CAMERA DEI DEPUTATI
Martedì 21 luglio 2009
206.
XVI LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Commissioni Riunite (V e VI)
COMUNICATO
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SEDE REFERENTE

Martedì 21 luglio 2009. - Presidenza del presidente della V Commissione Giancarlo GIORGETTI, indi del Presidente della VI Commissione, Gianfranco CONTE. - Intervengono il Ministro per la semplificazione normativa Roberto Calderoli, il Viceministro dell'economia e delle finanze Giuseppe Vegas e il sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze Alberto Giorgetti.

La seduta comincia alle 9.35.

DL 78/09: Provvedimenti anticrisi, nonché proroga di termini e della partecipazione italiana a missioni internazionali.
C. 2561 Governo.

(Seguito dell'esame e conclusione).

Le Commissioni proseguono l'esame del provvedimento, rinviato, da ultimo, nella seduta del 20 luglio scorso.

Maurizio FUGATTI (LNP), relatore per la VI Commissione, si riserva di proporre ulteriori modifiche all'articolo aggiuntivo 1.021 del Governo.

Raffaele VOLPI (LNP), con riferimento all'articolo 4, ricorda di aver già tentato, con un apposito ordine del giorno, di dare un indirizzo specifico in materia di infrastrutturazione delle reti, al fine di superare un gap soprattutto con riferimento alle problematiche transfrontaliere che riguardano la gestione dei flussi di energia elettrica, anche considerando i recenti investimenti italiani all'estero.
Ritiene, infatti, in primo luogo che la costruzione di un moderno sistema di infrastrutture di rete rappresenti un momento importante di sviluppo, consentendo positive sinergie tra investimenti pubblici e privati con ricadute occupazionali importanti, l'innesco di un circuito virtuoso a livello economico nazionale e internazionale. In secondo luogo, sarebbe possibile consentire ad alcune aree di riposizionarsi all'interno delle nuove forme di tariffazione previste, considerando l'esistenza di aree di produzione di energia che non possono entrare nel mercato nazionale a causa della mancanza di idonee reti di passaggio alla rete nazionale.

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Auspica pertanto che tale posizione possa trovare il sostegno delle Commissioni.
Ritiene, inoltre, che occorra facilitare il più possibile la legge-obiettivo sulle infrastrutture dell'energia, al fine di soddisfare l'esigenza della sicurezza energetica e di realizzare una efficiente rete di distribuzione energetica nazionale. Infine, per quanto riguarda l'articolo 4, ritiene che la procedura consultiva debba essere dedicata solo all'infrastrutturazione diretta, mantenendo la concertazione con le regioni e gli enti locali per quanto riguarda gli impianti di produzione di energia. Infatti, mentre non esistono perplessità per quanto riguarda la rete di distribuzione dell'energia, anche stabilendo la deroga commissariale, viceversa potrebbero sorgerne con riferimento agli impianti di produzione.

Maurizio FUGATTI (LNP), relatore per la VI Commissione, presenta l'emendamento 4.100 dei Relatori, che intende introdurre ulteriori correzioni al comma 1 dell'articolo 4, alla luce delle modifiche apportate a tale comma dall'emendamento Corsaro 4.27.

Paola DE MICHELI (PD) manifesta perplessità per la ristrettezza dei tempi accordati per la presentazione dei subemendamenti all'articolo aggiuntivo Ceroni 4.08 (nuova formulazione). Pur manifestando, apprezzamento per l'impegno del Governo per una semplificazione delle procedure, ritiene necessario espungere le lettere g) e l), che, viceversa, le appesantirebbero.

Giancarlo GIORGETTI, presidente, avverte che le Commissioni passeranno ad esaminare le proposte emendative riferite all'articolo 10.

Maurizio FUGATTI (LNP), relatore per la VI Commissione, esprime parere contrario su tutti gli emendamenti ed articoli aggiuntivi riferiti all'articolo 10.

Alberto FLUVI (PD) ritiene che le motivazioni che hanno spinto il Governo a proporre l'articolo 10 siano giuste, stando all'andamento delle compensazioni tributarie degli ultimi 10 anni, in un'ottica di semplificazione del rapporto tra imprese e amministrazioni finanziarie. In particolare, la situazione appare anomala per le compensazioni IVA che negli ultimi anni hanno subito un andamento crescente impressionante. Auspica pertanto che, come accaduto per l'articolo 4, si possa instaurare un dialogo con la maggioranza e con il Governo al fine di procedere ad eventuali modifiche dell'articolo 10. Ritiene, infatti, necessario modificare, ad esempio, l'espressione della rubrica dell'articolo, visto che lo stesso demanda ad altro provvedimento l'incremento delle compensazioni fiscali, citato nella rubrica stessa.
L'incremento dai 500 ai 700 mila euro del limite previsto all'articolo 34, comma 1 della legge 388 del 2000, contenuto nell'articolo 10, inoltre, potrebbe essere accolto qualora non si riferisse alle esigenze di bilancio. Tale ulteriore limitazione, infatti, non consentirebbe alle imprese di disporre di un quadro di riferimento certo riguardo alle compensazioni, e potrebbe ridursi ad un mero differimento di un mese e mezzo delle stesse compensazioni, rallentando altresì il processo di semplificazione tra aziende e amministrazioni finanziare. Manifesta comunque l'opportunità di rendere utilizzabile dal 1o gennaio dell'anno prossimo l'incremento delle compensazioni fiscali.

Andrea LULLI (PD) manifesta apprezzamento per l'intervento del collega Fluvi, ma ritiene necessario precisare che l'eventuale approvazione dell'articolo peggiorerebbe le condizioni delle piccole imprese, allungando i tempi e introducendo ulteriori procedure burocratiche, quindi aumentandone i costi. Invita pertanto il Governo a non assumersi la responsabilità di introdurre ulteriori appesantimenti in una situazione di difficoltà per le piccole imprese.

Massimo VANNUCCI (PD) chiede di valutare l'opportunità di innalzare il limite dei 10 mila euro annui, di cui al punto 7,

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del comma 1, dell'articolo 10, al di sopra del quale vi è l'obbligo per le imprese di utilizzare i servizi telematici dell'agenzia delle entrate, ritenendo che tale limite sia stato fissato al di sotto di una ragionevole soglia.

Gianluca FORCOLIN (LNP) ritiene che, all'articolo 10, comma 1, lettera a), numero 7, sarebbe opportuno ampliare il novero dei soggetti abilitati all'apposizione del visto di conformità ed elevare la soglia, pari attualmente a 10.000 euro annui, al di sopra della quale è richiesto tale visto.

Michele VENTURA (PD) giudica poco comprensibile l'atteggiamento di totale chiusura dei relatori e del Governo su tutte le proposte emendative riferite all'articolo 10, molte delle quali sono state presentate da colleghi che provengono da aree territoriali caratterizzate da un'alta densità di piccole e medie imprese. Invita, pertanto, i relatori e il Governo a riconsiderare il parere espresso, ricordando come, proprio in questi giorni, la stampa specializzata riporti la notizia dell'aumento, pari a circa il 7 per cento, dei costi della burocrazia a carico delle imprese.

Massimo BITONCI (LNP) illustra il proprio emendamento 10.20, volto ad elevare da 10.000 a 50.000 euro la soglia per l'obbligatorietà del visto di conformità, ritenendo esigua la soglia attualmente prevista all'articolo 10. Invita, pertanto, i relatori e il Governo a modificare il loro parere su tale emendamento.

Ivano STRIZZOLO (PD) illustra il suo emendamento 10.25, volto, come quello del collega Bitonci, ad elevare a 50.000 euro la soglia di cui all'articolo 10, comma 1, lettera a), numero 7. In proposito, osserva che, da parte del Governo, dovrebbe venire un segnale di attenzione verso le piccole e medie imprese, anche in considerazione del fatto che la modifica proposta non appare suscettibile di comportare oneri aggiuntivi rilevanti.

Karl ZELLER (Misto-Min.ling.) rileva che il fenomeno dell'evasione fiscale attraverso il sistema delle compensazioni riguarda, normalmente, importi ben superiori ai 10.000 euro annui. Ritiene, pertanto, che la soglia in discorso possa senz'altro essere elevata, facendo salve le finalità dell'articolo 10.

Maurizio FUGATTI (LNP), relatore per la VI Commissione, ritiene che le considerazioni svolte dai colleghi meritino attenta considerazione, anche se comprende le perplessità del Governo, che invita, comunque, a un supplemento di riflessione.

Il Sottosegretario Alberto GIORGETTI rileva che l'elevazione, per esempio a 20.000 euro, della soglia di cui all'articolo 10, comma 1, lettera a), numero 7, produrrebbe effetti finanziari complessivi di difficile quantificazione. Ribadisce, pertanto, le forti riserve del Governo sugli emendamenti volti a elevare tale soglia, ricordando come il Governo abbia dato significativi segnali di apertura su altri argomenti.

Massimo BITONCI (LNP) rileva che la norma in discussione, con la soglia attualmente prevista, è destinata ad aggravare gli adempimenti a carico dei contribuenti e dei professionisti coinvolti, nonché i relativi costi.

Alberto FLUVI (PD) premesso di concordare con le considerazione del collega Bitonci, chiarisce di ritenere corrette le finalità dell'articolo 10, ma rileva che l'importo di 10.000 euro corrisponde alle compensazioni normalmente effettuate da una piccola azienda o da un piccolo esercizio commerciale. Osserva, altresì, che, data la periodicità mensile o trimestrale delle dichiarazioni ai fini dell'imposta sul valore aggiunto, tali soggetti accederanno alla compensazione con un ritardo di circa quattro mesi e mezzo. Inoltre, come ha osservato il collega Bitonci, appare opportuno un ampliamento dei soggetti abilitati all'apposizione del visto di conformità, giacché la formulazione attuale della norma esclude, ad esempio, i centri di

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assistenza fiscale delle associazioni di categoria. Osserva, infine, che, per la prima volta, i costi di un adempimento che dovrebbe essere a carico dell'amministrazione finanziaria, qual è appunto il visto di conformità, viene posto, di fatto, a carico dei contribuenti.

Maurizio FUGATTI (LNP), relatore per la VI Commissione, rivedendo il parere precedentemente espresso, esprime parere favorevole sull'emendamento Zeller 10.10, a condizione che sia riformulato, nonché sugli identici emendamenti Pizzolante 10.7, Bitonci 10.20, Strizzolo 10.25, Corsaro 10.30, Del Tenno 10.39, nonché sugli identici emendamenti Brugger 10.14, Baretta 10.27, a condizione che siano riformulati nel senso di innalzare il limite di compensazione oltre il quale si richiede l'apposizione del visto di conformità da 10 a 15 mila euro.

Le Commissioni, con distinte votazioni, respingono gli emendamenti Duilio 10.8, e Zeller 10.12.

Giancarlo GIORGETTI, presidente, avverte che l'emendamento Vignali 10.33 è stato ritirato.

Le Commissioni, con distinte votazioni, respingono gli emendamenti Galletti 10.37 e Zeller 10.11.

Giancarlo GIORGETTI, presidente, avverte che l'emendamento Comaroli 10.18 è stato ritirato.

Karl ZELLER (Misto-Min.ling.) accoglie la proposta di riformulazione del proprio emendamento 10.10.

Le Commissioni approvano l'emendamento Zeller 10.10 (nuova formulazione) (vedi allegato). Respingono, poi, con distinte votazioni, gli identici emendamenti Rubinato 10.16, e Del Tenno 10.40, nonché gli emendamenti Zeller 10.13 e Quartiani 10.6.

Giancarlo GIORGETTI, presidente, avverte che i presentatori degli emendamenti 10.7, 10.20, 10.25, 10.30, 10.39, 10.14 e 10.27, hanno accolto la proposta di riformulazione avanzata dai relatori.

Andrea LULLI (PD) dichiara il proprio voto contrario sugli emendamenti 10.7, 10.20, 10.25, 10.30, 10.39, 10.14 e 10.27.

Le Commissioni approvano gli identici emendamenti Pizzolante 10.7, Bitonci 10.20, Strizzolo 10.25, Corsaro 10.30, Del Tenno 10.39, Brugger 10.14 e Baretta 10.27, come riformulati dai presentatori.

Alberto FLUVI (PD) invita i relatori e il Governo a riconsiderare il parere precedentemente espresso sugli identici emendamenti Rubinato 10.17, Corsaro 10.32 e Del Tenno 10.41 o, in alternativa, sugli altri emendamenti volti a estendere il numero dei soggetti abilitati all'apposizione del visto di conformità.

Maurizio FUGATTI (LNP), relatore per la VI Commissione, rivedendo il parere precedentemente espresso, esprime parere favorevole sugli identici emendamenti 10.17, 10.32, 10.41, risultando assorbito l'emendamento 10.21.

Le Commissioni approvano gli identici emendamenti Rubinato 10.17, Corsaro 10.32, Del Tenno 10.41, risultando quindi assorbito l'emendamento Forcolin 10.21.

Giancarlo GIORGETTI, presidente, avverte che gli emendamenti Pizzolante 10.6, Ventucci 10.5, Pugliese 10.9, Bernardo 10.31, Bragantini 10.19, Fogliato 10.23, Del Tenno 10.45, e Bragantini 10.24 sono stati ritirati.

Le Commissioni, con distinte votazioni, respingono gli identici emendamenti Baretta 10.28 e Poli 10.35, nonché gli emendamenti Galletti 10.34 e 10.36.

Renato CAMBURSANO (IdV) illustra il suo emendamento 10.42, di cui auspica l'approvazione.

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Le Commissioni, con distinte votazioni, respingono gli emendamenti Cambursano 10.42 e 10.43, Galletti 10.38, nonché l'articolo aggiuntivo Negro 10.01.

Alberto FLUVI (PD) illustra il suo articolo aggiuntivo 10.04, lamentando che il Governo e la maggioranza sembrano ostinarsi a non voler affrontare il problema della liquidità delle imprese. Le norme vigenti, infatti, penalizzano paradossalmente le imprese che hanno effettuato maggiori investimenti e che, pertanto, si sono indebitate. Il suo articolo aggiuntivo propone, dunque, di innalzare il limite di deducibilità degli interessi passivi, per i periodi d'imposta 2009 e 2010, dal 30 al 50 per cento.

Ivano STRIZZOLO (PD), premesso di concordare con il collega Fluvi, rileva che il Governo è impegnato a favorire un accordo tra il sistema delle imprese e l'Associazione bancaria italiana. Sarebbe pertanto contraddittorio che, contestualmente, il Governo si opponesse all'approvazione dell'articolo aggiuntivo 10.04.

Maurizio FUGATTI (LNP), relatore per la VI Commissione, precisa che il problema degli interessi passivi delle imprese è ben presente alla maggioranza, ma l'articolo aggiuntivo Fluvi 10.04 comporta oneri aggiuntivi troppo elevati.

Alberto FLUVI (PD) osserva che, se il problema è rappresentato soltanto dalle risorse necessarie per la copertura della norma, si può valutare l'opportunità di un innalzamento più contenuto della soglia di deducibilità. Rileva, peraltro, che un provvedimento anticrisi non può essere considerato tale se non destina risorse significative a misure volte a favorire il sistema produttivo.

Il sottosegretario Alberto GIORGETTI, pur comprendendo le finalità dell'intervento proposto dall'articolo aggiuntivo Fluvi 10.04, ritiene comunque di confermare il proprio parere contrario sulla proposta emendativa. Evidenzia, infatti, che le modalità di copertura prevista dal comma 2 dell'articolo aggiuntivo non appaiono idonee e che l'Esecutivo ha individuato come prioritari altri interventi in favore dell'imprenditoria.

Alberto FLUVI (PD) sottolinea che l'innalzamento del limite di deducibilità degli interessi passivi costituirebbe, nell'attuale situazione di crisi, un intervento strategico di sostegno alle imprese.

Le Commissioni respingono l'articolo aggiuntivo Fluvi 10.04.

Pietro FRANZOSO (PdL) chiede ai relatori e al rappresentante del Governo se abbiano completato l'ulteriore istruttoria sulle proposte emendative presentate con riferimento all'articolo 5 del decreto-legge, che rappresenta un punto essenziale del provvedimento. Esprime, infatti, il timore che il rinvio dell'esame di tali proposte non consenta di completarne la votazione entro il termine dell'esame in sede referente.

Giancarlo GIORGETTI, presidente, avverte che le Commissioni passeranno ad esaminare l'articolo aggiuntivo 1.021 del Governo, precedentemente accantonato.

Il Sottosegretario Alberto GIORGETTI riformula l'articolo aggiuntivo 1.021.

Giulio CALVISI (PD) pur mantenendo le riserve già esposte nella seduta di ieri con riferimento al testo dell'articolo aggiuntivo 1.021, rileva che la nuova formulazione proposta dal Governo rappresenta un significativo miglioramento del testo. Chiede, tuttavia, un ulteriore sforzo ai relatori ed al Governo al fine di perfezionare la distinzione, introdotta nella nuova formulazione dell'articolo aggiuntivo, tra attività di lavoro domestico e attività di assistenza. Ritiene, infatti, che l'attuale formulazione non tenga nel dovuto conto la presenza di specifiche fattispecie, come le cardiopatie, che non determinano una limitazione dell'autosufficienza, ma possono

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richiedere una attività anche continuativa di assistenza.

Massimo POLLEDRI (LNP) rileva che il collega Calvisi, nel proprio intervento, sembra presupporre che le limitazioni dell'autosufficienza siano esclusivamente quelle di grado più grave. Sottolinea, invece, che in medicina sono ben note forme di limitazione dell'autosufficienza di minore entità, in relazione a specifiche patologie. Al fine di tenere conto della presenza di tali forme di limitazione dell'autosufficienza di minore entità, potrebbe valutarsi, a suo avviso, l'opportunità di specificare che la limitazione possa essere di vario grado.

Maino MARCHI (PD) osserva che era stata ipotizzata una riformulazione volta a prevedere che la limitazione dell'autosufficienza rilevante ai fini della attività di assistenza potesse derivare, oltre che da patologie o handicap, anche da altri fattori, introducendo una fattispecie aperta nella quale potessero trovare adeguata collocazione specifiche situazioni di disagio. In particolare, ritiene che la nuova formulazione dell'articolo aggiuntivo 1.021 non fornisca una risposta soddisfacente alle problematiche poste dalla regolarizzazione di badanti di persone autosufficienti e, in particolare, di anziani. Rilevando che la riformulazione esclude espressamente che per la regolarizzazione di lavoratori addetti all'attività di assistenza sia richiesto un requisito reddituale, ritiene che tale esclusione debba applicarsi anche con riferimento ai lavoratori che prestano assistenza ad anziani, che nella grandissima maggioranza dei casi dispongono di un reddito inferiore a quello richiesto dall'articolo aggiuntivo.

Gian Luca GALLETTI (UdC) pur dando atto ai relatori del miglioramento del testo dell'articolo aggiuntivo 1.021, ritiene che l'attuale formulazione della proposta emendativa non tenga nella dovuta considerazione le peculiarità del sistema di assistenza del nostro Paese, che si incentra su una forte solidarietà familiare. Osserva, infatti, che l'articolo aggiuntivo non considera la circostanza che nella stragrande maggioranza dei casi sono i figli o comunque i parenti a farsi carico delle spese per l'assistenza di anziani e persone non autosufficienti. In questo contesto, ritiene che la formulazione dell'articolo aggiuntivo, che prevede una esclusione dai requisiti di reddito per la dichiarazione di regolarizzazione solo con riferimento all'attività di assistenza a persone non autosufficienti e non anche agli anziani rischia di comunicare un messaggio sbagliato, determinando seri problemi per le famiglie italiane.

Antonio BORGHESI (IdV), nel richiamare quanto già evidenziato nella seduta di ieri, sottolinea come in molti casi per le persone anziane la limitazione dell'autosufficienza non è data da una riduzione della capacità motoria, ma dall'impossibilità di continuare a svolgere le normali attività della vita, come ad esempio la cura della casa. Per questa ragione, ritiene che sia sbagliato non prevedere una equiparazione tra le attività di assistenza agli anziani e le prestazioni assistenziali nei confronti di persone che presentino una limitata autosufficienza.

Giulio CALVISI (PD), associandosi alle considerazioni dei colleghi Galletti e Borghesi, ribadisce l'esigenza di estendere l'esclusione dai requisiti reddituali anche alle dichiarazioni per la regolarizzazione di lavoratori che assistono persone anziane. Quanto ai profili finanziari della sanatoria, osserva che le modifiche introdotte all'articolo aggiuntivo 1.021, che prevedono la destinazione di maggiori risorse agli interventi da realizzare nella regione Abruzzo a seguito del recente sisma a valere sulle maggiori entrate derivanti dalla prevista regolarizzazione, dimostrano l'importanza del lavoro dei cittadini extra comunitari nel nostro Paese. In questa ottica, sottolinea altresì che una più ampia attività di regolarizzazione consentirebbe anche di destinare maggiori risorse agli interventi di ricostruzione.

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Il Sottosegretario Alberto GIORGETTI osserva che il testo dell'articolo aggiuntivo 1.021 è stato ampiamente integrato e migliorato, anche al fine di tenere conto delle osservazioni formulate nel dibattito svoltosi nella seduta di ieri, in particolare dai parlamentari dell'opposizione. A suo avviso, il testo risultante dalle modifiche è sufficientemente ampio e non ritiene, pertanto, opportuno introdurre ulteriori modifiche.

Gian Luca GALLETTI (UdC) ribadisce l'opportunità di estendere le attività di assistenza rilevanti ai fini della regolarizzazione anche a quelle di cura delle persone anziane, anche al fine di dare un segnale di attenzione alle famiglie.

Le Commissioni, con distinte votazioni, respingono i subemendamenti Borghesi 0.1.021.6, Calvisi 0.1.021.5 e Borghesi 0.1.021.7.

Renato CAMBURSANO (IdV) chiede di porre in votazione l'articolo aggiuntivo 1.021 del Governo per parti separate, nel senso di porre in votazione prima la lettera d) del comma 4, e quindi, la restante parte dell'articolo aggiuntivo.

Le Commissioni, con distinte votazioni, approvano la lettera d) del comma 4, dell'articolo aggiuntivo 1.021 del Governo (nuova formulazione), e, la restante parte dell'articolo aggiuntivo 1.021 del Governo (nuova formulazione). Approvano, quindi, l'emendamento 4.100 dei relatori.
Le Commissioni, con distinte votazioni, respingono il subemendamento Ceccuzzi 0.4.017.1 ed approvano l'articolo aggiuntivo 4.017 (ulteriore nuova formulazione) dei relatori.

Remigio CERONI (PdL) illustra l'ulteriore nuova formulazione del suo articolo aggiuntivo 4.08.

Antonio BORGHESI (IdV) illustra il proprio subemendamento 0.4.08.1, di cui auspica l'approvazione.

Marco CAUSI (PD) auspica una riflessione più ponderata sull'articolo aggiuntivo Ceroni 4.08 (ulteriore nuova formulazione) che è destinato, in caso di approvazione, ad avere un impatto determinante sulla normativa vigente in tema di contratti pubblici. Le novità che s'intendono apportare incidono sulle gare basate sul criterio dell'offerta economicamente più vantaggiosa e tendono ad introdurre parametri più discrezionali, destinati a produrre conseguenze importanti in caso di contenzioso.

Remigio CERONI (PdL) rileva che le modifiche prospettate sono di modesta entità e tendono essenzialmente ad accelerare e snellire le procedure esistenti, senza incidere sui principi e criteri di fondo.

Sergio Antonio D'ANTONI (PD), considerata l'estrema delicatezza della materia, ritiene che le novità insite nell'articolo aggiuntivo Ceroni 4.08 determinano essenzialmente una riforma della materia degli appalti pubblici senza che nell'iter di esame sia previsto il coinvolgimento della Commissione permanente competente in merito. Rileva la necessità di procedere ad un maggior approfondimento sulla portata delle nuove norme per scongiurare un incremento del contenzioso amministrativo.

Aurelio Salvatore MISITI (IdV) concorda con il collega D'Antoni e si unisce agli auspici per una riconsiderazione della proposta emendativa in questione.

Remigio CERONI (PdL) ribadisce quanto già affermato in precedenza sulla natura meramente procedurale degli interventi prospettati dal suo emendamento, che, infatti, riguardano quasi esclusivamente la riduzione dei termini temporali previsti dalla normativa vigente.

Sergio Antonio D'ANTONI (PD), in disaccordo con il collega Ceroni, conferma la fondatezza delle perplessità poc'anzi segnalate.

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Antonio BORGHESI (IdV), in merito all'articolo aggiuntivo Ceroni 4.08, osserva che la semplice cancellazione di obblighi in tema di presentazione dei documenti giustificativi dell'offerta testimonia la natura sostanziale e non solo procedurale delle novità che si andrebbero ad introdurre con l'approvazione della proposta.

Le Commissioni, con distinte votazioni, respingono il subemendamento Borghesi 0.4.08.1 e approvano l'articolo aggiuntivo Ceroni 4.08 (ulteriore nuova formulazione).

Gianfranco CONTE, presidente, informa che la Conferenza dei Presidenti di gruppo nella riunione odierna, ha convenuto di posticipare l'avvio della discussione in Assemblea del provvedimento alla giornata di domani, per proseguirlo nelle giornate di giovedì e venerdì e concluderlo nella giornata di martedì 28 luglio prossimo. Avverte quindi che le Commissioni passeranno all'esame delle proposte emendative riferite all'articolo 14.

Pietro FRANZOSO (PdL) insiste perché si proceda alla votazione delle proposte emendative riferite all'articolo 5.

Gianfranco CONTE, presidente, ribadisce che sull'articolo 5 sono in corso approfondimenti proprio al fine di valutare la possibilità di recepire le istanze segnalate dal deputato Franzoso.

Maurizio FUGATTI (LNP), relatore per la VI Commissione, avverte che i relatori hanno presentato l'emendamento 14.7, ritirando il loro emendamento 14.6. Esprime, quindi, parere favorevole sugli identici subemendamenti Borghesi 0.14.7.4 e Fluvi 0.14.7.5. Esprime invece parere contrario su tutti gli emendamenti ed articoli aggiuntivi riferiti all'articolo 14

Il Sottosegretario Alberto GIORGETTI esprime parere conforme a quello dei relatori esprimendo altresì parere favorevole sull'emendamento 14.7 dei relatori e sull'articolo aggiuntivo 14.03 dei relatori.

Antonio BORGHESI (IdV), intervenendo sul proprio subemendamento 0.14.7.4, identico al subemendamento Fluvi 0.14.7.5, fa presente l'opportunità di riconsiderare il parere contrario testé espresso, tenuto conto che la necessità del parere favorevole della Banca d'Italia è stata oggetto di una lettera del Ministro dell'economia e delle finanze e del parere espresso dalla BCE, oltre ad essere coerente con l'articolato proposto dai relatori.

Le Commissioni, con distinte votazioni, respingono l'emendamento Fluvi 14.1, nonché i subemendamenti Galletti 0.14.7.6, Baretta 0.14.7.1 e Fluvi 0.14.7.2, approvano gli identici subemendamenti Borghesi 0.14.7.4 e Fluvi 0.14.7.5, e respingono il subemendamento Borghesi 0.14.7.3.

Bruno TABACCI (UdC) preannunciando il voto contrario del suo gruppo sull'emendamento dei relatori 14.7, come da ultimo riformulato, ritiene che la proposta, qualora approvata, contrasti con il diritto comunitario e rappresenti una mera iniziativa di bandiera incapace di produrre effetti.

Rolando NANNICINI (PD) preannuncia il proprio voto contrario sulla proposta dei relatori 14.7, in quanto in Italia le banche praticano il prestito ad uso di oro, con esclusione dell'uso industriale. Di conseguenza, era a suo avviso necessario prevedere il parere della Banca d'Italia.

Massimo VANNUCCI (PD) ritiene che l'emendamento presentato dai relatori non affronti in modo efficace le principali problematiche poste dall'articolo 14. Osserva, infatti, che, con l'emendamento 14.7 i relatori hanno ritenuto di proporre una nuova formulazione dell'articolo 14 al fine di salvaguardare il principio secondo il quale è la Banca d'Italia a stabilire la quantità di oro alla quale applicare l'imposta sulle plusvalenze. A suo avviso, la proposta dei relatori, qualora approvata, non determinerà effetti positivi in termini di gettito, essendo comunque determinante

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la volontà della Banca d'Italia di trasferire risorse allo Stato.

Lino DUILIO (PD), biasimando ancora una volta le condizioni logistiche in cui le Commissioni sono state costrette a svolgere il proprio lavoro, rileva che il decreto-legge in esame contiene di per sé norme eterogenee e l'articolo 14, in particolare, appare violare alcuni principi fondamentali del sistema dei rapporti tra lo Stato e la Banca d'Italia. Quanto all'emendamento dei relatori 14.7, non essendo state chiarite le finalità della proposta, ne auspica il ritiro.

Alberto FLUVI (PD) ritiene necessario un chiarimento sulla copertura finanziaria dell'emendamento dei relatori 14.7, al fine di comprendere se la proposta prefiguri una riduzione delle risorse presenti nella Tabella C o anche il ricorso a tagli lineari delle risorse del bilancio dello Stato.

Gianfranco CONTE, presidente, rileva che la copertura della proposta emendativa è stata predisposta sulla base di criteri prudenziali.

Alberto FLUVI (PD) osserva che le considerazioni del presidente Conte fanno presumere che le misure prospettate non determinino il gettito atteso.

Gian Luca GALLETTI (UdC) concorda con il collega Fluvi circa i dubbi sulla capacità delle norme trattate di produrre degli introiti per i conti pubblici. Fa presente che, sul piano dei principi di contabilità, non è possibile coprire spese ordinarie con entrate straordinarie, che invece possono solo essere destinate alla riduzione del debito.

Lino DUILIO (PD) invita i relatori ed il Governo a chiarire come debba essere interpretato il comma 5 dell'emendamento 14.7 dei relatori, poiché dalla lettura del testo emergerebbe un dato inaccettabile, ovvero che con decreto ministeriale si possano surrettiziamente ridurre le risorse previste da una fonte normativa primaria e, segnatamente, dalla tabella C allegata alla legge n. 203 del 2008.

Andrea LULLI (PD) esprime forti preoccupazioni sul comma 5 dell'emendamento 14.7, che contribuisce a rendere meno trasparente la gestione dei fondi di bilancio.

Le Commissioni, con distinte votazioni, approvano l'emendamento 14.7 dei relatori, come risultante dai subemendamenti approvati, risultando conseguentemente assorbiti gli emendamenti Rubinato 14.5, Borghesi 14.2 e 14.4 e Galletti 14.3. Le Commissioni, con distinte votazioni, respingono quindi i subemendamenti Abrignani 0.14.03.2 e Bitonci 0.14.03.1 e approvano l'articolo aggiuntivo 14.03 dei relatori.

Gianfranco CONTE, presidente, sospende la seduta.

La seduta, sospesa alle 11.55, è ripresa alle 12.15.

Maurizio FUGATTI (LNP), relatore per la VI Commissione avverte che i relatori hanno presentato un'ulteriore riformulazione del loro emendamento 5.111.

Gianfranco CONTE, presidente, avverte che le Commissioni passeranno ad esaminare le proposte emendative riferite all'articolo 3.

Chiara MORONI (PdL), relatore per la V Commissione, esprime parere favorevole sull'emendamento Bragantini 3.12, a condizione che sia riformulato, esprimendo invece parere contrario su tutti gli altri emendamenti, articoli aggiuntivi e subemendamenti riferiti all'articolo 3.

Gianfranco CONTE, presidente, avverte che l'emendamento Fava 3.8, 3.9, 3.10 e 3.16 sono stati ritirati.

Le Commissioni respingono l'emendamento Lulli 3.21.

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Giulio CALVISI (PD) illustra l'emendamento Lulli 3.22 e ne raccomanda l'approvazione.

Le Commissioni, con distinte votazioni, respingono l'emendamento Lulli 3.22, e gli identici Poli 3.36 e Quartiani 3.28; approvano quindi l'emendamento Lulli 3.23.

Gianfranco CONTE, presidente, al fine di consentire al Governo di effettuare una valutazione sugli effetti dell'approvazione dell'emendamento Lulli 3.23, sospende brevemente la seduta.

La seduta, sospesa alle 12.40, è ripresa alle 12.45.

Raffaele VOLPI (LNP), manifesta apprezzamento per l'attività delle Commissioni, in particolare con riferimento al settore dell'energia. Sottolinea l'importanza dello stato degli indirizzi nel settore delle infrastrutture energetiche, richiamando a tal fine l'emendamento sul settore elettrico presentato dal deputato Bernardo. Auspica inoltre il raggiungimento di intese tra maggioranza ed opposizioni al fine di coadiuvare il Governo nell'individuazione di una strategia generale nel settore dell'energia. Si sofferma in particolare sull'esigenza di aggiornare il piano energetico e sulle positive ricadute occupazionali degli investimenti nello stesso settore. Ritiene quindi che gli investimenti debbano essere inquadrate in un piano energetico generale che, fornendo un quadro generale certo possa consentire sinergie con favorevoli ricadute sull'occupazione. Chiede quindi che il Governo proceda nella direzione di un intervento il più possibile organico, evitando eccessive parcellizzazioni, deleterie per le imprese del settore.

Massimo VANNUCCI (PD) manifesta apprezzamento per l'intervento del collega Volpi, condividendo molte delle sue osservazioni.

Federico TESTA (PD) visto che l'approvazione dell'emendamento Lulli 3.23 dà all'Autorità per l'energia elettrica la possibilità di verificare i costi, ritiene che il vantaggio previsto del gas release non vada solo alle grandi imprese ma anche alle piccole e medie imprese ma anche ai cittadini. Chiede pertanto di votare a favore dell'emendamento Lulli 3.24.

Roberto GIACHETTI (PD) invita le presidenze a verificare le sostituzioni.

Le Commissioni respingono l'emendamento Lulli 3.24.

Gianfranco CONTE, presidente, avverte che l'emendamento Fava 3.11 è stato ritirato.

Alberto FLUVI (PD) fa proprio l'emendamento 3.11 e chiede che sia messo in votazione.

Andrea LULLI (PD) rileva di non aver compreso le ragioni del parere contrario espresso sull'emendamento 3.24 che intendeva riequilibrare benefici e costi delle misure dell'articolo 3 tra grandi e piccole imprese.

Giulio CALVISI (PD) rileva che il suo gruppo ha fatto proprio un emendamento presentato da un gruppo della maggioranza e rappresenta una misura ragionevole che peraltro non presenta profili problematici di copertura in quanto distribuisce il medesimo beneficio tra più soggetti.

Federico TESTA (PD) rileva che l'articolo 3 nella sua attuale formulazione si traduce in maggiori costi per le famiglie.

Gianfranco CONTE, presidente, prima di passare alla votazione dell'emendamento 3.24, ricorda che si è già proceduto a dare conto delle sostituzioni pervenute e pertanto non risulta possibile procedere ad ulteriori sostituzioni. Segnala in particolare, che il deputato D'Antoni già sostituito in precedenza non potrà ora prendere parte alla votazione, prendendo ancora

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parte alle votazioni il deputato Quartiani che lo sostituisce.

Sergio Antonio D'ANTONI (PD) contesta che non si possa procedere a sostituzioni nel corso delle votazioni.

Rolando NANNICINI (PD) rileva che anche i gruppi della maggioranza stanno ricorrendo a sostituzioni tardive.

Pier Paolo BARETTA (PD) chiede se il collega D'Antoni, componente della VI Commissione e sostituito presso quella Commissione, possa ora sostituire un componente della V Commissione.

Gianfranco CONTE, presidente, rileva che le Commissioni riunite rappresentano un organo unitario e pertanto non è possibile procedere nel senso indicato dal deputato Baretta.

Amedeo CICCANTI (UdC) rileva di aver presentato la sostituzione del deputato con il deputato Delfino, mai effettuata nel corso delle votazioni e chiede che venga accettata.

Gianfranco CONTE, presidente, ribadisce che dal momento in cui è stata formalmente aperta la fase di votazione non si possono effettuare altre sostituzioni. Conseguentemente, la richiesta del deputato Ciccanti risulta tardiva.

Roberto GIACHETTI (PD) rileva che l'argomentazione del Presidente vale per la singola votazione, non per la fase di votazione nel suo complesso. In altre parole, in presenza di una votazione aperta su una singola proposta emendativa non si può procedere ad ulteriori sostituzioni, mentre ad ogni nuova votazione si può procedere a nuove sostituzioni.

Gianfranco CONTE, presidente, ritiene che per procedere nel senso indicato dal deputato Giachetti sarebbe necessaria una sospensione della seduta praticamente per ogni votazione al fine di verificare le sostituzioni pervenute e l'identità dei deputati presenti nell'aula.

Roberto GIACHETTI (PD), concordando con la valutazione del presidente, e ritenendo essenziale garantire la regolarità delle votazioni, invita a sospendere la seduta.

Gianfranco CONTE, presidente, sospende la seduta, invitando i gruppi a far pervenire in modo chiaro e definitivo le sostituzioni.

La seduta sospesa alle 13.25 è ripresa alle 13.40.

Giancarlo GIORGETTI, presidente, conferma che non è stata presentata nessuna nuova proposta emendativa riferita all'articolo 21 del decreto-legge. Avverte, quindi, che si procederà alla votazione dell'emendamento Fava 3.11.

Antonio BORGHESI (IdV) chiede di chiarire se verranno poste in votazione anche le proposte emendative sulle quali i relatori avevano espresso un parere favorevole, ma successivamente accantonate.

Erminio Angelo QUARTIANI (PD) evidenzia che al momento della sospensione della seduta era in corso la votazione di un emendamento e, pertanto, alla ripresa è necessario riprendere da tale votazione.

Rolando NANNICINI (PD) rileva che, malgrado le assicurazioni fornite nella scorsa seduta dal viceministro Vegas, non risulta presentata alcuna proposta emendativa volta a superare le problematiche emerse a seguito dell'approvazione dell'emendamento Ventucci 21.4, che prevede una fattispecie di ravvedimento operoso per il mancato versamento del prelievo erariale unificato.

Giancarlo GIORGETTI, presidente, dà lettura delle sostituzioni pervenute. Avverte quindi che le Commissioni passeranno alla votazione dell'emendamento Fava 3.11, fatto proprio dal deputato Fluvi

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e che successivamente verranno posti in votazione, in unica soluzione, tutti i restanti emendamenti ed articoli aggiuntivi e subemendamenti sui quali i relatori ed il Governo hanno espresso parere favorevole, in alcuni casi subordinando lo stesso ad una riformulazione delle proposte. Avverte infine che, tra gli emendamenti con parere favorevole dei relatori e del Governo, deve intendersi compreso anche l'emendamento Bragantini 3.12 (nuova formulazione), che è in distribuzione.

Antonio BORGHESI (IdV) chiede ai relatori di voler chiarire quale sia il loro parere sull'emendamento 17.90 e sull'articolo aggiuntivo 2.08 da lui presentati.

Maurizio FUGATTI (LNP), relatore per la VI Commissione, precisa che i relatori esprimono parere favorevole sull'emendamento Borghesi 17.90, se riformulato nel senso di espungere la parte consequenziale, invitando invece al ritiro dell'articolo aggiuntivo Borghesi 2.08.

Antonio BORGHESI (IdV) accetta la riformulazione del suo emendamento 17.90 prospettata dal relatore.

Giancarlo GIORGETTI, presidente, avverte che anche l'emendamento Borghesi 17.90 deve intendersi compreso tra quelli che saranno posti in votazione in unica soluzione.

Roberto GIACHETTI (PD) contesta la procedura prospettata dalle presidenze, rilevando come non esista alcuna norma regolamentare che consente di porre in votazione in unica soluzione l'insieme delle proposte emendative sulle quali si sia registrato il parere favorevole dei relatori, richiamando a tale riguardo la disposizione di cui all'articolo 79, comma 10 del regolamento, la quale consente alle presidenze delle Commissioni di procedere, in sede referente, di applicare per principi ed in via procedurale relativamente alle deliberazioni per la formulazione del testo e degli articoli, assicurando tuttavia il diritto a ciascun gruppo di porre in votazione almeno due emendamenti per ogni articolo. Ritiene quindi che le decisioni delle presidenze costituiscano una grave violazione dei principi regolamentari e dei diritti dei parlamentari.

Giancarlo GIORGETTI, presidente, rileva innanzitutto come l'esame del provvedimento si è svolto in condizioni oggettivamente molto disagevoli. Ciò premesso rileva, con riferimento alle considerazioni espresse dal deputato Giachetti, come sussistano numerosi precedenti, relativi anche all'esame di disegni di legge di conversioni di decreti-legge nei quali la presidenza della Commissione ha posto in votazione in unica soluzione le proposte emendative sulle quali i relatori ed il Governo avessero espresso voto favorevole. Al riguardo, ricorda come nella riunione di ieri degli Uffici di Presidenza, integrati dai rappresentanti dei gruppi, al fine di rispettare il nuovo termine per l'inizio dell'esame da parte dell'Assemblea, fosse stato deciso di concludere, entro le ore 13 di oggi, l'esame in sede referente, pervenendo alla compiuta definizione di un testo della Commissione. Al riguardo, era stato altresì precisato che la Presidenza, al fine di rispettare il predetto termine temporale, avrebbe posto in votazione i singoli emendamenti ancora da esaminare, senza prevedere dichiarazioni di voto, ovvero avrebbe posto in votazione nel loro complesso le proposte emendative sulle quali vi era il parere favorevole dei relatori e del Governo, unitamente al mandato ai relatori a riferire all'Assemblea. Al riguardo, fa presente come tale ultima procedura trovi riscontri in numerosi precedenti parlamentari, Ricorda, a titolo di esempio, la votazione avvenuta, in questa legislatura, presso la VI Commissione nella giornata del 13 novembre 2008, avente ad oggetto il complesso degli emendamenti ed articoli aggiuntivi riferiti ai singoli articoli di un provvedimento, nonché la votazione, intervenuta il 31 maggio 2007, sempre presso la VI Commissione, nella quale sono stati respinti con votazione riassuntiva tutti gli emendamenti e gli articoli aggiuntivi presentati ad un decreto legislativo. Ancora,

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nella seduta del 7 dicembre 2007, nel corso dell'esame del disegno di legge finanziaria in Commissione bilancio, il Presidente ha posto in votazione un «blocco» di proposte emendative sulle quali sussisteva il parere favorevole del relatore; nella seduta del 17 gennaio 2007 della Commissione Affari costituzionali, il Presidente, in conclusione dell'esame di un decreto-legge in materia di proroga di termini, ha posto in votazione il mandato al relatore a riferire su un testo modificato rispetto a quello risultante dall'esame degli emendamenti. Inoltre, nella seduta del 17 ottobre 1996, in occasione dell'esame di un disegno di legge di conversione di un decreto-legge, il Presidente ha posto in votazione il mandato al relatore a riferire favorevolmente sul provvedimento come modificato da una serie di emendamenti sui quali si era registrata una significativa convergenza nell'ambito dei lavori del Comitato ristretto, intendendosi conseguentemente respinti tutti gli altri emendamenti presentati. Infine, ricorda come, già nella seduta della Commissione bilancio del 23 giugno 1993, il Presidente avesse posto in votazione la proposta di riferire favorevolmente all'Assemblea sul testo di un disegno di legge con le modifiche proposte dal relatore, intendendosi conseguentemente assorbiti, preclusi o respinti i restanti emendamenti. Osserva, quindi, come tale prassi sia conforme all'informalità e alla flessibilità della sede referente, che comporta l'esercizio di significativi poteri in materia di organizzazione dei lavori da parte dei Presidenti delle Commissioni, anche al fine della necessità di rispettare i tempi per la conclusione dell'esame in tale sede. In particolare, in applicazione dei principi di autonomia procedurale, sono costantemente ammesse votazioni riassuntive ed implicite. Rileva altresì come ogni precedente vada collocato nel contesto nel quale esso si verifica. Nel caso di specie, le Commissioni hanno dedicato all'esame del provvedimento nove sedute, per complessive trentuno ore di esame, che si è svolto in prevalenza sulla base delle richieste dei gruppi di opposizione e, in ogni caso, attribuendo ai componenti di tali gruppi la facoltà di intervenire senza limiti di sorta sugli emendamenti presentati. Le Commissioni hanno svolto una compiuta istruttoria sulle questioni politiche essenziali e sono state, tra l'altro, accolte significative proposte emendative dei gruppi di opposizione, quali quelle riferite all'articolo 22, in materia di cure palliative, e quella concernente la disciplina del Patto di stabilità interno. Da ultimo, sottolinea come le Commissioni abbiano per due volte chiesto e ottenuto che la Conferenza dei Presidenti di gruppo rinviasse l'inizio dell'esame in Assemblea del provvedimento. Rileva, infine, come concludere l'esame nel modo da lui indicato valorizzi il ruolo svolto dalle Commissioni e, al contempo, sottolinea la necessità che le stesse svolgano responsabilmente il proprio ruolo.
Per quanto riguarda la possibilità, prevista dal comma 10 dell'articolo 79, del regolamento, che ciascun gruppo segnali due emendamenti per ciascun articolo da porre in votazione, sottolinea come già da diverse sedute le presidenze avessero evidenziato ai gruppi tale ipotesi, che non è stata tuttavia valutata favorevolmente.

Lino DUILIO (PD) pur ricordando il precedente riferito alla sessione di bilancio per il 2007, ritiene che le modalità di esame seguite in quell'occasione non possano essere estese anche all'esame del decreto-legge oggi in discussione. In primo luogo, infatti, la votazione che si svolse in quell'occasione ebbe ad oggetto un pacchetto di emendamenti che costituiva il frutto di un lungo e approfondito confronto tra la maggioranza e l'opposizione. Inoltre, sottolinea come il precedente richiamato si riferisca all'esame del disegno di legge finanziaria e, pertanto, ritiene che non possa essere esteso ad un provvedimento che non rientra nella sessione di bilancio e non è neppure collegato alla manovra di finanza pubblica. Rileva, altresì, che nell'esame del decreto-legge non si è adeguatamente verificata la sussistenza dei requisiti di necessità e di urgenza richiesti dall'articolo 77 della Costituzione per il ricorso allo strumento della

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decretazione, in quanto nell'attuale disciplina regolamentare si è determinato un sostanziale vuoto di competenze per la verifica di tali requisiti. Ritiene, conclusivamente, che la presidenza delle Commissioni riunite debba evitare il ricorso ad una votazione complessiva sugli emendamenti non ancora esaminati, rilevando come si tratterebbe di una decisione procedurale gravissima, che non potrà non costituire un precedente da applicare in analoghe circostanze future.

Erminio Angelo QUARTIANI (PD) chiede alla presidenza delle Commissioni riunite di fornire chiarimenti sui precedenti procedurali richiamati, in quanto ritiene essenziale verificare puntualmente che la decisione politica che le Commissioni si apprestano ad adottare sia assunta nel pieno rispetto delle procedure di esame previste dal Regolamento.

Pier Paolo BARETTA (PD) sottolineando come l'esame del decreto-legge sia giunto ad un passaggio cruciale dal punto di vista del metodo e del merito, ritiene doveroso sottolineare che la votazione di tutte le proposte emendative presentate nel corso dell'esame in sede referente non è stata possibile, in quanto la maggioranza e il Governo hanno costantemente scelto di rinviare l'esame dei principale snodi del provvedimento e delle questioni problematiche sollevate dall'opposizione. In questo quadro, l'Esecutivo e la maggioranza hanno preferito dare priorità alla votazione delle proposte emendative in materia di giochi riferite all'articolo 21 del decreto-legge piuttosto che esaminare le proposte riferite alla cosiddetta Tremonti-ter e allo scudo fiscale. Sottolinea, inoltre, come ancora nella giornata di ieri si era appellato ai capigruppo della maggioranza per verificare se fosse possibile individuare una sede di dialogo che consentisse l'individuazione di misure anticrisi condivise da maggioranza e opposizione. Rileva, tuttavia, come anche quest'ultimo tentativo sia risultato infruttuoso e non può che riscontrare come la procedura di esame seguita abbia portato a risultati complessivi assolutamente insoddisfacenti. Poiché mancano ancora quattro anni alla chiusura della legislatura, ritiene assolutamente necessario individuare modalità di esame dei provvedimenti condivise tra maggioranza e opposizione.

Rolando NANNICINI (PD) chiede al viceministro Vegas di ribadire l'impegno a riformulare la disposizione dell'emendamento 21.4, in particolare dovrebbe essere precisato che la responsabilità erariale sussiste anche in presenza della facoltà di ravvedimento operoso prevista dall'emendamento.

Marco CAUSI (PD) rileva che il modo di procedere del Governo risulta assai grava in quanto attraverso gli emendamenti dei relatori, e quindi senza avere il coraggio di assumersi le proprie responsabilità, ha inserito nel testo provvedimenti importanti come il condono per i capitali espropriati. Osserva che questo modo di procedere ha anche consentito al Governo di eludere l'obbligo di presentazione della relazione tecnica.

Sergio Antonio D'ANTONI (PD) rileva che rispetto alla richiesta avanzata ai relatori e al Governo, anche da parte di esponenti della maggioranza, di discutere subito l'articolo 5, è stato ripetutamente sostenuto che l'esame doveva essere rinviato al fine di consentire un approfondimento. Constata ora che l'approfondimento non è stato compiuto e ritiene che il costante rinvio è stata una scelta per evitare discussioni su un argomento che creava problemi all'interno della maggioranza. In questo modo, con il concorso dei presidenti, si è ulteriormente compromesso il ruolo del Parlamento. Conclude richiamando la celebre osservazione di Abramo Lincoln, usata nei confronti della maggioranza e del Governo negli scorsi giorni da un esponente della maggioranza medesima, Antonio Martino, che sosteneva che è possibile prendere in giro poca gente per molto tempo, o molta gente per poco tempo, ma non è possibile prendere in giro molta gente per molto tempo.

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Lino DUILIO (PD), ribadendo le critiche già esposte sulle modalità con le quali si è proceduto all'esame, chiede di sottoscrivere l'emendamento Polledri 22.24 in materia di cure palliative, rilevando che si tratta probabilmente dell'unica materia su cui vi è stato nel corso dell'esame un confronto serio che ha portato all'individuazione di una soluzione, per quanto non ottimale, almeno soddisfacente.

Cesare MARINI (PD) richiama le Commissioni e la presidenza all'esigenza di un rispetto rigoroso del regolamento, specie in una situazione in cui il Governo sta abusando del potere della decretazione d'urgenza.

Giancarlo GIORGETTI, presidente, in risposta alle osservazioni di molti intervenuti, rileva che la Presidenza ha compiuto ogni sforzo per garantire, nelle difficili condizioni date, un esame il più possibile ordinato. Ricorda che, a tal fine, ad esempio, è stato richiesto ai gruppi di segnalare le proposte emendative da porre effettivamente in votazione e, tuttavia, alcuni importanti gruppi hanno ritenuto di non procedere alla segnalazione delle proposte emendative, mantenendo delle riserve di carattere generale sul provvedimento e sulle proposte emendative già presentate dai relatori e dal Governo. Osserva che molti dei precedenti da lui richiamati non si riferiscono né a provvedimenti di bilancio né a provvedimenti collegati alla manovra finanziaria.

Carmelo LO MONTE (Misto-MpA) rileva che alcuni gruppi hanno proceduto a segnalazioni che tuttavia non sono state prese in considerazione.

Erminio Angelo QUARTIANI (PD) ribadisce che nel caso si proceda alla votazione in blocco sulle proposte emendative verrà operata una grava violazione degli articoli 79, comma 10, e 85 e 87 del Regolamento, che non risulta in alcun modo giustificata dalla prassi in quanto non si tratta né di un provvedimento esaminato nel corso della sessione di bilancio né di un provvedimento collegato alla manovra di finanza pubblica. In proposito, di fronte al richiamo alla prassi operata dal presidente, ricorda di aver richiesto di avere contezza del contenuto dei precedenti citati.

Luciano ROSSI (PdL) sottoscrive l'emendamento Ceroni 25.5.

Pietro FRANZOSO (PdL), con riferimento all'emendamento Soglia 19.22, su cui i relatori hanno espresso un parere favorevole, segnala che potrebbe risultare opportuno riformulare ulteriormente l'emendamento nel senso di aggiungere alla fine del comma 1-bis le parole «dando priorità al sistema informativo del demanio marittimo (SID)».

Maurizio FUGATTI (LNP), relatore per la VI Commissione, conferma il parere favorevole sull'emendamento Leo 17.70, come riformulato.

Amedeo CICCANTI (UdC) annuncia che il suo gruppo non parteciperà al voto per protesta contro la violazione del Regolamento operata, rilevando che la prassi richiamata non può costituire in alcun modo un precedente.

Renato CAMBURSANO (IdV) ricorda che il suo gruppo ha proceduto alla presentazione di subemendamenti anche sugli emendamenti contestati. Ricorda pure di aver prospettato nella seduta di ieri agli altri gruppi di opposizione la possibilità di richiedere al Governo e alla maggioranza impegni precisi in materia di pensioni, imprese, scudo fiscale, terremoto, nonché il ritiro dell'emendamento 21.4, ritenendo che in caso di mancata disponibilità del Governo sarebbe stato opportuno abbandonare i lavori. Osserva che, essendo prevalso un diverso orientamento, il suo gruppo voterà contro tutte le proposte emendative e contro il conferimento del mandato ai relatori.

Pier Paolo BARETTA (PD), nel ricordare l'atteggiamento costruttivo assunto

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dal suo gruppo lungo tutto il primo anno di legislatura, ribadisce che quanto sta avvenendo rappresenta solo l'ultimo esempio di un progressivo deterioramento di rapporti che rischia di tramutarsi in un depauperamento dei rispetti ruoli della maggioranza e dell'opposizione. In quest'ambito, con riferimento al merito del provvedimento, ricorda che il suo gruppo ha avanzato delle proposte concrete sull'articolo 1, sull'articolo 5 e sull'articolo 25, in molti casi giudicate interessanti dal Governo e dai relatori, ma poi regolarmente rifiutate. Conclusivamente, anche al di là di questi aspetti, annuncia che il suo gruppo non parteciperà al voto per non avallare la grave violazione del regolamento della Camera e della consuetudine parlamentare operata.

Maurizio LEO (PdL) precisa che il proprio emendamento 17.70 deve intendersi ulteriormente riformulato, nel senso di sostituire le parole: «interamente partecipate da un singolo ente locale» con le seguenti: «controllate direttamente o indirettamente da un singolo ente locale».

Maurizio FUGATTI (LNP), relatore per la VI Commissione, conferma il parere favorevole sull'emendamento Leo 17.70, come da ultimo riformulato.

Carmelo LO MONTE (Misto-MpA) annuncia il voto contrario del suo gruppo, rilevando che le questioni segnalate dal suo gruppo non sono state prese in considerazione come meritavano.

Giancarlo GIORGETTI, presidente, avverte che i presentatori hanno accettato le riformulazioni prospettate dai relatori con riferimento alle proposte emendative sulle quali è stato espresso parere favorevole.
Pone quindi in votazione le proposte emendative sulle quali si è registrato il parere favorevole dei relatori e del Governo di seguito indicate: 3.46 dei relatori; Bragantini 3.12 (nuova formulazione), 5.111 (nuova formulazione) dei relatori; Ciccanti 5.83, Forcolin 5.31 (nuova formulazione); 11.060 dei relatori; Torazzi 11.013; 11.061 del Governo; Bernardo 12.2; 13.05 (nuova formulazione) dei relatori; Franzoso 15.17; Fluvi 15.21; gli identici Baretta 15.22 e Antonio Pepe 15.5; che assorbono gli emendamenti Lo Presti 15.3 e 15.2; Ventucci 15.9 (nuova formulazione); Toccafondi 15.8; Bernardo 15.10; Soglia 15.11; Bernardo 15.12; Del Tenno 15.13; Leo 15.20 (nuova formulazione); Ventucci 15.15; Vincenzo Antonio Fontana 15.19; Toccafondi 15.02; Bernardo 15.03; 16.11 (nuova formulazione) dei relatori; Gioacchino Alfano 16.7; Marinello 16.01 (nuova formulazione); Borghesi 17.90 (nuova formulazione); Leo 17.70 (nuova formulazione); Bruno 17.86 (ulteriore nuova formulazione); Del Tenno 19.64 e 19.21 (nuova formulazione); 19.66 dei relatori; Ceroni 19.17; Soglia 19.22 (nuova formulazione); Borghesi 20.14; Bernardo 0.22.42.1; 22.42 dei relatori; Polledri 22.24 (nuova formulazione); Brugger 22.15 (nuova formulazione); Bocchino 22.36 (nuova formulazione); Bernardo 22.03; 22.013 (nuova formulazione) del Governo; Pelino 23.13 (nuova formulazione), che assorbe Lolli 23.82; Lolli 23.41 (nuova formulazione); 23.116 (nuova formulazione) dei relatori; 0.23.117.1 Bitonci; 23.117 dei relatori; Bernardo 23.50; Pugliese 23.17; Del Tenno 23.56; 24.18 (nuova formulazione) dei relatori e Ceroni 25.5.

Le Commissioni approvano quindi, in un'unica votazione, gli emendamenti, gli articoli aggiuntivi e i subemendamenti appena richiamati, conferendo quindi mandato ai relatori, Moroni per la V Commissione e Fugatti per la VI Commissione, a riferire all'Assemblea in senso favorevole sul provvedimento in esame, come modificato per effetto degli emendamenti, subemendamenti ed articoli aggiuntivi approvati dalle Commissioni. Deliberano infine di chiedere l'autorizzazione a riferire oralmente.

Giancarlo GIORGETTI, presidente, avverte che l'articolo aggiuntivo Bernardo 4.06, sul quale in precedenza era stato emesso un giudizio di inammissibilità, deve invece intendersi ammissibile.

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Il sottosegretario Alberto GIORGETTI dichiara di valutare favorevolmente l'articolo aggiuntivo Bernardo 4.06.

Giancarlo GIORGETTI, presidente, avverte che le Presidenze delle Commissioni si riservano di designare i componenti del Comitato dei nove sulla base delle indicazioni dei gruppi.

La seduta termina alle 14.35.

ERRATA CORRIGE

Nel Bollettino delle Giunte e delle Commissioni parlamentari n. 204 di venerdì 17 luglio 2009, a pagina 18, prima colonna, venticinquesima riga, le parole: «del presente decreto» sono sostituite dalle seguenti: «della presente disposizione»; a pagina 21, prima colonna, trentacinquesima riga, le parole «lettera i)» sono sostituite dalle seguenti: «lettera l)»; a pagina 21, seconda colonna, diciassettesima riga, sono soppresse le parole: «comma 1, lettera l)»; a pagina 21, seconda colonna, ventesima riga, le parole «numero 5» sono sostituite dalle seguenti: «comma 1»; a pagina 21, seconda colonna, ventiduesima riga, la parola «6)» è sostituita dalla seguente «1-bis.»; a pagina 22, prima colonna, ottava riga, sostituire le parole: «dell'istituzione» con le seguenti: «della Scuola»; a pagina 22, prima colonna, quarantatreesima riga, sostituire le parole: «dell'istituzione» con le seguenti: «della Scuola»;.