CAMERA DEI DEPUTATI
Martedì 28 luglio 2009
211.
XVI LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Politiche dell'Unione europea (XIV)
COMUNICATO
Pag. 161

SEDE CONSULTIVA

Martedì 28 luglio 2009. - Presidenza del presidente Mario PESCANTE.

La seduta comincia alle 10.10.

Ratifica ed esecuzione della Convenzione ONU contro la corruzione del 31 ottobre 2003 nonché norme di adeguamento dell'ordinamento interno.
C. 2551 Governo, approvato, in un testo unificato, dal Senato.

(Parere alle Commissioni II e III).
(Seguito dell'esame e conclusione - Parere favorevole).

La Commissione prosegue l'esame del provvedimento in oggetto, rinviato nella seduta del 27 luglio 2009.

Elena CENTEMERO (PdL), relatore, formula una proposta di parere favorevole.

Laura GARAVINI (PD) alla luce degli approfondimenti svolti, preannuncia il voto favorevole del suo gruppo sulla proposta di parere, poiché la ratifica del Trattato in titolo - come peraltro evidenziato nella relazione dell'onorevole Centemero - copre una lacuna legislativa e riveste pertanto notevole importanza.

Nessun altro chiedendo di intervenire, la Commissione approva la proposta di parere formulata dal relatore.

Rendiconto generale dell'Amministrazione dello Stato per l'esercizio finanziario 2008.
C. 2632 Governo, approvato dal Senato.

Disposizioni per l'assestamento del bilancio dello Stato e dei bilanci delle Amministrazioni autonome per l'anno finanziario 2009.
C. 2633 Governo, approvato dal Senato.

Tabella n. 2: Stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze per l'anno finanziario 2009 (limitatamente alle parti di competenza).
(Parere alla V Commissione).
(Esame congiunto e conclusione - Relazioni favorevoli).

La Commissione inizia l'esame congiunto dei provvedimenti in titolo.

Mario PESCANTE, presidente, ricorda che la Commissione è oggi convocata, in sede consultiva, per l'esame congiunto, ai sensi dell'articolo 119, comma 8, del Regolamento, dei disegni di legge n. 2632 e n. 2633 riguardanti il rendiconto generale dell'Amministrazione dello Stato per l'esercizio finanziario 2008 e le disposizioni per l'assestamento del Bilancio dello Stato e dei bilanci delle amministrazioni autonome per l'anno finanziario 2009, limitatamente agli stati di previsione e alle parti di competenza. Al termine dell'esame preliminare, l'iter proseguirà distintamente. L'esame si concluderà con la votazione di una relazione su ciascuno dei predetti provvedimenti, cui saranno allegati gli emendamenti eventualmente approvati dalla Commissione.
Propone - poiché l'esame del provvedimento è previsto in Aula già a partire da questa settimana e la V commissione concluderà domani mattina i propri lavori - di fissare il termine per la presentazione di emendamenti per oggi stesso, alle ore 11, affinché la Commissione possa concludere l'esame in mattinata.

La Commissione concorda.

Elena CENTEMERO (PdL), relatore, segnala che darà brevemente conto in generale dei due disegni di legge all'esame in sede consultiva della Commissione, per poi soffermarsi sulle parti di suo specifico interesse.
Il Rendiconto generale dello Stato è lo strumento con cui il Governo adempie all'obbligo costituzionale previsto dall'articolo 81, 1o comma, della Costituzione, di rendere conto al Parlamento dei risultati

Pag. 162

della gestione finanziaria annuale relativa alle amministrazioni dello Stato e di alcune amministrazioni autonome. Una novità del disegno di legge di rendiconto per l'esercizio finanziario 2008 è la presentazione delle voci di spesa secondo la nuova struttura funzionale di classificazione del bilancio, articolata in 34 Missioni e 164 Programmi, volta a garantire una maggiore leggibilità delle risorse di bilancio ed una più efficace allocazione delle stesse.
I conti consuntivi riferiti alle spese di ciascun Ministero sono esposti secondo la nuova classificazione suddivisa per macroaggregati (le nuove UPB), a loro volta articolati, nell'ambito di ciascun centro di responsabilità amministrativa, in capitoli che riportano gli stanziamenti di competenza (vedi Grafico 1), di cassa, nonché i residui.
Grazie a tale nuova struttura il ruolo del Rendiconto risulta valorizzato, in quanto documento contabile che consente di dar conto dei risultati di gestione e dell'efficacia dell'azione amministrativa in base alle finalità ad essa assegnate.
Il conto consuntivo delle Amministrazioni dello Stato viene corredato dalla stesura di nuove note preliminari per l'illustrazione dei risultati conseguiti dai Ministeri in relazione agli indirizzi di governo, mediante specifici indicatori.
In estrema sintesi, l'articolo 1 del disegno di legge dispone l'approvazione del Rendiconto generale delle amministrazioni dello Stato e delle amministrazioni e delle aziende autonome.
Gli articoli 2, 3 e 4 stabiliscono, rispettivamente, i risultati delle entrate (con accertamenti per oltre 720.236 milioni di euro), delle spese (con impegni di oltre 720.544 milioni) e della gestione di competenza, come differenza tra i predetti risultati, che è pertanto pari ad un disavanzo di circa 308 milioni di euro.
Gli impegni di spesa non comprensivi del rimborso prestiti assunti nel 2008 (spese finali), ammontano a 535.737 milioni di euro, con una espansione del 9,3 per cento rispetto all'anno precedente, dovuta all'aumento sia delle spese correnti (+8,1 per cento, pari a 35.496 milioni) sia di quelle in conto capitale (+18,6 per cento, pari a 9.895 milioni).
Tra le voci di parte corrente, la cui spesa ha generato impegni per 472.685 milioni di euro, con un incremento dell'8,1 per cento rispetto al 2007, gli aumenti più rilevanti rispetto a tale anno sono ascrivibili alle spese per redditi da lavoro dipendente, che salgono a 90.364 milioni (+6,6 per cento), ai trasferimenti correnti alla PA (+7,3 per cento), pari a 208.933 milioni e agli interessi passivi che ammontano a 79.867 milioni (+17,1 per cento). La dinamica delle spese in conto capitale registra un aumento del 18,6 per cento rispetto al 2007, ascrivibile all'incremento della voce più rilevante di tali spese, i contributi agli investimenti, che passano da 19.547 milioni a 25.139 milioni (+28,6 per cento).
Dal lato della gestione di cassa, gli articoli 2 e 3 dispongono che le somme versate sono pari a oltre 677.853 milioni e i pagamenti a circa 771.874 milioni.
L'entità delle entrate e delle spese complessive a consuntivo sono entrambe inferiori ai corrispondenti valori sia delle previsioni iniziali, sia di quelle definitive.
Comparando inoltre i consuntivi delle entrate e delle spese complessive del 2008 con i corrispondenti dell'anno precedente (rispettivamente 633.143 e 642.951 milioni di euro) si registra un aumento degli incassi pari al 7,1 per cento e dei pagamenti del 10,7 per cento.
L'analisi economica evidenzia che l'incremento dei pagamenti correnti è attribuibile in prevalenza alla spesa relativa ai redditi da lavoro dipendente, che ha ripreso il trend di crescita interrotto nel 2007, aumentando del 6,6 per cento rispetto a tale anno. Cospicui incrementi percentuali sono stati registrati altresì dalla voce degli interessi passivi (+16,2 per cento), mentre un aumento rilevante riguarda i trasferimenti correnti alla PA (oltre 13 miliardi di euro).
Anche per quanto concerne la gestione di cassa delle spese in c/capitale, l'incremento di queste ultime rispetto al 2007 (+33,4 per cento) è ascrivibile in prevalenza

Pag. 163

all'aumento dei contributi agli investimenti (+12,1 per cento, pari a oltre 2,7 miliardi).
Tra i risultati differenziali, in termini di competenza, il saldo netto da finanziare ha fatto registrare un disavanzo di oltre 37,9 miliardi di euro, come differenza tra l'ammontare complessivo degli accertamenti di entrata finali (497,7 miliardi) e quello degli impegni di spesa finali (535,7 miliardi). Rispetto alle previsioni definitive, tale saldo a consuntivo ha fatto registrare un miglioramento (oltre 26 miliardi di euro). Esso rientra nel limite massimo fissato dalla legge finanziaria per il 2008, pari a 41.905 (34.000 milioni, al netto delle regolazioni debitorie di al netto di 7.905 milioni di euro per regolazioni debitorie).
Il ricorso al mercato si è attestato intorno a 222,8 miliardi di euro, evidenziando un incremento di oltre 67,9 miliardi rispetto al 2007. Il risultato tuttavia è migliore rispetto alle previsioni iniziali e definitive (258,9 miliardi). Il valore del ricorso al mercato nei risultati di gestione è inoltre inferiore al limite massimo di 245.000 milioni di euro, fissato dalla legge finanziaria per il 2008 (legge n. 244/2007).
L'articolo 5 del disegno di legge in esame espone la situazione finanziaria del conto del Tesoro ed il conto dei residui attivi e passivi derivanti dall'esercizio 2007.
La situazione finanziaria del conto del Tesoro alla fine dell'esercizio 2008 presenta un disavanzo di 302.578 milioni di euro. Esso deriva dalla somma tra il disavanzo della gestione di competenza dell'esercizio (differenza tra gli accertamenti di entrata e gli impegni di spesa nel 2008), pari a oltre 308 milioni, il precedente disavanzo del conto del Tesoro (290.533 milioni) e i saldi della gestione dei residui derivanti dall'esercizio 2007. Questi ultimi vengono calcolati in base alla rideterminazione, nel corso della gestione 2008, dei residui attivi e dei residui passivi lasciati dall'esercizio 2007 e dai precedenti.
Nel corso dell'esercizio 2008 la situazione delineata con riferimento ai residui attivi lasciati dall'esercizio 2007 (143.878 milioni) si è modificata, dando luogo ad accertamenti di residui attivi per 121.469 milioni; i residui passivi sono passati da 92.356 milioni di euro a 81.368 milioni. Come riportato nella relazione illustrativa, la diminuzione di 10.673 milioni di euro dei residui passivi è stata determinata da economie di gestione per 2.339 milioni e da somme perenti agli effetti amministrativi per 8.344 milioni, a fronte delle quali si sono verificate eccedenze di spesa per 10 milioni di euro.
L'articolo 6 reca l'approvazione dell'allegato previsto dall'articolo 9 della legge n. 468/1978, contenente l'elenco dei decreti del Ministro dell'economia e delle finanze (MEF), con i quali sono stati effettuati, nel corso dell'esercizio 2007, i prelevamenti dal «Fondo di riserva per le spese impreviste». Per ciascun decreto di prelevamento, l'allegato indica altresì le spese per le quali sono state utilizzate le somme prelevate, specificando l'amministrazione e l'UPB del prelievo.
Nel complesso i prelevamenti effettuati dal predetto Fondo con decreti ministeriali risultano pari a circa 262 milioni di euro in competenza e in cassa, a fronte dello stanziamento di 500 milioni iscritto al cap. n.3001 dell'UPB «Altri Fondi di riserva» dello stato di previsione del MEF. La legge di assestamento per il 2008, inoltre, ne ha disposto un'ulteriore riduzione pari a 81 milioni di euro.
L'articolo 8 espone la situazione, al 31 dicembre 2008, del patrimonio dello Stato (conto generale del patrimonio, vedi par. 1), da cui risultano attività per un totale di circa 0,619 miliardi di euro e passività per un totale di 2.123 miliardi, da cui deriva un'eccedenza passiva pari a 1.504 miliardi (circa il 2 per cento in più rispetto al 2007).
Gli articoli da 9 a 18 espongono i dati relativi ai conti consuntivi delle aziende e amministrazioni autonome (Istituto agronomico per l'Oltremare, Amministrazione autonoma dei Monopoli di Stato, Archivi notarili, Fondo edifici di culto), indicando per ciascuna il totale delle entrate e il totale delle spese.

Pag. 164

Per quanto riguarda l'assestamento, ricorda che l'articolo 17 della legge n. 468/1978 prevede l'istituto dell'assestamento di bilancio per consentire un aggiornamento, a metà esercizio, degli stanziamenti del bilancio dello Stato, anche sulla scorta della consistenza dei residui attivi e passivi accertata in sede di rendiconto dell'esercizio scaduto al 31 dicembre precedente.
Sotto questo profilo, il disegno di legge di assestamento si connette funzionalmente con il disegno di legge di rendiconto relativo all'esercizio precedente: l'entità dei residui, attivi e passivi, sussistenti all'inizio dell'esercizio finanziario, che al momento dell'elaborazione e approvazione del bilancio di previsione è stimabile solo in misura approssimativa, viene, infatti, definita in assestamento sulla base delle risultanze del rendiconto.
Con il disegno di legge di assestamento le previsioni di bilancio sono adeguate in relazione:
a) per quanto riguarda le entrate, all'eventuale revisione delle stime del gettito;
b) per quanto riguarda le spese aventi carattere discrezionale, ad esigenze sopravvenute;
c) per quanto riguarda la determinazione delle autorizzazioni di pagamento (in termini di cassa), alla consistenza dei residui accertati in sede di rendiconto dell'esercizio precedente.

In riferimento alle variazioni di spesa, la legge di assestamento presenta il medesimo vincolo che sussiste per il bilancio di previsione, cioè il rispetto della legislazione sostanziale vigente.
Non possono pertanto essere modificati, in sede di assestamento, gli stanziamenti di spesa direttamente determinati da norme vigenti.
Il disegno di legge di assestamento del bilancio per l'esercizio 2009 riflette la struttura del bilancio dello Stato, organizzato in missioni e programmi, adottata a partire dalla legge di bilancio per il 2008.
L'articolo 1 del disegno di legge di assestamento dispone l'approvazione delle variazioni alle previsioni del bilancio dello Stato per il 2009 (approvato con la legge n. 204/2008), indicate nelle annesse tabelle.
Le tabelle si riferiscono allo stato di previsione dell'entrata, agli stati di previsione della spesa dei Ministeri e ai bilanci delle Amministrazioni autonome.
In allegato al disegno di legge è invece evidenziata, a fini conoscitivi, sia per lo stato di previsione dell'entrata che per gli stati di previsione della spesa, l'evoluzione, in termini di competenza e di cassa, delle singole poste di bilancio, per effetto sia delle variazioni apportate in forza di atti amministrativi fino al 31 maggio, sia delle variazioni proposte con il disegno di legge di assestamento medesimo.
L'articolo 2, lettera a), novella l'articolo 2, comma 3, della legge di bilancio per il 2009, aumentando il limite massimo di emissione di titoli pubblici, stabilito nella legge di bilancio, da 23.000 milioni a 90.100 milioni.
La lettera b), novellando l'articolo 2, comma 7, della legge di bilancio per il 2009, integra le dotazioni finanziarie dei fondi di riserva del Ministero dell'economia e finanze.
L'articolo 3 dispone l'approvazione dell'allegato 1 del disegno di legge, nel quale sono contenute le modifiche delle unità previsionale di base individuate nel bilancio di previsione.
Le previsioni assestate per il 2009, risultanti dalle variazioni apportate per atto amministrativo fino al 31 maggio scorso e da quelle proposte con il disegno di legge di assestamento in esame, evidenziano, rispetto alle previsioni iniziali di bilancio, un aumento del saldo netto da finanziare, al netto delle regolazioni debitorie e contabili, da 32.790 milioni di euro a 69.660 milioni di euro, con un peggioramento di 36.870 milioni di euro, per la gran parte imputabile alle variazioni proposte dal disegno di legge in esame.
Un peggioramento si registra altresì per il risparmio pubblico, che espone un valore negativo di oltre 19,6 miliardi di euro,

Pag. 165

e per ricorso al mercato, che denota un incremento da 255,1 a 292 miliardi di euro.
Analogo andamento negativo è riscontrabile per il saldo primario, che passa dai 48,5 miliardi di euro inizialmente previsti, a circa 8,5 miliardi di euro.
In particolare, le minori entrate in termini di competenza sono da ricondurre interamente alla diminuzione del gettito del comparto tributario per complessivi 29.379 milioni, soltanto in piccola parte compensato dall'aumento delle entrate extratributarie (+2.952 milioni).
Mentre le variazioni conseguenti ad atti amministrativi adottati nei primi cinque mesi dell'esercizio finanziario hanno comportato un incremento delle entrate finali (+5.892 milioni di euro, derivante per 3.320 milioni al comparto tributario e per 2.572 milioni da quello extratributario), le variazioni proposte dal disegno di legge di assestamento determinano invece una riduzione delle previsioni di entrata, in particolare, delle entrate tributarie di 32.699 milioni. Nell'ambito delle entrate tributarie assumono un particolare rilievo le variazioni relative all'IVA (-12.394 milioni), all'IRE (-10.490 milioni) e all'IRES (-4.623 milioni).
La relazione illustrativa al disegno di legge di assestamento evidenzia che le variazioni proposte per le entrate tributarie sono finalizzate ad allineare le previsioni di entrata per il 2009 all'andamento del quadro macroeconomico, come rivisto in sede di predisposizione del DPEF 2010-2013, presentato il 15 luglio 2009, il quale stima per l'anno in corso una contrazione del PIL pari al 5,2 per cento.
Per quanto concerne le spese, l'incremento delle spese finali di oltre 10.670 milioni di euro è essenzialmente legato all'andamento delle spese correnti primarie, che registrano un aumento complessivo di 9.076 milioni, di cui 3.905 milioni derivanti da proposta di assestamento.
Anche le spese in conto capitale evidenziano un incremento di 4.740 milioni di euro, quasi interamente determinato dalla proposta di assestamento.
La proposta di aumento della dotazione di competenza della spesa finale è principalmente legata:
all'incremento di 1.454 milioni dei trasferimenti in favore dei comuni a compensazione del minor gettito derivante dall'ICI, per gli anni 2007 e 2008, dei fabbricati rurali, rispetto a quanto era stato quantificato dall'articolo 2, commi da 29 a 36, del decreto-legge n. 262/2006, in relazione alle modifiche della tassazione di talune fattispecie imponibili;
all'incremento delle spese per consumi intermedi per 603 milioni;
all'adeguamento dei fondi di riserva, in particolare del fondo di riserva per le spese obbligatorie e d'ordine (300 milioni), del fondo di riserva per le spese impreviste (400 milioni) e dei fondi per la riassegnazione dei residui passivi perenti della spesa di parte corrente e di conto capitale incrementati di complessivi 5 miliardi, di cui 1 miliardo sul fondo per la riassegnazione dei residui passivi perenti della spesa corrente e 4 miliardi sul fondo per la riassegnazione dei residui perenti in conto capitale.
La spesa per interessi denota invece, nella proposta di assestamento, una contrazione di 3.147 milioni.
In termini di cassa, il saldo netto da finanziare, al netto delle regolazioni debitorie e contabili, si attesta a 124.974 milioni di euro, con un peggioramento di 45.922 milioni rispetto alle previsioni iniziali.
Nella definizione del bilancio di previsione l'entità dei residui passivi viene stimata, in modo presuntivo, sulla base di un calcolo che fa riferimento alla massa spendibile e alle autorizzazioni di cassa risultanti dal bilancio dell'esercizio in corso a quel momento. Solo con l'assestamento viene iscritta in bilancio la consistenza effettiva dei residui al 1o gennaio dell'esercizio in corso, quale è stata accertata sulla base delle risultanze del Rendiconto per l'esercizio precedente. Pertanto, il disegno di legge di assestamento del bilancio per il 2009 tiene conto dell'entità effettiva dei

Pag. 166

residui esistenti all'inizio dell'esercizio, come determinata nel disegno di legge di approvazione del Rendiconto per l'esercizio 2008.
Dal lato della spesa, i residui passivi accertati al 31 dicembre 2008 ammontano complessivamente a 90.039 milioni di euro.
In sede di formazione del bilancio di previsione per il 2009, la consistenza complessiva dei residui passivi era stata determinata in via presuntiva in 62.231 milioni di euro (comprensivi del rimborso prestiti). Il Rendiconto relativo al 2008 ha pertanto accertato una consistenza complessiva dei residui passivi maggiore di 27.808 milioni di euro rispetto a quella presunta nel bilancio di previsione.
Lo scostamento per singolo ministero verificatosi fra i residui passivi presunti al 1o gennaio 2009 e quelli accertati in sede di rendiconto 2008 è collegato soprattutto ai maggiori residui accertati in relazione ai Ministeri dell'economia e delle finanze (20.876 milioni), al Ministero per lo sviluppo economico (2.727 milioni) e del lavoro, salute e politiche sociali (1.272 milioni ).
Per quanto riguarda gli aspetti di competenza della Commissione Politiche dell'Unione europea, i punti più rilevanti sono i seguenti:
1. i dati finanziari relativi alla Missione 4 - L'Italia nell'Europa e nel mondo, che comprende sia il Programma 4.10 - Partecipazione italiana alle politiche di bilancio in ambito UE (che fa capo al Centro di responsabilità 4 - Dipartimento della Ragioneria generale dello Stato), sia il Programma 4.11 - Politica economica e finanziaria in ambito internazionale (che fa capo al Centro di responsabilità 3 - Dipartimento del tesoro). Per quanto riguarda il rendiconto, nel corso dell'esercizio 2008 alla Missione 4 sono stati complessivamente attribuiti 27.647 milioni di euro (le previsioni iniziali erano pari a 27.187 milioni, le previsioni assestate hanno registrato un aumento di 460 milioni di euro). Gli importi impegnati sono stati pari a 26.756 milioni di euro, e quelli effettivamente pagati pari a 26.756 milioni.
Per quanto riguarda l'assestamento 2009, si segnala che nel bilancio di previsione 2009 alla Missione 4 sono stati complessivamente attribuiti 24.381,8 milioni di euro: con il ddl di assestamento a tale Missione vengono assegnati 24.404 milioni di euro (con un aumento di 22,2 milioni di euro). L'incremento è riferito al Programma 4.11 (in particolare agli «aiuti economici erogati attraverso organismi internazionali»), e solo in minima parte al Programma 4.10;
2. i flussi finanziari Italia-UE. Nell'Allegato n. 3 del Conto consuntivo del Ministero dell'economia e delle finanze per l'anno 2008 viene evidenziata l'esposizione contabile dei flussi finanziari intercorsi tra l'Italia e l'UE, nonché la situazione delle corrispondenti erogazioni effettuate dalle Amministrazioni nazionali. I versamenti effettivi al bilancio UE del 2008 (pari a 15.265,6 milioni di euro), a raffronto con quelli del 2007 (pari a 13.842,2 milioni di euro) evidenziano un incremento di 1.423,4 milioni di euro. Per quanto riguarda la contribuzione dell'UE in favore dell'Italia, essa consegue alle politiche comuni di sviluppo poste in essere dall'Unione in vari settori e si realizza concretamente con gli strumenti finanziari costituiti dai Fondi strutturali. In particolare, è previsto il finanziamento dei seguenti 3 obiettivi prioritari di sviluppo: a) l'obiettivo «Convergenza», volto ad accelerare la convergenza degli Stati membri e regioni in ritardo di sviluppo migliorando le condizioni per la crescita e l'occupazione; b) l'obiettivo «Competitività regionale e occupazione», che punta, al di fuori delle regioni in ritardo di sviluppo, a rafforzare la competitività e le attrattive delle regioni e l'occupazione; c) l'obiettivo «Cooperazione territoriale europea», che è inteso a rafforzare la cooperazione transfrontaliera e transnazionale.
È stato inoltre istituito un nuovo strumento giuridico denominato Gruppo europeo di cooperazione transfrontaliera (GECT), che promuove azioni finanziate al di fuori dei fondi a finalità strutturale e mirate agli obiettivi di coesione territoriale, con particolare riferimento alla cooperazione

Pag. 167

transfrontaliera, transnazionale e interregionale. Nel corso dell'esercizio 2008 sono stati accreditati all'Italia contributi per 9.268,42 milioni di euro, con un decremento del 9,94 per cento rispetto all'anno 2007 (10.126,98 milioni di euro). La parte più importante (4.309,54 milioni di euro) attiene alle azioni cofinanziate dal FEAGA (interventi per la politica agricola comune). Per quanto riguarda i fondi strutturali, nel 2008 l'UE ha accreditato all'Italia complessivamente 4.049,3 milioni di euro. A fronte di una diminuzione delle risorse stanziate per tutti i Fondi, si registra un aumento del 52,42 per cento a favore del Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale (FEASR). I fondi accreditati hanno riguardato interventi variamente localizzati sul territorio nazionale in relazione ai diversi periodi di programmazione (alcuni programmi sono stati realizzati ancora nell'ambito dei periodi di programmazione 1994-1999 e 2000-2006, altri nell'ambito del periodo 2007-2013). Nell'Allegato n. 3 del Conto consuntivo del Ministero dell'economia per l'anno finanziario 2008 un capitolo è dedicato alle erogazioni effettuate dal Fondo di rotazione per le politiche comunitarie, istituito dall'articolo 5 della legge n. 183/1987. Il Fondo dà un quadro complessivo degli interventi cofinanziati dall'UE: ad esso infatti affluiscono disponibilità provenienti sia dal bilancio comunitario sia dal bilancio nazionale. Al Fondo di rotazione, nel corso del 2008, sono confluite somme per circa 9 miliardi di euro, di cui 4.958,9 milioni di euro provenienti dal bilancio comunitario. Nella Relazione della Corte dei Conti al bilancio 2008 si evidenzia come il risultato di cassa del Fondo sia positivo per 3,7 miliardi di euro. Il fondo cassa all'inizio del 2008 era di 10,3 miliardi di euro; al 31/12/2008 risultava essere di 14,1 miliardi. Per quanto riguarda l'assestamento, non si registra alcuna variazione rispetto alle previsioni iniziali: pertanto le previsioni assestate recano sempre una spesa di parte corrente per il finanziamento del bilancio dell'Unione pari a 17.000 milioni di euro, di cui 14.400 milioni (cap. 2751) a titolo di risorse complementari e 2.600 milioni (cap. 2752) a titolo di risorse proprie. Nel disegno di legge di assestamento 2009 è altresì riportato lo stanziamento previsto per il Fondo di rotazione per l'attuazione delle politiche comunitarie (cap. 7493): rispetto alle previsioni iniziali il capitolo non registra alcuna variazione; pertanto lo stanziamento iscritto resta confermato di 6.872,3 milioni di euro;
3. il Dipartimento per le politiche comunitarie, che costituisce uno dei centri di responsabilità di spesa (CdR n. 4) della Presidenza del Consiglio.

Il Conto finanziario della Presidenza del Consiglio dei Ministri per l'anno 2008 è stato approvato con il DPCM 28 maggio 2009.
Le previsioni iniziali di spesa per il 2008 del Dipartimento per le politiche comunitarie ammontavano a 3,266 milioni di euro; nel corso dell'anno finanziario si è registrato un incremento di 0,427 milioni di euro e pertanto le previsioni finali 2008 risultano essere pari a 3,693 milioni di euro, di cui 3,691 milioni riguardano le spese correnti. I pagamenti effettuati nel corso del medesimo anno sono stati pari a 1,669 milioni di euro e sono state impegnate somme, rimaste da pagare, per altri 0,46 milioni di euro, per un totale di somme impegnate per il 2008 di 2,129 milioni di euro. Risultano quindi in economia, rispetto alle previsioni di spesa, 1,563 milioni di euro. Nella Relazione illustrativa al conto finanziario 2008 si evidenzia come il Dipartimento abbia curato in particolare il coordinamento con i Ministeri competenti per la formazione della posizione italiana nella cd. «fase ascendente» e l'istruttoria dei provvedimenti volti al recepimento della normativa comunitaria, la predisposizione del disegno di legge comunitaria, la partecipazione ai comitati della Commissione europea ed ai gruppi di lavoro del Consiglio dell'Unione europea, la prosecuzione dell'impegno assunto per ridurre il carico delle procedure di infrazione, il coordinamento per il raggiungimento degli obiettivi della

Pag. 168

Strategia di Lisbona, l'organizzazione e la partecipazione a convegni e incontri di studio, l'informazione e la comunicazione su temi di politica comunitaria. Per quanto riguarda l'anno 2009, il bilancio di previsione della Presidenza del Consiglio è stato approvato con DPCM 19 dicembre 2008. La nota preliminare al bilancio di previsione 2009 evidenzia che al Centro di responsabilità del Dipartimento per le politiche comunitarie (CdR 4) sono destinati fondi per 3,266 milioni di euro. Rispetto alle previsioni finali riferite all'anno finanziario 2008, si evidenzia come il Dipartimento abbia registrato un significativo contenimento delle spese (circa - 9 per cento) relative ai singoli progetti che compongono il programma. Le voci di spesa che hanno subito maggiori riduzioni sono quelle relative a missioni in Italia ed all'estero, al funzionamento di consigli, comitati e commissioni, a studi, indagini e rilevazioni, all'attività di comunicazione istituzionale e per la formazione comunitaria di operatori pubblici e privati; mentre il capitolo riferito alle spese per progetti cofinanziati dall'UE viene iscritto solo per memoria.
La Nota allegata al bilancio di previsione evidenzia peraltro come l'attività del Dipartimento continui ad essere finalizzata al rafforzamento del ruolo dell'Italia nell'UE.
Pertanto nel 2009, oltre al proseguimento dell'attività già svolta in merito allo sviluppo delle procedure di coordinamento dell'attività delle Amministrazioni statali nel processo di formazione della posizione italiana nella fase ascendente della normativa europea e per la diffusione della cultura del «monitoraggio» e della «valutazione», ed alla continuazione, attraverso la Struttura di missione, della strategia finalizzata a ridurre il carico delle procedure di infrazione, il Dipartimento curerà:
a) l'azione presso le Amministrazioni pubbliche per sollecitare il rispetto dei termini di recepimento delle direttive comunitarie;
b) il proseguimento e l'intensificazione della lotta alle frodi comunitarie in collaborazione con il Nucleo della Guardia di finanza ad hoc istituito presso il Dipartimento;
c) il monitoraggio della normativa nazionale, regionale e locale, sulla libera prestazione dei servizi e sui regimi di autorizzazione per accedervi in vista del recepimento - entro il 28 dicembre 2009 - della cd. «direttiva servizi» (direttiva 2006/123/CE), al fine di rimuovere dalla normativa nazionale vigente eventuali disposizioni confliggenti con la normativa comunitaria.

Mario PESCANTE, presidente, nessuno chiedendo di intervenire, dichiara concluso l'esame preliminare congiunto dei provvedimenti.
Propone quindi di sospenderne l'esame per riprenderlo non appena scaduto il termine per la presentazione degli emendamenti. La Commissione potrà nel frattempo passare alla trattazione degli altri argomenti all'ordine del giorno.
La Commissione concorda.

La seduta, sospesa alle 10.30, riprende alle 11.15.

Mario PESCANTE, presidente, avverte che sono stati presentati due emendamenti all'assestamento del bilancio dello Stato per l'anno 2009, Tab 6.1 e Tab 6.2 a firma dell'onorevole Garavini (vedi allegato 1).

Elena CENTEMERO (PdL), relatore, valutati gli emendamenti presentati, evidenzia come questi siano riferiti alla Tabella 6 dello stato di previsione del Ministero degli Affari esteri e si riferiscono pertanto ad una parte del disegno di legge di competenza della Commissione affari esteri. Evidenzia inoltre che quando si parla di cittadini italiani residenti all'estero si fa riferimento a residenti in Paesi terzi, poiché gli italiani che vivono in paesi comunitari sono più propriamente cittadini europei.
Alla luce di tali considerazioni, invita la presentatrice al ritiro dei suddetti emendamenti.

Pag. 169

Laura GARAVINI (PD) sottolinea che, pur nella consapevolezza del fatto che le proposte emendative presentate non coinvolgono direttamente le competenze della XIV Commissione, ha comunque ritenuto opportuno presentarle, anche al fine di sensibilizzare i colleghi della maggioranza sulla situazione degli italiani all'estero e delle politiche ad essi rivolte, che hanno subito tagli di spesa molti rilevanti. Sottolinea, in via generale, la necessità di valorizzare, mediante adeguate politiche , la presenza dei cittadini italiani all'estero, sia all'interno che all'esterno dei confini comunitari.
Accoglie, in ogni caso, l'invito al ritiro formulato dalla relatrice.

Elena CENTEMERO (PdL), relatore, formula la proposta di riferire in senso favorevole su entrambi i disegni di legge.

Mario PESCANTE, presidente, nessuno chiedendo di intervenire, avverte che la Commissione procederà alla votazione sul disegno di legge C. 2632.
La Commissione approva la proposta di relazione favorevole del relatore sul rendiconto generale dell'Amministrazione dello Stato per l'esercizio finanziario 2008.

Mario PESCANTE, presidente, avverte che la Commissione procederà ora alla votazione sul disegno di legge C. 2633.
La Commissione approva la proposta di relazione favorevole del relatore sul disegno di legge C. 2633 recante Disposizioni per l'assestamento del Bilancio dello Stato e dei bilanci delle amministrazioni autonome per l'anno finanziario 2009 e sulla allegata Tabella 2: Stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze (limitatamente alle parti di competenza).
Nomina quindi l'onorevole Centemero relatore presso la Commissione Bilancio.

La seduta termina alle 11.25.

ATTI DEL GOVERNO

Martedì 28 luglio 2009. - Presidenza del presidente Mario PESCANTE.

La seduta comincia alle 10.30.

Schema di decreto legislativo recante modifiche e integrazioni al decreto legislativo 21 novembre 2007, n. 231, di attuazione della direttiva 2005/60/CE concernente la prevenzione dell'utilizzo del sistema finanziario a scopo di riciclaggio dei proventi di attività criminose e di finanziamento del terrorismo nonché della direttiva 2006/70/CE che ne reca misure di esecuzione.
Atto n. 101.

(Seguito dell'esame, ai sensi dell'articolo 126, comma 2, del regolamento, e rinvio).

La Commissione prosegue l'esame dello schema di decreto all'ordine del giorno, rinviato nella seduta del 27 luglio 2009.

Gianluca PINI (LNP), relatore, tenuto conto della necessità di svolgere adeguati approfondimenti, di carattere prevalentemente tecnico, anche sulle questioni sollevate nella seduta di ieri dall'onorevole Garavini, riterrebbe preferibile concludere - in una seduta da convocarsi domani - l'esame del provvedimento.

Mario PESCANTE, presidente, nessuno chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.

La seduta termina alle 10.35.

ATTI COMUNITARI

Martedì 28 luglio 2009. - Presidenza del presidente Mario PESCANTE.

La seduta comincia alle 10.35.

Comunicazione della Commissione europea «Uno spazio di libertà, sicurezza e giustizia al servizio dei cittadini», trasmessa con lettera in data 19 giugno 2009.
COM(2009)262 def.

(Parere alle Commissioni I e II).
(Esame, ai sensi dell'articolo 127, comma 1, del regolamento, e rinvio).

La Commissione inizia l'esame del provvedimento in oggetto.

Pag. 170

Isidoro GOTTARDO (PdL), relatore, evidenzia come l'esame della comunicazione «Uno spazio di libertà, sicurezza e giustizia al servizio dei cittadini» (COM(2009)262), presentata dalla Commissione europea il 10 giugno scorso, offra la possibilità di un confronto di ampio profilo sulle priorità per il periodo 2010-2014 su materie estremamente delicate quali sono quelle oggetto della comunicazione stessa.
La comunicazione, meglio nota come «Programma di Stoccolma», in quanto presentata nel corso del semestre di Presidenza svedese, sarà discussa nei prossimi mesi dal Consiglio e dal Parlamento europeo; l'adozione definitiva da parte del Consiglio europeo dovrebbe pervenire nel prossimo mese di dicembre.
Il documento sollecita anche i Parlamenti nazionali ad un approfondito confronto.
In effetti, è indispensabile che nel processo di revisione e aggiornamento delle priorità di quello che è stato il Programma dell'Aia, valido fino all'anno in corso, ciascuno dei paesi membri concorra attivamente assicurando un contributo positivo, sulla base delle proprie esperienze e delle proprie esigenze. Il documento prosegue lungo la direzione già intrapresa con il Programma dell'Aia di rafforzare ulteriormente la tutela dei diritti dei cittadini e, allo stesso tempo, di individuare gli strumenti utili per fronteggiare emergenze e pericoli per la sicurezza comune dei paesi europei.
Con il Programma dell'Aia è stato possibile ottenere diversi risultati, alcuni assai importanti come la soppressione dei controlli alle frontiere interne allo spazio Schengen che consente attualmente a oltre 400 milioni di cittadini di viaggiare liberamente nel territorio UE, ovvero l'adozione di una serie di atti legislativi contro il razzismo e la xenofobia e per la protezione dei dati personali nel quadro della cooperazione di polizia e giudiziaria in materia penale. Si sono poste le basi per potenziare gli scambi di informazioni e intelligence nel quadro della cooperazione di polizia e rafforzare Europol attraverso la sua trasformazione in una vera e propria Agenzia comunitaria.
Non mancano tuttavia settori nei quali si sono registrati ritardi e difficoltà che la comunicazione molto correttamente mette in luce attribuendone le maggiori responsabilità a due fattori. In primo luogo, agli ostacoli frapposti da alcuni Paesi membri alla puntuale attuazione della disciplina europea e, in secondo luogo, alla rigidità della regola dell'unanimità che attualmente è richiesta per le decisioni da assumere nell'ambito del Consiglio quando si tratta di intervenire sulle materie oggetto della comunicazione.
Quanto al primo profilo, la Commissione si ripromette di verificare con maggiore continuità i progressi compiuti sul piano dell'attuazione; quanto al secondo aspetto, si può osservare che con l'entrata in vigore del Trattato di Lisbona verrà applicato quasi sempre il voto a maggioranza qualificata. Più in particolare, per quanto concerne le priorità che vengono individuate nella comunicazione, merita in primo luogo segnalare l'obiettivo dell'adesione, da parte dell'Unione, alla Convenzione europea dei diritti dell'uomo, da cui potrà discendere un rafforzamento del livello di tutela dei diritti umani su scala europea.
Sono attesi progressi anche per quanto concerne l'introduzione di un sistema volto a consentire ai cittadini europei di disporre gratuitamente e facilmente degli atti di stato civile e, in prospettiva, dal riconoscimento reciproco degli effetti connessi agli atti di stato civile.
Le iniziative a tutela dei soggetti più deboli dovrebbero concentrarsi, nelle intenzioni della Commissione, sulla protezione dei minori e la piena integrazione sociale dei gruppi vulnerabili.
La Commissione sottolinea poi la necessità di potenziare il coordinamento in materia di protezione consolare dei cittadini UE, tenuto conto del fatto che non in tutti i pesi terzi sono presenti rappresentanza diplomatiche di ciascuno degli Stati membri.

Pag. 171

Per quanto riguarda la protezione dei dati, viene prospettata la creazione di una certificazione europea per le tecnologie, i prodotti e i servizi «rispettosi della vita privata».
In materia di cooperazione di polizia, si preannuncia l'elaborazione di un modello europeo di informazione per potenziare la capacità di analisi strategica e di cooperazione operativa, che preveda criteri di raccolta e trattamento delle informazioni riunite per motivi di sicurezza rispettosi dei principi della protezione dei dati, anche relativamente ai paesi terzi.
Viene poi evidenziata la necessità di utilizzare più intensamente Europol e l'esigenza di concentrare l'attività di contrasto alla criminalità organizzata su alcune tipologie di reato, tra le quali vanno segnalate in particolare lo sfruttamento sessuale dei minori e pedopornografia, la criminalità informatica e il traffico di droga.
Per quanto concerne la lotta al terrorismo, che continua a costituire una grave minaccia per i paesi europei, si individuano quali settori prioritari di intervento: la lotta alla radicalizzazione; il monitoraggio dell'uso di Internet a fini terroristici; la lotta al finanziamento del terrorismo; la gestione del rischio terroristico con particolare riguardo alla protezione delle infrastrutture critiche e ai rischi connessi ai materiali chimici, biologici, radiologici o nucleari.
Sul tema dell'immigrazione, si prosegue nel duplice obiettivo di contrastare l'immigrazione illegale e, allo stesso tempo, di favorire l'integrazione degli immigrati legali.
Le dimensioni assai preoccupanti assunte dal fenomeno e il peso crescente delle organizzazioni criminali impongono, tuttavia, un impegno aggiuntivo non soltanto da parte degli Stati membri ma anche da parte delle istituzioni comunitarie.
È questo un tema su cui l'Italia, particolarmente esposta ai flussi migratori via mare, deve insistere perché la concertazione delle risposte faccia un salto di qualità.
In particolare, oltre al rafforzamento del dialogo e del partenariato con i paesi terzi, di provenienza e di transito degli immigrati, occorre rivedere le regole in materia di reinsediamento all'interno dell'UE degli immigrati. In sostanza, non si possono lasciare interamente a carico dei Paesi come l'Italia, più facilmente raggiungibili, per ragioni di vicinanza geografica, i costi finanziari, amministrativi e sociali della gestione della enorme massa di emigranti che arrivano sul territorio europeo. Occorre affermare con nettezza il principio per cui tutti i paesi europei debbono contribuire, secondo una logica di solidarietà.
In materia di asilo, si prospetta la rapida adozione delle proposte legislative in corso di esame da parte delle istituzioni UE volte alla creazione entro il 2012 di una procedura unica di asilo e di uno status uniforme in materia di protezione internazionale e il trattamento comune delle domande di asilo all'interno e all'esterno dell'UE.
Strettamente connessa alle questioni da ultimo richiamate è la problematica relativa alla gestione delle frontiere. In proposito la Commissione raccomanda un miglioramento della cooperazione operativa tra Stati membri tramite Frontex, auspicando che tale agenzia goda di maggiori capacità operative.
La Commissione ritiene che l'UE debba inoltre impegnarsi per l'introduzione di uno sportello unico per tutti i tipi di controllo ai valichi di frontiera, accorpando i controlli da effettuare per motivi di sicurezza, immigrazione e dogane; la piena operatività dei sistemi d'informazione (SIS II, VIS) con l'istituzione di una nuova agenzia l'istituzione di centri comuni di rilascio dei visti negli paesi terzi; la conclusione di accordi di facilitazione del visto con alcuni paesi terzi; la creazione di un visto Schengen comune, il cui rilascio sia basato sulla valutazione del rischio connesso al singolo e non al criterio della cittadinanza.
Particolare attenzione viene dedicata dalla comunicazione della Commissione alle tematiche relative alla giustizia.

Pag. 172

In particolare, la Commissione manifesta intenzione di assumere iniziative dirette a fornire, tramite Eurojust e le reti giudiziarie europee, una maggiore assistenza nell'applicazione, da parte delle competenti istituzioni degli Stati membri, della normativa europea e a sostenere la formazione delle professioni legali e gli scambi tra i professionisti, soprattutto grazie al Forum della giustizia.
Inoltre, per facilitare l'accesso alla giustizia, la Commissione propone di: potenziare i dispositivi di patrocinio a spese dello Stato; migliorare i modi alternativi di risoluzione delle controversie; avvalersi dei mezzi elettronici (e-Justice) con particolare riferimento all'utilizzo di videoconferenze; abolire gli adempimenti relativi alla legalizzazione degli atti e dei documenti e riflettere sull'eventuale creazione di atti pubblici europei; potenziare il sostegno alle vittime di reati.
Particolare rilievo viene assegnato alle politiche in materia di tutela dei diritti dei consumatori; in proposito, occorre ricordare la recente presentazione del libro verde sui mezzi di ricorso collettivo dei consumatori che nelle intenzioni della Commissione dovrebbe costituire la base su cui fondare una specifica iniziativa legislativa. L'adozione di una disciplina comune in materia a livello europeo avrebbe un duplice vantaggio: in primo luogo, quello di garantire standard di protezione uniformi a tutti i consumatori e, in secondo luogo, quello di evitare asimmetrie per quanto concerne le condizioni delle imprese. In sostanza, si tratta di evitare che le imprese appartenenti a paesi che si sono dotati di una normativa sulla class action possano essere chiamate a pagare ingenti risarcimenti, a differenza delle concorrenti di altri paesi che ne sarebbero escluse per il solo fatto che i rispettivi ordinamenti non prevederebbero una disciplina in materia.
Il terreno su cui si prospettano i più significativi progressi è tuttavia quello della cooperazione giudiziaria, soprattutto in materia civile e commerciale.
Va in proposito segnalato che la Commissione propone di abolire in via generale l'exequatur per cui le decisioni delle autorità giurisdizionali emesse in uno Stato membro verrebbero riconosciute ex lege negli altri Stati senza che sia necessario il ricorso ad alcuna formalità. Sono immediatamente valutabili i vantaggi che i cittadini potrebbero trarne in termini di riduzione degli adempimenti e dei costi per la giustizia.
Sempre in tema di progressi che possono essere realizzati sul terreno della semplificazione, merita segnalare che la Commissione intende abbreviare l'iter processuale e rendere più efficace l'esecuzione delle decisioni giudiziarie; definire un quadro comune di riferimento in materia diritto contrattuale e, eventualmente, individuare contratti tipo; istituire un regime specifico europeo facoltativo per le imprese (28o regime) per favorire lo sviluppo degli scambi intracomunitari; ricorrere, ove necessario, al diritto penale per sanzionare le frodi che mettano in pericolo il sistema finanziario e l'economia UE.

La Commissione si ripromette, inoltre, di estendere il riconoscimento reciproco alle decisioni relative a: misure di protezione delle vittime e dei testimoni; esecuzione delle multe; decadenza dall'esercizio di diritti.

La Commissione intende inoltre proseguire il ravvicinamento delle norme di diritto sostanziale riguardanti determinati reati gravi, tipicamente transfrontalieri, prevedendo definizioni e sanzioni comuni; elaborare un sistema completo di assunzione delle prove nelle cause transfrontaliere (che comprenda anche un quadro giuridico europeo della prova elettronica, un sistema europeo di accompagnamento coattivo, principi minimi sulla reciproca ammissibilità delle prove scientifiche tra gli Stati) e di un quadro giuridico in materia di garanzie procedurali minime; rafforzare il potere d'indagine di Eurojust; completare del sistema europeo di informazione sui casellari giudiziari (ECRIS); promuovere esperienze pilota su forme alternative alla reclusione.
In conclusione, la comunicazione risulta essere un documento ambizioso ma

Pag. 173

realistico; alcuni degli obiettivi prefigurati richiedono probabilmente maggior coraggio rispetto a quello fino ad oggi manifestato. In ogni caso, la direzione intrapresa, consistente nel rafforzamento della cooperazione e nella crescita del ruolo dell'Europa in queste materie, risulta pienamente condivisibile. I temi affrontati non possono essere, infatti, affidati esclusivamente alla responsabilità di ciascuno Stato membro. La loro portata è tale per cui, inevitabilmente, deve essere chiamata in causa la dimensione europea. Si pone, quindi, l'esigenza di risposte condivise. Le materia trattate rivestono la massima delicatezza; su di esse e sui progressi concreti che si potranno realizzare si gioca una parte rilevante delle prospettive di consolidamento e sviluppo del processo di integrazione europea.

Mario PESCANTE, presidente, nessuno chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.

Proposta di decisione del Parlamento europeo e del Consiglio che istituisce uno strumento europeo di microfinanziamento per l'occupazione e l'integrazione sociale.
COM(2009)333 def.

(Parere alla XI Commissione).
(Esame, ai sensi dell'articolo 127, comma 1, del regolamento, e rinvio).

La Commissione inizia l'esame del provvedimento in oggetto.

Nunziante CONSIGLIO (LNP), relatore, ricorda che la proposta di decisione in esame - presentata dalla Commissione europea il 2 luglio 2009 - è volta ad istituire un nuovo strumento europeo di microfinanziamento per l'occupazione, denominato Progress. La proposta ha un'importanza significativa in quanto costituisce una misura concreta e mirata di attuazione della strategia dell'Unione europea per attenuare l'impatto sociale della crisi economico-finanziaria e, più specificamente, ad impedire la disoccupazione di lunga durata. L'istituzione del nuovo strumento tiene conto, in particolare, delle conseguenze paradossali determinate, nel contesto di crisi economica e finanziaria, dalla concomitanza di fattori quali la stretta creditizia generale e dell'aumento di disoccupazione: molte persone desiderose di diventare lavoratori autonomi oppure di avviare una microimpresa non possono farlo, avendo un accesso insufficiente al microcredito. Le banche tradizionali considerano, infatti, questa fascia di soggetti troppo rischiosa e, a causa degli importi relativamente limitati dei prestiti, costosa. La necessità di porre rimedio a questa situazione era stata segnalata sia dal Parlamento europeo - con una risoluzione del 24 marzo 2009 che invitava la Commissione a rafforzare il proprio impegno per sviluppare il microcredito a sostegno di crescita e occupazione - sia in termini più generali dal Consiglio europeo di giugno 2009.
Con la proposta di decisione in esame si intende pertanto aumentare l'accesso al microcredito - inteso quale prestito inferiore a 25 000 euro - per le seguenti categorie: persone che hanno perso o rischiano di perdere il proprio posto di lavoro e desiderano avviare una microimpresa in proprio, compresa un'attività autonoma; persone svantaggiate, compresi i giovani, che desiderano avviare o sviluppare ulteriormente una microimpresa in proprio, compresa un'attività autonoma; microimprese dell'economia sociale che occupano persone che hanno perso il proprio posto di lavoro oppure che danno lavoro a persone svantaggiate, inclusi i giovani.
Per «microimpresa» si intende, in coerenza con la definizione di cui alla raccomandazione n. 2003/361/CE un'impresa che occupa meno di 10 persone, comprese le attività a titolo individuale, e il cui fatturato annuo e/o totale di bilancio non supera 2 milioni di euro. Lo strumento Progress - aperto ad organismi pubblici e privati stabiliti negli Stati membri che erogano microfinanziamenti a persone e microimprese - sarà attuato mediante garanzie, prodotti di condivisione del rischio,

Pag. 174

strumenti rappresentativi di capitale, titoli di debito e misure di sostegno, tra cui attività di comunicazione, monitoraggio, controllo, audit e valutazione. Particolarmente interessante, per le sue notevoli potenzialità, è il ricorso ai prodotti con ripartizione del rischio, con i quali l'organismo erogante garantisce una parte del rischio totale assunto dalla banca intermediaria per facilitare l'accesso in segmenti di mercato, quale per le quali il rischio è ritenuto troppo elevato o le garanzie sono considerate insufficienti. Non a caso la Banca europea per gli investimenti (BEI) ha deciso, a partire dal 2007, di proporre in misura crescente alle banche intermediarie tale tipologia di prodotti.
Per dare attuazione al nuovo strumento finanziario la proposta prevede che la Commissione europea concluda accordi con istituzioni finanziarie europee ed internazionali, in particolare con la Banca europea per gli investimenti (BEI) e il Fondo europeo per gli investimenti (FEI), conformemente ai princìpi stabiliti dal regolamento finanziario applicabile al bilancio generale delle Comunità europee (regolamento n. 1605/2002). Questi accordi dovranno contenere disposizioni dettagliate per l'attuazione dei compiti affidati alle istituzioni finanziarie, compresa la necessità di garantire l'addizionalità rispetto ai programmi nazionali (in altre parole, il contributo comunitario si aggiunge, e non si sostituisce, agli interventi pubblici realizzati in ambito nazionale).
Il contributo finanziario del bilancio comunitario a Progress per il periodo dal 1o gennaio 2010 al 31 dicembre 2013 è pari a 100 milioni di euro. Il finanziamento deriverebbe da uno storno di 100 milioni di euro (nell'arco di 4 anni) dal programma Progress - il programma comunitario per l'occupazione e la solidarietà sociale relativo al periodo 2007-2013, istituito con la decisione n. 1672/2006/CE - al nuovo strumento di microfinanziamento. Secondo una stima prudente effettuata dalla Commissione, l'impatto dello strumento dovrebbe portare il volume dei crediti a circa 500 milioni di euro nell'arco di 4 anni.
La Commissione riporta che, in base alle informazioni ricevute dalla rete europea di microfinanza (European Microfinance Network, EMN), l'importo medio dei prestiti è stimato in 11.000 euro. Per un volume di prestiti pari a 500 milioni di euro, si prevede che il numero di beneficiari sarà pari a circa 45.450. Si calcola altresì che il numero medio di posti di lavoro creati per prestito sarà 1,2, per un totale di 54.540 posti di lavoro (45.450 x 1,2).
Passando ad una prima valutazione della proposta, osserva anzitutto, sotto il profilo giuridico, che essa appare fondata su una corretta base giuridica, costituita dall'articolo 159, paragrafo 3, del Trattato CE; in base a tale disposizione le azioni specifiche che si rivelassero necessarie, al di fuori dei fondi a finalità strutturale, al fine di garantire il rafforzamento della coesione economica e sociale, possono essere adottate dal Parlamento europeo e dal Consiglio secondo la procedura di codecisione, previa consultazione del Comitato economico e sociale e del Comitato delle regioni.
La proposta appare altresì pienamente conforme con il principio di sussidiarietà; in particolare, come osservato nel preambolo della proposta e precisato nella relazione illustrativa:
nell'attuale contesto di crisi finanziaria, a fronte di una contrazione del credito e di una consistente riduzione dei prestiti non rimborsati, è necessario rafforzare l'impegno a livello comunitario e nazionale per garantire, in tempi ragionevoli, un livello sufficiente di erogazione di microcrediti al fine di rispondere all'elevata domanda delle categorie maggiormente bisognose, quali i disoccupati e le persone più vulnerabili che desiderano avviare o sviluppare microimprese, ma non hanno accesso ai crediti delle banche «commerciali»;
l'intervento a livello comunitario è adeguato considerato che l'esistenza di un

Pag. 175

unico e specifico strumento a livello comunitario consentirà di massimizzare l'impulso offerto dalle istituzioni finanziarie internazionali ed eviterà un approccio dispersivo, aumentando di conseguenza la concessione di microfinanziamenti in tutti gli Stati membri.

Per quanto attiene al merito della proposta, gli obiettivi della costituzione del nuovo strumento finanziario e gli strumenti previsti appaiono pienamente condivisibili.Occorre, tuttavia, in coerenza con il metodo di esame che la Commissione Politiche dell'Unione europea ha consolidato in questa legislatura, valutare con attenzione alcuni profili:
l'impatto della proposta sul nostro ordinamento e soprattutto le effettive opportunità di accesso per i disoccupati, i giovani e le microimprese italiane ai microfinanziamenti erogati da Progress;
l'adeguatezza della dotazione finanziaria dello strumento - pari ad appena 100 milioni di euro per il periodo dal 1o gennaio 2010 al 31 dicembre 2013 - rispetto alla gravità della stretta creditizia e alla platea potenziale dei soggetti che vorrebbero creare microimprese;
il coordinamento con analoghe misure già adottate o in corso di adozione a livello nazionale. Ricordo, infatti, che il decreto-legge 78 del 2009, approvato in prima lettura dalla Camera, dispone lo stanziamento annuale, a partire dal 2010, di una somma pari a 1,8 milioni di euro in favore del Comitato nazionale italiano permanente per il microcredito. Finalità dell'intervento è la promozione, la prosecuzione ed il sostegno ai programmi di microcredito e microfinanza destinati allo sviluppo economico e sociale del Paese, nonché favorire la lotta alla povertà, nel quadro degli obiettivi della strategia e degli strumenti anticrisi. Va inoltre sottolineato che la Commissione lavoro della Camera ha già avviato l'esame in sede referente della pdl AC 2424 Foti e altri «Interventi per agevolare la libera imprenditorialità e per il sostegno del reddito», che reca un complesso coordinato di misure per incentivare e per promuovere l'avvio di attività di impresa da parte dei lavoratori che attualmente si trovano in condizioni di disoccupazione.

Propone pertanto, in conclusione di approfondire questi profili nel corso delle prossime sedute, anche svolgendo le opportune attività conoscitive.

Mario PESCANTE, presidente, nessuno chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.

La seduta termina alle 10.45.

SEDE REFERENTE

Martedì 28 luglio 2009. - Presidenza del presidente Mario PESCANTE. - Interviene il ministro per le politiche europee, Andrea Ronchi.

La seduta comincia alle 10.45.

Legge comunitaria 2009.
C. 2449 Governo.

(Seguito dell'esame e conclusione).

La Commissione prosegue l'esame del provvedimento, rinviato nella seduta del 21 luglio 2009.

Mario PESCANTE, presidente, avverte innanzitutto che il relatore ha presentato l'emendamento 1.19 e l'articolo aggiuntivo 7.025, sui quali è stato già acquisito il parere favorevole delle Commissioni di settore; segnala altresì che sono stati ritirati gli articoli aggiuntivi 7.07 Pini e 7.023 del Relatore.
Avverte altresì che gli emendamenti ed articoli aggiuntivi che la Commissione dovrà votare nella seduta odierna sono raccolti nel fascicolo posto in distribuzione, che sarà allegato al resoconto della seduta odierna (vedi allegato 2).

Pag. 176

La Commissione passa quindi all'esame degli articoli e degli emendamenti ed articoli aggiuntivi ad essi riferiti.

Nicola FORMICHELLA (PdL), relatore, esprime parere favorevole su tutti gli emendamenti riferiti all'articolo 1, fatta eccezione per l'emendamento 1.1 della II Commissione, sul quale esprime parere contrario e che propone di respingere per motivi di compatibilità comunitaria, riservandosi comunque, d'intesa con il Governo, una ulteriore valutazione della questione nel corso dell'esame del provvedimento in Assemblea.

Il Ministro Andrea RONCHI concorda con i pareri espressi dal relatore.

La Commissione, con distinte votazioni, approva quindi l'emendamento 1.10 Gozi e respinge l'emendamento 1.1 della II Commissione. Approva quindi l'emendamento 1.19 del relatore, risultando conseguentemente assorbiti l'emendamento 1.11, gli identici emendamenti 1.5 e 1.13, gli identici emendamenti 1.6 e 1.12, gli identici emendamenti 1.7 e 1.14, gli identici emendamenti 1.8 e 1.15, l'emendamento 1.16 nonché gli identici emendamenti 1.9 e 1.17.

La Commissione approva infine l'emendamento 1.18 del relatore.

Nicola FORMICHELLA (PdL), relatore, esprime parere favorevole sull'emendamento riferito all'articolo 2.

Il Ministro Andrea RONCHI concorda con il parere espresso dal relatore.

La Commissione approva l'emendamento 2.1 della XI Commissione.

Nicola FORMICHELLA (PdL), relatore, esprime parere favorevole sull'emendamento riferito all'articolo 4.

Il Ministro Andrea RONCHI concorda con il parere espresso dal relatore.

La Commissione approva l'emendamento 4.1 del relatore.

Nicola FORMICHELLA (PdL), relatore, esprime parere favorevole su tutti gli emendamenti ed articoli aggiuntivi riferiti all'articolo 5, fatta eccezione per l'articolo aggiuntivo 5.01 (Nuova formulazione) Gozi, rispetto al quale invita il presentatore al ritiro. Pur condividendo i contenuti della proposta emendativa, considera tuttavia opportuno pervenire ad una sua diversa formulazione. Ritiene che in sede di esame del provvedimento in Assemblea si potrà giungere, d'intesa con il Governo, ad una soluzione condivisa; sottolinea il proprio impegno in tal senso.

Il Ministro Andrea RONCHI concorda con i pareri espressi dal relatore, sottolineando l'esigenza di una riformulazione dell'articolo aggiuntivo 5.01(Nuova formulazione) Gozi.

Gianluca PINI (LNP) comprende la delicatezza degli interventi di riforma connessi alla legge n. 11 del 2005 e concorda con la proposta del relatore. Desidera tuttavia sottolineare che le previsioni di cui al nuovo articolo 4-bis inserito dall'articolo aggiuntivo in oggetto contengano un richiamo a principi di ordine costituzionale, sanciti dalla legge n. 11 del 2005 medesima. Si tratta pertanto di disposizioni pienamente condivisibili, che ritiene debbano essere affrontate nel corso dell'esame in Assemblea, seppure con una diversa formulazione.

Enrico FARINONE (PD) sottoscrive l'articolo aggiuntivo 5.01 (Nuova formulazione) Gozi e evidenzia come si tratti di una proposta emendativa che, quanto all'inserimento nella legge n. 11 del 2005 di un nuovo articolo 4-bis, si pone in linea con il dettato costituzionale e rispetto alla quale la posizione del Governo appare paradossale e poco comprensibile. Ricorda peraltro che analoga previsione si trova nella risoluzione Centemero ed altri n. 6-00021, approvata in esito all'esame in Assemblea della Relazione sulla partecipazione

Pag. 177

dell'Italia all'Unione europea nel 2007, con la sottoscrizione di tutti i rappresentanti dei gruppi in Commissione.

Gianluca PINI (LNP) auspica che l'onorevole Farinone accolga l'invito al ritiro dell'articolo aggiuntivo 5.01 (Nuova formulazione) Gozi, ribadendo la volontà e l'impegno del suo gruppo per trovare una soluzione condivisa relativamente ai contenuti della proposta emendativa presentata.

Mario PESCANTE, presidente, ritiene - considerate le posizioni emerse nel corso del dibattito, ed in particolare gli impegni assunti dagli onorevoli Formichella e Pini - che si possa pervenire ad una mediazione nel corso dell'esame del provvedimento in Assemblea.

Enrico FARINONE (PD) alla luce dell'impegno assunto dai colleghi, ritira l'articolo aggiuntivo 5.01(Nuova formulazione) Gozi.

La Commissione approva, con distinte votazioni, gli emendamenti 5.2 Gozi e 5.1 Formisano e gli articoli aggiuntivi 5.03 (Nuova formulazione) e 5.02 (Nuova formulazione) del relatore.

Nicola FORMICHELLA (PdL), relatore, esprime parere favorevole su tutti gli articoli aggiuntivi riferiti all'articolo 7.

Il Ministro Andrea RONCHI concorda con il parere espresso dal relatore.

La Commissione approva, con distinte votazioni, gli articoli aggiuntivi 7.01 XIII Commissione, 7.019, 7.020 e 7.022 del Governo, 7.08 Pini, 7.024 e 7.025 del relatore.

Nicola FORMICHELLA (PdL), relatore, raccomanda l'approvazione dei propri emendamenti riferiti all'articolo 8.

Il Ministro Andrea RONCHI esprime parere favorevole sugli emendamenti riferiti all'articolo 8.

La Commissione approva, con distinte votazioni, gli emendamenti 8.2 e 8.3 del relatore.

Nicola FORMICHELLA (PdL), relatore, esprime parere favorevole sull'emendamento riferito all'articolo 9.

Il Ministro Andrea RONCHI concorda con il parere espresso dal relatore.

La Commissione approva l'emendamento 9.1 Garavini.

Mario PESCANTE, presidente, comunica che, ai sensi dell'articolo 90, comma 2, del Regolamento, la Presidenza si intende autorizzata al coordinamento formale del testo, come risultante dagli emendamenti approvati.
Pone quindi in votazione il mandato al relatore a riferire in senso favorevole all'Assemblea sul testo del disegno di legge comunitaria 2009, come risultante dalle modifiche apportate nel corso dell'esame in sede referente.

La Commissione delibera di conferire il mandato al relatore di riferire in senso favorevole all'Assemblea sul provvedimento in esame. Delibera altresì di chiedere l'autorizzazione a riferire oralmente.

Mario PESCANTE, presidente, si riserva quindi di designare i componenti del Comitato dei nove sulla base delle indicazioni dei gruppi.

Relazione sulla partecipazione dell'Italia all'Unione europea nel 2008.
Doc. LXXXVII, n. 2.

(Seguito dell'esame e conclusione).

La Commissione prosegue l'esame del provvedimento, rinviato nella seduta del 23 luglio 2009.

Elena CENTEMERO (PdL), relatore, ricorda di aver presentato, nella seduta dello scorso 23 luglio, una proposta di

Pag. 178

relazione per l'Assemblea, della quale raccomanda l'approvazione. Rivolge quindi un ringraziamento al relatore del disegno di legge comunitaria, on. Formichella, per aver recepito, con suoi emendamenti, alcune delle indicazioni da lei formulate proprio in sede di esame della Relazione annuale.

Enrico FARINONE (PD) osserva come la relazione dell'onorevole Centemero appaia nel complesso positiva, evidenziando, tra l'altro, alcune osservazioni formulate dal gruppo del PD, ed aventi ad oggetto i tempi di esame dei principali provvedimenti di fase ascendente e discendente nell'ambito del calendario dei lavori parlamentari, la necessità che la Relazione esprima effettivamente gli orientamenti che il Governo intende adottare, assicurando un'efficace informazione al Parlamento, nonché il ruolo delle Camere nella formazione delle politiche europee. Questi ed altri temi - il ruolo del CIACE, la situazione delle procedure di infrazione, il rafforzamento del raccordo Governo-Camere alla luce dell'entrata in vigore del Trattato di Lisbona - dovranno essere ulteriormente approfonditi. Occorrerà inoltre valutare in Aula il comportamento concreto del Governo, al di là delle buone intenzioni enunciate; per tali motivi preannuncia il voto di astensione del gruppo del PD sulla proposta di Relazione formulata dalla relatrice.

Isidoro GOTTARDO (PdL) preannuncia il voto favorevole del suo gruppo sulla proposta di Relazione formulata dall'onorevole Centemero.

La Commissione approva quindi la proposta di relazione per l'Assemblea formulata dal relatore.

La seduta termina alle 11.15.

UFFICIO DI PRESIDENZA INTEGRATO DAI RAPPRESENTANTI DEI GRUPPI

L'ufficio di presidenza si è riunito dalle 11.25 alle 11.30.