CAMERA DEI DEPUTATI
Venerdì 13 marzo 2009
151.
XVI LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Commissioni Riunite (V e VI)
COMUNICATO
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SEDE REFERENTE

Venerdì 13 marzo 2009. - Presidenza del presidente della VI Commissione Gianfranco CONTE. - Intervengono il Ministro delle riforme per il federalismo Umberto Bossi, il Ministro per la semplificazione normativa Roberto Calderoli, i Sottosegretari di Stato alla Presidenza del Consiglio Aldo Brancher e per l'economia e le finanze Daniele Molgora.

La seduta comincia alle 12.15.

Delega al Governo in materia di federalismo fiscale.
C. 2105 Governo, approvato dal Senato, C. 452 Ria, C. 692 Consiglio regionale della Lombardia e C. 748 Paniz.

(Seguito dell'esame e conclusione).

Le Commissioni proseguono l'esame dei provvedimenti in oggetto, rinviato, da ultimo, nella seduta del 12 marzo scorso.

Gianfranco CONTE, presidente, avverte che le Commissioni I, VII, VIII, IX, X, XI, XII, XIV, la Commissione parlamentare per le questioni regionali e il Comitato per la legislazione hanno trasmesso i rispettivi pareri sul testo del provvedimento.
In particolare, la Commissione affari costituzionali si è espressa in merito al nuovo testo del disegno di legge come modificato dagli emendamenti approvati dalle Commissioni. La I Commissione ha, tra l'altro, formulato due osservazioni in merito all'articolo 1, comma 2, e all'articolo 25 che disciplinano l'applicazione del provvedimento alle autonomie speciali. Nel rilevare che la materia, come evidenziato anche nel corso dei lavori delle Commissioni, sembrerebbe in effetti meritevole di ulteriore approfondimento, ritiene che lo stesso potrà avvenire nel corso dell'esame in Assemblea.

Antonio LEONE (PdL), relatore per la V Commissione, presenta gli emendamenti 8.56, 19.17, 20.34, 21.20 e 23.5 (vedi allegato) volti ad apportare al testo, come risultante dagli emendamenti già approvati nel corso dell'esame da parte delle Commissioni riunite, alcune modifiche di carattere formale ovvero idonee ad assicurare una migliore formulazione del testo.

Le Commissioni, con distinte votazioni, approvano gli emendamenti 8.56, 19.17, 20.34, 21.20 e 23.5.

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Alberto FLUVI (PD), intervenendo per dichiarazione di voto finale, esprime in primo luogo apprezzamento per la disponibilità di maggioranza e Governo al confronto con l'opposizione che ha sicuramente consentito di migliorare il testo, modificando profondamente il disegno di legge originario. Rileva poi che a giudizio del suo gruppo il federalismo fiscale non deve rappresentare un'occasione per un confronto muscolare tra i territori ma un'occasione per offrire migliori servizi per tutti.
Richiama poi i numerosi aspetti positivi delle modifiche introdotte quali il maggiore ruolo garantito al Parlamento, il superamento della riserva di aliquote a tutela dell'unitarietà delle basi imponibili, il mantenimento delle risorse dei fondi perequativi per il Sud, la precisazione che il fondo perequativo per gli enti locali sarà alimentato dalla fiscalità generale.
Allo stesso tempo, osserva tuttavia che permangono questioni aperte come quella della revisione delle autonomie speciali, e della perequazione «pseudo-orizzontale».
Annuncia pertanto che il suo gruppo si riserva di fornire una valutazione compiuta sul provvedimento al termine della discussione in Assemblea, a conferma della volontà di un esame approfondito con l'intento di evitare che il federalismo fiscale sia solo uno spot per alcune forze politiche in vista delle prossime scadenze elettorali.
In proposito, richiamando la mozione Franceschini sulla situazione economico-finanziaria degli enti locali, che verrà discussa dall'Assemblea la prossima settimana, denuncia come, affiancandosi, da parte del Governo, alle dichiarazioni di volontà contenute nel disegno di legge, una concreta azione di costante riduzione delle risorse a disposizione degli enti locali e di imposizione di vincoli alla loro capacità di spesa, tali enti rischino di arrivare in condizioni di drammatica difficoltà all'attuazione del federalismo fiscale. Sul punto rileva invece che anche dall'atteggiamento che la maggioranza assumerà rispetto a questa problematica, deriverà anche il giudizio del suo gruppo su questione più ampia del federalismo fiscale. Richiamando quindi tali aspetti, annuncia l'astensione del suo gruppo al fine di proseguire il confronto in Assemblea.

Massimo BITONCI (LNP), nell'annunciare, a nome del proprio gruppo, il voto favorevole al conferimento del mandato ai relatori a riferire favorevolmente sul testo elaborato dalle Commissioni, ringrazia le presidenze, i relatori e i rappresentanti del Governo per il loro lavoro, che ha consentito alle Commissioni di apportare integrazioni e miglioramenti al testo approvato dal Senato, grazie anche al fattivo contributo dell'opposizione. Sottolinea come l'attuazione del federalismo fiscale rappresenti una svolta epocale per il nostro Paese e segni un passo decisivo nel cammino verso la piena responsabilizzazione di Regioni ed enti locali e il riconoscimento di maggiore autonomia di entrata e di spesa per gli enti territoriali, in particolare attraverso il progressivo superamento del criterio della spesa storica e l'introduzione di misurazioni standardizzate dei costi e dei fabbisogni. Alla luce di queste considerazioni, auspica quindi che il lavoro già svolto dalle Commissioni sia proficuamente sviluppato nel corso dell'esame del provvedimento in Assemblea e si pervenga rapidamente all'approvazione definitiva della riforma.

Bruno TABACCI (UdC) rileva preliminarmente che il conferimento del mandato ai relatori costituisce in realtà un atto dovuto, rispetto al quale risulta irrazionale esprimere una dichiarazione di voto in quanto, poiché il provvedimento è già calendarizzato in Assemblea, ai relatori non potrà che essere richiesto di riferire alla stessa sul provvedimento.
Con riferimento al merito del provvedimento, dopo aver richiamato la sua fedeltà alla tradizione regionalista e autonomista sturziana e pur esprimendo, anche alla luce di tale tradizione, riserve sull'uso improprio che si è fatto in questi anni del termine «federalismo», che ha storia e significati diversi, ricorda che l'azione dell'attuale Governo sta in realtà

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andando nella direzione di un maggiore centralismo come dimostrato dall'abolizione dell'ICI e dalle annunciate norme in materia di edilizia che invadono competenze delle regioni e degli enti locali.
Ribadisce poi la necessità di far confluire la parte ordinamentale del provvedimento nel Codice delle autonomie, che in realtà dovrebbe essere approvato prima del disegno di legge sul federalismo fiscale.
Nel soffermarsi quindi sugli aspetti maggiormente insoddisfacenti del testo, segnala preliminarmente che, a seguito dell'approvazione dell'emendamento 2.173, verranno lasciati immutati fino all'approvazione di una nuova disciplina, gli attuali livelli di assistenza e i livelli essenziali delle prestazioni, il che significa rinviare sine die o, peggio, rinunciare, alla necessaria opera di riforma al riguardo. Richiama ancora la vaghezza nella determinazione dei costi standard, la confusione sulla presunta territorialità di IVA e IRPEF, ed il debole ruolo attribuito al Parlamento nell'attuazione della delega. In proposito, pur manifestando perplessità sull'attuale testo dell'articolo 114 della Costituzione, che parifica lo Stato agli altri livelli di governo territoriale, ritiene che proprio alla luce di tale disposizione risulterebbe giustificata l'espressione di un parere vincolante da parte delle Commissioni parlamentari competenti in materia, in quanto solo il Parlamento ha un ruolo di rappresentanza complessiva della Repubblica, e non il Governo, che rappresenta unicamente lo Stato.In conclusione, pur esprimendo apprezzamento per l'impegno del Ministro Calderoli, ribadisce che a suo giudizio il provvedimento rappresenta unicamente un manifesto.

Antonio BORGHESI (IdV) dà atto che nell'esame del disegno di legge in materia di federalismo fiscale si sta seguendo, per la prima volta in questa legislatura, un appropriato iter legislativo, che ha consentito di analizzare nel merito il contenuto del provvedimento e le proposte emendative presentate.
In particolare, rileva con favore che sono state accolte diverse proposte avanzate dall'opposizione, consentendo un complessivo miglioramento del testo, sul quale mantiene tuttavia molte riserve. In primo luogo, ritiene che non siano stabiliti con sufficiente chiarezza i tempi per l'attuazione della riforma, che saranno comunque estremamente lunghi. Pertanto, ancora per molti anni, il provvedimento sarà del tutto inefficace e rappresenterà una mera dichiarazione di principio priva di ogni rilevanza pratica per i cittadini. Ribadisce che, anche a seguito dell'esame da parte delle Commissioni, il disegno di legge in esame costituisce ancora una equazione composta da sole incognite che, pertanto, ammette un numero infinito di soluzioni. I principi e criteri di delega individuati dalla delega sono infatti, a suo avviso, così vaghi che, nell'ipotesi di un mutamento di maggioranza politica, potrebbe realizzarsi una loro attuazione radicalmente difforme da quella immaginata dal Governo e dalle forze politiche che lo sostengono. In considerazione di questi limiti, si augura quindi che nell'esame del provvedimento in Assemblea vi sia lo spazio per introdurre ulteriori miglioramenti al testo del disegno di legge.
In ogni caso, tenuto conto del proficuo lavoro svolto dalle Commissioni e senza voler con ciò prefigurare una valutazione complessiva sul provvedimento, annuncia, a nome del proprio gruppo, il voto favorevole al conferimento del mandato a riferire favorevolmente sul testo elaborato dalle Commissioni.

Maurizio BERNARDO (PdL) nell'esprimere apprezzamento per l'impegno manifestato dai rappresentanti del Governo e dai relatori nel corso dell'esame del provvedimento, rileva che proprio tale impegno conferma l'importanza che il Governo attribuisce a questa riforma. Dichiara quindi con convinzione il voto favorevole del suo gruppo sul provvedimento.

Gianfranco CONTE, presidente, pone quindi in votazione la proposta di conferire ai relatori il mandato a riferire all'Assemblea in senso favorevole sul disegno di legge C. 2105, come modificato per

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effetto degli emendamenti e degli articoli aggiuntivi approvati dalle Commissioni.

Le Commissioni deliberano di conferire ai relatori Leone per la V Commissione e Antonio Pepe per la VI Commissione, il mandato a riferire all'Assemblea in senso favorevole sul provvedimento in esame come modificato per effetto degli emendamenti, subemendamenti ed articoli aggiuntivi approvati dalle Commissioni. Deliberano infine di chiedere l'autorizzazione a riferire oralmente.

Il Ministro Roberto CALDEROLI, nel ricordare come l'attuazione del federalismo fiscale rappresenti una riforma da lungo attesa, sottolinea che il disegno di legge in esame non rappresenta un manifesto politico, ma intende effettivamente realizzare un innovativo ed efficace sistema dei rapporti economici e finanziari tra i diversi livelli di governo. Con riferimento alle osservazioni del deputato Borghesi, che lamenta l'eccessiva lunghezza della transizione verso il nuovo sistema, osserva come i tempi previsti per l'entrata a regime della nuova disciplina siano adeguati alla particolare complessità della riforma prefigurata dal disegno di legge, che ridisegna in modo complessivo l'assetto finanziario della Repubblica. Quanto alle implicazioni della riforma sul versante istituzionale, sottolinea come i problemi emersi in sede di elaborazione del disegno di legge in materia di federalismo fiscale e del Codice delle autonomie rendano evidente l'esigenza di provvedere ad una modifica della parte seconda della Costituzione, prevedendo in particolare la realizzazione di un Senato federale. A tale riguardo, segnala ad esempio che, in assenza di una camera di rappresentanza delle autonomie, negli articoli 3, 4 e 5 del disegno di legge in esame sono previste ben tre sedi di concertazione tra lo Stato e gli enti territoriali. In questa prospettiva, ritiene pertanto necessario avviare, immediatamente dopo l'approvazione definitiva del disegno di legge in materia di federalismo fiscale, il processo di riforma della parte seconda della Costituzione.

Gianfranco CONTE, presidente, avverte che le Presidenze delle Commissioni si riservano di designare i componenti del Comitato dei nove sulla base delle indicazioni dei gruppi.

La seduta termina alle 12.50.