CAMERA DEI DEPUTATI
Giovedì 16 luglio 2009
203.
XVI LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Commissioni Riunite (V e VI)
COMUNICATO
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SEDE REFERENTE

Giovedì 16 luglio 2009. - Presidenza del presidente della VI Commissione, Gianfranco CONTE, indi del presidente della V Commissione, Giancarlo GIORGETTI. - Intervengono il ministro per la semplificazione normativa Roberto Calderoli, il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare Stefania Prestigiacomo e il sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze Alberto Giorgetti.

La seduta comincia alle 11.40.

DL 78/09: Provvedimenti anticrisi, nonché proroga di termini e della partecipazione italiana a missioni internazionali.
C. 2561 Governo.

(Seguito dell'esame e rinvio).

Le Commissioni proseguono l'esame del provvedimento, rinviato, da ultimo, nella seduta del 15 luglio scorso.

Gianfranco CONTE, presidente, segnala che l'articolo aggiuntivo Corsaro 10.02, già dichiarato inammissibile, deve invece ritenersi ammissibile, in quanto identico all'articolo aggiuntivo Marsilio 4.010 riammesso nella giornata di ieri.
Avverte che sono stati presentati taluni subemendamenti alle proposte emendative (vedi allegato) 1.64, 1.021, 2.38, 2.39, 4.016, 9.08, 11.060, 13.05, 14.6, 14.03, 17.150, 19.66, 21.16, 22.42, 22.013, 24.18 dei relatori.
Al riguardo, fa presente che alcuni di tali subemendamenti devono considerarsi inammissibili, in quanto, sebbene formalmente formulati come subemendamenti, risultano carenti di un effettivo aggancio testuale al contenuto dell'emendamento o articolo aggiuntivo cui rispettivamente si riferiscono, e sono pertanto oggettivamente volti ad introdurre surrettiziamente proposte emendative nuove, i cui termini di presentazione sono già scaduti.
In particolare, risultano inammissibili i seguenti subemendamenti:
Rubinato 0.1.64.3;
Abrignani 0.1.64.1;

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Abrignani 0.1.64.2;
Rubinato 0.1.64.4;
Bragantini 0.1.021.2;
Marinello 0.2.39.1;
Bernardo 0.9.08.20;
Forcolin 0.11.060.2;
Bernardo 0.17.150.4;
Bernardo 0.22.42.1, limitatamente alla lettera b);
Caparini 0.22.013.1.
Sono, inoltre, da considerare inammissibili i subemendamenti Rubinato 0.9.08.12, 0.9.08.11, 0.9.08.13 e 0.9.08.18, limitatamente alla parte consequenziale in quanto, con finalità di copertura, vengono introdotte modifiche ad un articolo del decreto-legge.
Avverte che il subemendamento Brugger 0.11.060.1 è da considerarsi irricevibile, in quanto privo di portata emendativa, essendo volto a sopprimere l'emendamento cui il subemendamento si riferisce. L'effetto voluto dai presentatori può essere, infatti, raggiunto con il respingimento della proposta emendativa.
Comunica, inoltre, che il Governo ha fatto pervenire le relazione tecniche relative agli emendamenti 1.021, in materia di regolarizzazione dei lavoratori extracomunitari impegnati in attività di assistenza e sostegno alle famiglie e 22.013, in materia di riforma del sistema pensionistico.
Avverte, altresì, che il deputato Dal Lago ha sottoscritto gli emendamenti 5.30, 5.33, 5.35, 5.36, 5.37, 5.38, 5.46, 5.47 e 10.19, che il deputato Polledri ha aggiunto la propria firma all'emendamento Laboccetta 5.1 ed all'articolo aggiuntivo Bitonci 23.05 e che i deputati Forcolin, Bragantini e Comaroli hanno aggiunto le proprie firme ai subemendamenti 0.9.08.10 e 0.9.08.8.
Segnala infine che, per un errore materiale, l'emendamento Borghesi 5.96 non è stato pubblicato nell'allegato al resoconto della seduta del 14 luglio scorso: esso sarà pertanto incluso in tale ambito.

Antonio BORGHESI (IdV) osserva che alcuni emendamenti dei relatori sono stati trasmessi ai gruppi soltanto nella tarda serata di ieri, in un orario in cui, normalmente, gli uffici dei gruppi sono già chiusi. Questa circostanza, unita al fatto che il termine per la presentazione di subemendamenti è rimasto fissato alle ore 9 di oggi determina, a suo avviso, l'impossibilità, per i deputati, di approfondire il contenuto degli emendamenti ai fini della presentazione di subemendamenti. Ribadisce, quindi, il diritto dei deputati a disporre del tempo necessario per approfondire il contenuto degli emendamenti dei relatori e del Governo e ritiene che tale diritto, nelle presenti circostanze, sia stato negato.

Gianfranco CONTE, presidente, ricorda che l'esame degli emendamenti sarebbe dovuto iniziare nella serata di ieri e che esso è stato rinviato alla giornata odierna proprio per consentire ai colleghi di approfondire il contenuto dei nuovi emendamenti presentati e, eventualmente, di presentare i relativi subemendamenti. Del resto, proprio la quantità di subemendamenti presentati anche dal gruppo del collega Borghesi dimostra che il tempo è stato sufficiente.

Matteo BRAGANTINI (LNP) chiede al Governo di valutare attentamente le finalità del suo subemendamento 0.1.021.2, dichiarato inammissibile, che è volto a prevedere la deducibilità fiscale delle spese sostenute dalla famiglie per l'impiego di badanti. Si riserva di presentare un ordine del giorno al riguardo.

Renato CAMBURSANO (IdV), premesso di condividere le considerazioni del collega Borghesi, ricorda di aver appreso della presentazione dell'articolo aggiuntivo 4.0.17 dei relatori solo successivamente all'intervento svolto nella serata di ieri. Rileva, inoltre, che le nuove proposte emendative relative a badanti, scudo fiscale e pensioni non erano corredate, all'atto della presentazione, da relazione tecnica.

Simonetta RUBINATO (PD) dichiara di non comprendere le ragioni della dichiarazione di inammissibilità del suo subemendamento 0.1.64.3.

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Con riferimento, invece, al suo subemendamento 0.1.64.4, pur comprendendo le ragioni che ne hanno determinato l' inammissibilità, invia il Governo a far sue le finalità di tale emendamento.

Gianfranco CONTE, presidente, conferma il giudizio di inammissibilità dei subemendamenti richiamati dalla collega Rubinato, in quanto essi sono volti a introdurre modifiche sostanziali, pur essendo riferiti a proposte emendative che hanno carattere meramente formale.

Pier Paolo BARETTA (PD) ritiene che, nelle ultime ore, si sia particolarmente aggravata la situazione di sostanziale impossibilità, per le Commissioni, di procedere nell'esame del provvedimento in titolo, a causa della continua presentazione di nuove proposte emendative da parte dei relatori e del Governo. Chiede, quindi, che l'ammissibilità di tutte le nuove proposte emendative presentate sia sottoposta al giudizio del Presidente della Camera dei deputati, con particolare riferimento alle proposte emendative non corredate, all'atto della presentazione, dalla necessaria relazione tecnica. Rileva, inoltre, che il suo gruppo non ha presentato subemendamenti alle proposte emendative in materia di condono fiscale e riforma delle pensioni, perché ritiene che tali proposte emendative debbano essere ritirate. Esse, infatti, non hanno carattere di urgenza e richiedono una discussione di merito più approfondita, in quanto la rilevanza e la complessità delle questioni su cui vertono appaiono incompatibili con lo strumento dell'emendamento a un decreto-legge. Naturalmente, la scelta di non presentare subemendamenti non significa che il suo gruppo non intende affrontare le questioni affrontate nelle proposte emendative. Al contrario, ritiene che, ad esempio, il condono fiscale dovrebbe essere trasformato in un vero scudo fiscale per il rientro dei capitali e che le relative norme dovrebbero essere meglio coordinate con le disposizioni in materia di paradisi fiscali contenute nel medesimo provvedimento. Ritiene altresì che, in materia di pensioni, l'intervento prospettato metta in discussione il principio di fondo del sistema contributivo, rispettato dal 1995 fino alla giornata di ieri, al quale è strettamente legato, a suo avviso, il criterio della flessibilità in uscita. Tuttavia, proprio la richiesta e la complessità delle valutazioni di merito rende necessario un adeguato approfondimento delle norme in discorso e, pertanto, ribadisce la richiesta di ritiro di tali emendamenti.

Gianfranco CONTE, presidente, fa presente che al termine della riunione della Conferenza dei presidenti di gruppo sarà ulteriormente definito l'andamento dei lavori delle Commissioni riunite per il prosieguo della giornata odierna. In merito alle richieste avanzate dal collega Borghesi, ritiene che la presidenza abbia fatto propria una procedura del tutto rispettosa delle regole e che lo slittamento temporale tra la presentazione degli emendamenti e la produzione delle dovute relazioni tecniche di accompagnamento da parte del Governo è da attribuire all'intenzione di anticipare il più possibile termine per la presentazione degli emendamenti, al fine di garantire ai colleghi maggiori tempi per l'approfondimento delle proposte emendative.

Massimo VANNUCCI (PD), apprezzando il chiarimento fornito dal presidente Conte, ritiene opportuno che i rappresentanti del Governo e i relatori diano risposta all'appello rivolto nei loro riguardi dal collega Baretta, nella sua qualità di capogruppo del Partito Democratico. Richiamando le diverse versioni del testo dell'emendamento sullo scudo fiscale che si sono susseguite in modo confuso, condivide le valutazioni del collega Baretta in ordine alla carenza del requisito dell'urgenza e le perplessità per quanto riguarda gli effetti finanziari. Sottolinea che sulla questione dello scudo fiscale non vi è da parte dell'opposizione una posizione pregiudizialmente contraria, quello che si richiede è semmai di svolgere le dovute verifiche per comprendere se tale strumento

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è davvero in grado di operare in funzione anticrisi. Infine, richiamando le dichiarazioni del Ministro Tremonti in merito al necessario concerto europeo in merito alla proposta di scudo fiscale, sottopone ai colleghi l'opportunità di rinviare tale questione ad una fase ulteriore. Per quanto concerne la questione pensionistica, si associa alle valutazioni del collega Baretta.

Il sottosegretario Alberto GIORGETTI rilevando la portata politica delle considerazioni svolte dall'opposizione, sottolinea che l'emendamento del Governo relativo all'età per il pensionamento delle donne, producendo immediati effetti positivi sui conti pubblici, integra i requisiti dell'urgenza e della necessità. Peraltro, tale misura non costituisce una riforma delle pensioni, ma un provvedimento di mera manutenzione, da inquadrare nel contesto europeo. Conferma pertanto l'intenzione del Governo di mantenere il proprio emendamento, riservandosi di accogliere eventuali proposte emendative presentate sulla base di opportune verifiche.

Gianfranco CONTE, presidente, informa che, al termine della riunione della Conferenza dei Presidenti di gruppo, i Presidenti delle due Commissioni incontreranno il Presidente della Camera; pertanto in quel momento la seduta delle Commissioni sarà sospesa, per riprendere alle ore 14,30.

Maurizio FUGATTI (LNP), relatore per la VI Commissione, osserva che l'inserimento del tema dello scudo fiscale nel provvedimento in esame era stato preannunciato da tempo e che pertanto in nessun modo può essere considerato una questione non prevista. Alla luce dell'articolazione dei lavori delle Commissioni riunite a partire da oggi e fino a lunedì prossimo, ritiene che siano state accolte le richieste dell'opposizione quanto meno sul piano organizzativo considerata la portata degli emendamenti presentati dal Governo e dai relatori. Sussistendo dunque i tempi adeguati alla soluzione delle maggiori questioni problematiche, rileva che molti Paesi europei stanno valutando di adottare nei propri sistemi lo scudo fiscale, che pertanto non rappresenta una «creazione» italiana.

Pier Paolo BARETTA (PD), considerate le determinanti conseguenze degli emendamenti del Governo che incidono sulla definizione dei requisiti per l'età pensionistica, ritiene che ci si trovi dinnanzi ad una vera riforma.

Lino DUILIO (PD) ribadisce le proprie perplessità per la disagevole collocazione logistica dei lavori delle Commissioni riunite ed auspica un intervento della presidenza delle Commissioni riunite presso la Presidenza della Camera anche nella prospettiva dell'esame del disegno di legge finanziaria per il 2010. Passando al merito del provvedimento in esame, richiamando le riflessioni del collega Baretta, fa presente che il testo definitivo del decreto-legge sarà essenzialmente elaborato dalle Commissioni, rappresentando la fase di esame presso l'Assemblea un passaggio non essenziale per gli effetti sul testo. Ciò considerato, ritiene essenziale che si garantisca il rispetto delle regole consolidate quanto alla contestualità tra presentazione di emendamenti del Governo e relative relazioni tecniche, sussistendo in alternativa la possibilità che gli stessi emendamenti siano presentati dai relatori in luogo del Governo. In merito a quanto osservato dall'onorevole Fugatti, sarebbe stato, a suo avviso, doveroso da parte del Governo accompagnare le proposte emendative in tema di scudo fiscale con un'adeguata documentazione sugli esiti positivi del precedente esperimento di scudo fiscale adottato nel nostro Paese, nonché sugli effetti netti sui conti pubblici, a motivazione dell'adozione delle nuove misure. Per quanto concerne le prospettate novità in tema pensionistico, in nessun modo esse possono essere considerati meri interventi di manutenzione, trattandosi di misure destinate ad incidere sulla storia del nostro Paese in tema di pensioni. Peraltro, tali

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novità dovrebbero essere adeguatamente spiegate anche nella prospettiva delle procedure di infrazione aperte dalla Commissione europea nei confronti dell'Italia. Inoltre, la modifica dell'età per il pensionamento femminile sembra assolvere a mere esigenze di cassa e non è corredata da doverose misure di carattere sociale finalizzate, ad esempio, ad estendere la durata del congedo per maternità oltre gli attuali cinque mesi.

Rolando NANNICINI (PD) rileva che l'azione del Governo e della maggioranza in questo inizio di legislatura ha inteso essenzialmente comunicare al Paese una sensazione di rapidità nell'adozione di interventi volti a contrastare situazioni emergenziali. Tale scelta di politica legislativa, pur potendo produrre, nel breve periodo, effetti positivi di immagine nell'opinione pubblica, non può che portare all'approvazione di disposizioni formulate in modo affrettato e tecnicamente lacunoso, le quali, pertanto, in molti casi non raggiungono le finalità che si prefiggono.
A titolo esemplificativo, segnala, in primo luogo, che, nonostante le numerose misure adottate dal Governo al fine di agevolare la concessione di crediti al settore industriale, recentemente la Consob ha evidenziato come, per effetto della stretta creditizia operata dal nostro sistema bancario, molte piccole e medie imprese rischiano di non riprendere la produzione dopo le ferie estive. Analogamente, osserva che gli interventi normativi in materia di sostegno ai redditi medio-bassi e di ammortizzatori sociali non hanno prodotto gli effetti attesi e tuttora molti lavoratori, specialmente precari, si trovano in una condizione di particolare criticità.
In questo contesto, sottolinea come sia impossibile procedere ad un serio esame delle misure contenute nel decreto-legge e delle proposte emendative successivamente avanzate dai relatori e dal Governo, in quanto non è ancora disponibile un quadro credibile e aggiornato dell'andamento dei conti pubblici e dell'economia del nostro Paese. Evidenzia, infatti, che allo stato la Camera non ha ancora avuto modo di esaminare i documenti essenziali in materia economica e finanziaria, in quanto il disegno di legge relativo al rendiconto dell'esercizio 2008 e quello relativo all'assestamento di bilancio per il 2009 sono stati trasmessi al Senato, mentre il Documento di programmazione economico-finanziaria per gli anni 2010-2013 è stato approvato dal Consiglio dei Ministri solo nella riunione di ieri. In particolare, ritiene che, prima dell'esame di questi documenti, non sia immaginabile un esame della proposta emendativa che introduce il cosiddetto scudo fiscale, anche in considerazione del fatto che, in assenza di precise indicazioni sullo stato delle nostre finanze, non appare chiara l'urgenza del provvedimento, al quale peraltro la relazione tecnica assegna un effetto in termini di maggiori entrate meramente simbolico. Con riferimento, poi, alla proposta emendativa 22.013, osserva come le disposizioni contenute nel comma 2 non siano in alcun modo riconducibili all'attuazione della sentenza della Corte di giustizia delle Comunità europee dello scorso novembre e non abbiano carattere di urgenza, dal momento che la loro attuazione è rimessa ad un regolamento da emanare entro la fine del 2014. Alla luce di queste premesse, si associa alla richiesta di ritiro degli articoli aggiuntivi 13.05 e 22.013 formulata dal proprio capogruppo, evidenziando, peraltro, che, anche qualora i presentatori accedessero a tale richiesta, i contenuti del decreto rimarrebbero estremamente complessi ed eterogenei e richiederebbero, pertanto, un esame particolarmente approfondito.

Renato CAMBURSANO (IdV) con riferimento alle considerazioni del rappresentante del Governo sulla portata dell'articolo aggiuntivo 22.013, osserva che l'intervento previsto non può assolutamente essere qualificato nei termini di mera attività di manutenzione normativa, in quanto le modifiche introdotte configurano una vera e propria riforma del sistema pensionistico. In particolare, rileva come le disposizioni non siano integralmente

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riconducibili all'integrazione della più volte ricordata sentenza della Corte di giustizia europea, in quanto specialmente il comma 2 dell'articolo aggiuntivo rappresenta una modifica di carattere generale dei requisiti anagrafici per l'accesso al sistema pensionistico, che il Governo e la maggioranza intendono nascondere all'opinione pubblica. Con riferimento all'articolo aggiuntivo 13.05, si chiede se il Ministro Tremonti, che è l'ispiratore di questo nuovo condono fiscale, sia la stessa persona che durante la campagna elettorale prometteva che non sarebbero mai più state adottati condoni di alcun genere. Osserva, evidentemente, che il Governo durante la campagna elettorale mentiva sapendo di mentire, poiché, con ogni probabilità, già allora ipotizzava di ricorrere a nuovi condoni volti a favorire categorie ben precise di contribuenti piuttosto che l'intera cittadinanza. In ogni caso, si associa alla richiesta d'informazioni formulata dal collega Duilio, che, prima di procedere nell'esame del provvedimento, ha richiesto di conoscere quali sono stati gli effetti delle precedenti disposizioni in materia di rientro di capitali dall'estero e, in particolare, quali siano stati i benefici per il sistema produttivo. In questo contesto, ribadisce la richiesta già formulata dal collega Borghesi di ritiro delle proposte emendative relative alla regolarizzazione delle badanti, alla riforma pensionistica e allo scudo fiscale, invitando il Governo ad affrontare tali questioni in autonomi provvedimenti da discutere alla ripresa dei lavori parlamentari al termine della pausa estiva.

Amedeo CICCANTI (UdC), anche a nome del proprio gruppo, sottolinea la necessità di non appesantire ulteriormente i contenuti del decreto-legge in esame con l'introduzione nel provvedimento di misure, come lo scudo fiscale e la riforma pensionistica, che meritano un più ampio e meditato dibattito. In particolare, con riferimento alla riforma pensionistica, segnala come la proposta presentata dal Governo appaia particolarmente carente sotto il profilo della destinazione delle risorse che si renderanno disponibili. Infatti, anche qualora si condivida lo spirito di fondo della riforma, appare essenziale comprendere quali siano gli interventi finanziati attraverso i risparmi di spesa. In tale ottica, dichiara di condividere l'opinione della senatrice Bonino, che aveva indicato come le risorse derivanti dall'innalzamento dell'età pensionabile per le lavoratrici dovessero essere destinate ad interventi a tutela delle lavoratrici e, in particolare a politiche a sostegno delle lavoratrici madri. Sotto il profilo finanziario, sottolinea come non sia stata fornita una quantificazione delle economie derivanti dalla prevista riforma, rilevando che, pertanto, i parlamentari non sono posti nella condizione di valutare l'impatto economico delle misure proposte. Con riferimento al comma 2 della proposta emendativa, ritiene non si possa assolutamente parlare di un normale intervento di manutenzione normativa, in quanto vengono previste forme di adeguamento dell'età anagrafica per l'accesso al sistema pensionistico non contemplate dalla cosiddetta riforma Dini. In ogni caso, sotto il profilo della formulazione delle disposizioni, rileva come sembri determinarsi un'incoerenza tra l'innalzamento dei requisiti anagrafici previsto per le lavoratrici ai sensi del comma 1 e l'adeguamento di carattere generale previsto dal successivo comma 2. Ritiene, peraltro, che un intervento di riforma in materia pensionistica debba farsi carico delle complessive esigenze del sistema, evidenziando come, qualora non si producano risparmi attesi dalla razionalizzazione prevista dalla riforma del welfare approvata nella scorsa legislatura non potrebbe non determinarsi un incremento della contribuzione a carico dei lavoratori, e in particolare dei prestatori di lavoro atipici. Per quanto attiene, da ultimo, all'articolo aggiuntivo relativo alla regolarizzazione dei lavoratori extracomunitari, ritiene assolutamente irragionevole la limitazione della portata della disposizione ai soli lavoratori che prestano attività di assistenza o di sostegno alle famiglie, sottolineando come prestazioni di analoga utilità sociale siano

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svolte dagli stranieri che prestano la loro attività come infermieri ovvero nell'edilizia.

Alberto FLUVI (PD) ribadisce l'esigenza di sottoporre al Presidente della Camera l'ammissibilità di tutti gli emendamenti ed articoli aggiuntivi presentati dai relatori e dal Governo.

Gianfranco CONTE, presidente, sospende la seduta fino alle ore 14,30.

La seduta, sospesa alle 12.55, è ripresa alle 14.30.

Gianfranco CONTE, presidente, informa i colleghi dell'incontro che i due Presidenti delle Commissioni hanno avuto con il Presidente della Camera, nell'ambito del quale sono state anche affrontate le questioni di ammissibilità degli emendamenti ed articoli aggiuntivi dei relatori e del Governo prospettate nel corso della seduta da alcuni deputati dei gruppi di opposizione. In particolare, con riferimento all'emendamento 14.6, rileva che l'emendamento non appare comunque idoneo a superare le riserve avanzate dalla Banca centrale europea sul testo dell'articolo 14 in ordine alla compatibilità comunitaria.

Antonio BORGHESI (IdV) premesso di condividere l'invito ai relatori e al Governo formulato da alcuni colleghi, affinché ritirino le proposte emendative che vertono su tematiche meritevoli di autonoma considerazione, dichiara di non comprendere per quale ragione le Commissioni debbano esaminare le norme in materia di scudo fiscale, contenute nell'articolo aggiuntivo 13.05 dei relatori, dal momento che, come ha dichiarato ieri lo stesso Ministro dell'economia e delle finanze, non è dato ancora sapere se tali norme avranno il placet della Commissione europea. Lo stesso Ministro, sempre nella giornata di ieri, ha altresì dichiarato che il tema della riforma delle pensioni sarebbe stato affrontato oggi nel corso di un incontro con le parti sociali. Tale circostanza, a suo avviso, fa venire meno le condizioni per un proficuo esame dell'articolo aggiuntivo 22.013 del Governo, in materia appunto di pensioni. Ritiene, infine, che le dichiarazioni del Presidente del Consiglio sulla volontà del Governo di rispettare i principi richiamati nella lettera con cui ieri il Presidente della Repubblica ha reso noti i propri rilievi sulla legge recante disposizioni in materia di pubblica sicurezza debbano imporre allo stesso Governo un ripensamento sul decreto-legge in esame e sulle numerose ed eterogenee proposte emendative, dei relatori e del Governo, ad esso riferite.

Alberto FLUVI (PD), premesso di concordare con il collega Baretta sull'opportunità del ritiro degli articoli aggiuntivi 22.013 del Governo e 13.05 dei relatori in materia, rispettivamente, di pensioni e scudo fiscale, osserva che i lavori delle Commissioni appaiono viziati da un'inversione del normale ordine di esame dei provvedimenti di finanza pubblica: secondo tale ordine logico, infatti, il Parlamento avrebbe dovuto esaminare prima il Documento di programmazione economico-finanziaria e il disegno di legge di assestamento, per procedere solo successivamente all'esame del decreto-legge in titolo. Osserva, quindi, che tale decreto-legge non sembra contenere risposte efficaci ai gravi problemi dell'economia reale, che emergono anche dai dati contenuti nel Documento di programmazione economico-finanziaria, sebbene questo attui un'indubbia edulcorazione dei dati di finanza pubblica. In particolare, il decreto-legge non contiene alcun riferimento al problema del credito alle imprese, la cui perdurante drammaticità è stata richiamata, di recente, dal Governatore della Banca d'Italia, dal presidente della CONSOB e dallo stesso Ministro dell'economia e delle finanze. Ciò dimostra, a suo avviso, che lo 0,8 per cento del PIL investito, secondo quanto si legge nel citato Documento, dal Governo al fine di sostenere il credito alle imprese non ha prodotto esiti significativi dopo quasi un anno dal fallimento della banca Lehman Brothers. Poiché per le banche in difficoltà le uniche

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soluzioni possibili consistono nella ricapitalizzazione o, in alternativa, nella riduzione degli impieghi, ritiene che lo scarsissimo ricorso delle banche italiane ai cosiddetti «Tremonti bond» dimostri l'entità del fenomeno della stretta creditizia che penalizza le imprese. Ricorda, altresì, che le disposizioni volte a velocizzare i pagamenti delle pubbliche amministrazioni nei confronti delle imprese si basano sull'assestamento del bilancio dello Stato, sebbene il relativo disegno di legge sia ancora all'esame del Senato e riguardi, naturalmente, le sole amministrazioni centrali, laddove il problema del ritardo nei pagamenti concerne soprattutto il settore sanitario e gli enti locali e colpisce maggiormente, pertanto, le piccole imprese. Più in generale, rileva che il decreto-legge in esame ignora le esigenze specifiche delle piccole e piccolissime imprese, come dimostra anche la norma relativa alla detassazione degli utili reinvestiti: tale norma, infatti, favorisce soltanto le imprese che presentano utili e, comunque, si applica solo agli investimenti fatti fino al 30 giungo 2010, risultando perciò di difficile applicazione a causa delle peculiari caratteristiche della contabilità della citata categoria di imprese. Per tali ragioni, ritiene che un intervento sotto forma di credito d'imposta sarebbe stato certamente preferibile. Rileva, altresì, che il provvedimento in esame rischia di scaricare sulle famiglie e le imprese l'onere finanziario della riduzione del costo dell'energia a favore delle grandi imprese e risulta carente anche sotto il profilo dell'adeguamento degli studi di settore. Ritiene, inoltre, che l'articolo aggiuntivo 22.013 del Governo dovrebbe essere ritirato al fine di consentire un'adeguata concertazione con le parti sociali, anche in considerazione del fatto che le decorrenze ivi previste palesano la mancanza di urgenza. Dichiara quindi di non comprendere le ragioni che hanno spinto i relatori a presentare l'articolo aggiuntivo 13.05, in materia di scudo fiscale, dal momento che tale misura non contribuisce alla copertura finanziaria delle norme contenute nel decreto-legge. Dichiara, in proposito, che il suo gruppo è disponibile al confronto sull'introduzione di un vero scudo fiscale, mentre, a suo avviso, l'articolo aggiuntivo in discorso realizza piuttosto un condono, lasciando per giunta al soggetto che ha esportato illegalmente capitali di indicare il periodo in cui questo è avvenuto e, dunque, di determinare di fatto l'entità della tassazione. Tale previsione è, a suo avviso, ulteriormente aggravata dal fatto che l'intermediario finanziario è tenuto a dichiarare solo l'importo del capitale che rientra e non il nominativo dei titolari. Per tali ragioni, anche alla luce delle ripetute dichiarazioni del ministro Tremonti contro i condoni, i paradisi fiscali e a favore dell'etica nella finanza globale, rinnova l'invito ai relatori a ritirare il citato articolo aggiuntivo e invita il Governo ad affrontare questo problema di concerto con gli altri Paesi, ricordando come la materia fiscale sia di competenza non già dell'Unione europea, ma dei singoli Stati nazionali e come gli scudi fiscali adottati, in anni recenti, da altri Paesi europei prevedessero meccanismi e aliquote ben diversi da quelli oggi proposti. Dichiara, infine, che dalle determinazioni dei relatori e del Governo sul tema delle pensioni e del condono fiscale dipenderà l'atteggiamento del suo gruppo nel prosieguo dell'esame.

Massimo POLLEDRI (LNP) chiede chiarimenti in merito all'organizzazione dei lavori delle Commissioni, rilevando l'esigenza di evitare atteggiamenti inutilmente autolesionistici. In questa ottica invita a difendere l'interesse delle Commissioni a compiere una completa istruttoria sul provvedimento, modificando il testo in modo che possano essere introdotti allo stesso i necessari miglioramenti.

Michele VENTURA (PD) ricorda che il suo gruppo ha segnalato nella seduta antimeridiana una questione di grande delicatezza istituzionale che ritiene sia stata finora trascurata da maggioranza, relatori e Governo. Al riguardo, dopo aver ricordato l'atteggiamento responsabile dalle opposizioni lungo tutto questo primo anno di

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legislatura rileva che l'esame si svolge in un quadro particolarmente complesso e per molti aspetti paradossale in quanto il decreto-legge richiama in una sua importante disposizione il disegno di legge di assestamento che la Camera non ha ancora esaminato e il DPEF approvato solo ieri dal Governo collega alla manovra di finanza pubblica per il prossimo anno il decreto-legge già da tempo all'esame delle Commissioni. In questa situazione ritiene che l'atteggiamento del relatore e del Governo contribuisca solo ad aggravare la situazione. Invita pertanto al ritiro delle proposte emendative in materia di scudo fiscale e di riforma del sistema pensionistico, rilevando che in tal caso vi sarebbe la disponibilità delle opposizioni ad un confronto serio sulle priorità già indicate quali i provvedimenti a favore delle zone terremotate, a favore delle imprese e degli enti locali.

Bruno TABACCI (UdC) si interroga su a chi si riferisse il collega Polledri nella sua richiesta di evitare atteggiamenti autolesionistici, rilevando che le opposizioni non avrebbero alcuna difficoltà a recare il loro contributo costruttivo, se venissero messe nelle condizioni di farlo. Rileva infatti che non vi sarebbe alcuna difficoltà a discutere di questioni che sono oggetto del decreto, come la detassazione degli investimenti, ovvero di autentica urgenza, come il problema della regolarizzazione delle badanti, conseguenza peraltro di una legge sbagliata approvata dalla maggioranza. Diverso è invece il discorso per la riforma delle pensioni, per lo scudo fiscale e per gli enti locali su cui, pur non essendovi da parte sua una preclusione al confronto, rileva che si tratta di problemi che dovrebbero essere trattati in appositi provvedimenti. Ciò è vero in particolare per la riforma delle pensioni che dovrebbe essere affrontata con un apposito disegno di legge e non con un provvedimento di urgenza, mentre l'inserimento nel provvedimento in esame dello scudo fiscale potrebbe essere giustificato solo alla luce dell'esigenza di reperire risorse per la copertura del decreto in caso di soppressione dell'articolo 14. Osserva infatti che le riserve avanzate dal presidente sull'emendamento inevitabilmente appaiono destinate a ripercuotersi sulla legittimità della stessa disposizione dell'articolo 14, in quanto l'emendamento si limita a modificare l'aliquota dell'imposta sostitutiva istituita dall'articolo. Infine ritiene che sugli enti locali vi potrebbe essere una disponibilità al confronto anche nell'ambito di questo provvedimento, osservando tuttavia che per affrontare seriamente tale problema la percentuale del 2,7 per cento dei pagamenti in conto capitale degli enti locali che potrebbero essere esclusi dal Patto di stabilità interno dovrebbe essere significativamente elevata.

Sergio Antonio D'ANTONI (PD) ricorda che l'ultimo rapporto della SVIMEZ, presentato questa mattina, delinea un quadro estremamente preoccupante per quel che riguarda il reddito e l'occupazione nelle regioni meridionali ed anche il ritorno a una significativa emigrazione verso le regioni settentrionali, che ora interessa giovani diplomati e laureati. Ciò rappresenta una perdita di risorse nette per le aree deboli del Paese in quanto in questa nuova emigrazione, rispetto a quella «storica» non si registra il fenomeno delle rimesse e anzi le famiglie di appartenenza devono inviare denaro ai propri figli emigrati al nord che non sono nelle condizioni di mantenersi da soli. Rispetto a questo problema rileva che si è registrata nell'ultimo anno una costante sottrazione di risorse al Fondo per le aree sottoutilizzate. Ad esempio anche l'emergenza del terremoto in Abruzzo che, in quanto emergenza nazionale avrebbe dovuto essere affrontata da tutto il Paese è stata invece fatta gravare essenzialmente sulle risorse delle aree sottoutilizzate e a ciò si aggiunge ora il fatto che il provvedimento in esame infierisce sulle vittime del terremoto, anticipando il termine per il rimborso dei versamenti sospesi. Rileva poi l'estrema complessità del tema dello scudo fiscale, osservando che si tratta di un problema europeo e pertanto il Governo dovrebbe assumersi la responsabilità di presentare direttamente l'emendamento

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in materia, senza nascondersi dietro i relatori. Conclusivamente, nel ritenere che il provvedimento aggravi la crisi, in particolare per le aree deboli del Paese, e non contribuisca a risolverla, rileva che la situazione determinata dal Governo e dai relatori sta inesorabilmente spingendo le opposizioni ad assumere un atteggiamento di rottura che non avrebbero voluto assumere.

Francesco BOCCIA (PD) ritiene a questo punto rilevante acquisire la posizione dei colleghi di maggioranza e, in generale, dei parlamentari provenienti dal Sud del Paese in quanto, alla luce del dibattito svoltosi ieri, degli emendamenti presentati e dei contenuti del DPEF, non vi è dubbio che ci troviamo di fronte ad un esercizio di finanza ed economia creative. La prospettiva di rientro di ingenti risorse portate all'estero da cittadini italiani che regolarmente pagano le tasse è infondata, oltre a rappresentare una forma di paradossale concorrenza sleale dello Stato nei confronti di chi ricicla danaro sporco, dati gli esigui costi imposti per il rientro delle somme. Il cosiddetto scudo fiscale rappresenta di fatto un condono volto ad avvantaggiare grandi gruppi o soggetti comunque ben definiti. In merito alle pensioni non vi è spazio di trattativa e la maggioranza risponderà delle proprie decisioni alle donne di questo Paese, né è sufficiente invocare le direttive comunitarie a sostegno delle misure proposte. Ribadendo la disponibilità dell'opposizione ad un confronto su un autentico scudo fiscale così come su una vera riforma delle pensioni, osserva che l'obiettivo del provvedimento è fare cassa e che il DPEF, da documento sulle linee tendenziali dell'economia del Paese, perde affidabilità anche soltanto sul piano dei dati di riferimento.

Francesco BARBATO (IdV) rileva che l'unica realtà imprenditoriale che non sembra avvertire le conseguenze negative della crisi è Mediaset, che ha registrato nell'ultimo anno un più che significativo incremento delle commesse per pubblicità da parte della Presidenza del Consiglio dei ministri. Ritiene che il provvedimento in esame sia erroneamente definito «anticrisi», laddove esso dovrebbe essere definito più correttamente un provvedimento «anti-Sud». Sottolinea che il decreto-legge non prende in considerazione i reali problemi del Paese, a partire dalla questione dell'occupazione. Ritiene paradossale che il Popolo delle Libertà, pur avvalendosi al Sud del consenso maggioritario da parte degli elettori, non ha a cuore le questioni del Mezzogiorno, quali drammaticamente fotografate nell'ultimo rapporto SVIMEZ, che documenta ad esempio l'abbandono delle regioni meridionali da parte di ben 283 mila giovani nel solo 2008. Preannunciando iniziative di protesta su iniziativa del suo gruppo volte a far emergere il grave disagio di chi in questo Paese viene lasciato indietro, rileva che il Popolo delle Libertà attua per mezzo dello scudo fiscale una politica di illegalità che premia il crimine organizzato. In generale, fa presente che il decreto-legge in esame è destinato ad aggravare la situazione anche perché non dedica alcun intervento alla maggiore industria del Paese, rappresentata dal turismo: si tratta di una lacuna che di nuovo penalizza il Sud ed evidenzia la miopia politica di questo Governo, responsabile di un pericoloso aggravamento della tensione sociale già diffusa nel Paese.

Maurizio FUGATTI (LNP), relatore per la VI Commissione, preannuncia che, in parziale difformità con quanto concordato ieri in tema di emendamenti dei relatori, che i relatori hanno intenzione di presentare una nuova proposta emendativa in materia di servizi pubblici locali.

Giancarlo GIORGETTI, presidente, nella consapevolezza che tale novità possa condizionare le modalità di esame già concordate, si riserva di comunicare nel prosieguo le successive modalità di svolgimento dei lavori alla luce di quanto testé annunciato dal collega Fugatti.

Pier Paolo BARETTA (PD) ritiene che a questo punto al centro della riflessione sia l'accordo raggiunto e la condotta che intendono

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assumere il Presidente della Camera e i presidenti delle Commissioni bilancio e finanze sul mantenimento dei patti. Quanto alla questione prospettata dal relatore Fugatti, fa presente che essa non può essere presa in considerazione dai gruppi di opposizione.

Antonio BORGHESI (IdV), nel ritenere a questo punto che non si possa escludere la presentazione di un nuovo emendamento in tema di riforme istituzionali, sottopone al Presidente Giorgetti l'opportunità di sospendere la seduta e di conferire con la Presidenza della Camera al fine di valutare il mantenimento della calendarizzazione in Assemblea prevista per la prossima settimana.

Gian Luca GALLETTI (UdC) osserva che, paradossalmente, il proprio gruppo potrebbe quasi dichiararsi soddisfatto delle proposte emendative presentate e annunciate dal Governo e dai relatori, in quanto esse affrontano tematiche delle quali l'UDC ha da tempo segnalato l'urgenza. Rileva, tuttavia, come appaia incredibile che, a fronte di unanimi richieste da parte dei gruppi di opposizione di ritirare le proposte emendative in materia di riforma pensionistica e di scudo fiscale, in quanto i tempi per il loro esame da parte delle Commissioni non ne consentono una approfondita analisi, i relatori, a quarantott'ore dal termine dell'esame in sede referente presentino un emendamento volto a riformare la disciplina dei servizi pubblici locali. Si tratta, ovviamente, di un tema di grandissimo interesse, ma, proprio per le sue implicazioni di carattere sistematico, ritiene sarebbe opportuno affrontare la riforma nell'ambito di un diverso provvedimento, assicurando adeguati margini per il dibattito parlamentare sul contenuto delle misure proposte.

Il sottosegretario Alberto GIORGETTI fa presente che il Governo ritiene di non poter accedere alle richieste formulate dai parlamentari dell'opposizione di ritirare gli emendamenti 1.021 e 22.013, sottolineando come le proposte siano frutto di una valutazione politica di carattere complessivo sugli strumenti volti a fronteggiare la crisi svolta dall'Esecutivo nella sua collegialità. Per quanto attiene alle proposte emendative presentate dai relatori, si rimette, ovviamente, alle loro valutazioni.

Bruno TABACCI (UdC), dal momento che il rappresentante del Governo non ha fornito indicazioni rispetto alle proposte emendative presentate dai relatori, chiede se si tratti di proposte apocrife.

Il sottosegretario Alberto GIORGETTI conferma che le proposte emendative presentate dai relatori sono condivisi dal Governo, come del resto risulta da autorevoli dichiarazioni pubbliche.

Giancarlo GIORGETTI, presidente, rileva come il Governo abbia dichiarato l'intenzione di non ritirare i propri articoli aggiuntivi 1.021 e 22.013.
Per quanto riguarda la preannunciata presentazione, da parte dei relatori, di un'ulteriore proposta emendativa, essa sarà valutata dalla presidenze, non appena formalmente depositata.
In merito invece alle questioni relative all'articolo 14, che sono già state sottoposte all'attenzione del Presidente della Camera, le presidenze si riservano di esprimere una valutazione in merito.
Sospende, quindi, la seduta e convoca, d'intesa con il Presidente della VI Commissione, una riunione congiunta degli uffici di presidenza, integrati dai rappresentanti dei gruppi, delle Commissioni riunite.

La seduta, sospesa alle 16.05, è ripresa alle 16.55.

Gianfranco CONTE, presidente, avverte che, nell'odierna riunione congiunta degli Uffici di presidenza, integrati dai rappresentanti dei gruppi, si è concordato di proseguire i lavori, nella giornata odierna, fino alle ore 22, nella giornata di domani dalle ore 9,30 alle ore 13, e nella giornata di lunedì prossimo, 20 luglio, dalle ore 10.30 alle 18.

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Informa inoltre che i Presidenti delle due Commissioni hanno segnalato al Presidente della Camera le proprie considerazioni in merito alle questioni di ammissibilità relative agli emendamenti ed articoli aggiuntivi presentati dai relatori e dal Governo. In particolare i Presidenti hanno rilevato come l'emendamento 14.6 dei relatori, integralmente sostitutivo dell'articolo 14 del decreto-legge, non sembra rispettare i requisiti procedurali e di merito richiesti dalle norme comunitarie. Sotto questo profilo l'emendamento appare dunque inammissibile, salva la possibilità, per i relatori, di procedere ad un'ulteriore riformulazione della proposta emendativa. Il Presidente della Camera ha concordato su tale valutazione.
Per quanto riguarda invece l'articolo aggiuntivo 13.05 dei relatori, in materia di attività finanziarie detenute all'estero, i Presidenti hanno evidenziato l'opportunità che il Governo integri i dati contenuti nella relazione tecnica allegata, la quale al momento non annette alla proposta normativa effetti sostanziali di maggior gettito. Anche su tale aspetto ha concordato il Presidente della Camera.
Invita quindi i relatori ed il rappresentante del Governo ad esprimere i pareri sugli emendamenti ed articoli aggiuntivi segnalati dai gruppi riferiti all'articolo 1.

Antonio BORGHESI (IdV) rileva come in nessuna sede si sia mai concordato di circoscrivere l'esame delle proposte emendative solo a quelle segnalate.

Roberto OCCHIUTO (UdC) rileva come, nel corso delle riunioni congiunte degli Uffici di presidenza delle due Commissioni, si fosse prospettata l'ipotesi di circoscrivere l'esame ai soli emendamenti ed articoli aggiuntivi segnalati, senza peraltro giungere ad una decisione in tal senso.

Gianfranco CONTE, presidente, ritiene opportuno procedere all'esame di tutti gli emendamenti ed articoli aggiuntivi riferiti all'articolo 1.

Maurizio FUGATTI (LNP), relatore per la VI Commissione, esprime parere favorevole sull'emendamento Bernardo 1.60, esprimendo invece parere contrario su tutti gli altri emendamenti, subemendamento ed articoli aggiuntivi riferiti all'articolo 1.

Il sottosegretario Alberto GIORGETTI esprime parere conforme a quello del relatore, esprimendo altresì parere favorevole sugli emendamenti 1.64, 1.63 e 1.021 dei relatori.

Pier Paolo BARETTA (PD) ribadisce l'invito ai relatori e al Governo affinché chiariscano se siano disponibili a riconsiderare il parere testé espresso sugli emendamenti all'articolo 1 presentati dal suo gruppo.

Maurizio FUGATTI (LNP), relatore per la VI Commissione, fa nuovamente presente che il gruppo del Partito Democratico non ha segnalato alcun emendamento all'articolo 1. Tuttavia, i relatori sono senz'altro disponibili a prendere in considerazione eventuali emendamenti che fossero oggetto di segnalazione da parte dei gruppi.

Pier Paolo BARETTA (PD) chiarisce che, per quanto riguarda il suo gruppo, la segnalazione deve intendersi riferita a tutti gli emendamenti su cui vi sia, da parte dei relatori e del Governo, la disponibilità a riconsiderare il parere contrario appena espresso.

Chiara MORONI (PdL), relatore per la V Commissione, ritiene che una generica disponibilità dei relatori non avrebbe particolare significato, mentre sarebbe più utile concentrare l'attenzione su questioni specifiche.

Sergio Antonio D'ANTONI (PD) ritiene che le tematiche sottese all'emendamento Bellanova 1.14 valgano più di qualsiasi segnalazione. Tale emendamento, infatti, verte su questioni di grande rilevanza sociale ed è volto a estendere la durata del trattamento di cassa integrazione ordinaria,

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come richiesto dalle principali parti sociali, sia sindacali sia datoriali.

Maurizio FUGATTI (LNP), relatore per la VI Commissione, fa presente che le proposte emendative De Micheli 1.39 e Duilio 1.09, identica agli articoli aggiuntivi Ventucci 1.03, Marsilio 1.06, Germanà 1.07 e Gioacchino Alfano 1.011, sono state oggetto di segnalazione da parte dei presentatori.

Antonio BORGHESI (IdV) ribadisce che non vi è stata alcuna richiesta formale di segnalazione di emendamenti da parte dei gruppi e giudica pertanto inaccettabili le affermazioni del relatore Fugatti.

Gianfranco CONTE, presidente, fa presente che, nella giornata di ieri, alcuni deputati hanno segnalato talune proposte emendative, affinché fossero considerate con particolare attenzione. I relatori hanno quindi ritenuto di approfondire in modo particolare tali proposte emendative, anche al fine di motivare meglio il relativo parere. Analogamente, sarà approfondito l'emendamento Bellanova 1.14, su cui hanno appena richiamato l'attenzione delle Commissioni i colleghi Nannicini e D'Antoni.

Roberto Mario Sergio COMMERCIO (Misto-MpA), dopo aver illustrato il suo emendamento 1.3, ricorda che il suo gruppo, facendo attualmente parte della maggioranza, ha ritenuto di segnalare alcune proposte emendative per facilitare e rendere più costruttivo il lavoro dei relatori e del Governo. Proprio per questo, però, esprime il proprio rammarico per il fatto che tutti gli emendamenti presentati dal suo gruppo abbiano ricevuto parere contrario e prende atto del fatto che il Governo sembra intenzionato a perseverare nella scelta di adottare una fiscalità di vantaggio al contrario, che, come ha rilevato anche il collega Barbato, favorisce le aree settentrionali del Paese a scapito del Sud.

Massimo VANNUCCI (PD) ritiene che l'unico emendamento su cui i relatori e il Governo hanno espresso parere favorevole, cioè l'emendamento Bernardo 1.60, sia in realtà peggiorativo del testo originario del decreto-legge e sembri un emendamento presentato in nome e per conto del Governo, al fine di correggere una norma del provvedimento emanato dallo stesso Governo. Poiché giudica poco credibile che nessuna delle restanti proposte emendative e, in particolare, nessuna di quelle presentate dall'opposizione fosse migliorativa del testo, ritiene che il parere contrario sia frutto di una blindatura del provvedimento e di un atteggiamento di chiusura che offende l'opposizione e mortifica il ruolo delle Commissioni.

Il sottosegretario Alberto GIORGETTI fa presente che le proposte emendative dell'opposizione appaiono volte a modificare l'impianto complessivo dell'azione del Governo a favore dei soggetti che sono esposti alla perdita del lavoro in conseguenza della crisi economica. Per questi soggetti, il Governo ha attivato una pluralità di interventi, destinati a coinvolgere un numero di lavoratori significativamente più alto rispetto al recente passato. In particolare, il Governo non ritiene di poter accogliere l'emendamento Bellanova 1.14, la cui copertura mette gravemente in discussione proprio gli interventi sin qui adottati dal Governo. In proposito, ricorda come nelle regioni più industrializzate e, proprio per questo, più colpite dalla crisi, gli ammortizzatori sociali abbiano sinora dato risposta al 90 per cento dei lavoratori a rischi di perdita del posto di lavoro. Naturalmente, quanto affermato non impedisce al Governo di approfondire ulteriormente le proposte emendative che l'opposizione fosse disponibile a segnalare, evitando così quella ritualità del confronto politico che, di solito, prevede proprio la contrarietà del Governo alle proposte di modifica di un suo provvedimento.

Gianfranco CONTE, presidente, alla luce della richiesta in tal senso avverte che si procederà alla votazione dell'emendamento 1.64 dei relatori, recante una serie di correzioni meramente formali al complesso

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del decreto-legge, e che quindi saranno accantonate tutte le altre proposte emendative riferite all'articolo 1, passando all'esame degli emendamenti ed articoli aggiuntivi riferiti all'articolo 2.

La Commissione approva l'emendamento 1.64 dei relatori.

Maurizio FUGATTI (LNP), relatore per la VI Commissione, esprime parere favorevole sull'emendamento Savino 2.36, esprimendo parere contrario su tutti gli altri emendamenti, articoli aggiuntivi e subemendamento riferiti all'articolo 2.

Il sottosegretario Alberto GIORGETTI esprime parere conforme a quello del relatore, esprimendo altresì parere favorevole sugli emendamenti 2.38, 2.37 e 2.39 dei relatori.

Roberto Mario Sergio COMMERCIO (Misto-MpA) ricorda di aver segnalato i propri articoli aggiuntivi 2.01 e 2.02, dei quali raccomanda l'approvazione.

Lino DUILIO (PD), intervenendo sul complesso degli emendamenti all'articolo 2, segnala l'emendamento Duilio 2.5, che recepisce il lavoro svolto dal Comitato per la legislazione e mira a sostituire la parola «titoli» con «mezzi di pagamento». Riterrebbe pertanto opportuno che venisse riconsiderato il parere su tale emendamento da parte del relatore.

Antonio BORGHESI (IdV) sottolinea che a livello di metodo occorreva dare il tempo di fare le segnalazioni sugli articoli sui quali non vi era stata chiarezza. Rileva in particolare che gli emendamenti a tali articoli erano veramente di sostanza e non semplicemente ostruzionistici come quelli relativi allo scudo fiscale. Propone pertanto di sospendere per una mezz'ora la seduta al fine di poter compiere l'operazione in questione.

Maurizio FUGATTI (LNP), relatore per la VI Commissione, modificando il parere già espresso in precedenza, esprime parere favorevole sull'emendamento Duilio 2.5.

Gianfranco CONTE, presidente, sospende la seduta per trenta minuti, al fine di consentire ai gruppi di effettuare le segnalazioni relativamente agli articoli da 1 a 5.

La seduta, sospesa alle 17.55, è ripresa alle 18.40.

Giancarlo GIORGETTI, presidente, invita a comunicare quali proposte emendative riferite agli articoli da 1 a 5 si intendano segnalare.

Alberto FLUVI (PD) fa presente che il suo gruppo non ha inteso segnalare alcuna proposta emendativa poiché ribadisce che, ai fini di una proficuo svolgimento dei lavori delle Commissioni, è indispensabile il preliminare ritiro degli emendamenti del Governo e dei relatori in materia pensionistica e di condono fiscale.

Roberto SIMONETTI (LNP) segnala ed illustra il proprio emendamento 2.9 ed il proprio articolo aggiuntivo 2.05.

Roberto Mario Sergio COMMERCIO (Misto-MpA) illustra i propri articoli aggiuntivi 2.01 e 2.02 già in precedenza segnalati. Chiede quindi di conoscere la posizione del Governo sugli emendamenti Minardo 17.143 e 17.144 in materia di servizi di navigazione aerea.

Matteo BRAGANTINI (LNP) illustra il proprio emendamento 2.13, già segnalato, che stabilisce la nullità delle commissioni applicate dalle banche ai prelevamenti di denaro contante dai conti correnti presso gli sportelli.

Gian Luca GALLETTI (UdC) segnala il proprio subemendamento 0.2.38.1, volto a rendere maggiormente coerente la formulazione dell'emendamento 2.38 dei relatori.

Antonio BORGHESI (IdV) comunica che il gruppo di Italia dei valori ha segnalato

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le seguenti proposte emendative: Borghesi 1.53 e 1.56, Barbato 2.33, Borghesi 2.08 e 5.95, Cambursano 5.102, Di Giuseppe 5.97, Borghesi 5.96, 5.029 Segnala inoltre le proposte emendative Barbato 9.65, 9.67 e 9.68, Cambrusano 9.69, Barbato 0.9.08.5, Cambrusano 10.42 e 11.4, Borghesi 12.1, Di Pietro 15.07 e 17.83, Borghesi 17.90 e Leoluca Orlando 17.87.

Francesco BARBATO (IdV) segnala e illustra i propri emendamenti 2.32 e 2.33, sottolineando come in un momento di grave crisi economico-finanziaria, i soggetti economicamente più forti, quali le banche, che per esplicita ammissione dell'ABI stanno soffrendo un decremento degli utili e non delle perdite, debbano contribuire in modo particolare al rilancio dell'economia.

Roberto OCCHIUTO (UdC) segnala gli emendamenti Galletti 2.26 e 2.27, nonché il subemendamento Galletti 0.2.39.2.

Maurizio FUGATTI (LNP), relatore per la VI Commissione, rivedendo il parere precedentemente espresso esprime parere favorevole sul subemendamento Galletti 0.2.38.1.

Massimo VANNUCCI (PD) sottolinea come il lavoro di segnalazione degli emendamenti sia del tutto improduttivo, anche in considerazione del fatto che i pareri espressi dai relatori evidenziano la mancanza di adeguata istruttoria e di approfondimenti sul complesso degli emendamenti riferiti all'articolo 2, molti dei quali sono volti ad apportare al provvedimento modifiche ragionevoli e condivisibili.

Renato CAMBURSANO (IdV) rileva come l'atteggiamento di totale chiusura dei relatori e del governo contrasti con il comportamento collaborativo del proprio gruppo, che ha segnalato una serie di emendamenti e manifestato la disponibilità ad aprire un leale dibattito sugli stessi.

Rolando NANNICINI (PD) condivide le osservazioni dell'onorevole Fluvi e ribadisce il carattere pregiudiziale del ritiro degli emendamenti del Governo e dei relatori in materia di pensioni e scudo fiscale, oltre alla soppressione dell'articolo 25, ai fini dell'equilibrato e produttivo svolgimento dei lavori delle Commissioni.

Il sottosegretario Alberto GIORGETTI osserva come quasi tutti gli emendamenti all'articolo 2 intervengano sui costi dei servizi bancari, al fine di garantirne la riduzione ed una maggiore trasparenza, proponendo soluzioni normative diversificate e dettagliate, nonché ed affrontando, anche se in modo non esaustivo, molte delle problematiche afferenti a tale materia. Pur dichiarando la disponibilità del Governo al confronto e al dialogo, tuttavia sottolinea come non sia possibile disciplinare in via normativa tutta la materia dei costi dei servizi bancari, che è strettamente connessa all'operatività ordinaria delle banche.

Maurizio FUGATTI (LNP), relatore per la VI Commissione, anche a nome del relatore per la V Commissione, esprime parere favorevole sull'articolo aggiuntivo Borghesi 2.08 e chiede che siano accantonati l'emendamento Bragantini 2.13 e l'articolo aggiuntivo Simonetti 2.05. Rileva altresì che l'individuazione del tetto dello 0,5 per cento per il corrispettivo omnicomprensivo per il servizio di messa a disposizione delle somme da parte delle banche rappresenta comunque un primo accettabile compromesso per migliorare la situazione esistente, rispetto al quale si potranno poi porre in essere ulteriori miglioramenti.

Marcello DE ANGELIS (PdL) in risposta al collega Nannicini rileva che la proposta si soppressione integrale dell'articolo 25 da lui sostenuta peggiorerebbe la situazione dei cittadini aquilani, in quanto verrebbe meno la proroga del pagamento dei versamenti tributari e previdenziali che comunque la disposizione contiene, costringendo al pagamento dal primo dicembre

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prossimo. Raccomanda quindi non la soppressione dell'articolo ma l'approvazione dei suoi emendamenti 22.7 e 22.6 che posticipano il pagamento dei contributi rispettivamente a giugno e a luglio 2009.

Francesco BARBATO (IdV) rileva che sul problema della commissione di massimo scoperto bisognerebbe avere maggiore coraggio e proporre la sua effettiva completa eliminazione. Sottolinea che tale intervento è importante soprattutto per le piccole e medie imprese che ad esempio dovrebbero stare a cuore alla Lega Nord. In particolare segnala una situazione di disagio nelle piccole imprese che si vedono negare il fido dalle banche. Tradendo le aspettative di questi piccoli e medi operatori economici anche la Lega si sta omologando al Popolo delle Libertà nell'amicizia ai poteri forti.

Alberto FLUVI (PD) intervenendo sul subemendamento Ceccuzzi 0.2.38.2, di cui è firmatario, rileva la necessità di compiere una riflessione generale sul credito. Vi è infatti un grave problema di liquidità delle imprese. Ricorda che a seguito del fallimento della banca Lehman Brothers diverse iniziative sono state prese da vari Stati per immettere liquidità nel sistema bancario e quindi in quello produttivo. In Italia invece si è solo lentamente giunti a prendere coscienza delle esigenze di patrimonializzazione delle banche e quindi delle imprese. Rileva che ciò è testimoniato anche dal fatto che al momento solo due banche hanno fatto ricorso ai cosiddetti Tremonti bond, mentre, evidentemente, le altre stanno riversando le proprie difficoltà sul sistema produttivo, il che va a danneggiare in particolare le piccole e medie imprese perché le grandi imprese possono ricorrere ad altri strumenti come testimonia la recente emissioni di obbligazioni da parte di una grande impresa. Rileva che rispetto a questa situazione l'unica soluzione prospettata dal Governo è quello di un tavolo di concertazione tra Governo e sistema bancario. Invita pertanto a dare ulteriori segnali al mondo produttivo nella direzione del completo superamento della clausola sul massimo scoperto.

Il sottosegretario Alberto GIORGETTI propone di riformulare il subemendamento Ceccuzzi 0.2.38.2, nel senso di sostituire le parole: «1o novembre 2009», con le seguenti: «1o gennaio 2010».

Alberto FLUVI (PD) accoglie la proposta di riformulazione.

Le Commissioni approvano il subemendamento Ceccuzzi 0.2.38.2 come riformulato, risultando pertanto assorbito il subemendamento Galletti 0.2.38.1.

Le Commissioni approvavano quindi l'emendamento 2.38 dei relatori, come modificato dal subemendamento approvato. Risultando pertanto assorbiti gli emendamenti 2.17, 2.26, 2.2, 2.5, 2.3, 2.4 e 2.30.

Le Commissioni respingono l'emendamento Messina 2.35.

Roberto SIMONETTI (LNP) ritira il proprio emendamento 2.9.

Alberto FLUVI (PD) con riferimento all'emendamento 2.23, sul tema del rapporto banca-impresa. Ricorda che la crescita della Lega nel nord-est si giustifica a suo giudizio proprio sulla base dell'esigenza di dare rappresentanza a un blocco sociale privo di rappresentanza, vale a dire al «popolo della partita IVA». Osserva invece che il Governo si sta muovendo nella direzione opposta, tradendo le aspettative dell'elettorato della Lega.

Marco CAUSI (PD) illustrando l'emendamento 2.23, da lui sottoscritto, rileva come i più recenti dati sull'economia del nostro Paese, confermati dal documento di programmazione economico finanziario presentato oggi dal governo, evidenziano come nell'anno 2008, nonostante l'aggravarsi della crisi economica, il volume delle esportazioni dei distretti produttivi italiani

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siano aumentate di circa dieci miliardi rispetto all'anno precedente. Questo dato dimostra che i distretti industriali italiani rappresentano un modello di sviluppo in grado di fronteggiare anche le conseguenze della crisi in atto, grazie all'attività di imprese di media dimensione che hanno acquisito quote importanti di mercato negli scambi globali. Rileva, in proposito, come l'attività di queste imprese di media grandezza sia supportata da migliaia di operatori economici specializzati di minori dimensioni, che, pertanto, rappresentano un elemento strategico per lo sviluppo della nostra economia. Sono proprio queste piccole imprese, che spesso assumono la forma di micro imprese, ad avere necessità di maggiori tutele nei rapporti con il sistema bancario e, pertanto segnala l'importanza dell'approvazione dell'emendamento 2.23, che, al di là del merito della proposta, rappresenterebbe un importante segnale di attenzione al mondo della piccola imprenditoria.

Le Commissioni respingono, con distinte votazioni, l'emendamento Fluvi 2.23 e gli identici Froner 2.14 e Galletti 2.28, approvando quindi l'emendamento 2.37 dei relatori.

Alberto FLUVI (PD) dopo aver fatto proprio l'emendamento Di Biagio 2.29 ne illustra il contenuto, sottolineando come sia opportuno procedere, quanto meno, ad una riduzione dell'importo massimo consentito per i corrispettivi equivalenti alla commissione di massimo scoperto.

Le Commissioni respingono l'emendamento 2.29.

Rolando NANNICINI (PD) dopo averlo sottoscritto, illustra l'emendamento Ceccuzzi 2.18, evidenziando come l'individuazione del corrispettivo onnicomprensivo nella misura massima dello 0,5 per cento per trimestre dell'importo dell'affidamento determina, in ragione anche della capitalizzazione composta degli interessi su base trimestrale l'applicazione di un tasso annuo pari al 2,36 per cento. A suo giudizio, si tratta di un tasso difficilmente sostenibile e, pertanto, raccomanda l'approvazione dell'emendamento 2.18, che porterebbe il tasso annuo praticabile ad una misura attorno all'1 per cento. In ogni caso, invita i governi relatori a valutare l'opportunità di prevedere un abbassamento del tasso attualmente previsto dal comma 2 dell'articolo 2, che, a suo giudizio, è frutto di un accordo negoziato con l'Abi in termini eccessivamente favorevoli al sistema bancario.

Le Commissioni respingono gli identici emendamenti Pizzolante 2.1, Simonetti 2.8, Froner 2.15, Ceccuzzi 2.18, Galletti 2.27 e Barbato 2.33.

Giancarlo GIORGETTI, presidente, sospende brevemente la seduta.

La seduta, sospesa alle 19.55, è ripresa alle 20.15.

Massimo VANNUCCI (PD) fa proprio l'emendamento Bitonci 2.10 e ne raccomanda l'approvazione. Ricorda che l'articolo 2 e l'articolo 7 non risolvono assolutamente i problemi del sistema bancario e più in generale che il tema del credito bancario doveva essere un punto fondamentale del provvedimento, in quanto le piccole e medie imprese sono in una fase di grossa difficoltà. Rileva a tal proposito che anche a livello internazionale era stata suggerita una moratoria per le banche italiane al fine di non chiedere immediatamente il rientro dei loro prestiti delle imprese, ma che il Governo non ha ritenuto opportuno dare seguito a questo indirizzo.

Rolando NANNICINI (PD) raccomanda l'approvazione dell'emendamento Bitonci 2.10 che costituisce un punto di mediazione importante tra le varie soluzioni, portando dei vantaggi per i consumatori per quel che riguarda le commissioni bancarie.

Le Commissioni respingono gli identici emendamenti Bitonci 2.10 e Soglia 2.21.

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Antonio BORGHESI (IdV) raccomanda l'approvazione dell'emendamento Messina 2.34.

Rolando NANNICINI (PD) intervenendo sull'emendamento Savino 2.36 ricorda che tale emendamento dimostra la parzialità dell'istruttoria condotta dai relatori, dato che il tema affrontato dall'emendamento non ha nulla a che vedere con le commissioni bancarie di cui all'articolo 2. Rileva tuttavia che in linea di principio le questioni affrontate dall'emendamento sono condivisibili anche se non condivide il riferimento al fatto che verranno destinati specificamente al funzionamento del Comitato Nazionale Italiano per il microcredito 1,8 milioni di euro. Rileva pertanto che se il presentatore dell'emendamento è d'accordo a cassare il riferimento al funzionamento del Comitato nazionale italiano per il microcredito, voterà a favore dell'emendamento stesso.

Le Commissioni, con distinte votazioni, respingono gli emendamenti Messina 2.34, Ceccuzzi 2.19 e 2.20, Fluvi 2.22 e Barbato 2.32.

Maurizio BERNARDO (PdL) sottoscrive l'emendamento Savino 2.36.

Massimo VANNUCCI (PD) intervenendo sull'emendamento Savino 2.36 ricorda che tale emendamento dimostra la parzialità dell'istruttoria condotta dai relatori, dato che il tema affrontato dall'emendamento non ha nulla a che vedere con le commissioni bancarie di cui all'articolo 2. Rileva tuttavia che in linea di principio le questioni affrontate dall'emendamento sono condivisibili anche se non condivide il riferimento al fatto che verranno destinati specificamente al funzionamento del Comitato Nazionale Italiano per il microcredito 1,8 milioni di euro. Rileva pertanto che se il presentatore dell'emendamento è d'accordo a cassare il riferimento al funzionamento del Comitato nazionale italiano per il microcredito, voterà a favore dell'emendamento stesso.

Il sottosegretario Alberto GIORGETTI propone di riformulare l'emendamento, nel senso di aggiungere, dopo le parole: «1,8 milioni di euro da destinare», la seguente: «anche».

Maurizio BERNARDO (PdL) accoglie la richiesta di riformulazione.

Le Commissioni approvano l'emendamento Savino 2.36 (nuova formulazione).

Le Commissioni, con distinte votazioni, respingono quindi il subemendamento Galletti 0.2.39.2 ed approvano l'emendamento 2.39 dei relatori.

Marco CAUSI (PD) illustra l'articolo aggiuntivo Cesare Marini 2.015, rilevando che con tale articolo aggiuntivo si propone la necessità che sulla partita dei sistemi di garanzia per i prestiti alle piccole e medie imprese si faccia un intervento di tipo sistemico. Segnala che i sistemi dei confidi non sono sufficienti; il decreto n. 5 ha autorizzato la connessione al sistema dei confidi per aumentare le garanzie, ma i confidi coprono solo una parte limitata delle imprese. Si deve quindi a suo giudizio creare una sezione speciale per la negoziazione dei prestiti. Rileva infatti che le banche hanno assoluto bisogno di strumenti di garanzia e i confidi non sono sufficienti, nonostante lo Stato e le regioni abbiano rafforzato recentemente il sistema stesso dei confidi.

Le Commissioni respingono invece l'articolo aggiuntivo Cesare Marini 2.015.

Antonio BORGHESI (IdV) illustra l'articolo aggiuntivo Messina 2.010, rilevando che con tale articolo aggiuntivo si vuole facilitare l'accesso al credito attraverso la creazione di un Fondo temporaneo per le garanzie sui finanziamenti concessi in favore delle banche.

Le Commissioni respingono, con distinte votazioni, gli articoli aggiuntivi Messina 2.010 e Cesare Marini 2.016.

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Il sottosegretario Alberto GIORGETTI chiede di accantonare l'articolo aggiuntivo Borghesi 2.08.

Giancarlo GIORGETTI, presidente, avverte che l'articolo aggiuntivo Borghesi 2.08, così come gli articoli aggiuntivi Simonetti 2.04 e Bragantini 2.06 devono ritenersi accantonati.

Alberto FLUVI (PD) intervenendo sull'articolo aggiuntivo Ceccuzzi 2.013, ricorda che con tale articolo aggiuntivo si interviene sul rapporto famiglie-banche in particolare sui mutui per l'acquisto della prima casa, rimediando ad un intervento fallimentare precedentemente posto in essere dal Governo che riguardava solamente mutui con tasso variabile superiore al 4 per cento: di fatto si trattava in questo caso di un intervento spot che peraltro è di difficile attuazione in questo momento, dato che difficilmente si verificano situazioni come quelle descritte allo stato attuale. L'articolo aggiuntivo mira quindi a elevare dal 19 al 23 per cento la detrazione degli interessi: si tratta quindi di un intervento utile e importante per le famiglie.

Le Commissioni, con distinte votazioni, respingono gli articoli aggiuntivi Ceccuzzi 2.013 e 2.014, nonché l'articolo aggiuntivo D'Amico 2.011.

Giancarlo GIORGETTI, presidente, avverte che gli identici articoli aggiuntivi Corsaro 2.07 e Del Tenno 2.012 sono stati ritirati dai presentatori.

Le Commissioni respingono, con distinte votazioni, gli articoli aggiuntivi Commercio 2.01 e 2.02.

Antonio BORGHESI (IdV) chiede quando si potrà passare all'esame degli emendamenti accantonati.

Maurizio FUGATTI (LNP), relatore per la VI Commissione, assicura che sono in corso i dovuti approfondimenti sugli emendamenti accantonati.

Roberto OCCHIUTO (UdC) chiede di passare all'esame degli articoli 17, 21 e 22.

Antonio BORGHESI (IdV) qualora si intenda passare a tali articoli, chiede una breve sospensione della seduta per consentire al proprio gruppo di effettuare le relative segnalazioni.

Pier Paolo BARETTA (PD) evidenzia come il criterio delle segnalazioni non debba pregiudicare chi non ha effettuato segnalazioni.

Gianfranco CONTE (PdL), presidente, sospende brevemente la seduta.

La seduta, sospesa alle 20.50, è ripresa alle 21.10.

Gianfranco CONTE, presidente, avverte che si passerà ora all'esame dell'articolo 17.

Alberto FLUVI (PD) ribadisce come sia pregiudiziale il ritiro degli emendamenti dei relatori e del Governo sullo scudo fiscale e in materia di pensioni, al fine di proseguire utilmente i lavori delle Commissioni.

Antonio BORGHESI (IdV) illustra gli emendamenti Di Pietro 17.83, Borghesi 17.90 e Leoluca Orlando 17.87, ricordando come gli stessi siano stati precedentemente segnalati.

Gianfranco CONTE, presidente, invita i relatori ed il Governo ad esprimere i pareri sugli emendamenti ed articoli aggiuntivi riferiti all'articolo 17.

Chiara MORONI (PdL), relatore per la V Commissione, anche a nome del relatore per la VI Commissione, esprime parere favorevole sugli emendamenti Bernardo 17.68, ove riformulato, Corsaro 17.145, Borghesi 17.90, sugli identici emendamenti Orlando 17.87 e Galletti 17.106; Marsilio 17.53; riformula l'emendamento 17.150 dei relatori; Bernardo 17.52, ove riformulato, sugli identici emendamenti Bruno 17.86,

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Vannucci 17.103 e Ciccanti 17.105, ove riformulati; Traversa 17.42; sugli identici emendamenti Del Tenno 17.69 e Sposetti 17.102; sugli identici emendamenti Bitonci 17.79 e Zorzato 17.55, sull'emendamento Toccafondi 17.54; sull'emendamento Ceroni 17.57; sull'emendamento Bitonci 17.80, ove riformulato, sull'emendamento Ventucci 17.72.
Raccomanda l'approvazione delle proposte emendative dei relatori ed esprime parere contrario sulle ulteriori proposte emendative riferite all'articolo 17.

Il sottosegretario Alberto GIORGETTI ritira l'emendamento 17.149 del Governo ed esprime parere conforme a quello dei relatori.

Lino DUILIO (PD) invita i relatori ad un supplemento di riflessione che possa condurre all'espressione di un parere favorevole sui propri emendamenti 17.11, 17.12, 17.13 e 17.14, che recepiscono rilievi del Comitato per la legislazione.

Chiara MORONI (PdL), relatore per la V Commissione, propone di accantonare gli emendamenti 17.11, 17.12, 17.13 e 17.14.

Gianfranco CONTE, presidente, avverte che gli emendamenti Duilio 17.11, 17.12, 17.13 e 17.14 devono ritenersi accantonati.

Carmelo LO MONTE (Misto-MpA) chiede chiarimenti sul parere contrario espresso sugli emendamenti Milo 17.110 e Lo Monte 17.95.

Massimo VANNUCCI (PD) auspica che i relatori possano modificare il proprio parere ed esprimere parere favorevole sugli identici emendamenti Pugliese 17.5, Osvaldo Napoli 17.6, Galletti 17.97, Bitonci 17.126 e Vannucci 17.132.

Chiara MORONI (PdL), relatore per la V Commissione, anche a nome del relatore per la VI Commissione, modifica il precedente parere sugli emendamenti Duilio 17.12 e 17.13, esprimendo sugli stessi parere favorevole.

Giancarlo GIORGETTI, presidente, rileva che l'emendamento Marsilio 17.53 dovrebbe essere riformulato sotto il profilo della copertura finanziaria.

Chiara MORONI, relatore per la V Commissione, illustra la nuova formulazione dell'emendamento Bitonci 17.80 proposta dai relatori.

Alberto FLUVI (PD), rileva che la nuova formulazione dell'emendamento 17.80 mette insieme in maniera incongrua le assunzioni per i vigili del fuoco e quelle per l'ISPRA.

Chiara MORONI (PdL), relatore per la V Commissione, rileva che anche l'ISPRA è coinvolto in attività di soccorso pubblico.

Matteo BRAGANTINI (LNP), raccomanda l' approvazione dell'emendamento 17.120.

Massimo POLLEDRI (LNP), raccomanda l'approvazione dell'emendamento 17.119 che reca una norma interpretativa in materia di composizione dei consigli di amministrazione degli enti vigilati dal Ministero delle politiche agricole.

Gianfranco CONTE, presidente, avverte che l'emendamento Ceroni 17.71 è stato ritirato. Avverte inoltre che l'emendamento Ceccuzzi 17.130 deve ritenersi accantonato in quanto di contenuto affine all'emendamento 17.80 su cui i relatori hanno espresso un parere favorevole subordinato ad una riformulazione dello stesso.

Chiara MORONI, relatore per la V Commissione, modificando il parere precedentemente espresso, esprime parere favorevole sull'emendamento Duilio 17.11

Le Commissioni approvano l'emendamento Duilio 17.11

Gianfranco CONTE, presidente, avverte che gli emendamenti Marsilio 17.17 e

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17.18 e Marinello 17.25 e Fogliato 17.119 sono stati ritirati.

Pier Paolo BARETTA (PD), raccomanda l'approvazione dell'emendamento Damiano 17.32, il quale fa comunque salve le assunzioni già autorizzate, nell'ambito dei provvedimenti di contenimento della spesa rilevando che in caso di cambiamento del parere su tale proposta emendativa, è disponibile al ritiro dell'emendamento 17.31, che sottoscrive, il quale risulta soppressivo del medesimo comma.

Il sottosegretario Alberto GIORGETTIsi riserva di approfondire gli aspetti richiamati dal deputato Baretta.

Gianfranco CONTE, presidente, rileva che gli emendamenti Damiano 17.31 e 17.32 devono ritenersi accantonati. Sono stati invece ritirati gli emendamenti Abrignani 17.109, Savino 17.43, Vincenzo Antonio Fontana 17.7, 17.8 e 17.78 e De Angelis 17.146.

Le Commissioni approvano l'emendamento Bernardo 17.68 (nuova formulazione), risultando pertanto assorbiti gli identici emendamenti Di Pietro 17.83 e Del Tenno 17.142.

Gianfranco CONTE, presidente, rileva che è stato ritirato l'emendamento Marsilio 17.19.

Le Commissioni approvano, con distinte votazioni, l'emendamento Corsaro 17.145, respingono l'emendamento Damiano 17.33 e Delfino 17.108.

Gianfranco CONTE, presidente, rileva che l'emendamento Ceccuzzi 17.131 deve ritenersi accantonato.

Chiara MORONI (PdL), relatore per la V Commissione, avverte che i relatori hanno presentato l'emendamento 17.151 volto a recepire una condizione del parere reso dal Comitato per la legislazione.

Le Commissioni approvano l'emendamento 17.151 dei relatori.

Gianfranco CONTE, presidente, avverte che l'emendamento Ventucci 17.67 è stato ritirato.

Pier Paolo BARETTA (PD) chiede l'accantonamento dell'emendamento Damiano 17.34.

Gianfranco CONTE, presidente, avverte che l'emendamento Damiano 17.34 deve ritenersi accantonato.

Le Commissioni respingono l'emendamento Delfino 17.107.

Massimo VANNUCCI (PD), propone la riformulazione dell'emendamento Borghesi 17.90, prevedendo che la percentuale per le assunzioni del personale non dirigenziale sia innalzata al 50 per cento per tutti i comuni e al 60 per cento per i comuni facenti parti di unioni.

Maino MARCHI (PD) condivide la proposta del collega Vannucci, rilevando che la soglia di 20.000 abitanti individuata per la costituzione delle forme associative risulta troppo elevata.

Lino DUILIO (PD), sottolinea l'importanza della questione e chiede l'accantonamento dell'emendamento Borghesi 17.90.

Pier Paolo BARETTA (PD), fa presente che la sollecitazione di quattro deputati di un gruppo dovrebbe essere presa.

Giancarlo GIORGETTI, presidente, rileva che l'emendamento intende unicamente costituire un'ulteriore incentivazione alle unioni dei comuni, attraverso vincoli meno stringenti sulle assunzioni.

Giulio CALVISI (PD), rileva che l'applicazione dell'emendamento risulterebbe inidonea a risolvere i problemi di assunzione di personale in molti comuni del suo territorio.

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Andrea ORLANDO (PD) rileva che mantenendo il limite di 20.0000 abitanti rischia di compromettere il processo di ristrutturazione avviata delle forme associative dei comuni, con un effetto paradossale di disincentivazione delle stesse.

Massimo VANNUCCI (PD), rileva che la soglia di 20.0000 abitanti rischia di essere inapplicabile. Quindi propone di riformulare l'emendamento nel senso di prevedere la percentuale del 50 per cento per tutti i comuni e del 70 per cento per le unioni sopra i 10.000 abitanti.

Giancarlo GIORGETTI, presidente, rileva che il rischio della riformulazione prospettata è quello di aumentare il numero di dirigenti dei comuni.

Massimo VANNUCCI (PD), ribadisce l'opportunità della sua riformulazione.

Gianfranco CONTE (PdL), avverte che gli emendamenti Borghesi 17.90, Pugliese 17.5, Osvaldo Napoli 17.6, Galletti 17.97, Bitonci 17.126 e Vannucci 17.132 devono ritenersi accantonati.

Le Commissioni con distinte votazioni respingono gli emendamenti Damiano 17.38, Delfino 17.98 e 17.101.

Gianfranco CONTE, presidente, avverte che gli emendamenti Milo 17.110 e Damiano 17.35 devono ritenersi accantonati.

Antonio BORGHESI (IdV), raccomanda l'approvazione dell'emendamento 17.93 che consente le assunzioni dei vincitori di un concorso dell'amministrazione della Difesa.

Le Commissioni respingono, con distinte votazioni, gli emendamenti Borghesi 17.93 e Damiano 17.36.

Gianfranco CONTE, presidente, avverte che gli identici emendamenti Fallica 17.9 e Baretta 17.128 devono ritenersi accantonati. Avverte altresì che l'emendamento Fallica 17.10 è stato ritirato.

Le Commissioni respingono l'emendamento Margiotta 17.28.

Gianfranco CONTE, presidente, avverte che sono stati ritirati gli emendamenti Gioacchino Alfano 17.63 e Fallica 17.111

Le Commissioni approvano, con distinte votazioni, gli identici emendamenti Andrea Orlando 17.87 e Galletti 17.106, respingono l'emendamento Damiano 17.27

Gianfranco CONTE, presidente, avverte che l'emendamento Bragantini 17.120 deve ritenersi accantonato. Avverte altresì che gli emendamenti Pelino 17.29, Traversa 17.58, Leo 17.70 sono ritirati.

Le Commissioni, con distinte votazioni, approvano l'emendamento Marsilio 17.53 (Nuova formulazione), respingono gli emendamenti Calgaro 17.136, Damiano 17.37 e Minniti 17.92.

Gianfranco CONTE, presidente, avverte che sono stati ritirati gli emendamenti Franzoso 17.74 e Di Biagio 17.94, mentre l'emendamento Duilio 17.12 deve ritenersi assorbito dall'emendamento 1.64 dei relatori.

Gianfranco CONTE, presidente, avverte che l'emendamento Traversa 17.75 è stato ritirato.

Le Commissioni, con distinte votazioni, respingono i subemendamenti Barbato 0.17.150.1 e Fontanelli 0.17.150.2, approvano quindi l'emendamento 17.150 (Nuova formulazione) dei relatori, risultando conseguentemente assorbito l'emendamento Duilio 17.13, respingono quindi l'emendamento Coscia 17.41.

Gianfranco CONTE, presidente, avverte che gli emendamenti Fioroni 17.40, Lo Monte 17.95, Germanà 17.20 e Cazzola 17.138 sono da ritenersi accantonati. Avverte inoltre che gli emendamenti Gatti 17.30 e Duilio 17.14 devono ritenersi assorbiti dall'approvazione dell'emendamento 1.64. Avverte altresì che sono stati

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ritirati gli emendamenti Giammanco 17.112, Girlanda 17.96, Lo Presti 17.137 e Zeller 17.22 sono stati ritirati.

Antonio BORGHESI (IdV), raccomanda l'approvazione dell'emendamento Barbato 17.88, che intende rendere la norma coerente con il nuovo titolo V, il quale ha soppresso il sistema di controlli preventivi sugli atti degli enti locali.

Pier Paolo BARETTA (PD), rileva la delicatezza della questione, che peraltro è segnalata da emendamenti di molti gruppi parlamentari.

Gianfranco CONTE, presidente, avverte che gli identici emendamenti da Pugliese 17.2 a Soglia 17.134 devono ritenersi accantonati.

Le Commissioni, con distinte votazioni, respingono l'emendamento Zeller 17.21 e approvano l'emendamento Bernardo 17.52 (nuova formulazione), risultando conseguentemente assorbiti gli emendamenti Pugliese 17.47, Savino 17.141 e Traversa 17.42.

Gianfranco CONTE, presidente, avverte che gli emendamenti Vincenzo Antonio Fontana 17.1 e Pugliese 17.140

Massimo VANNUCCI (PD), rileva che è necessaria una discussione approfondita della nuova formulazione dell'emendamento Bruno 17.86.

Gianfranco CONTE, presidente, avverte che l'emendamento Bruno 17.86 (Nuova formulazione) e gli emendamenti Vannucci 17.103 e Ciccanti 17.105 devono ritenersi accantonati. Avverte inoltre che sono stati ritirati gli emendamenti Franzoso 17.45, Savino 17.48, Soglia 17.46, Pagano 17.49, Bitonci 17.16 e 17.15, nonché Laboccetta 17.50.

Antonio BORGHESI (IdV), raccomanda l'approvazione dell'emendamento 17.91 che prevede che la ristrutturazione riguardi anche i debiti non sanitari.

Il sottosegretario Alberto GIORGETTI conferma il parere contrario sull'emendamento 17.91.

Le Commissioni respingono l'emendamento Cambursano 17.91.

Marco CAUSI (PD), con riferimento all'emendamento Baretta 17.135, nel ricordare la risposta alla sua interrogazione sui contratti di finanza derivata, osserva che la stessa si sofferma sul criterio «mark to market», sottolinea, con riferimento alla materia trattata dall'emendamento, che in quella occasione il ministero dell'Economia ha evidenziato che alcune regioni sottoposte a piani di rientro possano chiudere con vantaggio alcune operazioni di ristrutturazione del debito. Rileva peraltro che una simile assistenza tecnica potrebbe portare il beneficio alla finanza pubblica.

Michele VENTURA (PD), rileva l'opportunità di una maggiore interlocuzione con i relatori e con il rappresentante del Governo.

Gianfranco CONTE, presidente, avverte che, come concordato, il seguito dell'esame del provvedimento è rinviato alla seduta prevista per domani alle ore 9.30.

La seduta termina alle 22.30.