CAMERA DEI DEPUTATI
Martedì 12 gennaio 2010
267.
XVI LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Lavoro pubblico e privato (XI)
COMUNICATO
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INDAGINE CONOSCITIVA

Martedì 12 gennaio 2010. - Presidenza del presidente Silvano MOFFA.

La seduta comincia alle 12.15.

Indagine conoscitiva su taluni fenomeni distorsivi del mercato del lavoro (lavoro nero, caporalato e sfruttamento della manodopera straniera).
Audizione di rappresentanti di Coldiretti, Confagri- coltura e Confederazione italiana agricoltori (CIA).
(Svolgimento e conclusione).

Silvano MOFFA, presidente, avverte che la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata, oltre che mediante l'impianto audiovisivo a circuito chiuso, anche attraverso la trasmissione televisiva sul canale satellitare della Camera dei deputati.
Introduce, quindi, l'audizione.

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Federico BORGONI, rappresentante di Coldiretti, Roberto CAPONI, rappresentante di Confagricoltura, e Claudia MERLINO, rappresentante di CIA, svolgono relazioni sui temi oggetto dell'indagine conoscitiva.

Interviene, quindi, Teresa BELLANOVA (PD), per formulare osservazioni e porre alcuni quesiti, in ordine ai quali Roberto CAPONI, rappresentante di Confagricoltura, fornisce talune precisazioni.

Dopo un intervento integrativo di Giuliano CAZZOLA (PdL), svolgono, dunque, ulteriori considerazioni Roberto CAPONI, rappresentante di Confagricoltura, e Claudia MERLINO, rappresentante di CIA.

Nicodemo Nazzareno OLIVERIO (PD) formula, infine, talune osservazioni conclusive.

Silvano MOFFA, presidente, ringrazia i soggetti intervenuti per il contributo fornito e dichiara conclusa l'audizione.

La seduta termina alle 13.25.

N.B.: Il resoconto stenografico dell'audizione è pubblicato in un fascicolo a parte.

COMITATO RISTRETTO

Martedì 12 gennaio 2010.

Disposizioni per la tutela dei lavoratori dello spettacolo, dell'intrattenimento e dello svago.
C. 762 Bellanova, C. 1550 Ceccacci Rubino, C. 2112 Borghesi, C. 2654 Delfino.

Il comitato ristretto si è riunito dalle 13.25 alle 13.30.

SEDE REFERENTE

Martedì 12 gennaio 2010. - Presidenza del presidente Silvano MOFFA. - Interviene il sottosegretario di Stato per il lavoro e le politiche sociali, Pasquale Viespoli.

La seduta comincia alle 13.30.

Disposizioni per la tutela dei lavoratori dello spettacolo, dell'intrattenimento e dello svago.
C. 762 Bellanova, C. 1550 Ceccacci Rubino, C. 2112 Borghesi, C. 2654 Delfino.

(Seguito dell'esame e rinvio - Adozione del testo base).

La Commissione prosegue l'esame del provvedimento in titolo, rinviato, da ultimo, nella seduta del 4 novembre 2009.

Silvano MOFFA, presidente, avverte che - in esito ai lavori, appena conclusi, del Comitato ristretto nominato per lo svolgimento dell'attività istruttoria sui provvedimenti in esame - è stata elaborata una proposta di testo unificato dei progetti di legge nn. 762, 1550, 2112 e 2654, che il relatore prospetta di adottare come testo base per il seguito dell'esame in sede referente (vedi allegato).
Nessuno chiedendo di intervenire, propone pertanto di adottare - secondo quanto prospettato dal relatore - il testo unificato delle proposte di legge in esame, elaborato dal Comitato ristretto, come testo base per il seguito dell'esame in sede referente.

La Commissione delibera, quindi, di adottare il testo unificato delle proposte di legge nn. 762, 1550, 2112 e 2654, elaborato dal Comitato ristretto, come testo base per il seguito dell'esame in sede referente.

Silvano MOFFA, presidente, propone - anche al fine di consentire ai gruppi di svolgere gli ulteriori, opportuni, approfondimenti sul provvedimento in esame - che il termine per la presentazione di emendamenti al richiamato testo unificato,

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adottato come testo base, sia fissato alle ore 12 di giovedì 21 gennaio 2010.

La Commissione concorda.

Silvano MOFFA, presidente, rinvia, quindi, il seguito dell'esame ad altra seduta.

Delega al Governo in materia di lavori usuranti e di riorganizzazione di enti, misure contro il lavoro sommerso e norme in tema di lavoro pubblico e di controversie di lavoro.
C. 1441-quater-B Governo, approvato dalla Camera e modificato dal Senato.

(Seguito dell'esame e rinvio).

La Commissione prosegue l'esame del provvedimento in titolo, rinviato nella seduta del 17 dicembre 2009.

Anna Margherita MIOTTO (PD), nell'esprimere una valutazione totalmente negativa sugli articoli 3 e 23 del provvedimento in esame, fa notare che il Governo, in materia di età pensionabile e di ricerca medica, appare in uno stato confusionale e non sembra in grado di adottare decisioni positive per il Paese.
Soffermandosi innanzitutto sull'articolo 23, chiede chiarimenti all'Esecutivo circa la sua posizione in materia di collocamento a riposo dei dipendenti pubblici, dal momento che la disposizione approvata dal Senato, che autorizza la permanenza in servizio dei dirigenti medici del Servizio sanitario nazionale fino ai 70 anni, contrasta in modo evidente con precedenti determinazioni legislative (peraltro a più riprese modificate e contraddette) assunte nella corrente legislatura, tese a favorire il collocamento in quiescenza dei dipendenti pubblici al maturare dei 40 anni contributivi sulla base di una decisione unilaterale della pubblica amministrazione. Nel ritenere, peraltro, intollerabile prevedere un trattamento differenziato e privilegiato solamente per alcune categorie di lavoratori pubblici, lasciando tutti gli altri lavoratori in uno stato di sostanziale e deprecabile precarietà, ritiene che il Governo abbia il dovere di dirimere le contraddizioni presenti al proprio interno, decidendo, una volta per tutte, quale strada percorrere in tale materia.
Passando all'articolo 3 del provvedimento in esame - che interviene sulla disciplina del rapporto di lavoro dei Direttori scientifici degli Istituti di ricovero e cura a carattere scientifico, ammettendo la non esclusività del rapporto di lavoro del direttore scientifico di tali istituti - fa notare che con tale disposizione il Governo dimostra di non voler in alcun modo investire sul fronte della ricerca medica, mettendo a repentaglio il corretto funzionamento di organismi fortemente specializzati - all'avanguardia nel campo della ricerca scientifica - che richiederebbero l'apporto continuo e costante di personale altamente qualificato. Inoltre, osserva che tale norma, oltre a rendere possibile l'insorgenza di conflitti di interesse in seno a tali istituti, prevedendo un intervento circoscritto a un determinato comparto pubblico, risulta suscettibile di determinare una disparità di trattamento tra direttori scientifici appartenenti a diversi settori della ricerca medica e di ledere le stesse prerogative delle regioni, che risultano competenti in materia.
In conclusione, nel preannunciare la presentazione di importanti proposte emendative su tali articoli da parte del suo gruppo, auspica che possa esservi su tali argomenti un generale ripensamento del Governo e della maggioranza, affinché principi cardine del Servizio sanitario nazionale non vengano messi in discussione e si ponga finalmente mano ad un serio piano di riforma del sistema della ricerca scientifica.

Maria Grazia GATTI (PD) auspica preliminarmente che le manifestazioni di disponibilità al dialogo in materia di lavoro rese di recente agli organi di stampa da taluni esponenti della maggioranza si traducano in atti concreti di modifica dell'attuale formulazione del testo

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in esame, che appare, allo stato, suscettibile di numerosi rilievi critici. Ritiene, infatti, che la grave crisi economica degli ultimi mesi abbia posto in evidenza i malfunzionamenti del mercato del lavoro e il carattere insufficiente degli interventi erogati a sostegno del reddito, che si sono rivelati incapaci di offrire un'adeguata copertura soprattutto nei confronti di talune categorie di soggetti particolarmente svantaggiate, rappresentate dai lavoratori atipici e da quelli immigrati. Fa notare, quindi, che il compito del Parlamento deve essere quello di trarre insegnamento dalle dinamiche emerse nel corso dell'ultima sfavorevole congiuntura economica, al fine di individuare chiari e precisi criteri di delega legislativa - che il Governo sarà chiamato a seguire nel momento in cui porrà mano alla riforma degli ammortizzatori sociali e dei servizi per l'impiego - dai quali emerga rafforzato il ruolo imprescindibile dell'intervento pubblico in direzione della salvaguardia del rapporto di fiducia sussistente tra il datore di lavoro e i suoi dipendenti, in un'ottica di valorizzazione delle procedure tese alla riqualificazione e al ricollocamento dei lavoratori stessi. Nell'augurarsi che un dibattito aperto e leale su tali tematiche possa svolgersi nelle opportune sedi parlamentari, al fine di indicare soluzioni concrete e costruttive, fa notare che, se l'attuale progetto della maggioranza di affidare l'erogazione degli interventi a sostegno del reddito agli enti bilaterali fosse stato già portato compimento, in questo periodo di crisi si sarebbero determinate gravi conseguenze in danno dei lavoratori e delle imprese, considerato che tali organismi non operano in tutti i settori e presentano una configurazione del tutto particolare, inidonea a fornire le necessarie garanzie ai soggetti protagonisti del mercato del lavoro.
Entrando nel merito specifico del provvedimento, si sofferma su taluni disposizioni in ordine alle quali esprime profonde perplessità. Si riferisce, innanzitutto, all'articolo 5, che reca disposizioni in materia di sanzioni relative all'utilizzo di lavoro irregolare, in particolare apportando modifiche all'apparato sanzionatorio relativo all'impiego di personale non risultante dalle scritture o da altra documentazione obbligatoria, nonché sugli organi competenti all'irrogazione delle sanzioni amministrative relative all'impiego di lavoro irregolare. Giudica grave che il Governo, a fronte di un progressivo intensificarsi del fenomeno dello sfruttamento della manodopera immigrata - notoriamente diffuso in tutto il territorio nazionale, anche se testimoniato in modo evidente dai recenti eventi occorsi nei giorni scorsi nel territorio della Calabria - si esima dal lanciare un segnale forte di contrasto al «lavoro nero» e, anzi, proceda in senso esattamente contrario alle indicazioni provenienti dai soggetti auditi dalla stessa Commissione durante l'indagine conoscitiva in materia di fenomeni distorsivi del mercato del lavoro attualmente in corso, provvedendo ad abbassare la soglia di attenzione su tali problematiche ed alleggerendo gli adempimenti a carico delle imprese nonché le sanzioni previste nei loro confronti in caso di violazioni di norme di legge. Valuta negativamente soprattutto quella modifica introdotta dal Senato che dispone una deroga degli obblighi a carico del datore di lavoro per il settore turistico, consistente nella possibilità, per il datore di lavoro che non sia in possesso di uno o più dati anagrafici inerenti il lavoratore, di integrare la comunicazione entro il terzo giorno successivo a quello dell'instaurazione del rapporto di lavoro, a condizione che dalla comunicazione preventiva risultino in maniera inequivocabile la tipologia contrattuale e l'identificazione del prestatore di lavoro. Ritiene che tali disposizioni, unitamente alle norme del successivo articolo 6, in materia di adempimenti formali relativi alle pubbliche amministrazioni, forniscano una chiara rappresentazione della visione del Governo in materia di lavoro sommerso, che sembra essere improntata ad una semplificazione delle procedure e ad una attenuazione delle relative attività di contrasto.

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Osserva che l'Esecutivo, al contrario, in tale materia, dovrebbe dare maggiore ascolto alle proposte dell'opposizione, se non con interventi di modifica del codice penale (dando seguito ai progetti di legge presentati in materia dai gruppi di minoranza), quantomeno attraverso una corretta ed estesa applicazione della «legge Bossi-Fini» per i casi di grave sfruttamento della manodopera.
Manifesta poi preoccupazioni in ordine all'articolo 34, che reca disposizioni relative alle modalità e ai termini per l'impugnazione dei licenziamenti individuali. Osserva che le disposizioni contenute in tale articolo, oltre ad estendere l'ambito di applicazione del regime di decadenza previsto dall'articolo 6 della legge 15 luglio 1966, n. 604 a tutti i casi di invalidità e di inefficacia del licenziamento, anche in presenza di forme contrattuali flessibili - come i contratti a termine o le collaborazioni coordinate e continuative - rendendo così la vita più difficile al lavoratore atipico che intenda far valere i propri diritti in sede giurisdizionale, interviene anche sul versante delle sanzioni, riconoscendo al lavoratore, in caso di violazione delle norme in materia di stipula dei contratti a termine, solamente un diritto al risarcimento, in luogo della conversione del contratto a termine in contratto a tempo indeterminato. Ritiene che tale norma, introdotta anche con lo scopo di smaltire un lungo contenzioso che vede coinvolta la società Poste italiane Spa, faccia venir meno una fondamentale garanzia posta a tutela di lavoratori particolarmente disagiati, rendendo ancora più precaria la situazione di coloro che non possiedono un posto di lavoro stabile.
Esprime poi forti perplessità sui commi da 1 a 6 dell'articolo 50, che modificano la procedura per il rilascio dell'autorizzazione a tempo indeterminato per l'esercizio dell'attività da parte degli intermediari, aumentando il rischio di abilitare a questa delicata attività soggetti privi dei necessari requisiti di competenza e affidabilità, nonché sui commi 7, 8 e 9, in materia di retribuzione dell'apprendista, di lavoro a progetto e di somministrazione di lavoro a tempo indeterminato, in ordine ai quali preannuncia la presentazione di emendamenti soppressivi, considerato che tali disposizioni non affrontano in modo organico le problematiche conseguenti ad un'applicazione temporanea e distorta di certe forme contrattuali, contribuendo ad un aumento del fenomeno del precariato.
Giudica poi suscettibili di modifiche gli articoli 51 e 52, che mirano rispettivamente a sopprimere il divieto di rinnovo del mandato, per più di due volte, per i membri del Comitato amministratore del Fondo di solidarietà per il sostegno del reddito, dell'occupazione e della riconversione e riqualificazione professionale del personale dipendente dalle imprese di credito ed a mantenere l'efficacia delle collaborazioni coordinate e continuative stipulate precedentemente alla data di entrata in vigore della normativa sul lavoro a progetto, di cui agli articoli da 61 a 69 del decreto legislativo n. 276 del 2003, nonché a determinare la misura del risarcimento nel caso in cui sia stata accertata la natura subordinata del rapporto e il datore di lavoro abbia offerto la stipulazione di un contratto di lavoro subordinato entro il 30 settembre 2008. Con riferimento all'articolo 51, valuta infatti sufficienti due mandati dei componenti del citato Comitato per lo svolgimento delle funzioni dello stesso organismo e, relativamente all'articolo 52 (a suo avviso palesemente incostituzionale per l'indicazione di una «data-limite»), giudica potenzialmente rischioso per le garanzie dei lavoratori flessibili il riferimento alla natura subordinata - e non a tempo indeterminato - del rapporto di lavoro, alla quale collegare il versamento di un indennizzo al prestatore di lavoro in luogo del reintegro.
Infine, esprime la sua completa contrarietà al comma 2 dell'articolo 8, laddove viene consentito ad organizzazioni a carattere territoriale di definire il regime di possibili deroghe alle norme sull'orario di lavoro e sul riposo dei lavoratori marittimi a bordo delle navi mercantili: ritiene

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che tale disposizione rappresenti un vero e proprio vulnus nei confronti della contrattazione collettiva nazionale, dal momento che, seppur limitata al settore dei marittimi, potrebbe costituire un pericoloso precedente, potenzialmente estensibile ad altri campi del mercato del lavoro, e dare adito alla creazione di organizzazioni sindacali fittizie a livello locale, tese ad operare in danno degli stessi lavoratori.

Giuseppe BERRETTA (PD) fa notare che un provvedimento collegato alla manovra finanziaria, peraltro nel caso di specie lungamente elaborato presso uno dei due rami del Parlamento, dovrebbe essere teoricamente in grado di connotare in modo significativo l'azione politica di un Governo, indirizzando le politiche pubbliche verso la soluzione dei nodi fondamentali che caratterizzano il mercato del lavoro, quali la progressiva precarizzazione dei rapporti e la crescita della disoccupazione. Al contrario, a suo avviso, il presente provvedimento rivela la tendenza dell'Esecutivo in carica ad acuire le disuguaglianze esistenti nel mondo del lavoro, accrescendo le distanze tra lavoratori protetti dalle opportune garanzie assicurative e previdenziali e lavoratori che ne sono del tutto privi.
Fa notare, in particolare, che le disposizioni contenute all'articolo 34 tendono ad estendere a determinate tipologie contrattuali atipiche l'applicazione di talune norme in materia di procedura giurisdizionale, limitando - attraverso una modifica della legge n. 604 del 1966 - la loro stessa possibilità di agire in giudizio per vedere riconosciuti certi diritti e negandogli l'opportunità di ottenere un reintegro nel posto di lavoro, in caso di accertata violazione delle norme in materia di stipula del contratto a termine. Fa presente che, con tali disposizioni, il Governo mira a riproporre interventi legislativi già posti in essere nei mesi scorsi, anche al fine di porre fine ad un lungo contenzioso in essere tra la società Poste italiane Spa e numerosi suoi dipendenti, sui quali la Corte costituzionale ha già avuto modo di pronunciarsi in senso sfavorevole. Ritiene che tali norme, oltre a non garantire uno snellimento dei tempi processuali, siano in contrasto con le direttive comunitarie in materia di contratto a termine, che intendono limitare l'introduzione di discriminazioni nei confronti dei lavoratori a tempo determinato nonché vietare l'utilizzo distorto di tale particolare forma di contratto flessibile. Osserva, pertanto, che il Governo ha agito in modo scorretto, non operando con quella lealtà istituzionale che dovrebbe caratterizzare i rapporti tra organi costituzionali, peraltro omettendo di intervenire direttamente sul decreto legislativo n. 368 del 2001, che disciplina la materia del contratto a tempo determinato, e scegliendo la strada, certamente più favorevole ai datori di lavoro senza scrupoli, della novella alla legge n. 604.
Esprime, poi, profonde perplessità sulla parte del provvedimento che disciplina la composizione delle commissioni di conciliazione, dal momento che si riconosce in tale campo anche il coinvolgimento delle organizzazioni sindacali territorialmente competenti, con un inevitabile compressione del ruolo di quelle comparativamente più rappresentative sul piano nazionale, mettendo così a rischio il corretto svolgimento di un'attività particolarmente delicata come quella conciliativa.
In conclusione, preannuncia la presentazione da parte del suo gruppo di numerosi emendamenti, tesi ad apportare le necessarie e opportune modifiche ad un testo che appare assolutamente inadeguato a disciplinare le questioni fondamentali connesse al mercato del lavoro.

Giuliano CAZZOLA (PdL), relatore, nel riservarsi di svolgere proprie considerazioni sui profili di merito al termine dell'esame preliminare, intende rendere talune precisazioni sugli aspetti di natura metodologica. In particolare, avverte che - pur essendo sua intenzione tutelare in pieno le prerogative della Commissione e della Camera nel suo complesso - non sarà possibile incidere in misura troppo

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penetrante sul testo approvato dal Senato, attesa anche la probabilità che lo stesso Governo nutra la speranza di non protrarne l'iter per un tempo eccessivamente prolungato. Fa presente, dunque, che eventuali modifiche da apportare al disegno di legge in titolo dovranno essere mirate, in modo da poter assicurare che la conclusione del suo esame parlamentare non vada oltre la quarta lettura in Senato. In tal senso, preannuncia l'intenzione di verificare, con il più ampio scrupolo e la massima puntualità, ogni possibile intervento migliorativo che risulti concretamente praticabile, pur nel rispetto delle differenze esistenti nelle reciproche posizioni politiche tra maggioranza e opposizione.

Silvano MOFFA, presidente, rinvia, quindi, il seguito dell'esame ad altra seduta.

La seduta termina alle 14.35.

RISOLUZIONI

Martedì 12 gennaio 2010. - Presidenza del presidente Silvano MOFFA. - Interviene il sottosegretario di Stato per il lavoro e le politiche sociali, Pasquale Viespoli.

La seduta comincia alle 14.35.

7-00240 Cazzola: Applicabilità da parte dell'INPS del principio di automaticità delle prestazioni in favore di determinate categorie di prestatori di lavoro.
(Discussione e approvazione).

La Commissione inizia la discussione della risoluzione in titolo.

Giuliano CAZZOLA (PdL), atteso che la risoluzione in discussione è stata sottoscritta da rappresentanti di tutti i gruppi, rinuncia ad illustrarne il contenuto, segnalando peraltro l'opportunità che - anche al fine di superare eventuali disguidi intervenuti al momento della sua presentazione - ogni deputato interessato possa sottoscrivere tale atto di indirizzo.

Teresa BELLANOVA (PD) dichiara l'intenzione di sottoscrivere la risoluzione in titolo.

Il sottosegretario Pasquale VIESPOLI, ripercorso il contenuto della risoluzione in titolo, osserva che il Governo ha ben presente la rilevanza della questione sollevata, soprattutto in considerazione dei riflessi di garanzia che il principio di automatismo delle prestazioni previdenziali riverbera sui lavoratori. In tal senso, ricorda che sono state ipotizzate diverse soluzioni normative dirette ad estendere il richiamato principio agli iscritti in via esclusiva alla gestione separata INPS, di cui all'articolo 2, comma 26, della legge n. 335 del 1995, nell'ipotesi in cui titolare dell'obbligazione contributiva sia il committente o l'associante; tali iniziative, tuttavia, non hanno sinora avuto concreta attuazione, in vista dei rilevanti oneri connessi a questa estensione, per i quali - tenuto conto dell'attuale congiuntura e delle priorità che la stessa impone - non è stato possibile individuare la necessaria copertura finanziaria.
In ogni caso, rassicura la Commissione in ordine alla massima attenzione da parte del Governo rispetto alla questione sollecitata, garantendo che essa sarà oggetto di apposito esame, al fine di intraprendere, una volta individuata la necessaria copertura finanziaria, le iniziative più idonee a garantire l'estensione del meccanismo di automaticità delle prestazioni ai soggetti interessati.

Giuliano CAZZOLA (PdL) giudica non condivisibile l'ipotesi di prefigurare problemi di copertura finanziaria rispetto alle problematiche affrontate dalla risoluzione in titolo, non sussistendo, a suo avviso, alcun profilo di onerosità. Ricordato, peraltro, che l'INAIL - sul medesimo problema - ha assunto una diversa linea di condotta, che non ha richiesto nessun intervento di natura finanziaria, raccomanda

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l'approvazione dell'atto di indirizzo in discussione.

Silvano MOFFA, presidente, ritiene che il consenso unanime che si registra sulla risoluzione in titolo consenta alla Commissione di pronunciarsi sin da oggi su tale atto di indirizzo, rispetto al quale, peraltro, non sembra esservi una sostanziale contrarietà da parte del Governo, fatta salva l'esigenza di approfondire i profili di natura finanziaria.

Il sottosegretario Pasquale VIESPOLI fa presente che il Governo non può che prendere atto della volontà unanime della Commissione nel senso di procedere all'approvazione della risoluzione in titolo, rispetto alla quale assicura, nei termini esposti in precedenza, l'impegno del suo dicastero.

La Commissione approva, quindi, la risoluzione in discussione.

7-00241 Antonino Foti: Modalità di inquadramento del personale tecnico nel ruolo dell'Agenzia nazionale per la sicurezza delle ferrovie.
(Discussione e approvazione).

La Commissione inizia la discussione della risoluzione in titolo.

Silvano MOFFA, presidente, prende atto che il deputato Antonino Foti, primo firmatario della risoluzione in discussione, rinuncia ad illustrarne il contenuto.

Maria Grazia GATTI (PD), Donella MATTESINI (PD) e Marialuisa GNECCHI (PD) dichiarano l'intenzione di sottoscrivere la risoluzione in titolo.

Il sottosegretario Pasquale VIESPOLI rappresenta, a nome delle competenti strutture del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, l'importanza che l'Agenzia nazionale per la sicurezza delle ferrovie riveste per il complesso del sistema dei trasporti ferroviari, anche nell'ottica delle misure di prevenzione e studio atte ad evitare il ripetersi di drammatici eventi, quale quello occorso lo scorso anno alla stazione di Viareggio. Segnala, quindi, che il predetto dicastero giudica essenziale che a tale organismo sia assegnato personale con una elevata professionalità già acquisita, scongiurando il pericolo di una perdita netta del know-how di settore. Ritiene, pertanto, che si possano accogliere gli impegni richiesti al Governo con l'atto di indirizzo in discussione.

Maria Grazia GATTI (PD) giudica in termini positivi la risoluzione in discussione, che risulta fortemente attesa, tra gli altri, anche da parte della presidenza della Commissione speciale Lavoro del Consiglio regionale della Toscana.

Silvano MOFFA, presidente, esprime soddisfazione per l'unanime condivisione dell'atto di indirizzo in titolo da parte della Commissione.

La Commissione approva, quindi, la risoluzione in discussione.

La seduta termina alle 14.50.