CAMERA DEI DEPUTATI
Mercoledì 25 febbraio 2009
144.
XVI LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Commissioni Riunite (VI e X)
COMUNICATO
Pag. 24

SEDE REFERENTE

Mercoledì 25 febbraio 2009. - Presidenza del presidente della X Commissione, Andrea GIBELLI. - Interviene il sottosegretario di Stato dello sviluppo economico Paolo Romani.

La seduta comincia alle 9.05.

DL 05/09: Misure urgenti a sostegno dei settori industriali in crisi.
C. 2187 Governo.

(Seguito esame e rinvio).

Le Commissioni proseguono l'esame del provvedimento in oggetto, rinviato nella seduta di ieri.

Ludovico VICO (PD), sottolinea anzitutto che quello in discussione è un provvedimento di grande rilievo e che il suo profilo è senz'altro migliorabile con il proficuo lavoro delle Commissioni; sulle relazioni svolte ieri rimarca che, in particolare quella del collega Milanese, risultava eccessivamente «entusiastica» mentre rilievi critici sul testo del decreto possono senz'altro essere mossi, in particolare in relazione alle modalità e all'entità dei finanziamenti.
Il gruppo del PD ritiene importante e prioritario apportare modificazioni di sostanza al provvedimento, sia includendo nelle sue disposizioni aiuti a settori che non sono stati considerati, sia correggendo talune misure già previste per i settori già individuati; in relazione ad esempio agli aiuti previsti per il settore dell'auto, ritiene che sarebbe necessario intervenire su tutta la filiera, con maggiori risorse che potrebbero stimolare l'indotto. Tutto il settore è in sofferenza e l'intervento non può essere limitato alla concessione di bonus per la rottamazione.
Un altro settore sul quale ritiene indispensabile introdurre specifiche misure è quello del metallurgico, messo in crisi da

Pag. 25

forti spinte di carattere protezionistico che provengono dall'estero, in particolare dagli Stati Uniti.
Rileva inoltre che, se si ha la finalità di dare un impulso al settore del mobile, appare fortemente limitativo collegare le misure alle ristrutturazioni; occorre poi mettere in rilievo il grande assente da questo provvedimento, che è il settore del tessile: su tale fronte sarà indubbiamente necessario introdurre misure che riguardino eventualmente la collegata tutela del made in Italy.
Infine, pur apprezzando le misure relative alla fiscalità di vantaggio per i distretti, ritiene che anche su tali disposizioni sia possibile prevedere qualcosa di più e costruire un indirizzo più pregnante e significativo.

Savino PEZZOTTA (UdC) osserva preliminarmente che la scelta del Governo di sostenere i consumi, cui è ispirato il provvedimento in esame, merita approvazione. Sottolinea, tuttavia, che politiche di sostegno al consumo non possono prescindere da quelle di sostegno al reddito, altrimenti si corre il rischio di approvare provvedimenti solo in teoria interessanti per il settore industriale poiché non vi sarebbe il reddito necessario per consentirne il rilancio. Rileva altresì che in altri Paesi europei, quali la Gran Bretagna, si stanno mettendo a punto nuovi processi di industrializzazione e sollecita la Commissione ad approfondire la questione al fine di promuovere scelte in tal senso anche sul territorio italiano.
Osserva che nel decreto-legge in esame manca qualsiasi riferimento al settore tessile attualmente attraversato da una grave crisi. Al riguardo, ritiene che si dovrebbe pensare ad un utilizzo diverso degli ammortizzatori valutandone l'impatto sul mercato e quindi sul sistema delle imprese.
Rileva che gli incentivi più consistenti sono destinati al settore auto, osservando però che le modalità previste sono del tutto analoghe a quelle recate da precedenti provvedimenti in materia i quali, tuttavia, si inserivano in un contesto economico-produttivo assolutamente diverso da quello attuale. Lamenta che le disposizioni in esame non prevedano incentivi per chi rottama un'auto inquinante senza acquistarne una di nuova generazione e del resto chi compra un veicolo ecologico non è obbligato alla demolizione, qualora in suo possesso, del modello più inquinante, interventi che invece sarebbero necessari per una reale azione di tutela ambientale; aggiunge che, per il rilancio del settore, sarebbe opportuno eliminare il bollo auto. Ricorda che all'articolo 1 sono previsti incentivi da 1.000 a 5.000 euro per l'acquisto di auto ecologiche a gas, elettriche o ad idrogeno. Al riguardo osserva che gli incentivi saranno utilizzati quasi esclusivamente per l'acquisto di auto a metano, dal momento che il settore dell'auto elettrica stenta a decollare per i costi elevati e l'assenza di una rete distributori elettrici, mentre le auto ad idrogeno sono scarsissimamente diffuse per i noti problemi di stivaggio dell'elemento in serbatoi sicuri. Ritiene che per l'acquisto di un veicolo ecologico, oltre agli incentivi in discussione, si sarebbe dovuto prevedere un finanziamento a tasso 0 per il pagamento rateale. La stessa misura dovrebbe applicarsi anche all'acquisto di elettrodomestici, per i quali gli incentivi sono limitati ai soli modelli ad alta efficienza energetica.
Giudica positivamente l'individuazione di misure fiscali di vantaggio per i distretti produttivi, ma rileva che tali soggetti tuttavia risultano troppo legati ad una dimensione territoriale che non tiene sufficientemente in considerazione il concetto di rete di imprese. Rileva altresì che manca l'identificazione giuridica del soggetto distretto e, di conseguenza, un organismo di rappresentanza dei distretti nei rapporti con gli enti locali e con il fisco; in questo modo, si rischia di introdurre solamente un ulteriore livello burocratico senza promuovere la realtà delle reti di imprese. Ritiene inoltre che lo stanziamento di 10 milioni di euro per il 2009 sia

Pag. 26

del tutto insufficiente a sostenere le realtà dei distretti produttivi e delle reti d'impresa.
Sottolinea, infine, la necessità di salvaguardare la cultura industriale del Paese indispensabile sia per i lavoratori dipendenti sia per gli imprenditori. A questo fine, riterrebbe preferibile utilizzare gli stanziamenti destinati agli ammortizzatori sociali per impedire la chiusura delle aziende in un momento di grave difficoltà.

Andrea GIBELLI, presidente, nell'imminenza dell'inizio dei lavori dell'Assemblea, rinvia il seguito del dibattito alla seduta già prevista alle 13.30 della giornata odierna.

La seduta termina alle 9.35.

SEDE REFERENTE

Mercoledì 25 febbraio 2009. - Presidenza del presidente della X Commissione, Andrea GIBELLI. - Interviene il sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze Alberto Giorgetti.

La seduta comincia alle 13.35.

DL 05/09: Misure urgenti a sostegno dei settori industriali in crisi.
C. 2187 Governo.

(Seguito esame e rinvio).

Le Commissioni proseguono l'esame del provvedimento in oggetto, rinviato nella seduta di questa mattina.

Sergio Antonio D'ANTONI (PD), richiamando le considerazioni già espresse nel corso della precedente seduta dal deputato Fluvi, rileva come non sia accettabile costringere le Commissioni ad esaminare un provvedimento di tale importanza esclusivamente nei ritagli di tempo.

Andrea GIBELLI, presidente, segnala che l'osservazione del collega D'Antoni non è isolata e che gli uffici di presidenza congiunti senz'altro cercheranno di individuare un percorso che consenta un adeguato esame preliminare del provvedimento in esame.

Sergio Antonio D'ANTONI (PD) prende atto delle dichiarazioni del Presidente circa l'organizzazione dei lavori.
Passando quindi al merito del provvedimento, rileva come le considerazioni espresse dal relatore per la Commissione Finanze, Milanese, non rispecchino in alcun modo il reale contenuto del provvedimento, ed assumano, quindi, esclusivamente una valenza propagandistica. Ritiene, invece, che la grave situazione di crisi nella quale versa l'economia italiana debba essere affrontata in termini concreti, evitando di dividersi tra ottimisti e catastrofisti. Occorre, in questo contesto, che il Governo prenda atto della gravità della situazione e la affronti in quanto tale, anche al fine di prevenire gli sviluppi futuri della situazione, che rischiano di risultare ancora peggiori. Al contrario, l'Esecutivo ha finora compiuto numerosi errori di politica economica, ad esempio adottando misure di detassazione degli straordinari che, oltre a risultare inutili, nell'attuale fase economica rischiano di produrre, paradossalmente, una ulteriore riduzione dell'occupazione.
Il decreto-legge costituisce quindi un'occasione da non perdere per compiere una valutazione più seria della crisi ed individuare misure utili a fronteggiarla. Peraltro il provvedimento, per come attualmente formulato, non è in grado di fronteggiare la situazione, ed anzi il ritardo con il quale le misure in esso contenute sono state adottate, asseritamente in attesa delle decisioni in sede comunitaria, hanno probabilmente indotto molti consumatori a ritardare le proprie decisioni di spesa in alcuni settori, quali quello automobilistico, per attendere l'entrata in vigore delle misure agevolative.

Pag. 27

Considera quindi necessario migliorare notevolmente il testo, ad esempio per quanto riguarda le misure in favore del settore del mobile, che appaiono chiaramente insufficienti, prevedendo inoltre interventi specifici per molti altri settori produttivi, che necessitano di aiuti concreti, sia pure di stampo non protezionistico. A tale riguardo segnala in particolare la criticità della situazione nella quale versa il settore tessile e della moda, testimoniata dall'allarme e dalle proteste che stanno sorgendo in un distretto molto significativo per il comparto, quale quello di Prato.
Ritiene quindi indispensabile compiere un attento esame delle condizioni del settore industriale italiano nel suo complesso, al fine di individuare misure adeguate a ridare prospettive di ripresa agli operatori.
Un'ulteriore questione, che dovrà peraltro essere affrontata in una sede diversa, riguarda la tematica degli ammortizzatori sociali, per i quali, nelle more della contrattazione in atto tra il Governo e le regioni, non sono chiare né le risorse né gli ambiti soggettivi di applicazione.
Considera inoltre molto discutibili le modalità di copertura degli oneri finanziari del provvedimento, definite dall'articolo 8, il quale sembra utilizzare sostanzialmente risorse già utilizzate per precedenti interventi legislativi. Tale scelta, evidentemente non casuale, induce a ritenere che il Governo stesso escluda l'applicabilità concreta di molte delle norme contenute nel decreto-legge, le quali dunque non determineranno alcun onere per la finanza pubblica. In tale contesto ritiene inoltre scandaloso il fatto che vengano utilizzati a copertura di interventi di natura generale risorse finanziarie già stanziate per l'industrializzazione delle aree deboli, svuotando inoltre lo strumento del credito d'imposta per le iniziative produttive nelle aree deboli del Paese, con la giustificazione che tali misure non sarebbero adeguatamente coperte.
Reputa quindi, in conclusione, che l'esame del provvedimento costituisca la sede opportuna per individuare gli strumenti necessari a fronteggiare la situazione attuale, evitando di ricorrere a misure assolutamente inconsistenti, che si limitano a nascondere la realtà dei fatti, con i quali occorre invece misurarsi, senza togliere risorse alle aree più deboli del Paese.

Giovanni FAVA (LNP), riservandosi di intervenire in modo più compiuto in altra occasione, ritiene opportuno, in considerazione della mancanza di tempo, svolgere brevemente alcune osservazioni sollecitate anche dall'intervento del collega D'Antoni. Ritiene anzitutto condivisibile, e ritiene di parlare a nome del suo gruppo politico, il rilievo sulla necessità di prevedere misure di aiuto anche dirette al settore del tessile. Giudica condivisibile la scelta del Governo in materia di utilizzo di fondi derivanti dalla legge n. 488 del 1992 perché vi sono moltissime risorse poco o male utilizzate, o del tutto inutilizzate che è opportuno destinare alle aree svantaggiate. Ritiene infine condivisibili i rilievi sulla tecnicalità delle disposizioni in esame, sottolineando che l'intervento del Parlamento dovrà essere orientato ad estendere le disposizioni incentivanti anche ad altri settori industriali.

Enzo RAISI (PdL), relatore per la X Commissione, ritiene anzitutto necessario chiarire che, di fronte alla grave crisi internazionale in atto, l'Italia, a causa della particolare composizione del suo sistema industriale, mette in luce in questo momento tutte le debolezze preesistenti. Il Governo ha scelto, con i vari provvedimenti messi in essere, alcuni settori sui quali ritiene prioritario intervenire di fronte ad una crisi particolarmente complessa.
Ritiene che il provvedimento in esame può essere modificato e migliorato, per favorire eventualmente anche settori contigui, quali tutto il settore dell'indotto collegato all'industria automobilistica; i relatori sono intenzionati ad ascoltare con attenzione e a valutare con spirito costruttivo

Pag. 28

gli elementi che provengono dal dibattito e le varie proposte avanzate. Concorda quindi sul fatto che il provvedimento sia migliorabile, ma ritiene ingeneroso amplificarne le criticità e gli elementi di debolezza.

Andrea GIBELLI, presidente, in relazione agli ulteriori impegno delle due Commissioni rinvia quindi il seguito dell'esame ad altra seduta.

La seduta termina alle 14.