CAMERA DEI DEPUTATI
Giovedì 19 febbraio 2009
141.
XVI LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Cultura, scienza e istruzione (VII)
COMUNICATO
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UFFICIO DI PRESIDENZA INTEGRATO DAI RAPPRESENTANTI DEI GRUPPI

Giovedì 19 febbraio 2009.

L'ufficio di presidenza si è riunito dalle 13.30 alle 13.45.

SEDE CONSULTIVA

Giovedì 19 febbraio 2009. - Presidenza del presidente Valentina APREA.

La seduta comincia alle 17.45.

Norme in materia di intercettazioni telefoniche, telematiche e ambientali.
Nuovo testo C. 1415 Governo e abbinate.

(Parere alla II Commissione).
(Seguito dell'esame e conclusione - Parere favorevole con condizione).

La Commissione prosegue l'esame del provvedimento in oggetto, rinviato il 18 febbraio 2009.

Giorgio LAINATI (PdL), relatore, rileva innanzitutto che con il provvedimento in esame non si configura assolutamente una svolta autoritaria. Ritiene d'altra parte che la sua parte politica non possa certo prendere lezioni di democrazia da nessuno, non potendo essere accusata di assumere decisioni autoritarie, o illiberali; né si è in presenza di alcun regime. Segnala, a questo proposito, che la stessa attuale opposizione, in passato, ha sostenuto governi nati non da consultazioni elettorali, ma da passaggi di parlamentari da una parte all'altra degli schieramenti. Sottolinea, quindi, che la difesa della libertà di stampa è, per la parte politica a cui appartiene, assolutamente fondamentale e non vi è alcuna intenzione di sopprimerla o reprimerla. Vuole solo ricordare che addetti stampa di rappresentanti di governo del centrodestra hanno avuto la vita letteralmente rovinata da indagini basate essenzialmente su un uso, a suo giudizio, non corretto delle intercettazioni telefoniche. L'accusa di svolta autoritaria lanciata dall'opposizione non

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solo quindi lascia sconcertati, ma deve essere respinta al mittente. Sottolinea quindi l'importanza di porre un argine all'uso arbitrario delle intercettazioni, ricordando che la proposta di parere recepisce le osservazioni sollevate dall'opposizione. Illustra quindi una proposta di parere favorevole con condizione sul provvedimento in oggetto (vedi allegato 1).

Giuseppe GIULIETTI (IdV) ribadisce che la disciplina in esame solleva molte perplessità soprattutto in considerazione del fatto che le norme che dovrebbero tutelare il diritto alla privacy dei cittadini appaiono assolutamente inefficaci. Non intende cadere nella trappola di una contrapposizione verbale e verbosa con la maggioranza, ritenendo che la fondatezza degli argomenti non si basi sull'utilizzo più o meno elegante di avverbi o aggettivi. Ritiene invece che sussiste una cattiva formulazione delle norme che andrebbero cambiate; sarà possibile, nel corso dell'esame in Assemblea, superare le contraddizioni di un provvedimento che, allo stato attuale, non fa altro che facilitare il commercio clandestino di verbali di intercettazioni telefoniche. Gli atti non più coperti da segreto saranno infatti a disposizione di avvocati e impiegati che potranno venderli liberamente senza nessun controllo. Ribadisce quindi che si tratta di una norma inutile in quanto non raggiunge l'obiettivo per il quale è prevista e anzi tende ad aggravare ancora di più la situazione. Ricorda ancora che in sede europea si è già evidenziato come che la rilevanza sociale di una notizia deve prevalere su tutto; vi è quindi una contraddizione anche con le decisioni assunte in ambito comunitario. Preannuncia, quindi, il voto contrario sulla proposta di parere presentata dal relatore, condividendo al contrario le considerazioni espresse dal collega Levi nella seduta di ieri, che dovrebbero essere formalizzate in una proposta di parere alternativo.

Emerenzio BARBIERI (PdL) preannuncia il proprio voto di astensione sulla proposta di parere presentata, sia per il metodo seguito che per il merito. Ritiene infatti che le questioni poste dalla proposta di parere avrebbero dovuto essere discusse prima della seduta attraverso un confronto aperto che coinvolgesse tutti i membri della Commissione, almeno quelli della maggioranza. Nel merito, contesta poi la formulazione della proposta di parere che a suo parere non è precisa dal punto di vista formale, utilizzando per esempio in premessa formulazioni ambigue come il termine «appare». Non ritiene inoltre opportuno tutelare i magistrati come invece si fa con la proposta di parere del relatore, che contrasta così con il programma presentato agli elettori dal Popolo delle libertà. Rileva, inoltre, in merito alla lesione della reputazione di giornalisti derivante dalla diffusione inadeguata dei contenuti delle intercettazioni delle loro telefonate, che pur volendosi concordare con le considerazioni espresse in merito dal relatore, non può essere certo solo il magistrato a decidere quale pena deve essere irrogata al giornalista che diffonde le intercettazioni; ci deve essere invece una maggiore tassatività della pena.

Ricardo Franco LEVI (PD) illustra una proposta di parere contrario, alternativo a quella presentata dal relatore (vedi allegato 2).

Pierfelice ZAZZERA (IdV) preannuncia, anche a nome dei deputati del proprio gruppo, il voto contrario sulla proposta di parere presentata dal relatore, in quanto il provvedimento lede i principi cardine della libertà d'informazione. Aggiunge che il provvedimento contiene una serie di restrizioni, pene e sanzioni inadeguate, senza che la proposta di parere migliori di molto la situazione; vi è infatti un'emergenza democratica, in quanto con il provvedimento in esame si vuole evitare il controllo sulla politica ed in particolare sulla «mala politica» da parte della magistratura. Sottolinea, per esempio, che se il disegno di legge del Governo fosse stato già in vigore, non si sarebbero potute conoscere alcune vicende giudiziarie molto gravi, come ad esempio quelle relative

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all'avvocato Mills e al Presidente del Consiglio.

Valentina APREA, presidente, richiama il deputato Zazzera ad attenersi al contenuto della proposta di parere presentata dal relatore, nei limiti delle competenze della Commissione cultura.

Pierfelice ZAZZERA (IdV) ritiene in ogni caso che il provvedimento confermi che non vi è possibilità di comunicazione e di rapporto tra questo Governo e l'opposizione, rilevando che è grave che, in base a quanto è previsto dal progetto di legge in discussione, non si possa neanche diffondere le immagini, «guardare in faccia», i magistrati che contribuiscono con il loro lavoro a scoprire delitti molto gravi. È essenziale invece garantire la certezza della pena con strumenti adeguati. Rileva quindi che col provvedimento in esame si «tappa» la bocca agli scrittori e ai giornalisti, nonché agli editori liberi e indipendenti; proprio questi ultimi saranno costretti a guardare più alle casse del loro giornale che non alle notizie da diffondere, visto che nel caso di diffusione di notizie relative a procedimenti penali possono incorrere in pesanti sanzioni. Non esita quindi a definire il provvedimento una vera «porcheria», non condividendo neanche la proposta di parere alternativo presentata dal collega Levi.

Manuela GHIZZONI (PD) stigmatizza il fatto che i tempi per l'esame del provvedimento sono stati troppo pressati, pur riconoscendo che ciò non è imputabile all'organizzazione dei lavori della Commissione. Auspica quindi, per il futuro, che vi siano tempi più ampi di discussione su provvedimenti così importanti. Aggiunge, inoltre, che nella seduta di ieri il relatore aveva richiesto maggiore disponibilità all'opposizione per arrivare ad una soluzione condivisa; le considerazioni fatte all'inizio della seduta dal collega Lainati, peraltro, sono state assolutamente incompatibili con tale richiesta.

Paola GOISIS (LNP) preannuncia, anche a nome dei deputati del proprio gruppo, il voto favorevole sulla proposta di parere presentata, pur rilevando che la previsione della pena detentiva per i giornalisti appare grave, tanto da richiedere un approfondimento ulteriore sul punto nel corso dell'esame in Assemblea. Sottolinea inoltre che la posizione del proprio gruppo non è sicuramente giustizialista; occorre perseguire l'obiettivo della tutela della privacy, senza peraltro irrogare sanzioni sproporzionate ai fatti contestati. Evidenzia, infine, che i magistrati devono essere responsabili delle loro azioni in ogni caso, occorrendo perseguire tale obiettivo in modo prioritario.

Valentina APREA, presidente, ricorda che è stata presentata, da parte dei deputati Levi ed altri, una proposta alternativa di parere che è in distribuzione. Pone quindi in votazione la proposta di parere favorevole con condizione del relatore, avvertendo che, se questa risulterà approvata, sarà preclusa la proposta alternativa; se risulterà respinta, sarà messa in votazione la proposta alternativa.

La Commissione approva quindi la proposta di parere favorevole con condizione del relatore.

La seduta termina alle 18.30.