CAMERA DEI DEPUTATI
Giovedì 15 gennaio 2009
122.
XVI LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Affari esteri e comunitari (III)
COMUNICATO
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SEDE REFERENTE

Giovedì 15 gennaio 2009. - Presidenza del presidente Stefano STEFANI. - Interviene il sottosegretario di Stato per gli affari esteri, Alfredo Mantica.

La seduta comincia alle 16.20.

Ratifica Trattato di amicizia, partenariato e cooperazione Italia-Libia, fatto a Bengasi il 30 agosto 2008.
C. 2041 Governo.

(Seguito dell'esame e conclusione).

La Commissione prosegue l'esame del provvedimento, rinviato nella seduta del 14 gennaio 2009.

Stefano STEFANI, presidente, dopo aver dato atto delle sostituzioni comunicate dai gruppi, avverte che sono pervenuti i pareri favorevoli sul provvedimento delle Commissioni I, II, IV, V, VI, VII, VIII, IX, X, XII, XIII. Segnala che la Commissione Bilancio ha tuttavia posto due condizioni volte a garantire il rispetto dell'articolo 81, quarto comma, della Costituzione, mentre le Commissioni Finanze e Ambiente hanno svolto talune osservazioni. Avverte altresì che, nell'impossibilità di intervenire alla seduta dell'Assemblea di lunedì pomeriggio in cui è calendarizzata la discussione generale del provvedimento, il collega Antonione ha rimesso il mandato di relatore che è conferito al collega Pianetta.

Enrico PIANETTA (PdL), relatore, al fine di recepire le condizioni poste dalla Commissione Bilancio, formula gli emendamenti 4.100 e 4.101 (vedi allegato 1).

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La Commissione, con distinte votazioni, approva gli emendamenti 4.100 e 4.101 del relatore.

Fabio EVANGELISTI (IdV), rinviando all'esame in Assemblea lo svolgimento di ulteriori considerazioni, giudica positivamente il fatto che il presente Trattato chiuda il capitolo storico dell'occupazione italiana della Libia, che è stato caratterizzato dalla vergogna dei campi di concentramento, degli eccidi e delle deportazioni. Pur apprezzando le diverse finalità cui sarà indirizzato il previsto risarcimento, manifesta il dubbio che la copertura finanziaria individuata possa in realtà trasferire il relativo onere sui cittadini consumatori attraverso la bolletta energetica. Esprime altresì preoccupazione per il fatto che il regime libico non possa dirsi liberale e quindi non dia adeguate garanzie circa il trattamento che sarà riservato agli immigrati respinti. Sarebbe, a suo avviso, opportuno istituire un meccanismo di monitoraggio dei diritti umani, per impedire crimini come la violenza sulle donne ovvero gli abbandoni nei deserti.

Massimo D'ALEMA (PD) ricorda come la ratifica in esame costituisca il punto di arrivo di una lunga vicenda politica che ha visto impegnati diversi governi del Paese, a partire dalla normalizzazione delle relazioni bilaterali verso l'intensificazione dei rapporti politici ed economici. Alla base vi è stata l'accettazione da parte libica dell'autorità della comunità internazionale sul caso Lockerbie e quindi la fine del regime sanzionatorio dell'ONU. L'Italia ha accompagnato tale processo svolgendo un ruolo essenziale, tutto sommato positivo. Rammenta di essere stato il primo capo di governo di un paese occidentale ad avere allora visitato la Libia, dopo essersi inteso con l'allora amministrazione USA interessata all'eventualità che venisse meno una simile minaccia.
Alla luce del negoziato condotto da Ministro degli esteri del precedente Governo, si complimenta con i diplomatici libici per i risultati ottenuti, in quanto i residui punti del contenzioso risultano tutti risolti a loro favore. Complessivamente, sostiene comunque la ratifica in esame, anche perché un suo rinvio apparirebbe alla controparte come un'incomprensibile ostilità.
Invita però a non farsi illusioni sugli effetti che l'accordo in oggetto potrà avere nel contrasto all'immigrazione clandestina che si presenta assai complesso in un paese come la stessa Libia ove un terzo della popolazione è composto da neri immigrati. Il problema, a suo avviso, non dovrebbe affrontarsi sul Mediterraneo, ma in Africa favorendo la formazione di una politica comune tra UE e Paesi arabi. Né si può pensare di risolverlo con il pattugliamento del mare, pur utile almeno al fine di evitare le tragedie umanitarie dei naufragi, anche perché un'altra via per Lampedusa è comunque rappresentata dall'Egitto.
Osserva poi come il presente Trattato consolidi il quadro delle relazioni economiche, non solo per l'immensa portata del partenariato energetico che costituisce uno dei pilastri della diversificazione del nostro approvvigionamento e potrà ulteriormente svilupparsi per l'estensione delle ricerche dell'ENI, ma anche per le opportunità di mercato che saranno offerte alle altre imprese. Analogo consolidamento auspica anche sul piano culturale, dal momento che la Libia è il solo paese arabo in cui si parla l'italiano. Conclusivamente, ritiene che si sia compiuta un'operazione storico-diplomatica di ampio respiro che rafforza la presenza italiana nel mondo arabo.

Matteo MECACCI (PD) preannuncia il voto contrario della delegazione radicale sia in Commissione che in Assemblea, dove l'opposizione sua e dei colleghi proseguirà con la stessa intensità. Pur riconoscendo i cambiamenti intercorsi in Libia richiamati dal collega D'Alema, denuncia la grave responsabilità che l'Italia si assume nell'essere il solo paese della NATO a prendere con la Libia impegni inaccettabili soprattutto per la sicurezza e la difesa, in aperta contraddizione, politica se non giuridica, con i principi dell'Alleanza

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atlantica. E contrario, ricorda come l'Unione europea, ove sia chiamata a trattare con paesi autoritari, preveda l'istituzione di meccanismi di monitoraggio dei diritti umani che invece in questo caso sono assolutamente ignorati, mentre servirebbero soprattutto a tutela dei migranti dal momento che la Libia non ha ratificato la Convenzione ONU sui rifugiati e non riconosce il diritto d'asilo. In mancanza pertanto di simili standard democratici, si domanda come possa prefigurarsi una collaborazione tra operatori italiani e libici.
Considera poi particolarmente gravoso l'impegno finanziario previsto pari a 5 miliardi di dollari, anche alla luce della non elevata popolazione libica, mentre depreca che si siano dimenticati, al di là di un impegno generico, gli interessi dei cittadini e delle aziende italiane rimpatriate che pure vantano crediti riconosciuti anche dalla stessa Libia.

Claudio D'AMICO (LNP) invita il Governo ad attivarsi a tutela dei rimpatriati italiani dalla Libia, riconoscendo l'esistenza di punti problematici nel presente Trattato, ma al tempo stesso apprezzando alcuni progressi indubbi come quella della non ingerenza reciproca che non consentirebbe più alla Libia di formulare giudizi sui componenti dei governi italiani. Quanto ai diritti umani, fa presente che all'articolo 6 si richiama la Carta dell'ONU e la Dichiarazione universale dei diritti fondamentali, mentre ritiene che circa la gestione dei flussi migratori si siano espressi timori eccessivi. In conclusione, preannuncia il voto favorevole del suo gruppo.

Gianpaolo DOZZO (LNP) segnala all'onorevole D'Alema la patente contraddizione tra il suo intervento e quello dell'onorevole Mecacci, membro del suo stesso gruppo. Quanto alle preoccupazioni dell'onorevole Evangelisti sul rischio di traslazione degli oneri, ricorda che in Italia ormai operano sul piano tariffario autorità indipendenti dotate di incisivi poteri. Nel ritenere certo che l'accordo in esame potrà contribuire a porre fine alla «tratta degli schiavi» che caratterizza l'immigrazione clandestina, conferma il voto favorevole del suo gruppo.

Il sottosegretario Alfredo MANTICA, riprendendo il delicato tema dei rimpatriati italiani, ricorda che a loro favore sono all'ordine del giorno di entrambe le Camere diversi provvedimenti, su cui Governo e Parlamento potrebbero fare uno sforzo comune. Ringrazia infine l'onorevole D'Alema per la testimonianza resa sulla sua esperienza di governo, che ha fatto peraltro seguito a quella da lui stesso compiuta nella legislatura ancora precedente.

Nessun altro chiedendo di intervenire, la Commissione delibera di conferire il mandato al relatore, onorevole Pianetta, di riferire in senso favorevole all'Assemblea sul provvedimento in esame. Delibera altresì di chiedere l'autorizzazione a riferire oralmente.

Stefano STEFANI, presidente, si riserva di designare i componenti del Comitato dei nove sulla base delle indicazioni dei gruppi.

Ratifica Convenzione Italia-USA per evitare le doppie imposizioni in materia di imposte sul reddito e per prevenire le frodi o le evasioni fiscali.
C. 1907 Governo.

(Seguito dell'esame e conclusione).

La Commissione prosegue l'esame del provvedimento, rinviato nella seduta del 9 dicembre 2008.

Stefano STEFANI, presidente, avverte che sono pervenuti i pareri favorevoli sul provvedimento delle Commissioni I, II, VI, VII, X, e XI, unitamente al nulla-osta della Commissione Bilancio.

La Commissione delibera di conferire il mandato al relatore, onorevole Ruben, di riferire in senso favorevole all'Assemblea sul provvedimento in esame. Delibera altresì

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di chiedere l'autorizzazione a riferire oralmente.

Stefano STEFANI, presidente, si riserva di designare i componenti del Comitato dei nove sulla base delle indicazioni dei gruppi.

La seduta termina alle 17.

ATTI COMUNITARI

Giovedì 15 gennaio 2009. - Presidenza del presidente Stefano STEFANI. - Interviene il sottosegretario di Stato per gli affari esteri, Alfredo Mantica.

La seduta comincia alle 17.

Programma legislativo e di lavoro della Commissione europea per l'anno 2009 e programma di 18 mesi del Consiglio dell'Unione europea presentato dalle Presidenze francese, ceca e svedese.
COM(2008)712 definitivo - 11249/08.

(Relazione alla XIV Commissione).
(Esame e conclusione - Relazione favorevole).

La Commissione inizia l'esame del provvedimento in oggetto.

Giorgio LA MALFA (Misto), relatore, segnala che il 18 novembre 2008 la Commissione ha deliberato il Programma legislativo e di lavoro per il 2009, «Agire adesso per un'Europa migliore», elaborato sulla base della strategia politica annuale presentata dalla stessa Commissione al Consiglio e al Parlamento europeo il 15 febbraio 2008. In linea generale, nell'anno conclusivo del suo mandato, la Commissione, in piena sinergia con il Consiglio ed il Parlamento europeo, si propone di completare i programmi già intrapresi nei settori dell'energia, del mutamento climatico, dell'immigrazione e delle politiche sociali e di attuare la strategia di Lisbona per la crescita e l'occupazione. Nel 2009, anno europeo della creatività e dell'innovazione, la Commissione intende inoltre celebrare il successo dell'allargamento e dimostrare, nel contempo, che l'Unione svolge un ruolo centrale nel costruire un'Europa di pace, prosperità e solidarietà.
Segnala che gli obiettivi strategici del programma legislativo definiti dalla Commissione per l'anno 2009 si basano su quattro grandi priorità: crescita e occupazione nel quadro dell'impegno dell'Unione europea in risposta alla crisi economica internazionale; mutamento climatico ed Europa sostenibile; un'Europa vicina ai cittadini, con la previsione un'analisi sul grado di preparazione dell'Unione europea sul fronte dell'evoluzione demografica; l'Europa come partner mondiale. Nel corso del 2009 la Commissione si propone di continuare a stringere relazioni a lungo termine con i partner più importanti e di intensificare i rapporti sia con i paesi asiatici considerati strategici, quali la Cina, l'India e il Giappone, sia con altri paesi emergenti, come il Brasile. Anche in considerazione del ruolo svolto dall'Unione europea durante la recente crisi finanziaria, la Commissione intende assumere un ruolo attivo in tutti i vertici internazionali, anche al fine di ripristinare la fiducia nel sistema finanziario e di stimolare una riflessione sulla riforma della governance economica a livello mondiale.
Sottolinea che, in tema di politica estera, la Commissione enuclea i seguenti obiettivi di politica estera: continuare il processo di allargamento; attivarsi per sviluppare la dimensione dell'Unione per il Mediterraneo; elaborare un fattivo partenariato con il nuovo governo degli Stati Uniti; completare il programma di Doha per lo sviluppo; consolidare le relazioni con i paesi in via di sviluppo. Merita una segnalazione l'impegno che la Commissione si assume in tema di comunicazione sulle priorità istituzionali, che saranno concordate per la prima volta dal Consiglio, dal Parlamento europeo e dalla Commissione, nel quadro della dichiarazione congiunta «Un partenariato per comunicare sull'Europa», anche in vista delle prossime elezioni del Parlamento europeo,

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che costituiranno la principale priorità su questo versante. Nel programma la Commissione indica che pubblicherà nella primavera del 2009 per valutare i risultati della sua azione dalla sua istituzione e fondare l'Unione europea del 21o secolo. Tra le priorità della comunicazione figurano, oltre alle elezioni del Parlamento europeo, la questione energetica e mutamento climatico; il ventesimo anniversario dei cambiamenti democratici in Europa centrale e orientale; il futuro dell'Europa per i cittadini e l'Europa nel mondo.
Passando al Programma di 18 mesi delle Presidenze francese, ceca e svedese (1o luglio 2008-31 dicembre 2009), rileva che il Consiglio dell'Unione europea lo ha approvato il 30 giugno 2008, laddove la presidenza di turno della Repubblica ceca ha indicato le priorità soltanto il 7 gennaio scorso. Il Programma si articola in due parti. La prima parte reca il quadro strategico di lungo periodo ed è stata adottata in consultazione con le presidenze spagnola, belga e ungherese. In essa viene evidenziato che l'Unione europea, a seguito della prevista entrata in vigore del Trattato di Lisbona, potrà concentrare la propria attività sulle sfide concrete che interessano i cittadini, con particolare attenzione alla globalizzazione, al miglioramento della crescita e della competitività, alla lotta ai cambiamenti climatici, alle questioni energetiche, al rafforzamento della sicurezza per i cittadini, nonché al rafforzamento della PESD, della cooperazione regionale e delle relazioni con i Paesi vicini (oltre alla prosecuzione del processo di allargamento). In questo l'Unione intende quindi adoperarsi per la conclusione di accordi di libero scambio, quale mezzo per incoraggiare la crescita economica, l'occupazione e lo sviluppo. Nel prossimo arco temporale, l'Unione si propone poi di contribuire agli obiettivi di sviluppo del Millennio entro il 2015, in quanto componente essenziale dell'obiettivo generale di eliminare la povertà.
La seconda parte del documento costituisce il programma operativo, nel quale le tre Presidenze indicano le principali questioni che saranno trattate nell'arco temporale considerato. Tale parte si articola quindi in diversi settori, tra cui, ai fini delle competenze della Commissione, rilevano: lo sviluppo dell'Unione, da rafforzare mediante l'attuazione del trattato di Lisbona, la prosecuzione del processo di allargamento con i negoziati di adesione della Turchia e della Croazia (quello con la Croazia dovrebbe giungere ad una fase decisiva nel 2009); la politica climatica ed energetica integrata, in attuazione della strategia «202020» adottata dal Consiglio nel marzo 2007 e la predisposizione di un nuovo piano d'azione in materia di energia per il periodo successivo al 2010; le relazioni esterne, nell'ambito del quadro di riferimento della Strategia europea in materia di sicurezza sui temi della lotta al terrorismo, proliferazione delle armi di distruzione di massa, conflitti regionali e criminalità organizzata.
Sottolinea che rispetto al programma legislativo della Commissione per il 2009, il programma di 18 mesi del Consiglio articola in modo accurato i temi delle relazioni esterne.
In merito alle questioni della non proliferazione e del disarmo, il programma del Consiglio evidenzia come l'Unione si sforzerà soprattutto per un'attuazione attiva ed efficace della propria strategia contro la proliferazione delle armi di distruzione di massa, in particolare per quanto riguarda il problema del nucleare in Iran. La UE si batterà inoltre per l'apertura di negoziati per un trattato che vieti la produzione di materie fissili destinate alla produzione di armi.
Per quanto riguarda la dimensione multilaterale, il programma del Consiglio prevede che l'Unione svolgerà un ruolo attivo nelle sedi multilaterali, in particolare le Nazioni Unite, e intensificherà le relazioni con l'OSCE e il Consiglio d'Europa.
Con riferimento al rispetto dei diritti umani e all'affermazione dello stato di diritto e della democrazia il programma del Consiglio ricorda anzitutto il 60o anniversario della Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo, in occasione del quale si prevede di porre particolare enfasi

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anzitutto sulla lotta alla violenza contro le donne, come anche alle problematiche della protezione dei difensori dei diritti umani. La promozione della legge umanitaria internazionale, inclusa la responsabilità di proteggere, saranno parte integrante della gestione delle crisi da parte dell'Unione.
Per quanto concerne lo sviluppo del commercio internazionale, nel programma del Consiglio è previsto che l'Unione continuerà il proprio impegno per il raggiungimento di un accordo equilibrato e ambizioso nell'ambito dei negoziati dell'Organizzazione mondiale del commercio, sul cui futuro pure si ritiene sia necessario un momento successivo di riflessione strategica.
Il programma sottolinea quindi il ruolo guida dell'Unione nella realizzazione degli Obiettivi del Millennio nei paesi partner, rimarcando la necessità di intensificare gli sforzi attraverso la messa a punto di nuovi programmi per la lotta alla povertà nel contesto di uno sviluppo sostenibile. Nel sottolineare che il miglioramento dell'efficacia degli aiuti deve impegnare tanto i Paesi donatori quanto i riceventi, il Consiglio ritiene fondamentale l'attuazione della Dichiarazione di Parigi adottata nel 2005 per migliorare la qualità degli aiuti. Particolare risalto viene dato anche al miglioramento della coerenza delle politiche per lo sviluppo (CPS), alla quale viene assegnata alta priorità. In relazione a tale prospettiva, il Programma ritiene necessario aggiornare il programma di lavoro per i dodici settori CPS, al fine di giungere a progressi rilevanti prima della stesura della prossima relazione biennale sull'applicazione della CPS.
Il Programma del Consiglio prevede un ulteriore rafforzamento della politica europea di vicinato (PEV) - sia nella sua direttrice orientale che in quella meridionale - e uno sforzo per mirare maggiormente i Piani d'azione sulle situazione specifiche dei paesi di riferimento. La Comunicazione della Commissione del 18 novembre sul Programma legislativo e di lavoro della Commissione per il 2009, Agire adesso per un'Europa migliore inserisce nell'elenco delle 12 iniziative strategiche anche il Pacchetto relativo alla politica europea di vicinato, specificando che tale pacchetto comprenderà una comunicazione quadro e 12 piani d'azione.
Nel Programma si preannuncia il rafforzamento delle relazioni con alcuni paesi: Ucraina, con cui verrà stipulato un nuovo accordo rafforzato in luogo di quello in vigore, avviato nel marzo 2007); Marocco, con discussioni per uno «status avanzato» delle relazioni fra l'Unione europea e il paese africano; Israele, sulla base dell'attuale Accordo di associazione stipulato nel 2000.
Si afferma poi la volontà di promuovere le relazioni con Moldova, Georgia, Armenia e Azerbaigian e Bielorussia, a condizione che si possano registrare miglioramenti nella situazione politica interna. Tali Paesi, insieme all'Ucraina, sono peraltro inclusi nella proposta di un nuovo partenariato orientale che comprende nuove misure destinate allo sviluppo e che la Commissione propone di varare nella primavera del 2009 nell'ambito di uno speciale «vertice del partenariato orientale».
Sui temi dell'allargamento e delle relazioni con i Balcani occidentali - strettamente interconnessi - il Programma del Consiglio prevede che sarà ulteriormente promossa la prospettiva europea dei paesi dei Balcani occidentali, mediante il decisivo strumento degli accordi di stabilizzazione e associazione. L'Unione proseguirà nel proprio ruolo volto ad assicurare e rafforzare la stabilità della regione, con particolare attenzione al Kosovo e alla missione civile EULEX. La Serbia viene in qualche modo incentivata alla creazione di relazioni costruttive con il Kosovo, in vista della piena attuazione dell'accordo di stabilizzazione e associazione già firmato con l'Unione Europea. Il programma accenna alla fase decisiva in cui stanno entrando i negoziati per l'allargamento relativi alla Croazia, mentre per quanto concerne la Turchia si sostiene che tali negoziati continueranno nella misura in cui quel paese adotterà le riforme interne. Anche la Commissione

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terrà sotto attenta valutazione gli sviluppi politici ed economici del Kosovo.
Il Programma legislativo e di lavoro della Commissione per il 2009 prevede l'elaborazione di un fattivo partenariato con il nuovo governo degli Stati Uniti, che assumerà grande importanza per affrontare le grandi sfide a livello mondiale, ad esempio il mutamento climatico, la sicurezza e la stabilità e per sviluppare la cooperazione in materia di economia e regolamentazione. In tema di relazioni transatlantiche il Programma del Consiglio prefigura un'intensificazione delle stesse in moltissimi settori, che vanno dal cambiamento climatico (in vista del nuovo accordo globale che dovrebbe essere finalizzato nel 2009), alla sicurezza energetica, alla lotta al terrorismo, ai diritti umani.
Conclusivamente, nel presentare una proposta di relazione favorevole (vedi allegato 2), sottolinea che i documenti in titolo appaiono convergenti nel segnalare la consapevolezza del ruolo dell'Europa nel mondo, l'esigenza di rafforzare sia la PESC che la PESD, l'impegno a proseguire nell'allargamento e a incentivare la politica di vicinato e comunque tutti i partenariati strategici. Si deve comunque osservare che l'Unione europea può assolvere al meglio a tali rilevanti responsabilità esterne in presenza di un quadro istituzionale quale quello delineato dal Trattato di Lisbona, la cui ratifica da parte di tutti i membri dell'Unione europea si conferma pertanto come il maggior obiettivo al quale lavorare nei prossimi mesi.
Nessuno chiedendo di intervenire, la Commissione approva la proposta di riferire in senso favorevole sul provvedimento in titolo e nomina l'onorevole La Malfa quale relatore presso la XIV Commissione.

La seduta termina alle 17.10.

UFFICIO DI PRESIDENZA INTEGRATO DAI RAPPRESENTANTI DEI GRUPPI

L'ufficio di presidenza si è riunito dalle 17.10 alle 17.15.