CAMERA DEI DEPUTATI
Martedì 6 ottobre 2009
228.
XVI LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Lavoro pubblico e privato (XI)
COMUNICATO
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COMUNICAZIONI DEL PRESIDENTE

Martedì 6 ottobre 2009. - Presidenza del presidente Silvano MOFFA.

La seduta comincia alle 11.05.

Sulla programmazione dei lavori della Commissione.

Silvano MOFFA, presidente, comunica che, a seguito della riunione del 1o ottobre 2009 dell'Ufficio di Presidenza, integrato dai rappresentanti del gruppi, è stato predisposto il seguente programma dei lavori della Commissione per il periodo ottobre-dicembre 2009:

PROGRAMMA DEI LAVORI DELLA COMMISSIONE PER IL PERIODO OTTOBRE-DICEMBRE 2009

OTTOBRE 2009

Sede referente:
DL 134/09: Disposizioni urgenti per garantire la continuità del servizio scolastico ed educativo per l'anno 2009-2010. C. 2724 Governo.
Estensione del diritto all'assegno supplementare in favore delle vedove dei grandi invalidi per servizio.
C. 1421 Paglia, C. 1827 Pelino e C. 2571 Volontè.
Norme in favore di lavoratori con familiari gravemente disabili.

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Testo unificato C. 82 Stucchi, C. 322 Barbieri, C. 331 Schirru, C. 380 Volontè, C. 527 Osvaldo Napoli, C. 691 Prestigiacomo, C. 870 Ciocchetti, C. 916 Marinello, C. 1279 Grimoldi, C. 1377 Naccarato, C. 1448 Caparini, C. 1504 Cazzola, C. 1995 Commercio, C. 2273 Pisicchio.
Disciplina delle attività subacquee e iperbariche.
Testo unificato C. 344 Bellotti, C. 2369 Lo Presti, C. 2509 Carlucci.
Modifiche al decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165, in materia di diritti e prerogative sindacali di particolari categorie di personale del Ministero degli affari esteri.
C. 717 Fedi.
Disposizioni per l'adeguamento dei trattamenti pensionistici di guerra.
C. 637 Polledri, C. 638 Polledri, C. 959 Tenaglia, C. 987 Schirru, C. 1347 Rigoni, C. 1457 Paglia, C. 1719 Rosato, C. 1793 Pelino, C. 1953 Iannarilli.
Disposizioni per la tutela dei lavoratori dello spettacolo, dell'intrattenimento e dello svago.
C. 762 Bellanova, C. 1550 Ceccacci Rubino, C. 2112 Borghesi, C. 2654 Delfino.
Disposizioni in materia di previdenza per i lavoratori autonomi non esercenti professioni regolamentate.
C. 2312 Saglia e C. 2345 Narducci.
Norme sul riconoscimento e sulla promozione del diritto alla formazione e allo sviluppo professionale.
C. 1079 Bobba, C. 2418 Cazzola, C. 2610 Delfino.
Interventi per agevolare la libera imprenditorialità e per il sostegno del reddito.
C. 2424 Antonino Foti.
Contributo previdenziale integrativo dovuto dagli esercenti attività libero-professionali iscritti in albi ed elenchi.
C. 1524 Lo Presti.

Atti del Governo:
Schema di decreto legislativo recante recepimento della direttiva 2006/54/CE riguardante l'attuazione del principio delle pari opportunità e della parità di trattamento fra uomini e donne in materia di occupazione e impiego.
Atto n. 112.

Indagine conoscitiva:
Su taluni fenomeni distorsivi del mercato del lavoro (lavoro nero, caporalato e sfruttamento della manodopera straniera): Audizioni previste nel programma.

NOVEMBRE 2009

Sede referente:
Delega al Governo in materia di lavori usuranti e di riorganizzazione di enti, misure contro il lavoro sommerso e norme in tema di lavoro pubblico e di controversie di lavoro.
S. 1167 Governo, approvato dalla Camera (ove modificato dal Senato).
Estensione del diritto all'assegno supplementare in favore delle vedove dei grandi invalidi per servizio.
C. 1421 Paglia, C. 1827 Pelino e C. 2571 Volontè.
Norme in favore di lavoratori con familiari gravemente disabili.
Testo unificato C. 82 Stucchi, C. 322 Barbieri, C. 331 Schirru, C. 380 Volontè, C. 527 Osvaldo Napoli, C. 691 Prestigiacomo, C. 870 Ciocchetti, C. 916 Marinello, C. 1279 Grimoldi, C. 1377 Naccarato, C. 1448 Caparini, C. 1504 Cazzola, C. 1995 Commercio, C. 2273 Pisicchio.
Disciplina delle attività subacquee e iperbariche.
Testo unificato C. 344 Bellotti, C. 2369 Lo Presti, C. 2509 Carlucci.
Disposizioni per l'adeguamento dei trattamenti pensionistici di guerra.
C. 637 Polledri, C. 638 Polledri, C. 959 Tenaglia, C. 987 Schirru, C. 1347 Rigoni, C. 1457 Paglia, C. 1719 Rosato, C. 1793 Pelino, C. 1953 Iannarilli.
Disposizioni per la tutela dei lavoratori dello spettacolo, dell'intrattenimento e dello svago.
C. 762 Bellanova, C. 1550 Ceccacci Rubino, C. 2112 Borghesi, C. 2654 Delfino.

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Disposizioni in materia di previdenza per i lavoratori autonomi non esercenti professioni regolamentate.
C. 2312 Saglia e C. 2345 Narducci.
Norme sul riconoscimento e sulla promozione del diritto alla formazione e allo sviluppo professionale.
C. 1079 Bobba, C. 2418 Cazzola, C. 2610 Delfino.
Interventi per agevolare la libera imprenditorialità e per il sostegno del reddito.
C. 2424 Antonino Foti.
Contributo previdenziale integrativo dovuto dagli esercenti attività libero-professionali iscritti in albi ed elenchi.
C. 1524 Lo Presti.
Disposizioni in materia di tutele sociali e di politiche attive per i lavoratori titolari di rapporti di lavoro non subordinato.
C. 2157 Miglioli.
Misure di armonizzazione della disciplina in materia di lavoro flessibile.
C. 2158 Miglioli.
Norme concernenti i ruoli e le carriere del personale del Corpo di polizia penitenziaria.
C. 1022 Carlucci, C. 1542 Tassone, C. 1768 Cassinelli, C. 2486 Catanoso.
Disposizioni per il sostegno dello sport femminile e per la tutela della maternità delle atlete che praticano attività sportiva agonistica dilettantistica (Commissioni riunite VII e XI).
C. 1286 Di Centa.

Indagine conoscitiva:
Su taluni fenomeni distorsivi del mercato del lavoro (lavoro nero, caporalato e sfruttamento della manodopera straniera): Audizioni previste nel programma.

Sede consultiva:
Disegno di legge finanziaria per l'anno 2010 (subordinatamente all'effettiva assegnazione).

Risoluzioni:
7-00170 Scandroglio e 7-00188 Paladini: Problematiche relative al trattamento pensionistico dei dipendenti dell'Autorità portuale di Genova.
7-00146 Bellanova: Profili di doppio assoggettamento alla contribuzione previdenziale.
7-00175 Bellanova: Modalità di trasferimento all'INPS di personale scolastico.

DICEMBRE 2009

Sede referente:
Estensione del diritto all'assegno supplementare in favore delle vedove dei grandi invalidi per servizio.
C. 1421 Paglia, C. 1827 Pelino e C. 2571 Volontè.
Disposizioni per l'adeguamento dei trattamenti pensionistici di guerra.
C. 637 Polledri, C. 638 Polledri, C. 959 Tenaglia, C. 987 Schirru, C. 1347 Rigoni, C. 1457 Paglia, C. 1719 Rosato, C. 1793 Pelino, C. 1953 Iannarilli.
Disposizioni per la tutela dei lavoratori dello spettacolo, dell'intrattenimento e dello svago.
C. 762 Bellanova, C. 1550 Ceccacci Rubino, C. 2112 Borghesi, C. 2654 Delfino.
Disposizioni in materia di previdenza per i lavoratori autonomi non esercenti professioni regolamentate.
C. 2312 Saglia e C. 2345 Narducci.
Norme sul riconoscimento e sulla promozione del diritto alla formazione e allo sviluppo professionale.
C. 1079 Bobba, C. 2418 Cazzola, C. 2610 Delfino.
Contributo previdenziale integrativo dovuto dagli esercenti attività libero-professionali iscritti in albi ed elenchi.
C. 1524 Lo Presti.
Disposizioni in materia di tutele sociali e di politiche attive per i lavoratori titolari di rapporti di lavoro non subordinato.
C. 2157 Miglioli.

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Misure di armonizzazione della disciplina in materia di lavoro flessibile.
C. 2158 Miglioli.
Norme concernenti i ruoli e le carriere del personale del Corpo di polizia penitenziaria.
C. 1022 Carlucci, C. 1542 Tassone, C. 1768 Cassinelli, C. 2486 Catanoso.
Benefici previdenziali per i lavoratori occupati in attività usuranti.
C. 1297 Damiano, C. 1367 Cazzola C. 1530 Fedriga, C. 1599 Poli (previe eventuali intese con il Senato).
Disposizioni per il sostegno dello sport femminile e per la tutela della maternità delle atlete che praticano attività sportiva agonistica dilettantistica (Commissioni riunite VII e XI).
C. 1286 Di Centa.

Indagine conoscitiva:
Su taluni fenomeni distorsivi del mercato del lavoro (lavoro nero, caporalato e sfruttamento della manodopera straniera): audizioni previste nel programma.

Segnala, inoltre, che il programma potrà essere integrato e aggiornato con l'esame di ulteriori provvedimenti, in relazione alla valutazione della loro urgenza e conformemente alle determinazioni che l'Ufficio di presidenza assumerà nel corso dei mesi di riferimento del programma medesimo; le modalità di attuazione del programma saranno definite mediante i calendari dei lavori della Commissione, aggiornati - con cadenza settimanale - dall'Ufficio di presidenza, integrato dai rappresentanti dei gruppi.
Comunica, altresì, che saranno iscritti all'ordine del giorno: i disegni di legge di conversione di decreti-legge; gli ulteriori atti del Governo sui quali la Commissione sia chiamata ad esprimere un parere; lo svolgimento di interrogazioni in Commissione e di eventuali risoluzioni nel frattempo segnalate; lo svolgimento di interrogazioni a risposta immediata; gli ulteriori progetti di legge assegnati in sede consultiva, sollecitati dalle Commissioni di merito.

La Commissione prende atto.

La seduta termina alle 11.10.

AUDIZIONI INFORMALI

Martedì 6 ottobre 2009.

Audizioni di rappresentanti dell'ENPALS, di rappresentanti dell'AGIS e di rappresentanti di organizzazioni sindacali nell'ambito dell'esame delle proposte di legge C. 762 Bellanova, C. 1550 Ceccacci Rubino, C. 2112 Borghesi, C. 2654 Delfino, recanti disposizioni per la tutela dei lavoratori dello spettacolo, dell'intrattenimento e dello svago.

Le audizioni informali sono state svolte dalle 11.10 alle 13.05.

SEDE REFERENTE

Martedì 6 ottobre 2009. - Presidenza del presidente Silvano MOFFA. - Interviene il sottosegretario di Stato per l'istruzione, l'università e la ricerca, Giuseppe Pizza.

La seduta comincia alle 13.05.

DL 134/09: Disposizioni urgenti per garantire la continuità del servizio scolastico ed educativo per l'anno 2009-2010.
C. 2724 Governo.

(Esame e rinvio).

La Commissione inizia l'esame del provvedimento in titolo.

Silvano MOFFA, presidente, avverte preliminarmente che, in data 1o ottobre 2009, la VII Commissione ha sollevato un conflitto di competenza in ordine al provvedimento in esame, per ottenerne l'assegnazione alle Commissioni riunite VII e XI. In proposito, fa presente che il Presidente della Camera - sulla base della

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disciplina regolamentare, delle circolari applicative e della prassi - ha ritenuto di dover confermare l'assegnazione già disposta del disegno di legge n. 2724, per le ragioni che vengono compiutamente illustrate in una lettera inviata al Presidente della stessa VII Commissione.
Segnala, inoltre, che l'Ufficio di presidenza integrato dai rappresentanti dei gruppi, nella riunione del 1o ottobre scorso, ha convenuto sulle modalità di organizzazione dell'esame in Commissione del provvedimento; in particolare, essendo il disegno di legge iscritto nel calendario dei lavori dell'Assemblea a partire dal 19 ottobre prossimo, si è concordato che l'esame preliminare si svolga nella corrente settimana e si concluda nella giornata di giovedì 8 ottobre, mentre il termine per la presentazione di emendamenti è stato fissato per le ore 11 di venerdì 9 ottobre. Ricorda, altresì, che si è convenuto che nella settimana successiva abbia luogo l'esame degli eventuali emendamenti presentati, da concludere in termini tali da consentire alle Commissioni competenti in sede consultiva - e, in particolare, alla stessa VII Commissione, cui è stato riconosciuto un parere «rinforzato», ai sensi dell'articolo 73, comma 1-bis, del Regolamento - di disporre di un margine temporale sufficiente per l'esame del testo risultante al termine dell'esame degli emendamenti medesimi; la deliberazione sul mandato a riferire in Assemblea dovrà, quindi, avere luogo entro la giornata di giovedì 15 ottobre.
Avverte infine che, proprio per garantire il rispetto dell'organizzazione dei lavori così definita ed assicurare adeguati spazi al dibattito e al confronto in Commissione, si è prospettato che - a fronte di eventuali richieste di fornire un contributo conoscitivo e informativo, che dovessero nel frattempo essere formulate da parte di soggetti esterni - si possa segnalare ai richiedenti l'opportunità di inviare una apposita documentazione scritta sulle problematiche relative al provvedimento in esame, con l'intesa che essa sarà prontamente messa a disposizione di tutti i componenti la Commissione stessa.

Donella MATTESINI (PD), intervenendo in relazione alle modalità di organizzazione dei lavori della Commissione, fa presente che il suo gruppo, pur non intendendo promuovere - in ragione dell'importanza dell'intervento normativo per una intera categoria di personale pubblico - un differimento dei tempi di discussione del provvedimento in Assemblea, ritiene comunque opportuno approfondire adeguatamente i contenuti del decreto-legge in esame, sul quale si registrano talune perplessità. Per tali ragioni, prospetta l'opportunità di prevedere lo svolgimento di un rapido ciclo di audizioni informali, che dovrebbero coinvolgere i principali soggetti interessati al provvedimento, prolungando - se necessario - sino alla prossima settimana il seguito dell'istruttoria legislativa. In ogni caso, chiede sin d'ora, a nome del suo gruppo, il differimento del termine per la presentazione di eventuali emendamenti, al momento fissato per venerdì 9 ottobre.

Silvano MOFFA, presidente, ricorda che tutti i gruppi avevano individuato, nell'ultima riunione dell'Ufficio di presidenza, un percorso condiviso per l'esame del provvedimento, che fosse in grado di rispettare anche i vincoli temporali fissati nel calendario dell'Assemblea. Per tale motivo, ritiene che l'unica strada praticabile per una modifica delle modalità organizzative già concordate consista nel fissare un rapido ciclo di audizioni per la mattina di giovedì 8 ottobre, da limitare ad un numero estremamente ristretto di soggetti, in modo che l'esame preliminare del provvedimento possa comunque concludersi nella settimana corrente. Fa presente, inoltre, che, qualora non vi fossero obiezioni, il termine per la presentazione di emendamenti potrebbe essere differito non oltre l'inizio della prossima settimana.

Donella MATTESINI (PD), apprezzate le considerazioni testé svolte dal presidente, prospetta l'opportunità di svolgere le audizioni informali di rappresentanti delle organizzazioni sindacali confederali del comparto dell'istruzione, del Comitato

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nazionale degli insegnanti precari, nonché della Conferenza delle regioni e delle province autonome.

Silvano MOFFA, presidente, preso atto che si registra l'unanime condivisione dei gruppi in Commissione, propone che nella mattina di giovedì 8 ottobre, in un orario compatibile con l'andamento dei lavori dell'Assemblea, sia previsto lo svolgimento di audizioni informali di rappresentanti delle organizzazioni sindacali confederali del comparto dell'istruzione, del Comitato nazionale degli insegnanti precari, nonché della Conferenza delle regioni e delle province autonome. Propone, inoltre, che il termine per la presentazione di emendamenti al provvedimento in esame, già fissato per le ore 11 di venerdì 9 ottobre, sia differito alle ore 11 di lunedì 12 ottobre.

La Commissione conviene.

Silvano MOFFA, presidente, invita, quindi, il relatore a svolgere il proprio intervento introduttivo, al fine di illustrare il provvedimento alla Commissione.

Paola PELINO (PdL), relatore, osserva che il fenomeno del precariato nella scuola rappresenta uno dei principali problemi che - ormai da diversi decenni - le istituzioni rappresentative si sono trovate a fronteggiare, con l'adozione di misure che, almeno negli anni passati, non hanno prodotto i frutti sperati. Fa notare che, a seguito dell'applicazione dei provvedimenti che il Governo in carica - sin dall'inizio della legislatura - ha adottato per la razionalizzazione dell'ordinamento scolastico e il contenimento della spesa, la situazione complessiva del corpo docente per l'anno scolastico 2009-2010 prospetta i seguenti dati: degli oltre 857.000 docenti impiegati nell'anno scolastico 2008-2009 (dei quali circa 715.000 di ruolo), è stato previsto un «taglio» di circa 42.000 posti; poiché dal 1o settembre 2009 circa 32.000 docenti hanno avuto accesso alla pensione, risulta evidente che all'incirca 10.000 posti non hanno potuto essere coperti con personale supplente con incarico annuale (o, comunque, fino al 30 giugno 2010); considerato inoltre che - per varie ragioni (tra le quali il fenomeno dei cosiddetti «spezzoni di orario») - il numero complessivo di personale interessato va valutato in eccesso, si stima in circa 18.000 unità il numero di insegnanti che non avranno, nel corso dell'anno, né un incarico annuale né un incarico fino al termine delle lezioni.
Sottolinea pertanto che, anche al fine di assicurare una adeguata continuità lavorativa al personale precario (docente e ATA) della scuola, il Governo è prontamente intervenuto, nella fase di avvio dell'anno scolastico 2009-2010, con il decreto-legge in esame, che si propone di completare il quadro degli strumenti normativi ed amministrativi già adottati sinora dal Ministro dell'Istruzione, dell'università e della ricerca, per assicurare la migliore continuità lavorativa per gli insegnanti iscritti nelle graduatorie ad esaurimento ed al personale ATA iscritto nelle graduatorie permanenti, già titolari di un incarico annuale nel precedente anno scolastico 2008-2009. Fa notare, peraltro, che il decreto legge n. 134 del 2009 si affianca alla convenzione stipulata con l'INPS per la gestione dell'attivazione e della cessazione dell'indennità di disoccupazione, attraverso una procedura informatica, che mette in collegamento tutte le Scuole con la banca dati dell'INPS.
Rileva che, per tali ragioni, il provvedimento (costituito da due articoli, di cui uno recante la consueta clausola di entrata in vigore) introduce - con riferimento alla platea dei precari già titolari di incarico annuale (o fino al termine della attività didattiche) nel precedente anno scolastico - specifici benefici economici e di carriera; in base al comma 2 dell'articolo 1, ai lavoratori precari in questione viene infatti riconosciuta, in deroga alla normativa vigente, precedenza assoluta nel conferimento delle supplenze per l'anno scolastico 2009-2010 nel caso in cui, per carenza di posti disponibili, non abbiano potuto ottenere il rinnovo dell'incarico annuale. Osserva, inoltre, che si introduce

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la facoltà per l'amministrazione scolastica di promuovere (comma 3 dell'articolo 1), in collaborazione con le regioni e a valere su risorse finanziarie messe a disposizione dalle regioni medesime, specifici progetti per attività di carattere straordinario, di durata variabile da tre a otto mesi, da realizzare prioritariamente mediante l'utilizzo dei suddetti lavoratori precari, percettori di indennità di disoccupazione, ai quali può anche essere corrisposto un compenso di partecipazione; ai fini dell'attribuzione del punteggio nelle graduatorie, infine, ai suddetti lavoratori precari viene riconosciuta, indipendentemente dall'effettiva durata dell'impiego nel corso dell'anno scolastico, la valutazione dell'intero anno di servizio (comma 4 dell'articolo 1).
Osserva che con le disposizioni introdotte, salvo opportuni aggiornamenti di coordinamento normativo, trovano una sostanziale ratifica quegli accordi già conclusi tra il Ministero e le regioni Sardegna, Sicilia, Campania, Lombardia, Molise, Veneto e Puglia, che - per talune di queste regioni - contengono inoltre una virtuosa combinazione tra risorse di Programmazione Ordinaria a titolarità regionale e risorse di Programmazione Ordinaria a titolarità ministeriale. Inoltre, osserva che le misure si muovono nel solco delle politiche «anti-crisi» assunte nei mesi scorsi dal Governo, mirate a trasformare politiche di carattere assistenziale in «politiche attive», realizzando una opportuna politica attiva nell'organizzazione scolastica, in quanto diretta a destinare agli insegnanti precari, abilitati, iscritti nelle graduatorie ad esaurimento e che abbiano avuto solo supplenze annuali nello scorso anno scolastico, tutte le occasioni di supplenze temporanee: in questo modo, la spesa previdenziale dell'indennità di disoccupazione dell'INPS si trasforma in una sorta di «integrazione al reddito» per i periodi di «non lavoro», tra una supplenza breve ed un'altra.
Rileva, altresì, che - se quella descritta è la disciplina prevista per fronteggiare la predetta situazione di fluidità nel «precariato» della scuola - il comma 1 dell'articolo 1 del decreto-legge n. 134 contiene un'ulteriore disposizione, che (novellando l'articolo 4 della legge n. 124 del 1999) prevede che i contratti a tempo determinato non possano in alcun caso trasformarsi in rapporti di lavoro a tempo indeterminato e consentire la maturazione di anzianità utile ai fini retributivi prima della immissione in ruolo; per tale secondo aspetto, la norma è volta (a fronte delle incertezze interpretative emerse a seguito di alcune recenti pronunce giurisprudenziali) a dare piena copertura legislativa alla prassi applicativa in atto, che esclude avanzamenti stipendiali a beneficio dei docenti (con l'eccezione dei docenti precari di religione) con contratti a tempo determinato, già previsti, per le supplenze annuali, dall'articolo 53, comma 3, della legge n. 312 del 1980.
Con riferimento al citato comma 1 - in ordine al quale fa presente che sono anche pervenute talune segnalazioni circa la possibilità che esso possa configurare (stabilizzando la prassi amministrativa in atto) una disparità di trattamento tra docenti non di ruolo - segnala che il Comitato per la legislazione, che ha già espresso il parere di competenza sul provvedimento, ha invitato la Commissione a valutare l'opportunità di abrogare esplicitamente la disposizione contenuta nell'articolo 53 della legge n. 312 del 1980 (peraltro di dubbia vigenza nell'attuale quadro normativo), che appare invece riconoscere al personale docente non di ruolo la maturazione dell'anzianità a fini retributivi. In proposito, pertanto, giudica essenziale approfondire tale questione, anche con il contributo del Governo, per comprendere quale possa essere la soluzione più idonea ad assicurare una efficace applicazione delle disposizioni contenute nel testo.
Come preannunciato in precedenza, infine, sottolinea che l'articolo 2 del decreto-legge in esame contiene la consueta clausola di entrata in vigore del provvedimento a decorrere dal giorno della sua pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale.
In conclusione, nel valutare sin d'ora in termini positivi l'intervento normativo del Governo, dichiara un'ampia disponibilità

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al confronto in Commissione con i rappresentanti di tutti i gruppi, al fine di giungere alla definitiva conversione in legge di un decreto molto atteso dal personale scolastico e particolarmente importante per gli operatori del settore.

Il sottosegretario Giuseppe PIZZA si riserva di intervenire nel corso del dibattito, qualora dovesse emergere l'esigenza di specifici chiarimenti sul merito del provvedimento.

Massimiliano FEDRIGA (LNP), pur comprendendo le ragioni che hanno portato all'adozione del provvedimento in esame, solleva perplessità su taluni suoi aspetti, in ordine ai quali invita il rappresentante del Governo, che ringrazia per la presenza ai lavori della Commissione, a fornire precise delucidazioni. Si riferisce, in particolare, alla parte del provvedimento che riconosce precedenza assoluta nel conferimento delle supplenze per l'anno scolastico 2009-2010 ai precari già titolari di incarico annuale (o fino al termine della attività didattiche) nel precedente anno scolastico, nel caso in cui, per carenza di posti disponibili, non abbiano potuto ottenere il rinnovo dell'incarico annuale, attribuendo, altresì, ai fini dell'attribuzione del punteggio nelle graduatorie, la valutazione dell'intero anno di servizio: ritiene che tale disposizione rechi un pregiudizio a coloro che sono iscritti da anni nelle graduatorie, che rischiano di vedersi superati da tale personale precario nell'assegnazione delle supplenze, anche temporanee.
Pur nella consapevolezza che il Governo si è trovato di fronte ad un'emergenza legata alla necessità di garantire la continuità lavorativa al personale scolastico precario, ritiene che il problema della scuola vada affrontato con una serie di interventi più organici, da inquadrare in una visione di insieme delineata con maggiore chiarezza: si tratta, pertanto, di prendere decisioni ferme e coraggiose, che, pur potendo scontentare qualcuno, potranno contribuire a tracciare una linea di condotta coerente. Ritiene, infatti, scorretto, oltre che foriero di sempre più gravosi contenziosi giudiziari, continuare ad alimentare false aspettative in migliaia di lavoratori - come hanno fatto tutti i Governi che si sono succeduti in questi ultimi anni alla guida del Paese - attraverso meccanismi di reclutamento e di assegnazione delle supplenze poco chiari, che fanno permanere i lavoratori in una situazione di incertezza in relazione alla loro eventuale immissione in ruolo, generando, peraltro, una dannosa ed inutile competizione tra gli iscritti nelle graduatorie.

Donella MATTESINI (PD), nel far notare al deputato Fedriga che la responsabilità del cattivo funzionamento del settore della scuola non può essere certamente imputata all'ultimo Governo Prodi, che aveva previsto, al contrario, un piano volto ad assorbire progressivamente il fenomeno del precariato scolastico, si domanda quale sia la strategia che l'attuale Governo intende seguire per porre rimedio alla problematica in questione, in ordine alla quale si profila sempre più il rischio di un incremento del contenzioso amministrativo. Auspica, dunque, che sul provvedimento in esame la Commissione possa disporre di tempi congrui per lo svolgimento di un'istruttoria meditata ed approfondita, attendendosi che, almeno per questa occasione, il Governo si astenga dal porre la questione di fiducia su una tema di grande rilevanza per il Paese.

Il sottosegretario Giuseppe PIZZA intende precisare che l'attuale Governo, al pari dell'Esecutivo della passata legislatura, risulta impegnato, per necessità connesse agli equilibri dei conti pubblici, nel perseguimento di obiettivi di risanamento del debito, soprattutto nel campo dei servizi scolastici. Nel concordare con il deputato Fedriga sulla necessità di predisporre misure di carattere più generale da ricollocare in quadro organico di interventi - sui quali si dichiara sin d'ora disponibile a dialogare - ritiene che il provvedimento in esame, pur non essendo risolutivo di tutti i problemi, mira più

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specificatamente a «tamponare» gli effetti deleteri prodotti dalla crisi nel settore della scuola, affrontando una emergenza occupazionale che, soprattutto nel Mezzogiorno, potrebbe dar luogo a significativi disagi sociali. Fa presente, comunque, che nulla impedisce di tornare a dibattere in futuro sulle tematiche della scuola in termini più complessivi, in vista della predisposizione di una più ampia riforma del settore, sulla quale auspica una proficua dialettica tra maggioranza, opposizione e Governo.

Maria Letizia DE TORRE (PD) giudica limitato e parziale il provvedimento in esame, dal momento che esso non offre una soluzione certa e strutturata al problema del precariato, che, a suo avviso, si ripresenterà nei medesimi termini all'inizio del prossimo anno scolastico. Pur riconoscendo che tutti i Governi hanno contribuito a determinare l'attuale situazione di problematicità, ritiene doveroso - anche alla luce delle osservazioni testé rese dal rappresentante del Governo - sottolineare alcune distinzioni tra l'Esecutivo della passata legislatura e quello in carica: infatti, mentre il Governo Prodi ha previsto una serie di azioni tese a risolvere il problema del precariato nel mondo della scuola - pur nell'ambito di una programmazione economica di tendenziale riduzione della spesa pubblica e di razionalizzazione dei costi dell'organizzazione pubblica - anche facendo leva sulla valorizzazione dell'autonomia decisionale degli enti locali e su talune tecniche di concertazione con le parti sociali, il Governo Berlusconi, al contrario, ha - a suo avviso - inaugurato una politica fondata esclusivamente sui tagli delle risorse e del personale, dimostrandosi, altresì, ostile a qualsiasi forma di negoziazione. Pertanto, nell'esprimere un giudizio negativo sul provvedimento in esame, auspica che una linea di azione basata sui «provvedimenti tampone» possa lasciare il posto ad un indirizzo politico più organico, che sappia guardare con maggiore lungimiranza ai problemi del mondo della scuola.

Marialuisa GNECCHI (PD) osserva che il recente intervento del Governo in materia di innalzamento dell'età pensionabile per le donne nell'ambito della pubblica amministrazione non potrà certo giovare ad una politica attiva volta alla risoluzione del fenomeno del precariato nella scuola, atteso che il tasso di occupazione femminile in tale settore risulta particolarmente elevato: ciò determinerà un ulteriore ritardo dell'immissione in ruolo dei giovani docenti precari. Ritiene, pertanto, che sia necessario abbandonare la logica degli interventi una tantum a favore di un'azione di rivisitazione generale del sistema scolastico, che faccia affidamento su iniziative di più ampio respiro, che investano maggiormente sulla formazione del corpo docente, da cui dipende il futuro delle giovani generazioni e dell'intera società. Valuta pertanto negativamente il provvedimento in discussione e, più generale, l'intera azione politica del Governo in materia scolastica, atteso che essa ha prodotto esclusivamente riduzione di risorse, di servizi scolastici (come la messa in discussione del cosiddetto «tempo pieno») e di personale; osserva, inoltre, che con il decreto-legge in esame si fanno gravare su enti locali e previdenziali oneri eccessivi, rendendo vano il risparmio di costi ottenuto a livello nazionale.

Il sottosegretario Giuseppe PIZZA desidera precisare che, con le sue affermazioni precedenti, non intendeva accostare l'attuale Governo al Governo Prodi per quanto riguarda l'indirizzo politico perseguito in generale sul tema della scuola, ma semplicemente far notare talune similitudini nell'azione dei due Esecutivi in ordine al perseguimento di determinati obiettivi di finanza pubblica. Pur ritenendo essenziale garantire la continuità dei servizi scolastici, osserva poi che una politica di ridimensionamento delle spese pubbliche non può che passare attraverso un intervento incisivo sull'apparato amministrativo che fa capo al suo dicastero, dal momento che esso, a seguito delle recenti riforme ministeriali, ha assunto dimensioni significative in termini di competenze, attribuzioni

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e articolazioni delle sue strutture. In conclusione, nel ritenere inaccettabile la situazione di precarietà in cui versa gran parte dei lavoratori del settore dell'istruzione, giudica prioritaria la necessità di predisporre idonee misure tese alla risoluzione definitiva del problema, che potrebbero tradursi anche in apposite disposizioni legislative o nell'applicazione di meccanismi connessi all'incentivazione del pensionamento del personale attualmente in servizio, che abbia raggiunto i prescritti requisiti di età.

Giuliano CAZZOLA (PdL) ritiene che il fenomeno del precariato nel campo dell'istruzione scolastica abbia assunto un carattere fisiologico da molti anni, essendo connesso al meccanismo -previsto dalla normativa vigente - delle supplenze da attribuire per i posti rimasti vacanti o per le assenze temporanee del titolare della cattedra: in assenza di una più complessiva riforma del sistema scolastico, ritiene che tale caratteristica del settore sia destinata a persistere nel tempo, essendo connaturata all'ordinamento giuridico che si è andato sviluppando nel tempo e non imputabile alla responsabilità di un singolo Governo. Ritiene, piuttosto, che vada criticato il sistema con cui un'elevata percentuale di docenti ha conseguito l'immissione in ruolo negli anni passati, fondata su meccanismi ope legis, che non prevedevano l'espletamento di una vera e propria procedura concorsuale. Con riferimento, poi, alle osservazioni svolte in ordine al graduale innalzamento dell'età pensionabile per le donne nel settore del pubblico impiego, che, ad avviso di taluni esponenti dell'opposizione, renderebbe difficile l'ingresso nel mondo del lavoro di giovani docenti, fa notare che è stata introdotta recentemente nell'ordinamento la possibilità di un prepensionamento di coloro che possono vantare un'anzianità contributiva di 40 anni (anche figurativa), strumento che può essere agevolmente sfruttato, nell'ambito di una più generale azione del Governo, per favorire un ricambio generazionale nel settore scolastico.

Ivano MIGLIOLI (PD) osserva che i pesanti e drastici tagli di personale e di risorse operati dall'attuale Governo nel campo dell'istruzione hanno messo a rischio il normale svolgimento dei corsi scolastici, rendendo altresì ancor più preoccupante la situazione di degrado in cui versano gli istituti italiani, testimoniata dallo stato di disfacimento degli stessi edifici scolastici - che, in taluni casi recenti, ha portato a veri e propri cedimenti strutturali - e dal frequente mancato rispetto delle condizioni minime di sicurezza, suscettibile di mettere a repentaglio la salute degli stessi alunni. Rileva che, di fronte a tutto ciò, il Governo, dopo aver cercato di minimizzare - anche attraverso le dichiarazioni di alcuni suo esponenti - il fenomeno del precariato nel settore della pubblica amministrazione, interviene ora con un provvedimento «tampone», che, peraltro, oltre a non risolvere il problema in senso strutturale, esclude dal suo ambito di applicazione una gran parte di lavoratori flessibili.
In ordine a tale provvedimento, peraltro, ritiene essenziale comprendere se vi siano i margini per una sua modificazione da parte della Commissione ovvero se il Governo intenda, di fatto, «blindare» il testo presentato alla Camera.

Massimiliano FEDRIGA (LNP), intervenendo per una precisazione, sottolinea che il suo gruppo non intende mettere in discussione l'azione politica del Governo, ma semplicemente porre all'attenzione della Commissione l'esigenza - alla quale, peraltro, fornisce risposta lo stesso provvedimento in esame - di «mettere ordine» nel sistema scolastico, evitando quelle sanatorie indistinte e generalizzate che sono state, in passato, introdotte da chi ha concepito la pubblica amministrazione come mero ammortizzatore sociale. Quanto alle considerazioni espresse dal deputato Miglioli su una presunta responsabilità dell'attuale Governo in ordine all'attuale stato di decadimento in cui versano gli edifici scolastici, fa notare che tale situazione di degrado urbano esiste da molti anni e che se proprio queste responsabilità

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vanno accertate, esse non possono che ricadere sulle province, che risultano competenti in materia.

Maria Anna MADIA (PD), intervenendo per una questione preliminare di ordine tecnico, intende sin d'ora esprimere talune perplessità con riferimento al comma 1 dell'articolo 1 del decreto-legge in esame, laddove si prevede che i contratti a tempo determinato non possano in alcun caso trasformarsi in rapporti di lavoro a tempo indeterminato. Al riguardo, si interroga su quale possa essere l'impatto di tale disposizione nell'eventualità in cui il lavoratore precario dovesse entrare in ruolo durante il periodo di supplenza, paventando il rischio che tale norma possa realmente pregiudicare il conseguimento della cattedra da parte del docente.

Il sottosegretario Giuseppe PIZZA, nel riservarsi di svolgere ulteriori approfondimenti nel prosieguo del dibattito, desidera precisare che non esiste alcuna «blindatura» del testo e che vi è una chiara disponibilità verso i gruppi parlamentari per un confronto finalizzato all'eventuale miglioramento del provvedimento e alla valutazione di possibili ipotesi di integrazione dell'intervento normativo, qualora ricorressero adeguate condizioni di compatibilità finanziaria.

Silvano MOFFA, presidente, ritiene doveroso ricordare che l'anomalia rappresentata dall'ingente e duratura presenza del precariato nel settore scolastico ha origini lontane e ha preso corpo anche attraverso la progressiva introduzione di determinati meccanismi di assunzione nella pubblica amministrazione o di sistemi per la specializzazione all'insegnamento (citando, al riguardo, le cosiddette «SSIS»), che hanno trovato applicazione, ad esempio, nell'espletamento di procedure connesse a talune forme di «corso-concorso», non richiedenti adeguati titoli e specializzazioni. A suo avviso, dalla messa in atto di tali misure è derivata, pertanto, una difformità di trattamento tra coloro che si sono visti riconoscere un'agevolazione nei percorsi di stabilizzazione, pur non essendo in possesso di requisiti adeguati, e coloro che, pur avendo svolto un corso pienamente abilitante, sono rimasti in una situazione di incertezza rispetto alla prospettiva dell'insegnamento nelle scuole. Auspica, quindi, che il Governo possa porre sollecitamente fine a tale situazione di discriminazione attraverso un'azione forte di riordino del sistema scolastico.
Nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.

La seduta termina alle 14.05.

ATTI DEL GOVERNO

Martedì 6 ottobre 2009. - Presidenza del presidente Silvano MOFFA. - Interviene il Ministro per le pari opportunità, Maria Rosaria Carfagna.

La seduta comincia alle 14.05.

Schema di decreto legislativo recante recepimento della direttiva 2006/54/CE riguardante l'attuazione del principio delle pari opportunità e della parità di trattamento fra uomini e donne in materia di occupazione e impiego.
Atto n. 112.

(Esame e rinvio).

La Commissione inizia l'esame dello schema di decreto legislativo in titolo.

Silvano MOFFA, presidente, comunica che il Presidente della Camera - in considerazione dell'urgenza rappresentata dal Governo - ha proceduto all'assegnazione del provvedimento in titolo alla Commissione, sebbene su tale atto non si sia pronunciata la Conferenza Stato-regioni, secondo quanto disposto dalla legge di delegazione. Segnala, peraltro, che il Ministro per i rapporti con il Parlamento, con lettera in data 25 settembre 2009, ha rappresentato l'esigenza che - essendo decorso inutilmente il termine per

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l'espressione del parere della Conferenza medesima (ai sensi dell'articolo 2, comma 3, del decreto legislativo n. 281 del 1997) - le Commissioni parlamentari si esprimano anche in assenza del citato parere, al fine di consentire l'approvazione del provvedimento nei termini previsti dalla legge.
Fa presente, inoltre, che sulla medesima questione è pervenuta anche una nota del dicastero per le politiche comunitarie, che solleva, in particolare, il problema dell'urgente adozione del decreto legislativo in esame, in ragione della procedura di infrazione avviata nei confronti dell'Italia per il mancato recepimento della direttiva 2006/54/CE, attualmente nella fase di «messa in mora».
Avverte, infine, che la V Commissione ha trasmesso, nella giornata di venerdì 2 ottobre, i rilievi da essa formulati sulle conseguenze di carattere finanziario recate dal provvedimento in esame.

Barbara SALTAMARTINI (PdL), relatore, ricordato che il termine per l'espressione del parere parlamentare viene in scadenza il 24 ottobre prossimo e che il termine per il recepimento della direttiva comunitaria oggetto dello schema di decreto in titolo è, a sua volta, fissato al 29 ottobre 2009, osserva che con tale schema si intende dare attuazione ad una importante normativa europea che potrà contribuire al rafforzamento dell'occupazione femminile e all'eliminazione di quelle discriminazioni che rischiano di disincentivare la crescita professionale delle donne nel mondo del lavoro. Sotto questo profilo, segnala che l'articolo 1 modifica ed integra in più parti il codice delle pari opportunità tra uomo e donna, di cui al decreto legislativo 11 aprile 2006, n. 198.
Fa notare che le novelle agli articoli da 8 a 10 del decreto n. 198 modificano la disciplina del Comitato nazionale per l'attuazione dei principi di parità di trattamento ed uguaglianza di opportunità tra lavoratori e lavoratrici (istituito presso il Ministero del lavoro, della salute e delle politiche sociali): per quanto concerne la composizione dell'organo, si incrementa il numero dei componenti designati da alcune parti sociali e si prevede che, in caso di ritardo nelle designazioni, il Comitato possa essere costituito sulla base di quelle pervenute; riguardo ai compiti dell'organo, viene aggiunta l'elaborazione di iniziative per favorire il dialogo tra le parti sociali e il dialogo con le organizzazioni non governative che abbiano un legittimo interesse al conseguimento dell'obiettivo della parità, nonché lo scambio di informazioni disponibili in materia con gli organismi europei omologhi.
Segnala, quindi, le novelle agli articoli 12, 14, 15, 16 e 17 del decreto n. 198, che riguardano la figura delle consigliere e dei consiglieri di parità: si dispone, in particolare, che il supplente agisca su mandato del titolare e viene abrogato il limite di rinnovo per una sola volta del mandato quadriennale. Riguardo all'attività dei consiglieri si introducono i nuovi compiti dello svolgimento di inchieste indipendenti in materia di discriminazioni sul lavoro e della pubblicazione di relazioni indipendenti e di raccomandazioni nella medesima materia. Per quanto concerne permessi e indennità, fa presente che le novelle non modificano - fatta eccezione per l'incremento del termine di preavviso dell'astensione dal lavoro - le norme riguardanti la consigliera o il consigliere nazionale e quelle concernenti i permessi retribuiti per le consigliere e i consiglieri regionali e provinciali; viene, invece, soppresso l'istituto degli ulteriori permessi non retribuiti per le consigliere e i consiglieri regionali e provinciali, in relazione ai quali è attualmente corrisposta un'indennità; quest'ultima viene sostituita da un'indennità mensile, spettante anche nel caso in cui i soggetti siano lavoratori autonomi o liberi professionisti.
Rileva che le ulteriori novelle specificano che costituisce discriminazione anche ogni trattamento meno favorevole subito in ragione dello stato di gravidanza, di maternità o di paternità, nonché in conseguenza del rifiuto di atti di molestie o di molestie sessuali, segnalando l'estensione esplicita del divieto di ogni forma di discriminazione alle promozioni professionali

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e l'inserimento di un nuovo articolo, che introduce la disciplina sul divieto di discriminazione (diretta o indiretta) nelle forme pensionistiche complementari collettive. Evidenzia, poi, i più completi richiami dei divieti di discriminazione stabiliti dalle norme sostanziali, l'inasprimento delle sanzioni penali e l'estensione della tutela contro i comportamenti pregiudizievoli posti in essere, nei confronti di qualsiasi persona, quale reazione ad un'attività diretta ad ottenere il rispetto del principio di parità di trattamento tra lavoratori e lavoratrici. Ricorda, altresì, che la novella all'articolo 42 specifica che le azioni positive (ivi definite) possono avere anche lo scopo di «valorizzare» il contenuto professionale delle mansioni a più forte presenza femminile, mentre viene anche introdotto, con il nuovo articolo 50-bis, un principio per cui i contratti collettivi di lavoro possono prevedere misure specifiche - ivi compresi codici di condotta, linee guida e buone prassi - per la prevenzione delle forme di discriminazione in oggetto (e, in particolare, delle molestie e delle molestie sessuali).
Si sofferma, poi, sull'articolo 3 dello schema di decreto, che sopprime - a suo avviso in modo parziale - una limitazione vigente, secondo la quale alle riunioni della Commissione per le pari opportunità tra uomo e donna può essere invitato la consigliera o il consigliere nazionale di parità, solo qualora si discuta di questioni che coinvolgano materie di competenza. Auspica che la soppressione della limitazione possa essere completata, mediante l'abolizione del limite di materia testé segnalato. Segnala, infine, che l'articolo 4 prevede che alle riunioni del Comitato per l'imprenditoria femminile possa essere invitato la consigliera o il consigliere nazionale di parità, mentre l'articolo 5 disciplina gli obblighi di comunicazione alla Commissione europea e l'articolo 6 reca una clausola in materia di risorse finanziarie.
Alla luce del contenuto del provvedimento, preannuncia quindi un orientamento positivo sullo schema di decreto in esame, segnalando l'opportunità di valutare l'introduzione, nella sua proposta di parere, di taluni specifici rilievi su una serie di questioni. Anzitutto, evidenzia la discriminazione che la legislazione vigente riserva agli uomini nati dopo il 1985 che hanno optato per il servizio civile, ai quali è fatto divieto, per il resto della loro vita, di accedere ad una varietà di ruoli nell'ambito delle attività di fabbricazione e commercializzazione di armi, munizioni e materiali esplodenti, nonché di partecipare a concorsi per l'accesso nei ruoli nelle Forze armate, dell'Arma dei carabinieri, della Polizia di Stato, della Guardia di finanza, della Polizia penitenziaria, del Corpo forestale dello Stato. Ricorda che su tale questione, il 18 settembre 2008, la Commissione ha inviato all'Italia una lettera di messa in mora (procedura 2006/4917) per non corretta trasposizione delle direttive 2002/73/CE e 2006/54/CE, relative alla parità di trattamento tra uomini e donne in materia di lavoro.
Osserva, poi, che un'ulteriore questione riguarda l'esplicita estensione della sfera applicativa del provvedimento alla previdenza sanitaria, trattandosi di un ambito - anch'esso peraltro riconducibile alla direttiva comunitaria - all'interno del quale sono teoricamente possibili discriminazioni tra i sessi. Al contempo, si riserva di formulare una specifica osservazione in ordine alla reciprocità della partecipazione del consigliere o della consigliera di parità alle diverse sedi istituzionali, secondo quanto richiamato in precedenza. Inoltre, auspica che possa essere avviata una riflessione sulle sanzioni previste dal provvedimento, che vanno valutate ai fini della loro armonizzazione all'interno del sistema penale vigente. Considerato, in conclusione, che presso l'omologa Commissione del Senato è stato previsto un ciclo di audizioni informali in relazione al provvedimento in esame, si domanda se non sia opportuno valutare una analoga iniziativa anche da parte della XI Commissione.

Silvano MOFFA, presidente, ritiene che l'eventuale valutazione circa il possibile svolgimento di audizioni informali, ove

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concretamente sollecitate dai gruppi, possa essere rimessa ad una prossima riunione dell'Ufficio di presidenza.

Maria Grazia GATTI (PD) ricorda al Ministro Carfagna che la richiesta della sua presenza alla seduta odierna è motivata non soltanto dall'esigenza di approfondire i temi disciplinati dal provvedimento in esame, ma anche dall'opportunità di fare il punto sulle nomine di iniziativa governativa sottoposte al parere parlamentare, che hanno visto la XI Commissione interessata esclusivamente, sin dall'inizio della corrente legislatura, da candidature di sesso maschile. Richiama, in proposito, la risoluzione che nel novembre dello scorso anno la stessa Commissione ha approvato, in modo quasi unanime, impegnando il Governo a garantire la rappresentanza di genere nelle nomine apicali della pubblica amministrazione. Al riguardo, fa quindi presente che nessuna candidatura femminile, da quel momento, è ancora stata trasmessa alla Commissione.
Auspica, pertanto, un deciso intervento del Ministro sull'intera compagine governativa - e, in particolare, sul Ministro del lavoro - affinché, nel rispetto dell'atto di indirizzo parlamentare testé evocato, siano perseguiti i principi di parità e di pari opportunità nelle nomine governative. Chiede, in particolare, che - con riferimento alla proposta di nomina tuttora all'esame della Commissione, relativa al Presidente dell'Istituto per gli affari sociali, il cui seguito dell'esame è previsto per la giornata di domani - l'Esecutivo torni sui propri passi e ritiri la candidatura sottoposta al Parlamento, che interviene in palese violazione degli indirizzi dettati dalla Camera.

Massimiliano FEDRIGA (LNP) invita tutti i gruppi a ripercorrere l'intervento svolto dal deputato Cazzola nell'ambito dell'esame della proposta di nomina testé richiamata, per comprendere come molte figure femminili, nel corso della presente legislatura, siano state collocate dal Ministro del lavoro in posizioni apicali, anche se tali nomine non sono state sottoposte al parere parlamentare. In questo senso, rileva come il dato significativo sia quello che il principio delle pari opportunità è stato effettivamente assicurato, a prescindere dal diverso percorso istruttorio seguito per giungere a tali nomine.

Alessia Maria MOSCA (PD), nel rilevare che il suo gruppo non ha alcuna difficoltà a condividere - sia pure con talune limitate perplessità - il contenuto del provvedimento in esame, che intende recepire, sebbene con un certo ritardo, una importante direttiva comunitaria, si sofferma su quello che giudica un problema di fondo in materia di pari opportunità: lamenta, infatti, una mancanza di coerenza tra il merito dello schema di decreto legislativo in titolo e le iniziative concretamente assunte dal Governo, nel corso della presente legislatura, in tema di parità nella presenza delle donne nel mondo del lavoro, soprattutto in una fase di grave crisi come quella attuale. Nell'evidenziare i dati del secondo trimestre del 2009 riferiti al mercato del lavoro, segnala come la situazione dell'occupazione femminile si presenti sempre più dura e allarmante, se è vero che la media delle donne che hanno smesso di cercare lavoro supera, a livello nazionale, il 48 per cento, con la punta del 63,9 per cento nel Mezzogiorno.
A fronte della difficile situazione congiunturale in atto, invoca quindi un intervento d'urgenza da parte del Governo, il quale, al contrario, ha sinora adottato una serie di provvedimenti in controtendenza, diretti, in realtà, a disincentivare il lavoro femminile, come è accaduto, ad esempio, con il blocco dei fondi per l'imprenditoria femminile e con la soppressione della normativa sul divieto delle cosiddette «dimissioni in bianco».
Dichiara, in conclusione, la piena disponibilità del suo gruppo a contribuire fattivamente all'adozione di misure che si muovano nella direzione auspicata, lavorando in modo condiviso alle migliori soluzioni possibili.

Amalia SCHIRRU (PD) chiede al relatore se sia in grado di fornire chiarimenti

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sui profili legati alle risorse destinate all'attuazione del provvedimento in esame.

Barbara SALTAMARTINI (PdL), relatore, fa presente che lo schema di decreto in esame è stato predisposto nel presupposto dell'invarianza della spesa.

Il Ministro Maria Rosaria CARFAGNA, riferendosi anzitutto alla questione delle nomine governative, dichiara di condividere le preoccupazioni espresse circa l'esigenza di rafforzare la presenza femminile nei livelli apicali della pubblica amministrazione; rileva, tuttavia, che non rientra nei suoi poteri quello di contrattare con i ministri competenti (e, nel caso di specie, con il Ministro del lavoro) le singole nomine, che fanno capo alle prerogative esercitate dai rispettivi vertici dei dicasteri. In tal senso assicura che, configurandosi il suo ruolo esclusivamente sotto un profilo di moral suasion, si è adoperata e continuerà ad adoperarsi affinché i principi di pari rappresentanza di genere possano essere efficacemente perseguiti. In ogni caso, ritiene inopportuno entrare nel merito della nomina evocata in taluni interventi odierni, ricordando anche che numerose nomine recenti - pur non sottoposte al parere parlamentare - hanno interessato candidature femminili: invita, pertanto, i gruppi ad evitare di affrontare il tema con uno sguardo parziale, riconoscendo anche i progressi sinora compiuti in questo settore.
Quanto alle critiche rivolte al ruolo sinora svolto per fronteggiare la crisi economica in atto, giudica azzardato addossare al Governo in carica la responsabilità della situazione che interessa le donne nel mondo del lavoro. Ricorda, peraltro, che è stato appena prodotto un piano per l'occupazione femminile, che sarà definitivamente adottato nelle prossime settimane, al fine di incentivare il lavoro delle donne, con interventi in materia di orari, maternità e «welfare sostenibile»; al contempo, fa notare che il suo dicastero ha stanziato 40 milioni di euro del Fondo per le pari opportunità per interventi di sostegno all'occupazione e che è in corso, presso il CIPE, l'istruttoria per ulteriori finanziamenti all'imprenditoria femminile, nel cui ambito si stanno studiando le modalità più idonee ad evitare aggiramenti fraudolenti della normativa vigente. In sostanza, pur giudicando in termini positivi la disponibilità oggi manifestata dai gruppi di opposizione, ritiene che per un confronto serio si debba partire da dati maggiormente corrispondenti alla realtà, evitando di assumere posizioni pregiudizialmente critiche nei confronti del Governo.
Intende, infine, fornire alcuni chiarimenti sulla norma relativa alle cosiddette «dimissioni in bianco», segnalando che la sua soppressione è stata motivata dalla constatazione di un irrigidimento causato dalle formalità da questa previste, che incidevano negativamente sulla stessa assunzione di forza lavoro femminile e tendevano a rafforzare il «lavoro nero». Assicura, peraltro, che il Governo è fortemente impegnato anche su questo versante, attraverso l'inasprimento dei controlli ed il rafforzamento delle garanzie per un efficace regime di conciliazione in favore delle donne lavoratrici.

Alessia Maria MOSCA (PD), intervenendo per una precisazione, dichiara la propria soddisfazione per l'annuncio che il Governo si appresta a discutere, per il futuro, un piano per l'occupazione femminile, che tuttavia non costituisce ancora un concreto documento di lavoro. In questo senso, peraltro, desidera precisare di non avere accusato il Governo in carica della responsabilità dell'attuale crisi occupazionale, bensì di avere soltanto segnalato come l'Esecutivo si sia sinora mosso in contrasto con una tendenza che dovrebbe, al contrario, vedere rafforzato il ruolo delle donne nel mondo del lavoro.

Silvano MOFFA, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.

La seduta termina alle 14.45.