CAMERA DEI DEPUTATI
Mercoledì 7 ottobre 2009
229.
XVI LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Affari esteri e comunitari (III)
COMUNICATO

TESTO AGGIORNATO AL 22 OTTOBRE 2009

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COMITATO PERMANENTE SUGLI ITALIANI ALL'ESTERO

Comunicazioni del presidente

Mercoledì 7 ottobre 2009. - Presidenza del presidente Marco ZACCHERA.

La seduta comincia alle 8.45.

Marco ZACCHERA, presidente, comunica che a breve sarà trasmesso dal Ministero degli affari esteri il programma per la missione presso il Consolato d'Italia a Bruxelles finalizzata alla dimostrazione dei nuovi sistemi informatici per l'erogazione dei servizi consolari e prevista per martedì 27 ottobre. Alla missione saranno invitati rappresentanti delle Commissioni affari esteri e dei Comitati per gli italiani all'estero istituiti presso i due rami del Parlamento.
Ricorda che prima della pausa estiva il Comitato aveva evidenziato l'opportunità di procedere ad audizioni nel settore dell'informazione per gli italiani all'estero e della promozione della cultura italiana. Invita in proposito i gruppi a formulare concrete proposte relativamente ai soggetti da audire in tali settori. Ricorda altresì che era stata ipotizzata l'eventualità di procedere ad un'indagine conoscitiva al fine di poter disporre di uno strumento procedurale più incisivo. Anche alla luce del dibattito in corso sulle proposte di razionalizzazione della rete degli uffici all'estero, ritiene utile approfondire in tale sede l'adeguatezza della rete rispetto alle esigenze in evoluzione delle Comunità italiane all'estero.

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Fabio PORTA (PD) ricorda in primo luogo che il Comitato aveva deciso di svolgere un'audizione informale di rappresentanti dei sindacati dei pensionati degli italiani all'estero.
Stigmatizza il fatto che ancora una volta i rappresentanti della maggioranza non partecipino ai lavori del Comitato.
Ribadisce le difficoltà provocate dalla differenza di status tra il Comitato permanente sugli italiani all'estero della Camera e il Comitato per le questioni degli italiani all'estero del Senato. Segnala in proposito che si è recentemente recato alla riunione continentale del CGIE dell'America Latina a Santiago del Cile a proprie spese e i colleghi del Senato presenti erano considerati in missione.

Marco FEDI (PD), sottoscrivendo le affermazioni del collega Porta, ritiene utile lo svolgimento di un colloquio con il Presidente della Camera ed afferma che il Comitato dovrebbe avere un ruolo più incisivo anche all'interno della Commissione esteri.
Propone che il Comitato esamini la problematica della cittadinanza in relazione all'esame delle proposte di legge in materia da parte della Commissione affari costituzionali, ricordano in proposito che la proposta bipartisan Sarubbi-Granata ha raccolto molti dei suggerimenti degli eletti italiani all'estero.
Ricorda il prossimo svolgimento della settimana della lingua italiana nel mondo, ritenendo in proposito utile una riforma della legge n. 153 del 1971.
Ribadisce infine che i problemi di status del Comitato incidono sulla qualità dei suoi lavori.

Antonio RAZZI (IdV) concorda con il collega Fedi sull'importanza dei temi della cittadinanza ricordando che nella passata legislatura si era raggiunta una intesa di massima nel limitarne la concessione ai discendenti da cittadini italiani fino alla seconda generazione.
Chiarisce che la sua posizione, espressa in un'interrogazione, sulla creazione di consolati onorari, in particolare nel caso di Lucerna, è determinata dal fatto che considera tale soluzione il male minore, perché comunque può offrire alcuni servizi alla collettività italiana.

Marco ZACCHERA, presidente, sulla questione della scarsa partecipazione dei deputati di maggioranza ricorda di avere già inviato una lettera al presidente Stefani e ai capigruppo interessati.
Comunica che il Presidente della Camera si è già detto disponibile ad un incontro con una delegazione del Comitato. In tale sede si potrà individuare una soluzione, seppure parziale, ai problemi di status sottolineati dai membri del Comitato e che lui stesso condivide. Conferma lo svolgimento dell'audizione dei rappresentanti dei sindacati dei pensionati degli italiani all'estero, preferibilmente entro il mese corrente, per la quale ritiene necessario disporre di un tempo congruo.
Ritiene importante affrontare concretamente le proposte di legge in materia di cittadinanza per raggiungere un punto di vista unitario da far pervenire alla commissione competente.

La seduta termina alle 9.05.

SEDE REFERENTE

Mercoledì 7 ottobre 2009. - Presidenza del presidente Stefano STEFANI. - Interviene il sottosegretario di Stato per gli affari esteri, Stefania Gabriella Anastasia Craxi.

La seduta comincia alle 14.30.

Ratifica ed esecuzione dell'Accordo tra il Governo della Repubblica italiana ed il Governo della Repubblica di Moldova per l'assistenza giudiziaria fatto a Roma il 7 dicembre 2006.
C. 2696 Governo, approvato dal Senato.

(Esame e rinvio).

La Commissione inizia l'esame del provvedimento.

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Michaela BIANCOFIORE (PdL), relatore, segnala che l'Accordo con la Moldova ha lo scopo di disciplinare l'assistenza giudiziaria, il riconoscimento e l'esecuzione delle sentenze in materia civile tra i due paesi e si è reso necessario per il rilevante sviluppo dei rapporti bilaterali in campo economico, commerciale e sociale che ha recentemente portato all'istituzione di una ambasciata nella capitale moldava.
La presenza di una consistente comunità moldova in Italia, così come il crescente interesse delle aziende italiane per le opportunità di investimento in Moldova, rendono pertanto necessaria l'adozione di un quadro normativo certo e coerente che regoli le delicate problematiche relative all'assistenza giudiziaria, nonché al riconoscimento e all'esecuzione delle sentenze emesse dalle autorità giudiziarie di entrambi i Paesi.
Sottolinea il vivo interesse, soprattutto nel contesto dell'Europa comunitaria, per la nuova stagione politica moldava apertasi con le elezioni del luglio scorso, che hanno segnato l'affermazione delle forze liberaldemocratiche, e consolidatasi con la creazione di un nuovo governo, il 25 settembre scorso, guidato dal giovane giurista Vlad Filat e sostenuto una nuova maggioranza, l'«Alleanza per l'integrazione europea» che si richiama programmaticamente ad una piena integrazione nell'Unione europea.
L'Accordo, fatto a Roma il 7 dicembre 2006, si compone di 25 articoli raggruppati in quattro titoli e riprende, in linea di massima, la tipologia degli accordi bilaterali stipulati dal nostro Paese in questo settore. L'intesa prevede, al titolo I, recante le disposizioni a carattere generale, che i cittadini di entrambe le Parti godano di uguale tutela giudiziaria e di libero accesso alle autorità giudiziarie (articolo 2). Ai cittadini delle due Parti contraenti non si può richiedere il pagamento di una specifica cauzione, con riferimento alle spese processuali, in ragione della loro cittadinanza (articolo 3). Del pari, i cittadini delle due Parti contraenti godono del medesimo diritto al gratuito patrocinio e alle esenzioni da spese giudiziarie, in ragione delle loro condizioni finanziarie (articolo 4).
Il Titolo II (articoli 7-16) concerne propriamente la cooperazione giudiziaria, la quale comprende la notifica degli atti, l'esame delle parti, dei testimoni e dei periti, la presentazione di documenti e perizie, lo scambio di informazioni normative e di documenti sullo stato civile. Le richieste di assistenza sono trasmesse nella lingua della Parte richiedente cui dovrà essere allegata una traduzione nella lingua della Parte richiesta, ovvero in inglese o in francese; gli atti relativi alla esecuzione dell'assistenza sono trasmessi alla Parte richiedente nella lingua della Parte richiesta (o in inglese o in francese). Le Parti individuano nei rispettivi Ministeri della giustizia le autorità centrali cui fanno capo le comunicazioni ai sensi del presente Accordo. Appare rilevante quanto previsto dall'articolo 8, in base al quale la «Parte richiesta può rifiutare l'adempimento della cooperazione qualora ciò minacci la propria sovranità, la sicurezza o l'ordine pubblico».
Per quanto concerne collaborazione internazionale per l'assunzione di prove penali da parte delle autorità giudiziarie dei due Stati contraenti, essa si esplica mediante l'istituto della rogatoria (articolo 12): si stabilisce che la Parte richiesta applichi per l'esecuzione della parte rogatoria la propria legge processuale, salvo che la Parte richiedente faccia espressa richiesta di applicazione della propria legge e purché non contrasti con la legge nazione della Parte richiesta.
Disposizioni specifiche regolano, agli articoli da 14 a 16, le notificazioni degli atti, i poteri degli uffici consolari in materia di notificazione degli atti e di audizione dei propri cittadini nonché la comparizione di questi ultimi innanzi alle autorità giudiziarie dell'altra parte.
Il Titolo III (articoli da 17 a 22) riguarda il riconoscimento e l'esecuzione delle sentenze: ognuna delle Parti dovrà riconoscere e consentire l'esecuzione, sul proprio territorio, delle sentenze emesse dall'autorità giudiziaria dell'altra Parte

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contraente. La previsione concerne le sentenze in materia civile e le sentenze penali limitatamente al risarcimento del danno o alla restituzione di beni.
Vi sono tuttavia alcune condizioni necessarie perché le sentenze siano riconosciute e ne venga consentita l'esecuzione: innanzitutto la sentenza deve essere emessa da una Autorità competente ed essere divenuta definitiva secondo la legge della Parte in cui è stata emessa; in secondo luogo, nel territorio della Parte richiesta non devono esservi in corso procedimenti giudiziari, né devono essere state pronunciate sentenze, concernenti lo stesso oggetto dei giudicati di cui si richiede il riconoscimento; in terzo luogo, la sentenza non deve contenere disposizioni contrarie all'ordine pubblico secondo le leggi della Parte a cui viene chiesto il riconoscimento.
Il Titolo IV (articoli da 23 a 25) contiene disposizioni finali, in base alle quali eventuali controversie sull'interpretazione o l'applicazione dell'Accordo verranno risolte per via diplomatica. L'Accordo è concluso per un periodo illimitato: con denuncia scritta, una delle Parti potrà porvi termine, con effetto a partire da sei mesi dopo la notifica all'altra Parte contraente.
Il disegno di legge consta di quattro articoli, recanti, il primo, l'autorizzazione alla ratifica dell'Accordo; il secondo l'ordine di esecuzione ed il quarto l'entrata in vigore della legge, fissata per il giorno successivo alla sua pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale.
L'articolo 3 provvede a quantificare gli oneri derivanti dall'applicazione dell'Accordo, valutati in 11.510 euro annui a decorrere dal 2009, alla cui copertura si provvede mediante corrispondente riduzione dell'autorizzazione di spesa di cui all'articolo 3, comma 1, della legge 4 giugno 1997, n. 170, riguardante la ratifica e l'esecuzione della Convenzione delle Nazioni Unite sulla lotta contro la desertificazione nei Paesi gravemente colpiti dalla siccità e/o dalla desertificazione.
Ricorda infine che l'iter parlamentare di un provvedimento, di contenuto analogo a quello attualmente in esame, presentato dal Governo nel corso della XV legislatura (A.C. 3095), giunto all'esame dell'Assemblea, non si è concluso per lo scioglimento anticipato delle Camere.

Luca VOLONTÈ (UdC) esprime la propria soddisfazione per la competente analisi del relatore, la collega Biancofiore, alla quale segnala il recente dibattito svoltosi presso l'Assemblea parlamentare del Consiglio d'Europa sulla Moldova.

Stefano STEFANI, presidente, avverte che, nessun altro chiedendo di intervenire, è concluso l'esame preliminare del provvedimento, che sarà trasmesso alle Commissioni competenti per l'espressione dei pareri. Come di consueto, se non vi sono specifiche segnalazioni da parte dei Gruppi, si intende che si sia rinunziato al termine per la presentazione degli emendamenti. Rinvia quindi il seguito dell'esame ad altra seduta.

Differimento del termine di scadenza dell'incarico all'AGEA per l'attuazione del programma di aiuto alimentare dell'UE in favore dei Paesi in via di sviluppo.
C. 2300 Delfino.

(Esame e rinvio).

La Commissione inizia l'esame del provvedimento.

Luca VOLONTÈ (UdC), relatore, ricorda che la proposta di legge di cui è cofirmatario dispone il differimento al 30 giugno 2009 dell'incarico conferito all'Agenzia per le erogazioni in agricoltura (AGEA) di provvedere alla fornitura della quota italiana degli aiuti alimentari ai Paesi in via di sviluppo, decisi in sede comunitaria sulla base della Convenzione di Londra del 1999, nonché ad integrare le risorse occorrenti per onorare gli impegni pregressi relativi all'attuazione di precedenti proroghe,

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oltre a consentire la proroga disposta dalla proposta di legge.
La Convenzione, che si compone di un Preambolo e di 27 articoli, ha lo scopo di contribuire a fronteggiare i problemi di sicurezza alimentare a livello mondiale, con particolare attenzione ai bisogni dei paesi in via di sviluppo. Gli Stati aderenti alla Convenzione si impegnano a fornire ai paesi in via di sviluppo un aiuto alimentare, in tonnellate di equivalente-grano oppure in valore, ovvero in una combinazione dei due parametri.
Esprime rammarico per il rischio concreto che, a causa della crisi, non sia possibile dare seguito agli impegni presi in occasione del Vertice del G8 de L'Aquila a favore dei Paesi in via di sviluppo. Ritiene che pertanto il disegno di legge rappresenti un'occasione per assicurare un contributo utile al rapporto tra l'Unione europea e i Paesi in via di sviluppo, nonché un'opportunità per gli agricoltori italiani.
La proposta di legge in esame è volta a dare piena attuazione a questa proroga, disponendo all'articolo 1, comma 1, il differimento al 30 giugno 2009 dell'incarico affidato all'Agenzia per le erogazioni in agricoltura (AGEA), per l'attuazione del programma di aiuto alimentare dell'Unione europea in favore dei Paesi in via di sviluppo, dall'articolo 3 della legge 29 dicembre 2000, n. 413.
Ricorda che tale incarico era stato da ultimo prorogato al 31 dicembre 2003 dall'articolo 5-bis del decreto-legge 9 settembre 2005, n. 182 - convertito, con modificazioni, dalla legge 11 novembre 2005, n. 231 -, che ha autorizzato a tal fine una spesa di 18,1 milioni di euro per il 2005.
Segnala che anche la Comunità europea ha a suo tempo approvato la Convenzione del 1999 sull'aiuto alimentare e che, secondo quanto disposto con la decisione n. 353 del 27 aprile 2009, ha stabilito che in sede di negoziati cercherà di ottenere un'ulteriore proroga annuale della Convenzione del 1999 al 30 giugno 2010.
Coglie l'occasione per invitare il Governo ad intervenire in sede comunitaria affinché si adotti in tempi ravvicinati una nuova normativa che dia pieno riconoscimento ad un'altra grande dimensione dell'aiuto alimentare, quella dei banchi alimentari che assistono milioni di persone indigenti residenti in Europa. Queste organizzazioni sono attive nell'assistenza alle persone vittime della malnutrizione. Nella nuova Unione Europea a 27 stati, più di 40 milioni di europei non hanno cibo a sufficienza, ma le scorte d'intervento pubblico comunitario stanno sparendo fisicamente e giuridicamente. I banchi alimentari si pongono, da un lato, al servizio delle aziende del settore che hanno problemi di stock ed eccedenze perfettamente commestibili e, dall'altro, delle associazioni ed enti assistenziali che distribuiscono ai propri assistiti pasti o generi alimentari in via continuativa. È importante, in questa prospettiva, che si possa presto varare un nuovo regolamento comunitario che renda permanente questo programma europeo di aiuto alimentare, assegnandogli una dotazione globale pluriennale, perché sconfiggere la fame in Europa, è il primo passo per ridurre l'esclusione sociale.
L'articolo 2, comma 1 della proposta di legge in esame quantifica l'onere finanziario in 235,2 milioni di euro per il 2009, disponendone la copertura a carico del Programma «Fondi di riserva e speciali» dello stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze, a valere sull'accantonamento relativo al Ministero degli affari esteri.
Dunque, attesi i ridotti margini di manovra offerti dagli stanziamenti iscritti nel Fondo speciale dello stato di previsione del Ministero dell'economia, ritiene necessario, da parte del Governo, un «supplemento di iniziativa», per individuare i più idonei meccanismi di copertura, che consentano di contemperare, per riprendere le condivisibili parole del sottosegretario Craxi in risposta alla interrogazione presentata dal deputato Zucchi n. 5-01498 sulla partecipazione dell'Italia alla Convenzione di Londra, «le esigenze di rigore finanziario con le istanze della solidarietà internazionale e gli impegni internazionali del nostro Paese».

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Propone infine lo svolgimento di audizioni per valorizzare la portata delle norme contenute nel provvedimento e, in generale, la sinergia con il Governo italiano nell'impegno comune a favore dei Paesi in via di sviluppo.

Il sottosegretario Stefania Gabriella Anastasia CRAXI sottolinea l'importanza della Convenzione di Londra, nella piena consapevolezza da parte del Governo della centralità del tema della sicurezza alimentare, ribadita in occasione del Vertice G8 de L'Aquila e essenziale per la credibilità del nostro Paese. Di conseguenza, anche in questa occasione non viene meno l'impegno del Governo per le questioni umanitarie, oggetto del disegno di legge, pur nel limite delle risorse finanziarie disponibili.

Marco ZACCHERA (PdL) chiede chiarimenti in merito alla proroga del finanziamento soltanto fino al 30 giugno 2009.

Gianpaolo DOZZO (LNP) ritiene necessario chiarire come si spiega un onere complessivo di 253,2 milioni di euro a fronte di un impegno quantificato in soli 36,2 milioni di euro. Occorre, a suo avviso, evitare altresì che la proroga degli aiuti abbia luogo in presenza di scorte residue presso l'AGEA.

Mario BARBI (PD), in merito alla questione della data di proroga, chiede al rappresentante del Governo dichiarare il termine in essere della Convenzione di Londra.

Enrico PIANETTA (PdL) osserva che l'importanza del disegno di legge risiede non solo in quanto detto dal relatore ma anche nella situazione internazionale, quale è emersa dai lavori della 64ma Sessione dell'Assemblea Generale delle Nazioni Unite, alla quale ha assistito insieme al collega Vernetti dal 21 al 26 settembre scorsi. La crisi ha espresso conseguenze negative soprattutto per i Paesi in via di sviluppo ed è di nuovo aumentato di 90 milioni il numero delle persone che vivono al di sotto della soglia di povertà. In base a quanto riferito alla delegazione parlamentare dal Direttore della Campagna delle Nazioni Unite per gli Obiettivi di Sviluppo del Millennio, si è allontanato il primo obiettivo, quello dello sradicamento della fame e della povertà, per cui è necessario adesso assumere un impegno rafforzato su queste tematiche.

Il sottosegretario Stefania Gabriella Anastasia CRAXI, in merito al quesito dell'onorevole Dozzo, precisa che l'onere complessivo del provvedimento è riferito al periodo 2003-2009, nonché alla quantificazione per il 2010. Quanto all'importo annuale, segnala che esso il frutto di un calcolo percentuale che attribuisce ad ogni Stato l'entità del finanziamento dovuto. Quanto ai tempi, fa presente che è stata convenuta una proroga della Convenzione al 2010.

Gianpaolo DOZZO (LNP) ribadisce le proprie perplessità per il mancato finanziamento da parte dell'Italia per un periodo di tempo pari a sei anni e rappresenta la necessità di procedere ad audire rappresentanti dell'AGEA per individuare i prodotti eccedentari che l'Italia fornisce ed evitare che il nostro Paese provveda a finanziare l'acquisto di prodotti all'estero senza alcun vantaggio per le aziende del nostro Paese.

Luca VOLONTÈ (UdC) concorda con il collega Dozzo sull'opportunità di audire l'AGEA e dichiara di essere pronto a collaborare per valutare una rimodulazione degli impegni finanziari, qualora si dovesse rendere necessaria. Propone l'audizione del Ministro per le politiche comunitarie al fine di verificare le politiche dell'Unione europea in materia. Rileva quindi la necessità che il nostro Paese adempia agli obblighi assunti in sede internazionale, con particolare riferimento a quanto convenuto dal G8, e di procedere celermente alla ratifica del provvedimento per sostenere i Paesi in via di sviluppo nella crisi e aiutare i nostri agricoltori.

Enrico PIANETTA (PdL), a nome del suo gruppo, condivide le proposte di audizione

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emerse nel corso del dibattito odierno.

Stefano STEFANI, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia quindi il seguito dell'esame ad altra seduta.

Istituzione del Fondo per il finanziamento del Fondo globale per la lotta contro l'AIDS, la tubercolosi e la malaria.
C. 1514 Barbi e C. 740 Grassi.

(Esame e rinvio).

La Commissione inizia l'esame del provvedimento.

Francesco TEMPESTINI (PD), relatore, segnala che le proposte di legge in esame mirano ad istituire, nello stato di previsione del Ministero degli affari esteri, un nuovo fondo specificamente destinato a finanziare il Fondo globale per la lotta all'AIDS, la tubercolosi e la malaria. Ricorda che il Fondo è un organismo multilaterale, creato nel giugno 2001 anche per impulso della Presidenza italiana di turno del G8, che opera in maniera originale nel panorama delle organizzazioni internazionali poiché consiste in un partenariato pubblico-privato a cui aderiscono numerosi Stati, organismi internazionali (l'Agenzia ONU per la lotta all'AIDS - UNAIDS -, l'Organizzazione Mondiale per la Sanità, la Banca Mondiale) ed associazioni private (Gates Foundation, World Economic Forum, Global Alliance for Vaccines and Immunization).
Il Fondo, che è operativo dal gennaio 2002, finanzia le attività di prevenzione e la terapia prevalentemente destinate all'Africa, nonché attività di consolidamento dei sistemi sanitari locali, miranti al miglioramento delle infrastrutture ed alla formazione degli operatori. L'obiettivo principale è quello di raccogliere e distribuire finanziamenti; il fondo pertanto non attua direttamente programmi per combattere AIDS, tubercolosi e malaria, ma si affida alla competenza e alle conoscenze degli esperti locali, lavorando a stretto contatto con altre organizzazioni multilaterali e bilaterali impegnate nei campi della salute e dello sviluppo ed assicurando il coordinamento tra i vecchi ed i nuovi programmi.
Fin dalla sua creazione, il Fondo costituisce la principale fonte di contribuzione ai programmi di lotta ad AIDS, tubercolosi e malaria, forte di un impegno che si aggira sui 15,6 miliardi di dollari distribuiti fra 572 programmi in 140 paesi. Globalmente, il Fondo fornisce un quarto del finanziamento internazionale per i programmi anti-AIDS e due terzi per quelli contro la tubercolosi e la malaria.
Grazie all'intervento del Fondo, per quanto riguarda l'AIDS, 2,3 milioni di persone ricevono trattamenti antiretrovirali; 79 milioni hanno potuto usufruire di consulenze mediche e test; 3,7 milioni di orfani sono inseriti in programmi di assistenza e circa mezzo milione di donne incinte sieropositive sono sottoposte a specifici trattamenti per impedire il contagio del nascituro.
Per quanto attiene alla lotta alla TBC, invece, il 45 per cento circa degli sforzi globali per l'individuazione e la cura dei nuovi casi è da attribuirsi, per il 2008, a programmi finanziati dal Fondo.
Per combattere la malaria, infine, sono state distribuite 88 milioni di zanzariere da letto impregnate di insetticida e sono stati forniti 74 milioni di trattamenti.
Il sistema di finanziamento, inizialmente costituito da contributi ad hoc da parte dei donatori (i governi di circa 40 Paesi, fondazioni, privati cittadini) è stato in seguito sostituito con un meccanismo basato su periodici rifinanziamenti su base volontaria. Questo nuovo meccanismo consente una maggiore pianificazione degli interventi, oltre che un migliore rapporto con i donatori.
È in corso attualmente il secondo ciclo di rifinanziamento (2008-2010); dal 30 marzo al 1o aprile si è tenuto a Caceres, in Spagna, un meeting per fare il punto sul processo, ormai giunto a metà del suo

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cammino (Mid-Term Review meeting). In quella occasione, Michel Kazatchkine, Direttore esecutivo del Fondo globale, ha messo in luce i progressi e i cambiamenti avvenuti nella struttura che, dall'essere un semplice polo di raccolta e di finanziamento di fondi, sta gradualmente ampliando il suo intervento su diversi piani: la richiesta di interventi è andata significativamente aumentando, così come la necessità di coprire sempre maggiori aree territoriali e di intervenire più puntualmente sul vasto panorama di aspetti che investono la salute.
Kazatchkine ha inoltre sottolineato che alla fine del 2008 i donatori hanno garantito la loro partecipazione al terzo rifinanziamento del Fondo che, per una larghissima parte, concorrerà a determinare la riuscita - o il fallimento - dell'Obiettivo del Millennio n. 6.
Come ha ricordato lo stesso Kazatchkine nel corso della sua audizione, svoltasi il 23 giugno scorso nell'ambito dell'indagine conoscitiva sugli Obiettivi di Sviluppo del Millennio delle Nazioni Unite, promossa dalla Commissione affari esteri della Camera, il Fondo vanta una «relazione speciale» con il nostro Paese poiché, in quanto promosso dalla Presidenza italiana del G8 nel 2001.
L'Italia è altresì uno dei maggiori paesi donatori: in termini assoluti si è collocata al quinto posto nel secondo ciclo rifinanziamento del Fondo (2008-2010). L'Italia è tuttavia il paese donatore che indirizza al Fondo la quota più elevata di finanziamenti se rapportata al totale dell'aiuto pubblico allo sviluppo (APS) italiano: si può anzi affermare che il sostegno finanziario al Fondo globale rappresenta oggi, in un quadro segnato da una marcata riduzione di risorse pubbliche, uno dei tratti più rilevanti della presenza italiana nel campo dell'APS. L'Italia ha infatti fornito complessivamente, tra il 2001 ed il 2007, circa 821,4 milioni di dollari. Nel 2008 - così come previsto dall'articolo 18, lett. b) del decreto-legge 1 ottobre 2007, n. 159 - ha regolarmente corrisposto il proprio contributo, pari a circa 186,9 milioni di dollari.
Per gli anni 2009 e 2010 il rapporto «Updated Demand Estimate 2008-2010», presentato dal Fondo nel meeting di Caceres prevede che l'Italia versi a questo organismo 130 milioni di euro per ciascuno dei due anni.
Nel passato, quindi, il contributo italiano al Fondo globale è stato, in modo sufficientemente costante, quantitativamente significativo, ma caratterizzato da un'eccessiva «volatilità», e troppo spesso è andato ad incidere sui fondi ordinari stanziati per la cooperazione allo sviluppo.
Alcuni paesi donatori, come ad esempio la Francia, stanno tentando di rendere il più possibile certo e pianificabile nel lungo periodo il loro contributo al Fondo globale, anche per mezzo di procedimenti legislativi ad hoc che rendano sicuro lo stanziamento delle risorse necessarie.
Per ovviare a questi problemi entrambe le proposte di legge in esame prevedono la creazione di un fondo di finanziamento, nel quadro dello stato di previsione del Ministero degli Affari esteri, dotato di - secondo la proposta A.C. 740 - di 50 milioni di euro per l'anno 2008, 130 milioni di euro per il 2009 e 200 milioni per il 2010; la proposta di legge A.C. 1514, invece, determina l'ammontare della dotazione in 320 milioni di euro per ciascuno degli anni 2008, 2009 e 2010, dando seguito all'impegno assunto dal nostro Paese nel corso del vertice G8 svoltosi a Toyako, sull'isola di Hokkaido (7-9 luglio 2008) ad elevare il contributo italiano alle pandemie a 500 milioni annui. Rileva l'esigenza, a questo proposito, di aggiornare i riferimenti alle annualità di finanziamento contenuti nei due provvedimenti al nostro esame, modulandoli sui prossimi esercizi finanziari.
Entrambe le proposte prevedono che il Ministro degli affari esteri presenti annualmente al Parlamento una Relazione sull'attuazione della legge, volta dare conto, in particolare, delle iniziative intraprese ai fini della lotta contro l'AIDS.

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Per quanto attiene alla copertura degli oneri connessi a tali finanziamenti, attesa l'incapienza nell'accantonamento riservato al Ministero degli Affari esteri del «Fondo speciale» di conto capitale dello stato di previsione del Ministero dell'economia anche nel disegno di legge finanziaria per l'anno 2010, attualmente all'esame del Senato (A.S. 1790), si rivolge al Governo per uno sforzo comune volto ad individuare i più idonei meccanismi di copertura finanziaria. Richiama, sul punto, la significativa convergenza già registratasi tra maggioranza ed opposizione nel corso della passata legislatura, su una proposta di legge, di analogo contenuto, il cui iter di approvazione purtroppo non è stato portato a termine per la fine anticipata della legislatura.

Il sottosegretario Stefania Gabriella Anastasia CRAXI ricorda l'impegno per il finanziamento del Fondo globale per la lotta all'AIDS, la tubercolosi e la malaria preso durante il vertice G8 de L'Aquila e lo stanziamento aggiuntivo di 30 milioni di dollari previsto per il 2009. Segnala che nel 2010 avrà luogo il terzo rifinanziamento del Fondo ed in proposito si terranno degli incontri a Seul ed a New York in occasione della prossima Assemblea generale dell'ONU. Conferma la massima attenzione del Governo nei confronti del Fondo e assicura la partecipazione italiana ad esso nei limiti delle disponibilità di bilancio.

Margherita BONIVER (PdL) rileva che l'Italia mantiene una posizione di tutto rispetto tra i Paesi contributori del Fondo, ricordando come oltretutto gli aiuti erogati tramite canali multilaterali siano solitamente meno funzionali agli interessi dei Paesi donatori rispetto a quelli previsti da accordi bilaterali. Ritiene pertanto ingiustificate le critiche rivolte recentemente al nostro Paese da alcuni esponenti del mondo dello spettacolo internazionale.

Mario BARBI (PD) segnala che l'Italia ha nell'insieme mantenuto gli impegni però con una certa discontinuità e dal momento che le risorse per il 2009, il cui impegno è stato annunciato in occasione del vertice G8 de L'Aquila e ribadito in risposta ad una sua successiva interrogazione, non sono state ancora rese disponibili. Chiede in proposito chiarimenti al Governo. Ritiene quindi auspicabile, anche in relazione al rilievo dei temi oggetto di intervento, pervenire ad una modalità per l'erogazione delle risorse che dia certezza e continuità all'impegno italiano, così come previsto dal disegno di legge in esame.

Paolo CORSINI (PD) sottolinea l'alto grado di condivisione all'interno della Commissione, manifestatosi anche nella scorsa legislatura, in relazione all'erogazione di risorse a favore del Fondo globale per la lotta all'AIDS, la tubercolosi e la malaria. Rileva, senza intenti polemici, che recentemente l'Italia è divenuta il quinto contributore del Fondo mentre in passato occupava la terza posizione.

Il sottosegretario Stefania Gabriella Anastasia CRAXI condivide l'impegno per assicurare risorse certe al Fondo, ricordando che l'Italia è l'unico Paese insieme a Francia e Giappone ad avere un seggio permanente nel Board del Fondo.

Stefano STEFANI, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia quindi il seguito dell'esame ad altra seduta.

Ratifica ed esecuzione dell'Accordo tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo degli Emirati Arabi Uniti relativo alla cooperazione nel settore della difesa, fatto a Dubai il 13 dicembre 2003.
C. 2552 Governo, approvato dal Senato.

(Seguito esame e rinvio).

La Commissione prosegue l'esame del provvedimento, rinviato nella seduta del 1o ottobre 2009.

Matteo MECACCI (PD) segnala alla Commissione l'opportunità di sottoporre alla valutazione della Presidenza della Camera una possibile revisione della

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prassi, invalsa alla Camera dei deputati ma non al Senato, di dichiarare inammissibili ordini del giorno in materia di diritti umani riferiti a disegni di legge di ratifica così come confermata nella seduta di ieri dell'Assemblea. Tale valutazione appare necessaria poiché le questioni dei diritti umani costituiscono oggetto di considerazione da parte di ogni trattato internazionale. Altrimenti, non resterebbe che praticare la strada dell'emendabilità dei disegni di legge di ratifica. Ritiene inoltre che la presentazione di accordi standard, nelle materie della difesa, delle doppie imposizioni come della cooperazione culturale, impedisce di affrontare un dibattito a tutto campo sulla politica estera e sulle relazioni tra il nostro Paese e i singoli Paesi di volta in volta considerati.
Quanto al provvedimento in esame, segnala che l'analisi tecnico-normativa evidenza un impatto delle norme dell'Accordo, con riferimento all'articolo 7, sulla legge penale italiana e che tale circostanza non sembra avere precedenti in precedenti accordi siglati dall'Italia nella stessa materia. Chiede pertanto al Governo chiarimenti al riguardo.

Stefano STEFANI, presidente, comprende le ragioni del collega Mecacci sulla questione degli ordini del giorno in materia di diritti umani e precisa che si tratta di una questione di cui deve essere investita direttamente la Presidenza della Camera e si riserva di riprenderla in seno all'Ufficio di presidenza della Commissione.

Il sottosegretario Stefania Gabriella Anastasia CRAXI segnala che gli Emirati Arabi hanno già ratificato nel 2005 l'Accordo che è di particolare delicatezza sul piano politico e militare e riveste un'eccezionale importanza per il Governo, che intende tutelare in particolare la condizione dei militari italiani che si trovino in territorio emiratino. Sottolinea pertanto l'urgenza di procedere alla ratifica del disegno di legge, rinviando ad un possibile negoziato successivo la migliore definizione degli aspetti di cooperazione giudiziaria. Replicando al deputato Mecacci, sottolinea che la questione dei diritti umani impedisce di sbloccare l'accordo tra l'Unione europea e i Paesi del Golfo. Ciò significa che il parametro dei diritti umani è sempre preso in considerazione dal Governo.

Mario BARBI (PD) chiede chiarimenti in merito alla compatibilità del provvedimento in titolo con la normativa contenuta nella legge n. 185 del 1990 e in particolare richiama la necessità del rispetto della procedura ordinaria per l'autorizzazione all'importazione, esportazione e transito di armi. Segnala quindi l'anomalia della mancata previsione del regime autorizzatorio in tema di scambio di informazioni riservate, a differenza di quanto disposto dall'analogo accordo siglato dall'Italia con l'Arabia Saudita ed esaminato da questa Commissione, in riferimento all'articolo 8.

Il sottosegretario Stefania Gabriella Anastasia CRAXI conferma che nell'ipotesi di importazione, esportazione e transito di armi tra l'Italia e gli Emirati Arabi non è prevista alcuna procedura semplificata e che per ogni transazione il Ministero degli affari esteri esige la produzione della necessaria certificazione da parte delle autorità straniere. Quanto alla questione delle autorizzazioni per scambio di informazioni, si riserva di fornire elementi ulteriori nella prossima seduta.

Stefano STEFANI, presidente e relatore, nessun altro chiedendo di intervenire, fa presente di avere presentato, in qualità di relatore, l'emendamento 2.1 che, all'articolo 2 comma 1, dopo le parole «di cui all'articolo 1,» aggiunge le seguenti: «con la correzione risultante dal processo verbale del 2 settembre 2009», al fine di sanare l'errore materiale segnalato in sede di relazione (vedi allegato).

Il sottosegretario Stefania Gabriella Anastasia CRAXI esprime parere favorevole sull'emendamento del relatore 2.1.

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Nessuno chiedendo di intervenire, la Commissione approva quindi l'emendamento del relatore 2.1.

Stefano STEFANI, presidente e relatore, non essendovi obiezioni, avverte che la Presidenza si intende autorizzata a procedere al coordinamento formale del testo, risultando in particolare più opportuno riferire all'articolo 1, alla fine del periodo, l'emendamento testé approvato. Avverte che, nessun altro chiedendo di intervenire, è concluso l'esame preliminare del provvedimento, che sarà trasmesso alle Commissioni competenti per l'espressione dei pareri. Rinvia quindi il seguito dell'esame ad altra seduta.

La seduta termina alle 15.45.

UFFICIO DI PRESIDENZA INTEGRATO DAI RAPPRESENTANTI DEI GRUPPI

L'Ufficio di presidenza si è riunito dalle 15.45 alle 15.55.