CAMERA DEI DEPUTATI
Mercoledì 29 aprile 2009
170.
XVI LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Lavoro pubblico e privato (XI)
COMUNICATO
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SEDE CONSULTIVA

Mercoledì 29 aprile 2009. - Presidenza del presidente Stefano SAGLIA.

La seduta comincia alle 9.

Disposizioni in materia di sicurezza pubblica.
C. 2180 Governo, approvato dal Senato.

(Parere alle Commissioni riunite I e II).
(Seguito dell'esame e conclusione - Parere favorevole).

La Commissione prosegue l'esame del provvedimento in titolo, rinviato nella seduta di ieri.

Stefano SAGLIA, presidente, comunica che è stato trasmesso il testo del provvedimento in titolo, come risultante dagli emendamenti approvati dalle Commissioni di merito nel corso dell'esame in sede referente.

Giuseppe BERRETTA (PD), soffermandosi su questioni di carattere generale, giudica negativamente l'impianto complessivo

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del provvedimento in esame, nel quale ritiene di intravedere un approccio alla questione della sicurezza pubblica meramente utilitaristico e repressivo. In tale quadro, ritiene pertanto inaccettabile che il Governo intenda «derubricare» il tema dell'immigrazione ad una semplice questione di ordine pubblico, mostrandosi, tra l'altro, disponibile a valutarne gli aspetti positivi solo laddove essi coincidano con le esigenze economiche delle imprese, ritenute da molti esponenti della maggioranza le uniche meritevoli di tutela. Osserva che sarebbe invece opportuno intraprendere politiche attive di inclusione sociale di ben più elevato tenore, fondate sul rispetto del «diverso» e sul riconoscimento dei diritti fondamentali a tutti coloro che fanno parte della società, ai fini di una pacifica coesistenza tra diverse forme culturali. Ritiene pertanto che l'immigrazione sia una risorsa per il Paese, non tanto perché - come affermato nella seduta di ieri dal deputato Cazzola - essa porta dei vantaggi al sistema economico e previdenziale, ma soprattutto perché contribuisce ad accrescere il livello di civiltà delle comunità interne, attraverso un confronto costruttivo di idee ed un mutuo riconoscimento di valori tra i cittadini, che favorisce forme più elevate di convivenza. Fa notare che nel provvedimento in esame sono invece contenute disposizioni che - andando in una direzione contraria - tendono a seguire una linea repressiva nei confronti degli immigrati, attraverso la previsione di misure sempre più severe che, tra l'altro, risulteranno di difficile applicazione e, paradossalmente, finiranno - per una sorta di «eterogenesi dei fini» - per recare danno agli stessi cittadini italiani.
Entrando nel merito specifico delle singole disposizioni, esprime perplessità sull'articolo 42 del provvedimento, che subordina l'iscrizione anagrafica e le relative richieste di variazione alla verifica, da parte dei competenti uffici comunali, delle condizioni igienico-sanitarie dell'immobile in cui il richiedente intende fissare la propria residenza: si tratta, a suo avviso, di una norma che, nonostante sia rivolta a tutti i residenti, sarà presumibilmente applicata con criteri più rigorosi nei confronti dei soli immigrati coinvolti negli accertamenti e sarà suscettibile di determinare rilevanti difficoltà applicative, soprattutto nei confronti degli soggetti senza fissa dimora. Inoltre, giudica negativamente anche il comma 2 dello stesso articolo, laddove si prevede che l'alloggio - di cui l'immigrato deve dare disponibilità ai fini del ricongiungimento familiare - deve essere conforme ai requisiti igienico-sanitari e di idoneità abitativa, accertati dai competenti uffici comunali.
Soffermandosi sull'articolo 45, comma 1, manifesta il suo disappunto per il tenore della lettera a), che rende più restrittive le condizioni per l'ingresso dello straniero in Italia, e della lettera b), che sembra prevedere a carico dell'immigrato un onere aggiuntivo, dal momento che, per la richiesta di rilascio e di rinnovo del permesso di soggiorno, si prevede il versamento di un contributo da fissarsi con decreto del Ministro dell'economia, di concerto con il Ministro dell'interno, tra un minimo di 80 e un massimo di 200 euro: non vi sono, infatti, ragioni testuali dalle quali possa desumersi - come invece sostenuto dal relatore - che tale contributo possa essere considerato sostitutivo rispetto ai circa 72 euro di costo attuale del permesso. Ritiene inoltre inaccettabile la disposizione contenuta nella lettera f) del medesimo comma 1 dell'articolo 45, che ritiene metta in discussione diritti fondamentali quale quello alla nascita e alla maternità, aprendo, di fatto, scenari inquietanti circa il futuro dei figli partoriti da donne non in possesso del permesso di soggiorno. Con riferimento, poi, al comma 1, lettera h), dello stesso articolo, ritiene intollerabile introdurre nell'ordinamento forme di discriminazione legate all'uso della lingua, dal momento che si prevede che il rilascio del permesso di soggiorno per soggiornanti di lungo periodo sia subordinato al superamento, da parte del richiedente, di un test di conoscenza della lingua italiana, le cui modalità di svolgimento sono determinate con decreto del Ministro dell'interno di concerto con il Ministro dell'istruzione, università e ricerca.

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Infine, pur prendendo atto positivamente della modifica apportata presso le Commissioni di merito in relazione al comma 1, lettera t), del più volte citato articolo 45, che prevedeva il venir meno del divieto posto a carico del personale sanitario di segnalare l'accesso alle strutture sanitarie da parte dello straniero irregolare, ritiene che tale disposizione - nonostante sia stata espunta dal testo - abbia ormai prodotto un pericoloso «effetto annuncio», determinando una sensibile diminuzione degli accessi alle strutture pubbliche da parte degli immigrati, con evidenti ripercussioni negative per la salute pubblica e per la convivenza civile tra i cittadini.
Per le ragioni esposte, intende conclusivamente ribadire un giudizio totalmente negativo sul provvedimento in esame, con riferimento non soltanto alle parti dell'articolato di più specifica competenza della XI Commissione, ma più in generale al complesso del testo trasmesso dalle Commissioni di merito.

Donella MATTESINI (PD) ritiene che il contenuto del provvedimento in esame contraddica il tenore del suo stesso titolo, atteso che le disposizioni ivi contenute non intervengono tanto sulla materia della sicurezza quanto su quella attinente all'ordine pubblico. Fa presente, infatti, che nell'ambito della sicurezza pubblica andrebbero fatte rientrare istanze ben più complesse ed ampie, connesse a politiche attive di inclusione sociale e anche ad aspetti più pratici legati all'urbanistica, alla manutenzione ed illuminazione delle strade e alla sicurezza urbana, che risultano, tra l'altro, di competenza degli enti locali. A questo proposito, esprime il proprio rammarico per il fatto che l'erogazione di tali servizi è, di fatto, impedita dall'ingente taglio di risorse operato dall'Esecutivo nei confronti di tali enti, con la conseguenza che oggi il Governo finisce per intervenire con una normativa statale che, però, si limita a prevede misure di natura esclusivamente repressiva riguardo a comportamenti ritenuti lesivi dell'ordine pubblico.
Entrando nello specifico del provvedimento, esprime perplessità sull'articolo 43, che reca disposizioni in tema di attività di trasferimento di fondi secondo le modalità «money transfer», obbligando gli agenti in attività finanziaria che prestano servizi di pagamento nella forma dell'incasso e trasferimento di fondi ad acquisire e conservare per dieci anni copia del titolo di soggiorno, se il soggetto che ordina l'operazione è un cittadino extracomunitario. Fa presente che con l'articolo in questione si è persa la grande occasione di introdurre nell'ordinamento effettive possibilità di contrasto alle attività della criminalità organizzata, dal momento che si sarebbero potute stabilire più idonee forme di tracciabilità, seguendo la strada in passato già intrapresa dal Governo Prodi e interrotta improvvisamente dall'attuale Esecutivo.
Nel condividere le considerazioni espresse dai deputati del suo gruppo, in questa e nelle precedenti sedute, in relazione all'articolo 45 del provvedimento in esame, soprattutto per quanto attiene ai costi aggiuntivi per il rilascio del permesso di soggiorno e alle condizioni particolarmente restrittive che vengono poste ai fini del ricongiungimento familiare, individua nel provvedimento in esame un intento del Governo quasi persecutorio nei confronti dello straniero extracomunitario. Più in generale ritiene che l'Esecutivo stia mettendo in campo una politica repressiva che tende a rendere la vita dell'immigrato sempre più complicata, come è dimostrato anche da alcune disposizioni, contenute nel disegno di legge collegato alla manovra di finanza pubblica in materia di competitività (attualmente all'esame del Parlamento), in materia di certezza dei tempi di conclusione dei procedimenti amministrativi.
Esprime, infine, forti perplessità sull'articolo 62, che modifica la vigente normativa in materia di scioglimento dei consigli comunali e provinciali in conseguenza di fenomeni di infiltrazione e di condizionamento di tipo mafioso o similare, prevedendo che i soggetti che, con le loro condotte, hanno provocato lo scioglimento non possono essere candidati nel primo

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turno elettorale successivo allo scioglimento nelle elezioni per il rinnovo dei consigli regionali, provinciali, comunali e circoscrizionali che si svolgono nella regione in cui si trova l'ente il cui consiglio sia stato sciolto. Fa notare che, in questo caso, ci si trova di fronte ad una disposizione fortemente iniqua, dal momento che gravi comportamenti di stampo mafioso vengono ritenuti suscettibili di determinare la non candidabilità del soggetto autore dei fatti incriminati solamente entro precisi confini territoriali, non intaccando la possibilità che quel soggetto superi comunque tali limiti, candidandosi eventualmente per l'elezione al Parlamento europeo o ad una delle due Camere.

Amalia SCHIRRU (PD) dichiara sin d'ora che il suo gruppo intende esprimere un voto contrario sulla proposta di parere favorevole che è stata già preannunciata dal relatore, all'inizio dell'esame del provvedimento in titolo, e che sarà di certo confermata, nella seduta odierna, anche in relazione al testo risultante dagli emendamenti approvati dalle Commissioni di merito. Intende quindi soffermarsi, in particolare, sul contenuto dell'articolo 3 del disegno di legge, che rischia di porsi - a suo giudizio - in una condizione di mancato rispetto dei diritti dell'uomo, anche perché non individua alcun elemento di garanzia in materia. Più in generale, rimarca l'assoluta insufficienza di risorse per attuare una politica dell'immigrazione coerente e seria - resa ancor più evidente dalle difficoltà e dalle scarsità di mezzi con cui si trovano ad operare le forze dell'ordine - facendo altresì notare come il provvedimento in esame non sia in grado neanche di assicurare idonei meccanismi di tutela per la permanenza dei minori nei centri di identificazione.
Stigmatizza, infine, le disposizioni del disegno di legge concernenti il tema del permesso di soggiorno, che non si preoccupano minimamente di dare attuazione alle norme, già introdotte nelle precedenti legislature, dirette a consentire ai datori di lavoro di far uscire dall'illegalità i lavoratori impiegati, soprattutto i collaboratori domestici: a suo avviso, infatti, tale omissione rischia di mantenere intere famiglie in una situazione di potenziale violazione della legge e dovrebbe attentamente essere valutata dalle forze politiche di maggioranza, eventualmente con l'approvazione di una apposita modifica nel seguito dell'esame del provvedimento in Assemblea.

Giulio SANTAGATA (PD) osserva che l'esame in sede consultiva del provvedimento da parte della Commissione si è concentrato esclusivamente sul tema dell'immigrazione e non ha affrontato - se non in misura estremamente circoscritta - le altre tematiche relative alla sicurezza pubblica: per tali ragioni, sembra quasi che i gruppi parlamentari non possano che essere aprioristicamente divisi tra un'opposizione schierata a tutela dell'illegalità, soprattutto di quella causata dai cittadini extracomunitari, e una maggioranza che si erge a garante della sicurezza pubblica. In realtà, ritiene che questo dibattito abbia posto in risalto un accanimento dei gruppi di maggioranza - che giudica profondamente sbagliato - nel contrastare la clandestinità anche a costo di violare i diritti inalienabili dell'individuo. Avrebbe, pertanto, auspicato una riflessione più complessiva, che consentisse di domandarsi come politiche di alto profilo possano incidere sulla qualità dell'immigrazione, anche a fronte di un sistema imprenditoriale che sembra preferire, al momento, puntare su un basso livello delle dinamiche del lavoro e della manodopera extracomunitaria. Al contrario, ritiene che non si intraveda, neanche all'orizzonte, alcun punto di svolta nelle politiche dell'immigrazione e che ciò non lasci ben sperare per il futuro del Paese.
In conclusione, nel sostenere che le uniche iniziative per la soluzione dei problemi esistenti possono essere connesse all'individuazione di misure di snellimento e semplificazione, rimarca che il provvedimento in esame consiste nell'ennesima occasione persa per l'intera società italiana, atteso che esso intende dare una lettura delle dinamiche in atto che punta

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esclusivamente sul legame tra immigrazione e sicurezza e mira a far credere ai cittadini che l'insicurezza sia sostanzialmente causata dalla presenza sul territorio di cittadini extracomunitari.

Massimiliano FEDRIGA (LNP), relatore, nell'illustrare sinteticamente le modifiche al testo in esame apportate dalle Commissioni di merito, intende sottolineare - in risposta ad alcune osservazioni di rappresentanti dei gruppi di opposizione circa una presunta visione eccessivamente pragmatica ed utilitaristica della maggioranza sui temi dell'immigrazione - che il dibattito sul provvedimento in esame si è svolto secondo modalità che hanno testimoniato l'approccio strumentale e demagogico di gran parte dei predetti gruppi di opposizione, che, a suo avviso, sono rimasti chiusi nei propri convincimenti ideologici e pregiudiziali, manifestando poca propensione ad esprimere una valutazione oggettiva dei fenomeni presi in considerazione dal provvedimento medesimo.
Analizzando nello specifico i diversi rilievi critici formulati nel corso del dibattito, ritiene che il contenuto dell'articolo 42, prevedendo un'attenta valutazione delle condizioni igienico-sanitarie dell'immobile in cui il richiedente intende fissare la propria residenza, anche ai fini del ricongiungimento familiare richiesto dall'immigrato, risponda a logiche di puro buon senso, connesse a non eludibili esigenze di tutela della salute pubblica. Fa peraltro notare che tali disposizioni vengono incontro agli interessi degli stessi immigrati, atteso che mirano ad evitare che essi e le loro famiglie vivano in appartamenti considerati dei veri e propri «ghetti». Fa altresì notare che le disposizioni contenute nelle lettere h) e t) del comma 1 dell'articolo 45 risultano pienamente in linea con gli orientamenti affermatisi nei Paesi dell'Unione europea più sviluppati (come la Germania, nella quale è previsto un test di lingua analogo a quello previsto dal presente provvedimento), nell'ambito dei quali, peraltro, non si dispone alcun divieto a carico del personale sanitario di segnalare alle autorità gli immigrati irregolari. Quanto al comma 1, lettera f), del medesimo articolo, giudica assolutamente infondate le critiche espresse dagli esponenti dei gruppi di opposizione, che hanno paventato, addirittura, il rischio che una donna immigrata in stato di gravidanza, non in possesso del permesso di soggiorno, si veda sottrarre il proprio figlio dopo il parto: a suo avviso, si tratta di un'ipotesi assolutamente irrealistica, atteso che - sulla base dei dati normativi a sua disposizione - risulta che il Testo unico di cui al decreto legislativo n. 286 del 1998 preveda che una donna in attesa di un figlio, anche se non regolarizzata, possa richiedere ed ottenere temporaneamente un permesso di soggiorno, proprio ai fini dell'iscrizione presso l'anagrafe civile.
Ritiene poi doveroso ricordare che le norme in materia di permanenza dei clandestini nei centri di identificazione ed espulsione sono perfettamente in linea con la normativa comunitaria e risultano indispensabili ai fini del mantenimento dell'ordine pubblico e del rispetto delle ordinarie regole di convivenza civile; in proposito, pur riconoscendo la necessità di stanziare allo scopo idonei finanziamenti, fa notare che l'argomento che fa leva sulla mancanza di risorse non può in alcun modo portare ad assumere un atteggiamento di pregiudiziale contrarietà rispetto alla disposizione in esame.
In conclusione, facendo seguito a quanto già preannunciato nella seduta introduttiva dell'esame del provvedimento in titolo, propone di esprimere parere favorevole sul testo risultante dagli emendamenti approvati dalle Commissioni di merito.

Giovanni PALADINI (IdV), intervenendo brevemente per dichiarare il voto del suo gruppo, stigmatizza l'atteggiamento adottato dalla maggioranza sui temi dell'immigrazione e della sicurezza, che sembra essere improntato ad un demagogico rifiuto della diversità che porta a ricondurre problematiche assai delicate, attinenti ad aspetti legati alla convivenza tra le diverse culture, a mere questioni di

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ordine pubblico, la cui risoluzione viene demandata - in ultima istanza - alla competenza delle forze dell'ordine, peraltro già messe in difficoltà dall'evidente carenza di risorse. Ritiene pertanto che il provvedimento in esame contenga norme confuse e dall'impronta burocratica, tese all'introduzione di condizioni sempre più restrittive nei confronti degli immigrati, a favore dei quali, a suo avviso, andrebbero invece intraprese politiche attive di inclusione sociale. Dopo aver espresso le sue perplessità sulla lettera b) del comma 1 dell'articolo 45, che sembra prevedere un contributo aggiuntivo a carico degli immigrati ai fini del rilascio o del rinnovo del permesso di soggiorno, dichiara di essere fortemente contrario all'articolo 42, il quale, condizionando l'iscrizione e la richiesta di variazione anagrafica alla valutazione delle condizioni igienico-sanitarie dell'immobile in cui il richiedente intende fissare la propria residenza e di cui deve dare disponibilità ai fini del ricongiungimento familiare, sembra voler colpire pesantemente gli extracomunitari presenti sul territorio. Fa inoltre notare che in tale articolo non si considera in alcun modo la circostanza che spesso quegli immobili vengono affittati agli stranieri dagli stessi cittadini italiani, i quali, pur avendo mantenuto tali locali in condizioni fatiscenti, in totale spregio di qualsiasi norma di natura sanitaria, li concedono in locazione - nella speranza di ottenere comunque un profitto - a chi non può permettersi abitazioni più dignitose.
Per le ragioni esposte, preannuncia quindi il voto contrario del suo gruppo sulla proposta di parere favorevole formulata dal relatore.

Nessun altro chiedendo di intervenire, la Commissione approva la proposta di parere favorevole formulata dal relatore.

La seduta termina alle 9.35.

INTERROGAZIONI A RISPOSTA IMMEDIATA

Mercoledì 29 aprile 2009. - Presidenza del presidente Stefano SAGLIA. - Interviene il sottosegretario di Stato per il lavoro, la salute e le politiche sociali, Pasquale Viespoli.

La seduta comincia alle 14.40.

Stefano SAGLIA, presidente, ricorda che, ai sensi dell'articolo 135-ter, comma 5, del Regolamento, la pubblicità delle sedute per lo svolgimento di interrogazioni a risposta immediata è assicurata anche attraverso l'impianto televisivo a circuito chiuso. Ne dispone, pertanto, l'attivazione.

5-01353 Delfino: Crisi occupazionale degli stabilimenti Saint Gobain.
5-01354 Damiano: Crisi occupazionale degli stabilimenti Saint Gobain.

Stefano SAGLIA, presidente, avverte che le interrogazioni in titolo, vertendo su identico argomento, saranno svolte congiuntamente.

Teresio DELFINO (UdC) illustra la sua interrogazione n. 5-01353, che trae origine dalla decisione della società multinazionale Saint Gobain di chiudere lo stabilimento di Savigliano e ridurre sensibilmente l'attività presso gli impianti di Cervasca: si tratta di una vicenda da tempo segnalata al Governo da parte delle autonomie locali interessate, che hanno anche tentato - a più riprese ed infruttuosamente - di stimolare un coinvolgimento operativo del Ministero dello sviluppo economico. Osserva, pertanto, che la sua interrogazione si pone l'obiettivo di comprendere i motivi per i quali si è arrivati ad una decisione così drastica, senza che il Governo abbia saputo intervenire con determinazione per scongiurare soluzioni che portassero alla definitiva chiusura degli impianti. In particolare, si domanda se l'Esecutivo sia quanto meno in grado di avviare rapidamente un tavolo di concertazione, per verificare le possibili misure da adottare per fronteggiare la situazione venutasi a creare sul territorio.

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Maria Grazia GATTI (PD), cofirmataria dell'interrogazione n. 5-01354, ne illustra il contenuto, facendo presente che il suo gruppo ha presentato un apposito atto di sindacato ispettivo per comprendere cosa il Governo intenda fare per risolvere la grave situazione occupazionale degli stabilimenti della società Saint Gobain, presenti nel territorio delle province di Cuneo e di Pisa. Ricorda, infatti, che tale situazione vede attualmente messi in serio pericolo - nei tre stabilimenti esistenti - almeno 500 posti di lavoro «diretti» e qualche centinaio di posti di lavoro «indiretti».
Espressa soddisfazione per la circostanza in base alla quale il Governo risponde all'interrogazione proprio oggi, in coincidenza con una importante manifestazione delle rappresentanze dei lavoratori che ha luogo a Milano, davanti alla sede del gruppo Saint Gobain, giudica decisamente anomale le recenti decisioni assunte dalla multinazionale in questione, considerato anche che risulta che le commesse nei confronti degli stabilimenti piemontesi continuino ad essere piuttosto sostenute e che, per quanto riguarda la sede pisana, non viene indicata alcuna data di riapertura del forno Float della SG Glass Italia, del quale è stata preannunciata una sospensione dell'attività per un periodo non chiaramente indicato. In tal senso, invita il Governo ad intervenire prontamente sulla vicenda, che giudica molto preoccupante, al fine di assicurare che la società multinazionale interessata non possa permettersi un uso disinvolto delle risorse sul territorio.

Il sottosegretario Pasquale VIESPOLI risponde alle interrogazioni in titolo nei termini riportati in allegato (vedi allegato 1).

Teresio DELFINO (UdC) si dichiara convinto che il Governo potesse e dovesse fare di più rispetto a quanto riportato nella risposta appena fornita, atteso anche l'evidente e grave ritardo con cui l'Esecutivo si è mosso, pur a fronte dei ripetuti solleciti che gli enti territoriali della provincia di Cuneo avevano rivolto al dicastero dello sviluppo economico ben prima dell'annuncio della chiusura dell'impianto di Savigliano. Nel giudicare inaccettabile la situazione venutasi a creare - considerate anche le rilevanti commesse su cui può ancora contare la società multinazionale interessata dalla vicenda e la realtà in attivo registrata dagli stabilimenti richiamati - ritiene impossibile che il Governo non sia in grado di intervenire sull'argomento, anche per tutelare la capacità professionale dei lavoratori coinvolti: osserva, infatti, che i governi di altri Stati membri dell'Unione europea, quando sono stati interessati da vicende analoghe, hanno sempre deciso di intervenire con forza per la salvaguardia delle proprie realtà produttive e della stessa occupazione.
In conclusione, prende atto dell'impegno assunto oggi dal rappresentante del Governo, auspicando che vi sia un importante e serio intervento di fronte alla crisi in atto. In questo senso, si dichiara complessivamente insoddisfatto della risposta ricevuta, soprattutto per la mancanza di determinazione dimostrata dall'Esecutivo nell'adozione di iniziative nei confronti della società multinazionale in questione, ma afferma di confidare ancora nella possibilità di un recupero, a partire dalla riunione del tavolo di concertazione, prevista per il prossimo 11 maggio.

Maria Grazia GATTI (PD), pur ringraziando il rappresentante del Governo per la risposta fornita, rimarca l'assoluta mancanza di determinazione dell'Esecutivo nell'affrontare la situazione nel suo complesso: in particolare, osserva che nei rapporti con le multinazionali il Governo stesso dovrebbe avere il coraggio di intervenire con maggiore decisione, al fine di guidare con risolutezza i processi e di non subirli passivamente. Segnala, al riguardo, che le recenti vicende della Saint Gobain hanno creato una situazione che può comportare per i territori interessati - che tanto hanno investito anche in favore di tale società - un grave danno occupazionale e sociale: in questo ambito, tra l'altro,

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per lo stabilimento di Pisa viene messa in discussione la questione stessa del rifacimento del forno Float, determinando un passaggio molto delicato, che può giungere sino ad un grave e inaccettabile disimpegno aziendale.
Per tali ragioni, pur prendendo atto che - soprattutto per l'area di Pisa - gli enti locali hanno stipulato accordi in grado di garantire la presenza dello stabilimento Saint Gobain sul territorio, ribadisce la necessità che il Governo guidi con forza il processo in corso e valorizzi quanto i territori stessi hanno già dato alla multinazionale in questione, non perdendo di vista - in alcun modo - la rilevanza dei profili produttivi e occupazionali.

5-01352 Antonino Foti: Revisione dell'articolo 71 del decreto legislativo n. 81 del 2008.

Antonino FOTI (PdL) rinuncia ad illustrare l'interrogazione in titolo.

Il sottosegretario Pasquale VIESPOLI risponde all'interrogazione in titolo nei termini riportati in allegato (vedi allegato 2).

Antonino FOTI (PdL), replicando, si dichiara soddisfatto della risposta del rappresentante del Governo, soprattutto per la coincidenza della tempistica, che vede oggi un importante passaggio in sede di Conferenza Stato-regioni, che potrebbe portare alla definitiva soluzione del problema segnalato nella sua interrogazione. Nel rilevare, infatti, che la principale problematica sottesa al suo atto di sindacato ispettivo è quella di comprendere se le verifiche e la riqualificazione periodica delle attrezzature di lavoro possano essere affidate a soggetti privati riconosciuti, fermo restando l'esercizio di controllo da parte di ISPESL e delle ASL, auspica che l'odierno confronto tra strutture ministeriali e regioni possa contribuire ad individuare possibili misure in grado di fornire le risposte attese.

Stefano SAGLIA, presidente, dichiara concluso lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata all'ordine del giorno.

La seduta termina alle 15.

INTERROGAZIONI

Mercoledì 29 aprile 2009. - Presidenza del presidente Stefano SAGLIA. - Interviene il sottosegretario di Stato per il lavoro, la salute e le politiche sociali, Pasquale Viespoli.

La seduta comincia alle 15.

5-00930 Cazzola: Situazione del personale della IGEI SpA.

Il sottosegretario Pasquale VIESPOLI risponde all'interrogazione in titolo nei termini riportati in allegato (vedi allegato 3).

Giuliano CAZZOLA (PdL), replicando, si dichiara insoddisfatto della risposta fornita dal rappresentante del Governo, poiché la richiesta contenuta nell'interrogazione in titolo mirava a conoscere le intenzioni dell'Esecutivo circa la salvaguardia occupazionale del personale interessato e la possibile adozione di misure destinate ad assicurarne la continuità di impiego: pertanto, pur nella consapevolezza della possibilità di adottare iniziative in ambito parlamentare, avrebbe auspicato un apposito intervento di natura governativa, secondo quanto già accaduto in occasioni analoghe che hanno interessato differenti categorie di personale.

5-01256 Gatti: Crisi occupazionale degli stabilimenti Continental nell'area di Pisa.

Il sottosegretario Pasquale VIESPOLI risponde all'interrogazione in titolo nei termini riportati in allegato (vedi allegato 4).

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Maria Grazia GATTI (PD), dopo avere preliminarmente segnalato talune inesattezze, contenute negli atti in discussione, relative alle denominazioni di aziende della componentistica interessate dagli interventi in questione, ricorda che la sua interrogazione già illustrava una situazione di estrema gravità, testimoniata dal fatto che 350 lavoratori con contratto flessibile sono fuoriusciti dall'azienda Continental tra ottobre e dicembre del 2008, mentre circa 1.000 dipendenti sono in cassa integrazione ordinaria e rientreranno in servizio agli inizi di maggio. Poiché, peraltro, il territorio pisano ha già pagato un prezzo molto elevato in termini occupazionali e produttivi, fa presente che l'intento dell'atto di sindacato ispettivo presentato era quello di chiedere l'urgente attivazione di un tavolo a livello ministeriale per affrontare una questione che, di fatto, concentra in sé tutti i problemi paradigmatici della crisi attualmente in atto, atteso anche che, a differenza del settore automobilistico, il Governo non ha esteso i benefici e gli incentivi di cui al decreto-legge n. 5 del 2009 al settore della componentistica e al relativo indotto.
Per le motivazioni esposte e considerato che - in base a notizie acquisite in via informale - sembrerebbe possibile aprire anche nuove occasioni di finanziamento attingendo ai fondi comunitari, auspica che l'Esecutivo assuma una forte iniziativa autonoma, convocando - anche a prescindere dalle formali richieste delle parti sociali - un tavolo di confronto diretto ad individuare le soluzioni praticabili ed a contribuire a fronteggiare la situazione occupazionale complessiva dell'intera area di Pisa, che giudica quanto mai preoccupante.

Stefano SAGLIA, presidente, dichiara concluso lo svolgimento delle interrogazioni all'ordine del giorno.

La seduta termina alle 15.15.

COMITATO RISTRETTO

Mercoledì 29 aprile 2009.

Norme in favore di lavoratori con familiari gravamente disabili.
C. 82 Stucchi, C. 322 Barbieri, C. 331 Schirru, C. 380 Volontè, C. 527 Osvaldo Napoli, C. 691 Prestigiacomo, C. 870 Ciocchetti, C. 916 Marinello, C. 1279 Grimoldi, C. 1377 Naccarato, C. 1448 Caparini, C. 1504 Cazzola, C. 1995 Commercio, C. 2273 Pisicchio.

Il Comitato ristretto si è riunito dalle 15.15 alle 15.40.

UFFICIO DI PRESIDENZA INTEGRATO DAI RAPPRESENTANTI DEI GRUPPI

Mercoledì 29 aprile 2009.

L'ufficio di presidenza si è riunito dalle 15.40 alle 15.50.