CAMERA DEI DEPUTATI
Mercoledì 28 gennaio 2009
127.
XVI LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Affari esteri e comunitari (III)
COMUNICATO
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SEDE REFERENTE

Mercoledì 28 gennaio 2009. - Presidenza del vicepresidente Franco NARDUCCI. - Interviene il sottosegretario di Stato per gli affari esteri Alfredo Mantica.

La seduta comincia alle 14.35

Ratifica Trattato di amicizia, partenariato e cooperazione fra la Repubblica italiana e la Repubblica dell'Iraq.
C. 2037 Governo.

(Esame e rinvio).

La Commissione inizia l'esame del provvedimento in titolo.

Margherita BONIVER (PdL), relatore, illustra il provvedimento in esame segnalando che il Trattato in esame è stato firmato a Roma il 23 gennaio 2007 sulla base degli impegni assunti nel corso di una visita compiuta in Iraq nel giugno 2006 dall'allora Ministro degli esteri, Massimo D'Alema. L'intesa è stata siglata subito dopo la conclusione della partecipazione italiana alla missione militare in Iraq, che ha avuto luogo dal maggio 2003 al dicembre 2006, dove le truppe italiane avevano il compito di garantire la cornice di sicurezza essenziale per consentire l'arrivo degli aiuti e di contribuire ai bisogni più urgenti di ripristino delle infrastrutture e dei servizi essenziali. Sottolinea che in quel contesto il nostro Paese ha portato a compimento circa 500 interventi di varia natura. Alcune forme di collaborazione erano già in atto - per lo più in sede multilaterale - prima del raggiungimento dell'accordo, e tra queste le attività per la formazione del personale militare iracheno e per la configurazione del nuovo sistema giudiziario.
Rileva che il trattato di amicizia, partenariato e cooperazione ha quindi l'obiettivo di lanciare e dare un quadro giuridico a nuove forme di collaborazione sul piano bilaterale, in alcuni importanti settori, e di strutturare la partecipazione italiana alla ricostruzione di quel Paese. Il Consiglio di Presidenza iracheno ha approvato il 18 agosto 2008 la legge che ratifica il trattato con l'Italia.

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Sottolinea che il nostro Paese, che è uno dei principali partner per la stabilizzazione in Iraq, partecipa all'International Compact with Iraq, un'iniziativa congiunta del governo iracheno e delle Nazioni Unite, che fissa gli obiettivi di sviluppo e riforma economica dell'Iraq. Il nostro Paese contribuisce inoltre all'IRFFI (International Reconstruction Fund Facility for Iraq), uno strumento finanziario multilaterale per la ricostruzione dell'Iraq che opera attraverso due fondi fiduciari amministrati dalle Nazioni Unite e dalla Banca Mondiale.
Passando ai contenuti del Trattato, esso si compone di 17 articoli, preceduti da un Preambolo che delinea i principi generali cui esso si ispira: innanzitutto il rispetto della legalità internazionale, nel quadro della comune visione della centralità dell'ONU e dell'adesione alla Carta delle Nazioni Unite e alle altre Convenzioni in ambito di relazioni internazionali. Vengono poi affermati i principi del rispetto dell'uguaglianza sovrana degli Stati, del non ricorso alla minaccia o all'impiego della forza contro l'integrità territoriale o l'indipendenza dell'altra Parte e della non ingerenza - diretta o indiretta - negli affari interni della controparte. Si enuncia il principio della cooperazione per la crescita socio-economica, in base al quale l'Italia metterà a disposizione esperti e militari per ridurre il divario di sviluppo. Viene affermato l'impegno al rispetto dei diritti umani e delle libertà fondamentali, nonché quello alla soluzione pacifica delle eventuali controversie. Le Parti si impegnano inoltre ad adottare iniziative atte alla creazione di uno spazio culturale comune all'interno del quale si possa sviluppare il dialogo tra le due culture.
Per realizzare la cooperazione, l'articolo 1 prevede riunioni periodiche, da tenersi alternativamente nei due Paesi, sia tra capi di governo sia tra ministri degli esteri, sia tra vice ministri o funzionari di alto livello. Gli articoli 2, 3 e 4 disciplinano la cooperazione economica e finanziaria attribuendo un particolare interesse ai settori delle fonti energetiche, della generazione elettrica, dei trasporti, delle comunicazioni, della tutela dell'ambiente, della lotta all'inquinamento, delle opere idrauliche e dei poli tecnologici. Le Parti favoriscono l'attuazione di Piani di Azione a favore delle piccole e medie imprese. La cooperazione nel campo della sicurezza prevede scambi fra personale delle Forze armate e di polizia, corsi di formazione, addestramento ed esercitazioni congiunte. Tali attività saranno condotte a livello multilaterale oltre che bilaterale. La cooperazione investirà anche il settore industriale della sicurezza (articolo 5). L'articolo 6 promuove la cooperazione per la crescita socio-economica mirata particolarmente allo sviluppo della condizione delle donne, dei bambini e delle fasce più deboli della popolazione. A tal fine, l'articolo menziona una lunga serie di settori ai quali verrà attribuita grande attenzione (ad es. risorse umane, ambiente, energia e così via) sui quali le Parti si impegnano a scambiare informazioni ed esperti. Inoltre, le Parti riconoscono l'importanza della cooperazione decentrata che sarà attuata attraverso l'azione della società civile. Alla cooperazione in campo culturale, dell'istruzione, scientifico e tecnologico sono dedicati gli articoli 7, 8 e 9. È previsto che la cooperazione in questi campi avvenga attraverso l'insegnamento, anche delle due lingue, e lo scambio di studenti, professori, formatori, ricercatori e artisti. Saranno favoriti i rapporti tra Università e istituti culturali dei due paesi, anche attraverso la concessione di borse di studio, ed è previsto un rafforzamento della collaborazione già esistente nel settore media-audiovisivo. L'articolo 10 promuove la cooperazione per la tutela e la valorizzazione del patrimonio culturale materiale e immateriale. Sono previsti, tra l'altro, il potenziamento del Sistema Nazionale iracheno per la tutela del patrimonio e la creazione del Sistema Nazionale iracheno per il catalogo dei beni culturali materiali e immateriali. La cooperazione si svolgerà

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nel settore museale, archeologico, architettonico, delle biblioteche, della musica e dello spettacolo.
Osserva che la cooperazione nel settore medico-sanitario stabilita all'articolo 11, prevede sostanzialmente il potenziamento dell'offerta di servizi sanitari iracheni, attraverso l'adeguamento degli ospedali, sia generali che specializzati, nonché di tutte le altre strutture del sistema sanitario. Il Trattato prevede anche un rafforzamento delle relazioni consolari (articolo 12) e la cooperazione nel settore legale, giudiziario e amministrativo (articolo 13).
Per conseguire l'attuazione del Trattato, viene istituita una Commissione mista ad alto livello, copresieduta dai Ministri degli esteri dei due Paesi, che si riunirà almeno una volta l'anno alternativamente in Italia e in Iraq (articolo 14). Infine, viene prevista una cooperazione finanziaria in base alla quale l'Italia si impegna a fornire strumenti creditizi ed assicurativi alle imprese italiane che intendano realizzare progetti di sviluppo in Iraq, mentre l'Iraq concederà alle stesse imprese le facilitazioni possibili per eseguire tali progetti (articolo 15). Con l'articolo 16, l'Italia si impegna a rendere disponibili un massimo di 400 milioni di euro in crediti di aiuto entro il triennio che seguirà l'entrata in vigore del Trattato. Tale importo sarà rinnovabile per identico periodo. L'articolo 17 contiene le disposizioni finali. Il Trattato è di durata illimitata, salvo la denuncia di una delle due Parti, che avrà effetto sei mesi dopo la ricezione della notifica dall'altra Parte, ed entrerà in vigore alla ricezione della seconda comunicazione circa l'avvenuto espletamento delle procedure di ratifica.
Segnala quindi che il disegno di legge in esame è composto di tre articoli che recano, rispettivamente, l'autorizzazione alla ratifica e l'ordine di esecuzione del Trattato di amicizia, partenariato e cooperazione con l'Iraq, e l'entrata in vigore della legge di ratifica. Nella relazione introduttiva al provvedimento si sottolinea che l'applicazione del Trattato non comporterà nuovi o maggiori oneri a carico del bilancio dello Stato. La cooperazione nel campo della sicurezza (articolo 5), che comporta attività svolte in via ordinaria, verrà attuata dal Ministero della difesa con l'utilizzo delle disponibilità ad esse finalizzate. Le attività previste agli articoli 6, 7 e 10 (cooperazione in campo socio-economico, culturale, scientifico, tecnologico e per la tutela del patrimonio culturale) saranno realizzate nell'ambito delle competenze della Direzione generale per la cooperazione allo sviluppo e della Direzione generale per la promozione e la cooperazione culturale del Ministero degli affari esteri. Le riunioni della Commissione mista di cooperazione ad alto livello (articolo 14) saranno svolte con le risorse ordinarie del Cerimoniale diplomatico. L'attività del Segretariato esecutivo della suddetta Commissione sarà invece sostenuta dalle ordinarie risorse del Ministero degli affari esteri. L'impegno finanziario dell'Italia, che metterà a disposizione dell'Iraq fino a 400 milioni di euro a titolo di crediti di aiuto (articolo 16) sarà a carico delle risorse disponibili del Fondo rotativo di cui all'articolo 6 della legge n. 49 del 1987 (Fondo rotativo istituito presso il Mediocredito centrale che concede crediti finanziari agevolati a Stati, banche centrali o enti di Stato di Paesi in via di sviluppo).
Nell'auspicare una valutazione favorevole da parte della Commissione, sottolinea la straordinaria importanza del ruolo politico svolto dall'Italia con la decisione sull'invio di militari in Iraq, presa nel 2003. È grazie a tale ruolo che l'Italia figura oggi tra i Paesi più rilevanti per il futuro dell'Iraq non soltanto sul piano dell'impegno finanziario, ma anche per lo sviluppo democratico di quel Paese. È auspicabile che il consolidamento del quadro democratico giunga adesso ad una fase irreversibile.
Alla luce di tali considerazioni ritiene che vi siano i presupposti per una valutazione positiva da parte dei tutti i gruppi, anche in considerazione del sacrificio sofferto dal nostro Paese con la strage di Nassirya, dell'impegno profuso dalla Croce

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Rossa Italiana e dei circa cinquecento interventi già citati, realizzati per la ricostruzione.

Il sottosegretario Alfredo MANTICA, associandosi alle valutazioni del relatore, segnala che l'Italia ha già versato per obiettivi di ricostruzione industriale circa un quarto delle risorse previste dal Trattato, la cui ratifica diviene a questo punto assai urgente. Sottolinea che il Trattato permette al Paese di avere una parte attiva per la stabilizzazione dell'Iraq, Paese di cui l'Italia riconosce a pieno il valore geostrategico per gli equilibri della regione.

Fabio EVANGELISTI (IdV) ricorda che il Trattato rappresenta il risultato di obblighi assunti in occasione dell'impegno militare dell'Italia in Iraq, venuto meno con il Governo Prodi. Esprime perplessità sulla concreta fattibilità di tutti gli obiettivi individuati dal Trattato sui più diversi temi, in considerazione delle condizioni in cui versa l'Iraq oggi. Di conseguenza ritiene che l'autorizzazione alla ratifica al Trattato debba essere per lo più registrata come una sorta di auspicio per il conseguimento delle sue finalità. Esprime ulteriori perplessità sulla contraddizione tra l'impegno che il nostro Paese assume nei confronti di Paesi, come l'Iraq, sul versante della cooperazione allo sviluppo e le risorse allocate in questo settore con gli strumenti dell'ultima manovra finanziaria. Segnala, infine, criticità per quanto riguarda l'attuazione delle norme del trattato in materia di cooperazione economica e finanziaria, con particolare riferimento agli articoli 3 e 4, che confermano i dubbi iniziali, pur nel riconoscimento delle buone intenzioni che animano il provvedimento.

Matteo MECACCI (PD) segnala che è in corso presso la Commissione europea il negoziato per un accordo di cooperazione tra l'Unione europea e l'Iraq, contenente specifiche previsioni in tema di garanzie democratiche, stato di diritto e diritti umani. A suo avviso, si tratta di presupposti essenziali per l'avvio di un rapporto di collaborazione durevole con i Paesi terzi, anche in considerazione dei costi derivanti dal mancato rispetto di tali presupposti, ad esempio in termini di maggiore corruzione del sistema. Sottolinea che i presupposti di principio, che costituiscono parte integrante dell'articolato degli accordi siglati dall'Unione europea con i Paesi terzi, nel Trattato in esame sono confinati nel Preambolo, mentre sarebbe stato auspicabile in questo caso essersi attenuti allo standard europeo.
Nel preannunciare una considerazione non positiva del provvedimento, ritiene che il Governo italiano avrebbe potuto fare di più, anche per evitare che il Trattato dissimuli una sorta di accondiscendenza sui temi di valore in vista degli interessi economici, peraltro assai ben individuati nell'articolato.

Francesco TEMPESTINI (PD) ritiene che il Trattato sia un segnale politico favorevole ad una collaborazione ritenuta necessaria nel passaggio dalla politica delle armi a quella che sostiene l'autonomia dell'Iraq. Il Trattato rafforza le buone relazioni tra i due Paesi e il percorso in atto per il consolidamento di istituzioni democratiche. Per quanto riguarda le perplessità sollevate dal collega Mecacci, conviene sulla genericità del Trattato sui temi umanitari, ma ritiene che tale caratteristica sia dovuta alla forte valenza politica del provvedimento, cui non potrà che seguire un'intensa attività attuativa volta a colmare gli aspetti più lacunosi. Peraltro, nella parte iniziale del Trattato i principi generali in tema di diritti umani sono ben formulati, a suo giudizio, e l'intera questione appare rivestire un ruolo centrale nell'economia del testo.
Sul piano politico indubbiamente resta aperta la questione degli equilibri nell'area, al fine del superamento dell'attuale fase di straordinarietà. Preannuncia quindi una valutazione favorevole da parte del suo gruppo, nella piena considerazione della situazione in cui versa l'Iraq.

Franco NARDUCCI, presidente, osserva che non si deve dimenticare il processo di

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genesi del Trattato e del nostro impegno in Iraq. Al momento è in atto un percorso di stabilizzazione di una vasta area, che comprende l'Iraq, e i cui confini sono correttamente stati definiti liquidi. Per tale ragione la presenza italiana in quel Paese è opportuna, anche in considerazione del fatto che l'Iraq è sempre più un laboratorio di dialogo tra tradizioni giuridiche diverse. Nel ritenere significativa l'istituzione di una Commissione mista di cooperazione, segnala l'analogia tra lo spirito del Trattato in esame e le recenti dichiarazioni del nuovo presidente degli Stati Uniti sulla nuova impostazione dei rapporti con l'universo islamico, basata sulla considerazione degli interessi reciproci. Dà risalto all'importanza che nel Trattato è accordata agli aspetti valoriali nella gestione dei rapporti con Paesi extraeuropei. Sottolinea che le politiche per lo sviluppo sociale, economico, civile e culturale rappresentano la strada per isolare l'estremismo e per costruire la pace.

Claudio D'AMICO (LNP) osserva che il Trattato in esame dà valore alla presenza dei militari italiani in Iraq in quanto, dopo la fase delle armi, è opportuno consolidare i rapporti anche sul piano della cooperazione tra imprese. Rileva tuttavia alcune incertezze di fondo, dovute anche la fatto che la sigla del Trattato risale al precedente governo di centrosinistra, con particolare riferimento all'articolo 6 che cita il turismo tra i diversi settori di cooperazione. Essendo improbabile l'avvio di flussi turistici tra i due Paesi, paventa la possibilità che tale previsione sia prodromica al rilascio di visti turistici a favore di cittadini iracheni, alla luce dell'esperienza maturata sul terreno del contrasto all'immigrazione clandestina. Esprime perplessità sulla opportunità di prevedere una cooperazione per l'insegnamento della lingua araba in Italia, ai sensi dell'articolo 8, e la necessità che le norme in tema di contrasto al crimine organizzato includano una clausola che impegni il Governo iracheno a facilitare il rimpatrio di propri cittadini che siano immigrati clandestini in Italia. Rileva che la necessità di una simile previsione è il frutto delle più recenti esperienze maturate con la Libia e con la Tunisia, Paese in cui è in corso una missione del Ministro dell'interno per ottenere il rimpatrio dei clandestini trattenuti a Lampedusa.
Segnala quindi l'opportunità di un chiarimento sulla destinazione dei 400 milioni di euro, se essi siano cioè destinati ad imprese italiane o anche per la realizzazione delle finalità, di cui agli articoli 6, 7 e 10, in cui si prevede la gestione di attività da parte irachena. Osserva in generale l'inopportunità di provvedere a consistenti finanziamenti a favore di un Paese come l'Iraq, che è detentore di una quota consistente delle riserve energetiche mondiali e che dovrebbe semmai assumere impegni per la redistribuzione degli utili tra la popolazione.

Margherita BONIVER (PdL), relatore, nel ringraziare i colleghi per gli interventi e anche per gli spunti di natura critica, registra il sostanziale consenso dei gruppi presenti in Commissione sul provvedimento. Sul tema dei diritti umani, sollevato dall'onorevole Mecacci, ricorda che numerosi Stati terzi hanno sottoscritto le principali convenzioni internazionali di diritto umanitario e che tale circostanza non li trattiene dal figurare a volte tra i maggiori violatori. Su tale tema prospetta l'opportunità di presentare un ordine del giorno nelle successive fasi di esame. Per quanto concerne i richiami dei colleghi Tempestini e Narducci sulla necessità di favorire una svolta in Iraq, sottolinea che l'Italia ha svolto il suo ruolo fino in fondo in questa direzione e il Trattato in titolo esprime una tradizione politica e culturale che fa onore al nostro Paese. Indubbiamente l'Iraq non è un Paese povero e il tema della distribuzione degli utili è un tema sensibile. Tuttavia, occorre in questa fase dare rilievo ai segnali positivi che derivano, ad esempio, dal sereno svolgimento dei processi elettorali e all'impegno per l'acquisizione di una reale ownership da parte delle istruzioni irachene.

Il sottosegretario Alfredo MANTICA, pur comprendendo le obiezioni mosse al

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Trattato in esame, sottolinea la continuità tra i governi di centrosinistra e di centrodestra sul tema della cooperazione con l'Iraq. I dati disponibili evidenziano un livello di cooperazione assai importante tra quel Paese e l'Italia. Sul tema delle destinazione delle risorse finanziarie, precisa che si tratta di crediti d'aiuto, ovvero di fatto finanziamenti a tasso agevolato. Segnala inoltre che l'inclusione del settore del turismo tra i versanti di collaborazione tra i due Paesi così come la reciprocità sul tema dell'insegnamento delle lingue dei due Paesi rappresentano prassi consuete nella stesura di trattati bilaterali. Sottolinea la rilevanza dei rapporti tra i due Paesi anche sul tema dell'energia, nell'interesse della diversificazione degli interlocutori dell'Italia sul versante dell'approvvigionamento. In generale, ribadisce l'opportunità di provvedere ad una celere ratifica del Trattato, anche in considerazione dell'impegno italiano per il cosiddetto grande Medio Oriente e del sacrificio dei nostri militari caduti a Nassirya.

Franco NARDUCCI, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, avverte che è concluso l'esame preliminare del provvedimento che sarà trasmesso alle Commissioni competenti per l'espressione dei prescritti pareri. Come di consueto, in assenza di specifiche segnalazioni da parte dei Gruppi, si intende che si sia rinunziato al termine per la presentazione degli emendamenti. Rinvia quindi il seguito dell'esame ad altra seduta.

Ratifica Accordo di cooperazione relativo ad un sistema globale di navigazione satellitare civile (GNSS) tra la Comunità europea e i suoi Stati membri e l'Ucraina.
C. 2013 Governo.

(Esame e rinvio).

La Commissione inizia l'esame del provvedimento in titolo.

Francesco TEMPESTINI (PD), relatore, illustra il provvedimento in esame, sottolineandone il valore strategico per il consolidamento delle infrastrutture strategiche dell'Unione europea. Segnala che il sistema europeo per l'attuazione dei programmi di navigazione è entrato nella fase di cosiddetta «costituzione» e si fonda sull'impegno di tenta satelliti essenziali per lo svolgimento di compiti assai rilevanti per l'economia europea. Si tratta di un'infrastruttura moderna e strategica nel quadro dell'internazionalizzazione del programma Galileo. Nel segnalare che accordi analoghi a quello in titolo sono stati siglati con Paesi posti a est e sud dei confini europei, come ad esempio Israele, il sistema GNSS si colloca in un contesto di elevata concorrenzialità anche alla luce delle iniziative assunte da Paesi come Cina o India. Rileva che il programma Galileo per ragioni connesse ad aspetti finanziari e per un'elevata conflittualità tra Commissione europea ed aziende private risente di un ritardo che deve essere recuperato anche per valorizzare il livello di avanguardia che caratterizza tale programma a confronto con gli altri modelli presenti sul mercato internazionale.
Osserva che la scelta a favore dell'Ucraina è premiante in considerazione del fatto che tale Paese figura tra i primi otto «lanciatori» di satelliti e rappresenta un soggetto importante nel settore.
Segnala talune questioni su cui sarebbero auspicabili chiarimenti da parte del rappresentante del Governo, a partire dalla necessità di disporre di un ordinato quadro finanziario del sistema. A tal proposito segnala che l'Unione europea ha assunto impegni per un ulteriore finanziamento del sistema cui farà fronte con mezzi propri. È previsto l'ingresso di capitali privati a fronte della corretta previsione di utili da realizzare a breve termine, considerato che il sistema dovrebbe essere compiuto entro il 2013.
Rappresentando la opportunità che la Commissione proceda ad approfondimenti istruttori ricorrendo all'audizione di rappresentanti dell'Agenzia Spaziale Italiana, procede a segnalare l'ulteriore questione della necessità di indicare le linee strategiche per l'internazionalizzazione del sistema.

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Indica infine il tema della governance, intesa come rapporto tra la Commissione europea e le diverse autorità di controllo e le agenzie spaziali, quale ulteriore aspetto problematico
Sottolinea quindi che l'Accordo riguarda esclusivamente la navigazione civile e che esso disciplina molteplici aspetti, quali ad esempio, la esportazione di materiali sensibili, oltre ad imporre in generale all'Ucraina il rispetto del programma Galileo. Sul piano finanziario non sono previsti oneri a carico del bilancio dello Stato.
Per tali ragioni auspica una considerazione favorevole del provvedimento da parte della Commissione.

Il sottosegretario Alfredo MANTICA ricorda che l'Italia figura tra i sette Paesi che non hanno ratificato l'Accordo e sottolinea che l'industria spaziale ucraina risulta svolgere già oggi un ruolo leader nel settore della navigazione satellitare.

Franco NARDUCCI, presidente, fa presente che la proposta del relatore di svolgere audizioni di rappresentanti dell'Agenzia Spaziale Italiana sarà sottoposta alla valutazione dell'Ufficio di presidenza, integrato dai rappresentanti dei gruppi. Nessun altro chiedendo di intervenire, avverte quindi che è concluso l'esame preliminare del provvedimento che sarà trasmesso alle Commissioni competenti per l'espressione dei prescritti pareri. Come di consueto, in assenza di specifiche segnalazioni da parte dei Gruppi, si intende che si sia rinunziato al termine per la presentazione degli emendamenti. Rinvia quindi il seguito dell'esame ad altra seduta.

La seduta termina alle 15.45.

UFFICIO DI PRESIDENZA INTEGRATO DAI RAPPRESENTANTI DEI GRUPPI

L'ufficio di presidenza si è riunito dalle 15.45 alle 16.

AVVERTENZA

Il seguente punto all'ordine del giorno non è stato trattato:

SEDE REFERENTE

Ratifica degli strumenti, contemplati dall'articolo 3(2) dell'Accordo USA-UE firmato il 25 giugno 2003, in materia di estradizione e di mutua assistenza in materia penale.
C. 2014 Governo.