disposizioni concernenti il procedimento per la ratifica dei trattati internazionali.
C. 2107 Maran.

Seguito dell'esame dei provvedimenti non conclusi.

Missioni all'estero:
Paesi dei Balcani occidentali.
Fa presente, quindi, che il programma potrà essere integrato e aggiornato con l'esame di ulteriori provvedimenti, in relazione alla valutazione della loro urgenza e conformemente alle valutazioni che l'Ufficio di presidenza assumerà nel corso dei mesi di riferimento del programma medesimo; le modalità di attuazione del programma saranno definite mediante i calendari dei lavori della Commissione, aggiornati con cadenza settimanale dall'Ufficio di presidenza, integrato dai rappresentanti dei gruppi. Avverte che saranno, inoltre, iscritti all'ordine del giorno: i disegni di legge di conversione di decreti-legge; gli atti del Governo sui quali la Commissione sia chiamata ad esprimere un parere; lo svolgimento di interrogazioni in Commissioni e di eventuali risoluzioni nel frattempo segnalate; lo svolgimento di interrogazioni a risposta immediata; i progetti di legge assegnati in sede consultiva, sollecitati dalle Commissioni di merito.

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Ricorda infine che le indagini conoscitive in corso proseguiranno secondo i rispettivi programmi, così come le attività dei Comitati permanenti.
Segnala infine che sono in corso contatti con la VII Commissione per la calendarizzazione delle proposte di legge in materia di istituti culturali, scuole italiane e promozione della lingua italiana all'estero.

La Commissione prende atto.

Ratifica ed esecuzione del Memorandum d'Intesa tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo della Repubblica indonesiana concernente l'apertura dell'Ufficio «Indonesian Trade Promotion Center» (ITPC), fatto a Jakarta il 10 marzo 2008.
C. 3082 Governo.

(Esame e rinvio).

La Commissione inizia l'esame del provvedimento.

Stefano STEFANI, presidente e relatore, illustra il provvedimento in oggetto, segnalando che il Memorandum in esame risponde alle esigenze di una maggiore cooperazione nei campi dell'economia e del commercio tra l'Italia e l'Indonesia, che rappresenta uno dei Paesi più importanti sul piano commerciale sia per numero di abitanti che per tasso di sviluppo. Sottolinea che l'accordo consente la formalizzazione delle aspettative verso l'apertura di una serie di rapporti commerciali con la Repubblica indonesiana inserendosi nell'ambito di un auspicabile allargamento delle relazioni economiche bilaterali. Osserva che occorre tenere presente come fattore competitivo la struttura del sistema produttivo italiano, basata su piccole e medie imprese, nella dinamica con i colossi asiatici confinanti, ovvero Giappone e Cina. Segnala che la quota italiana nel mercato indonesiano si attesta al momento all'1 per cento laddove vi sono margini per incrementi significativi, pur dovendo tenere conto degli effetti della crisi mondiale, che ha fatto calare di circa un terzo le esportazioni. Come ha recentemente ricordato l'Istituto per il commercio con l'estero nel suo rapporto sulle prospettive economico-commerciali dell'Indonesia, i fattori strutturali che ancora impediscono all'Italia di occupare maggiori spazi nel mercato indonesiano non appaiono modificabili nel breve termine.
A suo avviso tale stato di cose è modificabile a condizione che il sistema Paese si muova nella direzione del Sudest asiatico in una strategia che premi la penetrazione delle realtà economiche meno prossime ai circuiti più battuti dagli operatori internazionali. Si notano tuttavia positivi progressi compiuti soprattutto negli ultimi due anni da parte degli operatori italiani, grazie a una più incisiva azione di sostegno da parte istituzionale anche se, a suo giudizio, ancora inadeguata al compito. Rileva che non v'è dubbio che la ratifica di questo accordo va nella giusta direzione, creando un clima normativo favorevole allo sviluppo dei rapporti commerciali.
Quanto al contenuto del Memorandum, esso si articola in un preambolo e nove articoli. Con l'articolo 1 si stabilisce l'apertura a Milano dell'ufficio «Indonesian Trade Promotion Center» (ITPC) e, in base al principio di reciprocità, l'eventuale istituzione di un Centro di promozione commerciale in una città indonesiana a scelta del Governo italiano, per cui sarà comunque necessario un ulteriore provvedimento legislativo. A tal riguardo, osserva che l'apertura del Centro a Milano dovrebbe essere contestuale e non precedere l'apertura dell'omologo ufficio in Indonesia al fine di scongiurare la presenza in Italia di un nuovo competitore senza il riequilibrio derivante dal rigoroso rispetto della regola della reciprocità.
Le attività che l'ITPC dovrà intraprendere consistono nella pubblicizzazione e introduzione in Italia di prodotti di industrie indonesiane - per cui a maggior ragione è opportuno essere presenti nella regione -, nell'assistenza alle missioni commerciali da e per l'Indonesia, nello scambio di informazioni utili al miglioramento del commercio indonesiano, nella

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conduzione di ricerche e studi, nell'agevolazione della cooperazione tecnica, incluso il trasferimento di tecnologia concernente il commercio. All'ITCP viene riconosciuta personalità giuridica, mentre il suo personale non godrà di uno status diplomatico o consolare, ma avrà l'assistenza del Governo italiano per l'ottenimento dei visti appropriati per i soggetti che non sono cittadini italiani e residenti permanenti in Italia.
Segnala in particolare l'articolo 6 che stabilisce che l'ITPC collabori con le autorità italiane competenti per prevenire, in territorio italiano, gli abusi connessi con le facilitazioni derivanti dall'accordo in esame.
Quanto al disegno di legge di autorizzazione alla ratifica del Memorandum, segnala che esso si compone di tre articoli, dei quali il primo reca l'autorizzazione alla ratifica propriamente detta, il secondo l'ordine di esecuzione e il terzo la previsione dell'entrata in vigore della legge di autorizzazione il giorno successivo alla pubblicazione della medesima nella Gazzetta Ufficiale. Il disegno di legge non reca alcuna norma di copertura finanziaria: la relazione introduttiva al disegno di legge, infatti, asserisce che l'attuazione dell'accordo non comporta nuovi o maggiori oneri per il bilancio dello Stato, in quanto, come accennato, l'eventuale apertura di un Centro di promozione commerciale italiano in altra città indonesiana, previsto come eventualità dall'articolo 1 dell'accordo, avverrà con l'approvazione di un apposito provvedimento legislativo.
Conclusivamente, si auspica che tale opportunità possa presto concretizzarsi perché l'attuazione del presente accordo possa considerarsi veramente compiuta. Invita pertanto il Governo italiano a farsi promotore presso l'ICE dell'apertura del Centro in Indonesia in quanto solo in tal modo la ratifica dell'accordo in titolo può davvero dirsi utile al Paese. È in questo spirito, del resto, che questa Commissione ha inserito l'Indonesia tra i Paesi in cui effettuare una missione nei prossimi mesi.

Il sottosegretario Enzo SCOTTI prende atto della sollecitazione del relatore, che condivide, in considerazione del numero di abitanti dell'Indonesia, pari a circa 250 milioni, e del particolare clima di dialogo pacifico tra le diverse culture e religioni che regna in tale Paese. Nel ricordare la visita in Italia, svolta nel 2009, del Ministro degli esteri dell'Indonesia in occasione di una conferenza internazionale, a nome del Governo si impegna a promuovere presso il dicastero per lo sviluppo economico, sotto la cui vigilanza l'ICE è posto, per l'apertura dell'omologa struttura a Giakarta.

Stefano STEFANI, presidente e relatore, esprime soddisfazione per quanto fatto presente dal sottosegretario Scotti e - nel ricordare che è nello spirito della migliore promozione del sistema Paese la presentazione della proposta di legge, di cui è primo firmatario, per la modifica dei presupposti normativi su cui si fonda l'Istituto per il Commercio estero e per il trasferimento di tale soggetto sotto la vigilanza del Ministero degli affari esteri - preannuncia la presentazione di un ordine del giorno in occasione delle successive fasi di esame del provvedimento.
Avverte quindi che, nessun altro chiedendo di intervenire, è concluso l'esame preliminare del provvedimento, che sarà trasmesso alle Commissioni competenti per l'espressione dei pareri. Come di consueto, se non vi sono specifiche segnalazioni da parte dei Gruppi, si intende che si sia rinunziato al termine per la presentazione degli emendamenti.

Ratifica ed esecuzione dei Protocolli di attuazione della Convenzione internazionale per la protezione delle Alpi, con annessi, fatta a Salisburgo il 7 novembre 1991.
C. 2451 Governo, approvato dal Senato, C. 12 Zeller e C. 1298 Froner.

(Seguito esame e rinvio).

La Commissione prosegue l'esame del provvedimento, rinviato nella seduta del 15 luglio 2009.

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Stefano STEFANI, presidente, ricorda che nella precedente seduta fu accolta la proposta del relatore, onorevole Dozzo, di procedere ad approfondimenti istruttori finalizzati alla verifica dell'impatto dell'attuazione del Protocollo annesso alla Convenzione in materia di trasporti. La Commissione ha quindi proceduto ad audire, in via informale, rappresentanze associative dell'autotrasporto, nonché il Segretario generale della Convenzione delle Alpi, il Presidente della Commissione internazionale delle Alpi, rappresentanti di associazioni ambientaliste, e, infine, il Direttore generale dei trasporti terrestri della Commissione europea.

Gianpaolo DOZZO (LNP), relatore, al fine di fornire un quadro di sintesi circa gli esiti del lavoro istruttorio svolto, ricorda che il 23 settembre 2009 si è tenuta l'audizione di rappresentanze associative dell'autotrasporto, in cui è emersa la richiesta di stralciare il Protocollo Trasporti dal complesso del provvedimento. Si è infatti affermato che il Protocollo, in quanto ispirato al principio di contenimento del traffico attraverso l'arco alpino, va contro gli interessi nazionali, in quanto non prevede disposizioni a favore della libera circolazione delle merci italiane e introduce ostacoli ai nostri flussi di traffico da e verso i principali mercati europei. Le associazioni dei trasportatori ritengono che nel Protocollo vi siano pesanti vincoli che rappresentano uno svantaggio per il nostro Paese, quali la procedura di consultazione sui progetti di realizzazione delle infrastrutture nel territorio alpino, che pone l'Italia in posizione di minoranza, e l'impegno di non costruire nuove autostrade per il trasporto con origine e destinazione all'esterno del territorio alpino, che, in sostanza, implica un divieto di costruire autostrade che colleghino l'Italia all'Europa.
Ricorda quindi che il 6 ottobre 2009 si è tenuta l'audizione del Segretario generale della Convenzione delle Alpi, Marco Onida. Egli ha in primo luogo ricordato che al momento, oltre a quella italiana, mancava la ratifica dei protocolli da parte della Comunità europea e della Svizzera e che la Francia aveva risolto i dubbi sollevati dal Protocollo Trasporti attraverso una dichiarazione interpretativa. Onida ha auspicato una ratifica da parte dell'Italia sulla base delle seguenti considerazioni: la Convenzione delle Alpi e i suoi protocolli rivestono un'importanza strategica per l'Italia, il Paese che conta il maggior numero di abitanti nell'arco alpino e, assieme all'Austria, la superficie più estesa; la ratifica rafforzerebbe la posizione politica e la credibilità italiana nell'ambito della Convenzione; i protocolli non sono strumenti di vincolo, ma opportunità per rendere più competitivo il territorio alpino. Nello specifico del Protocollo Trasporti, ha ritenuto ingiustificate le preoccupazioni circa i possibili ostacoli posti al miglioramento delle infrastrutture stradali in territorio italiano, sottolineando la differenza fra transito transalpino e intralpino.
Successivamente, il 13 ottobre 2009 si è svolta l'audizione del Presidente della Commissione internazionale per la protezione delle Alpi, Oscar Del Barba, e di rappresentanti di associazioni ambientaliste. In tale occasione si è sottolineato come il principio, contenuto nel Protocollo, di astensione dalla realizzazione di nuove arterie stradali di grande comunicazione transalpina, sia di fatto divenuto pleonastico, sia per la mancanza di progetti autostradali al riguardo, sia per il mancato consenso dei Paesi transfrontalieri. Si è invece osservato che il protocollo Trasporti costituisce la cornice normativa all'interno della quale diverrebbe possibile, per l'Italia, evitare di semplicemente subire le limitazioni al transito imposte da altri Paesi, attivando un tavolo transnazionale per concordare e concertare politiche e misure di governo. È stata ricordata la proposta svizzera, sulla quale sono in corso approfondimenti, di un dispositivo di regolazione di mercato, la cd. borsa dei transiti, basato su un meccanismo di scambio di quote per porre l'autorità regolatrice nella condizione di governare il flusso di traffico pesante su gomma. Nel corso dell'audizione si è inoltre voluto

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specificare che il traforo di sicurezza per il tunnel autostradale del Fréjus e l'adeguamento del tunnel autostradale del Monte Bianco sono interventi di potenziamento delle infrastrutture esistenti consentiti dal Protocollo Trasporti.
Rileva che l'ultima audizione è stata quella del Direttore generale per i trasporti terrestri della Commissione europea, Enrico Grillo Pasquarelli, svoltasi il 18 novembre 2009. Egli ha in primo luogo precisato che il Protocollo Trasporti, come strumento di cooperazione intergovernativa, non aggiunge nulla a quanto già deciso secondo il metodo comunitario nel quadro della politica dei trasporti e, nella sua attuazione, non può entrare in contrasto con il diritto comunitario; esso, anzi, può essere visto come uno strumento per estendere lo spirito della politica comune dei trasporti ai Paesi alpini non membri dell'UE. Grillo Pasquarelli ritiene che l'articolo 11 del Protocollo sia coerente con la politica comunitaria, in quanto, secondo la decisione 884/2004/CE sulle reti transeuropee di trasporto, non è prevista nessuna nuova strada di grande comunicazione attraverso le Alpi, rilevando che in ogni caso non ve ne sarebbero neanche le condizioni, a causa della posizione contraria dei Paesi transalpini. In relazione all'articolo 8 del Protocollo ha precisato che le procedure di consultazione tra le parti contraenti interessate, previste nel caso di progetti con un significativo impatto transfrontaliero, non implicano un diritto di veto di una parte nei confronti di un'altra, venendo quindi salvaguardato il diritto di ogni parte contraente a procedere alla costruzione. Grillo Pasquarelli ha affermato che, in relazione alla gestione integrata del trasporto attraverso le Alpi, la Comunità europea è sensibile alle esigenze di tutela ambientale ma tutela al contempo le libertà fondamentali di circolazione di persone e merci su cui si fonda il mercato comune, riconoscendo in particolare che queste esigenze sono essenziali per un paese come l'Italia, la cui unica frontiera terrestre con gli altri Stati membri è costituita dalle Alpi. In questa ottica la Commissione europea ha proposto al Consiglio la ratifica del Protocollo sui Trasporti.

Il sottosegretario Enzo SCOTTI, alla luce degli elementi forniti dal relatore, si riserva di intervenire a conclusione del dibattito.

Franco NARDUCCI (PD) fa presente che l'Italia è rimasto l'unico Paese a non avere ancora ratificato il Protocollo in titolo, considerato che anche la Svizzera ha adempiuto a questo suo impegno. Segnala che nei giorni scorsi si è tenuto un incontro informale con i rappresentanti della cosiddetta «Iniziativa delle Alpi», che può contare su un consenso diffuso, volta tra l'altro a promuovere una sorta di «borsa dei trasporti». Ritiene che non vi siano ragioni per temere che la ratifica in esame possa pregiudicare la situazione dei trasporti considerate le prospettive derivanti dalla progressiva realizzazione delle grandi infrastrutture europee di trasporto nella regione. Pertanto, a nome del suo gruppo, auspica una positiva e sollecita evoluzione dell'iter di esame dei progetti di legge in titolo.

Karl ZELLER (Misto-Min.ling.) rileva che le audizioni hanno contribuito a fare chiarezza sulle perplessità emerse all'inizio e che pertanto sono venuti meno gli argomenti che hanno impedito finora di provvedere alla ratifica del Protocollo.

Marco ZACCHERA (PdL) ritiene che a questo punto sia necessario un chiarimento da parte del Governo sulle fasi successive alla ratifica del provvedimento. Nel considerare opportuna da parte dell'opposizione una presa di posizione sui fatti che si stanno verificando in Val di Susa in relazione alla realizzazione dell'Alta Velocità, segnala il fallimento dell'operazione «Cisalpino SA» in tema di rapporti ferroviari tra Svizzera e Italia con le negative ripercussioni sui collegamenti tra la Confederazione Elvetica e le regioni Piemonte e Lombardia. Ritiene altresì opportuno provvedere ad evitare che tali

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regioni siano meri territori di passaggio e non anche di sosta nel quadro della programmazione dei flussi di trasporto.

Franco NARDUCCI (PD) osserva che quanto alla soppressione dei treni notturni, le responsabilità siano condivise tra Trenitalia spa e Ferrovie Federali svizzere. A suo avviso è necessario tornare alla normalità tenuto conto che l'Italia è il Paese con il maggior numero di scambi con la Svizzera. Auspica pertanto la realizzazione di approfondimenti istruttori, eventualmente insieme al Senato, con la partecipazione dei vertici di Trenitalia spa e delle Ferrovie Federali svizzere per chiarire ogni aspetto della questione.

Stefano STEFANI, presidente, rileva l'opportunità di sottoporre la proposta avanzata dal collega Narducci alla valutazione dell'Ufficio di presidenza, integrato dai rappresentanti dei gruppi, anche in considerazione della competenza in materia della Commissione trasporti.

Nessun altro chiedendo di intervenire, propone quindi di adottare il testo del disegno di legge C. 2451 quale testo base per il seguito dell'esame in sede referente.

La Commissione conviene.

Stefano STEFANI, presidente, avverte infine che il termine per la presentazione degli emendamenti è fissato al prossimo mercoledì alle 17. Rinvia quindi il seguito dell'esame ad altra seduta.

La seduta termina alle 15.05.

INTERROGAZIONI

Mercoledì 3 febbraio 2010. - Presidenza del presidente Stefano STEFANI. - Interviene il sottosegretario di Stato per gli affari esteri, Vincenzo Scotti.

La seduta comincia alle 15.05.

5-02235 Motta: Sul respingimento alla frontiera marocchina dell'attivista saharawi Aminetou Haidar.

Il sottosegretario Enzo SCOTTI risponde all'interrogazione in titolo nei termini riportati in allegato (vedi allegato 1).

Carmen MOTTA (PD), nell'esprimere un riconoscimento al sottosegretario Scotti per il suo reiterato impegno sulla questione del popolo saharawi, si dichiara soddisfatta per la risposta ricevuta. Ricorda quindi le diverse fasi del caso che ha riguardato l'attività Aminetou Haidar alla quale va attribuito il merito di avere richiamato l'attenzione internazionale e di avere attivato un vasto movimento di mobilitazione anche grazie al suo intervento presso il Parlamento europeo. Ringrazia anche il Ministro per gli affari esteri, Franco Frattini, il sottosegretario Craxi e lo stesso presidente Stefani per avere dimostrato in più occasioni di avere avuto a cuore la vicenda. Ricordando che ci sono ancora sette detenuti saharawi trattenuti nelle carceri marocchine sulla base di accuse assai pesanti da cui potrebbe derivare una loro condanna a morte, auspica che anche in futuro l'attenzione da parte del Governo italiano nei loro confronti sia adeguata alla gravità della situazione e all'impellenza di dare soluzione alla questione del popolo saharawi.

5-02303 Mecacci: Sulla condanna del dissidente cinese Liu Xiaobo.

Il sottosegretario Enzo SCOTTI risponde all'interrogazione in titolo nei termini riportati in allegato (vedi allegato 2).

Furio COLOMBO (PD), intervenendo sull'ordine dei lavori, ritiene che sia improprio definire dissidente Liu Xiaobo, che dovrebbe essere più opportunamente qualificato come oppositore del regime cinese.

Matteo MECACCI (PD) prende atto della risposta illustrata dal sottosegretario osservando che la presa di posizione assunta dall'Unione europea nei confronti

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della sentenza di condanna del dissidente cinese Liu Xiaobo ha rappresentato una reazione inadeguata: le posizioni comuni costituiscono uno strumento valido ma non quando esse sono assunte al ribasso. Ricorda quindi le misure adottate dalla Cina nei confronti del gestore della rete Google per la sua indisponibilità ad introdurre dei sistemi di censura sui siti, nonché le reazioni all'annuncio da parte della Casa Bianca circa un prossimo incontro tra il presidente Obama e il Dalai Lama. A tal proposito osserva che la presa di posizione da parte di una potenza economica e politica, come gli Stati Uniti, su un terreno delicato in tema di diritti umani deve incoraggiare gli altri Paesi a fare altrettanto. Ribadisce che l'Unione europea non ha finora dato prova di volere procedere con determinazione e neppure l'Italia ha saputo assumere una linea di rigore nei confronti della Cina, tenuto conto che il Dalai Lama nella sua più recente visita in Italia non è stato ricevuto da nessuna personalità dell'Esecutivo.

5-02304 Mecacci: Sulla repressione delle manifestazioni di opposizione in Iran.

Il sottosegretario Enzo SCOTTI risponde all'interrogazione in titolo nei termini riportati in allegato (vedi allegato 3).

Matteo MECACCI (PD), replicando, si dichiara parzialmente soddisfatto dalla risposta ricevuta dal Governo. Dà atto all'Esecutivo, e in particolare al Ministero degli affari esteri, di avere avuto reazioni di condanna nei confronti di Teheran: l'Italia ha saputo distinguersi nella comunità internazionale su una questione che attiene le più fondamentali libertà di espressione e manifestazione del pensiero. Ciò premesso, ritiene che la risposta illustrata dal sottosegretario Scotti eluda una presa di posizione in merito al dibattito di questi giorni sulle sanzioni economiche che il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite potrà adottare nei confronti dell'Iran, nonché sulle responsabilità delle autorità iraniane per gli episodi di violenza ai danni degli oppositori del regime. Rileva talune differenze tra quanto dichiarato oggi dal Presidente del Consiglio dei ministri, in occasione della visita in Israele, e quanto contenuto nella risposta illustrata dal sottosegretario. In generale, ad oggi il Governo non ha espresso la propria posizione sulle sanzioni nella sede parlamentare. Occorre inoltre che il Governo chiarisca lo stato delle relazioni economiche tra i due Paesi, con particolare riferimento al ruolo dell'ENI, anche alla luce di alcune dichiarazioni tranquillizzanti da parte iraniana. Tale questione appare di notevole importanza anche in considerazione dell'esame, in corso presso la Camera dei rappresentanti del Congresso statunitense, di un disegno di legge volto a sanzionare le società operanti nel campo petrolifero che forniscano sostegno al Governo iraniano. Pur riconoscendo che si tratta di materia complessa, ritiene che alle dichiarazioni politiche debbano fare seguito comportamenti coerenti anche sul piano del cambiamento degli assetti per il cosiddetto sistema Paese.

5-02319 Di Stanislao: Sulla partecipazione dell'Italia alle missioni civili dell'Unione europea.

Il sottosegretario Enzo SCOTTI risponde all'interrogazione in titolo nei termini riportati in allegato (vedi allegato 4).

Augusto DI STANISLAO (IdV), replicando, si dichiara parzialmente soddisfatto dalla risposta del Governo, che si basa su alcune riflessioni comuni in merito agli esiti del Seminario sulla partecipazione dell'Italia alle missioni civili della politica comune di sicurezza e di difesa. Segnalando che in sede accademica ed internazionale il nostro Paese non si colloca ai vertici dell'elenco dei Paesi più attivi ed avanzati sul piano del reclutamento e della formazione del personale civile, ritiene che vi sia necessità di promuovere quattro obiettivi: pianificare in modo più sistematico la partecipazione dell'Italia alle missioni internazionali; rafforzare l'attività di coordinamento dei diversi versanti dell'impegno

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italiano; garantire risorse finanziare adeguate e individuate in modo ordinario e prevedere più efficaci modalità di reclutamento del personale civile.

Stefano STEFANI, presidente, dichiara concluso lo svolgimento delle interrogazioni all'ordine del giorno.

La seduta termina alle 15.35.

INDAGINE CONOSCITIVA

Mercoledì 3 febbraio 2010. - Presidenza del presidente Stefano STEFANI.

La seduta comincia alle 15.35.

Indagine conoscitiva sulle violazioni dei diritti umani nel mondo.
(Deliberazione di una proroga del termine).

Stefano STEFANI, presidente, ricorda che lo scorso 30 settembre 2008 la Commissione ha deliberato lo svolgimento di un'indagine conoscitiva sulle violazioni dei diritti umani nel mondo. Successivamente nella riunione dell'Ufficio di presidenza, integrato dai rappresentanti dei gruppi, svoltasi il 16 dicembre scorso, è stato convenuto di richiedere al Presidente della Camera la proroga del termine per la conclusione dell'indagine al 31 marzo 2010. Essendo stata quindi acquisita l'intesa con il Presidente della Camera di cui all'articolo 144 del Regolamento, propone di deliberare la proroga del termine dell'indagine conoscitiva in titolo a tale data.

La Commissione approva.

Indagine conoscitiva sui problemi e le prospettive del commercio internazionale verso la riforma dell'OMC.
(Deliberazione di una proroga del termine).

Stefano STEFANI, presidente, ricorda che lo scorso 30 settembre 2008 la Commissione ha deliberato lo svolgimento di un'indagine conoscitiva sui problemi e le prospettive del commercio internazionale verso la riforma dell'OMC. Successivamente nella riunione dell'Ufficio di presidenza, integrato dai rappresentanti dei gruppi, svoltasi il 16 dicembre scorso, è stato convenuto di richiedere al Presidente della Camera la proroga del termine per la conclusione dell'indagine al 31 marzo 2010. Essendo stata acquisita l'intesa con il Presidente della Camera di cui all'articolo 144 del Regolamento, propone di deliberare la proroga del termine dell'indagine conoscitiva in titolo a tale data.

La Commissione approva.

Indagine conoscitiva sugli obiettivi di sviluppo del Millennio delle Nazioni Unite.
(Deliberazione di una proroga del termine).

Stefano STEFANI, presidente, ricorda che lo scorso 30 settembre 2008 la Commissione ha deliberato lo svolgimento di un'indagine conoscitiva sugli Obiettivi di Sviluppo del Millennio delle Nazioni Unite. Successivamente nella riunione dell'Ufficio di presidenza, integrato dai rappresentanti dei gruppi, svoltasi il 16 dicembre scorso, è stato convenuto di richiedere al Presidente della Camera l'opportunità di prorogare il termine per la conclusione dell'indagine al 31 marzo 2010. Essendo stata acquisita l'intesa con il Presidente della Camera di cui all'articolo 144 del Regolamento, propone di deliberare la proroga del termine dell'indagine conoscitiva in titolo a tale data.

La Commissione approva.

La seduta termina alle 15.40.

UFFICIO DI PRESIDENZA INTEGRATO DAI RAPPRESENTANTI DEI GRUPPI

L'ufficio di presidenza si è riunito dalle 15.40 alle 15.45.