CAMERA DEI DEPUTATI
Martedì 20 gennaio 2009
123.
XVI LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Lavoro pubblico e privato (XI)
COMUNICATO
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COMITATO RISTRETTO

Martedì 20 gennaio 2009.

Estensione del diritto all'assegno supplementare in favore delle vedove dei grandi invalidi per servizio.
C. 1421 Paglia e C. 1827 Pelino.

Il Comitato ristretto si è riunito dalle 12.40 alle 12.55.

SEDE CONSULTIVA

Martedì 20 gennaio 2009. - Presidenza del presidente Stefano SAGLIA.

La seduta comincia alle 12.55.

DL 200/08 Misure urgenti in materia di semplificazione normativa.
C. 2044 Governo.

(Parere alla I Commissione).
(Esame e rinvio).

La Commissione inizia l'esame del provvedimento.

Giuliano CAZZOLA (PdL), relatore, osserva che il decreto-legge in esame è finalizzato a completare il progetto di creazione in Italia di una banca dati unitaria, pubblica e gratuita relativa alla normativa vigente, sul modello di quanto ha luogo in altri Paesi europei; strettamente connessa alla realizzazione di tale progetto è l'abrogazione, disposta dal provvedimento stesso, di tutte le norme primarie ormai ritenute estranee ai princìpi dell'ordinamento giuridico attuale.

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Rileva che il provvedimento si inserisce, completandolo, nel programma di informatizzazione della legislazione vigente previsto dall'articolo 107 della legge 23 dicembre 2000, n. 388 (legge finanziaria 2001), e si è fondato sulla collaborazione istituzionale fra la Presidenza del Consiglio dei ministri, la Camera dei deputati e il Senato della Repubblica. Segnala che la costituzione della vera e propria banca dati sulla normativa statale vigente si è dimostrata negli anni un obiettivo estremamente più complesso di quanto ipotizzato in origine; ciò è dovuto sostanzialmente a tre ordini di motivi, evidenziati dalla relazione che accompagna il provvedimento: l'altissimo numero di atti normativi primari e subprimari emanati dal 1861 ad oggi e la non omogeneità delle norme sulle fonti; la frammentazione e il disordine dell'ordinamento dovuta anche alla scarsa importanza tradizionalmente attribuita dal legislatore alla qualità della legislazione; la povertà del patrimonio di raccolte elettroniche.
Sottolinea che proprio le difficoltà insorte nella costruzione e messa a regime della banca dati hanno successivamente indotto il Governo a dare attuazione al cosiddetto procedimento «taglia-leggi» (introdotto dall'articolo 14, commi da 12 a 24, della legge n. 246 del 2005), basandosi, anziché sulla banca dati medesima, su un lavoro di raccolta della normativa vigente effettuato dai singoli Ministeri, che ha dato vita ad una autonoma banca dati di missione. Inoltre, contestualmente alla presentazione, da parte del Governo, della relazione sul provvedimento «taglia-leggi», le Camere hanno approvato la legge finanziaria per il 2008 (legge n. 244 del 2007), la quale, all'articolo 2, comma 584, reca alcune disposizioni tendenti a dare nuovo impulso alle attività di informatizzazione della normativa vigente.
Passando al dettaglio del decreto-legge in esame, si sofferma anzitutto sull'articolo 1, che reca nuove disposizioni organizzative aventi ad oggetto le attività di informatizzazione e classificazione della normativa vigente al fine di realizzare una banca dati pubblica e gratuita, attribuendo in particolare al Ministro per la semplificazione normativa competenze generali in materia.
Illustra, poi, l'articolo 2, che al comma 1 dispone l'abrogazione degli atti legislativi i cui estremi sono elencati nell'Allegato 1. Fa presente che si tratta di 28.889 atti normativi di rango primario risalenti al periodo intercorrente tra il 1861 e il 1947, cioè al periodo antecedente l'entrata in vigore della Costituzione repubblicana: secondo la relazione illustrativa che accompagna il disegno di legge di conversione, finalità della norma è quella di contribuire alla certezza del diritto ed al contempo agevolare la realizzazione del progetto di informatizzazione e classificazione della normativa vigente, espungendo dall'ordinamento le norme primarie che siano «ormai ritenute estranee ai princìpi dell'ordinamento giuridico attuale»; la soluzione scelta - prosegue la relazione illustrativa - consente di non dover procedere alla marcatura e all'inserimento di tali atti nella banca dati della legislazione vigente, «con cospicui risparmi di spesa, considerando che l'inserimento e la marcatura di un atto legislativo nella banca dati pubblica costa circa 200 euro». Osserva che la medesima relazione dà sinteticamente conto del metodo seguito nell'individuazione degli atti sottoposti ad abrogazione; essa non fornisce tuttavia specifiche indicazioni sul contenuto dei provvedimenti abrogati, che l'Allegato 1 elenca in ordine cronologico, senza operare raggruppamenti per materia o in base ad ulteriori criteri.
Informa la Commissione che, sulla base dei primi approfondimenti svolti dagli uffici della Camera sugli atti inclusi nell'Allegato 1, è possibile svolgere alcune considerazioni di carattere generale. In primo luogo, fa presente che risulta che per una parte consistente dei provvedimenti indicati nell'allegato la disposizione in esame svolge di fatto una funzione meramente ricognitiva, in quanto trattasi di provvedimenti già implicitamente (o, in alcuni casi, espressamente) abrogati da norme successive. In secondo luogo, intende sottolineare che, mentre la relazione illustrativa e il

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preambolo del decreto fanno esclusivo riferimento a fonti primarie, nell'allegato 1 risultano inseriti atti di natura regolamentare e atti che potrebbero avere anche natura amministrativa. In terzo luogo, ritiene essenziale segnalare l'estrema eterogeneità degli atti inclusi nell'allegato, in cui si succedono, secondo un ordine meramente cronologico e senza alcuna classificazione per materia, atti sicuramente abrogati, sia pure implicitamente, che si pongono in contrasto con i principi fondamentali dell'ordinamento costituzionale (a tal fine, cita la legislazione razziale del periodo fascista); atti già implicitamente abrogati dalla legislazione successiva; atti non abrogati i cui effetti giuridici risultano comunque esauriti; atti di incerta o dubbia vigenza; atti tuttora vigenti, la cui abrogazione potrebbe discendere da una valutazione di carattere discrezionale.
Rileva che ulteriori aspetti problematici riguardano taluni provvedimenti richiamati da: atti normativi successivi tuttora in vigore; provvedimenti che dispongono l'abrogazione parziale o che modificano precedenti atti normativi tuttora in vigore; provvedimenti che costituiscono il presupposto di atti regolamentari tuttora in vigore. Infine, segnala alcune categorie di provvedimenti in ordine ai quali risulta opportuna l'acquisizione di informazioni più puntuali circa l'attuale sussistenza o l'avvenuto venir meno dei relativi effetti. Per quanto concerne, in particolare, atti riconducibili alle competenze della XI Commissione, segnala, a titolo meramente esemplificativo, il decreto legislativo del Capo provvisorio dello Stato 12 agosto 1947, n. 869, recante «Nuove disposizioni sulle integrazioni salariali» (pubblicato nella gazzetta ufficiale n. 210 del 13 settembre 1947), che disciplina taluni aspetti della Cassa integrazione guadagni, e il decreto legislativo del Capo provvisorio dello Stato 12 agosto 1947, n. 870, recante «Aumento degli assegni integrativi, delle indennità di disoccupazione e dei sussidi straordinari di disoccupazione» (pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 210 del 13 settembre 1947), che appare tuttora disciplinare, per taluni profili, provvidenze economiche a lavoratori in stato di disoccupazione.
Quanto alla decorrenza dell'effetto abrogativo delle disposizioni contenute nell'allegato, fa presente che il provvedimento prevede che esse siano abrogate dal sessantesimo giorno successivo alla data di entrata in vigore del decreto-legge. Al riguardo, giudica tuttavia opportuno rilevare che il Ministro Calderoli, intervenuto in Commissione Affari costituzionali lo scorso 15 gennaio, si è dichiarato disponibile a prevedere un termine più ampio per l'attività di verifica delle disposizioni in questione, prorogando il termine della loro abrogazione anche oltre la data di entrata in vigore della legge di conversione del decreto in esame. Chiarisce che il Ministro, in particolare, ha espresso il proprio avviso favorevole ad una verifica il più possibile accurata delle disposizioni che dovranno essere abrogate, garantendo tempi adeguati a di tutti i soggetti in grado di fornire un contributo volto ad accertare la eventuale necessità di assicurare la sopravvivenza della normativa ritenuta indispensabile. Osserva quindi che, conseguentemente all'indirizzo espresso dallo stesso Ministro, la Commissione di merito ha ritenuto di non approvare emendamenti relativi all'Allegato, al fine di consentire la raccolta delle indicazioni che perverranno anche dalle Commissioni competenti in sede consultiva, sulla base delle quali sarà possibile, in una fase più avanzata dell'esame parlamentare, procedere ad una modifica complessiva ed organica dell'Allegato medesimo.
Segnala, poi, che il successivo comma 2 dell'articolo 2 demanda ad un atto ricognitivo del Governo l'individuazione delle disposizioni di rango regolamentare implicitamente abrogate in quanto connesse esclusivamente alla vigenza degli atti legislativi abrogati dal comma 1, mentre l'articolo 3 espunge 60 atti normativi di rango primario, indicati nell'Allegato 2, dall'elenco dei 3.370 provvedimenti che, ai sensi dell'articolo 24 del decreto-legge n. 112 del 2008, risultano abrogati a decorrere dal 22 dicembre 2008 e che, come

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precisa la relazione illustrativa, sono atti normativi «per i quali le amministrazioni competenti hanno ritenuto indispensabile il mantenimento in vigore».
Alla luce di quanto esposto, si riserva di formulare una proposta di parere nella giornata di domani, sulla base del nuovo testo che la Commissione di merito trasmetterà a seguito delle modifiche introdotte nel corso dell'esame in sede referente, nonché degli eventuali contributi dei parlamentari che vorranno intervenire nella discussione.

Giulio SANTAGATA (PD), nel dichiarare che il suo gruppo è ovviamente favorevole, in linea di principio, alla semplificazione normativa, ritiene tuttavia opportuno osservare preliminarmente che la Commissione non appare nelle condizioni di intervenire nel merito delle abrogazioni contenute nell'allegato 1: a tal fine, si domanda come sia stato possibile, per il Governo, disciplinare con un decreto-legge una materia di tale complessità, peraltro non caratterizzata da alcun criterio di straordinarietà e urgenza, atteso che il provvedimento stesso prevede anche l'abrogazione di leggi risalenti alla seconda metà dell'800. Rileva pertanto, che sarebbe stato più corretto conferire una apposita delega legislativa al Governo per agire, nei tempi dovuti, sull'argomento, evitando di sopprimere leggi che potrebbero anche essere state già implicitamente abrogate e lavorando, invece, nella direzione di indicare le leggi ancora in vigore.
Invita, quindi, la Commissione e il Governo a prestare la necessaria attenzione al citato allegato 1, utilizzando metodi di lavoro che garantiscano un reale approfondimento e rifuggendo da facili iniziative che - come quella portata avanti con il decreto-legge in esame - sembrano avere soltanto una natura propagandistica. Al riguardo, semmai, riterrebbe più appropriato avviare una riflessione sulla tecnica normativa da adottare in Parlamento nel procedimento legislativo ordinario, che faccia sì che - quando di approvano nuove leggi - si abroghino contestualmente quelle superate o con esse contrastanti, con ciò contribuendo a ridurre eventuali elementi di confusione nella normazione.
In conclusione, ribadisce la convinzione che uno strumento d'urgenza come il decreto-legge non possa essere utilizzato per situazioni di elevata complessità come quella della semplificazione normativa, auspicando che la maggioranza voglia approfondire adeguatamente la materia in esame.

Luigi BOBBA (PD) si associa alle considerazioni testé svolte dal deputato Santagata, portando ad esempio dell'assoluta confusione normativa prodotta dal decreto-legge in esame il caso dell'abrogazione di un regio decreto del 1930, che istituisce le procedure per la costruzione e gestione dell'acquedotto del Monferrato: si tratta, in questo caso, di un acquedotto che serve - a tutt'oggi - tre province, con costi integralmente a carico del consorzio di gestione e, dunque, senza produrre oneri a carico della finanza pubblica. Giudica, pertanto, incomprensibile la richiamata abrogazione, considerato che essa farebbe venir meno lo strumento giuridico su cui si basa la nascita dell'acquedotto, producendo, in ultima analisi, anche danni per l'erario pubblico.
Invita, quindi, la Commissione ad adottare una maggiore cautela nell'affrontare l'argomento recato dal provvedimento in esame, in modo da utilizzare una metodologia che dia adeguate garanzie procedurali, anche e soprattutto sul versante delle abrogazioni normative, che vanno realizzate - a suo avviso - solo dopo una attenta e scrupolosa verifica.

Simone BALDELLI (PdL), in relazione alle questioni sinora sollevate, intende precisare che il Ministro Calderoli ha già spiegato, presso la Commissione di merito, le ragioni dell'intervento normativo adottato con decreto-legge, chiarendo peraltro che alcune norme - che devono assolutamente restare in vigore - sarebbero invece state soppresse a causa degli effetti prodotti dal cosiddetto provvedimento «taglia-leggi». Fa presente che il provvedimento

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in esame, quindi, è indispensabile per garantire il monitoraggio del percorso abrogativo, ormai avviato, di numerose disposizioni normative, verificando quelle che è necessario mantenere in vigore.
Segnalato, peraltro, che un elemento di totale novità è rappresentato dalla creazione di una «banca dati» gratuita, che faciliterà la consultazione da parte dei cittadini e degli utenti, assicura che lo stesso Ministro Calderoli ha anche preannunciato - presso la Commissione di merito - un prolungamento del «periodo-finestra» entro il quale le amministrazioni competenti dovranno completare la valutazione delle norme da mantenere in vita, che passerà da 2 a 6 mesi, con ciò assicurando ogni possibile approfondimento di natura tecnica, a prescindere dai tempi di conversione del provvedimento in sede parlamentare.

Amalia SCHIRRU (PD) esprime perplessità sul provvedimento in titolo, giudicando assurdo che il Governo proceda con lo strumento della decretazione d'urgenza su una materia connotata da enorme complessità tecnica. A tal fine, prospetta l'opportunità che il Governo, piuttosto che convertire definitivamente in legge il decreto, istituisca un apposito gruppo di lavoro in ambito ministeriale, con ciò evitando di mettere il Parlamento nelle condizioni imbarazzanti di approvare un testo che non potrà valutare con serietà ed accuratezza, soprattutto in relazione ad aspetti molto delicati come quello della sicurezza sui luoghi di lavoro.
In tal senso, nel paventare il rischio di un voto parlamentare non sufficientemente meditato, invita la presidenza a valutare la possibilità di non concludere l'esame in sede consultiva nella seduta di domani.

Stefano SAGLIA, presidente, ricorda che l'ufficio di presidenza integrato dai rappresentanti dei gruppi ha già convenuto di fissare per domani la seduta dedicata alla deliberazione di competenza della Commissione sul provvedimento in esame.

Cesare DAMIANO (PD) dichiara di non comprendere le ragioni per le quali la Commissione debba concludere l'esame del provvedimento nella seduta di domani, considerato che - se anche il suo gruppo è certamente favorevole ad iniziative di semplificazione normativa - ciò non può significare che si approvi, in tutta fretta, un testo presentato dal Governo senza alcun approfondimento di merito. In particolare, ritiene che il ruolo consultivo della Commissione non possa essere ridotto alla sola espressione di pareri favorevoli nei confronti dei provvedimenti dell'Esecutivo, a prescindere da qualsiasi valutazione degli aspetti problematici. Pur sottolineando l'intento non ostruzionistico del suo gruppo su tale provvedimento, auspica quindi che il relatore possa predisporre una idonea proposta di parere alla luce degli esiti del dibattito, soprattutto in considerazione del fatto che il provvedimento incide su materie particolarmente importanti, come quella della sicurezza sui luoghi di lavoro.

Stefano SAGLIA, presidente, intende anzitutto rivendicare alla Commissione in sede consultiva la capacità di approfondire gli argomenti di sua competenza, avendo essa espresso, anche di recente, pareri che molto spesso sono stati arricchiti di contenuti in grado di fornire utili indicazioni alle Commissioni di merito. Quanto all'esame del provvedimento in titolo, peraltro, fa presente che la I Commissione dovrà deliberare il mandato al relatore entro la giornata di giovedì 22 gennaio, considerato che il provvedimento risulta iscritto nel calendario dei lavori dell'Assemblea a partire da lunedì 26 gennaio: per tali ragioni, l'espressione del parere di competenza della XI Commissione non potrà non tenere conto di detti vincoli temporali.

Simone BALDELLI (PdL) fa presente che presso la Commissione di merito si è registrato, nella seduta odierna, un clima di sostanziale collaborazione. Osserva, quindi, che il provvedimento in esame non presenta elementi di criticità rispetto alle

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questioni di costituzionalità, che sono state efficacemente fugate dallo stesso Ministro Calderoli, il quale ha chiarito l'esigenza di adottare un atto di urgenza per evitare abrogazioni affrettate della normativa vigente. In questo senso, pur comprendendo le valutazioni oggi espresse da taluni deputati dei gruppi di opposizione, ribadisce il suo invito a valutare con serenità il provvedimento, tenendo conto anche del positivo spirito collaborativo instauratosi in I Commissione.

Stefano SAGLIA, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.

DL 209/08 Proroga della partecipazione italiana a missioni internazionali.
C. 2047 Governo.

(Parere alle Commissioni riunite III e IV).
(Seguito dell'esame e conclusione - Parere favorevole).

La Commissione prosegue l'esame del provvedimento, rinviato nella seduta del 15 gennaio 2009.

Paola PELINO (PdL), relatore, presenta una proposta di parere favorevole sul provvedimento in esame (vedi allegato), che illustra dettagliatamente.

Giulio SANTAGATA (PD) preannuncia il voto favorevole del suo gruppo sulla proposta di parere del relatore, segnalando tuttavia l'opportunità di mettere un punto fermo al regime del trattamento giuridico del personale impiegato nelle missioni internazionali, in modo da evitare di produrre la stratificazione di un complesso di norme ingiustificatamente differenziate tra loro. Auspica, pertanto, che la Commissione sappia porre con forza l'esigenza di fare chiarezza sull'argomento, favorendo, ove possibile, una omogeneizzazione dei diversi regimi giuridici in essere.

Stefano SAGLIA, presidente, nel condividere la questione testé posta, giudica opportuno avviare, per il futuro, una riflessione sull'armonizzazione dei trattamenti giuridici del personale impiegato in missioni internazionali, anche con il coinvolgimento delle strutture del dicastero della difesa preposte, acquisito l'avviso della competente Commissione parlamentare.

Nessun altro chiedendo di intervenire, la Commissione approva la proposta di parere favorevole formulata dal relatore.

La seduta termina alle 13.40.

ATTI COMUNITARI

Martedì 20 gennaio 2009. - Presidenza del presidente Stefano SAGLIA.

La seduta comincia alle 13.40.

Programma legislativo e di lavoro della Commissione europea per l'anno 2009 e programma di 18 mesi del Consiglio dell'Unione europea presentato dalle Presidenze francese, ceca e svedese.
COM(2008)712 definitivo - 11249/08.

(Relazione alla XIV Commissione).
(Seguito dell'esame e rinvio).

La Commissione prosegue l'esame del provvedimento, rinviato nella seduta del 15 gennaio 2009.

Elisabetta RAMPI (PD), nel ringraziare la relatrice per essersi riservata di predisporre una proposta di relazione che tenga conto dei contributi emersi nel corso del dibattito, evidenzia la necessità che i Governi nazionali intraprendano politiche coordinate al fine di predisporre misure adeguate a fronteggiare la grave crisi economica in atto a livello internazionale. A tale riguardo, esprime perplessità sull'azione svolta dal Governo italiano in relazione alle quattro grandi priorità individuate dalla Commissione europea nell'ambito

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degli obiettivi strategici del programma legislativo. Ritiene, infatti, che in settori fondamentali, come quello dell'energia e delle fonti rinnovabili, dell'immigrazione, delle politiche sociali e della crescita ed occupazione, il Governo abbia emanato provvedimenti assolutamente insufficienti, come ad esempio emerge - in modo assolutamente plateale - dall'inesistenza di misure dirette a fronteggiare la crescita delle emissioni di gas ad «effetto serra».
In questo contesto complessivo, soffermandosi sulla materia dell'immigrazione, ricorda l'introduzione del reato di clandestinità, che testimonia, a suo avviso, il mancato svolgimento da parte del Governo di una vera e propria politica di inclusione dei cittadini extracomunitari, mentre, relativamente all'obiettivo della crescita e dell'occupazione, rileva l'assenza di politiche attive di conciliazione tra lavoro e vita privata a favore delle donne. A tale proposito, valuta negativamente l'impatto di alcuni provvedimenti assunti dall'Esecutivo, quali l'abrogazione completa dell'ICI sulla prima casa e la detassazione degli straordinari, che dimostrano quanto il Governo abbia sottovalutato l'incidenza della crisi sull'economia reale. Nel rilevare, inoltre, il grande ritardo dell'Italia in materia di occupazione femminile, fa notare la grave carenza di una rete di servizi sociali efficienti, facendo riferimento in particolare agli asili nido.
Evidenzia che è ancora lontano il raggiungimento di quell'equilibrio tra sicurezza sociale e flessibilità indicato dall'Unione europea, nonostante il numero dei lavoratori precari sia aumentato considerevolmente e tale situazione di instabilità lavorativa permanga per un lasso di tempo molto lungo. Ritiene, peraltro, che una crisi economica di così grandi proporzioni richieda un atteggiamento di grande responsabilità da parte degli schieramenti politici, che dovrebbero considerare prioritario l'interesse del Paese rispetto alle esigenze di parte e alla volontà di imporre sempre e comunque la propria visione delle cose. In tal senso, dà atto alla relatrice di aver citato norme importanti introdotte dal Governo precedente, come quella in materia di impiego di lavoratori senza preventiva comunicazione di instaurazione del rapporto di lavoro da parte del datore, che ritiene abbia consentito di arginare il fenomeno delle assunzioni cosiddette «post mortem», nonostante il tentativo della maggioranza, sventato dai gruppi di opposizione, di operare delle modifiche al riguardo. Esprime apprezzamento anche per la menzione delle disposizioni contenute nel decreto legislativo n. 81 del 2008 (Testo unico sulla sicurezza sui luoghi di lavoro), in riferimento al quale lamenta la mancanza di una completa attuazione e la tendenza dell'Esecutivo ad intervenire per ritardarne gli effetti. Ritiene inoltre che, tra le altre misure predisposte dal Governo nella passata legislatura, andrebbe ricordata l'abolizione delle cosiddette «dimissioni in bianco», pratica utilizzata nelle aziende soprattutto a discapito dei diritti delle donne.
Fa notare, in conclusione, che la crisi economica impone alle forze politiche uno sforzo comune e la svolgimento di politiche mirate, coordinate a livello europeo, in materia di strumenti di sostegno al reddito, ricerca e innovazione, energia e fonti rinnovabili, in relazione alle quali sottolinea l'esigenza di considerare la specificità del territorio italiano.

Alessia Maria MOSCA (PD), nel condividere le considerazioni del deputato Rampi, osserva che l'esame del programma legislativo della Commissione europea e del programma delle Presidenze rappresenta per il Parlamento italiano un'occasione importante per sollecitare il Governo a muoversi nel rispetto degli indirizzi definiti in sede comunitaria e secondo uno spirito autenticamente europeista, seguendo l'esempio del Parlamento europeo, che, rispetto alla Commissione e al Consiglio, in molte occasioni ha dimostrato una adesione più convinta alla logica comunitaria. Osserva che l'Esecutivo deve evitare di manifestare favore o contrarietà alle procedure europee a seconda delle convenienze politiche del momento, come è avvenuto con l'adozione del decreto-legge

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n. 185 del 2008, con il quale il Ministro dell'economia e delle finanze ha inteso demandare agli organi dell'Unione europea la risoluzione della crisi internazionale in atto. Ritiene, infatti, che l'Italia, rispetto agli altri Paesi europei, sia chiamata ad un compito più impegnativo, essendo più lontana dagli obiettivi fissati in sede comunitaria, con specifico riferimento al tema dell'occupazione. Auspica, al riguardo, la predisposizione di soluzioni normative coraggiose, che siano in grado di risolvere in modo strutturale i problemi economici e sociali che affliggono il Paese da tempo, a prescindere dagli interventi tesi a contrastare l'attuale crisi finanziaria. Cita, in proposito, in materia di mercato del lavoro, il problema degli ammortizzatori sociali e dell'occupazione femminile - tematiche sulle quali ricorda che l'Unione europea fornisce indicazioni puntuali - nonché la questione fondamentale della mobilità geografica e sociale dei lavoratori, in ordine alla quale rileva una posizione arretrata dell'Italia. In proposito, ricorda che su tali argomenti l'azione del Governo è stata rivolta a ridurre i finanziamenti - cita il caso del progetto Erasmus - e ad accogliere solo marginalmente il contributo costruttivo dei gruppi di opposizione nell'esame dei diversi provvedimenti in sede parlamentare.
In tema di formazione, che l'Unione europea considera come elemento essenziale in vista di una corretta applicazione del concetto di «flessicurezza», esprime poi perplessità sulla proposta avanzata dal Ministro Sacconi nel cosiddetto «Libro Verde», che fa riferimento alla necessità di svolgere l'attività di formazione all'interno dell'azienda, così svilendo le sue caratteristiche di ammortizzatore sociale e contraddicendo le tendenze in atto in ambito europeo. Ricorda, inoltre, che solo grazie alla decisa opposizione del suo gruppo è stato possibile evitare l'introduzione di disposizioni che avrebbero sancito l'arretramento del Paese in settori delicati quale quello della sicurezza sul luogo di lavoro e delle politiche sociali, soprattutto con riferimento agli interventi a tutela di soggetti disabili.
Auspica, infine, che la relatrice possa tenere conto di tali considerazioni in sede di predisposizione della sua proposta di relazione.

Maria Grazia GATTI (PD), nel ritenere necessario evitare di rivolgersi all'Unione europea con un atteggiamento opportunistico, in base alle esigenze momentanee degli schieramenti politici e dei governi, fa notare che in materia di lavoro la normativa comunitaria ha rappresentato sempre un punto di riferimento essenziale per il legislatore nazionale, anche se spesso ciò è avvenuto in senso inverso, avendo l'Italia rappresentato un importante elemento propulsivo nella legislazione sull'argomento. Ricorda, in proposito, le significative indicazioni del Parlamento europeo in materia di «flessicurezza» e di formazione, che conferiscono centralità al contratto di lavoro a tempo indeterminato, nonché alla stabilità del rapporto di lavoro, e mirano alla preparazione di personale qualificato e competente. Cita, in particolare, gli importanti indirizzi fissati in sede europea tendenti ad eliminare gli squilibri presenti nel mondo del lavoro e favorire il passaggio da contratti non standard a forme di lavoro più stabili.
Dopo aver rilevato la necessità di rafforzare i poteri dei comitati aziendali europei, considerata la dimensione ormai internazionale della produzione, ricorda le recenti determinazioni assunte - con la «bocciatura» della proposta di direttiva in materia - dal Parlamento europeo in materia di orario di lavoro e di riposi settimanali, rispetto alle quali le disposizioni introdotte nell'ordinamento italiano con il decreto-legge n. 112 del 2008, convertito nella legge n. 133, sembrano andare in una direzione contraria. Al riguardo, auspica un intervento del legislatore nazionale che modifichi tali discipline conformemente agli indirizzi espressi in sede europea.
Cita poi gli effetti negativi prodotti sull'occupazione femminile dal decreto-legge cosiddetto «anticrisi», durante l'esame del quale ricorda che sono stati respinti due importanti emendamenti presentati

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dall'opposizione in relazione al credito d'imposta a favore delle imprese del Mezzogiorno e al fondo per l'occupazione. Infine, in materia di mobilità, ricorda che nel corso dell'esame del decreto-legge n. 180 sul sistema universitario è stato respinto un ordine del giorno dei gruppi di opposizione, che mirava a dare attuazione alla direttiva sull'accoglienza di ricercatori provenienti da paesi terzi.

Barbara SALTAMARTINI (PdL), relatore, considerato il contenuto articolato del dibattito svolto, preannuncia per la seduta di domani la presentazione di una proposta di relazione che possa tenere conto del complesso degli orientamenti emersi.

Stefano SAGLIA, presidente, rinvia, quindi, il seguito dell'esame ad altra seduta.

La seduta termina alle 14.05.