CAMERA DEI DEPUTATI
Martedì 17 febbraio 2009
139.
XVI LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Agricoltura (XIII)
COMUNICATO
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AUDIZIONI INFORMALI

Martedì 17 febbraio 2009.

Sulle tematiche relative ai prodotti ortofrutticoli di quarta gamma, con particolare riferimento alla proposta di legge C. 975 e alla risoluzione n. 7-00078.
Audizione dei rappresentanti della Sezione prodotti ortofrutticoli di quarta gamma dell'Associazione italiana industrie prodotti alimentari (AIIPA).

L'audizione informale si è svolta dalle 11.40 alle 12.35.

Audizione della direttrice dell'Ufficio II del Dipartimento della prevenzione e della comunicazione del Ministero del lavoro, della salute e delle politiche sociali, dottoressa Daniela Galeone.

L'audizione informale si è svolta dalle 12.35 alle 13.05.

SEDE CONSULTIVA

Martedì 17 febbraio 2009. - Presidenza del presidente Paolo RUSSO.

La seduta comincia alle 13.05.

DL 207/2008 proroga termini previsti da disposizioni legislative e disposizioni finanziarie urgenti.
C. 2198 Governo, approvato dal Senato.

(Parere alle Commissioni riunite I e V).
(Esame e conclusione - Parere favorevole).

La Commissione inizia l'esame del disegno di legge.

Nicodemo Nazzareno OLIVERIO (PD), intervenendo sull'ordine dei lavori, manifesta

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apprezzamento per il metodo di lavoro impostato dai colleghi Brandolini e Beccalossi nell'affrontare le tematiche relative ai prodotti ortofrutticoli di quarta gamma, che rappresenta correttamente l'ispirazione di fondo che anima i lavori della Commissione Agricoltura. Assolutamente non condivisibile è invece il metodo che la maggioranza e il Governo stanno utilizzando in relazione ai decreti-legge all'ordine del giorno, in quanto non democratico: si incardina oggi il provvedimento e lo si discute e lo si mette ai voti in meno di un'ora.
In tal modo alle Commissioni e all'Assemblea di fatto non è consentito discutere. E allora, in queste condizioni, dove si può svolgere l'attività parlamentare? Quale ruolo possono svolgere i deputati e le Commissioni? Come è possibile rappresentare le istanze del territorio e degli elettori? Diversa è almeno la condizione al Senato, dove spesso si affrontano i provvedimenti in prima lettura e in un ambito regolamentare differente.
Per quanto riguarda il decreto-legge n. 208, appare lesivo per la dignità del Parlamento e della Commissione Agricoltura, perché sopprime alcune misure contenute nel decreto-legge n. 171 del 2008, di rilancio del settore agroalimentare, sul quale si era venuta a formare una convergenza unitaria tra i gruppi. Sono stati così cancellati alcuni elementi essenziali dell'accordo che ha consentito la conversione del decreto. Inoltre, lo stesso Ministro delle risorse agricole alimentari e forestali aveva manifestato rammarico per tale soppressione e aveva assicurato il suo impegno per una soluzione della questione nel più breve tempo possibile, impegno che tuttavia non ha avuto alcun seguito. Invece, il Governo pensa a introdurre misure di sostegno per i «furbetti della mangiatoia» e per gli «splafonatori» delle quote-latte.
Ritiene quindi necessario conoscere in quale occasione si potrà finalmente discutere seriamente - senza decreti-legge - di politiche agricole e di tutti i temi di stringente attualità che la Commissione ha affrontato in questi mesi, come le agevolazioni previdenziali per le zone montane e svantaggiate, l'ammasso per i prodotti a lunga stagionatura, gli incentivi alle fusioni tra cooperative, i canoni demaniali marittimi, i contenziosi con l'INPS.
In conclusione, constatato che non vi è alcuna possibilità di discutere i provvedimenti oggi all'ordine del giorno, annuncia che i deputati del suo gruppo non parteciperanno oltre ai lavori della Commissione e abbandoneranno l'aula. Si tratta di una protesta che affida alla Presidenza, sottolineando come la difesa del ruolo della Commissione passi anche attraverso la concreta possibilità di legiferare nelle materie di competenza.

Anita DI GIUSEPPE (IdV) si associa, a nome del suo gruppo, alle rimostranze testé svolte dall'onorevole Oliverio e annuncia che pertanto, in segno di protesta contro un decreto che ignora le legittime istanze del mondo agricolo e preso atto dell'impossibilità di aprire una discussione, abbandonerà l'aula della Commissione.
Osserva altresì che il metodo non corretto che la maggioranza e il Governo stanno seguendo testimonia una sorta di «allergia» verso la possibilità di un aprire il dibattito sulle proposte del Governo. Formula infine l'auspicio che si ripristini quel metodo corretto di confronto fra le parti fin qui seguito in Commissione anche per la correttezza del comportamento dell'opposizione.

Giuseppe RUVOLO (UdC) chiede chiarimenti sul successivo ordine dei lavori.

Paolo RUSSO, presidente, osservando preliminarmente che le questioni poste riguardano non solo la Commissione Agricoltura, ma tutte le Commissioni, ricorda che la Commissione dovrà esprimere nella seduta odierna il parere sul disegno di legge C. 2198, di conversione del decreto-legge n. 207. È inoltre prevista l'espressione del parere anche sul disegno di legge C. 2206, di conversione del decreto-legge n. 208, in materia di risorse idriche: per tale provvedimento l'esame potrebbe concludersi anche nella giornata di domani, prima della seduta antimeridiana dell'Assemblea,

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ma poiché l'ulteriore tempo a disposizione non appare significativo, sarebbe preferibile pervenire alla formulazione del parere nella seduta odierna.
Desidera infine sottolineare che, nel merito, il provvedimento in esame contiene decisioni importanti e fortemente sostenute dalla Commissione, come quelle relative all'ICI sui fabbricati rurali e alla proroga del termine concernente la ristrutturazione del debito delle aziende sarde.

Monica FAENZI (PdL), relatore, osserva in via preliminare che effettivamente il decreto-legge n. 207 ha abrogato alcune disposizioni del decreto-legge n. 171, sul rilancio del settore agroalimentare, e ciò costituisce certamente un fattore di criticità anche per la maggioranza, che aveva condiviso quelle misure.
In particolare, le disposizioni abrogate dall'articolo 22, comma 2, sono le seguenti: l'articolo 1, comma 1, lettera c), numero 3), che aumentava di 1 milione di euro per il 2009 lo stanziamento destinato a far fronte agli oneri derivanti dalla concessione dei benefici fiscali per le piccole e medie imprese del settore agroalimentare, anche cooperative, di cui ai commi 1088-1090 dell'articolo 1 della legge finanziaria per il 2007; l'articolo 4-quater, che prevedeva l'estensione della disciplina del canone a titolo ricognitorio alle concessioni di aree del demanio marittimo e del mare territoriale rilasciate ad imprese, anche singole, per l'esercizio di attività di acquacoltura; l'articolo 4-septiesdecies, che recava l'interpretazione autentica dell'articolo 2, comma 506, della legge 24 dicembre 2007, n. 244, volto a consentire la chiusura dei contenziosi derivanti dall'applicazione dell'articolo 44, comma 1, del decreto legge n. 269 del 2003, in materia di sgravi contributivi nel settore agricolo.
D'altro canto, vanno segnalati anche gli elementi positivi del provvedimento in esame, che recepisce istanze fondamentali per il mondo agricolo, sulle quali la Commissione si è seriamente impegnata, come quelle relative agli interventi per l'esenzione dall'imposta comunale sugli immobili (ICI) dei fabbricati agricoli e per la ristrutturazione del debito delle aziende agricole della Sardegna.
In proposito, sottolinea il carattere iniquo della sottoposizione anche all'ICI del reddito relativo ai fabbricati rurali, già gravati dall'imposta sui redditi dominicali. Il comma 1-bis dell'articolo 23, introdotto nel corso dell'esame presso il Senato, supera tale iniquità, disponendo che il riconoscimento della ruralità dei fabbricati ai fini dell'ICI deve essere effettuato sulla base dei requisiti indicati nell'articolo 9 del decreto-legge n. 559 del 1993 anche nel caso in cui le unità immobiliari risultino iscritte o iscrivibili nel catasto fabbricati. La norma consente di risolvere i problemi interpretativi insorti a seguito di alcune pronunce giurisprudenziali, in modo certamente soddisfacente per gli agricoltori, evitando anche sperequazioni che sarebbero apparse insostenibili rispetto alla abolizione dell'ICI sulla prima casa.
Per quanto riguarda la situazione debitoria degli imprenditori agricoli della regione Sardegna, i commi 1-ter e 1-quater dell'articolo 23, introdotti nel corso dell'esame presso il Senato, recano disposizioni in merito alla proroga del termine per la presentazione delle proposte per la ristrutturazione dei debiti in questione e dispongono al riguardo uno stanziamento di 6 milioni di euro per il 2009. Il comma 1-ter, in particolare, differisce dal 31 luglio 2008 al 31 luglio 2009 il termine entro il quale la commissione istituita dal comma 126, articolo 2, della legge finanziaria per il 2008 potrà presentare al Presidente del Consiglio dei ministri le proposte per la ristrutturazione dei debiti contratti verso istituti finanziari che hanno concesso agli imprenditori agricoli sardi, con riferimento alla vicenda originata dall'attuazione della legge regionale n. 44 del 1988, finanziamenti su cui sono stati autorizzati i concorsi negli interessi dichiarati illegittimi. Il comma proroga altresì, nei termini sopra indicati, la sospensione dei giudizi pendenti, delle riscossioni e delle esecuzioni forzose relative ai suddetti debiti. Si tratta di una questione alla quale la Commissione si è interessata più volte, anche nell'ambito

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della indagine conoscitiva sul sistema di finanziamento delle imprese agricole, dove è emersa l'assoluta necessità ed urgenza dell'intervento che oggi si attua.
Si sofferma quindi sulle altre disposizioni che interessano la competenza della Commissione Agricoltura.
Il comma 1-bis dell'articolo 3, introdotto nel corso dell'esame al Senato, rende applicabili agli enti nazionali vigilati dal Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali le disposizioni della legge n. 14 del 1978 che pongono un limite massimo di due rinnovi per le nomine negli enti pubblici sottoposte al controllo parlamentare ai sensi della medesima legge, con ciò ampliando la possibilità di rinnovo, che attualmente è limitata per i componenti degli organi di tali enti ad una sola volta. In proposito, ricorda che l'articolo 4-sexiesdecies del decreto-legge n. 171 del 2008 è recentemente intervenuto sulla composizione dei consigli di amministrazione degli enti sottoposti alla vigilanza del Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali, nonché delle società sulle quali il Ministero esercita il controllo e la vigilanza, disponendo l'adeguamento degli statuti entro il 30 aprile 2009 e prevedendo un numero massimo di componenti del consiglio di amministrazione non superiore a cinque, di cui uno designato dalla Conferenza dei Presidenti delle regioni e delle province autonome; nei trenta giorni successivi alla approvazione del nuovo statuto si dovrà procedere al rinnovo degli organi.
L'articolo 18 proroga al 31 dicembre 2009 i termini - fissati da ultimo al 31 dicembre 2008 - relativi alla chiusura delle procedure di liquidazione coatta amministrativa dei consorzi agrari e all'adeguamento degli statuti di questi ultimi.
L'articolo 22, al comma 1, estende sino al 31 dicembre 2009 il divieto di aumentare le autorizzazioni all'esercizio della pesca dei molluschi bivalvi con draga idraulica, divieto che il comma 4 dell'articolo 2 della legge n. 164 del 1998 aveva posto fino al 31 dicembre 2008. La necessità di mantenere invariato il numero delle autorizzazioni di pesca con tale attrezzo, per almeno un altro anno, è diretta a garantire la eco-sostenibilità del prelievo ed a consentire di mettere in atto le procedure e gli accertamenti necessari al rispetto del reg. (CE) n. 1967/2006, sullo sfruttamento sostenibile delle risorse del Mediterraneo, che si applicherà alla flotta da pesca operante con draga idraulica dal 1o giugno 2011.
Il comma 2-bis dell'articolo 22, introdotto nel corso dell'esame presso il Senato, inserendo nell'articolo 126 della legge n. 388 del 2000 il comma aggiuntivo 3-bis, stabilisce che lo Stato, a seguito dell'assunzione a carico del proprio bilancio (ai sensi del decreto-legge n. 149 del 1993) delle garanzie concesse da soci di cooperative agricole a favore delle cooperative stesse, poi dichiarate insolventi, mantiene il diritto di ripetere quanto corrisposto per tale intervento nei confronti dei soci che «abbiano comunque contribuito alla insolvenza» o in ogni caso «non abbiano titolo a beneficiare dell'intervento» dello Stato, subentrando nelle relative garanzie.
L'articolo 23 differisce dal 31 dicembre 2008 al 30 giugno 2009 il termine sino al quale il Commissario straordinario dell'Ente per lo sviluppo dell'irrigazione e la trasformazione fondiaria in Puglia, Lucania e Irpinia (EIPLI) è autorizzato a prorogare i contratti in essere per la gestione degli impianti di accumulo e distribuzione dell'acqua. Si tratta di una norma che si colloca, completandolo, nel quadro delle proroghe al funzionamento dell'EIPLI già disposte con l'articolo 3 del decreto-legge n. 171 del 2008.
Si riserva infine di formulare una proposta di parere al termine del dibattito.

Giuseppe RUVOLO (UdC) sottolinea che il gruppo UdC ha sempre adottato un atteggiamento di responsabilità e di partecipazione ai lavori, che conferma in questa occasione, anche per esprimere le ragioni del suo dissenso sul provvedimento in esame. Osserva poi che l'assenza del rappresentante del Governo è indice della scarsa sensibilità del Dicastero agricolo, che finisce per svalutare il ruolo della Commissione.

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Nel merito, ricorda che uno dei temi sui quali vi è stata condivisione di intenti tra i gruppi in occasione dell'esame del decreto-legge n. 171 ha riguardato la proroga delle agevolazioni previdenziali per le aree montane e svantaggiate. Sarebbe stato ora necessario estendere tale proroga a tutto il 2009 - misura peraltro del tutto coerente con il contenuto del decreto «milleproroghe» -, ma l'impegno assunto dal Governo in tal senso, come altri impegni, non è stato onorato e da aprile si aprirà una fase molto difficile per le imprese agricole.
Sarebbe stato altresì necessario rifinanziare il Fondo di solidarietà nazionale, come è stato fortemente richiesto nel corso dell'audizione dell'Associazione nazionale dei consorzi di difesa (ASNACODI), ma anche questo impegno non ha trovato attuazione.
Fa quindi presente che il suo gruppo ha presentato emendamenti importanti in materia di realizzazione di opere irrigue, per risolvere alcuni problemi concreti. Infatti, ora accade che le somme stanziate a seguito dell'avanzamento dei relativi lavori vengano aggredite dai creditori dei consorzi e degli enti di bonifica, con la conseguenza che i lavori stessi vengono di fatto bloccati. Pertanto, senza un intervento legislativo urgente le opere irrigue non potranno essere ultimate.
Per quanto riguarda la norma sulle garanzie a favore delle cooperative agricole - che compariva anche nel disegno di legge per il rafforzamento della competitività del settore agroalimentare, non ancora presentato alle Camere - ritiene che essa serva esclusivamente a garantire che ha portato le cooperative all'insolvenza.
Si sofferma infine sull'abrogazione delle norme sui canoni demaniali marittimi e sui contenzioni con l'INPS, inserite con il consenso di tutta la Commissione nel decreto-legge n. 171 e ora abrogate dal provvedimento in esame, nonché sulle disposizioni sugli enti di bonifica, volte a perpetuare l'assetto esistente.
In conclusione, il giudizio del suo gruppo sul provvedimento che si è descritto non può che essere fortemente negativo. Inoltre, non vi è stata nemmeno la concreta possibilità di discuterlo né prevedibilmente lo si potrà discutere in Assemblea. Con questo modo di procedere si perde una parte essenziale del lavoro parlamentare: deve perciò constatare con amarezza che forse sarà il caso di non partecipare più ai lavori della Commissione.

Monica FAENZI (PdL), relatore, pur dichiarando di comprendere le considerazioni critiche che sono state svolte, deve richiamare l'attenzione sugli aspetti positivi del provvedimento, in considerazione dei quali propone che la Commissione esprima parere favorevole.

La Commissione approva la proposta di parere favorevole formulata dal relatore.

DL 208/2008 misure straordinarie in materia di risorse idriche e di protezione dell'ambiente.
C. 2206 Governo, approvato dal Senato.

(Parere alla VIII Commissione).
(Esame e conclusione - Parere favorevole).

La Commissione inizia l'esame del disegno di legge.

Vincenzo TADDEI (PdL), relatore, rileva che il provvedimento in esame si compone, a seguito delle modifiche introdotte nell'altro ramo del Parlamento, di 23 articoli, che intervengono su una pluralità di argomenti diversi, attinenti alle materie delle risorse idriche e della protezione dell'ambiente.
Si sofferma quindi sulle disposizioni che interessano la competenza della Commissione Agricoltura, che illustra.
L'articolo 3 reca disposizioni relative all'Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (ISPRA) al fine di chiarire alcune difficoltà interpretative della relativa normativa e di consentire l'avvio delle sue attività istituzionali. L'ISPRA, istituito con il decreto-legge n. 112 del 2008, è l'ente cui sono state trasferite le funzioni e le risorse di alcuni enti, che contestualmente sono stati soppressi (Agenzia per la protezione dell'ambiente e

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per i servizi tecnici-APAT; Istituto nazionale per la fauna selvatica-INFS; Istituto centrale per la ricerca scientifica e tecnologica applicata al mare-ICRAM). In particolare, il comma 3-bis del citato articolo 3, introdotto durante l'esame al Senato, dispone che il collegio dei revisori dei conti già operante in seno all'APAT esercita le sue funzioni anche per i corrispondenti organi già operanti in seno all'INFS e all'ICRAM, i quali dalla medesima data vengono pertanto soppressi.
Il comma 5-sexies dell'articolo 8 (Disposizioni in materia di protezione civile) modifica il comma 5 dell'articolo 7 della legge n. 353 del 2000, in materia di lotta agli incendi boschivi, che prevede che le regioni, tenute al coordinamento delle operazioni a terra ai fini dell'efficacia dell'intervento dei mezzi aerei per lo spegnimento degli incendi boschivi, possono avvalersi del Corpo forestale dello Stato tramite i centri operativi antincendi boschivi. Si prevede inoltre che tali centri sono articolabili in unità operative territoriali da istituirsi con decreto del direttore generale del Corpo medesimo. Il decreto in esame dispone che le unità operative territoriali vengano sostituite da nuclei operativi speciali e di protezione civile da istituirsi con decreto del Capo del Corpo forestale dello Stato.
L'articolo 8-ter reca modifiche all'articolo 186 del codice ambientale, di cui al decreto legislativo n. 152 del 2006, che disciplina le terre e rocce da scavo, qualificando tali materiali come sottoprodotti, utilizzabili al di fuori della normativa sui rifiuti a determinate condizioni (come reinterri e riempimenti) e secondo determinate procedure. Il decreto in esame, come modificato dal Senato, prevede che le terre e le rocce da scavo possono essere utilizzate, qualora ne abbiano le caratteristiche ambientali, per interventi di miglioramento ambientali e di siti anche non degradati. Tali interventi debbono garantire, nella loro realizzazione finale, una delle seguenti condizioni: a) un miglioramento della qualità della copertura arborea o della funzionalità per attività agro-silvo-pastorali; b) un miglioramento delle condizioni idrologiche rispetto alla tenuta dei versanti e la raccolta e regimentazione delle acque piovane; c) un miglioramento della percezione paesaggistica.

Giuseppe RUVOLO (UdC) osserva che il decreto-legge avrebbe potuto costituire un'occasione importante per un confronto sul tema delle risorse idriche, mentre invece il modo in cui lo si sta esaminando non consente purtroppo alcun approfondimento serio.
In particolare, avrebbe potuto essere discusso il problema delle acque reflue, per il quale negli anni passati sono stati adottati provvedimenti, con cospicui finanziamenti, che sono rimasti tuttavia bloccati per la mancanza degli atti normativi e amministrativi necessari per la loro attuazione. Al riguardo, osserva che, durante la gestione dell'ex Ministro dell'ambiente Pecoraro Scanio, personalmente non aveva risposto alcuna speranza nella possibilità che fossero attivati gli interventi necessari per consentire l'utilizzo delle acque reflue, con particolare riferimento agli usi agricoli. Tuttavia, si sarebbe però aspettato un maggior interesse al tema da parte del Governo in carica.
Sottolinea inoltre che nulla è previsto in relazione ai dissalatori, che rivestono grande importanza in alcune regioni. In proposito, desidera richiamare l'attenzione sull'elevato costo dell'acqua originata dai dissalatori, che arriva a punte di 8,40 euro al metro cubo, contro un costo ordinario di 1,02 euro.
Nessun intervento concreto neppure sul tema dei rifiuti, che avrebbe potuto essere affrontato in questa sede con norme chiare, tali da eliminare il «malaffare» che affligge il settore.
Il Governo e la maggioranza non sembrano neppure interessati al tema delle tariffe idriche, che vengono sostanzialmente triplicate, con buona pace per i discorsi sul sostegno alle famiglie. Ad esempio, attualmente a Milano il costo per famiglia dell'acqua risulta di 106 euro all'anno, mentre ad Agrigento di 445 euro. E invece di affrontare queste disparità, si pensa a rafforzare gli organismi e i centri

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di potere che servono ad elargire gettoni di presenza a persone vicine alla politica, dettando procedure per complicare la vita ai cittadini.
Richiama quindi l'attenzione sul fatto che - nonostante la legge Galli n. 36 del 1994, sulle risorse idriche, stabilisca una chiara definizione delle priorità nell'uso dell'acqua - l'ENEL, quando è chiamata a fornire acqua ad uso potabile e irriguo, addebita agli utenti l'onere della connessa mancata produzione di energia elettrica, anche in presenza di centrali abbandonate e obsolete. Per esempio, nella provincia di Agrigento, un consorzio di bonifica che serve 5-6 mila aziende paga per questa voce circa 270 mila euro all'anno, somma che grava tutta a carico degli agricoltori; inoltre, l'azienda agrigentina che fornisce acqua per uso potabile paga 2,5 milioni di euro l'anno, mentre la società di ambito 3,2 milioni. Il provvedimento all'ordine del giorno avrebbe potuto costituire l'occasione per affrontare tale vicenda, che risale alla concessione in favore dell'ENEL del 1950.
Auspica infine che sul provvedimento il Governo non voglia porre la questione di fiducia, ma anzi consenta una possibilità di discussione e sia disponibile verso le proposte dirette alla soluzione di problemi concreti.

Viviana BECCALOSSI (PdL) valuta criticamente il fatto che la Camera sia chiamata a votare i due provvedimenti oggi all'ordine del giorno senza la concreta possibilità di discuterli. In questo senso, la maggioranza condivide l'amarezza manifestata dai colleghi delle opposizioni, ma tuttavia deve assumersi la responsabilità di votarli e, quindi, una responsabilità anche maggiore.
Quanto all'intervento del deputato Ruvolo, e in particolare alle sue considerazioni sui consorzi di bonifica, deve sottolineare che la materia rientra nelle competenze delle regioni. In proposito, ricorda anche per esperienza personale che la regione Lombardia ha deliberato una riforma che ha portato a una riduzione del numero dei consorzi e del numero dei componenti dei relativi organi di amministrazione, che in verità, peraltro, lavorano molto per rendere servizi al mondo agricolo. Anche la Regione Siciliana potrebbe fare altrettanto: si tratta evidentemente di una questione di volontà politica e, poiché l'UdC non svolge un ruolo marginale in Sicilia, occorre assumersi la responsabilità di questa situazione. Non si può infatti generalizzare, riferendosi a tutti i consorzi di bonifica come a luoghi di malaffare.
Sottolinea infine che la maggioranza giudica di estrema rilevanza il tema delle risorse idriche e ritiene assolutamente necessario affrontarlo, anche riprendendo il piano straordinario voluto dal precedente Governo Berlusconi.

Paolo RUSSO, presidente, precisa che il deputato Ruvolo ha usato l'espressione «malaffare» con riferimento non ai consorzi di bonifica, ma alla questione dei rifiuti.

Giuseppe RUVOLO (UdC), nel confermare la precisazione del Presidente, osserva che in tema di riforma dei consorzi di bonifica è certamente competenza del Parlamento nazionale tracciare le linee guida. Quanto al suo partito, esso certamente si assume le sue responsabilità, come dimostrato dal commissariamento degli enti di bonifica siciliani. Tuttavia, con il suo intervento ha richiamato alcuni problemi concreti: la maggioranza non può escludere ogni possibilità effettiva di discutere i problemi e poi aggirare tale questione di fondo con accuse al suo partito.

Vincenzo TADDEI (PdL), relatore, formula conclusivamente una proposta di parere favorevole.

La Commissione approva la proposta di parere favorevole formulata dal relatore.

La seduta termina alle 14.