CAMERA DEI DEPUTATI
Martedì 7 aprile 2009
163.
XVI LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Affari esteri e comunitari (III)
COMUNICATO
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SEDE CONSULTIVA

Martedì 7 aprile 2009. - Presidenza del presidente Stefano STEFANI.

La seduta comincia alle 14.

Variazione nella composizione della Commissione.

Stefano STEFANI, presidente, comunica che è entrato a far parte della Commissione l'onorevole Luca Volontè, del gruppo UdC.

Sui lavori della Commissione.

Stefano STEFANI, presidente, richiama l'attenzione della Commissione sul grande rilievo dell'iniziativa del Ministro degli esteri Frattini che ha presentato al Vertice UE-USA di Praga un piano in otto punti per l'integrazione europea dei Balcani occidentali. Vi si prevedono scadenze precise e puntuali per le tappe di tale percorso. Si tratta di un importante gesto politico che raccoglie le istanze formulate anche recentemente dalla Commissione nella risoluzione approvata dopo la missione in Serbia dello scorso novembre. Confida pertanto che da parte di tutti i gruppi non mancherà la volontà di contribuire ulteriormente al conseguimento di un così importante obiettivo, a cominciare dalla relazione che il collega Maran svolgerà sul Forum di Cettigne dello scorso 27 marzo.

Legge comunitaria 2008.
C. 2320 Governo, approvato dal Senato.

(Relazione alla XIV Commissione).
Relazione sulla partecipazione dell'Italia all'Unione europea nel 2007.
Doc. LXXXVII, n. 1.

(Parere alla XIV Commissione).
(Esame congiunto e rinvio).

La Commissione inizia l'esame congiunto.

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Stefano STEFANI, presidente, ricorda che a conclusione dell'esame preliminare nella seduta odierna, l'esame dei due provvedimenti procederà separatamente nella giornata di domani, essendo già stato fissato il termine per la presentazione degli emendamenti al disegno di legge comunitaria alle ore 19 di oggi.

Riccardo MIGLIORI (PdL), relatore, rileva preliminarmente l'inopportunità di continuare ad esaminare la Relazione annuale sulla partecipazione dell'Italia all'Unione europea congiuntamente al disegno di legge comunitaria, mentre sarebbe preferibile trattarla separatamente all'inizio di ogni anno al fine di evitarne l'obsolescenza. Evidenzia poi, sul piano politico, il rilievo dell'impegno dell'Italia per l'integrazione europea dei Balcani occidentali, confermato dall'iniziativa del ministro Frattini appena ricordata dal presidente Stefani. Sottolinea l'attività che svolgono a tale fine anche le delegazioni italiane presso le Assemblee parlamentari internazionali, nell'ambito della diplomazia parlamentare, rimarcando come vi si configuri un tema centrale per la sicurezza nazionale.
Preannunciando la proposta di un articolato parere favorevole sulla Relazione in esame, allo scopo di utilizzare l'occasione per un approfondimento degli interessi italiani in seno alla politica estera europea, richiama inoltre l'attenzione della Commissione sulle conseguenze della mancata entrata in vigore del Trattato di Lisbona e sullo stallo che sta purtroppo caratterizzando l'Unione per il Mediterraneo, dopo le speranze suscitate dal suo avvio.
Con riferimento al disegno di legge comunitaria, anticipando analogamente la presentazione di una proposta di relazione in senso favorevole, segnala in premessa come la sfera di competenza della Commissione si riferisca essenzialmente al capo III relativo all'istituzione dei Gruppi europei di cooperazione territoriale (GECT).
Rammenta che, a vent'anni dall'approvazione della Legge La Pergola, la legge comunitaria annuale resta ancora lo strumento normativo privilegiato per il recepimento della normativa comunitaria nell'ordinamento interno e per la modifica di norme nazionali contrarie agli obblighi e alla disciplina europea. La sua introduzione ha infatti consentito di arrivare ad un tasso di recepimento delle direttive che quest'anno è pari al 98,80 per cento (nel 1990, all'indomani dell'approvazione della legge La Pergola, la percentuale era dell'80 per cento). Nonostante questo incoraggiante risultato, l'Italia si colloca tra gli ultimi posti nella dei 27 Stati membri (al 25o, prima di Grecia e Lussemburgo), in base all'ultimo scoreboard fornito dalla Commissione europea.
Segnala che il testo in esame riproduce largamente i contenuti normativi del disegno di legge comunitaria per l'anno 2008, presentato in Parlamento il 26 febbraio 2008, il cui iter di approvazione si è interrotto a causa dello scioglimento anticipato delle Camere. Il provvedimento, come modificato dal Senato, consta di 46 articoli, suddivisi in quattro capi, e di due allegati A e B, che elencano le direttive da recepire mediante decreti legislativi (recanti rispettivamente 8 e 42 direttive). Il Capo I (articoli 1-6) reca le disposizioni che conferiscono al Governo delega legislativa per l'attuazione delle direttive, riportate negli allegati A e B, che richiedono l'introduzione di normative organiche e complesse. Il Capo II (articoli 7-39) introduce modificazioni e abrogazioni di disposizioni vigenti in contrasto con gli obblighi derivanti dall'appartenenza all'Unione europea nonché principi e criteri specifici di delega per l'attuazione di alcune direttive comunitarie.
Ribadisce, quindi, il particolare rilievo che assume il Capo III (articoli 40-42) che, integrando la normativa introdotta dal regolamento (CE) n. 1082/2006 relativo al Gruppo europeo di cooperazione territoriale (GECT), rappresenta una nuova tipologia di gruppo europeo finalizzato a promuovere la cooperazione transfrontaliera, transnazionale e interregionale, al fine esclusivo di rafforzare la coesione economica e sociale ed in ogni caso senza

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fini di lucro. In particolare, l'articolo 40 disciplina la costituzione e la natura giuridica del GECT, che promuove azioni finanziate al di fuori dei fondi a finalità strutturale e mirate agli obiettivi di coesione territoriale, con particolare riferimento alla cooperazione transfrontaliera, transnazionale e interregionale. L'articolo 41 contempla la disciplina autorizzatoria per la costituzione di un Gruppo europeo di cooperazione territoriale, prevedendo la presentazione al Segretariato generale della Presidenza del Consiglio dei ministri di apposita richiesta corredata della convenzione e dello statuto del GECT che i membri potenziali intendono costituire. Su tale richiesta il Segretariato generale provvede nel termine di novanta giorni dalla ricezione, previa acquisizione dei pareri conformi, tra gli altri, del Ministero degli affari esteri per quanto attiene alla corrispondenza con gli indirizzi nazionali di politica estera. Particolari forme di pubblicità sono previste per la modifica della convenzione e dello statuto del GECT. L'articolo 42 reca disposizioni in materia di contabilità e di bilanci del GECT volte a conferire una struttura uniforme alle voci dei bilanci pluriennali e annuali nonché dei conti consuntivi annuali, allo scopo di consentire alle amministrazioni di controllo, nazionali e comunitarie, la comparazione delle diverse gestioni.
Osserva che la normativa introdotta dal Capo III riveste una particolare attualità nel caso italiano perché da tempo si ipotizza la trasformazione della Comunità di Lavoro Alpe-Adria - che vanta una lunga un'esperienza trentennale di cooperazione tra regioni confinanti - in un Gruppo Europeo di Cooperazione Territoriale (GECT). Analoghe esperienze potranno, del resto, svilupparsi anche lungo gli altri confini nazionali. Sottolinea al riguardo il significato della menzionata previsione del parere conforme del Ministero degli affari esteri al fine di tutelare il principio della sovranità nazionale, dal momento che in talune aree di confine potrebbero insorgere legittime preoccupazioni in tal senso sulla base di specifiche sensibilità di cui il legislatore deve tenere conto. Ribadisce comunque l'importanza della novità come spinta per la modernizzazione del Paese in virtù dell'intensificazione della cooperazione interregionale.
Fa poi presente che il Capo IV (articoli 43-46) reca la delega al Governo per l'attuazione di tre decisioni quadro adottate nell'ambito della cooperazione di polizia e giudiziaria in materia penale, relative all'applicazione del principio del reciproco riconoscimento delle decisioni di confisca, alla semplificazione dello scambio di informazioni e di intelligence e all'applicazione del principio del reciproco riconoscimento alle sentenze penali che irrogano pene detentive o misure privative della libertà personale, ai fini della loro esecuzione nell'Unione europea.
Conclusivamente, rimarca come un fatto positivo la linea di continuità della politica estera europea dell'Italia.

Stefano STEFANI, presidente, nel ringraziare il relatore, condivide la particolare accentuazione da lui data all'impegno dell'Italia per l'integrazione europea dei Balcani occidentali. Al riguardo, invita la Commissione a valutare l'eventualità di adottare un ulteriore atto di indirizzo.

Riccardo MIGLIORI (PdL), relatore, considera un indubbio passo avanti positivo il piano in otto punti lanciato a Praga dal ministro Frattini e ritiene che il Parlamento potrebbe sostenerlo adeguatamente anche con gli strumenti della diplomazia parlamentare.

Alessandro MARAN (PD) dichiara il pieno accordo del suo gruppo sull'integrazione europea dei Balcani occidentali, facendo presente che altrimenti si favorirebbe l'instabilità del continente. Ricorda in proposito come la risoluzione successiva alla missione in Serbia sia stata votata all'unanimità e segnala di essersi fatto interprete delle posizioni della Commissione intervenendo al Forum parlamentare di Cettigne lo scorso 27 marzo. Ritenendo che vi siano spazi per la diplomazia parlamentare, da riempire in sintonia con gli indirizzi della

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politica estera nazionale, propone di prendere contatti con l'omologa Commissione della Camera olandese per affrontare la questione del veto di quel Paese all'entrata in vigore dell'Accordo di stabilizzazione e di associazione con la Serbia e di effettuare una missione anche nell'ex Repubblica jugoslava di Macedonia.

Stefano STEFANI, presidente, concorda con le proposte del collega Maran aggiungendo quella di avviare un confronto anche con l'omologa Commissione del Parlamento ellenico per contribuire a risolvere la questione del nome della FYROM.

Paolo CORSINI (PD) invita il relatore a menzionare nella proposta di parere il rilievo da lui formulato sull'opportunità di porre rimedio all'asimmetria registrata tra disegno di legge comunitaria e relazione annuale.

Gianpaolo DOZZO (LNP) sottolinea l'esigenza di procedere con cautela sul piano metodologico, al fine di non dare l'impressione che il lavori parlamentari procedano con ingiustificata lentezza.

Riccardo MIGLIORI (PdL), relatore, precisa che la sua osservazione aveva valore de iure condendo e si riferiva a valutare ipotesi di migliorare l'attuazione della legge n. 11 del 2005, ribadendo i vantaggi che comunque deriverebbero dal poter dare indicazioni al Governo all'inizio di ciascun anno.

Stefano STEFANI, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, dichiara concluso l'esame preliminare congiunto dei provvedimenti in titolo. Nel ricordare ai colleghi che il loro iter ha risentito dello scioglimento anticipato delle Camere, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.

La seduta termina alle 14.35.

UFFICIO DI PRESIDENZA INTEGRATO DAI RAPPRESENTANTI DEI GRUPPI

L'ufficio di presidenza si è riunito dalle 14.35 alle 14.40.