CAMERA DEI DEPUTATI
Martedì 10 marzo 2009
148.
XVI LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Lavoro pubblico e privato (XI)
COMUNICATO
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COMUNICAZIONI DEL PRESIDENTE

Martedì 10 marzo 2009. - Presidenza del presidente Stefano SAGLIA.

La seduta comincia alle 11.25.

Sulla programmazione dei lavori
della Commissione.

Stefano SAGLIA, presidente, comunica che, a seguito della riunione del 26 febbraio 2009 dell'Ufficio di Presidenza, integrato dai rappresentanti dei gruppi, è stato predisposto il seguente programma dei lavori della Commissione per il periodo marzo-maggio 2009:

Marzo 2009

Sede referente:
Estensione del diritto all'assegno supplementare in favore delle vedove dei grandi invalidi per servizio.
C. 1421 Paglia e C. 1827 Pelino;
Norme in favore di lavoratori con familiari gravemente disabili.
Testo unificato C. 82 Stucchi, C. 322 Barbieri, C. 331 Schirru, C. 380 Volontè, C. 527 Osvaldo Napoli, C. 691 Prestigiacomo, C. 870 Ciocchetti, C. 916 Marinello,

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C. 1279 Grimoldi, C. 1377 Naccarato, C. 1448 Caparini, C. 1504 Cazzola, C. 1995 Commercio (previa acquisizione della relazione tecnica);
Disciplina delle attività subacquee e iperbariche.
C. 344 Bellotti;
Modifiche al decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165, in materia di diritti e prerogative sindacali di particolari categorie di personale del Ministero degli affari esteri.
C. 717 Fedi;
Disposizioni per l'adeguamento dei trattamenti pensionistici di guerra.
C. 637 Polledri, C. 638 Polledri, C. 959 Tenaglia, C. 987 Schirru, C. 1457 Paglia, C. 1719 Rosato, C. 1793 Pelino;
Benefici previdenziali per i lavoratori occupati in attività usuranti.
C. 1297 Damiano, C. 1367 Cazzola C. 1530 Fedriga, C. 1599 Poli (previe eventuali intese con il Senato);
Disposizioni per il sostegno dello sport femminile e per la tutela della maternità delle atlete che praticano attività sportiva agonistica dilettantistica (Commissioni riunite VII e XI).
C. 1286 Di Centa.

Sede consultiva:
Delega al Governo in materia di federalismo fiscale.
C. 2105 Governo, approvato dal Senato, e abb.;
DL 05/09: Misure urgenti a sostegno dei settori industriali in crisi.
C. 2187 Governo;
Adesione al Trattato di Prüm relativo alla cooperazione transfrontaliera sul contrasto in particolare del terrorismo, della criminalità e della migrazione illegale nonché istituzione della banca dati nazionale del DNA e disposizioni in materia di accertamenti idonei a incidere sulla libertà personale.
C. 2042 Governo, approvato dal Senato, e abb.;
DL 04/09: Misure urgenti in materia di produzione lattiera e rateizzazione del debito nel settore lattiero-caseario.
C. 2263 Governo, approvato dal Senato.

Indagine conoscitiva:
Sull'assetto delle relazioni industriali e sulle prospettive di riforma della contrattazione collettiva: seguito dell'esame del documento conclusivo.

Aprile 2009

Sede referente:
Estensione del diritto all'assegno supplementare in favore delle vedove dei grandi invalidi per servizio.
C. 1421 Paglia e C. 1827 Pelino;
Norme in favore di lavoratori con familiari gravemente disabili.
Testo unificato C. 82 Stucchi, C. 322 Barbieri, C. 331 Schirru, C. 380 Volontè, C. 527 Osvaldo Napoli, C. 691 Prestigiacomo, C. 870 Ciocchetti, C. 916 Marinello, C. 1279 Grimoldi, C. 1377 Naccarato, C. 1448 Caparini, C. 1504 Cazzola, C. 1995 Commercio;
Disciplina delle attività subacquee e iperbariche.
C. 344 Bellotti;
Modifiche al decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165, in materia di diritti e prerogative sindacali di particolari categorie di personale del Ministero degli affari esteri.
C. 717 Fedi;
Disposizioni per l'adeguamento dei trattamenti pensionistici di guerra.
C. 637 Polledri, C. 638 Polledri, C. 959 Tenaglia, C. 987 Schirru, C. 1457 Paglia, C. 1719 Rosato, C. 1793 Pelino;
Benefici previdenziali per i lavoratori occupati in attività usuranti.
C. 1297 Damiano, C. 1367 Cazzola C. 1530 Fedriga, C. 1599 Poli (previe eventuali intese con il Senato);
Norme sul riconoscimento e sulla promozione del diritto alla formazione e allo sviluppo professionale.
C. 1079 Bobba;
Disposizioni per il sostegno dello sport femminile e per la tutela della maternità delle atlete che praticano attività sportiva agonistica dilettantistica (Commissioni riunite VII e XI).
C. 1286 Di Centa;

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Maggio 2009

Sede referente:
Norme in favore di lavoratori con familiari gravemente disabili Testo unificato.
C. 82 Stucchi, C. 322 Barbieri, C. 331 Schirru, C. 380 Volontè, C. 527 Osvaldo Napoli, C. 691 Prestigiacomo, C. 870 Ciocchetti, C. 916 Marinello, C. 1279 Grimoldi, C. 1377 Naccarato, C. 1448 Caparini, C. 1504 Cazzola, C. 1995 Commercio;
Disciplina delle attività subacquee e iperbariche.
C. 344 Bellotti;
Disposizioni per l'adeguamento dei trattamenti pensionistici di guerra.
C. 637 Polledri, C. 638 Polledri, C. 959 Tenaglia, C. 987 Schirru, C. 1457 Paglia, C. 1719 Rosato, C. 1793 Pelino;
Benefici previdenziali per i lavoratori occupati in attività usuranti.
C. 1297 Damiano, C. 1367 Cazzola C. 1530 Fedriga, C. 1599 Poli (previe eventuali intese con il Senato);
Norme sul riconoscimento e sulla promozione del diritto alla formazione e allo sviluppo professionale.
C. 1079 Bobba;
Disposizioni per il sostegno dello sport femminile e per la tutela della maternità delle atlete che praticano attività sportiva agonistica dilettantistica (Commissioni riunite VII e XI).
C. 1286 Di Centa.

Avverte, quindi, che la presidenza si riserva di sottoporre all'Ufficio di presidenza integrato dai rappresentanti dei gruppi, in una prossima riunione, la proposta di inserimento, nel programma dei lavori della Commissione, di progetti di legge in materia di rappresentanza e rappresentatività sindacale ovvero in materia di disciplina del lavoro flessibile - preannunciati da diversi gruppi - quando tali provvedimenti saranno assegnati alla Commissione medesima.
Segnala, inoltre, che il programma potrà essere integrato e aggiornato con l'esame di ulteriori provvedimenti, in relazione alla valutazione della loro urgenza e conformemente alle determinazioni che l'ufficio di presidenza assumerà nel corso dei mesi di riferimento del programma medesimo; le modalità di attuazione del programma saranno definite mediante i calendari dei lavori della Commissione, aggiornati - con cadenza settimanale - dall'ufficio di presidenza, integrato dai rappresentanti dei gruppi.
Comunica, infine, che saranno iscritti all'ordine del giorno: i disegni di legge di conversione di decreti-legge; gli ulteriori atti del Governo sui quali la Commissione sia chiamata ad esprimere un parere; lo svolgimento di interrogazioni in Commissione e di eventuali risoluzioni nel frattempo segnalate; lo svolgimento di interrogazioni a risposta immediata; gli ulteriori progetti di legge assegnati in sede consultiva, sollecitati dalle Commissioni di merito.

La Commissione prende atto.

La seduta termina alle 11.30.

COMITATO RISTRETTO

Martedì 10 marzo 2009.

Disposizioni per l'adeguamento dei trattamenti pensionistici di guerra.
C. 637 Polledri, C. 638 Polledri, C. 959 Tenaglia, C. 987 Schirru, C. 1457 Paglia, C. 1719 Rosato, C. 1793 Pelino.

Audizioni informali di rappresentanti dell'Associazione nazionale vittime civili di guerra (ANVCG), dell'Associazione nazionale fra mutilati ed invalidi di guerra (ANMIG), dell'Associazione italiana ciechi di guerra (AICG) e dell'Unione nazionale mutilati per servizio (UNMS).

Le audizioni informali sono state svolte dalle 11.30 alle 12.05 e dalle 12.15 alle 13.05.

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SEDE CONSULTIVA

Martedì 10 marzo 2009. - Presidenza del presidente Stefano SAGLIA.

La seduta comincia alle 13.05.

Delega al Governo in materia di federalismo fiscale.
C. 2105 Governo, approvato dal Senato, e abb.

(Parere alle Commissioni riunite V e VI).
(Esame e rinvio).

La Commissione inizia l'esame del provvedimento in titolo.

Stefano SAGLIA, presidente e relatore, fa presente che il disegno di legge n. 2105, attualmente in corso di esame (unitamente alle altre proposte di legge abbinate) presso le Commissioni riunite V e VI, reca i principi e i criteri direttivi per l'attuazione dell'articolo 119 della Costituzione; il provvedimento - approvato dal Senato a seguito di una proficua collaborazione interistituzionale e di un lavoro di confronto politico - ha già visto la partecipazione alla sua definizione di tutti i livelli di governo, oltre che il contributo di diverse forze sociali, e ha anche potuto contare, sin dall'inizio dell'esame presso le Commissioni di merito, su un dibattito approfondito e sulla partecipazione di tutti i gruppi presenti alla Camera.
In proposito, ricorda che il cosiddetto «federalismo fiscale», introdotto e disciplinato dalla legge di delegazione in esame, costituisce l'ulteriore passo di un complesso percorso di transizione dell'ordinamento italiano verso una effettiva valorizzazione del sistema delle autonomie territoriali, poiché mira a costruire un rapporto sempre più diretto fra Stato e cittadini in ordine alle decisioni in materia di spesa e di prelievo, rafforzando nel contempo il principio di responsabilità politica delle amministrazioni locali. Ritiene, pertanto, che nel testo all'esame della Camera - certamente suscettibile di ulteriori miglioramenti, anche alla luce del lavoro che le Commissioni di merito stanno portando avanti - si configuri comunque uno sforzo concreto per arrivare a uno sviluppo sostenibile e solidale nell'ambito del principio di unitarietà del Paese: giudica evidente, infatti, che nel provvedimento non vi sono né «strappi» né tentazioni di divaricare le diverse realtà territoriali, ma vi è soltanto la volontà di risolvere in modo strutturale il tema della fiscalità decentrata e di affrontare in modo concordato il rapporto finanziario e tributario tra i vari livelli di governo.
In questo quadro, dunque, sottolinea che uno degli obiettivi principali del disegno di legge è il passaggio dal sistema dei trasferimenti fondato sulla «spesa storica» a quello dell'attribuzione di risorse basate sull'individuazione dei fabbisogni necessari a garantire sull'intero territorio nazionale il finanziamento integrale dei livelli essenziali delle prestazioni concernenti i diritti civili e sociali e delle funzioni fondamentali degli enti locali. A tal fine, il disegno di legge stabilisce in modo puntuale la struttura fondamentale delle entrate di regioni ed enti locali, disciplinando i principi che regoleranno l'assegnazione di risorse perequative agli enti dotati di minori capacità di autofinanziamento e delineando gli strumenti attraverso cui sarà garantito il coordinamento fra i diversi livelli di governo in materia di finanza pubblica.
Fa presente che, nel definire i principi fondamentali del sistema di finanziamento delle autonomia territoriali, il disegno di legge distingue tra le spese connesse alle funzioni corrispondenti ai livelli essenziali delle prestazioni, di cui all'articolo 117, secondo comma, lettera m), della Costituzione e quelle inerenti le funzioni fondamentali degli enti locali di cui al citato articolo 117, secondo comma, lettera p), della Costituzione - per le quali si prevede l'integrale copertura del fabbisogno - e le altre funzioni, per le quali si prevede la perequazione delle capacità fiscali. Un diverso trattamento, intermedio rispetto alle precedenti funzioni, è previsto per il

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trasporto pubblico locale, nonché per gli interventi speciali di cui al quinto comma dell'articolo 119 della Costituzione.
Rileva che, tra le funzioni riconducibili al suddetto vincolo costituzionale di cui all'articolo 117, secondo comma, lettera m), della Costituzione, sono comprese la sanità, l'assistenza e l'istruzione, quest'ultima limitatamente alle spese per i servizi e le prestazioni inerenti all'esercizio del diritto allo studio, nonché per le altre funzioni di carattere amministrativo già ora attribuite alle regioni. Per tali funzioni, concernenti diritti civili e sociali, spetta allo Stato definire i livelli essenziali delle prestazioni, che devono essere garantiti su tutto il territorio nazionale in condizione di efficienza e di appropriatezza e, ad essi, sono associati i costi standard necessari alla definizione dei relativi fabbisogni: il modello proposto configura, pertanto, un doppio canale perequativo, valido per tutti i livelli di governo.
Osserva che il disegno di legge reca, altresì, i criteri direttivi volti a individuare il complesso di tributi propri e compartecipazioni da assegnare ai diversi livelli di governo secondo il principio della territorialità e nel rispetto dei principi di sussidiarietà, differenziazione ed adeguatezza di cui all'articolo 118 della Costituzione, nonché le modalità di attribuzione agli stessi di cespiti patrimoniali, definendo un quadro diretto a consentire l'esercizio concreto dell'autonomia tributaria da parte dei governi decentrati, nonché un adeguato livello di flessibilità fiscale. Segnala, in particolare, che alle regioni, con riguardo ai presupposti non assoggettati ad imposizione da parte dello Stato, viene attribuito un complesso di poteri, quali quelli di istituire tributi regionali e locali, determinare variazioni delle aliquote o definire le agevolazioni che gli enti locali possono applicare nell'esercizio della loro autonomia, nonché istituire a favore di enti locali compartecipazioni al gettito dei tributi e delle compartecipazioni regionali.
Si sofferma, poi, brevemente sulle disposizioni di cui agli articoli da 3 a 5, che istituiscono un sistema di nuovi organi ai quali viene attribuito il compito di presiedere, sia a livello tecnico-operativo, sia consultivo-politico, al processo di attuazione della delega sul federalismo fiscale. Gli organi, collocati in una posizione intermedia tra le istituzioni coinvolte in tale processo (Parlamento, Governo e livelli di governo territoriali), sono i seguenti: Commissione parlamentare per l'attuazione del federalismo fiscale, con compiti, da un lato, consultivi sugli schemi dei decreti legislativi attuativi della delega e, dall'altro, di controllo sullo stato di attuazione della riforma; Commissione tecnica paritetica per l'attuazione del federalismo fiscale, con il compito principale di acquisire ed elaborare elementi conoscitivi per la predisposizione, da parte del Governo, degli schemi dei decreti legislativi; Conferenza permanente per il coordinamento della finanza pubblica, istituita all'interno della Conferenza unificata Stato-regioni-città.
Ricorda, inoltre, che il disegno di legge prevede il concorso di tutti i livelli di governo al conseguimento degli obiettivi della politica di bilancio nazionale, in coerenza con i vincoli posti dall'Unione europea e dai Trattati internazionali: nel nuovo assetto delle relazioni economico-finanziarie tra lo Stato e le autonomie territoriali prefigurato dal disegno di legge, il coordinamento della finanza pubblica assume un ruolo centrale e si estende anche al monitoraggio e al controllo dei livelli, dei costi e della qualità dei servizi pubblici; in tale prospettiva, il Patto di stabilità interno, sinora adottato per definire l'entità del concorso dei diversi enti territoriali agli obiettivi della politica di bilancio, dovrebbe essere ricondotto nell'ambito del «Patto di convergenza» previsto dall'articolo 17 del disegno di legge, consistente in un insieme di regole per il coordinamento dinamico della finanza pubblica che il Governo è chiamato a definire annualmente nell'ambito della legge finanziaria.
A conclusione dell'illustrazione introduttiva del complesso del provvedimento in esame, segnala, infine, l'innovativa portata dell'articolo 23, introdotto nel corso dell'esame al Senato, che affronta il tema

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dell'attuazione dell'articolo 114, terzo comma, della Costituzione (ove si dispone che la legge dello Stato disciplini l'ordinamento di Roma, capitale della Repubblica), prevedendo che a «Roma capitale» siano attribuite ulteriori funzioni amministrative in aggiunta a quelle già spettanti, concernenti, tra l'altro, lo sviluppo economico e sociale.
Rileva quindi che, in tale contesto normativo complessivo, si collocano le disposizioni di più diretto interesse della XI Commissione, sulle quali intende soffermarsi puntualmente.
In primo luogo, segnala l'articolo 2, comma 2, lettera ff), il quale, nell'ambito dei principi e criteri direttivi della delega, richiede che vi sia una corrispondenza - seppure solo tendenziale - tra autonomia impositiva e autonomia di gestione delle proprie risorse umane e strumentali da parte del settore pubblico; si prospetta, inoltre, il conferimento ai diversi livelli di governo, tramite appositi strumenti, di una apposita autonomia nella gestione della contrattazione collettiva.
Illustra poi l'articolo 7, comma 1, lettera d), n. 3), che definisce le modalità di attribuzione alle regioni del gettito dei tributi regionali istituiti con legge dello Stato e delle compartecipazioni ai tributi erariali in conformità al principio di territorialità: la citata disposizione, nello specifico, afferma che la ripartizione dei gettiti tra le diverse istituzioni deve avvenire in base al principio di territorialità e, in ogni caso, si deve tener conto, ai fini della ripartizione, del luogo di prestazione del lavoro, per quanto concerne i tributi basati sulla produzione.
Rammenta, quindi, che l'articolo 15 reca i principi e criteri direttivi a cui dovranno conformarsi i decreti legislativi attuativi dell'articolo 119, quinto comma, della Costituzione, in base al quale lo Stato destina risorse aggiuntive ed effettua interventi speciali in favore di determinati comuni, province, città metropolitane e regioni, al fine di promuovere lo sviluppo economico, la coesione e la solidarietà sociale, per rimuovere gli squilibri economici e sociali, per favorire l'effettivo esercizio dei diritti della persona o per provvedere a scopi diversi dal normale esercizio delle loro funzioni. In questo contesto, la lettera a) del comma 1 del citato articolo introduce, tra i criteri di delega, la definizione delle modalità per cui gli interventi sopra citati saranno finanziati con contributi speciali del bilancio statale, con finanziamenti dell'Unione europea e con co-finanziamenti nazionali, secondo il metodo della programmazione pluriennale.
Rimarca, poi, l'importanza della disposizione contenuta all'articolo 16, comma 1, lettera e), che - all'interno dei criteri per la definizione di un sistema premiante e di un sistema sanzionatorio da applicare nei confronti degli enti che risultino più o meno virtuosi rispetto al raggiungimento degli obiettivi di finanza pubblica ad essi imposti - specifica che i meccanismi premiali riguardano gli enti che incentivano l'occupazione e l'imprenditorialità femminile.
Si sofferma, da ultimo, sull'articolo 19, che disciplina le modalità ed i termini secondo cui il fondo perequativo di cui all'articolo 9, a partire dai decreti delegati che lo istituiscono e dalla sua fase di avvio, continuerà a garantire il sostegno integrativo alle regioni a statuto ordinario, nonché sull'articolo 22, comma 10, che individua, tra le funzioni fondamentali della città metropolitana, la promozione e il coordinamento dello sviluppo economico e sociale. Ricorda, infine, l'articolo 26, comma 2, lettera a), in materia di dotazione finanziaria, che stabilisce la coerenza tra il riordino e la riallocazione delle funzioni e la dotazione delle risorse umane e finanziarie, con il vincolo che al trasferimento delle funzioni corrisponda un trasferimento del personale tale da evitare ogni duplicazione di funzioni.
In conclusione, si riserva di formulare una proposta di parere sul provvedimento in esame al termine del dibattito, auspicando sin d'ora che sul testo si possa seguire un percorso già avviato proficuamente al Senato, al fine di dare risposte compiute alle esigenze che, in questa materia, emergono dal Paese.

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Preso atto, peraltro, che non vi sono richieste di intervento, rinvia il seguito dell'esame all'odierna seduta pomeridiana.

La seduta termina alle 13.20.

SEDE CONSULTIVA

Martedì 10 marzo 2009. - Presidenza del vicepresidente Giuliano CAZZOLA.

La seduta comincia alle 16.05.

Sui lavori della Commissione.

Giuliano CAZZOLA, presidente, comunica che è stata rappresentata alla presidenza della Commissione, da parte del Ministero del lavoro, della salute e delle politiche sociali, l'assoluta impossibilità di assicurare, a causa di concomitanti e indifferibili impegni di natura istituzionale e parlamentare, la presenza di un rappresentante del Governo alla prevista seduta per lo svolgimento di interrogazioni, già fissata per il prossimo giovedì 12 marzo. Avverte pertanto che la presidenza - preso atto della comunicazione ricevuta e invitato il Governo a garantire, per il futuro, la massima disponibilità alla partecipazione ai lavori della Commissione - ha prospettato l'esigenza di non differire lo svolgimento delle richiamate interrogazioni oltre i primi giorni della prossima settimana: in tal senso, è stata acquisita la disponibilità del Ministero ad assicurare la presenza di un proprio rappresentante nella seduta di martedì 17 marzo.
Fa presente, pertanto, che la presidenza si riserva conseguentemente di aggiornare le convocazioni della Commissione per la corrente settimana, rinviando all'Ufficio di presidenza, integrato dai rappresentanti dei gruppi, le determinazioni concernenti l'organizzazione dei lavori per la prossima settimana, precisando in ogni caso che, per giovedì 12 marzo, resta confermata la seduta delle Commissioni riunite XI e XII per il seguito della discussione e la votazione delle risoluzioni all'ordine del giorno.

La Commissione prende atto.

Maria Grazia GATTI (PD), pur prendendo atto dell'esigenza di rinviare lo svolgimento delle interrogazioni iscritte all'ordine del giorno della seduta di giovedì 12 marzo, si domanda come sia possibile confermare il seguito della discussione di risoluzioni in Commissione, in assenza del rappresentante del Governo.

Giuliano CAZZOLA, presidente, precisa che il competente rappresentante del Governo ha assicurato la propria presenza per la richiamata seduta delle Commissioni riunite, fissata per le ore 9 di giovedì 12 marzo, manifestando la propria indisponibilità soltanto per la prevista seduta pomeridiana della medesima giornata.

DL 05/09: Misure urgenti a sostegno dei settori industriali in crisi.
C. 2187 Governo.

(Parere alle Commissioni riunite VI e X).
(Esame e rinvio).

La Commissione inizia l'esame del provvedimento in titolo.

Massimiliano FEDRIGA (LNP), relatore, osserva che la Commissione è chiamata ad esprimere il parere di competenza alle Commissioni riunite VI e X sul disegno di legge di conversione del decreto-legge 10 febbraio 2009, n. 5, recante disposizioni a sostegno dei settori industriali in crisi: si tratta di un provvedimento d'urgenza adottato dal Governo per contribuire a fronteggiare l'attuale fase di difficoltà di taluni settori industriali, che potrebbe avere, più in generale, anche un impatto positivo sul complessivo sistema occupazionale. Segnala, infatti, che il decreto-legge intende promuovere interventi in favore di taluni dei comparti maggiormente esposti alla crisi economica - come

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quello dell'automobile e del mobile, degli elettrodomestici ad alta efficienza energetica, nonché degli apparecchi televisivi e dei computer - ossia di comparti industriali per i quali si rendono necessarie iniziative tese ad un rilancio produttivo immediato che possa determinare conseguenze positive su tutto il sistema imprenditoriale, anche non direttamente connesso alla grande industria, ma ad esso collegato, sia in termini di filiera - in particolare nel settore della componentistica - che di indotto.
Giudica evidente, peraltro, che le misure recate dal provvedimento in esame mirano anche ad un incremento del volume e della tempistica dei consumi, da cui potrebbe derivare, a sua volta, un aumento della domanda interna che sia in grado di sostenere adeguatamente - in questa fase di difficoltà - la produzione industriale italiana nel suo complesso, con auspicabili effetti in termini di salvaguardia dei livelli occupazionali.
Si sofferma, pertanto, sull'articolo 1, ritenendo che vada anzitutto sottolineato che esso ha lo scopo di realizzare un nuovo e più incisivo programma di intervento ambientale sul parco circolante di autovetture ed autoveicoli, mirando a coniugare gli obiettivi di tutela ambientale con quelli di qualificazione dei consumi e di stimolo alla crescita e all'occupazione, molto importanti in una situazione economica come quella attuale. In particolare, si concedono incentivi per la sostituzione di veicoli inquinanti con altri meno inquinanti, si incrementa la misura dei vigenti incentivi per l'acquisto di veicoli ecologici e per l'installazione di impianti a metano e a GPL e si concedono contributi per l'installazione di filtri antiparticolato su veicoli utilizzati dalle aziende che svolgono servizi di pubblica utilità.
Sottolinea, poi, che l'articolo 2 prevede una detrazione del 20 per cento delle spese documentate, nella misura massima di 10.000 euro ripartita in cinque annualità, sostenute dal 7 febbraio 2009 al 31 dicembre 2009 per l'acquisto di mobili, elettrodomestici ad alta efficienza energetica, nonché apparecchi televisivi e computer, finalizzati all'arredo di un immobile per il quale siano effettuati a partire dal 1o luglio 2008 interventi di ristrutturazione edilizia, secondo le procedure che permettono la detrazione IRPEF del 36 per cento delle spese sostenute.
Con riferimento al citato articolo 2, segnala, per quanto attiene più specificamente ai profili di interesse della XI Commissione, il comma 3, che reca una disposizione di natura «programmatica», prevedendo che, entro trenta giorni dalla data di entrata in vigore del decreto-legge (11 febbraio 2009), la Presidenza del Consiglio dei Ministri promuova la stipula di un apposito protocollo di intenti con i produttori dei beni per i quali sono previsti gli incentivi di cui al decreto-legge medesimo. Nel protocollo sono definiti gli impegni assunti in ordine alle garanzie di mantenimento dei livelli occupazionali, alle modalità con le quali assicurare il rispetto dei termini di pagamento previsti nei rapporti con fornitori e con gli altri soggetti della filiera produttiva e distributiva, nonché allo sviluppo e al mantenimento di iniziative promozionali finalizzate a stimolare la domanda e a migliorare l'offerta anche dei servizi di assistenza e manutenzione.
Osserva, quindi, che un impatto significativo sul versante dell'impiego e delle opportunità di lavoro potranno avere anche gli articoli 3 e 4 del decreto-legge n. 5 del 2009, considerato che l'uno modifica la disciplina fiscale dei distretti produttivi, estesa anche alle reti di imprese e alle catene di fornitura, reintroducendo il regime fiscale previsto dalla legge finanziaria 2006, mentre l'altro delinea un beneficio fiscale diretto a favorire le aggregazioni aziendali (fusioni, scissioni e conferimenti) effettuate nel 2009, attraverso il riconoscimento gratuito del maggior valore attribuito ai beni materiali e immateriali. Evidenzia come si tratti di interventi di rilievo strategico, in quanto finalizzati ad incentivare le imprese all'incremento delle loro dimensioni operative, per affrontare in modo più efficace l'attuale periodo di

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recessione e per risultare maggiormente competitive anche in un contesto di mercato più ampio di quello nazionale.
Con riguardo all'articolo 3, peraltro, rileva che il comma 3 contiene una interessante norma di semplificazione, che dispone che lo svolgimento delle funzioni di assistenza alle imprese, esercitate dai comuni prioritariamente attraverso gli sportelli unici per le attività produttive, possano essere svolte anche avvalendosi di strutture tecnico-organizzative dei consorzi di sviluppo industriale.
In conclusione - preso atto del contenuto del provvedimento in esame, che prevede un sostegno alle imprese in crisi anche allo scopo di contribuire, ove possibile, alla salvaguardia dei livelli occupazionali esistenti, perseguendo peraltro obiettivi di rispetto ambientale e di stimolo ai consumi - ritiene che vi siano le condizioni per un orientamento favorevole della Commissione. Considerata, peraltro, l'opportunità di verificare se le Commissioni di merito apporteranno - nel corso dell'esame in sede referente - eventuali modifiche al testo, si riserva di formulare, in occasione delle prossime sedute, una proposta di parere, che possa eventualmente dare conto di utili elementi di riflessione sulle materie oggetto del provvedimento, anche alla luce degli spunti che potranno emergere dal dibattito.

Ivano MIGLIOLI (PD), pur apprezzando la disponibilità manifestata dal relatore ad attendere l'esito dell'esame delle Commissioni di merito e a valutare gli spunti che potranno emergere dal presente dibattito ai fini della formulazione della proposta di parere, dichiara di ritenere il provvedimento in discussione, allo stato, totalmente inadeguato a fronteggiare la grave crisi in atto a livello mondiale e nel Paese. Fa notare che la situazione economica italiana è in costante peggioramento e che risultano essere molto gravi le ripercussioni sul versante occupazionale, come d'altronde si evince, non soltanto dai dati ufficiali prodotti in queste ore dagli organismi e dagli istituti competenti, ma anche dai comunicati resi dai Ministri del lavoro e delle finanze dell'Unione europea in occasione degli incontri svoltisi in questi giorni in sede comunitaria. Fa pertanto presente che - a differenza di quanto dichiarato, di recente, dal Presidente del Consiglio dei ministri - le informazioni relative all'aggravarsi della situazione economica diffuse nei giorni scorsi dalla stampa sono fondate e non risultano il frutto di una presunta interpretazione distorta della realtà.
Rileva, dunque, la necessità di intervenire con forza sul fronte occupazionale, prevedendo misure a sostegno dei lavoratori che rischiano il posto di lavoro; al contempo, giudica essenziale una azione mirata anche sul versante imprenditoriale, offrendo un valido aiuto al sistema industriale nel suo complesso. In tal senso, fa notare che il provvedimento all'esame, pur recando misure che vengono definite urgenti, non prevede interventi in grado di rilanciare lo sviluppo economico ed i consumi.
Ritiene che, a dispetto delle dichiarazioni pubbliche rese prima dell'estate dal Ministro dell'economia e delle finanze in ordine ai provvedimenti in quei giorni adottati dal Governo, le misure successivamente messe in campo attraverso vari strumenti normativi in materia finanziaria - che hanno provveduto a modificare nel tempo quanto disposto in precedenza in tema di sostegno al lavoro e all'impresa - testimonino come vi sia stata, sin dall'inizio, una generale sottovalutazione della crisi economica in atto. Inoltre, a conferma dell'insufficienza degli stanziamenti previsti per il rilancio dell'economia, molto inferiori rispetto a quelli decisi dagli altri Paesi europei, osserva che il Governo, proprio mentre si sta discutendo del decreto-legge in esame, continua a lavorare ad ulteriori interventi, al fine di fronteggiare una crisi sempre più drammatica e difficile da contrastare.
Soffermandosi poi sulle misure che il Governo ha annunciato di voler introdurre per rilanciare le opere infrastrutturali nel Paese ed esprimendo perplessità sull'utilità di alcuni degli interventi ipotizzati, fa notare che gli stanziamenti previsti a tale

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scopo derivano dal Fondo per le aree sottosviluppate e che tali somme non potranno essere immediatamente disponibili, attesa l'esigenza di rispettare i tempi tecnici necessari. Rileva, al riguardo, che sarebbe stata auspicabile una interpretazione più flessibile del patto di stabilità, che potesse favorire la realizzazione di un piano infrastrutturale locale da parte dei comuni più virtuosi dal punto di vista dell'amministrazione della finanza pubblica, evitando di attribuire ingenti risorse a realtà locali rivelatesi, invece, incapaci di tenere i bilanci in equilibrio.
Ritiene, altresì, che il provvedimento in esame preveda esclusivamente interventi a sostegno di alcuni comparti della grande industria, ignorando completamente le piccole e medie imprese, soprattutto in alcuni importanti settori come quello tessile e ceramico, che rappresentano parte rilevante del tessuto produttivo italiano. Fa notare, pertanto, che sarebbe stato preferibile un intervento di sgravio fiscale più consistente, esteso all'intera filiera produttiva, da realizzare attraverso la previsione di agevolazioni collegate ad investimenti nell'innovazione e nella ricerca operati nei vari distretti.
Dopo aver sottolineato la necessità di ridefinire il quadro dei rapporti tra imprese e banche al fine di favorire il ricorso al credito da parte del sistema produttivo italiano, attraverso la previsione di condizioni di accesso al credito più favorevoli, ritiene conclusivamente che la grave crisi in atto richieda misure di natura strutturale, che il provvedimento in questione non sembra contenere. Per tali ragioni, fa presente che il suo gruppo rinvia ogni ulteriore valutazione sul provvedimento al termine dell'esame degli emendamenti presso le Commissioni di merito, riservandosi di esprimere in quel momento un giudizio definitivo.

Donella MATTESINI (PD), nell'associarsi alle considerazioni espresse dal deputato Miglioli a nome del suo gruppo, sottolinea l'inadeguatezza delle misure introdotte con il provvedimento in esame, che esclude dagli interventi di sostegno le piccole e medie imprese di alcuni rilevanti settori, come quello tessile ed orafo, che attualmente si trovano in evidente difficoltà. Rileva pertanto una mancanza di visione strategica nell'affrontare la crisi economica attuale, connessa all'incapacità di collegare le misure introdotte ad una prospettiva di sviluppo di più lunga durata, per esempio attraverso la previsione di forme di finanziamento subordinate ad investimenti in innovazione e ricerca, che siano in grado di evocare il concetto di responsabilità sociale dell'impresa e di rilanciare i livelli occupazionali.
Soffermandosi sullo specifico contenuto degli articoli del decreto-legge, osserva che le agevolazioni fiscali previste agli articoli 2 e 3 non hanno un'efficacia immediata, essendo in alcuni casi la loro attuazione addirittura rinviata all'emanazione di successivi atti amministrativi. Con riferimento, poi, al regime fiscale dei distretti produttivi previsto all'articolo 3 (che riproduce una disciplina peraltro già prevista dalla legge finanziaria per il 2006), evidenzia una contraddizione tra l'attenzione prestata - con il testo in esame - dal Governo alla materia dei distretti e la poca considerazione riservata allo stesso argomento dall'Esecutivo nella trattativa che ha portato le parti sociali al raggiungimento dell'Accordo-quadro volto a riformare il sistema delle relazioni industriali.
In conclusione, ritiene che con il provvedimento in esame il Governo illuda l'opinione pubblica sulla possibilità di realizzare significativi interventi di sostegno alle aziende, mentre in realtà si limita a spostare in avanti i termini della soluzione dei problemi, che richiederebbero pronte ed efficaci misure di immediata applicazione, piuttosto che limitati interventi di natura assistenziale.

Massimiliano FEDRIGA (LNP), relatore, intervenendo per una precisazione, specifica che le detrazioni per l'acquisto di determinati beni previste all'articolo 2 avranno un'efficacia immediata, coprendo le spese effettuate dal 7 febbraio 2009 al 31 dicembre 2009.

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Maria Grazia GATTI (PD), preso atto che il Governo - come rilevato anche dalla documentazione prodotta dagli uffici - provvede alla copertura finanziaria del provvedimento in esame ricorrendo a forme di stanziamento che fanno riferimento a fondi istituiti per altri scopi (come, ad esempio, la legge n. 488), giudica inaccettabile tale situazione, che sta ormai assumendo un carattere di consuetudine e di stabilità non più trascurabile. Esprime, quindi, perplessità sugli sgravi fiscali previsti all'articolo 3, che ritiene possano avvantaggiare solo alcune imprese a discapito di altre, rilevando come - attesa anche la difficoltà di definire con precisione il concetto di distretto - sarebbe stato più opportuno legare tali forme di incentivo alla filiera produttiva, eventualmente subordinandole ad investimenti nel campo dell'innovazione. Al contempo, paventa il rischio che principi come quello del «consolidato fiscale» o del «concordato preventivo» possano trasferire i costi della crisi tra le diverse imprese, alimentando situazioni di seria difficoltà.
In conclusione, fa notare che per un'efficace azione a sostegno dei consumi e dello sviluppo produttivo non si possa prescindere anche da una riflessione approfondita sul tema dell'accesso al credito da parte delle imprese, lavorando con cura sul rapporto tra il sistema bancario, le aziende e gli stessi cittadini lavoratori.

Amalia SCHIRRU (PD), dopo aver segnalato l'esigenza di chiarire i criteri ai quali il Governo ha fatto ricorso per individuare i settori dell'industria in crisi da far rientrare nell'ambito di operatività del provvedimento in esame, rileva la necessità di accompagnare le misure introdotte dal decreto-legge n. 5 del 2009 con interventi più strutturali, volti a sostenere l'occupazione e a rilanciare di conseguenza i consumi dei cittadini.
Si interroga, altresì, sulla sorte degli accordi di programma nel frattempo sottoscritti a livello locale e finalizzati alla definizione dello sviluppo industriale, soprattutto nelle zone del Mezzogiorno, prospettando l'opportunità di comprendere se tali accordi debbano considerarsi ormai superati dalle nuove disposizioni d'urgenza. In questo quadro, peraltro, mette in rilievo la delicata situazione che sta vivendo la regione Sardegna, nella quale molte realtà imprenditoriali risultano in grave crisi, con evidenti ripercussioni per i livelli occupazionali sul territorio.

Giuliano CAZZOLA, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.

Delega al Governo in materia di federalismo fiscale.
C. 2105 Governo, approvato dal Senato, e abb.

(Parere alle Commissioni riunite V e VI).
(Seguito dell'esame e rinvio).

La Commissione prosegue l'esame del provvedimento in titolo, rinviato nell'odierna seduta antimeridiana.

Giuliano CAZZOLA, presidente, ricorda che nella precedente seduta antimeridiana si è svolta la relazione introduttiva e che si è convenuto di avviare, dalla corrente seduta, il dibattito di carattere generale sul provvedimento in esame.

Teresa BELLANOVA (PD) fa presente che, poiché diversi deputati del suo gruppo intendono intervenire nel dibattito, occorre poter disporre di utili elementi di certezza in ordine all'organizzazione dei lavori della Commissione per l'esame in sede consultiva, anche in modo da assicurare tempi sufficientemente congrui ai parlamentari interessati a svolgere - a partire dalla prossima seduta - le proprie riflessioni. A tal fine, invita la presidenza a verificare presso le Commissioni di merito quali siano i termini previsti per la conclusione dell'esame dei numerosi emendamenti presentati, dalla cui eventuale approvazione potrebbero anche derivare profili di interesse per la stessa XI Commissione.

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Giuliano CAZZOLA, presidente, ricordato che il provvedimento risulta, al momento, iscritto nel calendario dei lavori dell'Assemblea a partire da lunedì 16 marzo, assicura che saranno avviate le opportune verifiche presso le Commissioni di merito, in modo da valutare la possibile prosecuzione dell'esame in sede consultiva in Commissione per l'intera settimana di lavoro parlamentare. Ritiene peraltro che - anche qualora il termine richiamato fosse confermato - risulterebbe comunque opportuno prevedere una ulteriore seduta in sede consultiva nella giornata di giovedì 12 marzo; si riserva conseguentemente di rappresentare tale questione alla presidenza, ai fini delle valutazioni di competenza in ordine all'organizzazione dei lavori della Commissione.
Nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia, quindi, il seguito dell'esame ad altra seduta.

La seduta termina alle 16.55.