CAMERA DEI DEPUTATI
Mercoledì 1° luglio 2009
196.
XVI LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Politiche dell'Unione europea (XIV)
COMUNICATO

TESTO AGGIORNATO AL 7 LUGLIO 2009

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ATTI DEL GOVERNO

Mercoledì 1o luglio 2009. - Presidenza del vicepresidente Gianluca PINI.

La seduta comincia alle 8.45.

Sull'ordine dei lavori.

Gianluca PINI, presidente, propone che si proceda ad una inversione dell'ordine del giorno, nel senso di procedere dapprima alla seduta in sede di atti del Governo, quindi alla seduta in sede di atti comunitari, per passare infine all'esame del disegno di legge comunitaria 2009 e della Relazione annuale sulla partecipazione dell'Italia all'Unione europea nel 2008.

La Commissione concorda.

Schema di decreto legislativo disciplina sanzionatoria per le violazioni delle disposizioni di cui al regolamento (CE) 2005/183/CE che stabilisce i requisiti per l'igiene dei mangimi.
Atto n. 94.

(Seguito esame, ai sensi dell'articolo 126, comma 2, del regolamento, e conclusione. Parere favorevole).

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La Commissione prosegue l'esame dello schema di decreto legislativo all'ordine del giorno, rinviato nella seduta del 24 giugno 2009.

Sandro GOZI (PD) ritiene esaustiva la relazione svolta dal collega Bellotti e non intende pertanto svolgere uno specifico intervento sul provvedimento, che affronta questioni meramente tecniche.

Luca BELLOTTI (PdL), relatore, rileva come lo schema di decreto in esame, che ha natura prevalentemente tecnica, affronti una materia assai importante, per gli evidenti riflessi che il tema dei mangimi ha sull'alimentazione e sulla salute dei cittadini. Tenuto conto del fatto che il provvedimento si colloca nella linea di un sistema rigoroso di controlli, formula una proposta di parere favorevole.

Sandro GOZI (PD) preannuncia il voto favorevole del suo gruppo sulla proposta di parere del relatore.

Nicola FORMICHELLA (PdL) preannuncia il voto favorevole del suo gruppo sulla proposta di parere del relatore.

Nunziante CONSIGLIO (LNP) preannuncia il voto favorevole del suo gruppo sulla proposta di parere del relatore.

Antonio RAZZI (IdV) preannuncia il voto favorevole del suo gruppo sulla proposta di parere del relatore.

Nessun altro chiedendo di intervenire, la Commissione approva la proposta di parere formulata dal relatore.

La seduta termina alle 8.50.

ATTI COMUNITARI

Mercoledì 1o luglio 2009. - Presidenza del vicepresidente Gianluca PINI.

La seduta comincia alle 8.50.

Libro verde sulla revisione del regolamento (CE) n. 44/2001 del Consiglio concernente la competenza giurisdizionale, il riconoscimento e l'esecuzione delle decisioni in materia civile e commerciale.
COM(2009)175 def.

Relazione della Commissione al Parlamento europeo, al Consiglio e al Comitato economico e sociale europeo sull'applicazione del regolamento (CE) n. 44/2001 del Consiglio concernente la competenza giurisdizionale, il riconoscimento e l'esecuzione delle decisioni in materia civile e commerciale.
COM(2009)174 def.

(Parere alla II Commissione).
(Seguito dell'esame congiunto, ai sensi dell'articolo 127, comma 1, del regolamento, e conclusione - Parere favorevole con condizione).

La Commissione prosegue l'esame congiunto dei provvedimenti in oggetto, rinviato nella seduta del 30 giugno 2009.

Nicola FORMICHELLA (PdL), relatore, ricorda di aver presentato una proposta di parere nella seduta di ieri, che intenderebbe modificare nel senso di aggiungere un richiamo, nella condizione formulata, alla necessità di sentenze esaustivamente motivate (vedi allegato).

Sandro GOZI (PD) osserva che gli atti in esame rivestono particolare importanza, poiché sono volti alla semplificazione delle controversie transfrontaliere e all'istituzione di un sistema efficace di cooperazione giudiziaria, con importanti effetti per le imprese nazionali che operano in ambito europeo. Per tali motivi preannuncia il voto favorevole del suo gruppo sulla proposta di parere formulata dal relatore e sulla condizione posta, che richiama la necessità di garantire il principio costituzionale del giusto processo.
Desidera tuttavia soffermarsi, dal punto di vista metodologico, sul ricorso fatto a osservazioni e condizioni nei pareri formulati dalla XIV Commissione. Deve infatti sottolineare in proposito che, in altre occasioni, laddove si trattava di invocare il rispetto dei Trattati, la maggioranza non

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ha voluto porre condizioni alle Commissioni di merito; cita, ad esempio, i temi della concorrenza, della gestione dei rifiuti, della tutela della salute. Nel caso in oggetto, invece, sorprendentemente si pone una condizione invocando la Carta costituzionale, e proprio in materia di giustizia, ossia in una ambito particolarmente caro alla maggioranza. Invita quindi la maggioranza medesima a fare un uso laico delle condizioni, ricorrendovi anche nelle materie di più diretta competenza della XIV Commissione.

Enrico FARINONE (PD) rileva come l'atteggiamento assunto anche in questa occasione dalla maggioranza non appaia affatto sorprendente, ma risulti coerente con la posizione sempre assunta dal gruppo del PdL sui temi della giustizia.

Gianluca PINI, presidente, pur ritenendo legittimi i rilievi mossi dai colleghi Gozi e Farinone, osserva che il campo di applicazione della condizione formulata dal relatore appare ristretto ad un ambito non connesso a questioni oggetto di polemica politica.
Nessun altro chiedendo di intervenire, la Commissione approva quindi la proposta di parere del relatore, come riformulata.

La seduta termina alle 9.

SEDE REFERENTE

Mercoledì 1o luglio 2009 - Presidenza del vicepresidente Gianluca PINI.

La seduta comincia alle 9.

Legge comunitaria 2009.
C. 2449 Governo.

Relazione sulla partecipazione dell'Italia all'Unione europea nel 2008.
Doc. LXXXVII, n. 2.

(Seguito dell'esame congiunto e rinvio).

La Commissione prosegue l'esame congiunto dei provvedimenti in oggetto, rinviato nella seduta del 24 giugno 2009.

Gianluca PINI, presidente, avverte che sono pervenute le relazioni di tutte le Commissioni di settore - fatta eccezione della V Commissione Bilancio -, nonché quelle della Commissione per le questioni regionali e del Comitato per la legislazione.
In particolare, la I Commissione Affari costituzionali ha approvato una relazione favorevole con osservazioni sul disegno di legge comunitaria ed un parere favorevole sulla Relazione annuale; la II Commissione Giustizia ha approvato una relazione favorevole con una condizione, due identici emendamenti sul disegno di legge comunitaria ed un parere favorevole sulla Relazione annuale; la III Commissione Affari esteri ha approvato una relazione favorevole sul disegno di legge comunitaria ed un parere favorevole con osservazioni sulla Relazione annuale; la IV Commissione Difesa ha approvato una relazione favorevole sul disegno di legge comunitaria ed un parere favorevole sulla Relazione annuale; la VI Commissione Finanze ha approvato una relazione favorevole sul disegno di legge comunitaria ed un parere favorevole con osservazioni sulla Relazione annuale; la VII Commissione Cultura ha approvato una relazione favorevole sul disegno di legge comunitaria ed un parere favorevole con condizioni sulla Relazione annuale; la VIII Commissione Ambiente ha approvato una relazione favorevole con osservazioni sul disegno di legge comunitaria ed un parere favorevole con una osservazione sulla Relazione annuale; la IX Commissione Trasporti ha approvato una relazione favorevole sul disegno di legge comunitaria ed un parere favorevole con osservazioni sulla Relazione annuale; la X Commissione Attività produttive ha approvato una relazione favorevole sul disegno di legge comunitaria ed un parere favorevole sulla Relazione annuale; la XI Commissione Lavoro ha approvato una relazione favorevole ed un emendamento sul disegno di legge comunitaria ed un parere favorevole con osservazioni sulla Relazione annuale; la XII Commissione Affari sociali ha approvato una relazione

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favorevole sul disegno di legge comunitaria ed un parere favorevole con osservazioni sulla Relazione annuale; la XIII Commissione Agricoltura ha approvato una relazione favorevole sul disegno di legge comunitaria, un articolo aggiuntivo ed un parere favorevole con osservazioni sulla Relazione annuale. La Commissione per le questioni regionali ha approvato una relazione favorevole con osservazioni e una condizione sul disegno di legge comunitaria, nonché un parere favorevole con osservazioni sulla Relazione annuale. Il Comitato per la legislazione, infine, ha approvato una relazione favorevole con una condizione e osservazioni.

Sandro GOZI (PD) si sofferma sulla Relazione annuale per il 2008, riservandosi di intervenire in merito al disegno di legge comunitaria 2009 in una seduta successiva.
Rileva in primo luogo che anche la Relazione sulla partecipazione dell'Italia all'Unione europea nel 2008 giunge all'esame della Camera ben oltre il termine di presentazione del 31 gennaio. Il Governo giustifica questo ritardo con l'esigenza di attendere, prima di procedere alla trasmissione, la conclusione dell'esame alla Camera del disegno di legge comunitaria 2008 e della relazione per il 2007. È tuttavia evidente la debolezza di questa giustificazione: al fine di evitare ritardi a catena, determinati dalle gravi responsabilità di Governo e maggioranza in relazione alla presentazione e all'esame della comunitaria 2008, sarebbe stato più agevole far confluire i contenuti della comunitaria 2009 nella 2008, e presentare autonomamente la relazione annuale nei tempi prescritti.
Questo ritardo rende ancor più evidente la necessità, già emersa in più occasioni presso la XIV Commissione, di disabbinare l'esame della Relazione annuale dal disegno di legge comunitaria, associando l'esame della Relazione annuale all'esame degli strumenti di programmazione legislativa e politica della Commissione europea e del Consiglio dell'UE. Osserva che una simile modifica renderebbe anche più leggibile, per i cittadini, il dibattito in Aula, poiché attualmente l'Assemblea affronta contemporaneamente due atti tra loro assai diversi, con evidenti riflessi dal punto di vista della chiarezza dell'attività parlamentare. In quest'ottica è condivisibile la proposta della relatrice di procedere, mediante le appropriate modifiche dell'articolo 15 della legge 11 del 2005, a scindere in due diversi documenti l'attuale contenuto della relazione, ossia in una relazione programmatica ed agile, da presentare entro il 31 dicembre di ogni anno, recante indicazione di obiettivi, priorità e orientamenti che il Governo intende seguire a livello europeo nell'anno successivo e in un rendiconto, da presentare entro il 31 gennaio, delle attività svolte dal Governo nell'anno precedente con indicazione del seguito dato agli indirizzi del Governo. Questo documento, che potrebbe essere oggetto di un autonomo esame, metterebbe meglio in luce il ruolo di controllo politico svolto dal Parlamento rispetto all'operato del Governo.
Rileva altresì che la Relazione annuale presenta le consuete alcune lacune rispetto alla previsione della legge 11 del 2005, nonostante i richiami formulati più volte dalle Camere. Essa infatti reca un resoconto accurato delle attività svolte nel 2008 e nei primi mesi del 2009 ma solo in un numero limitato e insufficiente di casi definisce gli orientamenti che il Governo intende seguire nel 2009. Inoltre, manca un coordinamento e una coerenza generale del testo: le diverse sezioni tematiche appaiono redatte secondo criteri non sempre omogenei e in alcuni casi non sono concentrate su aspetti strettamente attinenti alla partecipazione italiana all'UE. Il documento risulta conseguentemente di non agevole lettura, anche in considerazione delle dimensioni complessive e ne è così compromessa anche la fruibilità ai fini dell'esame parlamentare. Infine, la Relazione precisa solo occasionalmente le iniziative assunte e i provvedimenti adottati dal Governo per dare attuazione ai numerosi atti di indirizzo delle Camere da esso stesso richiamati. Si offre in tal modo

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l'impressione di un documento che rappresenta un adempimento burocratico, di routine.
Ulteriore aspetto critico appare quello relativo all'attività del CIACE, che nel corso del 2008 si è riunito appena quattro volte, in relazione al pacchetto energia-cambiamenti climatici. Si tratta di una materia che, per il suo rilievo, avrebbe richiesto una sessione permanente di lavori. Il comitato tecnico permanente si è riunito invece soltanto sette volte, in merito all'attuazione della Strategia di Lisbona, che è questione fondamentale per il nostro Paese (richiama i temi delle piccole e medie imprese, della competitività, del mercato del lavoro, dell'occupazione femminile e giovanile). È evidente che il CIACE, per la scarsa frequenza delle sue riunioni a livello ministeriale e di comitato tecnico, e per la concentrazione su pochi temi non sta esercitando quel generale e sistematico ruolo di coordinamento della formazione della posizione italiana in materia di UE che gli è invece attribuito dalla leggi 11 del 2005 e che il Parlamento aveva più volte chiesto di incrementare. Ancora una volta si interpreta l'attività comunitaria non come un'attività strategica, ma meramente burocratica, sulla quale non si interviene a monte ma solamente una volta che le decisioni sono state già assunte. Ritiene che su questo punto occorrerebbe dare un segnale forte al Governo, condiviso da maggioranza e opposizione. Basti pensare che analoghi organismi previsti in altri Paesi (cita in particolare l'esempio della Francia) si riuniscono con cadenza settimanale per impartire, sotto il controllo parlamentare, indicazioni tempestive - e quindi efficaci - alla propria rappresentanza permanente presso le sedi comunitarie. Appaiono evidenti, sotto questo profilo, le responsabilità del Governo e del Ministro per le politiche comunitarie, dal quale dipende il CIACE.
Un altro importante elemento di riflessione concerne l'attuazione in Italia della Strategia di Lisbona. La relazione dà conto dell'adozione del piano nazionale di riforma per il 2008-2010 adottato dal Governo nell'ottobre 2008, affermando che il Parlamento è stato «puntualmente informato sulle azioni legate alla preparazione del PNR», in particolare attraverso l'audizione del Ministro Ronchi sulle linee programmatiche del suo dicastero nel luglio 2008. Questa affermazione è paradossale se non grottesca: il Pd ha chiesto più volte di audire il Ministro specificamente sulla Strategia di Lisbona e a sottoporre alle Camere il piano di riforma prima di trasmetterlo alla Commissione europea, senza ricevere risposta, né si può considerare esaurita con l'incontro dello scorso ottobre l'esigenza di un reale coinvolgimento delle Camere nell'attuazione della Strategia di Lisbona a livello nazionale.
Quanto alle procedure di infrazione, dai dati riportati nella Relazione emerge una significativa riduzione nel corso del 2008 (da 109 a 159); si tratta di un trend già avviato con il Governo Prodi e il Ministro Bonino. Al tempo stesso, come sottolineato dalla Relazione, il numero complessivo delle procedure rimane elevato, tenuto anche conto del fatto che in 15 casi l'Italia è stata già condannata dalla Corte di giustizia e in 13 casi sono state avviate procedure di infrazione ai sensi dell'articolo 228 del Trattato istitutivo della Comunità europea, per mancata attuazione di sentenze della Corte. Tali ultime procedure potrebbero determinare una seconda condanna del nostro Paese con conseguente inflizione di ammende per un ammontare sino a 700.000 euro al giorno.
Con riferimento a quest'ultimo punto, ricorda che nell'ambito del Comitato permanente per il monitoraggio sull'attuazione delle politiche dell'UE era stato avviato, lo scorso 25 febbraio 2009, l'esame istruttorio della Sentenza della Corte di giustizia delle comunità europee del 13 novembre 2008 (causa C-46/07) avente ad oggetto il regime pensionistico dei dipendenti pubblici. In quella sede aveva richiesto di poter prevedere la partecipazione di un rappresentante del Governo alle sedute della Commissione, al fine di consentire un approfondimento ed un chiarimento delle diverse soluzioni adottabili. Tale richiesta è stata ignorata dai Ministri competenti,

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che non hanno ritenuto necessario riferire in Parlamento sul tema, sebbene sul tema abbiano più volte, in questi mesi, reso dichiarazioni sui media, peraltro tra loro divergenti. Giudica questo comportamento inaccettabile e chiede pertanto formalmente che il Governo venga in Commissione a illustrare i propri intendimenti e le modalità con le quali intende dare seguito alla sentenza citata.
Si sofferma, in conclusione su quanto riportato dalla Relazione in ordine agli esperti nazionali distaccati (END) italiani presso la Commissione europea, che risultano, alla fine del 2008, 93. L'Italia si colloca così al terzo posto tra gli Stati membri. La relazione non nasconde tuttavia la resistenza di alcune amministrazioni a distaccare i propri funzionari presso le istituzioni UE. Il vero problema - che il Governo non ha affrontato - è quello di dare piena attuazione alla direttiva sulla razionalizzazione ed il rafforzamento dell'istituto dell'esperto nazionale distaccato presso l'UE, emanata nel 2007 dal Governo Prodi, per promuovere un'ulteriore incremento degli END sia presso le amministrazioni ministeriali sia presso gli organi costituzionali e autorità indipendenti. Inoltre, non basta distaccare gli END: occorre prevedere le opportune garanzie per una loro ricollocazione in posizioni adeguate e strettamente attinenti alle attività relative all'UE nelle amministrazioni di provenienza ovvero presso il CIACE. Infatti, nella maggior parte dei casi i funzionari distaccati, al loro rientro vengono penalizzati anziché valorizzati. Poiché sul punto è emerso un orientamento condiviso in XIV Commissione, auspica che si possa dare un segnale al Governo in tal senso.

Gianluca PINI, presidente, rileva che il collega Gozi ha evidenziato alcune lacune «storiche» della Relazione annuale e osserva come la Legge n.11 del 2005 abbia cercato di porvi rimedio; cita in proposito la previsione della Relazione annuale al Parlamento recante gli indirizzi del Governo su ciascuna politica comunitaria e l'istituzione del CIACE, volta proprio a concordare le linee politiche del Governo nel processo di formazione della posizione italiana nella fase di predisposizione degli atti comunitari e dell'UE. Purtroppo la prassi ha tradito nei fatti tale intenzione ed è per tale motivo che il suo gruppo ha ritenuta particolarmente opportuna l'istituzione di un Comitato permanente per il monitoraggio sull'attuazione delle politiche dell'UE, cui è stato - tra l'altro - assegnato il compito di una valutazione in ordine all'attuazione della citata legge n. 11 del 2005. In tale sede potrà essere valutata, a suo avviso, la proposta di disabbinamento dell'esame della Relazione annuale da quello del disegno di legge comunitaria, prevedendo un regime sanzionatorio in caso di mancato rispetto dei tempi.

Isidoro GOTTARDO (PdL) ritiene che molte delle critiche mosse dal collega Gozi siano di parte e testimonino un atteggiamento dell'opposizione che giudica assai negativo per la posizione dell'Italia in sede europea. Esemplificativo appare, sotto tale profilo, quanto accaduto in Assemblea lo scorso 22 aprile, in sede di esame del programma legislativo e di lavoro della Commissione per il 2009. In quella occasione infatti, malgrado il lavoro positivo svolto in Commissione e la posizione unanime raggiunta sulla relazione per l'Assemblea, l'opposizione ha deciso di non votare la Risoluzione presentata dal relatore e sostenuta dalla maggioranza, ma di presentare una autonoma risoluzione, sebbene con analogo contenuto. Si tratta di un comportamento che è comprensibile solo alla luce di logiche interne e ci rende ridicoli agli occhi della Commissione europea; ritiene quindi difficilmente accettabili le critiche rivolte al Governo e alla maggioranza da parte di un gruppo che, per rendersi visibile, mette in secondo piano l'interesse dell'Italia a rappresentare una posizione comune e quindi a rendere incisivo il proprio ruolo in sede europea.
Per tale motivo giudica necessario un salto di mentalità da parte dell'opposizione, che ha il vizio, derivante dalla propria presunzione intellettuale, di sfruttare

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il contesto internazionale per mostrare che l'Italia è credibile solo se governa la Sinistra. Si deve peraltro ricordare che il precedente Governo non sempre è stato all'altezza dei propri compiti: cita, a titolo di esempio, il regolamento n. 1082/2006 in materia di gruppo europeo di cooperazione territoriale (GECT) che l'attuale Governo ha dovuto introdurre nel disegno di legge comunitaria 2008 poiché il Governo Prodi, malgrado la posizione del Ministro Bonino, non si era adoperato per il suo recepimento.

Nunziante CONSIGLIO (LNP) sottopone alla valutazione della Commissione l'opportunità di svolgere un'audizione del professor Adam, Capo del Dipartimento per le politiche comunitarie della presidenza del Consiglio e coordinatore della Struttura di missione sul contenzioso comunitario e le procedure di infrazione, al fine di avere un quadro chiaro delle procedure di infrazione in corso.

Gianluca PINI, presidente, osserva che la proposta di audizione avanzata dall'onorevole Consiglio potrà essere oggetto di valutazione da parte dell'Ufficio di Presidenza della Commissione.

Elena CENTEMERO (PdL) concorda con le osservazioni del collega Gottardo, sottolineando l'importanza di dare vita ad un reale sforzo comune affinché l'Italia riesca a prendere parte in modo attivo ed efficace alle politiche europee.
Rileva quindi, con riferimento alle osservazioni svolte dall'onorevole Gozi, che i ritardi nella presentazione delle Relazioni annuali dipendono dalle procedure vigenti, ricordando che nella risoluzione approvata dall'Assemblea lo scorso 18 maggio in esito al dibattito sulla Relazione annuale per il 2007, della quale è stata prima firmataria, si invita espressamente il Governo, al punto c), a avviare un'attenta riflessione su una possibile revisione delle attuali procedure regolamentari, in maniera da rendere più tempestivo l'esame della Relazione annuale, eventualmente anche in vista di un abbinamento dell'esame della Relazione annuale e di quello degli strumenti di programmazione politica e legislativa della Commissione europea e del Consiglio dell'UE, in modo da concentrare in un'unica sessione comunitaria, collocata ad inizio d'anno, la definizione degli indirizzi di carattere generale da perseguire nella formazione delle politiche dell'Unione europea. Anche nella propria relazione sulla Relazione annuale per il 2008 ha evidenziato l'opportunità di scindere in due diversi documenti l'attuale contenuto della relazione: una relazione programmatica ed agile, da presentare entro il 31 dicembre di ogni anno, ed un rendiconto, da presentare entro il 31 dicembre di ogni anno, delle attività svolte dal Governo nell'anno precedente con indicazione del seguito dato agli indirizzi del Governo. Si potrebbe in tal modo raggiungere l'obiettivo di una Relazione annuale che divenga da strumento formale di analisi uno strumento concreto di politica e di partecipazione dell'Italia all'Unione europea. Anche sulla strategia di Lisbona si è soffermata nella propria relazione, evidenziando la necessità che il Governo consulti adeguatamente le Camere sul progetto dei piani di riforma e sulle relative Relazioni annuali di attuazione. Ricorda infine che nella citata risoluzione approvata dall'Assemblea lo scorso 18 maggio si impegnava il Governo ad assicurare un'adeguata presenza presso le istituzioni dell'Unione europea di funzionari delle amministrazioni italiane, in qualità di esperti nazionali distaccati (END), secondo la normativa vigente e senza oneri aggiuntivi.

Sandro GOZI (PD) precisa che la risoluzione presentata dall'onorevole Gottardo in Assemblea sul programma legislativo e di lavoro della Commissione per il 2009 e il programma di 18 mesi del Consiglio dell'Unione europea valutava un documento a otto mesi di distanza dall'inizio del Programma medesimo e la posizione assunta dal suo gruppo in Aula teneva conto del comportamento tenuto dal Governo proprio in questo periodo. L'opposizione si trovava infatti in totale disaccordo

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con l'azione dell'Esecutivo su specifici temi - economia, immigrazione, IVA sulle piccole e medie imprese - e non era pertanto in alcun modo possibile sottoscrivere una risoluzione che di tali azioni non teneva alcun conto. Quanto alle accuse di presunzione intellettuale rivolte all'opposizione da parte dell'onorevole Gottardo, ritiene si debba rispondere con i dati già citati relativi all'attività del CIACE, al mancato recepimento da parte del Governo degli indirizzi del Parlamento - non si comprende l'utilità di risoluzioni condivise se poi il Governo non vi da attuazione -, alla presenza del Ministro Bonino in XIV Commissione rispetto a quella del Ministro Ronchi nel medesimo lasso di tempo.
Emerge quindi con evidenza l'atteggiamento del Governo, che non prende sul serio né il Parlamento né le istituzioni comunitarie. Come ha già ricordato, l'Esecutivo latita ormai da mesi sulla sentenza riguardante il regime pensionistico dei dipendenti pubblici, rilasciando dichiarazioni tra loro contrastanti ma guardandosi bene dal riferire in Parlamento sulle proprie intenzioni. Ed in tal senso giudica gravissimo che il Governo dia l'impressione di strumentalizzare le sentenze e di eseguirle solo quando ciò coincide con gli interessi interni della maggioranza. Si registrano inoltre dichiarazioni di Ministri e sottosegretari - Ronchi, Mantovano, Tremonti - che parlano dell'Europa come di un «gigante fermo», di «Europa cialtrona», e della necessità di un'Europa degli Stati sul modello della pace di Westfalia. Per non parlare dei comportamenti tenuti dal Presidente del Consiglio in sede europea che sono del tutto inaccettabili e che determinano un significativo danno di immagine all'Italia.
Si dichiara quindi d'accordo con la proposta avanzata dal collega Consiglio in ordine all'audizione del prof. Adam, come anche ad una intensificazione dei lavori del Comitato per il monitoraggio sull'attuazione delle politiche dell'UE in relazione ad un adeguamento della legge n. 11 del 2005, suggerita dall'onorevole Pini.

Enrico FARINONE (PD) desidera sottolineare, riferendosi alle affermazioni dell'onorevole Gottardo, che non vi è alcuna presunzione intellettuale da parte dell'opposizione sulle tematiche europee, ma ci si limita ad osservare i fatti, che sono quelli richiamati dal collega Gozi. Si assiste infatti ad una sostanziale latitanza del Governo: non si può negare che il Ministro per le politiche europee si occupi assai poco della XIV Commissione, che l'attività del CIACE sia molto ridotta e che risultino non affrontati temi molto rilevanti come quelli del lavoro femminile e dell'età pensionistica delle donne. Anche una maggiore azione informativa e di comunicazione dei temi europei, sulla quale il Governo si era impegnato in Commissione, non risulta essere stata avviata.

Gianluca PINI, presidente, invita i colleghi a attenersi ai contenuti della relazione annuale per il 2008, oggetto della seduta odierna.

Isidoro GOTTARDO (PdL) osserva che sulla sentenza della Corte di giustizia avente ad oggetto il regime pensionistico dei dipendenti pubblici il Governo non è né inadempiente né latitante. Vi è infatti l'impegno ad affrontare la questione, che è peraltro oggetto di un atteggiamento fortemente negativo da parte di alcune organizzazioni sindacali, in particolare della CGIL. Ciononostante il Governo si è impegnato a trovare una soluzione in tempi rapidi e non è affatto in ritardo; è nel suo pieno diritto maturare una decisione e formulare la sua proposta, anche alla luce del confronto con le parti sociali, che sarà poi compito del Parlamento valutare. In questa fase non si comprende come il Parlamento possa essere interlocutore del Governo, non essendovi ancora una proposta definita.
Quanto al ruolo svolto dal precedente Governo in ambito europeo intende ricordare i contrasti interni all'Esecutivo in ordine al tema della lotta all'immigrazione clandestina nel Mediterraneo, che ha di fatto condotto ad una esclusione dell'Italia

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da un'azione comune con Francia e Spagna, che hanno deciso di procedere bilateralmente.

Nicola FORMICHELLA (PdL), relatore sul disegno di legge comunitaria 2009, sottolinea l'impegno della XIV Commissione per giungere a posizioni condivise su diversi temi. Nel condividere l'intervento del collega Gottardo, che ritiene del tutto attinente al tema all'ordine del giorno, e della collega Centemero, si riserva di valutare l'opportunità di presentare emendamenti al disegno di legge comunitaria che rechino modifiche alla legge 11 del 2005, al fine di prevedere, in luogo dell'attuale Relazione annuale, due distinte relazioni, una programmatica e una a consuntivo.

Elena CENTEMERO (PdL), relatore per la Relazione sulla partecipazione dell'Italia all'Unione europea nel 2008, richiama l'importanza di definire iniziative, come richiamato dall'onorevole Farinone, volte ad una maggiore informazione ai cittadini sui temi comunitari. Si tratta peraltro di una indicazione già evidenziata in sede di esame delle Relazioni annuali 2007 e 2008, come anche nella risoluzione approvata dall'Assemblea lo scorso 18 maggio, più volte citata.

Gianluca PINI, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.

La seduta termina alle 10.05.

UFFICIO DI PRESIDENZA INTEGRATO DAI RAPPRESENTANTI DEI GRUPPI

L'ufficio di presidenza si è riunito dalle 10.05 alle 10.10.