CAMERA DEI DEPUTATI
Mercoledì 13 gennaio 2010
268.
XVI LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Lavoro pubblico e privato (XI)
COMUNICATO

TESTO AGGIORNATO AL 14 GENNAIO 2010

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SEDE CONSULTIVA

Mercoledì 13 gennaio 2010. - Presidenza del presidente Silvano MOFFA.

La seduta comincia alle 14.10.

Sui lavori della Commissione.

Silvano MOFFA, presidente, in attesa che giunga nell'aula della Commissione il rappresentante del Governo, propone di procedere ad un'inversione dell'ordine del giorno, nel senso di svolgere immediatamente la seduta in sede consultiva, limitatamente all'esame del disegno di legge n. 3015, per poi passare allo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata e, quindi, alla prevista seduta in sede referente.

La Commissione conviene.

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Ratifica ed esecuzione dell'Accordo sulla partecipazione della Repubblica di Bulgaria e della Romania allo Spazio economico europeo con allegati, dichiarazioni e atto finale, fatto a Bruxelles il 25 luglio 2007.
C. 3015 Governo, approvato dal Senato.

(Parere alla III Commissione).
(Esame e conclusione - Parere favorevole).

La Commissione inizia l'esame del provvedimento in titolo.

Aldo DI BIAGIO (PdL), relatore, osserva che la Commissione è chiamata ad esprimere il prescritto parere sul disegno di legge di ratifica ed esecuzione dell'Accordo sulla partecipazione della Repubblica di Bulgaria e della Romania allo Spazio economico europeo, con allegati, dichiarazioni e atto finale, fatto a Bruxelles il 25 luglio 2007. In proposito ricorda, in via preliminare, che l'Accordo istitutivo dello Spazio economico europeo (SEE), firmato il 3 maggio 1992 dagli allora 12 Stati membri della Comunità europea e 6 Stati membri dell'EFTA, si applica attualmente agli Stati membri dell'Unione europea e all'Islanda, al Liechtenstein e alla Norvegia: entrato in vigore nel gennaio 1994, l'Accordo istituisce una zona europea in cui è assicurata la libera circolazione di beni, persone, servizi e capitali; il suo obiettivo è quello di creare regole comuni e condizioni di concorrenza paritarie fra le imprese dei paesi Parte, nonché di istituire un apparato istituzionale e giurisdizionale in grado di garantire il corretto funzionamento e l'omogenea applicazione delle regole comuni.
Rileva che l'Accordo garantisce un elevato grado di armonizzazione nei settori della politica sociale, dell'ambiente, del diritto societario e della protezione del consumatore; esso prevede, inoltre, talune politiche «di accompagnamento» del mercato unico, come ad esempio la politica della concorrenza e la politica sociale, la tutela dei consumatori e la protezione dell'ambiente, l'istruzione, la ricerca e lo sviluppo. Fa notare, tuttavia, che, a differenza del mercato unico della Comunità europea, l'Accordo SEE esclude, in linea di massima, i prodotti agricoli e i prodotti della pesca, le imposte indirette (IVA ed accise) e non contempla una politica economica esterna comune (tariffa esterna comune, misure antidumping, e simili); di conseguenza, lo SEE non rappresenta un mercato del tutto libero da frontiere, né una vera unione doganale.
Segnala che la stipula dell'Accordo in esame - composto da sette articoli - si è resa necessaria a seguito dell'adesione di Bulgaria e Romania all'Unione europea, che è divenuta pienamente operante dal 1o gennaio 2007, dal momento che tali Stati non erano Parti dell'Accordo sulla creazione dello Spazio economico europeo del 2 maggio 1992. D'altra parte, l'articolo 128 dell'Accordo SEE prevede che al momento dell'adesione all'Unione europea qualsiasi nuovo Stato richieda di divenire parte anche dello Spazio Economico Europeo: infatti, anche i dieci Stati entrati a far parte della Unione europea il 1o maggio 2004 hanno seguito tale procedura, e l'Accordo sulla partecipazione dei dieci nuovi Stati membri dell'Unione europea allo Spazio economico europeo (SEE), firmato il 14 ottobre 2003, è in vigore dal dicembre 2005 (l'Italia lo ha ratificato con legge 1o giugno 2005, n. 114).
Passando, dunque, ai profili di più immediata competenza dalla XI Commissione, segnala che - fatta eccezione per i riferimenti generali alla coesione delle politiche sociali - non si riscontrano disposizioni di specifico interesse, né nell'articolato dell'Accordo, che si limita a rinviare alle disposizioni generali per l'applicazione dell'accordo SEE e ad apportarvi limitate integrazioni di coordinamento tecnico, né nel disegno di legge di ratifica (già approvato dal Senato il 1o dicembre scorso), che consta di tre articoli, recanti, il primo, l'autorizzazione alla ratifica dell'Accordo sulla partecipazione allo SEE della Bulgaria e della Romania, il secondo, l'ordine di esecuzione ed il terzo, l'entrata in vigore della legge, fissata per il giorno successivo alla sua pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale.

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Fa presente, peraltro, che proprio la natura di rinvio agli accordi generali, che caratterizza il provvedimento, consentirà - a decorrere dalla sua entrata in vigore - di prevedere, tra l'altro, un'applicazione omogenea, anche per i Paesi interessati, della normativa comunitaria in tema di sicurezza e salute sul lavoro, diritto del lavoro e parità di trattamento tra uomini e donne.
In tal senso, preso atto del limitato ambito delle norme di interesse della Commissione e considerato che l'Accordo in questione contiene, comunque, disposizioni di sicuro interesse sotto l'aspetto più propriamente socio-politico, in grado di incidere sugli ordinamenti dei singoli Stati membri, formula una proposta di parere favorevole sul provvedimento in esame.

Maria Grazia GATTI (PD) preannuncia il voto favorevole del suo gruppo sulla proposta di parere del relatore, considerato che il provvedimento in esame prefigura un atto dovuto, in grado di perfezionare l'adesione all'Unione europea di Stati di recente ingresso.

Massimiliano FEDRIGA (LNP) dichiara il voto favorevole del suo gruppo sulla proposta di parere del relatore, che intende esprimere un orientamento positivo su un atto sostanzialmente dovuto. Rileva, peraltro, che l'allargamento ad Est dell'Unione europea ha anche presentato problemi per diversi lavoratori di aziende presenti in Paesi di frontiera, soprattutto impegnati nelle società di spedizione, che andranno affrontati in futuro, eventualmente con specifici interventi normativi.

Teresio DELFINO (UdC) preannuncia il voto favorevole del suo gruppo sulla proposta di parere del relatore, sottolineando l'esigenza che nel processo di integrazione europea si compia ogni sforzo per superare possibili ostacoli di natura formale e sostanziale.

Giovanni PALADINI (IdV) dichiara il voto favorevole del suo gruppo sulla proposta di parere del relatore, attesa l'importanza di ratificare un accordo che rappresenta un essenziale punto di riferimento per l'integrazione sociale europea.

Giuliano CAZZOLA (PdL) preannuncia il voto favorevole del suo gruppo sulla proposta di parere del relatore, rilevando come la realtà europea rappresenti un momento importante e alto di sviluppo sociale e civile, nel cui ambito risulta essenziale confrontarsi per superare i problemi, anche di carattere interno, che possono sorgere nelle varie fasi di integrazione tra i diversi Stati membri.

Nessun altro chiedendo di intervenire, la Commissione approva la proposta di parere favorevole formulata dal relatore.

La seduta termina alle 14.25.

INTERROGAZIONI A RISPOSTA IMMEDIATA

Mercoledì 13 gennaio 2010. - Presidenza del presidente Silvano MOFFA. - Interviene il sottosegretario di Stato per il lavoro e le politiche sociali, Pasquale Viespoli.

La seduta comincia alle 14.25.

Silvano MOFFA, presidente, ricorda che, ai sensi dell'articolo 135-ter, comma 5, del Regolamento, la pubblicità delle sedute per lo svolgimento di interrogazioni a risposta immediata è assicurata anche attraverso l'impianto televisivo a circuito chiuso. Ne dispone, pertanto, l'attivazione.

5-02315 Paladini: Situazione occupazionale dello stabilimento Unilever di Caivano.

Giovanni PALADINI (IdV) illustra l'interrogazione in titolo, osservando che il personale dello stabilimento di Caivano soggiace ad una difficile situazione di precarizzazione, pur a fronte di risultati

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aziendali particolarmente favorevoli sotto il profilo della crescita degli utili.

Il sottosegretario Pasquale VIESPOLI risponde all'interrogazione in titolo nei termini riportati in allegato (vedi allegato 1).

Giovanni PALADINI (IdV), replicando, esprime perplessità in merito alla esattezza dei dati forniti dal sottosegretario relativamente alla collocazione formale dei dipendenti dell'azienda. Registra una incongruità tra gli elementi informativi comunicati dal rappresentante del Governo e i dati a sua conoscenza in relazione al numero dei lavoratori part-time; si riserva, pertanto, di presentare una ulteriore interrogazione, qualora la replica del rappresentante del Governo si dimostri sul punto imprecisa, manifestando, al contrario, un parziale apprezzamento, ove le notizie ricevute risultassero fondate.

5-02316 Di Biagio e Antonino Foti: Situazione occupazionale dei dipendenti del gruppo Delta.

Aldo DI BIAGIO (PdL) rinuncia ad illustrare l'interrogazione in titolo.

Il sottosegretario Pasquale VIESPOLI risponde all'interrogazione in titolo nei termini riportati in allegato (vedi allegato 2).

Aldo DI BIAGIO (PdL), replicando, si dichiara non completamente soddisfatto della risposta ricevuta, evidenziando taluni profili critici in merito al progetto di trasformazione in gruppo della holding. Richiama quindi i contenuti dell'interrogazione, soffermandosi in particolare sulla considerazione che la condizione di amministrazione straordinaria ha suscitato allarme tra i lavoratori in virtù delle paventate conseguenze negative a carico dell'occupazione. Ricorda che, in occasione di un recente incontro tra i referenti sindacali e i commissari, si è delineato un possibile trasferimento delle quote di Delta al gruppo Intesa San Paolo. Peraltro, osserva che è stato evidenziato nel predetto incontro che, qualora non si attuasse il suddetto trasferimento di quote, si porrebbe l'opportunità di attivare un progetto alternativo con tutte le conseguenti difficoltà per i lavoratori coinvolti. Nel riconoscere, infine, una spiccata sensibilità politica al sottosegretario Viespoli, lo esorta ad attivare efficaci iniziative tese a risolvere la situazione di difficoltà dei lavoratori del gruppo Delta.

5-02317 Gnecchi ed altri: Finanziamento del piano d'azione per le pari opportunità nell'accesso al lavoro.

Marialuisa GNECCHI (PD) illustra l'interrogazione in titolo, evidenziando che appare contraddittoria la presentazione, con grande enfasi mediatica, del piano strategico di azione per la conciliazione e le pari opportunità nell'accesso al lavoro presentato il 1o dicembre 2009 dal Ministro del lavoro, unitamente al Ministro per le Pari opportunità, rispetto a quanto contenuto nella legge finanziaria per il 2010, da cui risulta un ingente decremento di risorse per la promozione dei diritti e delle pari opportunità.

Il sottosegretario Pasquale VIESPOLI risponde all'interrogazione in titolo nei termini riportati in allegato (vedi allegato 3).

Marialuisa GNECCHI (PD), in sede di replica, si dichiara insoddisfatta della risposta del rappresentante del Governo. Ricorda che la XI Commissione ha già espresso, per la parte di propria competenza, un parere fortemente critico sulla legge finanziaria per il 2010 in ordine ai significativi tagli di bilancio operati dal Governo in relazione alle politiche per l'occupazione femminile, alla conciliazione e alle politiche sociali. In tal senso, ritiene che la risposta oggi ricevuta dimostri come l'Esecutivo non sia assolutamente in condizione di mettere a disposizione risorse effettive per l'attuazione del programma di azione per la conciliazione e le pari opportunità nell'accesso al lavoro, con ciò

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disapplicando anche i più elementari impegni assunti in materia.

5-02318 Delfino e Poli: Risorse da destinare agli ammortizzatori sociali.

Teresio DELFINO (UdC) illustra l'interrogazione in titolo, rilevando che il Governo, pur avendo ridotto la platea di coloro che in caso di perdita del posto resterebbero privi di sussidi, non è riuscito ad affrontare con rigore ed efficacia la crisi occupazionale. Cita al riguardo i dati forniti dalla Banca d'Italia, secondo cui un milione e 600 mila lavoratori risultano attualmente privi di qualsiasi forma di copertura, in quanto non potrebbero usufruire di nessuna delle risorse stanziate per gli ammortizzatori sociali.

Il sottosegretario Pasquale VIESPOLI risponde all'interrogazione in titolo nei termini riportati in allegato (vedi allegato 4), osservando - in premessa - che la criticità del sistema è legata alle soglie di accesso agli ammortizzatori ed al sistema di tutele, che non consentono a molti soggetti, che ne avrebbero bisogno, di ricorrervi in modo pieno. Richiama, quindi, l'attenzione della Commissione sulla necessità di una tempestiva ed organica riforma del sistema degli ammortizzatori sociali, anche attraverso il confronto con le istituzioni e le parti sociali.

Teresio DELFINO (UdC) ritiene elusiva la risposta del sottosegretario, il quale, pur prendendo atto della situazione di allarme evidenziata dai dati forniti dalla Banca d'Italia, non è in grado di prospettare azioni immediate ed urgenti volte a predisporre misure di copertura e tutela di quel milione e 600 mila lavoratori impossibilitati a ricorrere agli attuali ammortizzatori sociali. Per tale ragione, evidenzia, sul punto, un grave ritardo del Governo.

Silvano MOFFA, presidente, dichiara concluso lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata all'ordine del giorno.

La seduta termina alle 15.

SEDE REFERENTE

Mercoledì 13 gennaio 2010. - Presidenza del presidente Silvano MOFFA. - Interviene il sottosegretario di Stato per il lavoro e le politiche sociali, Pasquale Viespoli.

La seduta comincia alle 15.

Delega al Governo in materia di lavori usuranti e di riorganizzazione di enti, misure contro il lavoro sommerso e norme in tema di lavoro pubblico e di controversie di lavoro.
C. 1441-quater-B Governo, approvato dalla Camera e modificato dal Senato.

(Seguito dell'esame e rinvio).

La Commissione prosegue l'esame del provvedimento in titolo, rinviato nella seduta di ieri.

Giovanni PALADINI (IdV) si sofferma su talune parti del provvedimento modificate nel corso dell'esame al Senato, che considera meritevoli di approfondita riflessione. Attribuisce uno specifico rilievo all'articolo 1 del provvedimento, su cui ravvisa l'esigenza di migliorarne la formulazione. In ordine all'articolo 2, valuta con riserva le previsioni tese a ridurre o eliminare i poteri di controllo e di ispezione sul lavoro attraverso la soppressione degli enti a ciò preposti. Riterrebbe opportuno procedere, inoltre, alla soppressione dell'articolo 5, in quanto considera incongruo il termine di venti giorni ivi fissato per l'instaurazione del rapporto di lavoro, considerato anche il rilievo dei mezzi informatici. Si sofferma quindi sull'articolo 14, relativo alla mobilità del personale delle pubbliche amministrazioni, e sull'articolo 21, evidenziando che le relative previsioni in ordine

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al naviglio di Stato derivano dal contenzioso con l'Unione europea.
Esprime poi rilievi critici in ordine all'articolo 33, rilevando che gli istituti della conciliazione e dell'arbitrato, ivi contemplati, rischiano di sovrapporsi e di pregiudicare la possibilità di ricorrere in via stragiudiziale. Ritiene peraltro la previsione di dubbia costituzionalità, in quanto il lavoratore non dovrebbe essere obbligatoriamente sottoposto ad una procedura di arbitrato. Reputa eccessivamente complessa la procedura di cui all'articolo 35, con particolare riferimento alla verbalizzazione conseguente all'accesso ispettivo, che risulta peraltro priva di un adeguato apparato sanzionatorio che ne renda efficaci i contenuti.
In conclusione, ravvisata l'esigenza di sottoporre ad attento esame in sede di presentazione degli emendamenti il profilo delle collaborazioni coordinate e continuative, esprime un giudizio fortemente critico sul provvedimento in esame.

Donella MATTESINI (PD), nel sostenere che la politica e le istituzioni debbano esprimere un rigoroso rispetto per i lavoratori che stanno subendo la grave crisi economica, richiama i dati forniti dall'ISTAT in relazione al tasso di disoccupazione e occupazione ed alla platea dei soggetti che ricorrono alla cassa integrazione; aggiunge che solo il 47,2 per cento delle donne risulta avere un lavoro e che la disoccupazione giovanile in Italia risulta ai livelli più alti rispetto agli altri Paesi europei. Sostiene che l'allarmante situazione testé evidenziata non può essere affrontata dal Governo con un mero rinvio della delega contenuta nel provvedimento in esame. Dichiara, dunque, la piena disponibilità del suo gruppo a confrontarsi con il Governo e la maggioranza al fine di individuare soluzioni immediate e concrete sulla riforma del sistema delle tutele e degli ammortizzatori sociali.
Nel ritenere i centri per l'impiego uno strumento necessario per affrontare la crisi, fa notare che le fratture tra il sistema dei sindacati e il Governo traggono origine dal ruolo e dalle funzioni che il Governo medesimo intende riconoscere agli enti bilaterali. Rileva che la riforma degli ammortizzatori sociali costituisce un elemento fondamentale per tentare di ridurre i costi della crisi e per mantenere ferma la coesione sociale. Richiama quindi l'orientamento del suo gruppo, favorevole in particolare ad introdurre un sussidio unico di disoccupazione. Esprime perplessità, inoltre, in ordine all'intervento del Governo teso ad aumentare il fondo destinato alla cassa integrazione in deroga; ritiene preferibile, al riguardo, che sia fornito un reddito minimo a chi rimane senza impiego, in quanto le misure contemplate nella cassa integrazione in deroga si rivolgono prioritariamente alle imprese. Esorta pertanto ad una più approfondita riflessione sulla necessità di responsabilizzare le imprese anche attraverso previsioni volte ad imputare loro l'onere dei contributi del lavoro.
Denuncia altresì la surrettizia trasformazione, da parte del Governo, dell'economia sommersa in una forma di ammortizzatore sociale attraverso la riduzione dei controlli e delle ispezioni sul lavoro, pur in presenza di un aumento delle assunzioni degli ispettori del lavoro. Sostiene, infatti, che la lotta al lavoro irregolare deve porsi come una delle prime emergenze del Paese. Evidenzia, quindi, perplessità sul contenuto dell'articolo 5, relativo alle misure contro il lavoro sommerso.
Contesta, poi, le previsioni di cui all'articolo 25 sui congedi di maternità, facendo notare, in proposito, che le politiche sull'occupazione femminile risultano fortemente penalizzate. Valuta negativamente, infine, l'articolo 6, rilevando che il principio della trasparenza dovrebbe essere esteso a tutti i settori, pubblici o privati del lavoro.

Lucia CODURELLI (PD) ritiene che il provvedimento in esame dia il segnale inconfondibile di un Governo privo di una visione strategica d'insieme nelle delicate materie del lavoro e delle politiche sociali, tematiche che, invece, in periodi di crisi

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economica, richiederebbero una maggiore coerenza e convinzione di intervento. Il testo in esame, a suo avviso, rappresenta un attacco frontale al sistema delle tutele processuali dei lavoratori e favorisce l'avvio di un processo di deregolamentazione degli strumenti giuridici posti a garanzia dei diritti dei lavoratori, come è testimoniato dagli articoli relativi alla conciliazione e alle controversie individuali di lavoro.
Inoltre, fa notare che esso non affronta in modo sistematico il problema della riforma degli strumenti a sostegno del reddito e della occupazione, soprattutto per quanto concerne i soggetti deboli del mercato del lavoro, ovvero le donne e i giovani precari, limitandosi semplicemente a prevedere una riaperta di una delega legislativa in tema di ammortizzatori sociali, sul cui corretto esercizio nutre rilevanti dubbi, soprattutto per quanto concerne i tempi di attuazione. Proprio con riferimento all'occupazione femminile, rileva la reticenza di un Esecutivo, che continua a rimandare sine die interventi efficaci e concreti sul tema, mostrando di non tenere in alcuna considerazione precise normative comunitarie, che richiedono al Paese di invertire una triste tendenza, che lo vede agli ultimi livelli nel campo dell'inserimento nel mercato del lavoro delle donne lavoratrici. Al riguardo, esprime poi profonde perplessità sull'articolo 25, in materia di congedi di maternità o di paternità e dei congedi parentali, che pare confermare un atteggiamento ostile del Governo nei confronti del lavoro femminile: politiche pubbliche efficaci richiederebbe, invece, l'impiego di risorse umane e finanziarie tese a rendere concreti quei buoni propositi che si tende a declamare a gran voce solo per finalità demagogiche.
In conclusione, preannuncia la presentazione di numerosi emendamenti da parte del suo gruppo rispetto al testo in esame, che giudica inadeguato a fornire una efficace risposta alle drammatiche questioni occupazionali e produttive che affliggono il Paese.

Marialuisa GNECCHI (PD), entrando direttamente nel merito del provvedimento, esprime forti perplessità sull'articolo 8, che pone seri dubbi in ordine all'effettivo grado di rappresentatività delle associazioni sindacali legittimate sul piano territoriale a compiere interventi derogatori rispetto alla contrattazione nazionale, nonché sull'articolo 25, che ritiene ponga in discussione diritti soggettivi delle «donne madri», ormai riconosciuti universalmente nell'ordinamento anche al di fuori della mera sussistenza del rapporto di lavoro, in ragione della funzione anche sociale svolta dalle donne nell'attività di assistenza ai propri figli.
Giudica poi negativamente la parte del provvedimento che interviene a circoscrivere l'ambito di applicazione delle norme vigenti in materia di permessi ai lavoratori che assistono soggetti portatori di handicap, esprimendo, altresì, la propria contrarietà rispetto agli articoli 33 e 34 in materia di conciliazione e impugnazione dei licenziamenti individuali. Si sofferma, poi, sull'articolo 37, interrogandosi per quale motivo non si sia inteso estendere l'ambito di efficacia di tale norma anche al settore dell'artigianato, anch'esso composto da piccole e medie imprese in crisi.
In conclusione, nell'auspicare un dialogo concreto e propositivo sulle tematiche oggetto del provvedimento, ritiene necessario spostare l'attenzione su questioni più centrali, quali, ad esempio, la tutela dei redditi medio bassi e delle pensioni più povere, da perseguire anche attraverso l'adozione misure di agevolazione fiscale, nell'ottica di recuperare il potere di acquisto delle famiglie e di assicurare un sostegno sociale ai soggetti del mercato del lavoro più in difficoltà.

Teresio DELFINO (UdC), pur dichiarando che il suo gruppo risulta estraneo ad un atteggiamento di pregiudiziale contrarietà nei confronti di una proposta di legge il cui iter di approvazione appare ancora lungi dall'essere concluso, fa notare che il Governo persiste nell'applicazione di un metodo legislativo confuso,

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contraddittorio e improvvisato, su materie che, invece, richiedono un'attenta e meditata fase di studio e programmazione. Rileva, inoltre, che il provvedimento in esame appare lontano da quegli obiettivi di risanamento economico, produttivo e sociale che qualsiasi Governo riformatore si dovrebbe prefiggere. Tale proposta normativa, a suo avviso, non sembra garantire maggiori tutele nei confronti dei soggetti più deboli della società, né appronta quegli strumenti adeguati per lottare contro le disuguaglianze nel mercato del lavoro e il lavoro sommerso: si evita, in tal modo, di assicurare una corretta armonizzazione degli istituti giuridici contrattuali tra pubblico e privato e di dare il giusto risalto al ruolo delle parti sociali.
Entrando nel merito del provvedimento, dopo aver auspicato la piena attuazione della delega sui lavori usuranti, esprime talune perplessità sull'articolo 3, che incide sulla disciplina del rapporto di lavoro dei Direttori scientifici degli Istituti di ricovero e cura a carattere scientifico, nonché sull'articolo 23, in materia di collocamento a riposo dei dirigenti medici del Servizio sanitario nazionale, osservando che su tali tematiche il Governo avanza da tempo lungo un cammino tortuoso e pieno di contraddizioni, contrassegnato dall'adozione di provvedimenti spesso contrastanti tra loro. Esprime perplessità anche sull'articolo 26, in tema di permessi ai lavoratori che assistono soggetti portatori di handicap, e sull'articolo 5, in materia di sanzioni relative all'utilizzo di lavoro irregolare, rilavando che su argomenti tanto delicati appare inopportuno procedere al di fuori di un organico progetto di riforma.
Infine, dopo aver espresso un certo apprezzamento per l'articolo 48, recante una delega sulla riforma degli ammortizzatori sociali, in ordine alla quale prospetta la necessità di evitare qualsiasi atteggiamento dilatorio, si riserva di assumere una posizione definitiva al termine dell'iter di approvazione del provvedimento, augurandosi che nel corso del prosieguo dell'esame il testo possa essere sottoposto a quei necessari miglioramenti a cui il suo gruppo, attraverso la presentazione degli emendamenti, intende mirare con perseveranza e costanza.

Silvano MOFFA, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, dichiara concluso l'esame preliminare, chiedendo al relatore e al rappresentante del Governo se intendano svolgere eventuali considerazioni a chiusura del dibattito di carattere generale.

Giuliano CAZZOLA (PdL), relatore, intende preliminarmente ribadire la sua completa disponibilità a tenere nella debita considerazione gli spunti d'interesse emersi nel corso del dibattito, pur nel dovuto rispetto delle diversità politiche sussistenti tra maggioranza ed opposizione ed entro quegli stessi limiti che deriveranno dalla dialettica interna ai gruppi di maggioranza. Ricorda che anche nel corso dell'esame in prima lettura presso la Camera il confronto tra i gruppi si rivelò - anche se acceso - costruttivo e collaborativo, persino su materie delicate come quella dei permessi disciplinati dalla legge n. 104 del 1992. Del resto, a suo avviso, l'evolversi positivo dell'iter di approvazione di talune altre proposte di legge incardinate presso la XI Commissione sembra testimoniare l'impegno positivo che i gruppi stanno profondendo in vista del raggiungimento di obiettivi comuni per il bene del Paese: tale atteggiamento potrà trovare un ennesimo riscontro nel corso dell'esame del presente provvedimento, rispetto al quale si pone con evidenza la necessità di talune modifiche.
Nel confermare che non esiste, pertanto, alcun atteggiamento di «blindatura» del testo in esame, ritiene tuttavia opportuno rispettare alcuni vincoli di contenuto, che rispondono all'esigenza legittima, avvertita dalla maggioranza e dal Governo, di vedere attuate le proprie politiche pubbliche, in coerenza con i propri ideali e le proprie convinzioni. Ritiene, inoltre, che il testo in esame, pur non brillando in modo particolare su piano

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della chiarezza legislativa e della omogeneità degli interventi, vada comunque salvaguardato nel suo percorso di approvazione, per evitare che esso, una volta ritrasmesso al Senato con le inevitabili modifiche che si renderanno necessarie alla Camera, sia «incanalato» in un «binario morto», che potrebbe sancire la fine dei propositi di riforma in esso contenuti. Nel far notare che su taluni aspetti del provvedimento la maggioranza non intende comunque fare passi indietro, prende a riferimento la parte dell'articolato relativa alla conciliazione e all'arbitrato nonché quella concernente la delega sui lavori usuranti e sugli ammortizzatori sociali. A quest'ultimo riguardo, fa notare che l'articolo 48 non fa altro che riproporre una norma di delega già contenuta nella legge n. 247 del 2007, indicando termini temporali che, sebbene possano apparire eccessivi a taluni esponenti dell'opposizione, considera congrui ad un'azione di riforma del sistema degli ammortizzatori sociali, che si preannuncia complessa e delicata. Per quanto concerne la clausola di salvaguardia per i lavori usuranti, si dichiara, comunque, disponibile ad accogliere la richiesta avanzata da taluni deputati di estendere i criteri e i principi direttivi della delega.
Richiamata la necessità di «spacchettare» l'articolo 2, in ragione delle recenti modifiche intervenute in seno all'organizzazione dell'ex Ministero del lavoro, della salute e delle politiche sociali, si sofferma sugli articoli 3 e 23, preannunciando la presentazione di taluni emendamenti tendenti a recepire le osservazioni emerse nel corso del dibattuto. Dopo aver ricordato che l'articolo 6 reca norma inerenti agli obblighi formali di informazione, che riguardano esclusivamente la pubblica amministrazione, esamina la disposizione dell'articolo 5, relativa al settore del turismo, precisando che essa è volta a rispondere alle particolari caratteristiche di tale contesto produttivo, peraltro prevedendo la semplice possibilità di integrare la documentazione obbligatoria e di comunicare preventivamente gli elementi essenziali del rapporto di lavoro. Preannuncia poi un intervento sull'articolo 25, che ritiene suscettibile di modifiche; al riguardo, ritiene che possa essere accolta con favore, ad esempio, una proposta che vada nel senso di ammettere la domanda per l'accredito figurativo o per il riscatto dei periodi di congedo di maternità e paternità sino alla data di accesso alla pensione.
Dopo aver espresso un giudizio positivo sull'articolo 33, considerata la natura volontaria della conciliazione, che resta comunque il risultato di un patto collettivo, dichiara di condividere anche lo spirito dell'articolo 34, che disciplina le procedure di impugnazione del licenziamento e che, a suo avviso, rende più solida la posizione del lavoratore in sede giurisdizionale. Dichiarata la disponibilità a valutare con attenzione le proposte di modifica che i gruppi intenderanno presentare sugli articoli 50 e 52, si sofferma sull'articolo 8, comma 2, del provvedimento, facendo notare che una organizzazione sindacale maggiormente rappresentativa a livello territoriale, di norma, lo è anche sul piano nazionale: ciò dovrebbe far venire meno eventuali dubbi sull'effettiva portata della disposizione richiamata.
Da ultimo, in ordine alle considerazioni espresse dai gruppi di minoranza circa la reale efficacia di taluni strumenti di intervento - previsti nel provvedimento - rientranti nel cosiddetto welfare di natura collettiva e negli enti bilaterali, ricorda che si è di fronte a misure di stampo sociale già esistenti da tempo nell'ordinamento, sulla cui utilità non si dovrebbe nutrire alcun dubbio.
In conclusione, si riserva di presentare proposte di modifica al testo in esame e di valutare attentamente gli emendamenti che i gruppi intenderanno proporre all'attenzione della Commissione, con l'auspicio che il dialogo tra gli schieramenti possa favorire un miglioramento della proposta normativa medesima.

Il sottosegretario Pasquale VIESPOLI, nel condividere e fare proprio lo spirito di collaborazione e di dialogo con l'opposizione manifestato a più riprese dal

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relatore, in vista del miglioramento di taluni aspetti del provvedimento (soprattutto per quanto concerne la parte relativa ai congedi di maternità), si dichiara tuttavia convinto della necessità di portare a conclusione il percorso di approvazione di un provvedimento lungamente esaminato dai due rami del Parlamento, che appare ormai maturo per dispiegare i suoi effetti nell'ordinamento. Al di là delle singole questioni poste dal provvedimento, ritiene in ogni caso non più eludibile e rinviabile l'avvio di un serio e meditato processo organico di riforma, che affronti in modo sistematico e strutturale le problematiche più spinose del mercato del lavoro - come quelle relative agli ammortizzatori sociali - attraverso un confronto ampio e aperto tra i gruppi politici, per il quale dichiara sin d'ora la piena disponibilità del Governo.
Esprime, in conclusione, un sincero apprezzamento per l'apporto positivo fornito dai gruppi nel corso del dibattito, di cui il Governo terrà conto nel prosieguo dell'esame del provvedimento.

Silvano MOFFA, presidente, ritiene che la discussione generale sul provvedimento abbia messo in luce l'impegno serio e responsabile di tutti i gruppi, nonché la loro volontà di apportare i necessari miglioramenti al testo, in un quadro di positiva e fattiva collaborazione.
Nel ricordare che il termine per la presentazione di emendamenti è fissato alle ore 12 di venerdì 15 gennaio, rinvia quindi il seguito dell'esame ad altra seduta.

La seduta termina alle 16.40.

AVVERTENZA

Il seguente punto all'ordine del giorno non è stato trattato:

SEDE CONSULTIVA

Principi fondamentali in materia di governo delle attività cliniche.
Testo unificato C. 799 Angela Napoli, C. 1552 Di Virgilio e Palumbo, C. 977-
ter Livia Turco, C. 278 Farina Coscioni, C. 1942 Mura, C. 2146 Minardo, C. 2355 Di Pietro, C. 2529 Scandroglio e C. 2693 Zazzera.